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domenica 25 maggio 2008

Al via a San Paolo del Brasile il gaypride più grande del mondo. E a Rio erano cinque milioni.

Sono attesi oltre tre milioni di partecipanti.
(Apcom) Ha preso il via nella centralissima Avenida Paulista il Gay Pride di San Paolo che anche quest'anno si avvia a battere il record mondiale per dimensione e numero di partecipanti.

La 12° edizione dell'evento è stata aperta alle 12.30 circa locali (le 17.30 in Italia) dalla famosa Drag Queen Silvetty Montilla, tra le promotrici dell'evento. Montilla ha dichiarato di "prevedere almeno 5 milioni di persone". Più prudente il comune di San Paolo, secondo cui l'aspettativa è di circa 3,5 milioni di persone.

Il sindaco della città brasiliana, Gilberto Kassab, che appoggia ufficialmente l'evento, ha definito la parata gay "uno degli eventi più importanti della città di San Paolo". La massiccia partecipazione è dovuta anche al clima. Su San Paolo splende il sole e anche se per il calendario brasiliano si è in autunno, la giornata è estiva, con temperature oltre i trenta gradi.

Il settore turistico ha di che festeggiare. Secondo l'associazione San Paolo Turismo, delle 46 mila stanze disponibili nella rete alberghiera paulistana, l'85% sono occupate da partecipanti alla sfilata. Dopo l'avenida Paulista il corteo si dirigerà nella Rua Consolaçao fino alla Piazza Roosvelt. In mezzo al corteo sono previsti ben 22 camion con altoparlanti che diffondono musica. Saranno distribuiti un milione e trecentomila preservativi.
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Rio de Janeiro: In 5 milioni al Gay Pride.
(Agr) Almeno cinque milioni di persone hanno partecipato al Gay Pride di Rio de Janeiro. Le cifre sono state fornite dagli organizzatori. La prima sfilata dell'orgoglio omosessuale, in Brasile, ebbe luogo nel 1996: vi parteciparono solo 2mila persone.

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Arcigay: Ecco la piattaforma-lista della spesa per l'incontro con Alemanno. Tanta demagogia e conferma dei propri privilegi.

Sei punti che saranno sul tavolo.
(Apcom) Le amministrazioni locali devono sapere rispondere "con politiche e interventi forti" dopo i gravi attacchi che la comunità lesbica, gay e trans ha subito negli ultimi mesi nella Capitale. Per questo durante l'incontro con il sindaco Alemanno, previsto per domani in Campidoglio, Arcigay chiederà al primo cittadino l'adozione della piattaforma messa appunto da Arcigay e da altre associazioni, che si articola in sei punti "fondamentali, per la costruzione di una capitale europea, di una città moderna, plurale, aperta a tutte le culture e a tutte le identità". E' quanto si legge in una nota di Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma, che sottolinea come "questo confronto non può prescindere dal riconoscimento del valore sociale e culturale del Pride: un momento di visibilità e valorizzazione per tutte le differenze e minoranze che rappresenta un patrimonio della nostra città e per il nostro Paese".

Di seguito i sei punti della piattaforma:

1) Per l'asilo politico di gay lesbiche e trans perseguitati o condannati a morte in altri paesi: molti sono clandestini e con le nuove leggi rischiano il rimpatrio immediato nella propria nazione. Roma si attivi per far abolire le condanne a morte e per sostenere progetti di accoglienza e di cittadinanza. Perché la nostra città si accrediti come capitale della difesa dei diritti umani e civili anche attraverso la costituzione di parte civile del Comune di Roma in cause che riguardano la discriminazione delle persone LGBT.

2) Nuove tutele e servizi per le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali, secondo le competenze dell'amministrazione, per rafforzare e incrementare i servizi e le opportunità offerte a tutte le forme familiari, a prescindere dal tipo di riconoscimento giuridico, come ad esempio per quanto riguarda l'assegnazione delle case popolari e il sostegno economico alle giovani coppie.

3) Analisi sulle condizioni di vita delle persone lesbiche, gay e trans finalizzate a individuarne le problematiche e la percezione sociale dell'omosessualità e della transessualità, per elaborare e incrementare i servizi rivolti alle persone lesbiche, gay e trans sul territorio.

4) Sostegno e riconoscimento delle iniziative culturali della comunità lesbica, gay, e trans, riconoscendo le iniziative della Gay Street di via di San Giovanni in Laterano come luogo di aggregazione, visibilità e dialogo. Valorizzare la funzione informativa e documentaria svolta sul territorio cittadino dalle biblioteche comunali incrementando l'acquisizione di testi relativi alle tematiche omosessuale e transessuale.

5) Azioni formative nelle scuole, nella pubblica amministrazione, nelle aziende municipalizzate per il contrasto del bullismo, dell'omofobia e della transfobia; incrementare l'inserimento professionale anche attraverso specifici programmi di formazione specie per le persone trans.

6) Azioni mirate a supportare gli eventi sportivi contro la discriminazione per le persone lesbiche gay e trans, come avviene in molte città europee.
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La dichiarazione di GayLib.

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Carlo Giovanardi: Pronto ad incontrare l'Arcigay.

