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martedì 6 novembre 2007

Anche se interpreterà ruoli gay, Daniel Radcliffe ha trovato l’amore.

(The gossipers) In realtà sono mesi che si parla di questo amore tra Daniel Radcliffe e Laura O’Toole, ma dopo vari avvistamenti che non abbiamo potuto vedere con i nostri occhi ecco finalmente una prova fotografica fornita dal Sun. I due piccioncini non sono stati immortalati mentre si davano un bacio appassionato, ma accontentiamoci di vederli insieme in giro per Londra.

La domanda per alcuni di voi sorgerà spontanea: chi sarà mai questa Laura che ha rubato il cuore del maghetto? Daniel ha conosciuto l’attrice di Dublino, di 5 anni più grande di lui, sul set della pièce teatrale Equus, che certamente ricorderete (non vi siete sicuramente scordate delle chiappette di Harry Potter, eh?). Li potete vedere insieme sul palcoscenico nella foto di destra.

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Louis Morais jewelry: Tra luci e ombre.

Louis Morais jewelry: tra luci e ombre
(Menchic) Da quando la nostra tradizione ha accolto i festeggiamenti del 31 ottobre, la terrificante notte delle streghe implica travestimenti e party a tema sulla scia di quelli a stelle e strisce. Per rimanere in tema con l’atmosfera lugubre che si respirerà questa notte per discoteche e locali, vi suggeriamo di dare un’ occhiata alle creazioni del designer brasiliano Louis Morais, apprezzato anche da Madonna, Mick Jagger e Keith Richards e venduti presso Bergdorf Goodman a New York e Colette a Parigi.
Perché segnalarli proprio in occasione della festa di Halloween? Semplice, perché i soggetti della sua collezione sono croci, skulls e simboli gotici uniti a diamanti, pelle, cristalli e perle per un inedito effetto sparkling in equilibrio tra luci e ombre

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Futuro in rosso per nonna Rai: è vecchia e sfiduciata. A partire dal vertice

(Da sin) Il direttore generale della Rai Claudio Cappon, il presidente Claudio Petruccioli e il presidente della Commissione di vigilanza Mario Landolfi
(Panorama) Non solo non c’è stato lo sbarco in Borsa come prevedeva la legge Gasparri, ma ora per la Rai potrebbe mettersi male anche dal punto di vista finanziario. A lanciare l’allarme è stato lo stesso direttore generale della tv pubblica, Claudio Cappon, ascoltato dalla Commissione Vigilanza Rai: “Se andiamo avanti con una logica di produzione inerziale” ha detto Cappon “siamo di fronte al rischio reale di declino economico”.

Dati alla mano, afferma il dg Rai: “Il primato delle tv generaliste è stato già messo in discussione. Basti pensare che, in un giorno medio, il 17% dei telespettatori non guarda né la Rai né Mediaset”. Inoltre la raccolta pubblicitaria è rimasta pressoché stabile per la televisione generalista, mentre è salita del 90% per i canali satellitari e del 160% per Internet.
La Rai ha cercato di mettere una pezza a questa situazione con il nuovo piano industriale che, come afferma Cappon: “Introduce un elemento di discontinuità che deve riflettersi anche sulla qualità dei programmi, tema allo studio del cda che sta analizzando la politica editoriale della nuova Rai”. Tutto sembrerebbe andare per il verso giusto se non fosse che proprio quel cda che sta rifacendo il palinsesto della Rai è nell’occhio del ciclone.
A cominciare dal presidente, Claudio Petruccioli, sfiduciato dalla commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai e dall’ex consigliere, Angelo Maria Petroni, che è ancora alle perse con la battaglia legale per la nomina, al suo posto, di Fabiano Fabiani.
Nomina che ha mandato su tutte le furie l’opposizione. Questa sarebbe dovuta essere la settimana decisiva per riportare la legalità nell’organo di gestione della tv pubblica. Ma molto probabilmente neanche in questi giorni succederà nulla, come se niente sia successo.
Un pronunciamento quello su Petruccioli che rappresenta un chiaro segnale politico, sia verso il gradimento del presidente Rai che verso la tenuta della maggioranza, ma non ha valore vincolante e non obbliga il presidente a farsi da parte. Palazzo Chigi è rimasto fermo sulla linea che, nonostante il voto della Vigilanza, non si pongono conseguenze. Cioè Petruccioli continua a tenersi stretta la poltrona, forte dell’appoggio che il premier Romano Prodi continua a manifestargli.
Anche perché le redini dell’azionista Rai, il Tesoro, sono in mano al ministro
Tommaso Padoa-Schioppa, che di Prodi è amico: sonni tranquilli per Petruccioli, quindi.
Anzi la maggioranza sta anche lavorando alle modifiche sul tetto agli stipendi dei dipendenti pubblici, che interesserebbe anche i vertici della Rai e gli artisti che lavorano per le emittenti pubbliche.

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Udc sempre più bigotta omofoba e razzista: Scandalo per finto matrimonio gay.

Durante un viaggio di scambio culturale in Messico, un gruppo di ragazzi torinesi mette in scena delle finte nozze gay. Insorge il capogruppo dell'Udc che presenta un'interpellanza all'assessore.

(Gay.it) Un gioco durante una gita scolastica è diventato oggetto di una interpellanza comunale presentata ieri dal gruppo Udc al comune di Torino. La questione riguarderebbe la scena di un matrimonio gay che sarebbe stata mimata da un gruppo di ragazzi torinesi durante un viaggio di scambio culturale in Messico. Chi di noi in gita scolastica non ha sperimentato tutti i modi possibili per divertirsi e ridere? Chi di noi non ha nell'album dei ricordi una foto del compagno di banco vestito da donna con tanto di trucco e seni finti o della compagna di classe con i baffi?

Ma arrivare a simulare un matrimonio gay è sembrato troppo al capogruppo del partito di Mastella al consiglio comunale del capoluogo piemontese.
L'interpellanza è stata rivolta a Marta Levi, assessore comunale alle Politiche per le pari opportunità. “E' vergognoso - afferma Antonello Angeleri - che per descrivere la lotta alla discriminazione sia stata messa in scena una messa con tanto di prete, scambio di effusioni e lancio di riso. Ancora peggio - prosegue - è che ai ragazzi che non si sono voluti sottoporre a tale comparsata sia stato riservato un trattamento discriminatorio”. Non sappiamo a quale atteggiamento discriminatorio si riferisca il consigliere comunale, ma ci dispiace sottolineare come lo stesso interesse non si manifesti quando a essere discriminati sono i giovani gay e le giovani lesbiche nelle scuole italiane.

L'interpellanza è stata rinviata in commissione per gli approfondimenti del caso. “L'assessore Levi ha risposto in aula che non ci vedeva nulla di male o di strano, ma non si può bollare come normale una situazione in cui persone che non si schierano per i matrimoni gay, a favore dell'aborto, dell'utilizzo delle staminali o dell'adozione di figli da parte delle coppie omosessuali, vengano discriminate”.
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Ndr. Sinceramente l'articolo è un pò confuso, che centra il capogruppo del partito di Mastella con l'Udc? Ma l'Udc non è il partito del meritevole Volontè e di Casini? Non l'ho capito io l'articolo o è proprio scritto male?

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Visto dalla stampa araba: le donne sempre più vittime dei crimini d’onore.


I crimini d’onore sono una piaga che il mondo arabo-musulmano è ben lontano dal debellare. Casi di donne uccise dai familiari perché sospettate di aver avuto rapporti prematrimoniali sono frequenti e i responsabili vengono raramente puniti in modo adeguato (sull’argomento leggi anche: In Giordania è polemica sui delitti d’onore). La stampa araba racconta episodi agghiaccianti. In Siria, per esempio, una ragazza è stata assassinata dal fratello dopo la diagnosi errata di un medico, che senza utilizzare un’ecografia aveva attribuito il gonfiore dell’addome a una gravidanza anziché a un tumore dell’utero, poi scoperto durante l’autopsia.

In Siria invece si parla molto anche del caso di Zahra. Rapita e violentata a 15 anni e per questo finita in carcere (come molte donne che non hanno altro posto in cui rifugiarsi per sfuggire alla vendetta della famiglia) è stata liberata quando un cugino 27enne ha accettato di sposarla. Dopo 10 mesi il fratello l’ha però uccisa e, in base alle leggi siriane che non considerano il delitto d’onore un omicidio, rischia di farla franca; solo il ricorso del marito della vittima fa sì che il caso rimanga aperto e che sia diventato oggetto di dibattito sui giornali.
E ancora: nel nord Iraq sarebbero 350 le donne uccise per ragioni d’onore nel giro di sette mesi. In Giordania, gli assassini si appellano spesso a questa motivazione per ottenere sconti di pena e questi crimini coprono altri tipi di delitti, visto che le donne vengono uccise da padri, fratelli e zii anche dopo aver posto “rimedio” all’onta con il matrimonio.
Molte le donne che cercano di togliersi la vita o sono spinte al suicidio per lavare il disonore che avrebbero provocato alla famiglia.
Per fortuna, ci sono associazioni che si battono contro questa barbarie e chiedono che vengano cambiate le leggi che assolvono gli assassini. È il caso dell’associazione giordana Jwu, di quella siriana Syrian Women Observatory e dell’egiziana Cewla. In Marocco l’Insaf e Solidarité Féminine dispongono di centri che accolgono le ragazze madri. In Pakistan il Gender and Social Development ha il difficile compito di combattere contro i crimini d’onore nel Paese in cui sono più diffusi.

Eri Garuti - Amina News

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Lo scandaletto del "royal falegname".

(Paolo Filo della Torre- La Repubblica, Affari e Finanza) David Linley, nipote della regina Elisabetta è travolto da una bufera di gossip. Nei salotti più dorati di Belgravia non si parla altro che dello scandaletto di droga e sesso per il quale sarebbe oggetto di un ricatto. Ma il suo business continua ad andare a gonfie vele. Il suo negozio di Pimlico è affollato di personaggi ricchi e famosi che spendono, spendono e spendono. Siamo in epoca di shopping natalizio e la qualità delle sue merci rappresenta una opportunità per impressionare gli ospiti di casa arredandola con mobili e soprammobili creati dal figlio della principessa Margaret. Nessuno batte ciglio dinanzi ai prezzi.
E’ notevole anche il commercio via Internet su scala mondiale: a stimolarlo sono le riviste più tradizionali per chi ama il lusso in casa come "House and Garden" che nel numero corrente ben illustra i tesori del viscontino il cui padre è l’ex fotografomondano Tony Armstrong Jones nobilitato dalla Regina con il titolo di Lord Snowdon. David è in realtà ancor oggi più interessato a "creare che ad incassare". Gli piace essere chiamato il "royal falegname", perché ha cominciato da ragazzo a tagliare la legna e a costruire tavoli in un laboratorio artigianale di periferia. La regina lo adora per questo suo impegno e questa umiltà. Come pure la sua compianta madre e suo padre che lo avrebbero perdonato per quelli che sembrano essere i suoi "vizietti". Dopo tutto erano stati proprio loro i protagonisti della swinging London del "sesso, droga e rock and roll" della Londra anni sessanta.

