banda http://blografando.splinder.com

lunedì 19 maggio 2008

Sottosegretario presidenza ospite di Don Gelmini a Comunità Incontro. Giovanardi: I giusti valori passano solo per famiglia.

(Apcom) Visita alla comunità incontro di Don Gelmini da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. Che ha partecipato ad Amelia presenza ad Amelia al Convegno “Impegno e Fedeltà”. E Che ha ribadito la sua stima e amicizia nei confronti del prete, per il quale alla fine di marzo la Procura di Terni ha chiesto il rinvio a giudizio con l’ipotesi di violenza sessuale.

“Confermo quanto detto sulla carta stampata - spiega alla platea il sottosegretario -: per me Don Gelmini è come Don Bosco. Anche se Don Pierino dovrà aspettare un po’ prima di essere riconosciuto così anche da tutti gli italiani”.

Poi Giovanardi è passato a parlare di famiglia: “Bisogna distinguere il bene dal male - si evince da una nota - attraverso i veri valori della vita che si trovano soprattutto nella famiglia. I ragazzi della Comunità, i loro genitori sappiano che la vita è bellissima e che si sono cose stupende da vivere ancora. Per questo è importante che attraverso la famiglia, la cui rilevanza è riconosciuta anche dalla nostra Costituzione, si creino i veri valori di una vita. A questo tende tutta l’opera anche della Comunità”

Sphere: Related Content

Sorprendente dichiarazione di GayLib: “Carfagna contraria al riconoscimento delle coppie gay? Allora era meglio la Mussolini”...

Allineato all'Arcigay ma pronto a cambiare linea. Lo stupore di Enrico Oliari che dopo essere stato ignorato dal Pdl e dal ministro Carfagna, preferisce alla soubrette un'altra parodia di soubrette. Quella di "Meglio fascisti che froci". Siamo noi stupefatti della totale mancanza di una strategia politica e dal vuoto politico e morale dei sedicenti gay di centrodestra.

“Sono stupito dell’annunciata e pregiudiziale chiusura del Ministro Mara Carfagna al riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie omosessuali, cosa che rappresenterebbe la prima libertà negata di quel Popolo delle Libertà pure sostenuto centinaia di migliaia di gay”. Lo afferma Enrico Oliari, presidente di GayLib (gay di centro-destra), il quale sostiene che “Recentemente Alessandra Mussolini aveva dimostrato assai più lungimiranza politica inserendo nel suo ‘governo penombra’ un omosessuale per le Pari Opportunità, segno che i tempi sono maturi per affrontare sobriamente la questione anche in un’Italia che se ne infischia delle Risoluzioni del Parlamento di Strasburgo e che in materia di diritti civili delle persone omosessuali è stata superata persino dalla Colombia e dal Sud Africa”.

“Noi di GayLib - conclude la nota – abbiamo pronte le nostre proposte alternative al mondo culturale ed al movimento omosessuale di sinistra ed in particolare il Riconoscimento delle Unioni Omoaffettive; mi auguro che il Governo, forte di una ritrovata laicità, sappia seguire fino in fondo la via del liberalismo: non è negando un diritto che se ne conserva un altro”.

Sphere: Related Content

Marito impotente, lei chiede i danni. Il problema era stato nascosto durante il fidanzamento.