Ma d'accordo con Carfagna su no patrocinio governo a Gay Pride.
(Apcom) "La CoPortavoce nazionale di Gayleft e collega parlamentare Concia mi ha chiesto di incontrarla e la vedrò ben volentieri. Anche l'Arcigay chiede un incontro al governo? Per me va assolutamente bene". Così Carlo Giovanardi sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia e alla Droga, risponde a chi gli chiede se l'esecutivo sia pronto a incontrare i rappresentanti del mondo omosessuale dopo gli ultimi episodi di discriminazione e violenza.

"Vedrò la Concia, non per la mia delega sulla famiglia, ma perchè dobbiamo essere molto attenti alla tutela dei diritti individuali. Ho guardato con attenzione alla pronuncia della Cassazione - ricorda il sottosegretario - che ha parificato alcuni diritti della convivente a quelli della moglie. Ciò dimostra che in Italia, al di là dei furori ideologici, c'è una tutela di situazione che non sono fondate sulla famiglia".

Giovanardi si dice però d'accordo "con la decisione della collega Carfagna", che ha negato il patrocinio del governo al Gay Pride nazionale: "Un conto è la rivendicazione dei diritti - sottolinea - altro sono manifestazioni folkloristiche e offensive dell'altrui sensibilità come i cortei del Gay Pride".

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Continua la polemica dell'Arcigay verso la Ministra Carfagna. Mancuso: Gay pride caricatura? Forse lo è lei.

(Apcom) Dal ministro Carfagna "non serve solidarietà pietista ma servono azioni concrete e serve che dica cosa intende fare per mettere in pratica queste azioni. Noi vogliamo sapere se il Ministro è d'accordo con l'estensione della Legge Mancino che allarga i reati di odio per orientamento sessuale". Lo afferma Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, in una nota.

"È insopportabile - prosegue - che il ministro Mara Carfagna dica un giorno si e l'altro pure che si occuperà solo dei casi singoli di discriminazione. Questo non è il ruolo o il compito di un ministro. Il caso singolo di Cristian Floris fa emergere un problema vastissimo ma è del fenomeno generale che si deve occupare Mara Carfagna perché ella ha il potere di mettere in pratica azioni concrete, attraverso strumenti legislativi, per evitare o disincentivare le discriminazioni collettive".

"E poi - conclude Mancuso - la smetta il ministro di parlare del corteo del Pride come di una caricatura perché, dalle sue prime uscite pubbliche, ci sembra piuttosto sia la Carfagna stessa una caricatura di un ministro, abbiamo capito che non parteciperà ai Pride ma per questo non sentiremo la sua mancanza. E la smetta di dire che non finanzierà nulla perché nessuno le ha mai chiesto un centesimo per quanto riguarda i cortei perché semmai i contributi sono stati chiesti per gli eventi culturali collaterali".

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Su proposta di Alemanno. A Roma via Giorgio Almirante, terrorista.

(Gennaro Carotenuto) In molti hanno scritto dell’Almirante antisemita e dell’Almirante massacratore repubblichino e ci vuole un tir di Maalox (o lo stomaco di Veltroni, “nulla fermerà il dialogo con il PDL”) per mandarlo giù.

Ben pochi invece si sono soffermati sul fatto che Giorgio Almirante fu amnistiato solo perché ultrasettantenne dal reato di favoreggiamento aggravato agli autori della strage di Peteano, nella quale tre carabinieri furono fatti saltare in aria.

Giorgio Almirante, il grande statista al quale Gianfranco Fini rende omaggio e Gianni Alemanno vuol dedicare una strada romana, per la legge italiana è però un terrorista complice dell’assassinio di tre carabinieri. Ecco tutta la storia.

Il 31 maggio 1972, in Peteano di Sagrado, in provincia di Gorizia, mentre in televisione trasmettevano Inter-Ajax, morirono dilaniati in un attentato il brigadiere Antonio Ferraro di 31 anni e i carabinieri Donato Poveromo e Franco Bongiovanni di 33 e 23 anni. Rimasero gravemente feriti il tenente Francesco Speziale e il brigadiere Giuseppe Zazzaro.

Nonostante i morti fossero tre poveri carabinieri (nella foto), immediatamente una cortina di depistaggi fu elevata per coprire i responsabili. Come per Piazza Fontana si diede per anni la colpa ai rossi; la strategia della tensione serviva per quello e funzionava così. pateano_3Tra i principali depistatori vi fu il generale Dino Mingarelli, condanna confermata in Cassazione nel 1992 per falso materiale ed ideologico e per soppressione di prove, e il generale piduista Giovanbattista Palumbo, che all’epoca era comandante della divisione Pastrengo di Milano e che aveva competenza su tutto il Norditalia, che inventò la pista rossa di sana pianta. Per difendere gli assassini di tre carabinieri due dei maggiori in grado dell’arma delle vittime, per anni ne fecero di tutti i colori, manomettendo e facendo sparire le prove, come si legge nelle sentenze e come racconta benissimo il giudice Felice Casson in un libro intervista che uscirà in futuro.

