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domenica 17 febbraio 2008

Berlinale 58. Niente a "Caos calmo" menzione speciale al doc italiano su gay e DiCo.

Berlino 58: vince il film da scaricare.
(Pasquale Colizzi - L'Unità) Caos calmo, unico titolo italiano in concorso al 58mo Berlino Film Fest, resta fuori dal palmares. Niente da fare per Moretti e Grimaldi davanti all’outsider brasiliano Tropa de elite di Josè Padilha (nella foto), che ha vinto l’Orso d’oro come miglior film secondo la giuria guidata da Costa-Gavras.

Un‘opera dura, dal montaggio aggressivo e l’aspetto realistico ambientata tra i reparti speciali della polizia di Rio de Janeiro impegnati nella guerra ai narcotrafficanti. Una fotografia impressionate della malavita delle favelas, tra poliziotti corrotti e un’elite brasiliana che invoca il pugno duro ma è anche vorace acquirente di droga e quindi indiretta finanziatrice dei traffici.
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Tropa de elite.

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Il film è stato un campione d’incassi nel suo paese, dove è uscito a ottobre, ma anche un caso nazionale perchè a causa di una copia pirata alcuni mesi prima è circolato su internet gratuitamente. Si è calcolato che lo abbiano visto circa un milione di brasiliani, con un passaparola travolgente che ha trasformato Josè Padilha in una celebrità. Ai tempi si raccontò che pure il Ministro della Cultura Gilberto Gil, allertato dal regista su questa vicenda, ha confessato di avere una copia pirata.
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Daniel Day Lewis alla Berlinale 58.

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Visionario, ambizioso, magnifico orchestratore di There Will Be Blood (Il Petroliere), Paul Thomas Anderson ha vinto l’Orso d’argento per la migliore regia. L’autore americano, che ha sempre amato storie con grandi intrecci di personaggi - dalla giornata piena di casualità di Magnolia al brulicante ambiente del porno in Boogie Night - stavolta ha costruito un’epopea incentrata sulla figura dell’avidissimo petroliere interpretato da un colossale Daniel Day Lewis.

L’attore inglese era sicuramente uno dei favoriti per il premio come miglior attore, che invece è andato a Reza Najie, un operaio che si ingegna dopo un licenziamento in Avaze Ginjeshk-ha dell’iraniano Majid Majidi, uno dei registi di punta del suo paese, che ha iniziato come attore per Makhmalbaf nella prima metà degli anni ’80.

Migliore attrice Sally Hawkins, l’esuberante maestra 30enne nell’affresco leggero e colorato di Mike Leigh, Happy Go Lucky. Un film ottimista, piuttosto insolito rispetto alle atmosfere popolari e un po’ grigie del cineasta inglese.

La prima volta di un documentario al concorso berlinese – Cannes ha lanciato il trend con Michael Moore – ha portato fortuna a Errol Morris. Il suo Standard Operating Procedure (Una procedura standard), sulle sulle torture nel carcere di Abu Ghraib ha vinto l'Orso d'argento per il miglior documentario.

Lake Tahoe di Fernando Eimbcke, Rusalka di Anna Melikian e Brides of Allah di Natalie Assouline hanno vinto il premio Fipresci assegnato dalla stampa internazionale, ciascuno nella propria sezione, Concorso, Panorama e Forum.

L'Orso di cristallo, premio della giuria dei giovani, per The Black Balloon dell’australiana Elissa Down, una storia popolare dedicata ad una famiglia, mentre la coproduzione messicano-statunitense Sleep Dealer del regista newyorkese di origine peruviana Alex Rivera, ha avuto il premio di Amnesty International, perchè mostra «i disastri che provoca nel mondo la globalizzazione in questo nuovo stadio del capitalismo e anticipa un futuro nel quale i paesi ricchi si troveranno costretti a chiudere ermeticamente le loro frontiere».

Unici a raccogliere riconoscimenti in mezzo alla folta pattuglia italiana Luca Ragazzi e Gustav Hofer, il cui Improvvisamente l'inverno scorso (foto a fianco) ha avuto la menzione speciale del premio “Manfred Salzgeber” (per anni curatore della sezione Panorama) dedicato a lungometraggi o documentari particolarmente innovativi. È un doc che viaggia schizofrenico, divertito e preoccupato nell’Italia dell’impossibile legge sulle unioni civili. Il premio principale è andato a Megane (Bicchieri) della giapponese Naoko Ogigami.

La proiezione di chiusura di un’edizione attenta alla musica - prologo spettacolare con Shine a Light , ossia Martin Scorsese che incontra i Rolling Stones - è riservata a Michel Gondry con Be Kind Rewind. Videoclipparo di culto per molti anni, poi promosso a visionario low-fi con pellicole come Se mi lasci ti cancello e L'arte del sogno, l’artista francese ha tirato fuori un’altra delle sue storie surreali.

Protagonista l’attore-musicista Jack Black che, nel tentativo di sabotare una centrale elettrica, si ritrova con il cervello magnetizzato. L’incoveniente però produce la cancellazione di tutte le videocassette del videonoleggio del suo amico Mike (Mos Def) e, per non deludere i pochi clienti, i due si mettono a rigirare “classici”, da Ghostbusters al Re Leone e 2001: Odissea nello spazio.

