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giovedì 19 giugno 2008

Silvio Berlusconi ed una misteriosa amicizia... La dama e il cavaliere.

C'è nella vita di Berlusconi un ex attrice vedova di un discusso faccendiere e oggi ricca ereditiera. Ecco chi è Darina Pavlova. L'amica misteriosa di Berlusconi. Conosciuta in Sardegna.

(Vittorio Malagutti, ha collaborato Francesco Martino - L'Espresso) Dicono di lei che ormai si fa vedere raramente a Sofia, la città che le ha dato fama e ricchezza. Darina Pavlova, ex fotomodella, ex attrice, ex moglie del rampante finanziere Iliya Pavlov, ucciso da un sicario (un solo colpo al cuore) nel marzo 2003, da anni vive negli Usa, non lontano da Washington. E quando fa rotta sull'Europa preferisce l'Italia alla Bulgaria. Shopping a Roma e Milano, vacanze in Sardegna, tra lussi e mondanità varie. Insomma, la bella vita di una bella ereditiera, se non fosse che qualche giorno fa, alla festa per il quarantacinquesimo compleanno di Darina si è presentato nientemeno che Silvio Berlusconi.

Venerdì 30 maggio, rientrato a Roma dalle fatiche del vertice di governo napoletano sui rifiuti, verso le 22 il premier ha bussato alla casa in piazza del Popolo dove la Pavlova aveva dato appuntamento a una quarantina di amici. Tra questi, a parte il menestrello Mariano Apicella, colonna sonora della serata, c'era anche Slavi Trifonov, re del talk show della più importante rete di Sofia, onorato di conoscere l'inventore della tv commerciale italiana. Una festa riuscitissima, avrebbe commentato Trifonov al ritorno a casa, ma da parte loro i cultori del pettegolezzo non hanno potuto fare a meno di ricordare che la Pavlova di piazza del Popolo è la stessa Pavlova descritta un anno fa dalla stampa gossipara bulgara come 'fiamma' di Berlusconi. I giornali scandalistici di Sofia vanno presi con le pinze, ma l'episodio di qualche giorno fa sembra confermare quantomeno un'amicizia.

Darina e il premier si sarebbero incrociati al sole della Costa Smeralda, dove la ricca ereditiera ama trascorrere lunghi periodi di relax in una villa in affitto. Niente di sorprendente. Porto Rotondo e dintorni sono da anni la meta preferita di molti nababbi dei paesi dell'Est, pronti a spendere decine di milioni per le dimore più belle della zona. Ma non è solo questione di vacanze.
L'amica bulgara di Berlusconi avrebbe intenzione di trasferire in Italia la sua residenza principale. Sarebbe questa l'ultima tappa di una vita movimentata. Suo marito Iliya era il prototipo dei nuovi ricchi balcanici, spuntati dal nulla negli anni tempestosi della transizione al capitalismo.

Le voci che descrivono Pavlov (un ex lottatore legato ai servizi segreti) come il gestore di capitali di origine malavitosa lo hanno accompagnato fino nella tomba. Alla sua morte Darina ha ricevuto in eredità le chiavi di un impero finanziario sterminato, il più importante della Bulgaria. Lei che aveva gestito solo un'agenzia di modelle (Megatalent) si ritrovò a capo di decine di società, dall'alimentare alle banche, dall'energia al turismo, tutte riunite sotto le insegne della holding Multigroup, poi ribattezzata MG corporation.

Gran parte di queste attività sono state poi cedute o liquidate. Qualcosa resta. Come gli hotel di lusso sul Mar Nero. E le lussuose proprietà immobiliari negli Stati Uniti. Quanto basta per fare della signora Pavlova una delle donne più ricche dell'Europa orientale. Alcuni documenti bulgari rivelano che almeno una parte del suo patrimonio rimanda a una società del Liechtenstein, una finanziaria battezzata PFCH Anstalt.

