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venerdì 8 febbraio 2008

Nel film "Vicky Cristina Barcelona" scena lesbo tra Scarlett e Penelope.

"Scioccante ed erotica". Con questi aggettivi, Page Six descrive la scena di sesso tra Penelope Cruz e Scarlett Johansson nel prossimo film di Woody Allen "Vicky Cristina Barcelona". "Penelope e Scarlett entrano in una camera oscura con le pareti dipinte di rosso, lasciando il pubblico ad annaspare" racconta. Più tardi le due hanno anche un rapporto a tre con Javier Bardem, che nella pellicola è il marito della Cruz.

"Vicky Cristina Barcelona", per la cui location Allen ha scelto appunto la città catalana, sta per essere ultimato e sarà nei cinema alla fine del 2008.
Ha nel cast, oltre alle due attrici e Bardem, anche Patricia Clarkson, Rebecca Hall, Kevin Dunn e Chris Messina. La trama è quella di una commedia romantica animata da un triangolo amoroso. Scritto e diretto da Woody Allen, racconta le avventure romantiche di Vicky e Cristina, due giovani turiste americane in Spagna, alle prese con un talentuoso pittore (Javier Bardem) e con le gelosie della sua ex moglie (Penelope Cruz).

Vicky (Rebecca Hall) sta per sposarsi. Cristina invece (Scarlett Johansson) è uno spirito libero in cerca di qualche avventura.
Una volta entrati in relazione l'uno con l'altro, i protagonisti si ritrovano catapultati in situazioni comiche ed erotiche spinte al limite. E' in questo contesto che Penelope e Scarlett vivono la loro avventura lesbo.
Sul set invece le cose sono andate diversamente: Allen, secondo indiscrezioni, avrebbe perso la testa per la Cruz, trasformandosi in un corteggiatore alle prime armi tutte le volte che la incontrava. "Woody è sempre nervoso ed eccitato quando c'è Penelope - ha raccontato Scarlett- tanto che comincia a balbettare come un idiota il suo nome Uh-uh-uh P-Penélope, P-Penélope!

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Un'aneurisma ha ucciso la pornostar Lollip. I primi accertamenti del medico legale.

(TGCom) Sarebbe morta per un aneurisma l'ex pornostar Lollipop, trovata nella sua villetta all'Olgiata martedì scorso, dalla madre. Lo riferisce la Gazzetta dello Sport, secondo cui il decesso, stando ai primi accertamenti de medico legale, sarebbe dovuto a cause naturali. "Federica (il vero nome dell'attrice era Maria Federica Besetti) era pulita - dice un'amica.- Non toccava vino, non fumava, non si drogava e non aveva l'Aids".

I risultati ufficiali dell'autopsia sul corpo della ragazza verranno però comunicati alla madre nelle prossime settimane. Lollipop, al momento del decesso, era sul letto con le gambe incrociate come se stesse guardando la televisione, circondata dai suoi cani.
Chi l'ha conosciuta la ricorda come una ragazza spiritosa, normalissima, nonostante le scelte "scandalose", tranquilla. Era testimonial di Conto Tv, canale hard in onda su Sky e i colleghi la descrivono come "sorridente, ma molto seria" professionalmente parlando.

"Era tifosa della Roma - racconta l'amministratore di Conto tv, Marco Crispino, a "Il Messaggero". - Quando mi ha chiamato Luca per dirmi che cosa era successo sono rimasto sconvolto: gli ho detto 'stai scherzando?'.
Proprio martedì pomeriggio ero a Lucca per girare uno spot e negli spogliatoi si scherzava con i giocatori, che spesso ci chiedevano di mandargliLollipop come premio partita. E, in quell'occasione, gli avevo risposto che era stato un peccato pensarci tardi, se no la potevo chiamare...".
Nata a Roma, Federica aveva debuttato nel cinema hard con "The witch and the bitch", girato la serie "Lollipop e le sue amiche" e "L’Angelo Azzurro". Aveva girato anche una telenovela hard core per il canale satellitare Stream. Nel 2001 si era parlato di lei perché aveva intentato una causa al gruppo musicale delle Lollipop colpevoli, secondo lei, di averle rubato il nome.

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Berlinale, si apre nel segno dei Rolling Stone.

(La7) La band e Martin Scorsese matattori della serata inaugurale.
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Milano, un Curdo stuprato, arrestati due connazionali.

Dopo la tappa in Italia, era diretto verso il Nord Europa Curdo stuprato, arrestati due connazionali.

(Il Corriere della Sera) Sono stati catturati dalla squadra Mobile di Milano due curdi accusati di aver stuprato un connazionale di 20 anni, da poco arrivato in Italia, la notte tra il 31 gennaio e il 1° febbraio. La settimana scorsa uno di loro era stato fermato con l'accusa di violenza sessuale di gruppo e il pm Stefano Civardi aveva chiesto la convalida del fermo, firmata dal gip Luisa Savoia. Giovedì la polizia ha rintracciato anche il secondo. Deve rispondere della stessa accusa. La vittima era riuscita a liberarsi dai suoi aggressori, che conosceva, attorno alle 5 di mattina, scappando dalla finestra e calandosi lungo la grondaia. Era stato notato in via Miani da un passante che aveva subito chiamato il 118. Il giovane, che contava di stare qualche giorno in Italia prima di dirigersi verso il Nord Europa, è stato portato all'ospedale San Paolo e poi alla clinica Mangiagalli dove è stata accertata la violenza e dove è stata raccolta la sua denuncia.

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Rugby. Sei Nazioni è già "sold out".