La strage avvenne a 15 giorni dall’omicidio Calabresi e tre settimane dopo le elezioni politiche del 7 maggio nelle quali l’MSI era cresciuto fino all’8.67%, massimo storico e ad un passo dal PSI. I colpevoli materiali della strage, condannati all’ergastolo con sentenza definitiva, erano gli iscritti all’MSI friulano Carlo Cicuttini e Vincenzo Vinciguerra insieme ad Ivano Boccaccio, ucciso pochi mesi dopo i fatti in uno strano tentativo di dirottamento aereo all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, in ottobre. Con Peteano c’entrano tutti, i vertici dei carabinieri, l’MSI (al quale erano iscritti tutti i terroristi) la P2, Gladio, i servizi italiani e la CIA nel pieno della strategia della tensione. Destabilizzare per stabilizzare.

Per trappolare la 500 di Peteano furono usati materiali di Gladio conservati ad Aurisina e tecniche che venivano insegnate alla Folgore a Pisa. Risoltosi il problema di Boccaccio, restavano Cicuttini e Vinciguerra. Abbiamo già detto che la strategia della tensione serviva a destabilizzare per stabilizzare e proprio l’MSI la stava capitalizzando, come il voto del 7 maggio aveva appena dimostrato. E quindi i camerati andavano salvati. E qui interviene il nostro. Dopo la morte di Boccaccio a Ronchi, Vinciguerra e Cicuttini, segretario dell’MSI a San Giovanni a Natisone, in provincia di Udine, che faceva i comizi con Giorgio Almirante, nonostante non fossero ancora stati inquisiti per Peteano (le piste fasulle staranno in piedi per anni), si erano comunque resi latitanti. Latitanza dorata nella Spagna di Francisco Franco, dove il loro punto di riferimento era Stefano delle Chiaie e dove con questo si dedicavano al traffico d’armi. Cicuttini sposò perfino la figlia di un generale. C’era un solo punto debole del piano: la voce di Cicuttini registrata sia nei comizi dell’MSI sia nella telefonata con la quale Cicuttini attira i carabinieri nella trappola a Peteano.

E fu proprio Giorgio Almirante, il fascista in doppio petto, quello rispettabile, quello con il senso dello Stato, a proteggere l’autore della strage di Peteano fino a mandargli 34.650 dollari statunitensi in Spagna proprio per operarsi alle corde vocali. Ciò è processualmente provato. Almirante consegnò personalmente i soldi all’avvocato goriziano Eno Pascoli che li fece avere a Cicuttini a Madrid, via Svizzera. Almirante e Pascoli, incriminati per favoreggiamento dell’autore della strage di Peteano furono rinviati a giudizio insieme. Ma mentre Pascoli sarà condannato, la condanna di Almirante seguirà un corso diverso. Il capo dell’MSI godeva infatti dell’immunità parlamentare dietro la quale si trincerò perfino per evitare di essere interrogato. La tirò avanti per anni di battaglie nelle quali non fu mai in dubbio la sua colpevolezza, finché non intervenne un’amnistia praticamente ad personam, della quale beneficiava solo in quanto ultrasettantenne. Giorgio Almirante, l’uomo d’ordine, dovette chiedere per sé l’amnistia perché il dibattimento lo avrebbe condannato e ne beneficiò (mentre il suo complice fu condannato) per il reato di favoreggiamento aggravato degli autori (militanti e dirigenti del suo partito) di un attentato terroristico nel quale vennero uccisi tre carabinieri. Non si parla di violenza politica o di strada, di giovani di destra e sinistra che si fronteggiavano e a volte si ammazzavano; stiamo parlando del peggiore stragismo. Dedichiamogli una strada, lo merita: Via Giorgio Almirante, terrorista.

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Due settimane al via degli Europei di ginnatisca ritmica.

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(Torino blogosfere) Dal 5 al 7 giugno si svolgerà a Torino la ventiquattresima edizione dei Campionati d'Europa di Ginnastica ritmica, negli spazi del Palasport Olimpico (noto anche come PalaIsozaki) di corso Sebastopoli 123.

Un nuovo appuntamento di livello internazionale per la città, un appuntamento di prestigio a poche settimane dall'inizio delle Olimpiadi.

Un'occasione importante anche per ammirare le capacità della nazionale italiana, tra le migliori a livello mondiale e tra le più vincenti del panorama tricolore negli ultimi anni. posterhome.jpg

La squadra azzurra è in costante ascesa: nell'ultimo quadriennio, a partire dalla medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene 2004, hanno raccolto ben 38 medaglie.

Tra i successi più prestigiosi: un oro mondiale a Baku 2005, 2 medaglie d’argento e un bronzo agli Europei di Mosca, tre argenti ai Campionati del Mondo di Patrasso 2007 e l’argento alle Preolimpiche di Pechino lo scorso anno.

"I Paesi dell'est d'Europa sono i più temibili, agli Europei come anche alle Olimpiadi - ha detto l'allenatrice della squadra, Emanuela Maccarani -. Fino a qualche anno fa l'obiettivo dell'Italia era arrivare in finale, tra le prime otto. Oggi non possiamo più accontentarci, e devo confessare che il nostro obiettivo è salire ancora una volta sul podio".