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Pete Doherty si inietta eroina: un video e molti dubbi.

(Panorama) Un video in cui Pete Doherty si inietta eroina. Un filmato crudo, girato con un telefonino e diffuso sul sito del tabloid britannico The Sun. La passione dell’ex compagno di Kate Moss per le droghe non è certo una novità. Ma adesso quel filmato fa discutere. Perché chiunque, cliccando su quel sito (la visione è consigliata a un pubblico adulto), può guardare tutte le fasi del rituale di Doherty: dalla preparazione della siringa fino al momento in cui si inietta l’eroina in vena. La scena è disgustosa. E il Sun pensa di cavarsela dichiarando: “Siamo consapevoli della natura disgustosa delle immagini e le pubblichiamo solo per mostrare che Doherty non si è curato ed è un terribile esempio da seguire”.

Il cantante dei Babyshambles aveva più volte annunciato di essersi lasciato alle spalle il problema, ma altrettante volte era stato colto in flagrante mentre abusava di qualche sostanza stupefacente. L’ultima tappa dei suoi tentativi di disintossicarsi era stata una terapia di sei settimane. E due settimane fa era risultato negativo al test anti droga, tanto che, partecipando all’Mtv European music awards in Germania, il rocker aveva annunciato in pompa magna di esserne finalmente uscito definitivamente.
Ora quel video torna a sparigliare le carte. E restituisce al cantante quella patina di eroe maledetto che Pete non perde occasione di interpretare: distruggendo gli strumenti sul palco durante le esibizioni o spaccando macchine fotografiche e videocamere appena fuori dai locali. Un’avversione, quella per le documentazioni video, che stranamente però non si è manifestata mentre un amcio lo riprendeva nella sua casa di Wiltshire alle prese con siringa ed eroina. Un episodio anomalo, come anche il fatto che quel video è poi miracolosamente finito nelle mani del Sun. Ma i miracoli non finiscono qui. Per miracolo, infatti, nel video sono scomparsi anche alcuni tatuaggi che Doherty si era fatto di recente sulle braccia. E (sempre miracolosamente) sono sono scomparsi anche quei chili di troppo che il cantante aveva messo su in seguito alle terapie di disintossicazione. A far notare queste sottigliezze sono alcuni fan di Doherthy, particolarmente attenti al look del loro beniamino, che hanno iniziato una discussione sul sito perezhilton.com. Il dibattito ha già totalizzato oltre duecento commenti. E la versione più accreditata è che il video incriminato sia materiale di repertorio. Insomma, un vecchio filmato riportato in luce chissà perché. Qualcuno insinua che si tratti di un colpo basso tirato da qualche nemico. Qualcun altro pensa invece a una pura e semplice mossa promozionale. E tra i tanti commenti, ce n’è uno che candidamente domanda: “Ma sono proprio necessarie queste immagini? Sappiamo tutti che questo ragazzo è davvero uno stupido. Non dovremmo smetterla di fargli tutta questa pubblicità?”

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Federline parla: Il marito di Britney si 'confiderà' a un popolare talk show.

(Mtv) C'era da aspettarselo ed è strano che non sia ancora successo fino a oggi: Kevin Federline andrà in TV a raccontare la sua storia con Britney Spears.

Ad accaparrarsi l'intervista tanto agognata dai gossippari di tutto il mondo è stata niente meno che Ophra Winfrey, la regina dei talk show americani.
Durante l'intervista, che con tutta probabilità si terrà a gennaio, Federline svuoterà il sacco sul suo matrimonio con Britney, durato due anni. Sicuramente parlerà anche dei problemi con l'alcol e la droga vissuti l'anno scorso dalla cantante e la battaglia, tuttora in corso, per la custodia dei due figli, Sean Preston e Jayden James, ora in affidamenteo a lui.

Il matrimonio fra Kevin e Britney è finito nel novembre del 2006. Da allora è iniziato il periodo difficile di Britney, ritornata ora in auge con il suo nuovo album, "Blackout".

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I 100 uomini più sexy del mondo in un minuto nel video di "People.

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Crotone: Confessano gli assassini di Saracino.

(Il Crotonese.it) Sono stati due giovani tossicodipendenti ad uccidere Antonio Saracino, ingegnere crotonese di 33 anni. Sono loro gli individui con i quali Saracino, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, si era appartato a bordo della sua Peugeot 207 nelle campagne di Dipignano, alle porte di Cosenza. Sono loro che lo hanno colpito ripetutamente con una pietra al capo e poi gli sono passati sopra con l’auto. Martedì mattina, dopo una notte di interrogatori, sono crollati e hanno confessato tutto ai carabinieri.

Uno ha 30 anni e si chiama Aurelio Natoli; l’altro, William Pastorello, appena 20. Entrambi sono soliti frequentare la zona di piazza Crispi, alla periferia di Cosenza, dove storicamente si danno appuntamento omosessuali e prostitute con i loro clienti. Proprio lì, il pomeriggio prima del delitto, i due giovani erano stati fermati dai carabinieri che li avevano trovati in possesso di mezzo grammo di eroina. Proprio lì, alcune ore più tardi, Antonio Saracino li avrebbe caricati in macchina, dopo aver trascorso la prima parte della serata con un’amica, dirigendosi poi verso Dipignano. Quanto è accaduto nelle ore successive sembra ricalcare, con impressionante somiglianza, la sequenza di un delitto eccellente avvenuto oltre trent’anni fa: quello di Pierpaolo Pasolini.
Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, all’interno della Peugeot 207 di Saracino ad un certo punto scoppia una lite, probabilmente per questioni sessuali. Natoli e Pastorello aggrediscono l’ingegnere il quale, in un ultimo disperato tentativo di salvarsi, chiama il 113 con uno dei suoi due cellulari; l’apparecchio viene poi ritrovato dai carabinieri all’interno dell’auto dove è stato lasciato dai due giovani. Ma per una sorta di beffa del destino, la zona priva di copertura impedisce all’uomo di parlare e così l’operatore del 113 prende solo una telefonata muta. Fallito il suo disperato tentativo, Saracino viene colpito almeno 16 volte alla testa con un sasso. L’uomo cade a terra, i suoi aggressori sono convinti di averlo ucciso e decidono di fuggire con l’auto della vittima. Ma sbagliano ad ingranare la marcia e finiscono per travolgere con le ruote posteriori il corpo di Saracino, che rimane incastrato sotto la vettura. A quel punto Natoli e Pastorello si allontanano a piedi. Ma prima portano via un portafogli con il banco-posta, l’orologio e uno dei due telefoni cellulari dell’ingegnere.

Alcune ore più tardi i due giovani, evidentemente bisognosi di denaro, tentano di usare la carta del banco-posta presso uno sportello di Cosenza ma non conoscono il codice pin. Dopo due tentativi la carta viene trattenuta e sarà ritrovata lunedì mattina dagli impiegati che chiamano i carabinieri. Ma intanto la telecamera di sorveglianza registra tutta la scena: in quelle immagini Natoli e Pastorello sono facilmente riconoscibili. I due in serata vengono rintracciati; ad inchiodarli ci sono anche alcuni indumenti ritrovati nella Peugeot. Dopo una notte in caserma, alle 4 del mattino, crollano e confessano il delitto.

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Sesso di coppia: La metà dei settantenni fa sesso regolarmente.

(La Repubblica) Il 49% degli over 69 che vivono in coppia (ma solo l'8% dei single) ha rapporti sessuali costanti. E' quanto emerge da uno studio, frutto della collaborazione tra SIA-Societa' Italiana di Andrologia e FIMMG-Federazione Italiana Medici di Famiglia, che sara' presentato in occasione del XXIV Congresso Nazionale della Societa' Italiana di Andrologia, in programma ad Ancona dal 7 al 10 novembre 2007. La ricerca ha analizzato la vita sessuale di 1.298 over 69enni, il cui 55% vive in coppia e il restante 45% e' single o vedovo, di ambo i sessi tramite una intervista riguardante molteplici aspetti della vita e della sessualita' dei partecipanti. Ne e' emersa anche un'importante incidenza di depressione che colpisce il 43% degli over 69.

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«Fretta» a letto per 4 milioni di italiani.
Gli andrologi: «Un problema da affrontare in coppia». Non basta «dare una pillola a lui».

(Il Corriere della Sera) Raggiungere il piacere in appena 30 secondi. Sarebbe un indesiderato primato per circa 4 milioni di italiani, dai 20 ai 50 anni, che soffrono di eiaculazione precoce secondo quanto riferito alle agenzie di stampa dagli specialisti della Sia (Società Italiana di Andrologia). «Un problema che spesso manda in crisi la coppia, e che può infuenzare anche la sessualità della donna, creando talvolta le premesse per mandare in crisi l'intimitá». Parola di Ciro Basile Fasolo, andrologo e consigliere della Sia, che ha anticipato oggi a Milano i risultati di uno studio italiano alla vigilia del XXIV Congresso nazionale Sia in programma da domani ad Ancona. La ricerca, condotta attraverso alcuni questionari dagli specialisti dell'Urologia andrologica del Policlinico universitario di Sassari, ha confrontato la sessualitá delle compagne di uomini con eiaculazione precoce e quella di coetanee con un partner senza problemi. «Scoprendo che ben il 56% delle donne in coppia con un uomo affetto da questo disturbo presenta disfunzioni sessuali. Un dato importante - commenta Vincenzo Gentile, presidente della Sia - che suggerisce la necessitá di non trascurare la componente femminile». Non a caso, prosegue Basile Fasolo, «in queste donne non c'è un problema di desiderio, anzi. Ma sempre più spesso il sesso va in crisi».

PROBLEMA DI COPPIA - Ma a volte predomina il pensiero che il problema riguardi solo lui. Infatti, dei circa 150 questionari proposti a compagne di uomini «frettolosi», meno di 50 sono stati completati. Mentre le donne che vivono con un compagno 'privo di questo problema non hanno avuto problemi a rispondere. «Insomma, per lei - dice Basile Fasolo - spesso il problema è solo del compagno, almeno a parole. Mentre il risultato della ricerca suggerisce la necessitá di un approccio clinico che non escluda la donna».