(Maurilio Rigo - La Repubblica, edizione di Roma) Anche se non è iniziata nel migliore dei modi la nuova avventura dell´Italia del rugby, sconfitta all´esordio dall´Irlanda al torneo Sei Nazioni, i biglietti per la partita di domenica sono introvabili. Entrare allo Stadio Flaminio per assistere alla sfida contro i vice-campioni del mondo dell´Inghilterra, senza il prezioso tagliando, sarà una follia poiché i pochi biglietti rimasti in circolazione, rigorosamente in mano ai bagarini, hanno raggiunto quotazioni proibitive con richieste superiori ai 100 euro. E sarà lo stesso per il secondo match casalingo degli azzurri, il 15 marzo contro la Scozia: anche per questa partita è già "sold out". Che fare allora se non si vuole spendere una fortuna per un biglietto di contrabbando? Una soluzione arriva dal "Terzo tempo Peroni Village", l´area coperta di fronte allo stadio che offrirà ai tifosi senza biglietto la possibilità di seguire gli incontri su un megaschermo (4x3) fin da sabato, quando in diretta si vedranno Galles-Scozia e Francia-Irlanda. Poi, a fine match, tutti a celebrare il "terzo tempo" con i supporter della squadra avversaria, che saranno invitati all´iniziativa già all´arrivo a Ciampino con la distribuzione di un depliant e di una cartina per conoscere l´esatta ubicazione del "Peroni Village". Da segnalare anche l´altra iniziativa che vedrà le hostess della Peroni distribuire ai tifosi i testi degli inni nazionali in inglese e italiano.
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Il Corriere cambia il tiro. «Sei gay». Insulti e botte dentro l'oratorio.

È successo nella parrocchia di via Cagliero. Due denunciati. Un ragazzo e il suo amico perseguitati da una baby gang: uno era finito in ospedale. I teppisti bloccati poco prima dell'ennesima aggressione.

(Michele Focarete - Il Corriere della Sera) Frequentavano l'oratorio da tempo. Convinti che, tra le mura della parrocchia, sarebbero stati al sicuro, protetti. Invece no. Erano continuamente insultati e picchiati. Per i bulli di turno, due ragazzini di 15 e 17 anni, quei due amici più grandi di loro erano da sfottere. Sempre. Vittorino e Carlo (i nomi sono di fantasia), rispettivamente di 21 e 22 anni, così introversi, timidi ed emotivamente fragili, erano il bersaglio preferito. Il primo etichettato in senso dispregiativo dai suoi aggressori come «omosessuale ». Mentre il secondo, operaio, affetto da balbuzie, veniva chiamato «tartaglione». Almeno otto le aggressioni subite in un paio di mesi. Vittorino, poi, ha anche dovuto ricorrere alle cure mediche in due circostanze.
Adesso, però, gli epiteti e gli schiaffi, per Vittorino e Carlo sono finiti: dopo le loro rivelazioni ai genitori, sono scattate le indagini e la polizia ha denunciato i bulli che capitanavano una banda di coetanei nota tra i ragazzi dell'oratorio per le continue sopraffazioni. Gli episodi di teppismo contro i due giovani in difficoltà sono avvenuti all'interno dell'oratorio Padri Sacramentini (Orpas) della parrocchia di Sant'Angela Merici, in via Cagliero 26. Il blitz della polizia è scattato l'altro giorno, quando i due giovani sono stati, per l'ennesima volta, circondati dal gruppetto di ragazzini, capitanati dal quindicenne e dal diciassettenne. Appena sono cominciati gli insulti e le percosse, gli agenti del commissariato Greco-Turro sono intervenuti. I due minorenni sono entrambi amici di scuola: il quindicenne ha ripetuto quattro volte e vive una situazione di disagio familiare, con i genitori separati.
Il 28 novembre scorso e il 25 gennaio avevano esagerato con i calci e i pugni, mandando in ospedale Vittorino. Il giovane era stato dimesso con una prognosi di sette e dieci giorni. Vittorino e Carlo, tra l'altro, lo scorso ottobre erano stati aggrediti e rapinati da un brasiliano di 20 anni che, forte della sua prestanza fisica, non ci aveva messo tanto ad avere la meglio. Dopo la rapina, però, allo straniero era stato ingiunto a non frequentare l'oratorio. Botte e insulti di cui i sacerdoti erano a conoscenza. Così come conoscevano i bulli e le vittime. Ma non sono mai intervenuti, considerando gli episodi delle ragazzate. E comunque vicende casuali e sporadiche non destinate a ripetersi. Adesso i due bulletti sono stati indagati per violenze e minacce al tribunale per i minorenni. Anche per loro è scattata la richiesta a frequentare più l'oratorio.
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Ndr. Abbiamo discusso in redazione se era il caso di scrivere due righe scusandoci con l'Arcigay per aver dubitato della notizia di un pestaggio omofobo. La decisione presa è stata no. Siamo in rete dalla fine di settembre e da allora ne abbiamo viste e sentite di tutte i colori dall'Arcigay nazionale e soprattutto da quella romana. Per cui risulta anche alla persona meno sospettosa, faziosa o più disponibile dubitare dei comunicati dell'Arcigay, se non ci credete fate un giro tra le pagine del nostro sito, ne leggerete più di brutte che di belle. Comunnque per quel che ci riguarda ogni comunicato uscito dall'Arcigay da noi verrà sempre preso con le molle...

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Su Kataweb c'è Luxuria che risponde alle domande.

In questi giorni troviamo Vladimir Luxuria su Kataweb che risponde alle domande degli internauti. Domande particolarmente impegnative, ed alcune anche cattive, che non danno tregua all'onorevole comunista a volte spiazzandola

Ma Luxuria non si lascia prendere dallo scoramento e risponde a tutti molte volte utilizzando anche trucchetti usati parecchie volte da politici più navigati e scafati. Segno che Vladimir Luxuria in Parlamento ha perso la sua genuinità politica? Probabilmente si.
Si sà frequentando le cattive compagnie... si viene "traviati".
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

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Libri. “Antologaia... genere, sesso e cultura degli anni ‘70”.

(Cronaca d'Abruzzo) Lunedì prossimo, 11 febbraio, alle ore 19, presso il circolo Arci Querencia, sarà presentato il volume “Antologaia.... genere, sesso e cultura degli anni ’70" di Porpora Marcasciano (Prefazione di Beppe Ramina - Edizioni “Il dito e la luna” euro 14). L’evento è stato organizzato da Biblioteca della Donna di L’Aquila, dal Comitato Promotore Arcigay Consoli L’Aquila e dal circolo Arci Querencia che ospiterà la presentazione.