Ad anticipare l'inizio delle gare, è prevista anche una cerimonia inaugurale per la serata del 4 giugno (piazza Castello, ore 21): alle fasi protocollari e alla tradizionale sfilata delle rappresentative nazionali si alterneranno momenti di spettacolo curati dalla Scuola di circo Flic.

L’evento coinvolgerà decine di artisti tra ballerini, clown, acrobati e musicisti e sarà concluso dai fuochi d'artificio che illumineranno il cielo sopra i Giardini Reali e il centro storico della città.

Anche al termine delle gare, nella serata di sabato 7 giugno, è previsto un momento di spettacolo: il Galà, nel corso del quale le migliori atlete della ritmica europea si esibiranno in coreografie create per l’occasione, sulle note delle musiche composte da Henoel Grech e la partecipazione della torinese Silvia Cortella (in arte Emma Re), l’unica artista italiana che canterà alla Cerimonia d’Apertura delle Olimpiadi di Pechino 2008.

Torino, si dice, è la città italiana in cui la ginnastica ritmica nacque: nel 1844, infatti, vide la luce la Reale Società Ginnastica di Torino, prima storica società tricolore. Un motivo ulteriore, se ce ne fosse bisogno, per accorrere al Palasport Olimpico dal 5 al 7 giugno!

Per informazioni su biglietti e orari, consultare il sito ufficiale dell'evento.

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Ciò che la destra dice e la sinistra pensa: La Carfagna sul gaypride ha detto cose sensate.

La fiera delle ovvietà (e della grettezza).

(Il blog sull'orlo del mondo) Vedendo la foto del ministro Carfagna, forse vi aspetterete un'invettiva satirica o feroce contro di lei. In rete se ne trovano moltissime... basta cercare!
E invece no. Mi consento una riflessione domenicale su certi luoghi comuni che mai come in questi giorni riempiono la bocca degli italioti...
Partiamo proprio da Mara Carfagna. Tutti a scandalizzarsi perchè è diventata ministro... I maggiori capi d'imputazione che le muovono sono questi:
- E' la "pupilla" del Berlusca (e questo, ok, ci può stare come demerito!)
- E' giovane;
- E' donna;
- E' GNOCCA!
- Ha lavorato in TV.

Prima delle elezioni tutti gli schieramenti politici si auguravano un parlamento che fosse soprattutto:
- Più giovane;
- Caratterizzato da una forte presenza femminile.

Specifichiamo che le stesse cose se lo auguravo gli italiani, almeno così dicevano i sondaggi.
Vediamo gli altri capi d'accusa:
- Berlusconi ha un occhio di riguardo per lei.
Che il cav. sia un satiro, si sa. Da qui ad arrivare all'assunto che se la sia portata a letto, mi sembra davvero discriminante verso il genere femminile. Davvero la cosa è così scontata? Può darsi che sia successo, ma in fondo "dare via il popò" è quello che metaforicamente fanno tutti i politici che vogliono arrivare a un certo livello. E forse qualcuno ha fatto di peggio che non flirtare con un leader di partito. Tanti si riempiono la bocca della parola "meritocrazia" pur essendo i primi a fare carte false per un pubblico impiego di tutta convenienza... o sbaglio?
- Ha lavorato in TV.
Ma va? Perchè, gli altri politici che ci spaccano i cojoni da anni a Porta a Porta, che fanno? Almeno la Carfagna faceva programmi d'intrattenimento (orrendi, ma d'intrattenimento)... E poi anche il ragionamento valletta= stupida oca, è di un demagogico spaventoso. Certo, molte show girl sono delle inutili tappezzerie televisive, ma non per tutte è così. Fa parte di quella serie di luoghi comuni un po' idioti: i neri ce l'hanno grosso, i nani sono cattivi, i politici sono tutti ladri...
- E' GNOCCA (!)
Ragionamento sessista. Credo si giustifichi così: l'uomo medio mal sopporta che una bella donna stia in un posto di potere. Perchè l'uomo (quello italico specialmente) ha un genetico senso di superiorità verso il sesso femminile. Quando la critica invece viene da una donna, credo si tratti solo di invidia.

La miglior cosa da fare sarebbe valutare il ministro Carfagna in base a ciò che farà. E qui già vi sento: "si è rifiutata di patrocinare il gay pride! Quella razzista, omofoba etc etc". Allora, tra le tante cose che si sono lette, è passata in sordina una dichiarazione del ministro, che dice così: "(...) I gay pride sono inutili, in quanto non fanno altro che inneggiare alla diversità, favorendo piuttosto una maggiore (auto)emarginazione. Non è certo con quella specie di carnevale che si possono combattere i casi di omofobia sul luogo di lavoro citati, meno è il clamore meglio è possibile operare sui casi singoli e favorire una normale e soprattutto tranquilla integrazione."
Dichiarazione condivisibile? Forse no, ma è sensata. A me è piaciuta, anche perchè da tempo la vedo così. La carnevalata del gay pride la trovo veramente una cazzata (non sono un ministro, posso evitare i giri di parole), che non fa altro che dipingere gay e lesbiche come dei freaks da circo... Certo questo non è il miglior modo per far capire al classico italiano di mezza età, cattolico di nascita, che sono persone del tutto normali e tranquille.

