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mercoledì 30 luglio 2008

Su Sky un omaggio ad Antonioni.

(Sky tg24) Un anno fa si spegneva a 94 anni Michelangelo Antonioni, il regista definito "poeta dell'incomunicabilità". Per celebrare l'autore di "Deserto Rosso" e "Professione reporter" Sky cinema classic offre questa sera a partire dalle 19.00 un ciclo di suoi film e un piccolo speciale commemorativo.
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"Milano Settembre Cinema" 2008: Un mese di cinema a Milano. Un festival in più che non si capisce a che serve.

Un mese dedicato alla settima arte: dalla "Panoramica" alla "Festa del Cinema", fino alle otto rassegne di Festivall, tra cui il "Milano Film Festival" con una retrospettiva su Terry Gilliam. LA7 partner della manifestazione.

(cinemaitaliano.info) Un mese di anteprime, proiezioni, festival, rassegne, incontri, dibattiti, mostre, laboratori, videoinstallazioni, spettacoli e concerti. Promosso e sostenuto dall’Assessore al Tempo Libero del Comune di Milano Giovanni Terzi, "Milano Settembre Cinema" è un progetto innovativo che presenta numerose iniziative e inaugura un rapporto organico con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, giunta quest’anno alla sua 65. Edizione. Un’occasione importante per Milano, sede dell’Expo 2015, per confrontarsi attraverso il grande schermo con le culture più diverse e temi d’attualità, dalla solidarietà alle donne, dalla politica all’immigrazione, dalla discriminazione allo sport, dall’attualità alla storia.
Milano come punto d’incontro privilegiato di un crocevia internazionale di realtà legate al comparto cinematografico in tutte le sue declinazioni. Questo – commenta l’assessore al Tempo Libero Giovanni Terzi – l’ambizioso obiettivo di Milano Settembre Cinema 2008, prima edizione di un progetto destinato a diventare il fiore all’occhiello della cultura d’intrattenimento nella nostra città. Un mese dedicato alla settima arte che vuole consolidare le eccellenze già presenti sul territorio ma soprattutto creare nuovi contatti e nuove relazioni nell’ottica di uno scambio continuo con quanto di meglio il panorama cinematografico possa offrire su scala internazionale”.
Un appuntamento – conclude Terzi – che in definitiva vuole dare, anche nella nostra città, la giusta importanza a quella che qualche decennio fa Cecil De Mille definì come la “nuova letteratura”, capace di coinvolgere il pubblico per la sua immediatezza e universalità”.
Una programmazione, quella di "Milano Settembre Cinema", che prende spunto da un progetto nato lo scorso anno, la 1. Edizione di Festivall, per ampliarsi alle suggestioni provenienti da decine di Paesi nell’ottica di un confronto diretto con registi, attori, critici e operatori del settore.
Dalle anticipazioni dei festival di Festivall, Milano Film Festival, Milano Doc Festival, Visioni Digitali, Filmmaker, Sguardi Altrove, Sport Movies & TV, Invideo, Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, "Milano Settembre Cinema" accoglie al suo interno realtà consolidate come la Panoramica o legate al territorio come il Cinema Gnomo, e pone l’attenzione su importanti novità come la Festa del Cinema e la 1. Edizione del Festival di Cortometraggi "I’ve Seen Films".
LA7 sarà partner della manifestazione e inserirà in palinsesto una programmazione speciale con una selezione di film di produttori e registi di prestigio, cui si aggiungeranno gli spazi nei programmi della Rete e approfondimenti nell’informazione. E’ inoltre previsto un evento con proiezioni di pellicole di alcuni grandi autori e attori italiani cui il canale è stato da sempre legato, come Marcello Mastroianni, Carlo Lizzani, Gillo Pontecorvo, Marco Ferreri, Adolfo Celi e Sofia Loren.

PROGRAMMA
Primo appuntamento di questo settembre dedicato alla settima arte, due esclusive anteprime della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nei primi giorni del mese.
Per la Panoramica (8-14 settembre 2008), Milano ospiterà una ricca selezione dei film provenienti dalla 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dal 61. Festival del Film di Locarno. 50 le pellicole presentate in anteprima assoluta e in lingua originale con sottotitoli in italiano, con molte sale cittadine coinvolte e oltre 200 proiezioni.
Il 15 e il 16 settembre, invece, la Festa del Cinema permetterà a tutti di entrare nelle sale pagando un biglietto a soli 2 euro.
Tre le rassegne in programma al Cinema Gnomo a settembre: "Rotaie Cinematografiche", sul rapporto tra il treno e il grande schermo (2-7); "Padri e Figli: Dino e Marco Risi", un focus su una famiglia di grandi registi (16-21); "Cinema e Psicoanalisi: il Tempo", una rassegna-convegno per indagare su passato, presente e futuro (23-28).
Al Multiplex Skyline si terrà la 1. Edizione del Festival di Cortometraggi I’ve Seen Films 2008 (22-26 settembre) fondato dall’attore Rutger Hauer: 66 pellicole scelte tra oltre 1500 lavori.

Dal 16 al 30 settembre, con inaugurazione ufficiale martedì 16 settembre alle ore 18:00, si svolgerà la 2. Edizione di Festvall, il “Festival di tutti i Festival” del documentario, ma anche lungometraggi, cortometraggi, docufilm, cartoon. Ospitate in Triennale (chiusa dal 21 al 23, il 25 e il 29 settembre) le anticipazioni di Milano Doc Festival, Visioni Digitali, Filmmaker, Sguardi Altrove, Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, Invideo, mentre Sport Movies & TV sarà all’Arena Civica e il Milano Film Festival in diverse sedi. Alle installazioni per tutta la durata della manifestazione i singoli soggetti offriranno al pubblico serate dedicate alle proprie anteprime.
Il 17 settembre l’Associazione Filmmaker presenta il workshop con il regista tedesco Harun Farocki e, a seguire, la proiezione dei film "Erkennen und Verfolgen" (“Guerra a Distanza”) e "Gefängnisbilder" (“Immagini di Prigione”), in versione originale con sottotitoli italiani.
Tre le proposte di Sguardi Altrove Film Festival, incentrate sulla condizione della donna, il 18 settembre è in programma alle 18:30 la proiezione di "Fying: Confessions of a Free Woman, di Jennifer Fox, e alle 20:30 di Rough Cut, della documentarista iraniana Firouzeh Khosrovani.
Invideo - Mostra Internazionale di Video e Cinema “Oltre”, organizzato dall’A.I.A.C.E., propone il 20 settembre le "Cartographies", otto brevi opere di video danza del coreografo svizzero Philippe Saire, presente in sala.
L’anteprima di Sport Movies & TV 2008 (18-19 settembre) prevede all’Arena Civica la proiezione di 17 opere che, in anteprima mondiale, raccontano gli eventi sportivi, la vita e le imprese di grandi campioni del presente e del passato. In programma anche due mostre sul rapporto tra sport e cinema e un convegno sulle Olimpiadi di Pechino.
Il Milano Doc Festival (26-27 settembre) - Concorso Internazionale di Film Documentari d’Arte, Architettura, Cinema, Teatro, Musica e Danza, presenta "Piccolo Fratello" (Kenya/Haiti), 105 “Piccoli Film” di Fabio Ilacqua e Roberto Pelitti, un viaggio attraverso due diverse realtà nelle baraccopoli di Nairobi e Haiti.
"Around the Border" sarà il tema del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (28 e 30 settembre), che promuove da anni la cultura cinematografica dei tre continenti. La rassegna, a cura di Fabiola Naldi e Alessandra Pioselli, approfondisce l’opera di due autori franco-maghrebini, Zineb Sedira e Mounir Fatmi, attraverso una selezione della loro produzione videografica a partire dalla metà degli anni ‘90.
Ampio spazio, infine (12-21 settembre), alla 13, Edizione del Milano Film Festival, Rassegna Internazionale di Cinema Indipendente, che conta quest’anno oltre 3000 titoli iscritti provenienti da 115 Paesi. Il programma prevede anche una retrospettiva su Terry Gilliam (intitolata "The Imaginarium of Doctor Gilliam") in cui sarà proiettata tutta la sua filmografia, oltre a rassegne parallele dedicate al terrorismo, alla musica, al mondo dei gitani e al tema della multiculturalità. Molta attenzione anche ai più piccoli con il Milano Film Festivalino: cortometraggi, visite guidate, laboratori di animazione e altre iniziative dedicate ai bambini. Tantissime le aree coinvolte, dal Piccolo Teatro allo Strehler, dal Parco Sempione all’Acquario Civico.
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A Fano un prete omofobo lancia anatemi contro coppia gay.