Su tutto, però, continua ad aleggiare la fama non proprio cristallina del fondatore del Multigroup. Darina ne ha fatto le spese quando il marito era ancora in vita. Un articolo del settimanale americano 'Us News & World Report' racconta che la signora Pavlova contribuì con mille dollari alla campagna elettorale di Hillary Clinton, all'epoca in corsa per un seggio al Senato. Dopo quell'inchiesta giornalistica, che ricordava i dubbi sull'origine delle fortune del finanziere bulgaro, la Clinton si affrettò a rispedire l'assegno al mittente. Era il 1999. Quasi un decennio dopo il presidente del Consiglio italiano è stato accolto da ospite d'onore alla festa di compleanno della vedova di Pavlov.

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Prostituzione. A Genova un rumeno adesca agente di polizia in borghese.

Il ragazzo rumeno ha dichiarato di mantenersi chiedendo elemosina durante il giorno e prostituendosi durante la notte al costo di circa 50 euro a prestazione.
(Elena Nieddu - Il Secolo XIX) Da zona residenziale, con vista mare e palazzi antichi a pochi scalini dal centro, a quartiere del sesso in tutte le sue declinazioni: prostituzione, scambi di coppia, incontri gay, oscenità all'aperto. Via Mura delle Cappuccine, via Volta, via Milazzo, i giardini intitolati a Francesco Coco: un anello di strade tranquille proprio sopra la questura, terrazze alberate sulla città, che nel corso degli anni si sono trasformate in una sorta di agorà a luci rosse per tutti i gusti.

Proprio qui lunedì sera gli agenti del commissariato Centro, coordinati dal sostituto commissario Franco Scibilia, hanno portato a termine un'azione in borghese che ha permesso di denunciare a piede libero per atti osceni un cittadino rumeno di 22 anni già noto agli archivi della questura. Il giovane è stato colto in flagrante - è proprio il caso di dirlo - mentre offriva i propri "servigi" a un agente in borghese. Tratto in inganno dalla stessa presenza del poliziotto nella zona, lo ha ritenuto un potenziale cliente e gli ha offerto una prestazione sessuale in modo piuttosto esplicito: tramite un'esibizione, cioè, delle proprie parti intime.

Tanto è bastato perché fosse evidente l'occupazione del rumeno, perché il poliziotto in borghese cercasse di catturarlo e perché lo straniero, intuita in un attimo la situazione, si desse a una precipitosa fuga lungo via Innocenzo Frugoni verso via XX Settembre. La corsa del giovane (che, si scoprirà, appartiene al gruppo di stranieri sgomberati dagli spazi dell'ex Mira Lanza e vive oggi in un albergo genovese a spese del Comune), è stata fermata con l'intervento dei due agenti. Prima della conclusione della vicenda (una denuncia a piede libero per atti osceni e resistenza a pubblico ufficiale), c'è stato ancora modo di aggiungere qualche tassello: il ragazzo rumeno ha dichiarato di mantenersi chiedendo elemosina durante il giorno e prostituendosi durante la notte al costo di circa 50 euro a prestazione. Prezzi simili, secondo la polizia, a quelli praticati per le prestazioni femminili.

I fatti dell'altra sera sono solo l'effetto evidente di una situazione che va avanti da qualche tempo e che potrebbe celare risvolti più gravi legati anche alla prostituzione minorile straniera. Con decine di esposti, dicono dal Commissariato centro, gli abitanti inviperiti lamentano una situazione insostenibile: basta rientrare la sera un po' più tardi, parcheggiare l'auto in uno spazio un po' più isolato per imbattersi in coppie di varia composizione che hanno eletto questo spazio ad alcova. Non è raro cogliere le coppie "sul fatto", a bordo di macchine nascoste male o sulle panchine sotto gli alberi. Ma gli effetti di questo tipo di degrado sono evidenti anche durante la giornata, quando per strada si trovano i resti delle nottate di passione, fazzolettini o preservativi usati. Per di più, il numero degli amanti in cerca d'intimità con vista su piazza della Vittoria rischia di aumentare con la stagione estiva. Normalmente è così: sale la temperatura, cadono le inibizioni.