I TEMPI «GIUSTI» - Cosa vuol dire essere, però, essere troppo frettolosi? «Secondo alcune ricerche, in questi casi in media il piacere si raggiunge in poco più di un minuto, contro gli oltre 7 minuti ritenuti normali. Ma c'è anche chi non riesce a superare i 30 secondi», precisa l'andrologo. «E non sono poche persone». Non sempre poi, prosegue l'esperto, la soluzione può essere nascosta in una pillola, «soprattutto quando la causa non è organica. La stessa dapoxetina, medicinale atteso in Italia per il 2008, non può essere considerato l'unica possibilitá di dire basta all'eiaculazione precoce. Esiste una connessione fra mente e corpo che non va sottovalutata», aggiunge lo specialista. Ansia da prestazione, sensazione di non farcela e difficoltá nel gestire le proprie emozioni si accompagnano a un problema per lo più determinato da cause psicologiche o relazionali, ma anche da infiammazioni delle vie urogenitali o malattie neurologiche. «Bisognerebbe dire a tutti che si tratta di una patologia comune e correggibile senza difficoltá - sottolineano gli esperti - Ed è importante chiedere aiuto al più presto, quando la terapia può essere più breve».

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Dalla Romania in Italia per cambiare sesso.

Incontro sulla transessualità al Gruppo Abele.

(La Stampa) «Sono venuto in Italia perchè qui c’è la possibilità di fare la transizione di genere e cambiare sesso, in Romania no. Ho venduto casa e tutto quello che avevo e ho intrapreso una strada difficile, ora sono qua, lavoro e sono contento, pur tra mille difficoltà». Non solo persone che sfuggono alla miseria e non solo gente in cerca di un lavoro: dalla Romania arrivano in Italia molte persone discriminate per la loro sessualità. Come Adrian Visan, 38 anni, un ragazzo, che ha intrapreso il percorso per diventare uomo anche sui documenti, e che ha portato la sua testimonianza al convegno che si è svolto oggi, presso il Gruppo Abele di Torino, sulla transessualità e sulle difficoltà di inserimento lavorativo delle persone che cambiano genere.


«Anche se la Romania è entrata nell’Unione Europea - spiega Adrian, in Italia da sette anni, di cui tre trascorsi come irregolare - in quel paese chi si rende visibile e vive alla luce del sole la sua identità sessuale, è un uomo o una donna morta. Prima di venire in Italia ho subito arresti, sono stato in carcere, mi chiedevano di rendere conto sul perchè vivessi in questo modo e mi vestissi da uomo, mi accusavano di avere documenti falsificati o rubati. Non solo i transessuali, ma anche i gay spesso sono oggetto di violenze, picchiati a sangue per il solo motivo di essere omosessuali».
Nemmeno in Italia la situazione è facile, sottolinea Adrian, benchè la legge consenta il cambiamento di genere, a causa delle discriminazioni che ancora esistono e che rendono particolarmente difficile trovare un lavoro.

«Io ci tengo al mio sogno - prosegue - penso a me stesso. Bisogna prima accontentare sè stessi per riuscire ad accontentare gli altri. L’opinione della gente, gli sguardi curiosi, non mi toccano più. Prima - dice ancora - ero in imbarazzo, ora no. Ho iniziato il mio percorso, sono più tranquillo, riesco a mantenermi, a fare la terapia ormonale, e sono a metà del percorso».

Adrian lavora, grazie a una borsa di lavoro, all’interno di un progetto sperimentale. Si occupa di fare manutenzione su materiale ospedaliero, che viene rimesso a posto e inviato nei paesi poveri. «Io ho la testa quadrata. La mia strada l’ho iniziata a 6 anni, quando già c’erano persone che volevano mandarmi in manicomio. Qui in Italia è meglio che in Romania. Non mi aspettavo l’America e non l’ho trovata, ma almeno sono riuscito a fare qualcosa da solo».

Adrian spera che i fatti di Roma e le discussioni sul decreto sicurezza non rendano ancora più arduo un cammino già tormentato pe molti altri motivi: «Mi dispiace tantissimo di quanto è successo, mi spiace anche di non avere la forza di dire tutto quello che potrei dire, ho troppe cose da fare e a cui pensare, ma credo che chi compie gesti di questo tipo vada punito».

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Rossetto. Femminismo? sì, ma è sempre il sesso debole.

(Monzalacittà.it) Le lotte civili, le quote rosa, le libertà sessuali... Ma, alla fine, noi donne siamo sempre vulnerabili, alla mercè degli istinti e degli uomini

La mia generazione è nata sulla scia della grande lotta del movimento femminista, ed adesso abbiamo la fortuna di raccogliere i primi grandi frutti.

Davanti ad un buon bicchiere di vino, giorni fa si rifletteva con un gruppo di amiche sulla “fregatura” del vivere moderno e sul fatto di essere donna nel vivere moderno: sta di fatto che tutto ci portava alla lotta femminista e alla domanda “ma sono veramente positivi questi risultati?”

Possiamo realmente sentirci soddisfatte di quello che noi donne stiamo vivendo oggi?

Non entrando in discorsi troppo filosofici e politici, secondo me il grande movimento femminista ha creato qualche danno.

Finalmente abbiamo gli stessi diritti sul campo del lavoro, anche se è noto a tutti che lo stipendio di una donna è spesso inferiore a quello di un uomo; che i pregiudizi sessuali ci sono sempre e che ad un ipotetico colloquio di lavoro è meglio mentire sulla presenza di una famiglia o della volontà di avere in futuro un figlio. Possiamo contare sulle quote rosa, ma “fortuna” vuole che ai grandi livelli del potere ci arrivano persone come Prodi o come Berlusconi (senza voler fare torto a nessuno). Possiamo votare, possiamo aspirare a tutto quello che desideriamo, possiamo essere single ed avere una vita sessuale molto attiva, possiamo fare le stronze senza passare per troie, possiamo tornare la sera tardi a casa e poterci giustificare davanti al nostro uomo con gli impegni di lavoro: ma alla fine tutto questo ci fa vivere meglio?

Posso essere il manager più efficiente del mondo, ma tornando a casa avrò sempre i piatti da lavare, le camicie da stirare e una casa da accudire. Posso avere la fortuna di avere un uomo casalingo, ma se poi mio figlio non conosce nemmeno cosa vuol dire saper parlare o trattare una donna perché sua madre non ha avuto mai il tempo di dimostrarglielo, non potrò stupirmi se me lo ritrovo a quarant’anni ancora in casa.

Ovviamente sto generalizzando all’ennesima potenza, ma realmente quante di noi si sono sentite dire: “hai voluto la parità, adesso la portiera della macchina apritela da sola”, quante di noi avrebbero voluto un po’ di sano e romantico corteggiamento da parte di un uomo, ed invece si sono trovate fregate dalla lotta e ci siamo sentite trattate alla maniera “usa e getta” giustificate dalla parità dei sessi e del diritto del libero sesso?

Perché siamo arrivate a voler dimostrare di essere uguali a loro, di avere le loro stesse caratteristiche, quando naturalmente siamo totalmente differenti?

È dimostrato che siamo capaci di fare più cose contemporaneamente diversamente dall’uomo, e già questo è un nostro merito; abbiamo la capacità di avere sempre un quadro generale delle cose e di quello che ci circonda, abbiamo una sensibilità elevata ed una emotività che il genere maschile non possiede; il nostro livello di sopportazione e di gestione del dolore è maggiore rispetto al loro (tanto per citarne alcune). Mi sembra che perdere tutte queste cose per una omologazione di atteggiamenti è veramente un grande sbaglio. Sinceramente quanto è importante sapere che ci sono più scienziati maschi che donna nella storia; più eroi uomini che donna, più personaggi maschili che femminili, quando è risaputo che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna? Ed anche questo ci nobilita, perché non si è mai sentito dire che dietro ad una grande donna c’è un grande uomo.

Inorridiamo quando ci chiamano sesso debole, eppure lo siamo e non possiamo scappare da questa ovvietà: se sono una donna totalmente indipendente, ma quando esco di casa rimango sempre l’elemento maggiormente vulnerabile nel mondo. Basta che abbia la sfortuna di incontrare un uomo senza coscienza, che dà libero sfogo agli istinti naturali dell’essere umano, e tutta la mia lotta di parità svanisce e con lei la mia dignità e il mio essere donna, e non c’è nessuna quota rosa, nessuna parità sociale e lavorativa che me la potrà ridare.

Madda

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Milano, l'Arcimboldi e una stagione senza anima e senso

(Dietro le quinte) Ieri, alle 11, è stata presentata la nuova stagione del Teatro Arcimboldi di Milano .

Attori solitari, voci e presenze poste di fronte all'immensa platea del Teatro degli Arcimboldi: è sicuramente una sfida, improba quanto voluta.
Un modo di utilizzare l'impianto della sala in un modo radicale, facendo leva sulle personalità straripanti di interpreti a loro volta pronti a scendere nell'"arena" per misurarsi con testi di forte valenza simbolica.

Peter Stein reinterpreta un testo monumentale come il Faust, Hanna Schygulla rievoca il suo rapporto con Fassbinder e alcuni dolorosi momenti della sua vita personale - "C'è stato un periodo della mia vita in cui, appena sveglia, scrivevo tutto quello che avevo sognato ed un altro periodo in cui ho preso tutti quegli appunti, i miei protocolli di sogni, per farli tornare alla vita... io, sola, con me stessa... davanti ad una videocamera..."-, Karl Maria Brandauer, insieme al giovane ma già celebre violinista Daniel Hope, affronta il tema della guerra fra L'Histoire du Soldat di Stravinskij e l'Egmont di Beethoven: momenti di un percorso sfaccettato dove l'azione teatrale si coniuga con una serie di tematiche vitali che, lontane dalla scena, appartengono alla nostra quotidianità.

Altresì, il cartellone compie un giro d'orizzonte dai linguaggi post-vittoriani di Andrew Lloyd Webber sino alle nuove interpretazioni della struttura operistica, che nascono in contesti che scelgono appositamente un'espressività extra-accademica. Un viaggio che tocca il musical come opera (Porgy and Bess, Cats), il teatro come forma sofisticatamente e immaginariamente popolare (Nebbia del Cirque Éloize), il teatro musicale nelle nuove sensibilità contemporanee extra-europee, come nell'estremo il lavoro di Gene Pritsker, giovane compositore americano con un già vasto bagaglio di esperienze accademiche alle spalle che, con Money, crea una pagina multimediale di estrema efficacia e grande espressività, la prima opera hip hop a calcare le scene.

Ecco i titoli in cartellone:

24 novembre 2007: FAUST FANTASIA, Peter Stein e Arturo Annecchino (prima milanese)

5 dicembre 2007: WAR AND PIECES, di Klaus Maria Brandauer, con Daniel Hope (prima italiana)

28 gennaio 2008: PROTOCOLE DE RÊVES, di Hanna Schygulla (prima milanese)

5-6 febbraio 2008: NEBBIA, Cirque Éloize

19-24 febbraio 2008: PORGY & BESS, di George Gershwin e DuBose Heyward

15-27 aprile 2008: IL CONTE DI MONTECRISTO, regia di Gino Landi -New Backstage Productions

8 maggio 2008: MONEY, OPERA HIP HOP, di Gene Pritsker (prima italiana)

3-8 giugno 2008: CATS, di Andrew Lloyd Webberda Thomas Stearns
Elliot

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Dibattito a Lecce: Omosessualità e Fede con Don Barbero.