Sabato scorso, intorno alle 17, a Fano, a quanto riferisce un articolo apparso su Il Messaggero di ieri, il parroco della chiesa di San Giuseppe al Porto, nel corso della celebrazione che vedeva unirsi in matrimonio una coppia fanese, avrebbe lanciato anatemi contro una coppia di omosessuali – Fausto ed Elvin – ben nota nella cittadina, che nei giorni scorsi aveva annunciato, attraverso una radio locale, di voler convolare civilmente a nozze il prossimo 16 agosto in Olanda, a Schiedam, paese originario di uno dei due. Il parroco avrebbe più volte fatto i nomi e cognomi dei due promessi sposi omosessuali, nonché rivelate le loro qualifiche professionali: dj animatore il primo, dirigente dei servizi educativi del Comune di Fano il secondo. “E a costui dovremmo affidare l'educazione dei nostri figli?” ha sentenziato il sacerdote, riferendosi proprio a quest’ultimo, davanti ai due sposi eterosessuali e alla platea incredula di invitati. “Ciò che è avvenuto a Fano è ovviamente sintomatico del clima di omofobia e ignoranza che offusca la Chiesa cattolica,” dichiara Sergio Rovasio, segretario dell’associazione radicale Certi Diritti “e il voler alzare il dito da un altare contro due persone che hanno il diritto come chiunque altro di amarsi – e di vedere riconosciuta la loro unione in un Paese più civile dell’Italia – dimostra come sia ormai inesistente negli uomini di Chiesa lo spirito dell’accoglienza e della fratellanza nei confronti di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro condizione sociale o personale. A Fausto ed Evin” continua Rovasio “manifesto tutta la solidarietà dell'associazione radicale Certi Diritti, nonché la nostra piena disponibilità a essere al loro fianco se i due ragazzi vorranno chiedere la trascrizione del loro matrimonio in Italia, avviando una procedura giudiziaria per il riconoscimento di un diritto legittimo e fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione”.

Associazione Radicale Certi Diritti

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Guerra dei diritti: Mediaset chiede a YouTube danni per 500 milioni. Ma non guardiamola più!


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(Panorama) 500 milioni di euro. Tanto chiede il gruppo Mediaset come risarcimento a Youtube.
Il gruppo milanese lancia la sfida al web che mette a disposizione degli internauti filmati televisivi realizzati dalle proprie reti. Per questo il Biscione ha depositato al tribunale civile di Roma un atto di citazione contro il colosso web dedicato alla condivisione dei video, di proprietà di Google, per illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà delle società del gruppo. I 500 milioni di euro valgono per il solo danno emergente. Senza, cioè, considerare che questo per la principale televisione privata del Paese ha comportato anche la perdita di ricavi pubblicitari.

Secondo il Biscione, al 10 giugno, sarebbero 4.643 i filmati, pari a oltre 325 ore di trasmissione, caricati su YouTube, il sito web nato poco più di tre anni fa per condividere gratuitamente video, spesso amatoriali, con gli habituè della Web. YouTube, infatti, è nato per ospitare video realizzati direttamente da chi li carica, ma non mancano filmati di terze parti talvolta caricati senza autorizzazione, come nel caso di Mediaset.

L’accusa mossa a YouTube e al motore di ricerca Google è di illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà delle tre reti televisive Mediaset che, secondo le stime, hanno sottratto 315.672 giornate di visione ai telespettatori.
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The Indipendent. Silvio Berlusconi: Il padrone é tornato e fa sul serio!

Silvio Berlusconi é determinato a portare a termine le cose, questa volta. Ha giá tirato fuori qualche sorpresa dal cilindro: dove porterá l'Italia?
(articolo originale qui | via Che dicono di noi) Ecco la novitá: la settimana scorsa é stata un trionfo per Silvio Berlusconi. Per anni, il suo genio politico é rimasto un segreto ben nascosto. Tutti noi, convinti che fosse un buffone, frugavamo ovunque alla ricerca dei motivi del suo successo alle elezioni: era riuscito a zombificare la popolazione del suo paese attraverso i suoi orrendi canali televisivi; aveva fatto accordi con la Mafia affinché le elezioni gli fossero regalate in cambio di favori; un Paese intrinsecamente amorale aveva visto in lui un proprio perfetto rappresentante, il proprio alleato per evadere le tasse ed aggirare la magistratura.

La veritá é piú semplice. Gli Italiani sono stanchi di governi che non fanno nulla, che raggiungono il potere per il rotto della cuffia con coalizioni ciniche, che restano in carica lo stretto necessario per tirare alcuni amici fuori dal carcere e procurare contratti succulenti ad altri. Hanno dato uno sguardo all’Europa ed hanno visto Blair, Zapatero e Sarkozy promettere grandi cose, salire in carica e poi di fatto attivarsi per mantenere le promesse fatte. E cosí hanno detto: sí, per favore, ne vogliamo un po’anche noi.

La settimana era cominciata con fotografie stranamente noiose sulle prime pagine su uno o due dei quotidiani amici di Silvio Berlusconi. Le foto mostravano la costiera napoletana: i palazzi, la baia, il forte in lontananza, qualche macchina, alcuni pedoni.

Il messaggio della foto era in ció che non mostrava: montagne di spazzatura. Napoli si sforza da anni di trovare una soluzione alla sfida piú elementare: cosa fare dei rifiuti. Iniziative precedenti avevano creato nuovi problemi quando gli uffici dei commissari speciali nominati per risolvere le cose si trasformarono in rackets finanziari. Durante la campagna elettorale Berlusconi promise che, se eletto, avrebbe tenuto il suo primo consiglio dei ministri a Napoli e si sarebbe dedicato alla ricerca di una soluzione permanente. Non gli credemmo: non sarebbe stato da Berlusconi trovare soluzioni a problemi reali. Ma ci sbagliavamo.

Tornato al potere con una maggioranza schiacciante, é sceso su Napoli ed ha minacciato di far schioccare la frusta. Ha promesso di liberare le strade dalla immondizia entro la fine di luglio, imponendo la riapertura delle discariche con l’esercito se necessario, e commissionando la costruzione urgente di nuovi inceneritori hi-tech. Due settimane fa ha pronunciato quelle fatidiche parole: missione compiuta. E, apparentemente, era tutto vero.

I giornali che lo disdegnano hanno sepolto la notizia nelle pagine interne. Altri hanno detto che l’immondizia é stata spazzata sotto al tappeto, che il problema é stato disseminato in parti remote della provincia, che la spazzatura é stata esportata in Germania. Nell’ immediato almeno tutto cio non ha importanza: Berlusconi ha dichiarato che Napoli é tornata ad essere "una cittá occidentale civilizzata".