A maggior ragione, in una zona dove si incrociano diverse "correnti" del sesso. Ci sono alcune persone omosessuali che scelgono la zona semplicemente per incontrarsi tra loro, ma si spostano altrove per rimanere da soli: conoscono l'area perchéè segnalata sui siti "dedicati" e la utilizzano semplicemente come spazio per gli appuntamenti. Ci sono poi gli scambisti, gay o eterosessuali che, secondo gli uomini del commissariato Centro consumerebbero i loro rapporti in loco. C'è infine la prostituzione maschile, in prevalenza straniera e di giovane età, con il suo strascico di malessere sociale. Le indagini continueranno proprio per capire se, tra i "prostituti" che quotidianamente cercano clienti nella zona di via Mura delle Cappuccine, ci siano molti minorenni provenienti, in prevalenza, dalla Romania. Le segnalazioni dei cittadini esasperati parlano di visi molto giovani: volti di ragazzi, anelli di una catena di disagio che li ha portati fino alla prostituzione.

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Secondo Aurelio Mancuso dell'Arcigay cercare di capire l'omosessualita' e' "morboso".

ARCIGAY, MORBOSO CONTINUO ANNUNCIO RICERCHE SU DI NOI.
Ci si affida al sensazionalismo.
(Ansa) Questo continuo fiorire di ricerche sull'omosessualita' e' un fatto 'morboso' secondo il presidente nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso, che critica tra l'altro l'ultimo annuncio, riguardante la scoperta di una predisposizione genetica dell'omosessualita' maschile, ad opera di un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Padova.

'Un po' di ragionamento e cautela non guasterebbero - dice Mancuso - purtroppo, invece, ci si affida al sensazionalismo annunciando 'scoperti i geni dell'omosessualita', quando nella ricerca del professor Ciani non viene identificato proprio nessun gene. Per ottenere un titolo sul giornale si rischia di fare una grande disinformazione, esattamente l'opposto di quello che dovrebbe essere l'etica della ricerca scientifica'.
'Premettiamo che la ricerca scientifica va sempre sostenuta ed e' un fatto positivo se essa si mette in discussione e non parte da preconcetti - aggiunge - rimaniamo percio' perplessi nell'esaminare ricerche che non tengono conto della complessita' delle sessualita' nel loro insieme. Infatti, e' riduttivo, morboso e un po' sospetto che il campo si limiti a isolare un solo orientamento sessuale, mentre tutta la letteratura scientifica dice che: per quanto riguarda il genere umano gli orientamenti sessuali non sono solo due, gay ed etero, ma una varieta' piu' complessa, come gia' osservava il primo Rapporto Kinsey nel 1947. Ancora piu' peculiare che ci si focalizzi sull'omosessualita' maschile e per nulla su quella femminile, per non parlare poi della bisessualita''.
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Ndr. Le dichiarazioni di Mancuso ricordano tanto quelle della chiesa nei secoli passati e le altrettanti "cautele" ricordano sempre la chiesa sulle ricerche della scienza di oggi. Non sarebbe più opportuno dire che il "morboso" lo creano i media? Probabilmente da buon giornalista qual'è il Mancuso, preferisce in questo caso difendere una casta a discapito di un'altra... (Aspis)

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Sono gli italiani i campioni dell'attività sessuale con 121 s*****te all'anno.