Il rapporto tra omosessualità e fede è al centro di un dibattito organizzato dall’ArciLesbica Salento “Le Pizzicanti”.

Un argomento certamente non avulso da posizioni contrastanti sia nel mondo stesso della Chiesa Cattolica che nella società civile. Un confronto aperto per discutere serenamente e senza pregiudizi di un argomento che tocca due sfere spesso ritenute in contrasto tra loro: sessualità e spiritualità. Ospite della serata sarà Don Franco Barbero che nel gennaio del 2002, tramite decreto firmato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, fu scomunicato dal sacerdozio anche perché benediva le nozze gay.
“La presenza di Barbero – dichiarano dal Circolo ArciLesbica Salento – vuole essere un segnale forte in un periodo in cui la Chiesa ufficiale non perde occasione per sferrare attacchi omofobi, colpevolizzando lesbiche e gay, e per fare pressioni sul mondo politico contro l’approvazione di una legge sui diritti degli omosessuali”.

Il dibattito è aperto a chiunque voglia conoscere un punto di vista “diverso” rispetto ad un tema che, nei pochi casi in cui viene trattato dai mass-media, risulta spesso demagogico e non rispecchiante la realtà dei fatti.
Mercoledì 7 novembre, alle ore 20.30, presso le "Officine Culturali Ergot" in via Palmieri Piazzetta Falconieri a Lecce.
L’ingresso è libero e gratuito.

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Le lesbiche nelle reti di potere.

(Sabina Minardi - Controcopertina) Una volta provato com’è con le donne, gli uomini diventano una barba tremenda”. Come in un’epidemia di stagione, giovani donne, sbuffanti di noia, diffondono il verbo di Rita Mae Brown: ‘La giungla di fruttirubini’ (ES). E tutte insieme, nello stesso posto e nella stessa ora, decidono di cambiare aria. Succede tra le colline di Hollywood, nelle stanze dei bottoni. È qui che si concentra la ‘Rubyfruit Mafia’, la mafia di fruttirubini, come l’ha battezzata la rivista americana ‘W’: produttrici, sceneggiatrici, responsabili di marketing ed esperte di strategie. Una autentica corporazione di donne di potere. Tutte esplicitamente lesbiche.

“I tempi cambiano. E ci sono momenti in cui i cambiamenti si manifestano tutti insieme”, dice Ilene Chaiken, cinquantenne madre lesbica di due bambini, e ideatrice del serial ‘The L World’, vero fenomeno di culto da tre anni a questa parte: “Le lesbiche stanno vivendo uno di questi momenti”.

Hanno sopportato bisbiglii alle spalle, porte chiuse in faccia, il tradizionale maschilismo e la perfidia da manuale dei potenti (Robert Sutton ha appena inserito Michael Eisner, capo storico della Walt Disney, tra i più fulgidi esempi del suo ‘Metodo Antistronzi’). Ora, tana libera tutti: si spalancano gli armadi del potere. E una pubblica confessione dà un colpo di spugna sui segreti.

[…]

Le lesbiche di Hollywood stanno insegnando una complicità dimenticata. E in un mondo professionale con pochi ruoli leader al femminile, la tentazione è di tifare per loro. Le prime vere donne capaci di fare rete. Di fatto, la gang saffica è corposa e ben frequentata. È lesbica, per esempio, Carolyn Strauss, capo della programmazione del canale satellitare HBO: artefice di successi come i serial televisivi ‘The Sopranos’, ‘Six Feet Under’ e ‘Big Love’. Altra lesbogirl è l’executive della società di produzione Fox 2000, Carla Hacken. E anche la cofondatrice della Killer Films Christine Vachon, ora hit-maker di successi indipendenti. E Cynthia Wornham del Sundance Institute, principale sponsor dell’omonimo Film Festival: anzi, proprio la sua partner, Annie Philbin, direttore dell’Hammer Museum di Los Angeles, ha dichiaratamente ispirato il personaggio di Jennifer Beals in ‘The L World’. Se non bastasse, ha i suoi stessi gusti Kelly Bush, fondatrice di una delle più importanti società di relazioni pubbliche di Hollywood, portavoce di molte celebrities, madre di due figli e stessa compagna ormai da una dozzina d’anni.

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Intervista a Eros Ramazzotti e viceversa.

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(Grazia) Maglia nera, jeans e bandana in testa ben calata sugli occhi, Eros Ramazzotti mi riceve in una stanza del suo quartier generale alla periferia sud di Milano. Mi stringe la mano, mi bacia sulla guancia e poi chiede: «Sei stanca? Hai l’aria stanca. Hai appena finito di allattare?». Prego? Sono un po’ stanca, sì, ma non ho mai allattato in vita mia e non sono neanche incinta, se quello era un modo gentile per farmi notare che sono soprappeso o che il mio seno è eccessivamente generoso. «Non ti sarai mica offesa», dice lui una volta chiarito l’equivoco. «La bellezza di una donna che ha appena partorito è eccezionale. E come mai non hai figli? Non hai ancora incontrato il principe azzurro?». Diciamo che ho avuto delle disavventure lungo la strada con il principe azzurro. «Con lo stesso principe o con più principi?». Insiste. «Un solo divorzio», dico, «se è questo che intendi». «Benvenuta nel club». E mi stringe di nuovo la mano.

Ma non dovrei essere io a fare le domande?

Ho letto che girando il video di “Nessuno è solo”. Tu e Ricky Martin siete diventati amici. Che cosa vi accomuna, oltre alla musica?
«Hai letto male. L’amicizia per me è conoscersi bene, è una cosa seria, profonda che può capitare nei confronti di un uomo o di una donna. Certo, con una donna è più difficile perché va bene essere amici, ma alla fine bisogna farlo, no?».
Sì, certo. Però continuiamo a parlare di Ricky Martin che è meglio.
«Prima di registrare questo brano insieme ci siamo incontrati centinaia di volte in occasioni di lavoro. Lui è una star mondiale e ha una mentalità diversa dalla mia. Io sono normalissimo. Tra poco esco di qui, prendo la moto e vado a bere il caffè sotto casa. Per quelli come lui, invece, non c’è sosta, sono sempre artisti, confondono il lavoro con la persona. Io no. Se non fossi famoso non cercherei di diventarlo, non mi interessa. Mi interessa la musica. Sai chi è mio amico? Nicola, che mi massaggia da 25 anni. Lui mi racconta i suoi problemi e io i miei. Questa è amicizia».
Un inedito è “Il tempo tra di noi”, dove parli dell’impossibilità di dimenticare un amore. Lo sai che adesso tutti scriveranno che ami ancora la tua ex moglie e alla prima fotografia insieme tutti titoleranno che tu e Michelle state tornando insieme?
«La canzone non l’ho scritta io, ma uno dei miei autori che in quel periodo aveva problemi con la moglie. Quella che si racconta è la sua storia, non la mia. Poi, certo, la gente può pensare che sia la mia storia. In fondo è la storia di tutti. È anche la tua, no? Un grande amore non si dimentica».
Veramente io non ci penso, guardo avanti, non indietro.
«Ah, ma allora non sei romantica. E comunque non è questione di guardare indietro. Quando c’è stato un sentimento forte tra due persone qualcosa rimane, no?».
Sì, certo, ma non sempre è così facile. L’ultimo mio grande amore se mi incontra per strada cambia marciapiede. Non mi dire che tu e Michelle siete rimasti amici. Come si fa?
«Io e Michelle abbiamo una figlia da crescere, dobbiamo parlare tutti i giorni del suo futuro. Dobbiamo e basta. Adesso abbiamo anche un buon rapporto, ed è giusto che sia così. La canzone vuol dire proprio questo: se hai vissuto qualcosa di bello con una persona non la cancelli mai completamente. A parte te, ovviamente. Se tu hai avuto solo uomini che ti hanno usata è chiaro che sei incazzata».
Ma io non sono incazzata. E comunque qui si parla di te. Ti sei innamorato di nuovo dopo Michelle?
«No. Per me l’amore è talmente particolare e forte che quando mi succede cambio completamente, divento deficiente. Dopo tutto quello che è successo ho paura a ricascarci. Non pensi così?»
Ricascarci può essere bellissimo. È come quando hai un incidente in moto: devi rimetterti subito a guidare, se non vuoi che ti rimanga la paura.
«Va bene, allora mi innamorerò di nuovo. Però la grande passione per una donna mi deve scattare, se no come faccio? Il problema è che negli ultimi 15 anni le donne sono cambiate tantissimo. Sono molto “da vedere”, ma il più delle volte quello che vedi non corrisponde poi alla realtà».
Scusa, ma cosa intendi? Che fisicamente le donne non sono ciò che sembrano? Ti è capitato di tornare a casa con una donna e il mattino dopo scoprire che non era bella come ti era sembrata la sera prima?
«È successo proprio subito dopo averla spogliata. Adesso con la moda, i vestiti, i trucchi è un disastro. E dopo l’aspetto fisico c’è la testa, che è fondamentale. Senza quella, per me una donna perde l’80 per cento della propria bellezza».
In qualche modo capita anche alle donne che incontrano te. Pensano al Ramazzotti rockstar e invece…
«Quando una donna mi incontra pensa già di sapere il 50 per cento di me. In questo modo il rapporto è già sbilanciato. Poi, certo, se è una donna intelligente si comporta in un modo, se è stupidina in un altro. Vorrei conoscere una donna che non sa nulla di me».
Quale è la sciocchezza più grossa che hanno detto o scritto su di te?
«Ne hanno dette tante. Che sono gay, bisessuale, che mi drogo, che me le scopo tutte. Siccome sono un artista, allora tutto è possibile. In realtà io sono umano, normale. Potrei essere fotografato tutti i giorni con una donna diversa, eppure non mi interessa. Se ho una storia, me la vivo in tranquillità, non mi interessa esibire, far vedere che sto con una bella donna. Stasera, ad esempio, vado a cena con una mia amica, venerdì anche, la settimana dopo con un’altra…».
Ma amiche amiche, o amiche…
«Amiche o amiche che ci stanno e basta? Un po’ tutte e due. E comunque il mio sogno è di farlo con due donne. Tu l’hai mai fatto con due uomini?».

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Milano: Nasce l'Associazione Rom per la legalità.

(02 blog) A Milano si getta acqua sul fuoco dopo le polemiche di questi giorni e le innumerevoli sarabande televisive sul problema dell’immigrazione Rom. Per dare degli zingari un’immagine diversa rispetto a quella che viene divulgata in questi giorni è nata l’Associazione Rom per la legalità e contro il razzismo. L’hanno fondata Mario Furlan, fondatore dei City Angels, e Lucica Tudor, la regina dei rom rumeni, considerata la massima autorità morale della sua etnia in Europa.