Berlusconi ha dimostrato due cose: che questa volta é fortemente determinato a portare le cose a compimento, e che, nonstante le incoerenze della sua coalizione, sa come imporre il proprio volere. Si tratta del potere del padrone (in italiano nel testo, NdT), il potere dei soldi. Potrá essere anacronistico, ma funziona.

Il pericolo, onnipresente in Italia sin dai tempi di Mussolini, é che tutto si riduca al volere ed all’ego di un solo uomo, un uomo dall’illimitato potere d’acquisto e dalla ciclopica autostima, il quale la scorsa settimana ha compiuto un passo che gli storici potrebbero un giorno considerare fatale: porsi oltre il potere delle corti. Il Senato ha approvato una nuova legge che dona a Berlusconi l’immunitá processuale durante il suo mandato. Il Presidente Giorgio Napolitano ha prontamente firmato la legge.

Berlusconi ha voluto questa legge non soltanto per districarsi dal processo per corruzione in cui é coinvolto come imputato insieme all’ex marito di Tessa Jowell, David Mills. Afferma che, in un contesto piu’ampio, sarebbe stato vittima di una sostenuta campagna di persecuzione giudiziaria da parte di pubblici ministeri e magistrati di sinistra determinati a farlo cadere attraverso espedienti di carattere legale, quindi negando il volere democratico del Paese. “Da quando sono entrato in politica” ha affermato, “sono stato chiamato a presenziare in 2502 udienze giudiziarie”, secondo lui per il prezzo di 174m di Euro in spese legali.

“Mi hanno gettato fango addosso...per 10 anni, e tutte le accuse si sono rivelate infondate.Mi chiedo chi mi risarcirá per l’immagine che di me é stata riportata sui giornali mondiali, senza neanche parlare delle spese legali.”

“Mi avete liberato”, Berlusconi ha detto al Senato dopo il voto cruciale. "Non saro’piu’perseguitato.” Vi e’ancora il rischio che la legge sia respinta dalla corte costituzionale, come avvenne nel 2004. Ma, se questo non avvenisse, Berlusconi é un uomo libero.

Libero di fare che? Questa settimana ha visto anche l’approvazione di una legge di emergenza sulla sicurezza che abilita il governo ad ordinare all’esercito la demolizione dei campi rom. Venerdí, il governo ha decretato lo stato di emergenza per affrontare un aumento degli arrivi di immigrati clandestini dal Nord Africa. Improvvisamente, il governo agisce con tutta l’aggressivitá e l'imprevedibilitá del suo padrone.

Il Primo Ministro sta salpando verso le vacanze estive da uomo felice.

Anche la sua vita privata sembra migliorare: la scorsa settimana, un settimanale di cronaca rosa é uscito con una copertina a tinte sfocate che lo ritrae mano nella mano con sua moglie, Veronica, che dichiara di voler passare l’intera vacanza con il suo uomo, mettendo cosí a tacere le voci di un imminente divorzio.

A 71 anni, Berlusconi é il re nell'autunno (della sua vita, NdR). Eppure non c’é niente di lontanamente autunnale nella sua performance nei primi 100 giorni di governo: si comporta come se si fosse appena messo al volante di una nuova Ferrari. Ha sempre avuto l’abilitá di far sentire l’italiano comune a proprio agio con se stesso. Ed ora sembra essersi deciso ad usare costruttivamente questa ricchezza per fini politici: vuole essere ricordato per aver portato a termine cose concrete. Ma dove porterá l’Italia? Sará una corsa pazzesca (in originale "it's going to be a hell of a ride", NdR).

(a cura di Gypsy x)

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La proposta, no a nuovi vescovi gay. A Lambeth la Chiesa anglicana cerca un compromesso per evitare lo scisma.

(Il Corriere canadese) Sospendere le ordinazioni di nuovi vescovi gay e le benedizioni delle unioni omosessuali in cambio dell’unità della comunione anglicana: è questa la proposta di compromesso emersa ieri alla Conferenza di Lambeth, appuntamento decennale dei vescovi anglicani, nello strenuo tentativo di arginare un incombente e per molti ineluttabile scisma.
Di fronte all’acuirsi dello scontro interno tra “tradizionalisti” e “liberali”, tra i quali l’ordinazione a vescovo di donne e gay sta aprendo un solco sempre più profondo, il “Windsor continuation group”, la Commissione incaricata di elaborare una proposta in vista della chiusura della Conferenza, prevista per il 4 agosto, ha presentato un documento di “osservazioni preliminari”, nel tentativo di uscire dall’“impasse” in cui si trova la Comunione anglicana. Nel testo, ora in mano dei 650 vescovi anglicani presenti alla conferenza (tra i quali una decina di donne e alcuni gay, mentre molti tradizionalisti hanno disertato l’appuntamento), non si nascondono le difficoltà: si parla di una situazione “complessa” e “grave”, di “rottura della fiducia” e delle “scompigli” che si sono verificati negli Stati Uniti e Canada in seguito alla ordinazione di vescovi dichiaratamente omosessuali e alla benedizione di unioni gay. «Questi scompigli - si legge nel documento - incidono sulle relazioni con i nostri partner ecumenici».
E la Chiesa cattolica, anche attraverso i propri rappresentanti invitati alla Conferenza, non ha nascosto il suo disappunto per scelte che ritiene inaccettabili e foriere di un allontanamento tra i cristiani. Alcuni anglicani tradizionalisti hanno chiesto di poter aderire alla Chiesa cattolica e il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale William Levada, ha detto di considerare la richiesta «con seria attenzione», ma anche con grande prudenza, perché «la situazione tra gli anglicani si va facendo più complessa».
In pochi credono che il documento presentato ieri a Lambeth possa sanare un dissidio ormai di lunga data, e le proposte che vi sono contenute non sono del tutto nuove, né del tutto chiare, per esempio sull’efficacia retroattiva della sospensione delle ordinazioni dei vescovi omosessuali.

La proposta prevede la creazione di un “forum pastorale” con il mandato di dirimere “sotto il profilo teologico e pratico” le dispute che stanno scuotendo la Comunione Anglicana, con l’obiettivo di arrivare in futuro a qualche “dichiarazione comune sulle credenze condivise”.
La chiesa episcopale americana, in assoluto la più “liberal”, sembra decisa ad andare avanti con l’elevazione dei preti gay al rango vescovile come ha incominciato a fare nel 2003. Le chiese tradizionaliste sembrano rassegnate alla spaccatura.
In prima fila nella spasmodica ricerca di un compromesso anti-scisma c’è - con il pieno appoggio di papa Benedetto XVI, che di lui ha una grande stima - l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, primate della Comunione Anglicana (nella foto). È stato lui, in apertura della Conferenza di Lambeth, il primo ad ammettere che una parte della Chiesa (quella più tradizionalista) si sente «straniata e addolorata» e «c’è molto lavoro da fare» ma ha fatto il possibile per mostrarsi fiducioso e ottimista: «Stiamo andando verso lo scisma? Bé - ha detto - vedremo. Di questo finale nessuno è stato informato qui».

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Die Linke o morte, l’inutile telenovela a sinistra del PD.