Il volume, scritto da Porpora Marcasciano, presidente M.I.T. Bologna (Movimento Italiano Transessuale) racconta la storia della vita e delle lotte per i diritti civili e in particolare di donne, gay, lesbiche, transessuali. “C’era una volta in Italia, - scrivono gli organizzatori dell’iniziativa - come in tante altre parti del mondo, una realtà un po’ diversa da quella che conosciamo o immaginiamo oggi, una realtà in cui trans, gay, lesbiche, donne e non solo rivoluzionavano la propria vita e di riflesso quella del mondo. Era una scena ancora tutta da inventare, prima che altri l’avessero inventata per noi: bisognava dare senso, forma e soprattutto sostanza alla nostra liberazione. Non conoscevamo il futuro ma ci piaceva immaginarlo e di fantasia ne avevamo tanta! Antologaia è uno sguardo diverso, ‘in/verso’ e per/verso sugli anni 70, la narrazione dei fatti, delle cose, delle idee, dei personaggi di un periodo che ha permesso a tutti di sentirsi un po’ più liberi”.

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Pubblicità. Londra boccia l’"offesa ai gay".

Il tema dei gay torna di prepotenza al centro del dibattito pubblicitario in Gran Bretagna. L’Advertising standard authority, l’organismo che vigila sulla correttezza della pubblicità, ha accolto la segnalazione di un consumatore ed ha condannato perché ingannevole, offensivo e non provato un annuncio diffuso dall’associazione The Christian Congress for Traditional Values.

(Pubblicità Italia) Il messaggio raffigurava l’immagine di una tipica famiglia inglese, formata da padre, madre e due figli, seduti su un divano abbracciati. L’headline sparava forte il concetto secondo cui l’obbiettivo dei gay era di abolire la famiglia. Secondo l’associazione autrice del messaggio non doveva parlarsi di pubblicità scorretta essendo dimostrato che questo è uno dei punti maggiormente cavalcati dal movimento gay. Null’altro quindi che un richiamo a un tema e ai suoi valori al solo fine di salvare la centralità della famiglia. L’Asa - al termine della sua istruttoria, - ha invece ritenuto profondamente scorretta la pubblicità in esame dal momento che non era corretto presentare l’intero movimento gay, e i valori di cui promuove la diffusione, con tali espressioni ed immagini. Inoltre, e questo è un punto molto significativo, da statistiche demografiche non risulta essere vero che la famiglia tradizionale inglese ruoti intorno ad una coppia sposata con figli. Risultano invece sempre più numerosi i casi di coppie conviventi non sposate, con figli, spesso di altri matrimoni o relazioni. Insomma, non si deve più ritenere vera l’affermazione secondo cui la vera famiglia inglese è quella sposata con figli. Da qui la conclusione che il messaggio, seppur comprensibile nei valori e fini che si prefiggeva, utilizzava espressioni forzatamente offensive e, soprattutto, e principi non più generalmente condivisi e seguiti. Tutela quindi ai valori e all’immagine dei gay, e condanna per la pubblicità del Christian Congress for Traditional Values reo di raffigurare i gay come una minaccia eccessiva utilizzando linguaggi gratuitamente offensivi. (F.U.).

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Scovato da "Visto" l'ex fidanzato di Silvia la trans del GF8. Signorini resta a bocca asciutta.

Dalli e dalli, è saltato fuori anche un ex di Silvia Burgio, il trans del grande fratello (anche se ormai definitivamente donna essendosi operata).

Alto, belloccio forse con un "fare" un pò da "coatto" almeno a vedere dalle foto, è Moreno Pezzè, trevigiano di 35 anni fidanzato con Silvia dal 2006 al 2007. Le dichiarazioni rilasciate al settimanale Visto (con buona pace dell'opinionista della trasmissione e direttore di una rivista concorrente...) non contengono alcuna rivelazione scottante nè affermazioni offensive o fastidiose, anzi l’intento dichiarato è quello di esaltare la femminilità della sua ex compagna, “più donna lei di tutte quelle che ha potuto conoscere nella mia vita”.

A noi sono sembrati più interessanti i suoi interventi lasciati in vari forum o blog sparsi nel web, eccovene alcuni:
"…ciao!…il Moreno spacciato come ex fidanzato di Silvia sono Io…
…leggendo i forum, mi e’ salita la voglia di rispondere ai vari commenti…vorrei che mi l’ immagine del belloccio…evesse un’ altra direzione…
…forse ho un cervello…motivo per cui Lei mi ha affascinato…
…quanti…nelle sue gonne…avrebbero il coraggio di esporsi a tal punto, affrontando uno spietato mondo, assetato di malignita’…
…Lei, forse senza nemmeno rendersene conto…
sta scrivendo una pagina di storia, non solo della televisione, ma bensi’ di civilta’ e umanita’…sta inconsapevolmente lottando contro una politica perbenista e ipocrita e contro il partito piu’ influente al Mondo: il Vaticano!…credo in Dio…ma un Dio che ci ha creati e che ci ama per come siamo…
…facciamo qualcosa di utile con il gossip!
…MoReNo"
(Televisionando)

...l' amore non c' entra...due persone possono essere recoprocamente affascinate dall' essere... senza amarsi per forza!...questo non si chiama sesso, ma energia cerebrale... ...Silvia non ha bisogno di commenti moralistici, ma bensi' di lodi...per il coraggio di farsi "testa d'ariete" di una lotta civile e politica...di una causa dai contorni bigotti, perbenistici e razzistici-gay...
...Silvia e' gia' storia!...
...Moreno...
(Tuttouomini)

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Un verbale choc. Sesso, Internet e bugie. Confessione di un pedofilo.

"Mi sentivo attratto dalle figlie dei miei amici".

(C. Laugeri e M. Neirotti - La Stampa) Ve lo giuro, erano carezze senza malizia». Erano nelle parti intime. «E’ vero sì, ma è accaduto tutto senza malizia». E le foto? E quelle immagini che ha trovato sua moglie, quelle con le bimbe nude? «Le tenevo in casa, sì. A mia moglie ho raccontanto quello che mi stava capitando».

Dietro e oltre la cronaca, dietro e oltre le quinte, dietro e più in là dell’indignazione degli altri e dei nascondigli della propria anima, prima e dopo un processo. Antonio (o qualsiasi altro nome possa avere l’uomo davanti alle scrivanie della questura) ha parlato con la polizia, con il vicequestore Gian Maria Sertorio, con i pm, ha taciuto davanti alla toga del gip Cristiano Trevisan. Il «mostro» sociale, immaginifico, angosciante emblema palpabile della pedofilia ha avuto in questa indagine un passo spaventato e poi diverso: confidenza, bisogno di uscire dalla gabbia. I verbali sono, per la prima volta, al di là di ogni orrore, le «confessioni di un pedofilo», perché si incomincino a capire brandelli di Internet, di stralci giudiziari, di scoop, di punizioni oltre le sbarre, di pentimenti, di mente persa nel desiderio davanti a scorci di pelle che portano via la testa. «Confessioni di un pedofilo»: fanno dolore pure a chi per mestiere è avvezzo anche a questi romanzi.