Naturalmente si procede “artigianalmente” (si dice "sweding"), cioè usando ciò che si ha a disposizione. Ma i nastri diventano subito popolari e il passaparola funziona. Finché un avvocato rampante (Sigourney Weaver) cita i due amici per violazione dei diritti d'autore. Con l’aria che tira, c’era d’aspettarselo.

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Giamaica, attivisti gay chiedono asilo politico in Canada

Sono attivisti del gruppo J-Flag.
Hanno chiesto rifugio e asilo in Canada. Sono alcuni attivisti del J-Flag Jamaica's Forum for Lesbians, All-Sexuals and Gays. Gareth Henry, che parlò al Gay Pride di Londra dello scorso anno ha dichiarato alla rete CBC News che tredici suoi amici sono stati uccisi nell'ultimo anno. La situazione delle persone omosessuali in Giamaica è sempre più drammatica. La feroce omofobia dei cittadini del paese rende praticamente impossibile una normale esistenza, come è anche testimoniato anche dalle canzoni di alcuni rapper giamaicani che inviatno apertamente e uccidere gli omosessuali e come denunciato più volte dalle organizzazioni Internazionali per la difesa dei Diritti Umani. Il sesso tra uomini è illegale per la legislazione giamaicana e può portare a condanne fino a dieci anni e ai lavori forzati.

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Bisessualità: per le donne non è una semplice fase di transizione.

Nella foto Madonna e Britney Spears.
(Paola Pagliaro - Medicina live) La bisessualità nelle donne sembra essere un distintivo orientamento sessuale e non una fase transitoria o sperimentale che alcune donne adottano nel loro percorso verso il lesbismo. O perlomeno questo sembra evincersi dai dati raccolti nella ricerca pubblicata dalla American Psychological Association.

Lo studio, effettuato su un campione di 79 donne non più eterosessuali da almeno 10 anni, ha rilevato che le donne bisessuali mantenevano un andamento stabile di attrazione per entrambi i sessi. Inoltre, la ricerca sembra aver rovesciato lo stereotipo che le donne bisessuali siano disinteressate o incapaci di impegnarsi a lungo termine in delle relazioni di tipo monogamico.

Questa ricerca fornisce il primo esame empirico per formulare ipotesi circa la natura della bisessualità, intesa come un marchio di identità sessuale e come un modello di non esclusiva attrazione sessuale e di comportamento“, scrive la psicologa Lisa M. Diamond, psicologa della Università di Utah che ha condotto lo studio. “I risultati dimostrano una notevole fluidità delle attrazioni delle donne lesbiche verso un orientamento bisessuale, e contribuisce inoltre ad aiutare i ricercatori nella comprensione della complessità delle minoranze con comportamento sessuale che va oltre il ciclo di vita“.

Diamond ha utilizzato il metodo dell’intervista svoltasi in cicli di cinque sedute e ha raccolto i dati da 79 donne che si dichiaravano lesbiche e/o bisessuali da almeno un decennio.
L’età dei soggetti sottoposti al test variava tra i 18 ed i 25 anni. Ecco i principali risultati ottenuti dall’indagine della dottoressa Diamond:

  • Le bisessuali avevano più probabilità delle lesbiche di cambiare la loro identità nel corso dello studio, ma avevano la tendenza a passare da un’identità bisessuale ad una non definita, piuttosto che a risolvere in lesbiche o eterosessuali.
  • Il 17% degli intervistati è passato da una bisessuale o eterosessuale ad un’identità non definita durante lo studio ma più della metà di queste donne è commutata al bisessuale o non definita entro la fine.
  • Nei dieci anni sotto inchiesta la maggior parte delle donne erano state coinvolte in rapporti a lunga durata (ad esempio, più di un anno) di tipo monogamico: il 70% delle auto-identificate lesbiche, l’89% delle bisessuali, l’85% delle donne eterosessuali e il 67% delle non etichettate, entrate poi a far parte della schiera delle eterosessuali.
  • Il 15% delle donne che si sono identificate come lesbiche, all’ultimo seduta di colloqui hanno riferito di aver avuto contatti sessuali con un uomo, nel corso degli ultimi due anni.
    Al contrario, nessuna delle donne che si erano riconosciute nell‘eterosessuale ha riferito di aver avuto contatti sessuali con una donna, nei due anni precedenti.

Questo fornisce un ulteriore sostegno per l’idea che la sessualità femminile è relativamente fluida e mutevole, e che la distinzione tra le donne lesbiche e bisessuali non è una classificazione rigida bensì flessibile e suscettibile di cambiamenti”, ha dichiarato nelle sue conclusioni la Diamond.

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"The Imaginarium of Doctor Parnassus": Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell renderanno omaggio a Heath Ledger.

(Cineblog) Veniamo a sapere che nel The Imaginarium of Doctor Parnassus il ruolo che era di Heath Ledger verrà completato da tre attori che gli renderanno omaggio e i nomi degli attori sono Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell.