(Giornalettismo) Vi è qualcosa di sinceramente paradossale in ciò che succede “alla sinistra del Pd“. Un obiettivo politico - e un “fratello maggiore” di un certo successo - c’era. Ovvero la Die Linke tedesca, per quanto il paragone a taluni possa sembrare orribile; stiamo ai fatti: “Nelle elezioni del 2005 il partito ha ottenuto l’8,7% dei voti con 51 seggi e gode di un rilevante potere politico [...]. Nelle elezioni comunali in Sassonia, svoltesi l’8 giugno 2008, l partito ha raggiunto il 18,7% “. C’era anche il tempo, anche se non tantissimo, e un paio di fuoriusciti dal PD che potevano portare il tutto a una somiglianza impressionante. Quando Cesare Salvi cominciò a “farsi notare”, scavalcando in commissione il neonato Partito Democratico nel dibattito sulla legge sui Dico. Insomma, l’Oskar La Fontaine c’era, e il resto poteva arrivare.

Questi sono i risultati di un sondaggio - di certo senza alcuna valenza scientifica - proposto su Repubblica ieri: il 75% vedono o uno solo oppure nessun partito alla sinistra del PD. Non sarà indicativo del campione, non rappresenterà il pensiero di tutti quelli che si identificano in quell’area, tutto

quel che volete: è comunque significativo. E invece Rifondazione Comunista tira fuori il congresso più surreale della storia, con tanto di riesumazione della salma (politica) di Fausto Bertinotti forse direttamente da una di quelle feste alle quali da presidente della Camera raramente mancava, dando modo a tutti di ammirare la sua abilità come ballerino. Segue un Nichi Vendola che se ne va prima della fine del conteggio dei risultati, dopo essersi accorto che non vincerà perché ha raggiunto una maggioranza relativa e non assoluta, e il parterre finale spetta all’ex ministro Paolo Ferrero, un cristiano valdese che finalmente è arrivato a sedersi sullo scranno più alto di un partito che si chiama ancora “comunista“. Volessimo sfottere, tireremmo in ballo il sogno nascosto di Aldo Moro finalmente realizzatosi. Se non fosse che Ferrero ha vinto in nome dell’antivendolismo, quando altre liste in ballo si sono coalizzate pur di dare un segnale di “rinnovamento” cacciando via il pupillo e l’erede designato di Bertinotti.

Poi ci sarebbe il Partito dei Comunisti d’Italia: “I punti di unione tra Diliberto e la Rifondazione di Ferrero-Grassi-Pegolo e Giannini sono anche molti altri: il comunismo, la lotta di classe, i simboli, il no ad ogni ipotesi di riedizione dell’Arcobaleno, e più di tutto il no ad ogni accordo col Pd. Insomma, forte identità, quasi settarismo, molto a sinistra e molto dal basso, molto di lotta e mai più di governo. Opposizione a vita e mani libere“. In pratica, un club del bridge. Fortemente orientato “al popolo, al sociale, al precariato, alla rivoluzione d’Ottobre e bla bla bla“, ma un club del bridge. Poi c’è una “costituente di Sd“, il cui leader è Claudio G. Fava. Le parole sono buone - “Gli elettori ci dicono mai più ciascuno a guardia del proprio museo e ci chiedono di riorganizzare la sinistra in un campo molto più vasto e inclusivo. Invece, cantare Bandiera Rossa è come fare la guardia al proprio museo” - le idee distintive, per ora, pochine. Cosa si vuole, in economia e nel welfare, nella propria idea di paese non si dice. In una parola: ombelicale, per ora.

A dare un plus di surrealità al tutto ci sono i Verdi. Che hanno eletto Grazia Francescato come portavoce, in continuità con la gestione di Alfonso Pecoraro Scanio. I maggiorenti del partito saranno di sicuro coscienti che Pecoraro non è stato esattamente il ministro più amato tra quelli del fu governo Prodi. Figuracce folkloristiche rimediate leggendo male la colonnina di mercurio (sono cose che capitano), e poco convincenti difese d’ufficio nell’emergenza monnezza di Napoli. Fino all’accusa di corruzione: “Secondo l’ ipotesi accusatoria, il ministro, grazie a questi rapporti, e ai favori fatti e ricevuti, avrebbe viaggiato in Italia e all’ estero (Europa, Americhe, Caraibi) non pagando una lira di tasca sua“. La Francescato aveva come alternativa Marco Boato detto “er bozza“, un garantista di ferro fin troppo apprezzato dal Foglio. E arriviamo al tocco di drammatico in quest’atmosfera surreale: dentro Rifondazione si vive qualche ripensamento a proposito delle giunte nelle quali governa insieme al PD. Potrebbe rompere l’alleanza su tutta la linea, anche locale. Giusto per dare un segnale politico forte. Ora, riconsiderate tutto quello che ho detto dall’inizio, e ditemi la verità: a voi questi sembrano normali? Oppure ha ragione chi dice “Falce e macello”?

Nel frattempo, Leonardo scrive un post sulla Fallaci da togliersi il cappello, dotato di un finale fantastico: “Riposa in pace. Un giorno voglio andare a sussurrarlo sulla tua tomba. Solo per tendere l’orecchio e sentire che dallo sdegno ti rivolti. Vecchia stronza, beh, sì – un po’ mi manchi“. Il governo viene battuto in aula sul decreto Milleproroghe per colpa dell’Mpa e della Lega. Francesco Giavazzi, con la sua solita causticità, demolisce la governance duale in riferimento a Piazzetta Cuccia, e chiude così: “Che cosa c’entra con tutto questo la politica? Probabilmente nulla. Tranne se da domani la nuova Mediobanca cominciasse a partecipare a operazioni giustificate da un supposto «interesse nazionale», come il salvataggio di Alitalia, anziché dall’interesse dei suoi azionisti, in primis dei risparmiatori che hanno investito nella banca“. Felici di non essere dei visionari. E, sempre a proposito della meravigliosa Alitalia, ecco a voi l’ennesimo articolo in cui si descrive la nuova cordata. Ma il pezzo comincia dicendo che forse il piano industriale di Air France non sarebbe potuto andare in porto: excusatio non petita? Comunque: “Ai nomi già circolati (Benetton, Riva, Marcegaglia, Aponte, Fossati e Ligresti) si potrebbero aggiungere due banche d’affari come la Morgan Stanley e Nomura e due fondi di private equity (Equinox e Clessidra). Intesa — se richiesta — con tutta probabilità sottoscriverà anch’essa il 10% del capitale“. Toto, ed è questa la notizia, potrebbe decidere di vendere Air One alla cordata per euro 300 milioni diconsi 300 milioni. Diciamolo: se andasse così, bisognerebbe girarne un altro, di film sugli “audaci colpi dei soliti ignoti“.

Vignetta di Artefatti

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Isola dei famosi. Luxuria e quel'inquietante seno nuovo e spropositato!

Prova costume prima e dopo l'operazione.
(TGCom) Dalla zero alla terza. La differenza tra il pre e il post operazione per Luxuria c'è e... si vede tutta. Lo dimostrano le foto di Oggi, in cui l'ex deputato di Rifondazione Comunista, appare in costume da bagno. Fisico asciutto e torace maschile, nonostante orecchini, smalto nero e capelli lunghi: così appariva fino a qualche anno fa. Adesso invece sfoggia un décolleté di tutto rispetto, pancetta e perizoma.

A qualche mese dalla prossima edizione dell’Isola dei Famosi, a cui il trasgender più famoso d'Italia si sta preparando con allenamenti in palestra e qualche ritocco al look (ha già tagliato i capelli un po' più corti), il guardaroba della "quinta donna" del gruppo di naufraghi è quasi pronto.

Fiero del suo bel davanzale e appassionato di abiti appariscenti, Luxuria ha confidato di aver commissionato bikini su misura da una costumista, ispirati alle coreografie acquatiche di Esther Williams.