Non fosse altro che per la minuzia della deposizione, Antonio ha il merito di aprire la saracinesca blindata su bambini e bambine. La storia incomincia con fotografie scattate su una spiaggia del Sud. E va avanti con una madre che chiede alla figlia, sul bidet, che problemi ci sono. La bimba parla di quando la tocca «il papà di...». Il crescendo, visto da quella creatura e da altre, riportate negli atti, arriva a botta e risposta che lasciano sospesa ogni emozione: «Noi vedevamo sempre tutto», «Solo alle femmine, a parte...», «non è una sensazione proprio bella quando ti fanno queste cose ... alla patatina». Sono pagine e pagine di dettaglio, dove i quattro minori, seppur turbati, si sciolgono davanti alla pacatezza, alla non insistenza di chi li ascolta con delicatezza, passo dopo passo, di carezza in carezza. «Solo quello?». E una bimba: «No. Anche alla patatina».

Ma la maschera da svelare, l’uomo che era «mostro» e non riesce a reggere il ruolo del mostro, deve ancora aprirsi. Il pedofilo che si racconta dentro anziché cercare scuse storiche, sgomento perfino lui degli abiti che gli sono stati tolti e di quelli che la gente più che la giustizia gli ha cucito addosso, si rivela: «Tutto è incominciato nel 1997, al termine di un viaggio di lavoro in Argentina. Navigavo su Internet e mi sono accorto di essere attratto dalle foto di ragazze giovanissime. Le rivedevo un po’ in mia moglie, che cercavo di rendere sempre più giovane, le chiedevo di radersi il pube e ritoccavo le sue fotografie».

Il crescendo. Lei, la donna che lo assecondava sperando in un gioco soltanto fra loro, trova in casa foto di bimbe nude. Antonio: «Che cosa potevo fare? Le ho raccontato tutto quello che stava capitando». Continua ad aprirsi: a partire dai dati dei siti dove va a cercare immagini scaricando corpi nudi senza però lanciarsi nelle spericolate operazioni di scambio tra «amatori» del genere.

Il virtuale. Ma poi? I corpi sono lì vicini. E’ il crescendo, quello che porta oltre il confine, che - anche riconoscendo disturbi di personalità - la psichiatria forense non coglie come «scusante», perché rimane coscienza di bene e male. «Dopo qualche tempo cominciammo a frequentare coppie di amici, avevano anche figlie piccole. Ammetto, sì, ho provato un interesse nei loro confronti, mi resi conto che mi sentivo una forma di gusto, di appagamento, nello stare insieme e vederle, quando capitava, nude». Passo per passo, scivolata della mente per pattinaggio della coscienza, Antonio, uno di noi, uno con la famiglia, con la stima di chi ha intorno, si svela: «Eravamo in una vacanza. Erano due le bimbe, una di dieci e la sua amica di nove. Facevo carezze senza malizia. Anche sui seni. Però non ho mai usato violenza». Quella fisica, verrebbe da obiettare. Eppure, a suo modo, dice una verità. E’ l’insinuarsi della fiducia. E dell’alibi: «Credetemi, anche una delle bimbe mi ha chiesto di accarezzarla, però le ho detto di no». Si confondono le acque, eppure è preciso, con l’amica del figlio che, guarda caso, quando giocano insieme al dottore, ha dolori tra le labbra della bocca e tra le gambe. Si contiene nel racconto: «Mi sono limitato a farle un paio di carezze».

E’ un’altalena di alibi e dolore e seppur tardiva voglia di liberarsi. Chiede «aiuto», «terapie», «uno psicologo», purché sia aiuto. Dovrà scardinarlo di certo da un’altalena lo psicologo, perché chiede aiuto e insieme si preoccupa delle tracce di bimbi e bimbe nude, tracce forse perse fuori dal suo nido, tracce sue e non di Internet e delle sue chiavi. Chi parla a verbale è un prigioniero, certo. Ma il suo racconto, la lucidità, l’onestà di confessione dicono anche che la «chiave» non l’aveva mai buttata fuori dalla gabbia.

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A Roma lezione dai gay contro l’omofobia. E i corsi sono obbligatori.


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(Nino Materi - Il Giornale) Donna e Margaux sono una coppia. Una coppia formata da due «lei». Due donne americane che si amano. Due donne che hanno un figlio: Grayson. Oggi Grayson ha sei anni e in tv guarda un cartoon «speciale». I suoi coetanei vanno pazzi per i Simpson, lui invece ama Buddy G.

Buddy G è un bambino in versione cartone animato che ha due mamme, due donne lesbiche che l’hanno adottato. In pratica la storia di Buddy G è la stessa di Grayson. E quelle due mamme sono le «sue» due mamme. A inventare e a realizzare i personaggi del cartoon Buddy G sono state infatti proprio le due mamme di Grayson, diventate la coppia simbolo dei diritti gay al femminile.

Una battaglia, la loro, combattuta anche a colpi di cartoni animati. E i risultati danno loro ragione. Una compagnia di produzione televisiva di Omaha, nel Nebraska, ha prodotto infatti la prima serie di «Buddy G - My two Moms and Me», il cartoon «didattico» per bambini con entrambi i genitori dello stesso sesso.

Per Donna Colley e Margaux Town è un sogno che si realizza: «Abbiamo realizzato questo cartoon in modo che le famiglie come la nostra abbiano a disposizione almeno un film a disegni animati in cui riconoscersi». Un prodotto realizzato senza le grandi risorse tecnologiche di Pixar o Disney, ma che punta a sfondare nella grande distribuzione televisiva e cinematografica. Intanto il dvd con gli episodi di Buddy G è in vendita online per 10 dollari. Un successo anche in Italia, dove si può acquistare sui principali siti gay.