Con 121 “incontri” all’anno per una durata media di 20 minuti gli italiani si confermano uno dei popoli che si dedica più spesso e volentieri al sesso.
Infatti la media globale è di 103 rapporti annuali da circa 18 minuti, secondo i dati del Sexual Wellbeing Global Survey, una ricerca sulla salute sessuale condotta dalla Durex su un campione di 26mila persone in 26 Paesi diversi. Eppure c è qualche cosa che non va tra le lenzuola: per un terzo degli intervistati quello che manca è il romanticismo e il divertimento. Il 44 per cento delle donne ha avuto in qualche occasione problemi di lubrificazione e il 40 per cento degli uomini di erezione.
Insomma sembra che lo stress incida notevolmente sulla vita sessuale e comprometta l’intensità della passione. Per questo molti degli intervistati hanno espresso il desiderio di introdurre qualche novità nell’intimità di coppia. Molti si danno ai sex toys per giocare in due ma anche da soli. Per gli uomini esiste un piccolo esercito di sexy doll dai seni prorompenti e la vita sottile che sta riscuotendo un grande successo. In Germania è nata Andy, la bambola che ha perfino un cuore artificiale che ansima a ritmo, un radiatore che alza la temperatura corporea per simulare l’eccitazione e un dispositivo che emette finte secrezioni vaginali.
E per chi non vuole spendere alcune migliaia di euro per una partner artificiale, niente paura: basta andare a Tokyo dove l’imprenditore Hajime Kimura ha creato un apposito hotel dell’amore. Per la modica cifra di 85 euro ci si può sollazzare per un ora con uno dei modelli di sexy doll di ultima generazione. In meno di tre anni gli hotel di questo genere si sono moltiplicati fino a diventare una grossa catena che è attualmente diffusa in tutto il Giappone

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David Beckham e Armani Underwear. Nuovi poster da Macy’s.

Continua la campagna underwear di Giorgio Armani con altre immagine del campione inglese David Beckham.
Ieri da Macy’s, New York, è comparsa la nuova comunicazione della campagna pubblicitaria e quindi il nuovo poster particolarmente “mozzafiato” con l'immagine intera del giocatore.

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Svizzera. A giudizio il fratello del presidente degli Emirati Arabi Uniti.

L'uomo accusato di avere aggredito un uomo che aveva rifiutato le sue avances.
(Tetu.com - traduzione Lamanicatagliata.com) Si è aperto il 18 giugno, così come riporta il sito Tetu.com, il processo al fratello del presidente degli Emirati Arabi Uniti, accusato di avere aggredito un cittadino americano in un gran hotel di Ginevra, nel 2003. Cheikh Falah ben Zayed ben Sultan Al-Nahyane (nella foto) è accusato di avere picchiato a colpi di cintura l'americano Silvano Orsi, infliggendogli ''lesioni corporali intenzionali con l'aiuto di oggetto contundente''. I fatti risalgono all'agosto 2003 quando i due si erano incontrati al bar dell'hotel La Réserve di Ginevra e Orsi aveva rifiutato le avances dello sceicco. L'aggressore gli avrebbe offerto una bottiglia di champagne che la vittima avrebbe rifiutato. Immediata la reazione dello sceicco che si è tolta la cintura dai pantaloni e ha cominciato a picchiare l'uomo con violenza, provocandogli ferite alle mani e al viso, oltre a lesioni gravi alla spina dorsale. All'epoca dei fatti lo sceicco era figlio dell'allora presidente degli Emirati Arabi Uniti dove l'omosessualità è illegale; ora l'uomo è fratello dell'attuale presidente, lo sceicco Khalifa Ben Zayed Al-Nahyane. La notizia nell'originale francese al link in alto.

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Scommessa cinese a Bologna per il nuovo sindaco.

La spaccatura nel Pd. Gli avversari interni. Cazzola e Guazzaloca possibili sfidanti. La strada in salita di Cofferati verso la nuova candidatura a sindaco.
(Marco Damilano - L'Espresso) Alle nove di sera di un giovedì di giugno il pratone delle Due Madonne è una sporca pozza di fango. Diluvia sulla festa dell'Unità del quartiere, qui a Bologna si chiama ancora così. Chiusa la libreria, sbarrata la sala riunioni, deserto lo spazio dibattiti, solo il ristorante resiste. 'Bersani annullato', avvisa malinconicamente un cartello scritto a matita. Colpa del maltempo, e non solo. Il Pd per ora ancora c'è: alle elezioni del 13 aprile in città ha toccato quota 49,7 per cento, 123 mila voti, più il 5,7 di Antonio Di Pietro, percentuali record: eppure tra i democratici non c'è pace.