Va beh, dopo questa requisitoria sul ministro Carfagna, mi aspetto almeno che mi mandi una fotografia autografata ^_^

Ricordo ai lor signori pronti a insultarmi, che il sottoscritto ritiene Forza Italia il partito più dannoso (e per certi versi indecoroso) dell'attuale panorama politico italiano... Poi se volete fare commenti da stadio, fate pure: li cancellerò tranquillamente, perchè questo è un blog a democrazia limitata. Magari prima o poi passerà George dabliu Bush a esportarne un po'...

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Berlino c'è chi è stanco dei gaypride e chi inaugura un monumento alle vittime gay del nazismo.

Gay Pride, un quartiere di Berlino dice no.
(Daniele Stefanoni - Babilonia) Berlino ha da tempo interamente sposato la causa gay-lesbo. In occasione dell’annuale Gay Pride- che quest’anno sarà il 28 giugno-, ogni palazzo comunale delle singole circoscrizioni in cui è divisa la grande metropoli issa la bandiera arcobaleno simbolo della lotta al pregiudizio anti-gay. Tutti tranne uno. Marlis Wanjura, sindaco del distretto di Reinickendorf, di sventolare bandiere di sorta non ne vuole sapere. Già l’anno scorso oppose resistenza scatenando le ire non solo del movimento glbt ma anche della città tutta, generalmente molto gay-friendly. Nel corso di un discorso, celebre fu il suo paragone della causa gay alla propaganda nazista.
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Berlino: martedì inaugurazione monumento alle vittime gay del nazismo.
(Agr) Un monumento dedicato agli omosessuali vittime di persecuzioni durante il nazismo verrà inaugurato martedì prossimo nel centro di Berlino. Il memoriale sorge non lontano dalla Porta di Brandeburgo, nei pressi del monumento alle vittime dell'Olocausto. Le stime parlano di una cifra tra 5mila e 15mila omosessuali deportati nei lager tra il 1933 e il 1945.

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Nessun passo indietro dal neo ministro Carfagna sul gay pride: "rimango contraria".

"Una caricatura del mondo gay, non sono d'accordo"
(Federica Giordani - La Voce) "Ci sono degli episodi di discriminazione gravissimi. Ho chiamato Cristian Floris per esprimergli la mia solidarietà" Cos' il neo ministro per la pari opportunità Mara Carfagna si è espressa circa l'aggressione avvenuta ai danni del giovane conduttore di una trasmissione radiofonica gay.

"E' mio compito fare il possibile per evitare tali aggressioni e discriminazioni. I responsabili di queste aggressioni devono essere presi e puniti." Pena certa, e svera per chi compie questi atti discriminatori, ma la Carfagna non cambia idea sul Gay Pride: "Io resto contraria al patrocinio del gay Pride : è una manifestazuone che da ua visione caricaturale del mondo gay."

Resta il fatto che negli ultimi mesi il clima in Italia verso le minoranze si è fatto molto teso: episodi di violenza e intolleranza sempre più frequenti, ma il Ministro non crede alla possibilità di fare un collegamento tra le nuove attività del Governo contro la cladestinità e tali episodi.
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The Fashion: Abbiamo un ego gigantesco, ma siamo bravissimi.

the-Fashion

(Christina Marinoni - Panorama) The Fashion, band danese tra le più innovative del panorama europeo, farà da supporter ai Negramaro, al concerto di San Siro, il 31 maggio. Christian Lignell Bækholm, bassista dei The Fashion, presenta il nuovo album omonimo e i suoi compagni di palco.

Vi chiamate The Fashion : siete forse patiti di stile e look?
Non c’entra la moda, bensì il modo in cui facciamo musica. Con questo album, poi, abbiamo sfoderato tutte le nostre qualità. Ci siamo detti: “Freghiamocene delle regole, lasciamoci andare all’ispirazione e vediamo cosa riusciamo a combinare”.
Senza nemmeno le restrizioni della casa discografica?
Esatto. Abbiamo fatto tutto da soli: Sony si occupa del business, la creatività è solo affare nostro
Siete stati a lungo lontano dalle scene: eravate a corto di idee?
Abbiamo realizzato il primo album, Rock Rock Kiss Kiss Combo, in sei mesi: siamo partiti dalle nostre radici punk rock ed è stato un gioco da ragazzi metterlo insieme. Per The Fashion abbiamo lavorato quattro anni per dare il meglio di noi e spaziare: dance, indie, punk rock delle origini.
Qual è il tema dell’album?
È un lavoro autobiografico: i nostri ego sono dannatamente giganteschi, questa è la verità! L’intero cd è un viaggio nel mondo dei The Fashion : in Like Knives raccontiamo del nostro ritorno. I coltelli del titolo sono una metafora e si riferiscono alla violenza psicologica - non a quella fisica - che abbiamo subito: alcuni ci davano per spacciati, invece eccoci qui. Con gli occhi puntati addosso e per questo siamo più “affilati” che mai. Lo stesso concetto appare in Dead Boys: chi sparisce e torna in pista è sempre guardato di traverso».
“Solo Impala (Take The Money and Run)” di cosa parla?