La legge del Nebraska non consente ancora a Margaux e Donna di essere entrambe «madri legali» di Grayson, un privilegio che per ora tocca alla sola Margaux che ha effettivamente partorito il bimbo. Ma la loro lotta giudiziaria continua. E da oggi può contare anche sull’aiuto di un cartoon di nome Buddy G.

«È stato più lungo, più costoso e più faticoso di quanto avevamo pensato, ma non potremmo essere più orgogliose e felici del cartone animato e di ciò che rappresenta», ha detto Margaux. Le fa eco la sua compagna, Donna: «Mentre i bambini oggi hanno pronto accesso alla letteratura che descrive famiglie con genitori omosessuali, questa è la prima volta che i bambini con due mamme o due papà saranno in grado di vedere sullo schermo un protagonista che ha una famiglia come la loro».

Nel primo episodio del cartone, «Gli anelli perduti», il protagonista Buddy G e il suo migliore amico Owen scoprono l’importanza dell’essere sinceri dopo la scomparsa di alcuni anelli. Nei prossimi episodi verranno presentati anche altri tipi di famiglia, tra cui anche una due papà.

La nascita di Buddy G sembra fatta apposta per rilanciare le polemiche sui «nuovi nuclei sociali», che nulla hanno a che fare con la tradizionale famiglia incentrata sui «vecchi» ruoli di padre (maschio) e madre (femmina). Roba passata, oggi bisogna stare rincorrere i tempi. Tanto che anche il ministro della Pubblica istruzione britannico ha imposto ai docenti di non usare più termini «obsoleti» come mamma e papà: parole «omofobe» che potrebbero offendere i bambini figli di coppie gay o lesbiche. I professori inglesi dovranno scrivere e dire soltanto «genitori». E nulla più. Senza entrare più di tanto nello specifico. Un dvd con le ultime avventure di Buddy G pare sia già in viaggio verso tutte le scuole del Regno Unito.

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Resta un mistero la morte della pornostar Lollipop. La sua specialità era il fist.

Probabilmente un attacco di cuore. Trovata in casa sua, a Roma, dalla madre. Era testimonial della Fiorentina sull'emittente Conto Tv.

(Laura Cuppini - Il Corriere della Sera) Su Conto Tv la Fiorentina aveva il volto di Federica Gori, in arte Lollipop. Aveva, perché la ex pornostar, 38 anni (vero nome Maria Federica Besesti), è stata trovata morta martedì mattina in casa sua, a Roma in zona Olgiata. Per prima l'ha vista la madre. Preoccupata perché non la sentiva da ore è entrata nella sua casa: la ragazza era stesa sul letto, davanti alla tv accesa. Era già morta e accanto a lei c'erano i suoi quattro cani. Giovedì è stata effettuata l'autopsia al Policlinico Gemelli di Roma ma i risultati dell'esame verranno comunicati alla madre tra 60 giorni. Il medico legale ha stabilito, dopo un primo accertamento, che la Gori sarebbe morta per cause naturali, forse un attacco cardiaco. I funerali potrebbero svolgersi sabato.

L'EX COMPAGNO - «Viveva nel mito di Marilyn Monroe, era convinta che sarebbe morta giovane - racconta il regista Luca Damiano, suo compagno per 6 anni, fino al 2005 (ascoltalo in audio) -. Tanto più che anche suo padre è morto giovane per un attacco di cuore». Damiano smentisce che Federica fosse malata di Aids, ipotesi che in passato era circolata su Internet e smentita dalla stessa pornostar con un video pubblicato su Youtube. «Aveva fatto degli esami pochi giorni fa - spiega -, ed era assolutamente sana». «Per Federica era un bellissimo momento - aggiunge Damiano -. Aveva da poco finito di girare l'ultimo film di Virzì «Tutta la vita davanti» e l'ultimo film di Verdone, dove aveva delle parti, e era testimonial per Conto Tv. Mi diceva sempre "Quando muoio prenditi cura dei miei cani" e io le rispondevo "Ho 25 anni più di te, è più facile che sia tu a prenderti cura dei miei"».

«NON ERA MALATA» - Ulteriore conferma che Federica era assolutamente sana arriva dall'amica Maya (ascoltala in audio): «Era pulita, non toccava vino, non fumava, non si drogava e soprattutto non aveva l'Aids. Era una persona fragile e timida, collezionava bambole. Sono sconvolta per la sua mort

STRIP GIRL - Nata a Roma, Federica Gori si esibiva come «strip girl» nei locali della capitale. In una di queste occasioni ha conosciuto Damiano di cui poi è diventata compagna. Insieme a lui è apparsa in diversi film hard (Luca Damiano parla di Lollipop: guarda il video su Youtube) e nel 2000 aveva fatto parte del cast di «Gladiatori: Reportage sul cinema hard italiano», sempre con Damiano. Il film era stato presentato al Film Festival di Torino lo stesso anno. Dopo il debutto con «The witch and the bitch», aveva girato la serie «Lollipop e le sue amiche» e «L’Angelo Azzurro» e una telenovela hard per il canale satellitare Stream. Nel 2001 si era parlato di lei perché aveva intentato una causa al gruppo musicale delle Lollipop colpevoli, secondo lei, di averle rubato il nome.

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Senegal. Pubblicate le foto degli invitati ad un matrimonio gay, è caccia all'uomo, dieci arrestati.

Nelle foto il Senegal e Mansour Dieng, editore della rivista "Icones".

Dieci le persone arrestate a Dakar, la capitale Senegalese, nellla mattina di domenica 3 febbraio, dopo che un popolare magazine locale, Icones, ha pubblicato fotografie di una cerimonia nuziale tra due uomini senegalesi. Il matrimonio avrebbe avuto luogo a Dakar più di un anno e mezzo fa. Gli arresti sono stati effettuati per ordine di Asane Ndoye, capo della Divisione di Investigazione Criminale della Polizia Senegalese. Non risulta chiaro dove vengono detenuti gli arrestati.

"Gli arresti di massa di persone semplicemente perché sono gay sta terrorizzando l’intera comunità," dice Paula Ettelbrick, direttore esecutivo di IGLHRC. "I trattamenti inumani verso gay e lesbiche devono finire. Ci appelliamo alla comunità internazionale perché faccia osservare la legge internazionale sui diritti umani”. L’Human Rights Committee delle Nazioni Unite nella sua decisione sul caso Toonen contro Australia (1994) ha affermato che l’attuale protezione contro le discriminazioni negli Articoli 2 e 26 della Convenzione Internazionale sui diritti Civili e Politici (ICCPR) include l’orientamento sessuale come status protetto.