Delusa e impossibilitata a diventare mamma, vuole la separazione e anche un risarcimento.
(Trentino) Non solo vuole la separazione ma al quasi ex marito chiede anche i danni patrimoniali e non. La protagonista di questa storia, che si è affidata all’avvocato Claudio Tasin per veder riconosciuti i suoi diritti, è una trentenne calabrese fresca sposa di un trentino. La coppia si conosce da qualche anno e sembrava che fra loro non ci fossero segreti. Tutto era rosa e fiori tanto da spingere i due a sposarsi. E dopo il fatidico sì la ragazza, secondo il suo racconto, avrebbe fatto la scoperta che è poi diventata causa della separazione e della richiesta dei danni. Avrebbe scoperto, infatti, che il marito era impotente. Non solo. Sempre secondo la sposina, lui avrebbe sempre saputo di questo suo «problema» ma ne avrebbe volontariamente taciuto. La ragazza, quindi si senta tradita, le sembra che sia venuta meno la lealtà e la correttezza che sono alla base di tutte le unioni. Non solo. Quando la questione impotenza è venuta a galla, la giovane avrebbe chiesto al suo sposo di sottoporsi a delle cure che forse poteva ovviare al problema ma (e questa è sempre la versione della moglie) lui si è sempre opposto forse per evitare che la sua situazione fosse conosciuta da altre persone. Secondo la donna il marito avrebbe volontariamente disatteso all’obbligo di comunicare alla fidanzata i suoi problemi sessuali forse perché sapeva che, se lo avesse fatto, il matrimonio non sarebbe stato celebrato. L’impotenza del marito per la ragazza, infatti si traduce anche nell’impossibilità di diventare madre cosa che lei (come moltissime altre donne) sognava da sempre.
Dopo la scoperta, e dopo il rifiuto di lui di cercare una strada medica per la soluzione del suo problema, la donna ha deciso che quella per lei non era vita, che aveva diritto ad aspirare al poter diventare madre oltre ad una vita sessuale soddisfacente. Da qui la decisione di rivolgersi all’avvocato Tasin per avviare le pratiche per la separazione e per valutare una causa per chiedere i danni patrimoniali e non. L’ipotesi di partenza è che la donna abbia subito un danno ingiusto per la celebrazione di un matrimonio infelice. La sessualità, è la linea della donna, va ricompreso fra le posizioni soggettive direttamente tutelate dalla Costituzione e inquadrato tra i diritti inviolabili della persona che vengono garantiti dall’articolo 2 della carta costituzionale. Quindi, prosegue il ragionamento, il coniuge che omette di informare l’altro coniuge prima del matrimonio delle proprie disfunzioni sessuali, tali da impedire l’assolvimento dell’obbligo coniugale, commette un illecito derivante dalla lesione del diritto fondamentale del coniuge a realizzarsi pienamente della famiglia, nella società, ed eventualmente anche come genitore.
L’azione è solo agli inizi e bisognerà vedere cosa succederà in una causa che è fra le più singolari fra quelle indette fra ex coniugi.

Sphere: Related Content

Mara Carfagna. La prima di una serie di gaffes? Arcigay: «La Carfagna fa battute da bar». Il silenzio dei gay di centrodestra.

Dopo il no del ministro al patrocinio al gay pride. Grillini: «Destra italiana è omofoba». I registi Hofer e Ragazzi: «Il ministro guardi il nostro film sui Dico».

(Il Corriere della Sera) Mara Carfagna non darà il patrocinio al Gay Pride. «Per il governo gli omosessuali non sono discriminati» spiega senza esitazioni il ministro per le Pari opportunità. Provocando la dura reazione dell'Arcigay. «Come fa il ministro Carfagna a sostenere che non esistono discriminazioni sui luoghi di lavoro per le persone omosessuali?» si chiede il presidente nazionale Aurelio Mancuso. «Saremmo tanto curiosi di sapere quali sono i gay che la Carfagna dice di conoscere e in quale mondo ella vive - attacca Mancuso - perché ci pare che abbia una percezione della realtà del tutto distorta». Un ministro, secondo il presidente nazionale dell'Arcigay, non si occupa dei singoli casi di discriminazione, ma di scrivere una legge perché tutte le discriminazioni siano evitate. Arcigay chiede quindi un incontro alla Carfagna «affinchè possa distaccarsi dal mondo delle favole e ritornare tra i comuni mortali, che hanno bisogno di risposte concrete, non di consunte e provocatorie esternazioni sui giornali. Per questo sarebbe bene che un principe la baci e la svegli».

«IL MINISTRO SPARA A ZERO» - Non è morbido nei confronti della Carfagna neanche il leader storico dell'Arcigay, Franco Grillini, secondo il quale quelle del ministro sono «battutacce da bar che confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità». «Mi sembra che per il ministro Mara Carfagna sia più facile sparare a zero sul Gay Pride utilizzando i soliti pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni anzichè svolgere una positiva attività di governo» dice Grillini.