Veleni, divisioni, l'incubo di perdere Palazzo d'Accursio tra 12 mesi, come successe dieci anni fa, nel 1999, quando arrivarono inviati da tutto il mondo per raccontare l'evento
. La moltiplicazione dei candidati: dopo Giorgio Guazzaloca, il vincitore del '99, è pronto a scendere in campo il presidente del Bologna calcio, Alfredo Cazzola, sostenuto da Forza Italia. Anche il cardinale Carlo Caffarra si è fatto sentire: "La città non è più sazia", come denunciò il suo predecessore Giacomo Biffi, "ma è ancora disperata".

Solo Sergio Cofferati ostenta tranquillità: "Il Pd? È calmo, per definizione. Ogni tanto gli do qualche scossa per fargli prendere vita...", sembra divertirsi il sindaco. Vestito di grigio e abbronzato, la settimana scorsa il Cinese ha consegnato ai giocatori del Bologna calcio la medaglia della città per la promozione in serie A. C'era tutta la squadra, tranne il rivale Cazzola, in violenta polemica dopo l'ultima giornata di campionato, quando mezzo stadio ha intonato cori di vaffa contro Cofferati, assente causa vacanza marina in famiglia. "Non sono andato allo stadio per tutto l'anno", si difende l'ex segretario della Cgil: "Se mi fossi fatto vedere all'ultima partita mi avrebbero accusato di mettere il cappello sulla vittoria. O peggio, se il Bologna avesse mancato la promozione, avrebbero detto che porto iella".

Coerente come sempre, il sindaco ha annunciato di voler correre per il secondo mandato ed è ripartito per un'altra meta balneare, una settimana all'isola d'Elba con la compagna e il figlioletto Edoardo. Lasciando una città che sul suo nome è più divisa che mai.

"Se ci fosse un partito serio, facciamo conto il vecchio Pci, qualcuno avrebbe già telefonato a Cofferati e lo avrebbe convinto con le buone che al Parlamento europeo c'è un gran bisogno di lui", sbotta Antonio La Forgia, un bel pezzo di storia del Pci-Pds della città, oggi a capo della minoranza interna al Pd, pronto a correre alle primarie per sbarrare la strada alla riconferma del Cinese. Anche la presidente della Provincia, la cattolica Beatrice Draghetti, ha attaccato durante l'assemblea del Pd bolognese: "Servono primarie, non primariette". Più applaudita del segretario cittadino Andrea De Maria che annunciava la disponibilità al bis di Cofferati.

L'eventualità di una candidatura Cazzola, il terzo uomo, l'alternativa ai duellanti del 2004 Cofferati e Guazzaloca, ha fatto perdere il sonno ai capi del Pd. La reazione ufficiale è un fuoco di sbarramento: Cazzola è un Berlusconi alla bolognese, impastoiato nel conflitto di interessi, vuole solo salvare il suo progetto, il polo sportivo Romilia con annesso stadio da 30 mila posti bocciato dalla Provincia di Bologna... "Ci spaventa di più Guazzaloca che pesca nel nostro mondo", si spingono a dire nel Pd.

Tutto vero. Ma la divisione reale passa all'interno del partito di Walter Veltroni. Cinque anni dopo il suo arrivo in piazza Maggiore, Cofferati continua a essere considerato un corpo estraneo, uno straniero. E il tentativo di crearsi un suo gruppo all'interno del partito ha accentuato la spaccatura tra le diverse anime del Pd. Ci sono gli innovatori, i cofferatiani, cherivendicano di aver capito prima di Veltroni e del Pd nazionale che l'alleanza con la sinistra radicale non reggeva più. "La vocazione maggioritaria del Pd, la scelta di andare da soli alle elezioni, è nata qui, è qui che abbiamo cominciato a parlare di un tema come la sicurezza quando a sinistra era un tabù", spiegano gli uomini del sindaco, i quarantenni ex diessini, l'assessore all'Urbanistica Virginio Merola, il capogruppo del Pd Claudio Merighi, cui si è aggiunto il segretario De Maria.