"Temiamo per le nostre vite, specialmente quelli di noi che si vedono nelle foto" ha dichiarato Jean R., un attivista gay Senegalese che ha parlato a ILGA e IGLHRC dall’hotel dove sta cercando rifugio. "Alcuni di noi si sono nascosti e altri stanno lasciando il paese".

Il Senegal è uno dei pochi paesi africani francofoni che penalizzano l’omosessualità. Secondo l’articolo 3.913 del codice penale senegalese, gli atti omosessuali sono punibili con la detenzione da 1 a 5 anni e con una multa da 200 a 3.000 dollari.

"Molti considerano il Senegal uno dei paesi africani più progressisti nei confronti dell’omosessualità" sostiene Joel Nana, dell’IGLHRC per l’Africa Occidentale, "Il Governo ha incluso un impegno per combattere l’HIV tra gli uomini che praticano sesso con altri uomini nel suo Piano nazionale di lotta all’AIDS sin dal 2005. Ecco perché abbiamo trovato questi arresti molto preoccupanti e pericolosi".

Il Senegal ha forti legami politici ed economici con un numero di istituzioni e governi islamici conservatori, e ospiterà a marzo il summit dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (Organization of Islamic Conference, OIC).

In queste circostanze IGLHRC (International Gay and Lesbian Human Rights Commission) e Pan-African ILGA esprimono preoccupazione e dubbi sul fatto che il Senegal sia adatto a ospitare La prossima Conferenza internazionale sull’AIDS e le le malattie sessualmente trasmissibili in Africa (ICASA), prevista a Dakar per il dicembre 2008.

"Non ci sarà posto per un’aperta ed esauriente discussione sulle dimensioni dei diritti umani dell’HIV di fronte a queste vessazioni," ha dichiarato Danilo da Silva, co-presidente di Pan-Africa ILGA, una federazione che raccoglie oltre 40 gruppi gay e lesbici da tutte le parti dell’Africa. "Ci aspettavamo di più da un paese leader come il Senegal".

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Milano. Bullismo contro un ragazzo gay? Si secondo l'Arcigay ma il Corriere nel suo pezzo non ne parla.

Finiscono in manette due bulli di 15 e 17 anni.
(Il Corriere della Sera) Insultavano e malmenavano pesantemente due ragazzi “in difficoltà” all’interno dell’oratorio Padri Sacramentini (Orpas) della parrocchia di Sant’Angela Merici in zona Greco-Turro a Milano. Per questo la polizia ha denunciato un 15enne e un 17enne che capitanavano una banda di coetanei nota tra i ragazzi che frequentano l’oratorio per i continui atti di sopraffazione e bullismo. Le vittime sono due amici di 22 e 21 anni, entrambi descritti come introversi, timidi ed emotivamente molto fragili.

Le aggressioni nei loro confronti sono state continue, soprattutto sul 21enne che il 28 novembre e il 25 gennaio scorsi si è fatto visitare in ospedale dove gli è stata diagnosticata una prognosi di sette giorni nel primo caso e di dieci nel secondo. Dopo almeno otto aggressioni in un paio di mesi, sostenuti dai loro genitori, i due ventenni hanno deciso di denunciare i loro aguzzini al commissariato di zona, che ha organizzato un appostamento. Così, quando i due giovani sono stati circondati dal gruppetto e i due bulli si sono fatti avanti per l’ennesima aggressione, il 21enne hanno inviato un sms agli agenti appostati nei pressi che sono entrati nell’oratorio e hanno fermato i due minorenni, entrambi studenti di istituti della zona, denunciati per violenza e minacce al Tribunale per i minorenni a cui è stato richiesta anche la diffida a frequentare l’oratorio.
I sacerdoti dell’oratorio erano a conoscenza delle prepotenze messe in atto dai due minorenni, ma hanno sempre ritenuto che si trattasse di episodi casuali e saltuari non destinati a ripetersi. Nell’ottobre scorso, il 21enne e il 22enne erano state vittime di un ventenne brasiliano che, forte della sua prestanza fisica, li aveva in più occasione picchiati e derubati, prima di essere arrestato dalla polizia.
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BULLISMO/ ARCIGAY: SERVONO URGENTI POLITICHE INTERVENTO SOCIALE
Sconcerta costante presenza insulti contro omosessuali.
(Apcom) - Oggi a Milano un 'branco' di minorenni ha compiuto un nuovo gesto di violenza nei confronti di un giovane "ritenuto" gay e di un altro giovane 'diverso' che cercava di difenderlo. Luogo della vicenda un oratorio 'Orpas' della parrocchia Sant'Angela Merici a Milano.

L'episodio di bullismo, spiega in una nota l'Arcigay, conferma che "sono urgenti politiche di intervento sociale e culturale per combattere ogni forma di violenza nei confronti di ragazzi perpetrata da altri ragazzi. Quello che sconcerta, oltre il ripetersi degli episodi in tutta Italia, è la presenza costante di insulti e di provocazioni contro ragazzi accusati di essere omosessuali".

Secondo l'Arcigay questo avviene perché "il clima d'odio, alimentato dalle gerarchie cattoliche e dalle destre italiane, favorisce l'emulazione di atteggiamenti razzisti e omofobi". "Non stupisce infine l'atteggiamento dei preti dell'Oratorio che, come accade agli insegnanti delle scuole medie e superiori, non danno il giusto peso a questi atti violenti valutandoli come semplici bravate. Bisognerebbe strutturare in tutte le scuole del paese corsi di formazione sul bullismo e di educazione alle differenze - concludono - Questo sarebbe utile alla chiesa italiana, che potrebbe usare una piccola parte dell'ingente introito dell'8 per mille incassato grazie ad un meccanismo truffaldino, per istruire meglio i suoi preti a contatto con le giovani generazioni".