«VEDA IL NOSTRO FILM SUI DICO» - «Quanto ha detto il ministro ci fa cadere le braccia» affermano i due registi del film-documentario sui Dico «Improvvisamente l'inverno scorso», Gustav Hofer e Luca Ragazzi, invitando la Carfagna a vedere la loro pellicola al Cinema Politecnico di Roma. Il ministro «si faccia un giro in Europa per constatare che il riconoscimento delle coppie di fatto anche omosessuali è una realtà in quasi tutti i paesi membri .- dicono i due registi -. Si legga la direttiva europea del gennaio 2006 che richiede agli Stati dell'Unione di legiferare quanto prima sul riconoscimento delle coppie di fatto. L'Italia non può continuare a essere il fanalino di coda». «Il nostro film - continuano - dimostra perfettamente che c'è una situazione di discriminazione oggettiva verso le coppie omosessuali dettata dall'ignoranza imperante nel nostro paese. Una coppia come la nostra, insieme da nove anni, non è tutelata dallo stato che pure ci chiede di pagare le tasse come qualsiasi cittadino».

PRO E CONTRO - Pina Picierno, esponente del Pd e ministro ombra delle Politiche giovanili si augura che la Carfagna «ci ripensi e partecipi al Gay Pride» senza farsi «condizionare nella sua attività da visioni manichee e fuori dal tempo». Al contrario, Luca Volontè sostiene il ministro: «Brava Carfagna - dice il deputato dell'Udc -: la sinistra gay chiama diritti i propri privilegi discriminatori verso famiglie ed eterosessuali».

Sphere: Related Content

Video schock di Angelina Jolie in topless. Amo uccidere i miei animali, il fetish e... la droga.

(Spettacoli blogosfere) Il video pubblicato da The Sun è vecchiotto, ci mostra un'Angelina Jolie poco più che ventenne che parla davanti ad una telecamera con accanto una persona che fuma tranquillamente eroina. Parla di sè, della sua vita e delle sue passioni: robette che tutti amiamo, tipo torturare gli animali e poi ucciderli. Chi non ha passioni come queste?

Sapevamo che la Jolie ai tempi non era una tipa molto a posto, ma così fuori posto non ce la aspettavamo. Tempi fa aveva ammesso di aver usato un po' tutte le droghe che le capitavano sotto mano: "Ho provato cocaina, eroina, ecstasy, Lsd, ma ho smesso molto tempo fa"; questa sembra la prova di quel periodo un po' particolare.

Il video del The Sun mostra la Jolie, allora 23enne, mentre chiacchiera con una donna che fuma eroina. La star non tocca la droga, ma è in un pessimo stato: capelli scompigliati, palpebre così pesanti che fa fatica a tenerle aperte, discorso confuso. Angelina continua a sfregarsi i denti, e parla delle sue preferenze sessuali, a base di giochi erotici fetish, in cui i partner vengono legati e colpiti.

Non manca un accenno al suo hobby preferito: torturare e uccidere animali, dal topo, al criceto, passando per la lucertola. "Ho provato a uccidere anche il mio serpente - afferma -. A 12 anni ero una ragazza cattiva, picchiavo i miei amici".

Qui trovate il video. Ma Angelina, che in questi giorni è a Cannes con il marito Brad Pitt con un panzone che ospita le sue creature, ha anche donato ai fotografi un topless che sta spopolando in queste ore sul web.

Sphere: Related Content

Padova. Nozze gay a palazzo Moroni. Infuria la polemica su Zan.