In valigia ci sarà anche un pareo perchè "una signora non dovrebbe mai stare senza" ammette Vladimir, 43 anni, ma non mancheranno neppure pinzette per le sopracciglia (incolte le fanno orrore) e un rasoio: "Al caldo è una tragedia - sostiene Luxuria -i peli crescono effetto foresta amazzonica". In effetti ha ragione: un bel décolleté villoso sarebbe davvero un bel problema…

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Convertini Gay? Diffida a Gay.it ma la notizia non sparisce dal sito.

(Queerblog) Un ragazzo particolarmente eccitato e sufficientemente Queer direbbe: adoro! Dopo la complessa (?) vicenda che ha visto coinvolto Beppe Convertini e il suo presunto fidanzato Giovanni Cavaretta da fonte Excite, Gay.it, che pubblica la notizia proprio e tac, una bella diffida che recita così:

Egregi Signori,
scrivo in nome, per conto e nell’interesse del mio cliente Giuseppe Convertini (in arte Beppe Convertini), in relazione ad alcune notizie apparse sul Vostro sito internet, avente ad oggetto la sfera privata e personale del mio cliente e divulgate da soggetti nei confronti dei quali sono in corso le più opportune tutele legali.

Tali informazioni, infatti, attengono esclusivamente la sfera privata e personale del mio cliente e come tali informazioni personali e sensibili ai sensi delle vigenti normative in materia di tutela della privacy e di alcun rilievo sul suo ruolo e sulla sua vita pubblica (né di alcun interesse pubblico o sociale) e, pertanto, prive del requisito dell’essenzialità.

Riportare l’informazione data da un altro sito dovrebbe essere responsabilità del sito madre. Come dicono gli amici di Gay.it, bastava una smentita no? Il problema è poi capire quante persone, se tutto fosse vero, in questi cinque anni li ha visti insieme e potrebbe dire: “No, guardate che…”.

Nessuna persona non dichiarata vorrebbe un trattamento simile da parte di media, è vero. Specie se non sono solo accuse campate per aria ma cose provate e palesi. Nel frattempo la notizia sparisce da molti siti web proprio in queste ore. Non perché è una notizia sbagliata, ma perchè è una notizia che viola la privacy. Questo vuol dire che tutto il gossip nazionale e internazionale è un’enorme scrigno dell’illegalità?

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Sorpresa, Sgarbi sceglie Salemi: “Mi dimetto da assessore di Milano”.

Vittorio Sgarbi

(Panorama) Salemi non perderà il suo sindaco. Vittorio Sgarbi stupisce ancora, questa volta però, con una scelta di responsabilità. In una lettera al primo cittadino di Milano Letizia Moratti annuncia le “sue” dimissioni da assessore alla Cultura e rinuncia alla vendetta del ritorno nel capoluogo lombardo. Ieri il Tar lombardo aveva dato ragione a Sgarbi nella sua disputa contro il licenziamento in tronco ricevuto dalla Moratti a maggio. E il vulcanico critico d’arte aveva promesso colpi di scena: “Tornerò in giunta venerdì”. Oggi il dietrofront.

Sgarbi rinuncia a Milano e resta in Sicilia, a Salemi dove è stato eletto sindaco un mese fa. Ma, ci tiene a sottolinearlo, a testa alta: “Ho verificato l’incompatibilità fra due alte cariche nello stesso ordine di amministrazione”. “La soddisfazione di essere riabilitato nella funzione di assessore alla Cultura del Comune di Milano, con l’annullamento del provvedimento del sindaco da parte del Tar, e la prospettiva delle importanti iniziative che quel ruolo consente di realizzare, in una città ricca di potenzialità e di entusiasmo” spiega Sgarbi “non può prevalere sulla responsabilità di aver assunto il nuovo impegno di sindaco di Salemi, eletto direttamente dai cittadini che non è in alcun modo consentito deludere anche di fronte all’inatteso e gradito colpo di scena che mi riporta alla situazione di 3 mesi fa”.

Tutti felici e contenti, quindi? Sgarbi ha ottenuto la vittoria di facciata e Letizia Moratti avrà tirato un sospiro di sollievo e potrà chiudere le sessioni estive del consiglio comunale in tranquillità. Ma occhio al critico, imprevedibile, come sempre. Milano gli è rimasta sullo stomaco e lascia intendere che il suo rapporto con la città potrebbe non finire qui: “Scelgo dunque Salemi con assoluta convinzione, ma non rinuncio alla prospettiva di un ritorno a Milano, a pieno regime, non in virtù di una sentenza riparatrice del Tar, ma attraverso libere elezioni” conclude Sgarbi.

“Il ruolo di Presidente della Provincia o di Assessore (le elezioni sono tra un anno, ndr) è perfettamente compatibile, nella diversità delle amministrazioni, con il ruolo di sindaco. Il ritorno, così clamorosamente annunciato in questi giorni, è dunque soltanto riandato. A presto arrivederci”. Chilometri permettendo.

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Diritti Glbtq nella nuova costituzione dell'Ecuador.

Il buen vivir, la pace e l'intercultura diventano principi fondamentali della nuova Carta costituzionale dell'Ecuador. Approvata dall'Assemblea costituente pochi giorni fa, la Costituzione sarà sottoposta a referendum il prossimo 28 settembre.
(Tancredi Tarantino - Carta.org) «Niente per noi stessi, tutto per la patria» è il leitmotiv che, negli ultimi otto mesi, ha accompagnato i lavori dell’Assemblea Costituente ecuadoriana, impegnata a redigere la nuova Costituzione. Il testo definitivo, presentato pochi giorni fa alla presenza delle più alte autorità locali, verrà sottoposto a referendum il prossimo 28 settembre.

La nuova Carta, che dovrà riformare la struttura dello Stato, è il risultato di un processo democratico dall’alto valore simbolico. Dal 2006, il più piccolo tra i paesi andini è guidato da un giovane economista, Rafael Correa, che si inspira ai principi del socialismo del XXI secolo, un progetto che, in molteplici forme, sta trovando applicazione in vari paesi del Sudamerica. L’idea di riformare la Costituzione, promossa in campagna elettorale da Correa, è stata sottoposta a referendum nel settembre 2007: l’80 per cento degli ecuadoriani ha espresso il proprio sì e, poche settimane dopo, ha eletto i membri della Costituente. Otto mesi di tempo erano stati concessi dal popolo ecuadoriano per completare la riforma ed otto mesi sono stati utilizzati dai costituenti per realizzarla.

Ma, oltre ai tempi, sono i contenuti a farne un modello di organizzazione dello Stato e di convivenza civile e pacifica.
La nuova Costituzione ecuadoriana è improntata sul concetto del buen vivir, il buon vivere, che rimette il cittadino e i suoi diritti al centro dello Stato. L’Ecuador, uno dei paesi più poveri del continente, garantirà l’educazione e la sanità gratuite per tutti nonchè l’accesso sicuro e permanente ad una alimentazione sana e sufficiente; l’acqua assurge a diritto umano inalienabile e si promuove la sicurezza alimentare. Si proibisce l’ingresso nel paese di rifiuti tossici e scorie nucleari, così come la produzione, commercializzazione e trasporto di armi chimiche, biologiche e nucleari, di contaminanti altamente tossici, di agrochimici proibiti a livello internazionale e di organismi geneticamente modificati.

Ma non finisce qui. L’Ecuador viene definito «territorio di pace» e si proibisce la costruzione di basi militari straniere o di installazioni straniere per fini militari; allo stesso modo, si proibisce la cessione a stranieri di basi o installazioni militari nazionali. Gli indigeni vedranno finalmente sancito il carattere plurinazionale dello Stato mentre kichwa e shuar, i due principali idiomi ancestrali, diventano lingue ufficiali in relazione di interculturalità con il castigliano.