Ci sono i continuisti, fedeli alla tradizione del Pci di Dozza: dialogo con tutti e poi si decide, i figli di un modello di governo molto imitato e molto invidiato nel corso dei decenni. "Consociativismo", per i cofferatiani che citano gli articoli di Pier Paolo Pasolini su 'Nuovi Argomenti', la malattia che blocca Bologna: "Gli intellettuali alla Pasquino, la sinistra radicale, un certo pezzo di mondo cattolico sono legati al rito petroniano, per questo attaccano Sergio". E contrappongono la nuova socialdemocrazia di Cofferati, un sistema di valori con la politica che riprende capacità di decidere.

Anche se, obiettano gli avversari del Cinese, a Bologna negli ultimi anni si è deciso molto poco: ferme le grandi infrastrutture, il passante nord, il progetto della grande stazione, la metro, il people mover, il tram su gomma... E in difesa del modello emiliano e contro il Cinese, si schierano il sindaco di Imola Daniele Manca, quello di Ravenna Fabrizio Matteucci ("Quella di Cofferati è una regressione settaria") e soprattutto il presidente della Regione, Vasco Errani. Più defilato Pierluigi Bersani. Anche il retroterra dell'ex partitone rosso è spaccato: i vertici della Lega coop tifano Cofferati. L'ex amministratore di Unipol, il protagonista delle scalate bancarie, Giovanni Consorte, appoggia Cazzola, con cui è socio nella finanziaria Intermedia.

Infine, ci sono gli ulivisti, l'area che più preoccupa il Cinese. Un pensierino a candidarsi l'ha fatto l'ex ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro. La settimana scorsa Pier Ferdinando Casini ha sondato la sua disponibilità come candidato trasversale, dall'Udc a un pezzo di Ds. Non se ne fa nulla, per ora. Ma l'inquietudine dell'area più legata all'Ulivo è arrivata fino al portone di via Gerusalemme, dove abita l'ex premier Romano Prodi. Che nelle conversazioni riservate pesa bene le parole, ma alla fine non nasconde la sua opinione: "Con Sergio si rischia di perdere".

Altro il Professore non aggiunge, ma per i suoi amici impegnati nel Pd il messaggio è chiaro: bisogna provare a cambiare cavallo. Il candidato alternativo nel Pd fatica a farsi avanti: potrebbe essere la Draghetti, che gli ex ds tengono in sospeso, ancora non ha incassato la riconferma alla presidenza della Provincia. Ma per ora è solo un'ipotesi. Cofferati sfida i critici a uscire allo scoperto: "Le primarie le voglio fare io per primo, voglio vedere se i miei avversari hanno la forza di trovare le firme per farle", ha dettato prima di partire per l'Elba. Le elezioni sono la sua prova finale: se vince, ragionano i fedelissimi, Bologna tornerà a essere un laboratorio politico nazionale per la terza volta in cinquant'anni: prima il buongoverno del Pci, poi l'Ulivo di Prodi, ora la socialdemocrazia targata Cofferati, con il Cinese rilanciato come leader nazionale. Bisognerà vincerle le elezioni, però.

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Manovra: più tasse ai petrolieri per aiutare anziani e giovani coppie.