E’ solo un’iniziativa di natura politica. L’unico matrimonio valido resta quello che è previsto dalla Costituzione.
(Il Mattino di Padova) La cerimonia in sala Bresciani Alvarez riapre le polemiche. Sabato scorso alle 11.40 Alessandro Zan, consigliere comunale di Sinistra Laica, ha celebrato l’unione fra Luigi e Andrea con tanto di scambio degli anelli.
Ieri tutti a leggere il mattino, ma le reazioni (soprattutto all’interno del Comune) sono state tutt’altro che entusiaste. Si è riaperto, di fatto, il confronto-scontro sui «Pacs alla padovana». Tanto più che le “nozze gay” hanno urtato la sensibilità dei cattolici.
Sindaco. Flavio Zanonato ha affidato ad un secco comunicato la posizione ufficiale del Comune. Ecco il testo: «L’Amministrazione comunale ha affrontato con sobrietà e buon senso il problema dei diritti delle coppie di fatto e lo ha fatto nel rigoroso rispetto della Costituzione e della normativa nazionale. Ritengo che iniziative come quelle promosse dal consigliere Zan rischino di creare confusione nell’opinione pubblica e di non giovare affatto alla causa che si vuole difendere. Non è stato celebrato alcun matrimonio. C’è un solo matrimonio valido: quello previsto dalla Costituzione. Si è trattato di un’iniziativa politica che non ha nessun valore giuridico».
Commenti. Non solo dall’opposizione fioccano le critiche nei confronti di Zan. Caustico il consigliere regionale di Intesa Veneta, Carlo Covi che siede sempre fra i banchi della maggioranza a palazzo Moroni: «Speriamo che sia femmina... Mi vien da pensare al celebre film, dopo aver letto le cronache. E’ certo un argomento dignitoso quello che preoccupa tanto Zan. Ma non mi pare rientrare fra le priorità dei padovani».
Il vice sindaco Claudio Sinigaglia, anima “popolare” del Partito Democratico, preferisce concentrarsi sui festeggiamenti per l’Inter tricolore: «Zan? Un maestro di illusionismo. E’ l’ultimo coniglio che esce dal suo cilindro. Tutti sanno bene che è pura scenografia che gli serve ad affermare se stesso. La vera promozione dei diritti si fa seriamente».
Ha gioco facile Domenico Menorello, consigliere di Forza Italia reduce da San Siro: «Il mio pensiero va a Sinigaglia. Vorrei tanto aiutarlo a trovare qualche giustificazione per i suoi amici parroci. Almeno in questo caso la Diocesi non ha bisogno di intervenire con un documento».
Zan. Il protagonista della cerimonia di sabato mattina risponde un po’ a tutti. Così: «Da dove nasce tutta questa paura? Credo che tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, abbiamo il dovere di interrogarsi su questo sentimento di paura che spinge molte volte ad escludere anziché a comprendere. Non è stato celebrato nessun matrimonio gay, ma solo la consegna di un certificato anagrafico a una coppia di ragazzi. Una cerimonia sobria, laica e civile. Ho letto una poesia e augurato felicità e due ragazzi che si vogliono bene: cos’è che spaventa?».
Zan si misura con la giunta Zanonato: «L’Amministrazione ha affrontato con buon senso il problema dei diritti delle coppie di fatto. Lo ha fatto nel rispetto delle leggi e della Costituzione. Adesso affronti il problema del riconoscimento di una cittadinanza morale alle persone, omosessuali e eterosessuali che vivono in coppie di fatto. Se un’altra coppia mi chiederà di celebrare la loro unione non mi sottrarrò dinanzi a ciò che considero un dovere morale. Il certificato di famiglia affettiva, approvato un anno e mezzo fa dal consiglio comunale, oltre ad essere un riconoscimento ufficiale che può aiutare molte coppie nelle difficoltà quotidiane ha un forte valore simbolico in quanto riconosce il valore della coppia». Conclusione veltroniana: «I due ragazzi desideravano un momento solenne, senza ritirare il certificato nella fredda sala dell’anagrafe, aspettando il turno come in un supermercato. Si può fare».

Sphere: Related Content

Cannes. Il sesso alla filippina è approdato sulla Croisette.

(Il Messaggero) Si vive male nelle Filippine, come in tutti i posti in cui l'ansia di arricchimento e la lotta quotidiana per la sopravvivenza diventano gli unici punti di riferimento obbligati per l'individuo. Questo dice in sintesi il film del filippino Brillante Mendoza, Serbis (che significa Servizio), che per la prima volta dopo l'epoca gloriosa di Lino Brocka porta il cinema di Manila al concorso di Cannes. Per sviluppare in forma narrativa la sua sconsolata analisi sulla decadenza del mondo capitalista, Mendoza mette in scena gli splendori e le miserie della famiglia Pineda, guidata con pugno di ferro dalla matriarca Nanay Flor che gestisce un'impresa faticosa e incerta: un cinema porno chiamato "Family" nel sobborgo di Angeles. Nella cadente sala cinematografica, tutti i parenti di Nanay fanno qualcosa per arrotondare il bilancio familiare: chi alla cassa, chi in cabina di proiezione, chi assecondando i clienti che trovano modesta soddisfazione nelle vecchie pellicole proiettate sullo schermo.