Dopo la proposta dei City Angels di punire direttamente gli sfruttatori per poi avviare programmi di tutela e assistenza dei piccoli rom un’altra iniziativa che si muove in direzione dell’integrazione. La neo associazione vuole infatti dimostrare che l’immagine comune del nomade ladro, accattone e fannullone è sbagliata. Inoltre vuole favorire una politica di integrazione con i rom onesti, che consenta loro di lasciare i campo nomadi e di avere una casa regolare. Furlan, che in materia di emarginazione se ne intende, ci tiene a far sapere che l’ostilità genera emarginazione. E l’emarginazione produce nuova illegalità. Come dargli torto.

Il tema è scottante e l’iniziativa mira a scuotere le coscienze. Siete d’accordo con la costituzione di questa associazione, cosa ne pensate?

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Ghettizzazione e assicurazioni: Un broker per la comunità gay.

Intervista a Frédéric Autran, presidente e direttore generale di Solidaris SA.

April Group lancia in Francia una società di brokeraggio dedicata agli omosessuali.
Una posizione coraggiosa che il gruppo prende con un broker, Frédéric Autran. Chiamata Solidaris SA, questa nuova società pone la questione dei limiti dell’affinità

Perché creare una controllata dedicata agli omosessuali e non accontentarsi di sviluppare una gamma di prodotti e servizi per questa clientela?
April sviluppa da qualche tempo offerte “affinitarie” ed intende costituire altre controllate dedicate ad altrettante nicchie. Questa creazione rientra pienamente nella strategia del gruppo di creare piccole strutture dirette da imprenditori. E’ questa sfida che mi ha incitato a collaborare con April. Avendo già sviluppato in precedenza, nell’ambito di Autran a Lione, un’offerta di prestiti per i sieropositivi, avrei declinato l’offerta di Bruno Rosser se si fosse trattato unicamente di sviluppare prodotti.

Gli omosessuali hanno realmente bisogni assicurativi specifici o è solo un’operazione di marketing?
Solidaris SA si sviluppa su un mercato delicato. Ho infatti incontrato reali difficoltà per trovare i partner necessari allo sviluppo delle nostro offerte assicurative. Molte compagnie di assicurazione sono fredde a riguardo. Di fatto questa popolazione è spesso mal assicurata. Nell’auto, la nozione di coppia omosessuale non è riconosciuta per il secondo conducente se non è pacsé (convivente dichiarato). Nell’infortuni individuale, un uomo che va a richiedere un capitale morte a seguito del decesso del suo compagno è spesso ignorato. Salvo provare che è convivente di fatto. Nelle polizze salute come nelle assicurazione dei prestiti gli omosessuali sottoscrivono il più delle volte ognuno per proprio conto un contratto, per timore di precisare il loro orientamento sessuale.

Invece perché dovrebbero “osare” in Solidaris SA?
La comunità gay è spesso vittima di discriminazione. Inoltre, mi conosce da quando mi sono inserito nel sindacato nazionale delle imprese gay per divenire il loro assicuratore referente. Ho anche lavorato molto sull’assicurabilità dei sieropositivi nel quadro della convenzione “Belorgey”. Per sviluppare questo mercato, bisogna conoscere l’ambiente, essere accettato e non dare a vedere che si vuol fare solo affari.

Qual è il potenziale di questa popolazione e come conta di conquistarlo senza ghettizzarlo?
Si stima la popolazione gay in 2,7 mln di persone. Proponiamo loro un’assicurazione prestito meno cara di quella delle banche (anche ai sieropositivi), al fine di facilitare l’accesso alla proprietà. Sviluppiamo anche un’offerta salute e una tutela giuridica. Verrà offerta anche l’assicurazione auto. Nei nostri contratti, al momento della sottoscrizione, sarà sistematicamente indicato il nome del “congiunto” affinché possa avere gli stessi vantaggi di chi è sposato.

Ciò non toglie che affrontate l’argomento dell’orientamento sessuale, che appartiene strettamente alla vita privata

Perché questa domanda non dovrebbe essere legittima? Cosa giustifica il fatto che i funzionari o le donne possano beneficiare di strutture assicurative dedicate, mentre gli omosessuali no? Hanno consumi differenti e problemi assicurativi specifici di cui teniamo conto. Non li guardiamo con curiosità, ma teniamo conto della loro diversità. Il nostro slogan è quindi “l’assicurazione della vostra diversità”. Vogliamo divenire specialisti delle assicurazioni per la comunità omosessuale in Europa e puntiamo ad un volume di commissioni dell’ordine di 1 mln di euro alla fine del 2009.

Fonte: L’Argus de l’assurance del 12 ottobre 2007.

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Erotismo sale della vita: Il sesso pensiero secondo Sting

(Gossip news) Sting ritiene che essere in contatto con la propria sessualità sia fondamentale e renda migliore il proprio Io.

"L'erotismo è estremamente importante, come l'arte o la politica - ha confessato il cantante, divenuto famoso anche per le maratone di sesso tantrico con la moglie Trudie Styler - Se si prova a sopprimerlo, si potrebbe pagare un prezzo altissimo. E' impossibile riuscirci, perché l'inconscio vince sempre".

Sting a settembre è stato sorpreso ad Amburgo, mentre si 'divertiva' in un bordello della città. In merito allo scandalo causato dall'episodio, ha commentato: "Con Trudie ho un rapporto aperto. Ho il suo permesso: posso guardare altre donne, senza però andare oltre". Le parole sono state confermate anche da un membro del suo staff: "Sting ama flirtare, Trudie l'ha accettato. Quando lui è lontano da casa si permette qualche uscita fuori dalle righe".

Occhio non vede, cuore non duole. Un'unione felice può raggiungere il suo equilibrio anche così. E poi, quando torna all'ovile, Sting tra le lenzuola riesce sempre a farsi perdonare...

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Italia politica e generazioni: Il trentenne è da buttare.

(Giornalettismo militante) Non ci si può scegliere la famiglia in cui si nasce, il luogo ed i parenti. Non ci si può scegliere, ahimè, nemmeno il tempo e, soprattutto, la generazione. Per un mero dato anagrafico ti ritrovi quindi spesso a fianco una serie di personaggi che non ami, non stimi, talvolta giudichi francamente imbarazzanti. Pazienza se questi coetanei hanno il buon gusto di stare zitti, rendendosi conto che fra te e loro l'unico legame è la coincidenza fortuita. Ma quando alcuni di questi decidono di divenire la bandiera di una generazione, e presentarsi come portavoci di una intera categoria anagrafica (i trentenni, i quarantenni, i cinquantenni), come individuo singolo trentenne mi sento infastidita. Non so, forse è un portato dell'età anche questo: a trent'anni si comincia a diventare acidi. C'è tutto un gran parlare perché in Italia la generazione under quaranta è quella che trova maggiori difficoltà ad inserirsi nel luogo di lavoro, a trovare un posto stabile, a metter su famiglia e avere soddisfazioni nella carriera.

TRENTENNI ALLA RISCOSSA - Tutto giusto, condivido. Ma chi poi sui media si elegge a punto di riferimento di questa accolita di discriminati, e sostiene che lo siano perché sono esclusi dal potere ad onta delle loro maggiori competenze e meriti, non mi pare che dia poi prova di averceli, questi grandi meriti per cui meritare. Partiamo dal buon Ivan Scalfarotto, candidatosi per primo alla guida del Centro Sinistra da outsider, in quanto giovane e in quanto deciso a cambiare le regole della politica. Attualmente, dopo – se non erro – essersi trasferito a Mosca, è ospite di un siparietto da Maurizio Crozza. In cui fa il giovane, e sta fuori dallo studio, in quanto escluso. Non si capisce da cosa, escluso: non dallo show, e nemmeno, a giudicare dalla sua carriera, dal mondo del lavoro. Dalla stanza dei bottoni? Là ci si dovrebbe entrare non in base all'anzianità, o alla gioventù: dimostri di averne la stoffa, semmai lo si vota. Vera icona dei trenta-quarantenni dovrebbe essere il buon Mario Adinolfi, che del dato anagrafico ha fatto una professione. Il dato anagrafico è però quanto mai scivoloso, perché, di sua natura, transitorio. Quindi dopo essersi candidato alla Segreteria PD raccogliendo una percentuale irrisoria, ha cercato di accreditare una manciata di voti come un grande successo. È riuscito a dimostrare solo che di matematica capisce poco – cosa preoccupante per chi potrebbe un domani doversi occupare di Finanziarie ed Economia ad alto livello - forse perché la matematica è scienza esatta, che non può essere intortata giocando sull'età. In compenso, fra campagna elettorale, film fatti con il telefonino, comparsate e interviste, è riuscito ad ottenere un programma su Mtv. Dimostra di essere avanti, l'Adinolfi: tutti stanno lì a preoccuparsi di quelli che usano la televisione per arrivare alla politica, lui ha già capito che il vento è cambiato: ha usato la politica per arrivare alla tv. Onore al merito: prima di lui ci era riuscita solo la Pivetti. Aspettiamo Adinolfi alla conduzione della prossima serie del Brutto Anatroccolo.

PREFERISCO - Altro bell'esemplare è Daniele Capezzone. Giovane pupillo di Pannella, poi fondatore di un movimento decisionista fin dal logo, alla fine pare abbia deciso una cosa sola: passare ad Arcore armi e bagagli, peraltro senza nemmeno avvertire i colleghi di cordata. Il bel Daniele, con il suo angelico volto da Ciccio Bello, un siparietto in tv ce l'aveva già, da Chiambretti. Potrebbe passare al cinema: dopo Sordi la commedia all'italiana manca di maschere come la sua. Ma i recenti e per ora non confermati accordi con Berlusconi fanno temere il peggio: niente grande schermo, al massimo una comparsata dalla De Filippi.
Ecco, se questi sono i simboli della mia generazione, Signori, lancio un appello: vecchietti, adottatemi. Pur se donna e vanitosa come poche, sono disposta, anzi determinata, a dichiarare anche molti decenni in più. Preferisco essere una vecchia ciabatta, coetanea però di un Enzo Biagi, di una Rita Levi Montalcini, di una Margherita Hack. Gente che ha le sue idee, condivisibili o meno, ma non ha mai accettato di piegare la schiena, nemmeno oggi che le vertebre sono incrinate dall'artrite. Gente che si è trovata ad affrontare un'Italia ben più disastrata di quella nostra – c'era stata la guerra, ricordate? – e problemi un po' più seri di una dichiarazione di Schifani, e non ha ceduto al lagno, ma si è rimboccata le maniche, seriamente, mantenendo sempre il rispetto per le istituzioni e anche una forma di coerenza e dignità personale. Non consideratemi una trentenne, per favore. Preferisco far parte della categoria di questi vecchi intronati. (nella foto gli escluso-sfigati Scalfarotto e Grillini, presidente emerito dell'Arcigay, alla trasmissione di Crozza su La7)

- ciao, Enzo.