Una nota di condanna per i fatti di Milano è giunta anche dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma che "respinge con fermezza l'ondata di violenze perpetrate ai danni di giovani gay e si è adoprato sin dalla sua nascita contro la discriminazione alle persone gay, lesbiche e transessuali".
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Ndr. Arcigay ci ha ormai abituato a notizie di questo tipo che poi o vengono dimenticate oppure ridimensionate o, peggio ancora, smentite. A chi dobbiamo credere..? All'Arcigay o al Corriere? E se anche fosse vero, perchè strumentalizzare e "sputtanare" così dei giovani adolescenti. Non è meglio scegliere un rispettoso silenzio invece di accendere l'altoparlante dei comizi? Staremo a vedere.

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Istat. L'italia invecchia e più bambini dalle coppie non sposate.

La speranza di vita è di 78,6 anni per gli uomini e di oltre 84 per le donne.
Istat: Italia sempre più vecchia.
Aumentano gli immigrati. Diminuiscono i matrimoni, più bambini dalle coppie di fatto.

(Il Corriere della Sera) Niente a che vedere con Francia e Svezia dove le nascite fuori dal matrimonio superano il 50%, ma anche in Italia sta crescendo il numero delle coppie che si formano e mettono su famiglia senza andare all'altare. È quanto emerge dagli ultimi indicatori demografici dell'Istat che confermano alcune tendenze: una popolazione sempre più invecchiata, l'allungamento della vita media, l'aumento della popolazione (si avvicina quota 60 milioni), dovuto all'aumento degli arrivi degli immigrati.

ITALIANI LONGEVI - Anche nel 2007 la stima della speranza di vita alla nascita è risultata pari a 78,6 anni per gli uomini e superiore agli 84 anni per le donne. Rispetto al 2006 la crescita è stata rispettivamente di 0,3 e 0,2 anni. Per longevità in Europa gli uomini italiani risulterebbero secondi soltanto agli svedesi (78,9) ma davanti a olandesi (77,9) e irlandesi (77,6). Lo stesso vale per le donne, seconde soltanto alle francesi (84,4) ma davanti a spagnole (83,9) e svedesi (83,1). A livello territoriale le regioni dove si vive più a lungo sono per gli uomini l'Umbria (79,6) e per le donne le Marche (85,2 anni). Sui livelli minimi si piazza la Campania sia per gli uomini (77,4) sia per le donne (82,9). All'inizio del 2007 gli individui con 65 anni e più rappresentavano il 20% della popolazione (erano il 17% nel '97) mentre i minorenni solo soltanto il 17% (18% nel '97). E mentre l'età media della popolazione sfiora i 43 anni, il pesto degli ultrasessantacinquenni sulla popolazione in età attiva è da record: 30% contro una media europea del 25%.

IL 18,6% DEI FIGLI FUORI DAL MATRIMONIO - Aumentano le coppie che hanno figli senza sposarsi. I matrimoni celebrati nel 2007 sarebbero appena 242 mila pari a un tasso del 4,1 per mille, contro i 270 mila di cinque anni prima (4,6 per mille) e si registra un incremento delle nascite naturale che rappresentano il 18,6% del totale rispetto al 12,3% del 2002. Dal punto di vita territoriale restano tuttavia differenze marcate: nel Mezzogiorno si stima una nuzialità più alta rispetto al resto del Paese mentre la percentuale di nascite fuori del matrimonio è nettamente inferiore. La regione dove ci si sposa di più è la Campania.

AUMENTANO LE NASCITE - Se le stime verranno confermate il 2007 costituirebbe per l'Italia il secondo anno consecutivo di crescita naturale positiva. Il dato provvisorio per le nascite si aggira intorno alle 563 mila unità, oltre 3 mila in più rispetto al 2006. la stima per i decessi, infine, ne segnala un migliaio in meno rispetto al 2006. Decisamente più solida rispetto a quella naturale resta la dinamica migratoria: la stima provvisoria del saldo per il 2007 sfiora, infatti, le 390 mila unità, per un tasso migratorio pari a 6,6 per mille abitanti.

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Sean Penn e James Franco, amanti al cinema.

(Ansa) Sean Penn cammina senza camicia, abbracciato a James Franco.
Sono le prime immagini, comparse sul sito Flicker, degli attori sul set di Milk.

Il nuovo film di Gus Van Sant, nel quale Penn si cala nei panni del primo politico dichiaratamente omosessuale eletto a una carica pubblica (nel 1977) e assassinato un anno dopo da un fanatico omofobo, Dan White. 'Van Sant e' l'artista perfetto per portare sul grande schermo la vita di Harvey Milk' ha detto coproduttore della Focus Pictures.

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Condannato a diciott'anni l'assassino di Roberto Chiesa, l'omosessuale romano ucciso il 7 marzo scorso.

Il compagno dell'assassinato, Mario Chinazzo, non ha assistito alla sentenza, è deceduto nel dicembre scorso.

(Agi) Era stato ammesso come parte civile, con una decisione storica, nel procedimento per l'omicidio del suo compagno, ma oggi Mario Chinazzo, morto il 19 dicembre per problemi di salute, non ha potuto assistere alla condanna del romeno George Alin Chisereu (nella foto), 24 anni, che, il 7 marzo scorso, uccise Roberto Chiesa, 63enne omosessuale.
La sentenza del gup Claudio Carini e' arrivata oggi; il giudice ha condannato il romeno, in sede di giudizio abbreviato, a diciotto anni di reclusione, e a un risarcimento, da liquidare in separata sede, soltanto a favore della sorella della vittima, Graziella.

Era stato il gup Carini, nell'udienza del 19 luglio, ad ammettere come parte civile Chinazzo, settantenne sottufficiale della Marina in pensione, compagno di Chiesa per venticinque anni, riconoscendogli un danno diretto, conseguenza dell'omicidio.
Danno giuridico che per il gup non era rilevante con riferimento alla posizione del Campidoglio e dell'Arcigay, che, quindi, erano stati esclusi.
"Ritengo che la pena sia congrua considerata la scelta del rito anche se non puo' soddisfare il dolore subito dalla sorella di Chiesa e da Mario che purtroppo non c'e' piu' e che, invece, aspettava con ansia questa sentenza", ha commentato l'avvocato Daniele Stoppello, dell'Arcigay Roma. Il romeno aveva conosciuto Chiesa alla stazione Termini, qualche giorno prima del delitto. Il 7 marzo Chisereu era stato sorpreso da Chinazzo che, nel fare ritorno a casa, lo aveva incrociato per le scale dallo stabile di via Faleria, a San Giovanni; il giovane aveva con se' un trolley rosso, di proprieta' del compagno della vittima. Nell'appartamento, poi, la macabra scoperta da parte di Chinazzo: Chiesa giaceva faccia in giu' sul pavimento del soggiorno, in una pozza di sangue.