Delle nostre passate esperienze con l’industria discografica, tutte terribili. Il titolo non significa nulla, credo si riferisca al nome di un’automobile americana, ma non mi chieda quale: Jacob (Printzlau, il cantante, ndr) ha trascritto il nome in malo modo.
E “Letters from the ambulance”?
Descrive il tempo trascorso sino al momento di entrare in studio: un sacco di volte siamo stati sul punto di dividerci, ma siccome insieme ci diveritamo come pazzi, continuiamo l’avventura.
Colpa dell’ego enorme, se stavate per sciogliervi?
Di che altro! Non è facile trovare l’equilibrio: abbiamo tutti e quattro un caratteraccio, ma siamo bravissimi!.
Un pregio e un difetto di ciascuno?
Comincio da me: nelle giornate nere, sono la persona più intrattabile sulla faccia della terra, ma quando sono in forma, do il massimo. Jacob (il leader, ndr) è un grande artista. Oltre a essere un musicista eccellente è un regista talentuoso: il video di Like Knives l’ha girato lui, sua è stata l’idea. La nota dolente? L’inaffidabilità. “Genio e sregolatezza” descrive alla perfezione Anders (Find Axelsen, il chitarrista, ndr). Jakob (Ankær Johansen, ndr) non mi piace che fumi; è molto pigro, e infatti suona la batteria. Dorme sempre o mangia, però è sempre positivo e tiene su il morale soprattutto quando stiamo via da casa a lungo: mia figlia mi manca da morire.
A proposito di lontananza: a fine mese suonerete in Italia, invitati dai Negramaro
Il mio primo ricordo del vostro Paese risale a una gita scolastica: Roma mi aveva emozionato così tanto che ci sono tornato con mia moglie. Non vediamo l’ora di esibirci a San Siro - il tempio del calcio italiano - e di scambiare due chiacchiere con il pubblico. Venite a cercarci!

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Chi nega e chi "sfrutta" l'esistenza del mondo lgbt.


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(Il Tempo) Per un ministro delle Pari Opportunità che rifiutando il patrocinio al Gay Pride sembra negare l'esistenza di una fetta di popolazione, c'è tutto un mondo, quello delle aziende e della comunicazione, che a questa fetta fa sempre più attenzione. Con iniziative forse un po' furbette, come accusa qualcuno, ma certamente coraggiose, innovative ed esemplari.

È il caso della Philips, il colosso dell'elettronica. Che per pubblicizzare il suo nuovo epilatore elettrico indolore ha ingaggiato un transgender. «Sentirsi una donna è difficile con tutti i miei peli», dice mentre si depila il venticinquenne Karis, modello di Los Angeles, nella campagna per Satinelle Ice ideata dall'agenzia DDB. Spiegando, non senza una punta d'ironia, che essendo uomo non sopporta il dolore. Un commercial simpatico e di buon gusto, insomma, che però non ha mancato di scatenare le solite polemiche, tra accuse di "appoggiare chi va contro natura" e altre amenità da Medioevo.

Potenza del marketing. Che dire poi di L'Oreal Paris, che - riporta Prima Comunicazione - vanta come direttore generale internazionale l'algerino Youcef Nabi, un personaggio che "a vederlo non sembra né un uomo né una donna - forse le due cose insieme o forse una terza identità". Un individuo che il caso vuole ami vestirsi in abiti femminili, e che ha portato nuova linfa al mercato della cosmesi. Come quando arruolò l'allora 68enne Jane Fonda e la fece diventare un'icona di bellezza per tutte le età. Un individuo che è riuscito, scrive il mensile, a trasformare lo slogan da lui stesso inventato («Perché io valgo») «in un qualcosa di più sostanzioso, più serio, più consapevole e più moderno». E scusate se è poco. «L'Oreal non valuta le persone in base all'orientamento sessuale, politico o religioso, ma in base al talento e alle capacità», commenta l'azienda. Che tra l'altro è tra gli sponsor del Life Ball, il più grande evento di beneficenza europeo per le vittime dell'Aids: un'enorme festa «en travesti» nel municipio di Vienna, tra piume di struzzo, body art e qualche frustino.

Insomma, mentre chi la governa resta miopemente al palo, la società si evolve, trovando i propri modi per certificare le varie realtà che la compongono. «La pubblicità - scrive un blogger a proposito di Philips - ha fatto quello che dovrebbe fare uno Stato civile: riconoscere l'esistenza di tutti i propri cittadini e trattarli nello stesso modo, senza differenze di classe, religione, sesso o gusti personali». Chissà che un giorno non lo faccia anche il ministro delle Pari Opportunità.

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Manifestazione in piazza Indipendenza contro il proclama del vicesindaco che espelle da Treviso gli omosessuali.

«Gentilini, metti giù le mani dai gay».
(Il Gazzettino) Ragazzi armati di scope, ramazze, secchi e di tutto quel che serve per tirare a lucido la città invaderanno questo pomeriggio alle 15 piazza Indipendenza. Non si tratta di un'iniziativa ecologica, bensì della manifestazione contro l'omofobia e ogni genere di discriminazione.