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Biagi e le lacrime di coccodrillo de "Il Giornale".

La redazione de “Il Giornale” , diretto da Mario Giordano dopo la morte del giornalista emiliano si è precipitata a puntualizzare che Silvio Berlusconi apprezzava Enzo Biagi:

Prima ci fu “l’editto bulgaro,” poi Biagi venne allontanato dalla Rai, ma quest’anno sono arrivate parole di apprezzamento: Silvio Berlusconi dopo averlo messo nella lista di quanti facevano un “uso criminoso” della televisione pubblica ha avuto da politico e da uomo di televisione, parole di apprezzamento per Enzo Biagi dopo aver visto alla prima puntata di Rotocalco Televisivo. “Ho assistito alla prima delle due puntate e l’ho trovata veramente avvincente. Complimenti al dottor Biagi per questa nuova trasmissione!”, disse il 24 aprile Silvio Berlusconi.
L’ex premier ricordò nella stessa occasione di “non aver mai detto che non dovesse entrare in Rai, ma che non doveva partecipare a trasmissioni faziose”. Non non ho mai detto - precisò- che Biagi e gli altri non dovessero continuare in Rai. Ho detto che non avrebbero dovuto utilizzare il servizio pubblico per trasmissioni di parte. Magari calcando la mano dicendo che non bisogna fare un uso criminoso delle tv…”. Comunque, proseguì, “se il servizio pubblico, la televisione in generale, vengono usati in questo modo, lunga vita e lunga permanenza al dottor Biagi sulle reti pubbliche”. “Se vengono invece usate nel vecchio modo come parte della lotta politica”, concluse, “allora credo che questo non possa essere accettato, perché il servizio pubblico viene pagato da tutti noi”.

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Julia Roberts intervistata da Vanity Fair.

(The Gossipers) La bella Julia Roberts, che dal suo ultimo compleanno il 28 Ottobre è entrata nella fase degli anta, ha rilasciato una bella intervista a Vanity Fair.

Come sempre eccovi le parti più interessanti.

Sull’ossessione verso le giovani star di oggi: “Penso che sia grottesco, è come un circo. Non so come si fa ad avere voglia ad entrare nello show business oggi come oggi, è troppo veloce, non ne varrebbe la pena. Vieni descritto da persone al di fuori di te prima ancora che tu stesso sappia chi sei e chi vuoi diventare.”

Sulle foto dei figli dei vip nelle riviste: “Penso che i giornali non dovrebbero pubblicare le foto dei figli delle celebrità. Ho un problema a riguardo. Se porto in giro Harry tutto fasciato significa che lo sto nascondendo. Mi incavolo, perché non è umano seguire una donna che porta in giro il suo bambino.”

Se i suoi figli volessero fare gli attori: “Chiamarei la mamma di Natalie Portman. Lei è così una brava attrice, ma sembra così sensibile. Le ho chiesto di questa cosa mentre giravamo ‘Closer’ e lei mi ha detto che lavora solo con persone di cui i suoi genitori si fidano e solo quando non ne dovevano risentire i suoi studi. Non lo fa nessuno ma loro l’hanno fatto, quindi è possibile. Comunque spero di non dover affrontare la cosa, perché i bambini dovrebbero essere bambini e l’infanzia dovrebbe essere piena di.. sai quell’odore, quando i bambini entrano in caso e sanno di sporco, sudore e luce del sole? E’ quello che spero per i miei bambini.”

Julia è stata la prima donna a guadagnare più di 20 milioni per un film (Erin Brockovich): “Scommetto che è stato tanto appagante quanto lo è per un uomo. Bè ok, non dovrei sminuire la cosa, dovrei essere orgogliosa di essere stata la prima, anche se in qualcosa che può sembrare un po’ stupido come essere strapagata per un bel lavoro. Ma non ci penso molto in realtà. Elaine Goldsmith-Thomas era la mia agente allora, e ha preso una posizioneand she took a real position, una donna che rappresenta una donna e si fa valere.”

Su come le celebrità sono persone come le altre: “Siamo tutti uguali. Perché non riusciamo a capirlo? Siamo tutti uguali. Alcuni hanno lavori più fighi, altri meno, alcuni hanno gambe più lunghe, altri sono persone più carine, ma siamo tutti uguali. Orbitiamo tutti attorno allo stesso sole.”

Sul tornare in forma dopo la gravidanza: “Ho fatto molto esercizio, ma vi assicuro, è al 97% una cosa genetica. Non lasciate che qualcuno vi racconti cavolate a riguardo: al 97% lo decide il vostro patrimonio genetico, il restante 3% è muovere il vostro culo. Anche perché non ho mai incontrato un dolcetto che non mi piaceva.”

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A Roma Ristorante e Drag Queen Show.

(Queerblog) Se ultimamente, com’è giusto che sia, ci siamo occupati dei nuovi spazi guadagnati dagli spettacoli di drag king, questo non vuol dire che ci dimentichiamo delle nostre regine di sempre, ovvero le più numerose e scintillanti drag queen.

Di serate in drag ormai ne sono piene le nostre città e Roma in questo è regina come le nostre drag. Una formula ormai consolidata e che ha fatto scuola è quella del drag restaurant, dove appunto si cena e tra una portata e l’altra si viene intrattenuti dallo spettacolo di esilaranti e sgargianti regine del travestimento. Il Risto Drag Show al Mater Matuta (via Milano 47 a Roma) è uno di questi. Piatti forti della serata, oltre ai piatti di carne e pesce, sono le drag: La Karl du Pigné (nella foto per il calendario del Gruppo Pesce, i nuotatori gay), Fernanda Guess, CaraMella e Marlene.
Ma le performance del rinomato gruppo non si fermano solo qui. Basta guardare sul loro sito per rendersi conto della vivace attività.

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Confessioni di un escort: Novecento67... un percorso dentro noi stessi.

(Queerway) Marco è nato in Sardegna. Si è trasferito a Torino dopo il liceo per seguire un amore di giovinezza e per protare avanti i suoi studi. Si è laureato in lingue. Per sei anni ha lavorato come imprenditore, poi ha deciso di cambiare la sua vita e seguire le sue passioni.

Oggi, a 41 anni, il suo lavoro è completamente diverso: escort di professione per scelta.
Ci ha contattato per raccontarci la sua storia e per dare voce ad una sua personale protesta. Lo abbiamo intervistato per sapere di più di lui, la sua professione e la sua protesta.
Ciao Marco. Lasciamo a te di presentarti
Ciao... piacere. Marco, in arte Novecento67. Ho 41 anni, compiuti ad agosto. Nato in Sardegna, sono andato via a 18 anni dopo il liceo scientifico e trasferito a Torino per amore di una donzella e per gli studi universitari: lingue e letterature straniere.

Vivi da solo?
No con mia moglie.
La donzella di prima?
No. Quella si è eclissata dopo 7 anni di convivenza: non riusciva a tollerare più il fatto che non sono monogamo e credo che l'essere umano per natura non lo sia. C'è chi ha il coraggio di riconoscerlo chi no. Ognuno fa le proprie scelte
Hai figli? Tua moglie che fa?
Si, ho dei figli. O meglio, mia moglie ha dei figli del primo matrimonio. Lei è una donna eccezionale. Anche dopo gli eventi più terribili, ha sempre saputo reagire e rimettersi in gioco, aprendo un negozio per darsi una ragione in più per vivere... o sopravvivere. Un negozio di cornici, manifesti d'autore e qualche complemento d'arredo. Un piccolo negozietto, ma carino...

Da quanto tempo lavori come escort?
5 anni, ma full-time solo da 3... Prima facevo tutt'altro: l'imprenditore in un'azienda con 13 dipendenti... Sono stato amministratore per 6 anni: contatti con clienti e fornitori, banche .
Come mai hai smesso di fare quel lavoro?
Aspettavo questa domanda. Tutti trovano sconcertante questa mia scelta. Amavo il mio lavoro ma la burocrazia infieriva sempre di più e poi il mondo dell'industria è un mondo di squali. Stress accumulato a stress... Viaggiavo in pratica tutti i giorni in centro a Torino per la ditta: un inferno.
Gradatamente ho deciso di uscirne prima in parte e poi completamente.
Da 3 anni faccio solo l'escort e sono contento di questa scelta

Qual è stata la ragione per cui hai deciso di fare l'escort? E' per sfuggire dallo stress?
No assolutamente! Come ti ho detto prima non sono mai stato monogamo. Tra l'altro non l'ho mai nascosto. Scegliendo di fare questo lavoro mi sono avvicinato alla mia indole: amo conoscere persone nuove ed interessanti

Quindi è una passione. Come l'hai scoperta?
Anzitutto avrai capito che non arrivo dalla strada e che questo lavoro non è certo l'ultima spiaggia per un disperato. Non è più una questione di fare sesso a go go; non mi ha mai interessato collezionare avventure, scopate, ecc. Ho sempre ritenuto che il rapporto sessuale, nella coppia od occasionale, sia la cosa più naturale e spontanea per l'essere umano. Trovo un po' ridicolo chi sfoggia conquiste come se facesse chissà cosa. Questa mia caratteristica sin da ragazzino, quando forse questo era concesso, mi ha fatto sentire diverso dai miei coetanei. Oggi come oggi meno che mai, la scopata fine a se stessa è di mio interesse. Ho 41 anni, ci sono state anche le cose usa e getta, ma da qualche anno voglio qualcosa di più.
Strano, penserai, andare a cercare questo qualcosa di più in persone che mi contattano per sesso a pagamento. Eppure non è poi tanto strano: pagare o non pagare sostanzialmente conta poco; pagare è semplicemente farsi un regalo motivato da mille ragioni
Ti è mai capitato di fare sesso con un cliente che poi non hai fatto pagare?
No: se non deve pagare lo decido prima, mai dopo. Ricordo una sola volta: una notte intera, la perfezione di un incontro, non c'era bisogno di niente altro. Un momento davvero magico.
Non ti interessano le avventure, mordi e fuggi, e cerchi qualcosa di più.
Ma allora, secondo te, chi è un escort? Ci puoi dare la tua definizione?
Un attimo. Non sono il classico escort! Anzitutto io mi trascino dietro la mia filosofia di vita, la voglia, il desiderio di comunicare qualcosa e contemporaneamente anche ricevere.
Parto da un presupposto: uomini e donne non sanno più amare, non sanno più fare l'amore, ci si è persi, ci si usa. Amare è diventato semplicemente mettere il cazzo dentro un buco, raggiungere l'orgasmo e stop. Una cosa distorta. Ci siamo dimenticati dei nostri sensi...delle mani, della bocca, di tante cose. Io voglio trasmettere questo alle persone: aiutarle a riscoprirsi o per la prima volta accorgersi che ogni millimetro della nostra pelle ci può dare emozioni e sensazioni.
Io la chiamo arte amatoria prendendo spunto dall'antichità.