Si tratterà quindi di un qualcosa simile a quanto fatto in I’m not there con Bob Dylan. Sembra che nel film il personaggio di Heath Ledger guardando in uno specchio magico cade in un’altra realtà, dove ad interpretarlo sono anche altri attori.

Sicuramente è una scelta più elegante di ricostruire Heath Ledger in digitale o usare controfigure e certamente Terry Gilliam non si poteva permettere di non finire il film.

Fonte: Slashfilm

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Forza Italia lancia la «casa del sesso». Monolocali con videotelefono e massima discrezione.

La regolamentazione della prostituzione secondo Bellomo. La dettagliata proposta fissa anche il numero minimo di prestazioni.

(Alto Adige) Né casa chiusa né eros center, ma solo una “regolamentazione” del fenomeno prostituzione. Pino Bellomo, consigliere comunale di Forza Italia, usa quest’eufemismo per proporre con un documento voto, la creazione a Bolzano di un moderno bordello o più romaticamente, casa dell’amore. La proposta in sé non è nuova. Viene avanzata periodicamente da qualche consigliere. La novità è rappresentata dal fatto che il consigliere azzurro ha già messo a punto il regolamento di gestione e accesso alle case del sesso a pagamento. All’amministrazione si chiede di mettere a disposizione il terreno per costruire uno o più condomini composti da monolocali. La zona dovrebbe essere “protetta” da sguardi indiscreti (leggi mogli, fidanzate, amiche) con un alto muro di cinta e l’amministrazione dovrebbe rilasciare le licenze per bar, negozi, ristoranti e ambulatori, in modo da garantire servizi e riservatezza.
Bellomo ha pensato a tutto, parcheggi compresi. Per i clienti delle prostitute ci sarebbero ampi spazi per le macchine.
La casa, Bellomo, la “disegna” così: all’ingresso, una sala che dovrebbe essere una sorta di ufficio informazioni. Poi una serie di cabine dotate di videotelefono, con cui il cliente tratterebbe direttamente le condizioni e le modalità del rapporto.
Il consigliere azzurro ha elaborato anche la bozza di contratto, dove tutto è codificato anche il fatto che “le condomine - così vengono chiamate le prostitute - dovrebbero garantire - conditio sine qua non - un numero minimo di prestazioni mensili, per evitare che la struttura diventi una seconda casa”.
Non solo doveri però. Alle condomine verrebbe “riconosciuto” il diritto di fissare il prezzo delle prestazioni e di rifiutare il rapporto se il cliente che appare sullo schermo del videocitofono non convince. Al Comune pagherebbero oltre alle tasse normali anche quelle fissate in base alla specifica attività: in sostanza verrebbe introdotta la tassa sesso.

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Gf8. Francesco all'attacco di Christine e lei? Ci sta... Fabio scrive "Silvia ti amo".

(TGcom) Francesco? Tutto tranne che riservato. A Mario ha raccontato le evoluzioni sensuali (e non sessuali come invece sarebbe piaciuto a lui) della notte trascorsa con Christine. Ormai il romano è convinto che l'affiatamento sia sempre più intimo. Lei la bella inglesina si lascia coccolare mostrandosi ogni giorno sempre più disinibita. Francesco sa che per conquistarla dovrà impegnarsi al massimo. Ma sembra che la cosa non lo spaventi.

Almeno lui qualcosa di 'più serio' a cui pensare ce l'ha. A differenza dei compagni di reality che, invece, si occupano di altro. Dei biscotti, per esempio. Il fatto che Fabio abbia a propria disposizione i biscotti non va giù a più di una persona. Da qui il pretesto per sterili discussioni che virano improvvisamente sulla raccolta differenziata, tema che sta particolarmente a cuore ad Andrea. In separata sede, Mario, Francesco e Silvia discutono proprio del bell'Andrea. Francesco lo bolla come eccessivamente permaloso e poi, per non sbagliare, tira in ballo Roberto affermando che il Cumenda "viene, mangia e va a letto: ma mica pulisce!". Quasi come la 'sciura' di una vecchia reclame.

In mattinata una blanda e timorosa corte di Fabio nei confronti di Silvia sfocia in un messaggio che lascia adito a ben pochi dubbi: sul tavolo, il giovane siculo compone la scritta "Silvia ti amo". La diretta interessata risponde con un sorriso, ma l'azione dà lo spunto a Thiago, Benedetta, Francesco, Mario e Teresa per la concertazione di un piccolo giochino: i ragazzi cambiano la composizione delle lettere e, sotto gli occhi della divertita Silvia, sul pianale della cucina lasciano ora in bella mostra un nuovo messaggio: "Andrea, ti voglio". Per tutti è chiaramente uno scherzo ma... lo sarà anche per Silvia?

Per quanto riguarda invece la notte trascorsa nessun colpo di scena se non quello che ha come protagonisti Francesco e Christine che si ritrovano nello stesso letto. Insomma, la musica è quella di sempre. E nell casa fa: "Ehi mambo, mambo italiano..." che è ormai il tormentone ufficiale al quale i nostri fratellini, e chi li segue, non possono sfuggire.

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