Ideatori della stravagante quanto scenografica trovata, i rappresentanti del Forum Giovani di Sinistra, del Queerquilia-Circolo Gay Lesbico e dell'Ubik Lab. E sempre oggi, in piazza Borsa a partire dalle 10, si svolgerà un'altra manifestazione, questa volta organizzata dalla Provincia e dedicata alle famiglie. Insomma, nell'arco di 24 ore ogni tipo di modello sociale e "famiglia" possibile sfilerà per le strade cittadine.

"Facciamo pulizia!", questo il grido di battaglia degli organizzatori della prima giornata che dicono di aver deciso di prendere a esempio le parole del vicesindaco Giancarlo Gentilini, quelle sulla famosa "pulizia etnica degli omosessuali". "Noi però faremo ripulitura; rigorosamente in sacchi differenziati, di tutto il sudiciume che l'Amministrazione comunale sta spargendo sulla città da anni. Vale a dire omofobia, sessismo, xenofobia, ed ogni tipo di discriminazione. Noi amiamo Treviso e vogliamo vederla pulita dall'odio e dalla grettezza", dicono gli organizzatori.

Il guanto di sfida ideologico è stato lanciato dai ragazzi che non lesinano le parole: "Anche se il Comune pensa che ci siano piazze-salotto e piazze-sgabuzzino, alcune da concedere a gruppi riottosi, altre da vietare a manifestazioni pacifiche, noi riteniamo che tutte le piazze di Treviso siano ugualmente belle e degne di essere linde e splendenti, pulite con il rispetto e illuminate dalla ragione".

Non è casuale neppure la scelta della data che richiama alla memoria un episodio storico molto significativo per il Paese: "Come nel 1915 l'Italia entrava in guerra contro i grandi imperi centrali, così nel 2008 le lesbiche, i gay, le donne, gli immigrati e tutte le persone discriminate scendono in guerra contro i grandi discriminatori trevigiani".

La manifestazione, che inizialmente si doveva svolgere sabato 17 maggio, Giornata Mondiale contro l'Omofobia, è stata spostata al 24 maggio per permettere ai trevigiani di partecipare alla manifestazione di Verona in ricordo di Nicola Tommasoli.

Parallela, invece, la seconda Festa della Famiglia, alla quale parteciperà anche il ministro Maurizio Sacconi: ci saranno laboratori manuali e ludico-creativi, rivolti ai bambini e anche ai genitori che desiderano intensificare e migliorare il rapporto con i figli o, più semplicemente, trascorrere due giornate, oggi e domani, con i propri cari.

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Presentato a Firenze "Videoqueer!, il concorso dei corti Glbt.

Mille euro in premio al vincitore.
(Apcom) Un concorso nazionale video dedicato esplicitamente a raccontare l'universo gay, lesbico, bisex e transgender. Il suo nome è Videoqueer, e dà l'opportunità di raccontare brevi storie, tra quotidianità e voglia di affermazione, tra desideri e fantasie, stimolando il confronto interculturale tra condizioni e punti di vista diversi. Il video (in formato vhs e dvd), della durata massima di 3 minuti, può essere un documentario ma anche una fiction, un video-arte o elettronica. Il materiale deve essere inviato entro il 15 ottobre 2008. Il vincitore riceverà in premio 1.000 euro.

I migliori video verranno selezionati dagli organizzatori e proiettati durante la sesta edizione del Florence Queer Festival, rassegna di cinema e video queer che si terrà a Firenze dal 28 novembre al 4 dicembre: una giuria composta da esponenti del cinema e della comunità queer voterà il miglior video, il cui autore/autrice vincerà 500 euro e la possibilità di veder proiettato il suo lavoro nelle principali rassegne a tema italiane. Il concorso è stato organizzato da Ireos, in collaborazione con l'assessorato alle pari opportunità e politiche giovanili del Comune di Firenze e con Eventi Srl.

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La Ministra Carfagna esprime solidarietà al conduttore gay aggredito.

Dal Governo nessuna discriminazione contro gli omosessuali.
(AdnKronos) ''Quello che e' accaduto a Christian e' gravissimo, la mia condanna e' ferma l'orientamento sessuale non puo' determinare discriminazione e violenza''.
Con queste parole il Ministro delle Pari Opportunita' Mara Carfagna e' intervenuta in diretta a Radio Citta' Futura dove Christian Floris trasmette ogni domenica, un appuntamento che non ha voluto mancare nemmeno all'indomani dell'aggressione subita.
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OMOFOBIA/ ARCIGAY: CHIEDIAMO INCONTRO CON IL GOVERNO.
Aggressione a Floris ultimo episodio di una lunga serie.
(APCom) "Siamo davvero preoccupati per ciò che sta accadendo in Italia. Si susseguono in questi ultimi tempi episodi di violenta aggressione nei confronti delle persone gay, lesbiche e trans, senza che la politica metta in campo gli strumenti adeguati della repressione, ma anche della cultura e dell'informazione all'altezza per contrastare un clima d'odio di cui approfittano gruppi dell'estrema destra nazista e fascista". Così afferma in una nota il presidente nazionale dell'Arcigay, Aurelio Mancuso.
"Sottolineiamo, ancora una volta, che le denunce pubbliche da parte degli aggrediti rappresentano solamente la punta dell'iceberg, infatti, molti gay, lesbiche e trans, per paura e sfiducia si rifugiano nel silenzio - spiega Mancuso - Ci appelliamo nuovamente al Parlamento affinché vengano al più presto approvate quelle norme, già presenti in tutti gli Stati europei, che tutelano le persone lgbt al pari di altre minoranze esposte al razzismo e alla xenofobia".
"Chiediamo al Governo un incontro urgente, al fine di poter efficacemente prevenire e contrastare le violente aggressioni e discriminazioni in atto - continua Mancuso - Il miglior modo per esprimere solidarietà concreta a Christian e a tutte le vittime dell'omofobia, è quello di agire presto in modo concreto a favore della salvaguardia della sicurezza di tutti i cittadini".