Gli escort tradizionali, invece, sono quelli da una botta e via?
Non mi sento in definitiva di appartenere a questa categoria. Troppo diversi da me.
Anzitutto la clessidra a scandire il tempo, non un minuto di più. Con me invece si sta anche un'ora in più, senza che l'onorario aumenti.
Si fanno strapagare e un po' mi urta. Danno importanza esclusivamente al denaro, fingono quasi tutti, non gliene frega niente neanche di fare quattro chiacchiere.
Macchine del sesso e basta, dissento completamente.
Solo due o tre colleghi li reputo davvero ok e qualche volta collaboriamo insieme.

Quindi vi conoscente tra colleghi?
Si. Spesso ci si telefona per delle informazioni. Alcune volte se ti chiedono un incontro a tre sei costretto a contattarli. Capendo che non era una situazione che mi poteva interessare ho spesso declinato: le cose a tre si fanno solo se c'è intesa.

Per te, quindi, che cos'è l'amore? E il sesso? in che modo lo trasmetti o lo mostri ai tuoi clienti?
Ti faccio un esempio: se dovessimo incontrarci e dovessimo andare a letto insieme ti proporrei un gioco innocente. Ti lego le mani e ti privo della possibilità di interagire; ti bendo gli occhi, non vedi e puoi solo immaginare; ti chiudo la bocca... non puoi più esprimerti; ti ho levato buona parte dei sensi, quelli fondamentali.
Ora ci sono le mie mani che attraversano il tuo corpo, le sensazioni che provi sono 10 volte superiori a quelle che avresti provato se avessi potuto utilizzare tutti i sensi. In questo modo ti sei concentrato solo sul piacere di quelle mani o della bocca che ti sfiora. Ecco che incominci a capire che c'è qualcosa di più che la scopata, che si può provare piacere anche in altri modi.
Mi piace trasmettere questa cosa: scoprire il piacere non sono all'altezza dell'uccello ma sentirlo a livello cerebrale è una bella cosa.
Quindi ti capita spesso che ti chiedano di non fare sesso ma di far scoprire solo sensazioni?
Si: mi capita. Ci sono dei ragazzi che a volte vogliono solo giocare senza arrivare alla penetrazione.
Voglio ancora aggiungere una cosa a conclusione di questa diversità nell'esercitare la professione: non l'ho mai considerata una forma di prostituzione, pur rispettando chi la esercita.
Il denaro conta relativamente. Avrei bisogno di meno soldi di quelli che guadagno per vivere. Buona parte vanno in beneficenza soprattutto a favore dei bambini.

Quindi guadagni molto?
Direi di si. Poi dipende da quanto vuoi lavorare: puoi arrivare tranquillamente a 10.000 euro mensili. Considera che io lavoro in tutta Italia e qualche volta in Francia, Svizzera, Spagna, .
I tuoi amici sanno che lavoro fai?
Tutti sanno che lavoro faccio moglie, figlia, fratelli, nipoti . solo mia madre è all'oscuro.

Cosa ne pensano?
Vita mia...
Non tollero giudizi a tale proposito. Rispetto tutto e tutti nelle loro diversità e voglio essere trattato allo stesso modo.

Tua moglie come vive il tuo non essere monogamo?
Quando abbiamo cominciato a stare insieme era già al corrente. Lo sapeva da prima, sua sorella è una mia cara amica ed ogni tanto la vedevo in qualche festa di compleanno. Sapeva già queste mie caratteristiche.

Cambio un attimo argomento. Ci racconti la giornata tipo di un escort?
Al mattino chiaramente riposo. Anche se in questo periodo mia moglie mi ha chiesto di darle una mano nel negozio (a tempo perso curo la sua contabilità). Pomeriggio: palestra, piscina, attività sportive in genere. Non lavoro mai al mattino e al pomeriggio capita raramente.
Il lavoro è concentrato al 90% dalle 20 in avanti, in ogni caso a me non piace fare sesso al mattino: sono uno che ha il risveglio lento...
Nella mia giornata, tra l'attività sportiva e il lavoro ci sono i miei hobby, cose comuni: musica, film, fotografia...
Poi devo rispondere alle e-mail, comunicare prezzi, gestire contatti continui anche solo per 4 chiacchiere.
Ho conoscenze sparse in tutta Italia. A volte non riesco a smistare la posta: mediamente ricevo 40 e-mail al giorno. Ho avuto fortuna!
Quindi prima dell'incontro c'è la conoscenza via mail? Cerchi di conoscere meglio chi devi incontrare per capire cosa cerca o solo per conoscere meglio la persona?
Sporadicamente. Di solito dirotto tutti sul telefono: voglio sentire la voce.
Mi rendo subito conto di chi ho davanti, una sorta di sesto senso che affini con l'esperienza.
Sai subito se è un mitomane. Riesco a cogliere subito come è la persona che mi chiama.
Ho messo dei paletti attorno a me ben solidi per evitare di vivermi delle situazioni poco edificanti, e questo attraverso i profili o la pubblicità che mi fanno.
E che tipo di persone ti contattano? Chi sono i tuoi clienti? Ci descrivi il tuo cliente tipo?
Non voglio persone intolleranti o arroganti: non mi da nulla relazionarmi con loro.
Pulizia: un'altra cosa da curare particolarmente.
Poi c'è una cosa che mi infastidisce: se mi chiedono le misure.
Ho creato la pagina hard nel mio sito appositamente per quelle persone che vogliono sapere sapere sapere...
Non ho mai pensato che i centimetri siano importantissimi a meno che non si parli di un minidotato.
Capitava a volte nel passato che fosse la prima domanda che mi facessero: "quanto lo hai lungo?". Mettevo giù il telefono. Anteporre il mio cazzo al mio essere non mi piace. Io sono tutto di un pezzo, cazzo compreso, e mi fa piacere essere considerato nella mia completezza.

Dicevi che ti fanno della pubblicità. Capita spesso che i clienti ti consiglino ad altri?
Si... E in genere la maggior parte restano in contatto...
Il cliente più difficile? L'uomo sposato: il suo continuo conflitto diviso tra sensi di colpa e desiderio...

Insomma, hai dei clienti abituali con i quali hai delle vere e proprie "relazioni"?
Diventano amicizie. Il denaro ha anche questa motivazione: deve esistere una barriera tra me e l'interlocutore, per far capire che di un escort non ci si deve innamorare.
Una cosa che invece non capiscono le donne: molte si innamorano...

Ma ti è mai capitato di innamorarti di un cliente?
Assolutamente no. Ci sono clienti sia uomini e donne che mi piacciono particolarmente e che vederli è proprio una festa, ma non mi sono mai innamorato di nessuno: amo mia moglie.

Hai più clienti uomini o donne?
Dipende dai periodi e dai circuiti dove ti viene fatta la pubblicità. Agli inizi lavoravo esclusivamente per coppie e donne, ma ero in contatto con un privè. Con Internet a volte è capitato di avere per mesi il 70% di clienti uomini, il 20% di donne e il 10% di coppie. Al rientro dalle vacanze di agosto, invece, c'è stato un proliferare di contatti esclusivamente femminili: tutte donne sposate, tra Firenze, Roma e Grosseto .

Si sono stufate delle vacanze con i mariti?
La donna che si rivolge ad un escort ha le stesse motivazioni (all'incirca) di un uomo: spesso è la curiosità, il desiderio di trasgredire, fare con un escort quello che non hai il coraggio di fare con marito o moglie

Quali sono le fantasie più frequenti dei tuoi clienti? Cosa ti chiedono di fare?
C'è una differenza ben precisa tra uomini e donne. Io ho un'immagine pubblica oramai ben definita: a me si rivolgono le persone che sanno di trovare quello che cercano. Ti spiego. Io ho un'indole dominante. Sia chiaro che è un gioco, niente di così sconvolgente.. non mi veniva la parola. Con gli uomini mi piace esercitare questa mia caratteristica e quindi esercitare un soft sado-maso

Quindi sei un master?
Master è già qualcosa di troppo grosso.. ma rende bene il mio carattere. Contemporaneamente però so essere molto dolce. E' un dualismo. Il nostro essere è formato da mille particelle, spesso l'una opposta all'altra. Con le donne non mi viene di istinto di procedere in tale senso: sono più dolce, ma se vedo che la controparte ama spingersi oltre il consueto, fuori dai binari, mi ci inoltro...
Però il punto di partenza come vedi è diverso: la maggior parte degli uomini che si rivolge a me è perché gradisce essere sottomesso fisicamente e psicologicamente. E' una cosa che solo 10 anni fa non avrei mai detto che mi sarebbe piaciuta, ma se fatta con arte, con equilibrio, è un bel gioco...

Ci racconti la cosa più bella che ti è capitata sul lavoro in questi cinque anni?
Sono moltissime. Sinceramente ci sono delle situazioni molto gratificanti. Una mi ha quasi commosso. Un ragazzo di Torino mi aveva contattato e ci siamo sentiti un po' di volte al telefono. Il giorno del suo compleanno voleva regalarsi un incontro con me, perché voleva conoscermi e parlare del mio modo di vedere le cose. Mi disse subito che non era animato da desideri sessuali. E' diventato un mio amico: ogni tanto ci si vede e si va a cena fuori.

E la cosa più brutta che ti è capitata? La più strana o imbarazzante?
Cose brutte pochissime e solo agli inizi. Mancanza di pulizia: questa è una cosa sgradevole. Poi un'altro episodio...
Chiaramente non ho la pretesa di piacere a tutti: sarebbe stupido solo pensarlo. Tre anni fa un imprenditore mi contattò: aveva visto foto e tutto, però al momento che mi vide è successo qualcosa di assurdo. Pensava fossi più alto, il look non era adatto a lui . Girò le spalle e se ne stava andando via...
Guai fare una cosa del genere. Piuttosto mi dici: "Scusami.. ma...". A volte lo faccio anche io con i clienti: ho pure io il diritto di scelta. Ma girare i tacchi senza dire nulla è una cosa mi fece imbestialire. Questo è il mio lavoro, vivo di questo ed esigo, pretendo rispetto.
Non ti piaccio? Ok, nessun problema.
Fai lo stronzo? Non lo tollero: mi risarcisci perché ho perso tempo per venire da te e ho declinato altri impegni oppure ti denuncio sotto la forma di molestie telefoniche.
Queste cose spiacevoli sono avvenute due volte in 5 anni. In questo senso sono stato fortunato...