L’Ecuador è uno dei principali esportatori di petrolio della regione, tanto che i proventi della vendita del greggio costituiscono la prima voce del Pil, seguiti dalle rimesse degli emigrati che, con il loro lavoro, contribuiscono allo sviluppo delle economie di Spagna, Italia e Stati Uniti. Nonostante questo, l’art. 15 della nuova Costituzione stabilisce che lo Stato promuoverà l’uso di tecnologie ambientalmente pulite e di energie alternative. In più, si riconosce il diritto della popolazione a vivere in un ambiente sano e si dichiara di interesse pubblico la preservazione dell’ambiente e la prevenzione del danno ambientale.

In Ecuador, come in molti paesi latinoamericani, l’informazione è da sempre controllata dalle poche famiglie che, nel corso degli anni, hanno detenuto il potere economico e politico. Se il 28 settembre il popolo ecuadoriano dirà Sì alla nuova Costituzione, anche l’informazione dovrà tornare ad essere libera: tutti avranno diritto ad una comunicazione libera, diversificata e partecipativa, con uguali possibilità di accesso alle tecnologie dell’informazione e all’utilizzo delle concessioni radiotelevisive. Lo Stato promuoverà la pluralità dell’informazione e non permetterà il monopolio o l’oligopolio nella proprietà dei mezzi di informazione.

L’Ecuador è anche il paese con il maggior numero di sfollati e rifugiati del continente. Sono quasi tutti colombiani irregolarmente entrati nel paese, in fuga da un conflitto che dura ormai da 50 anni e che, dopo la liberazione di Ingrid Betancourt, rischia di sprofondare nuovamente nel silenzio e nell’indifferenza. Nonostante questo, la nuova Carta costituzionale ecuadoriana riconosce a tutti il diritto a migrare mentre lo Stato non considererà illegale nessun essere umano a causa della propria condizione migratoria. Ogni immigrato che vive in Ecuador potrà fare ritorno nel proprio paese e lo Stato si impegnerà a garantire che tale rientro possa avvenire in maniera sicura e dignitosa, indipendentemente dall’avere o meno i documenti in regola. Allo stesso modo, garantirà anche agli immigrati irregolari l’assistenza sanitaria ed un’alimentazione adeguata.

Per Costituzione, tutti avranno diritto alla ricreazione, al tempo libero e alla pratica di almeno uno sport. Chiunque avrà diritto a vivere in una casa sicura e dignitosa, indipendentemente dalla situazione sociale o economica, e si riconoscono i diritti delle coppie di fatto anche omosessuali.
Infine, tutti i diritti e tutti i doveri previsti dalla nuova Costituzione riguarderanno sia i cittadini ecuadoriani che gli stranieri presenti nel paese, senza discriminazione alcuna.

Un risultato storico, dunque, che affonda le proprie radici nel passato recente del paese andino. In trent’anni di democrazia, l’Ecuador è stato caratterizzato da governi corrotti, politiche neoliberali dettate dal Fondo monetario e dalla Banca mondiale, banchieri che portavano all’estero i risparmi dei cittadini e poi dichiaravano fallimento. Un bel giorno, nell’aprile del 2005, dopo anni di lotte indigene che hanno aperto il cammino, la gente comune, gli anziani, gli studenti, i disoccupati, gli intellettuali, i pensionati, i professori, le casalinghe, armati di casseruole e pentole, scendono in strada e non rientrano nelle proprie case fin quando, dopo tre giorni di proteste, non vedono scappare a gambe levate l’ennesimo presidente corrotto. L’anno successivo, sale al potere il socialista Rafael Correa ed oggi il paese festeggia una «costituzione magnifica», come l’ha definita Alberto Acosta, ex presidente della Costituente ed una delle menti di questo progetto innovativo.
Nel frattempo, in Italia si intende dichiarare lo stato d’emergenza per gli immigrati mentre per l’immunità di pochi eletti si paralizza un paese intero. Niente per la patria, tutto per noi stessi.

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Arabia Saudita: 55 arresti in blitz della polizia religiosa ad una festa gay.

Con un vero e proprio blitz militare la polizia religiosa saudita, affiancata da forze di sicurezza, ha posto fine la scorsa notte a un festa gay che si sarebbe svolta a Sihat, nella provincia di Qatif. Secondo quanto riferisce la Tv satellitare 'al-Arabiya', nel corso dell'operazione sarebbero stati fermati 55 giovani, fra cui due ragazzi che al momento del blitz si stavano esibendo su un palco ballando truccati da donne. La polizia saudita ha precisato tuttavia che dalla perquisizione della fattoria non sarebbero emersi materiali proibiti dalla sharia come ad esempio alcol e droga. Un analogo blitz, compiuto piu' di un mese fa in un'altra fattoria della stessa zona, aveva portato all'arresto di 21 persone accusate di omosessualita', tutte appartenenti alle comunità filippine e pakistane, con l'eccezione di quattro cittadini sauditi. La festa era stata organizzata in occasione del compleanno di un componente del gruppo: in quell'occasione la polizia religiosa aveva trovato alcolici e sequestrato abiti e trucchi femminili.

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Tendenze moda. Arriva la matita per gli occhi da uomo.

E' pronto anche il «Manscara», un gel che mette in risalto ciglia e sopracciglia. Si chiama «Guyliner» e sarà in vendita in Gran Bretagna già dalla prossima settimana.
(Monica Ricci Sargentini - Il Corriere della Sera) Renderà lo sguardo più profondo e penetrante la matita per gli occhi pensata dalla «Superdrug» appositamente per gli uomini. Si chiama Guyliner e sarà in vendita in Gran Bretagna già dalla prossima settimana. Il primo a lanciare la moda è stato il tenebroso Johnny Depp, seguito a ruota dal cantante inglese Pete Doherty, dalla pop star Robbie Williams o da personaggi come Jared Leto e Russell Brand. La scommessa degli stilisti ora è conquistare il cittadino comune. L’uomo metrosessuale, amante della moda e attento al look. Quello, per intenderci, che in bagno ha una sfilza di prodotti cosmetici da far invidia alla sua compagna.

PRODOTTO PER TUTTI - Il prodotto non è pensato per gli omosessuali. Anzi. “Al giorno d’oggi – assicura il direttore della sezione commerciale di Superdrug, Jeff Wemyss – puoi essere molto macho e truccarti. Gli uomini sono molto attenti al look e non c’è nulla di male nell’essere un po’ vanesi”. Oltre al Guyliner è pronto anche il Manscara, un gel chiaro che promette di mettere in risalto ciglia e sopracciglia. E, tra qualche settimana, saranno lanciati anche un balsamo per le labbra e un prodotto coprente per nascondere le occhiaie. “E’ un trucco sottile – ha spiegato Peter Kelly, ideatore di cosmetici -, non certo da drag queen”. Il mercato dei prodotti maschili, dicono gli esperti, è promettente. In Gran Bretagna si pensa di fatturare 700 milioni di sterline quest’anno e 820 il prossimo. Ma molti uomini recalcitrano. Intervistati dal Guardian giovani e meno giovani si dichiarano poco disposti a passare qualche minuto davanti allo specchio per diventare più belli. “Non me lo metterei mai – ha detto Damon Aston, 17 anni -, non è da uomo e non penso che alle ragazze piacerebbe”. Anche i venditori sono perplessi. “Non conosco nessuno che lo comprerebbe, staremo a vedere” dice il padrone di un negozio londinese. Non è d’accordo Iain Robertson, bancario: “A me sembra una bella idea. Penso che piacerà agli uomini un po’ metrosessuali. Potresti ritrovarti in un ufficio con una sbronza sulle spalle e metterti qualcosa in faccia per nasconderla”. Chi lo prova, però, è soddisfatto. “In effetti mi sembra che dia un bel tocco – dice Tom Done, aspirante attore – ma me lo metterei solo in occasioni speciali, non certo per andare a lavorare o per bere una birra con mio padre”. E il maschio latino? Sarà pronto ad abbracciare la nuova moda?