Aveva la gola tagliata. Il giovane venne fermato qualche giorno dopo il delitto all'ingresso dell'autostrada da una pattuglia della Stazione di Ponzano Romano impegnata nei controlli sulle auto in transito: era in fuga verso la Romania, in compagnia di alcuni connazionali. All'interno dell'auto di Chisereu i militari trovarono un berrettino da baseball e un paio di pantaloni con tracce ematiche, le scarpe da ginnastica calzate al momento del delitto, il cellulare della vittima e l'arma - un coltello con una lama da 8 centimetri macchiata di sangue risultata compatibile con le ferite riscontrate nell'autopsia.
Per Chisereu, accusato di omicidio volontario e rapina, il pm Mario Dovinola aveva sollecitato una condanna a venti anni di reclusione.

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Udeur, è resa dei conti. Espulsi i dissidenti della linea Mastella.

(è Costiera) Arrivano i “regolamenti di conti” all'interno dell'Udeur, e anche prima dell'atteso congresso che si terrà sabato prossimo sulla decisione di collocarsi o meno con il centrodestra. Dopo lo scandalo che ha "decapitato" due assessori regionali del partito, e dopo la caduta del governo Prodi, ecco il segretario regionale campano, Antonio Fantini (nella foto), espellere dal partito tre consiglieri regionali :Nicola Caputo, Giuseppe Maisto e Vittorio Insigne, e il segretario cittadino di Napoli Diego Venanzoni.

Nei giorni scorsi avevano sottoscritto un documento nel quale minacciavano di lasciare il Campanile se ci fosse stata una alleanza con il centro-destra. "Proprio nel momento in cui é necessaria la massima coesione - commenta Fantini - abbiamo assistito a episodi e dichiarazioni di alcuni, provenienti da altri raggruppamenti o subentrati nelle istituzioni a eletti chiamati a incarichi superiori, che hanno leso la dignita' stessa dei Popolari-Udeur".

Un quarto consigliere regionale, Salvatore Arena, in un primo tempo cofirmatario del documento, si è subito premurato a sottolineare che "l'idea di lasciare l'Udeur non mi ha mai minimamente toccato. Sono e resto dell'Udeur e voglio ricordare che io mi ritengo uno dei soci fondatori del partito guidato da Clemente Mastella. Io e l'intero gruppo dirigente della provincia di Salerno aspettiamo l'esito dell'esecutivo nazionale di sabato, e solo allora trarremo le nostre conclusioni".
Abbiamo appreso la decisione delle nostre espulsioni dalla stampa - ha detto il consigliere Giuseppe Maisto - ed invece pensavamo di aver posto un problema politico, chiedendo di discutere le scelte”.
'C' e' anche un problema di metodo nella nostra espulsione - ha aggiunto Maisto - ma se il Consiglio nazionale sancirà il cambio di alleanze vorrà dire che Mastella ha già deciso tutto”.

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Il New York Times fotografa gli atleti del Superbowl negli spogliatoi.

"Inside the Changing Room" è il titolo del servizio fotografico realizzato all'interno degli spogliatoi dei Giants da Paolo Pellegrin in occasione del Superbowl e messo online dal New York Times. Un'atmosfera d'attesa nelle belle fotografie che mostrano gli atleti fasciati nei loro asciugamani in attesa di entrare in campo e dettagli di oggetto di uso comune.
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John Mayer come "Borat", il musicista americano da scandalo.

(River-blog) Non tutti possono permettersi di indossare il costume di Borat. Questo in foto è John Mayer, rocker e abilissimo P.r. di se stesso. E’ stato fidanzato con Jessica Simpson (ma questo non è qualcosa di cui andare fieri). Il risultato, in costume, è quello che è.

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Spice girls spice flop. Le Spice Girls annullano il tour e si scusano via You Tube.

Pochi i biglietti venduti e tensioni.

(TGCom) Per il loro ritorno avevano fatto le cose in grande: pubblicato un Best of, un nuovo video sexy, un palco per il tour con effetti speciali e con i costumi di Roberto Cavalli. Ma le Spice Girls hanno annullato il tour: molti biglietti sono rimasti invenduti e tra Emma, Geri, Mel B, Melanie C e Victoria i rancori del passato hanno avuto la meglio. Ma ufficialmente le ragazze si ritirano per "motivi familiari". Data d'addio il 26 febbraio a Toronto.


"Purtroppo dobbiamo annullare gli impegni presi - dice il comunicato stampa del promoter del tour - per i motivi familiari e personali di Emma, Geri, Mel B, Melanie C e Victoria. Già lo scorso giugno erano state annunciate tappe in Europa e America, le ragazze avevano anche pianificato di approdare in Australia, Cina, Sud Africa e Argentina. Ma dopo la richiesta esorbitante di Inghilterra e America per problemi logistici e per la produzione imponente del tour siamo stati costretti ad annullare tutto. Le Spice Girls torneranno alla loro vita, alle loro famiglie, porteranno i bambini a scuola".

Le cantanti hanno aggiunto: "E' stato stupendo tornare a lavorare insieme per tre mesi. Incredibile ritrovarsi e rivedere i nostri fan di nuovo. Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato ai nostri show e anche a quelli che per la prima volta sono venuti a vederci. Siamo dispiciute che non possiate venire alle prossime tappe ma abbiamo degli impegni importanti che riguardano la nostra vita e poi chissà cosa può ancora accadere nel nostro futuro...".

Fin qui la versione ufficiale. Secondo il Daily Mirror i motivi del tour annullato sono altri: anzitutto molti biglietti sono rimasti invenduti in prevendita e pare anche che siano sorti vecchi rancori tra le artiste. Il tempo evidentemente non ha appianato le ferite ed ora c'è da capire cosa intenderanno fare Geri, Mel C e Emma della loro carriera solista. Le sorprese sono in agguato.
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Spice Girls - Headlines [tour cancellation version]

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