A proposito di rispetto ... ci hai contattato perché ti è capitata una disavventura. Ce la racconti?
Si tratta del sito di incontri Me2.it. Sono iscritto a quella chat da un anno circa e pago un abbonamento mensile. Non nego che il motivo principale per il quale mi ero iscritto era quello di fare pubblicità al mio sito, non disdegnando tuttavia, quando il tempo me lo permetteva, di cazzeggiare un po' nella chat, cosa che tra l'altro gli altri escort non fanno mai.
Il mio profilo era ok, le foto ok, tutto ok, tranne il numero di cellulare in calce al profilo. Un moderatore mi comunicò che dovevo levarlo e io l'ho tolto subito. Il moderatore in questione, tra l'altro, è un mio sostenitore in questa disavventura.
Per il resto, le fotografie con in sovrimpressione il mio indirizzo e-mail o il link del sito, il link stesso del sito alla fine del mio profilo erano ok. Avevo pure l'autorizzazione ad intervenire in chat lanciando un semplice messaggio del tipo "visita il mio sito web www...". Tutto concordato con i moderatori.
Ultimamente riuscivo a connettermi un giorno su tre ed in risposta mi appariva un messaggio dicendomi che c'erano difficoltà di carattere tecnico, un'altra volta mi diceva che il mio IP era stato bannato . Dopo un mese mi decisi di scrivere allo staff chiedendo spiegazioni e soprattutto perché non mi avevano mai risposto le volte precedenti. Feci una domanda buttandola sullo scherzoso: "Non è che la mia presenza non è gradita?". Con tutta tranquillità li dirottai verso il mio profilo dove comunque a mio parere era tutto quanto a posto e concordato con i moderatori. Due giorni dopo mi telefonano alcuni amici, chiedendomi come mai non ero più presente su me2.
Arrivo a casa, accendo il PC e sulla posta trova una mail di Me2 che mi accusava di pubblicità non autorizzata e di spam. Mandai risposta a qualche indirizzo ma mi tornavano indietro.
Non sopportavo di non avere il diritto alla replica, perlomeno per capire cazzo stava succedendo.
Io mi ero comportato sino al quel momento secondo quanto mi era stato detto: se esistono delle regole mi adeguo, anche se per istinto ribelle mi viene da pensare che esistono per essere infrante.
Dopo breve tempo si è creato un movimento abbastanza vasto di persone che mi conoscono e che hanno cominciato a mandare lettere di proteste per la cancellazione del mio profilo e perché mi fosse dato il sacrosanto diritto di difesa.
Quindi quello che ti da più fastidio è non aver potuto rispondere a quello che vivi come un sopruso?
Diciamo che quella è stata la cosa originaria.. ma poi, quando cerchi nel torbido, vengono a galla altre cose...
Tre utenti si sono autosospesi per protesta, le lettere arrivavano a decine anche alla redazione di gay.it. Nessuno riceveva risposta. Le lettere erano tipo questa qui: "Mi stupisce la Vostra scelta di sospendere il profilo di Novecento67, quando la vostra chat è piena di persone con comportamenti veramente scorretti di tipo intimidatorio, calunnioso, blasfemo e offensivo anche della condizione psico-sessuale altrui. Conoscendo la persona che sta dietro al nick Novecento67, posso dire che avete fatto un grave errore a non dargli la possibilità di correggere quei banali errori riportati nel suo profilo. E' una persona di grande umanità e intelligenza, che mi ha aiutato, senza nessun compenso, a superare paure e sofferenze psico-affettive che mi rendevano la vita di relazione difficile. La cosa ridicola è che punite, in modo troppo deciso e senza diritto di replica, le persone più utili agli altri, mentre la vera spazzatura resta in circolazione impunita. A volte, provare a ripensare alle proprie decisioni è segno di grande intelligenza. Mettetevi in contatto con lui".
Ci sono centinaia di persone che mi contattano, che probabilmente non vedrò mai, che stanno in capo al mondo ma per i quali sono diventato un punto di riferimento: io sono fatto così, è nella mia natura ed è a complemento della mia arte amatoria il piacere di dare qualcosa agli altri, gente sola, in crisi . Mi telefona moltissima gente, c'è una solitudine incredibile e, io tempo permettendo, sono sempre disponibile.
Comunque ritornando al discorso di me: i signori capivano che la questione cominciava a farsi pesante, la gente non demordeva gli faceva anche cattiva pubblicità nei newsgroup. Alcuni volevano costituire una piccola delegazione per andare a parlare a Pisa.
Insomma, alla fine, sono stato contattato dallo staff che mi ha dato il numero di telefono per mettermi in contatto con loro e chiarire le cose: "Mica penserai che ti abbiamo cacciato via perché sei un escort" mi disse al telefono uno degli incaricati. Io gli ho spiegato per l'ennesima volta che tutto quello che avevo fatto si era limitato a ciò che mi era stato detto essere consentito. Non vorrai arrampicarti sui muri e venirmi a dire che alcuni moderatori fanno dei favoritismi e concedono certi favori a chi gli è simpatico! Poi gli ho rimproverato di non essere stato preventivamente avvisato e lui mi ha detto che mi avevano mandato diverse e-mail parlando di questo problema (anche perché si può essere espulsi solo a seguito di richiami).
La cosa strana è che io non ho mai ricevuto né richiami né e-mail. "Avrai mica Fastweb? Sai, succede a molti di non ricevere la nostra posta!".
Nonostante questo ho comunque cercato di essere accomodante e mi hanno detto che mi sarei potuto riiscrevere utilizzando un altro nick e io così ho fatto.
Nel frattempo il moderatore che mi aveva dato il consenso a fare quello che facevo mi ha mandato, per conoscenza, una e-mail che aveva mandato allo staff di me2 dove mi assolveva con piena formula dichiarandomi innocente a tutti gli effetti.
Nella mail si legge:
"900 si rifà alle prime regole (non chiare tra l'altro) della moderazione e tuttora non molto chiare.
Per quanto riguarda gli escort se ben ricordate prima si diceva solo che gli stessi non potevano e non dovevano mettere numeri telefonici sia in chat che nel profilo!!!! Non si parlava di indirizzi internet (inseriti solo in seguito inseriti tra i divieti). Per cui, per quanto mi riguarda, dopo avere chiarito ai tempi il fatto dei numeri telefonici con lo stesso 900, non ho più avuto modo ne di vederlo ne di contattarlo.
Per gli altri, ad oggi, se appaiono in chat e spammano in pubblica provvedo.
Inoltre posso dire che prima di bannare o fare cancellare un profilo di chiunque sia sarebbe opportuno avvertire almeno con un messaggio altrimenti, cosi facendo, diamo l'idea di creare un clima da regime.
Aggiungo poi: rispondete alle e-mail che mandano gli utenti ed ai loro messaggi!"
A questa ne sono seguite altre che hanno aperto una discussione interna allo staff sulle regole e sui vari motivi che possono portare alla cancellazione di un profilo.
Ma non è finita qui. Tra la gente che protestava e che aveva messo nel proprio profilo l'invito alla protesta, ce n'è una in particolare che si è affacciata in tutte le stanze.
Ogni qualvolta che le persone lo contattavano per avere spiegazioni e lui cominciava a raccontare i fatti lo disconnettevano. La persona che veniva disconnessa ogni qualvolta parlava del mio caso lo ha persino scritto nel profilo: la disconnessione - un bavaglio alla libertà di parola.
Conclusione: mi sono riscritto con un altro nick ma voglio chiarezza.

E il nuovo profilo è uguale a quello precedente?
Si. Il mio attuale profilo è uguale a quello precedente ho solo evitato di mettere il link del mio sito e il mio indirizzo e-mail.
Quindi la tua esclusione è dovuta ad un'incongruenza delle regole di me2?
La mia esclusione è dovuta ad una massa di imbecilli che non sanno quello che fanno.

Ci sono altri profili su me2 che rimandano a siti o e-mail di escort?
Giusto ieri ho dato un occhiata per vedere come si comportano i miei cari colleghi e nella stanza di Como ce ne sono almeno de che menzionano il loro sito. Li conosco entrambi telefonicamente.
Loro hanno mai avuto problemi con lo staff?
No. E sono tra gli escort storici e più conosciuti nel nord Italia, presenti nella chat da sempre.

Mi pare di capire, quindi, che alla fin fine dietro questa vicenda non vedi una discriminazione, ma solo il frutto di disorganizzazione? E' così?
Sostanzialmente è così. Almeno nel mio caso. Ma io, a maggior ragione, non devo farne le spese perché pago un abbonamento.
Tuttavia ci sono dei fattori, a mio avviso, molto molto gravi: Il diritto di replica e di difendermi, il diritto di quest'altro utente di parlare di me. Queste sono le cose più gravi, non le disfunzioni. Questo è un atteggiamento da regime. Gli atteggiamenti che una volta erano osteggiati e combattuti dai gay ora sono entrati a far parte della loro mentalità. Mi sono chiesto: è il potere che cambia le menti? Probabilmente si.
Lascia amareggiati ma è così. Lasciamo stare le disfunzioni: capisco che a volte non sia semplice avere tutto quanto sotto controllo.
Però mi viene da chiedermi perché Andy e Lorenzo, i miei colleghi, siano ancora lì.
Ti aspetti delle scuse, di essere riammesso? Cosa ti potrebbe far considerare chiusa la vicenda?
Dovrebbero cambiare alcune regole. Quelle relative alla libertà di espressione. In pratica tutto quello che è stato negato in questa vicenda.
Prima di sospendere una persona questa deve essere interpellata: sono diritti fondamentali in una società democratica. Su questo non transigo, sono disposto a coinvolgere le associazioni più importanti per questa cosa.

Dopo questa vicenda, la tua attività è cambiata in qualche modo? Hai avuto dei danni? O dei vantaggi?
Nessun danno. Neanche vantaggi. Io ho un giro di affezionati che non mi ha quasi fatto accorgere a questa cosa. Credo siano circa 300 persone che almeno una volta all'anno mi chiamano.
Poi ci sono sempre le nuove conoscenze. Insomma non me ne sono neanche accorto.

Ti volevo fare ancora un paio di domande prima di chiudere l'intervista: per quanto tempo pensi che farai ancora questo lavoro?
Ti ho letto nel pensiero. Chiaramente c'è un limite di età, non ho mai quantificato gli anni, presumo ancora tre anni più o meno. Per adesso è un lavoro che mi da molte soddisfazioni, ho conosciuto un casino di persone davvero splendide: è gratificante.
Se la cosa non dovesse essere più di mio gradimento tiro i remi in barca.

Quando smetterai di fare questo lavoro, che programmi hai?
Darò una mano a mia moglie nel negozio. Credo farò questa scelta.

Un'ultima cosa per chiudere: che titolo daresti a questa intervista?
Il titolo? Bella domanda...
Fondamentalmente ho parlato di me, la diatriba con me2 è venuta fuori perché fa parte di me.
La butto lì.
Forse: Novecento67... un percorso dentro noi stessi

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