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Aggredito la scorsa notte a Roma un conduttore del portale deegy.it. La nostra solidarietà

(www.deegay.it) Questa notte intorno alle 2, il nostro conduttore Christian Floris, che aveva appena terminato la trasmissione in diretta del venerdì sera sulla nostra emittente e su un circuito di altre radio e televisioni, è stato aggredito sotto casa da due giovani sconosciuti che dopo avergli sbattuto con forza la testa contro un muro gli hanno intimato di smetterla con trasmissioni che parlano di tematiche legate all'omosessualità.

Christian è stato portato nella notte al pronto soccorso dove è stato giudicato guaribile in 7 giorni. Nella giornata di oggi Christian è stato assistito da Imma Battaglia e da Marco Belfiore di Digay Project ed e stata esposta una denuncia dettegliata dei fatti alla polizia che ha subito garantito di cominciare le indagini per isolare coloro che hanno compiuto questo ignobile atto. Era stato anche deciso di fare silenzio, per il momento, sull'accaduto per facilitare le operazioni delle indagini ma la notizia e sfuggita sulle agenzie nel tardo pomeriggio.
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(La Repubblica. Cristian Floris, 24enne conduttore del portale DeeGay.it, e' stato aggredito la scorsa notte a Roma. Due persone che lo aspettavano sotto casa gli hanno sbattuto la testa contro il muro perche' si occupa di tematiche omosessuali, intimandgli di smettere di farlo. Il ragazzo ha riportato la distorsione della mandibola e numerosi ematomi al volto. "Credo che la matrice di terrore sia la stessa di quella dell'aggressione di oggi al Pigneto - ha detto, - pero' non ho riconosciuto nessuno dei miei aggressori". Secondo Floris, "non bisogna abbandonarsi alla paura": "E' tutta colpa del clima che respiriamo in questi ultimi tempi", ha osservato.
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Ecco le principali reazioni:
Gianni Alemanno: “Riguardo all’aggressione al conduttore di DeeGay.it, Christian Floris, esprimo grande preoccupazione: è necessario che in città venga ripristinata la legalità a 360 gradi”.

Nicola Zingaretti: “E’ evidente che occorre una reazione civile e morale perchè Roma non faccia un passo indietro in quei tempi bui che nessuno vuole che ritornino ancora. Occorre soprattutto eliminare l’odiosa percezione che atti come questi possono avere una giustificazione perchè colpiscono degli esponenti delle cosiddette minoranze, che qualcuno negli ultimi tempi, con troppa disinvoltura, confonde con problemi”.

Imma Battaglia (DìGayproject): “Abbiamo avuto importanti rassicurazioni da parte della Squadra Mobile di Roma del massimo impegno nelle indagini per individuare al più presto gli aggressori. Proprio per tutelare Christian e per non interferire con le indagini in corso si era deciso per il silenzio stampa, e ci rammarica il fatto che non sia stato rispettato. Questi gesti intimidatori, che non fermeranno la nostra battaglia, hanno lo scopo di far salire la tensione e di favorire un clima di caccia al diverso, che giorno dopo giorno diventa sempre più insostenibile. Nella riunione di lunedì con il sindaco Alemanno chiederemo un serio impegno dell’amministrazione e delle forze dell’ordine per contrastare efficacemente questi atti inquietanti”.

Franco Grillini: “E’ evidente che oltre all’intimidazione e al pestaggio, che colpisce una persona e un lavoratore indifeso, si vuole mandare un messaggio di carattere più generale a chiunque sia impegnato sulle tematiche dei diritti civili delle persone omosessuali. Che si vorrebbe ridurre al silenzio. Credo proprio che non sia un caso che ciò avvenga nel bel mezzo di una fortissima polemica politica contro la celebrazione del gay pride che rappresenta la principale iniziativa di carattere politico culturale e rivendicativa del movimento lgbt in Italia e nel mondo”.

Arcigay Roma: “Quanto è successo a Christian e quanto sta avvenendo a molte altre persone che spesso non hanno il coraggio di denunciare o di rendere pubblico quanto avvenuto dimostra che il problema sicurezza riguarda da vicino anche le persone lesbiche, gay e trans”.
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Ndr. A Christian l'incondizionata solidarietà di tutta la redazione.
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