Giulio Tremonti
(Panorama) Aiuti alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa, riduzione del 50% sulla spesa per la pubblica amministrazione, libri di testo scaricabili da Internet, tagli pesanti per Regioni ed enti locali. Ma anche tasse a petrolieri, banche e assicurazioni per aiutare gli anziani. Non ci sarà, invece, il ritorno del ticket sanitario.È partita la rivoluzione sui conti pubblici da 34,8 miliardi targata Tremonti. La Finanziaria triennale, che sostituisce il vecchio Dpef, è stata approvata dal Cdm e prevede una vera stangata per Regioni e Comuni: il governo ha messo in conto per il 2009 risparmi di spesa dalle autonomie locali per 3-3,4 miliardi. Per il 2009, il ministro dell’Economia Tremonti ha messo in atto una correzione di 13,1 miliardi, nel 2010 e 2011 di 7,1 e 14,6. Nella manovra, inoltre, la crescita del Pil 2008 viene rivista allo 0,5% dal precedente 0,6%, con un deficit/Pil tendenziale 2008 al 2,5%. Deficit che sarà corretto di un decimo di punto per portarlo ad un programmatico di 2,4%.

Fra le misure, la Finanziaria prevede anche la Robin Hood Tax sulle imprese petrolifere, un nuovo regime delle deducibilità per banche e assicurazioni (da questi provvedimenti arriveranno in tutto 4 mld), tagli automatici delle accise sui carburanti e un aumento della tassazione sulle stock option. La scure di Tremonti si abbatterà anche sui manager pubblici, il cui stipendio dovrebbe essere tagliato del 25%. E ‘rispuntato poi il redditometro, assieme ad un piano triennale di controlli anti-evasione e, per i Comuni, un maggiore coinvolgimento nella caccia a residenze fittizie all’estero, con l’attribuzione del 30% del recuperato ai Comuni stessi. In compenso Equitalia restituirà le somme erroneamente versate, mentre salta l’obbligo di fidejussione bancaria per la rateizzazioni superiori ai 50 mila euro.
“Avremo il pareggio di bilancio entro il 2011″, ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, commentando la manovra. E ha aggiunto: “Ho chiesto ai ministri di fare dei sacrifici”. Il padre della manovra, Giulio Tremonti, infine, ha tenuto a precisare che “la discussione in Cdm sul piano è durata nove minuti e mezzo”.

Ma ecco, misura per misura, la manovra finanziaria:
Card anziani per comprare pane con sconto. Verrà data in forma anonima ai pensionati minimi e consentirà di usufruire riservatamente di prezzi agevolati per l’acquisto di beni alimentari e per pagare le bollette di luce e gas.
Robin hood tax, ires al 33%. Per le compagnie petrolifere l’aliquota Ires torna dal 27% al 33%. Era stata abbassata con l’ultima Finanziaria varata dal governo Prodi. Ci saranno interventi fiscali anche sulle scorte di magazzino e sull’entità dei diritti minerari.
Banche, stretta su interessi passivi. A differenza dei petrolieri, Tremonti non ha fornito dettagli rispetto alla misura fiscale sulle banche. Si dovrebbe agire attraverso un ampliamento della base imponibile di banche e assicurazioni con un tetto alla deducibilità degli interessi passivi.
Stop divieto cumulo pensione-lavoro. Reddito e pensione dovrebbero tornare ad essere “interamente” cumulabili. La norma non varrebbe però per gli istituti pensionistici privati.
Abolita legge contro dimissioni in bianco. Dovrebbe anche essere ripristinato il lavoro a chiamata che era previsto dalla legge Biagi ma che era stato poi abolito con il protocollo sul welfare.
Certificati falsi, taglio stipendio statali. Busta paga più leggera per chi presenterà falsi certificati medici o timbrerà il cartellino di presenza per poi lasciare l’ufficio.
Con caro benzina sconto automatico. Lo “sconto” sui carburanti legato al recupero dell’extragettito Iva per l’aumento dei prezzi del greggio dovrebbe diventare automatico.
Piano casa. Il progetto punta a dare una mano alle fasce più deboli, dalle giovani coppie ai bassi redditi fino agli studenti fuori sede.
Stretta su consulenze P.A. Giro di vite sulle consulenze della pubblica amministrazione che dovranno risultare sempre più trasparenti.
Salta tracciabilità pagamenti. Oltre i 100 euro, a partire da luglio, non sarebbe più stato ammesso il cash per i pagamenti dei professionisti.
Fondi per Roma e Expo Nilano 2015. Stanziate le risorse sia per aiutare Roma a fare fronte all’emergenza deficit sia per avviare le opere in vista dell’Expo nel capoluogo lombardo.
Tagliati mini-enti. Dovrebbero essere soppressi quelli con meno di 50 dipendenti. Ore contate anche per gli enti che non saranno confermati dai ministeri vigilanti entro la fine dell’anno.
Benzina al supermercato. Viene accelerato il processo di ristrutturazione e liberalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti.
Assegni liberi fino a 12.500 euro. Rialzato il tetto per gli assegni obbligatoriamente “non trasferibili”. Dal 30 aprile era a 5.000 euro.
Imprese in un giorno: arrivano semplificazioni amministrative per chi vuole mettere sù attività d’impresa.
Più poteri a mister prezzi. Il Garante dei prezzi potrà fare indagini in settori specifici con il supporto della Guardia di Finanza.