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Mare low cost: un posto al sole con lo sconto. Ma solo dopo pranzo.

Versilia affollata
(Panorama) C’è crisi. Si sente dire e si vede. Anche sulle spiagge dei litorali italiani. In vista dell’estate, l’allarme caro-spiagge era arrivato da più parti: i rincari stimati dall’Osservatorio Prezzi: dal 2005 i prezzi degli stabilimenti sono aumentati molto più dei beni e servizi. Nel primo semestre del 2008, le tariffe degli stabilimenti balneari hanno registrato - aveva rilevato l’Osservatorio - un tasso medio di crescita su base annua del +7,3%, contro il 3,3% del paniere complessivo di beni e servizi. E non appena le spiagge hanno ricominciano a popolarsi a fine primavera, c’è stata un’ulteriore accelerata dei prezzi con un picco a maggio del 16,5%, mentre la variazione dei prezzi su base annua, registrata a giugno, è stata del 9%.

Qualcosa però si sta muovendo. A Roma, sollecitato dal Ministro per lo sviluppo Economico, Claudio Scajola, è stato firmato un accordo tra Antonio Lirosi, alias Mister Prezzi, e le principali associazioni degli stabilimenti balneari (Sib, Fiba, Assobalneari e Oasi) per applicare tariffe ridotte nel mese di agosto su tutte le spiagge italiane: da venerdì lettini e ombrelloni dovrebbero essere scontati fino al 50% a partire dall’ora di pranzo. Chi si recherà cioè sulle spiagge dopo l’ora di pranzo potrà beneficiare di sconti che arriveranno fino alla metà del prezzo pieno.
Lo hanno chiamato “Pomeriggio convenienza”, una sorta di low-cost del lettino, che punta a “far riavvicinare gli utenti alla qualità dei servizi offerti dagli stabilimenti”, ha spiegato Mr. Prezzi, sottolineando che compito delle associazioni degli stabilimenti balneari sarà quello di una maggiore trasparenza: oltre a “un risparmio sostanzioso, l’utente dovrà anche avere informazioni chiare sui prezzi e sulla qualità dei servizi per scegliere la tipologia a sè più vicina”.
Le Associazioni si sono quindi impegnate, fanno sapere dal ministero, a invitare le imprese associate per praticare lo sconto del 50% dei prezzi dei servizi (in particolare ingresso, affitto ombrelloni, lettini e sedie a sdraio) nella fascia pomeridiana a partire dai prossimi giorni in via sperimentale “o se la tipologia dei servizi offerti non lo consente, di praticare formule diverse di riduzione dei prezzi in forma singola o integrata ed esplicitamente rese note all’utenza”.
Ci vorrà però tempo perché l’iniziativa funzioni a pieno regime “Anche perché siamo a tre quarti di stagione e non è facile comunicare e coordinare tutti gli esercenti”, dicono dalle associazioni.
E a riprova del caro spiagge sui litorali italiani, ecco l’inchiesta realizzata dall’agenzia di viaggi on line Expedia, che ha confrontato i prezzi praticati dagli stabilimenti nei vari Paesi europei: la palma dei lidi più cari va, in media, alle spiagge transalpine: conquistarsi “un posto al sole” in Francia costa circa 12,50 euro. Più del doppio rispetto alla media del resto del continente, che si attesta intorno ai 6,10 euro. Con punte minime in Gran Bretagna - appena 3,10 euro, ma il bel tempo spesso non è incluso nel pacchetto - e massime in Italia, dove si arriva appunto a 7,50 euro.
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Diritti Glbtq. L'Italia che cambia da sola.

(Susanna Marzolla - La Stampa) Innovativo riconoscere in Italia il valore di un Pacs stipulato in Francia da due cittadine francesi? Sicuramente; ma ancor più innovativo ciò che è avvenuto, con discrezione, in uno studio legale di Milano. Che ha ottenuto per una donna italiana, il risarcimento dei danni "affettivi e morali" causati dalla morte della sua compagna, italiana pure lei. Un risarcimento "congruo" tal quale sarebbe stato se a morire fosse stato un compagno: la società di assicurazione dell'ospedale ha considerato i rapporto omosessuale al pari del tradizionale "more uxorio".

E non lo ha fatto ieri - magari spinta dalla notizia di quanto le Generali avevano deciso per la coppia gay francese di Venezia - lo ha fatto intorno a Pasqua. E le avvocatesse Elisabetta Arrigoni e Laura Granata, dopo aver assistito la vedova, avevano tranquillamente archiviato quel dossier. Consce, sì, di aver ottenuto un risultato importante, ma non ritenendolo talmente innovativo da renderlo pubblico. Ma proprio l'eco del risarcimento veneziano le ha spinte a segnalare all'Arcigay quanto avvenuto alla coppia di donne milanesi. "Ed è una novità assoluta - dice Aurelio Mancuso - presidente dell'associazione - perché qui, lo sappiamo, non c'è nessun pacs, nessuna legge. La società si mostra molto più avanti della politica e si adegua alla realtà".

La realtà è quella di due signore che stanno assieme per quasi vent'anni, condividendo casa e vita affettiva. Non sono più giovani: la più anziana ha quasi settant'anni quando viene ricoverata in uno dei "più importanti e noti ospedali di Milano". Non ci sono nomi in questa vicenda perché, spiegano Arrigoni e Granata, "si è trattato di un accordo extragiudiziale; non c'è una sentenza e tutto quindi deve restare coperto dalla privacy". Ma la storia c'è tutta, ed è quella di "un errore medico che, dopo un'operazione, provoca complicazioni che portano alla morte della paziente". I familiari della donna si rivolgono allo studio legale; comincia una trattativa e, per evitare una causa, l'ospedale riconosce l'errore; l'assicurazione, "una primaria compagnia nazionale", paga il risarcimento.

A tutti: i parenti "di sangue" (una sorella, nipoti) e anche alla sua compagnia. Rimasta sola a 55 anni, privata della persona con cui aveva passato buona parte della sua vita. E non c'entra se ci fosse o meno un lascito della morta a suo favore: "L'assicurazione - sottolinea Laura Granata - ha riconosciuto il danno affettivo e morale patito, dando valore alla convivenza ventennale tra le due donne, che noi abbiamo dimostrato attraverso le testimonianze".

Non c'era, non poteva esserci un foglio di carta a certificare quella che è stata comunque riconosciuta come una "comunione patrimoniale e morale" tra due persone. Il risarcimento è venuto di conseguenza: "Ed è stato congruo; cioè - spiega Elisabetta Arrigoni - non è stato per nulla pregiudicato dal fatto che si trattasse d una coppia omosessuale". La donna rimasta sola ha ottenuto così il riconoscimento - sebbene postumo - di una lunga convivenza affettiva: "prossima congiunta" per la compagnia di assicurazione; "vedova" della sua compagna per amici e parenti; ma ancora niente per lo stato civile.
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Dopo un mese. Thailandia, bagni per transgender la terza porta per studenti lady-boys.