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In Turchia processato cantante trans star del paese. Offese l'esercito.


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'Se avessi avuto un figlio - aveva detto in un programma di intrattenimento a fine febbraio l'artista, nel pieno di un'operazione anti-curdi dell'esercito turco nel nord-Iraq - secondo voi, l'avrei portato alla tomba solo perche' qualcuno seduto a un tavolo ha detto: 'tu devi farlo, lui deve farlo'? Io non sono madre e non lo saro' mai, ma un essere umano si".

(Asca) Ha preso il via a Istanbul il processo contro la cantante transessuale turca Bulent Ersoy, accusata di aver detto in televisione che, se avesse avuto un figlio, non lo avrebbe mai fatto arruolare nell'esercito. Lo ha rivelato all'Afp una fonte vicina al tribunale.

La cantante, 56 anni, vera e propria star nel paese islamico, avrebbe chiesto alla Corte di essere dispensata dalla partecipazione all'udienza perche' impegnata nelle prove di una tappa del suo fortunato tour, a Bodrum. I giudici avrebbero pero' deciso di respingere la richiesta, perche' documentata in maniera insufficiente, e di prelevarla con la forza (inviando la Polizia) per farla partecipare alla prossima udienza, il 24 settembre.

''Se avessi avuto un figlio - aveva detto in un programma di intrattenimento a fine febbraio l'artista, nel pieno di un'operazione anti-curdi dell'esercito turco nel nord-Iraq - secondo voi, l'avrei portato alla tomba solo perche' qualcuno seduto a un tavolo ha detto: 'tu devi farlo, lui deve farlo'? Io non sono madre e non lo saro' mai, ma un essere umano si'.

E mandarli a morire...''.

La transessuale aveva poi definito come ''cliche''' ingannatore lo slogan 'i martiri sono immortali, la patria e' indivisibile', scandito abitualmente ai funerali dei soldati turchi.

La Ersoy rischia cosi' fino a tre anni di prigione.

Secondo l'art. 318 del Codice penale turco infatti, e' da punire chi ''scoraggia i militari a mezzo stampa''.

La legge turca prevede che ogni cittadino, a partire dai 18 anni, deve servire lo Stato arruolandosi per 15 mesi in proporzione al suo livello di studio. La Turchia non riconosce il diritto all'obiezione di coscienza e i refrattari rischiano fino a cinque anni di prigione.

A fine febbraio, l'esercito turco, in un'offensiva contro i ribelli curdi nel nord dell'Iraq, ha ucciso 240 ribelli, perdendo a sua volta 27 soldati. Il conflitto curdo in Turchia ha causato piu' di 37 mila morti dall'inizio dell'inserruzione del Pkk, nel 1984.

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