Una scuola di Kampang ha realizzato nuovi servizi igienici tra quelli dei maschi e delle femmine. Sono tra il 10 e il 20% e difficilmente cambiano idea crescendo. I transessuali sono tollerati nel Paese. Ma la discriminazione rimane.
(Rita Celi - La Repubblica) Vanno a scuola indossando la divisa maschile, non si truccano ma dentro si sentono donne. Appena adolescenti hanno forte dentro di loro la voglia di cambiare sesso. In Thailandia li chiamano lady-boys e sono tollerati dalla società. Ma c'è chi va oltre la tolleranza: la Bbc racconta che una scuola di Kampang, una regione povera nel nord est del Paese, dove la gran parte degli studenti sono figli di agricoltori, ha deciso di rendere loro la vita più facile e ha fatto costruire dei bagni appositamente per loro.

Bagni di cui la scuola è per altro molto fiera: si trovano in una zona della struttura circondati da fiori e piante tropicali e sono talmente puliti che l'istituto ha vinto il premio nazionale per l'igiene. Così ogni mattina, dopo il rituale alzabandiera, i ragazzi e le ragazze fanno una breve sosta alle toilette prima di entrare in classe per le lezioni. Un momento imbarazzante per molti studenti transgender, che ora si possono dirigere verso una terza porta, quella tra la toilette per femmine e la toilette per maschi, corredata da un simbolo rosso e blu che rappresenta una figura metà uomo e metà donna.

Così, di fronte ai lavandini e agli specchi molti ragazzi si sistemano i capelli con il gel o si mettono la crema sul viso, solo quella perché non è permesso agli studenti di usare il make up. In realtà molti di loro non resistono e sanno come usare mascara e un velo di rossetto senza sembrare truccati.

Il preside dell'istituto, Sitisak Sumontha, stima che ogni anno tra il 10 e il 20 per cento dei suoi studenti si considera transgender, ossia ragazzi che preferirebbero essere ragazze. "Venivano presi in giro ogni volta che usavano i bagni dei maschi. Così hanno cominciato a usare quelli delle ragazze, che però si sentivano imbarazzate. Tutto questo rendeva i ragazzi infelici e la questione stava intaccando anche il loro rendimento", ha spiegato il preside alla Bbc, soddisfatto dei risultati.

"Non siamo maschi", ha raccontato Triwate Phamanee, 13 anni, uno degli studenti della scuola di Kampang fermamente convinto che un giorno cambierà sesso. "Per questo non vogliamo usare il bagno dei maschi. Vogliano che si sappia che siamo transgender". Dello stesso avviso Vichai Saengsakul, 15 anni: "La gente deve sapere che essere transgender non è uno scherzo, è il modo in cui vogliamo vivere la nostra vita. Per questo siamo grati alla scuola per quello che ha fatto".

Gli adolescenti transgender tendono a chiudersi in gruppo. Il più giovane di loro ha 12 anni: naturalmente l'intervento chirurgico è fuori discussione alla loro età, ma sembrano essere perfettamente a loro agio e trattati alla pari dagli altri alunni e dagli insegnanti. Il preside con i suoi 35 anni di esperienza afferma di aver conosciuto molti ragazzi con problemi di identità sessuale che non hanno cambiato idea con il passare degli anni: molti hanno cambiato sesso, altri vivono come gay.

La Thailandia, prosegue l'articolo della Bbc, è ben nota per la sua tolleranza e i transessuali sono ben visibili nella vita quotidiana. Il cambiamento di sesso è diventata una specialità chirurgica della sanità tailandese ed è relativamente poco costosa; i pazienti vengono qui da tutto il mondo per sottoporsi all'intervento.

La discriminazione però rimane, come ha spiegato Suttirat Simsiriwong, un attivista dei diritti dei transgender. "Tolleranza non è la stessa cosa di accettazione" ha detto. Nonostante siano tollerati in Thailandia, i transessuali si lamentano di essere considerati ancora come uno stereotipo: possono trovare facilmente lavoro nel mondo dello spettacolo, nell'industria cosmetica, nei mezzi di informazione o come prostitute, ma è molto più difficile per loro diventare un avvocato o un commercialista. E ancora peggio è che non possono cambiare il loro status giuridico. Nonostante la proposta di legge fatta lo scorso anno per consentire loro di cambiare il sesso anche sulle loro carte di identità, non è ancora stato ancora approvato nulla.

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Patriottismo... Paola Concia, un’onorevole d’oro: vince le olimpiadi-gay e corre da Fini.

(Gianni Pennacchi - Il Giornale) “Sto cercando il presidente Fini, voglio chiedergli di ricevermi con tutta la delegazione italiana, appena rientriamo da Barcellona”, esclama al telefono, agitata ed entusiasta, l’onorevole Anna Paola Concia. È felice perché ella stessa ha vinto una medaglia d’oro, quella del singolare di tennis, dopo aver portato il tricolore all’inaugurazione degli Eurogames di Barcellona. “Solo noi salviamo l’immagine dell’Italia in Europa!”, esulta ancora. La riceverà, il presidente della Camera, questa sua deputata d’opposizione – e l’unica dell’intero Parlamento a dichiararsi omosessuale – con gli altri 300, giovani e forti si presume, che han difeso i colori italiani alle Olimpiadi dei gay e delle lesbiche? Già, ci sono le Olimpiadi di Pechino, quelle degli handicappati, volete che mancassero queste? L’onorevole Concia, quarantenne dal fisico atletico, a Barcellona ha letteralmente stracciato le sue robuste avversarie, onorando così il ruolo di portabandiera che le era stato assegnato. E grazie all’assist fornitole da Umberto Bossi con quel suo muto commento all’inno nazionale, ora può dichiarare con fierezza che “in una Italia dove il tricolore viene bistrattato continuamente, i gay e le lesbiche italiane ne hanno difeso orgogliosamente i colori, nonostante siamo cittadini senza diritti”. Altro che gay pride sui carri carnevaleschi, la Concia ha vinto sul terreno di gioco, in una disciplina in cui alle Olimpiadi più famose abbiamo raccattato solo un bronzo a Parigi nel 1924. E la squadra italiana torna a casa con 10 medaglie d’oro: oltre a quella del tennis femminile, 2 nella pallavolo, 6 di atletica leggera ed una nel nuoto. Ma perché anche le Olimpiadi degli omosessuali? “Non è affatto la pulsione a ghettizzarsi”, risponde l’onorevole campionessa, “né tanto meno il bisogno di rimarcare la diversità. È invece la voglia di lottare contro le discriminazioni attraverso lo sport, che è un grande strumento di trasmissione di modelli culturali e messaggi positivi”. Tant’è che gli Eurogames, invenzione del Nord Europa, si tengono ormai da vent’anni. A Barcellona, da giovedì sino a ieri sera, hanno gareggiato 5.000 atleti, e la squadra italiana era numerosa, 300 appunto. Tutti in maglia azzurra con la scritta Italia sulla schiena, e sul petto il simbolo del Gsi, il coordinamento nazionale di lesbiche, gay e trans per lo sport, che ha compiuto da poco il suo primo anno di vita. Se non è una cosa seria? Anna Paola Concia tiene a sottolineare che l’Eglsf, federazione sportiva europea gay e lesbiche, “Ha firmato con la Uefa un protocollo per la lotta alle discriminazioni dei gay e delle lesbiche nel mondo del calcio”.

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A Sydney per il "Sexpo" con il record mondiale di orgasmo femminile.

Aspettando il Misex, dove ovviamente andrò, puntiamo l'attenzione sulla fiera del sesso che si sta tenendo a Sidney: il Sexpo. Grande affluenza di pubblico e numerosi spogliarelli, performance di lap dance, partite di strip poker ma anche... la gara per raggiungere il record mondiale di orgasmo femminile... Continua su SessoNews.

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