Il degrado morale in cui ciascuno è inesorabilmente trascinato dalle durezze della vita, incide fatalmente anche sui rapporti umani: dispetti, tradimenti, gelosie, menzogne finiscono per essere il tessuto ordinario delle relazioni che legano tutti alla matriarca. Ma non si può continuare per sempre a far tacere la propria coscienza e a camminare sui sentimenti altrui. Serbis è un duro atto d'accusa contro la vita nei suburbi alla periferia della cosiddetta civiltà occidentale così come è intesa i n quasi tutti i paesi definiti «in via di sviluppo». Ma l'occhio del regista trova modo di sorridere e far sorridere (emblematico il doloroso foruncolo sul sedere che affligge il pittore di famiglia Alan), finché lo spettatore finisce, quasi inesorabilmente, a sentirsi parte della famiglia. Formatosi alla scuola del documentario e del cinema della realtà, Brillante Mendoza ama il pedinamento dei suoi personaggi da parte della cinepresa, non li lascia un istante e crea un'estetica forte, una sorta di marchio di fabbrica.

«E' proprio così - confessa il regista - un modo di fare cinema che corrisponde alla mia idea etica di come si deve rappresentare la realtà. Non si può essere oggettivi, non si possono lasciare fuori dalla porta le proprie convinzioni, anche se è importante salvaguardare la distanza tra chi filma e chi vive la vita. Queste stesse idee porto in un film-metafora come Serbis, nella convinzione che questa storia riesca a mostrare due volti collegati delle Filippine di oggi: quello per cui ogni senso etico può essere calpestato in nome della sopravvivenza e quello per cui il potere della famiglia finisce spesso per giustificare autentici delitti morali dell'uomo sull'uomo».
---

Sphere: Related Content

Nozze "folkloristiche" tra gay a Padova al cospetto di Alessandro Zan.

Luigi e Andrea, scambio di anelli davanti a Zan.
(Il Mattino di Padova) Primo «matrimonio» gay a Palazzo Moroni: Luigi e Andrea si sono scambiati gli anelli, accompagnati da parenti, amici e testimoni, con il consigliere Alessandro Zan (nella foto), padre dei «Pacs alla padovana», a far da cerimoniere. Ma sono sposi a tutti gli effetti? «Non si tratta di nozze vere e proprie - dice Zan - è la celebrazione della nascita di una nuova famiglia», con regolare «certificato di famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi».

Sphere: Related Content

California: la destra alza le barricate contro le nozze gay.

(Andrea Cocco - Backbeat) la Corte suprema della California ha dato il via libera ai matrimoni omosessuali annullando il bando imposto lo scorso agosto da un tribunale statale. La California diventa così il secondo stato e anche il più grande negli Usa dove le coppie gay e lesbiche possono ufficializzare il loro rapporto ottenendo gli stessi diritti delle coppie etero. Ma l’esultanza con cui il verdetto è stato accolto dai movimenti per i diritti civili potrebbe non durare a lungo. I gruppi legati alle chiese più conservatrici della California hanno già raccolto oltre un milione di firme per chiedere una riforma costituzionale che sancisca il bando ai matrimoni omosessuali. Una misura che blinderebbe il divieto, evitando la possibilità di sentenze e decisioni contrarie. In questo modo diventerebbe impossibile ripetere quanto accaduto nel 2004, quando il sindaco di San Francisco Gavin Newsom aveva annunciato il via libera ai matrimoni gay e iniziato a sposare le prime coppie.

Sphere: Related Content

«Gay Pride, niente patrocinio». Carfagna: per il governo gli omosessuali non sono discriminati. Si prepara un forte scontro politico.

Il ministro: cortei inutili, non condivido il riconoscimento ufficiale delle coppie.
(Alessandra Arachi - Il Corriere della Sera) Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità, non esita: «Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono, i Gay Pride». Ne sono stati organizzati ben cinque quest'anno di Gay Pride e per quello nazionale (ci sarà il 28 giugno a Bologna) la richiesta ufficiale di patrocinio approderà oggi sulla scrivania di Mara Carfagna. Inutilmente.

Il nuovo ministro per le Pari opportunità non ne vuole sapere delle manifestazioni degli omosessuali: «Hanno obiettivi che non condivido. Io sono pronta ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si occupano di questi problemi». E invece, i Gay Pride, che obiettivo hanno? «Penso che l'unico obiettivo dei Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso esser d'accordo ».

I primi due cortei del Gay Pride ci saranno a Roma e a Milano in contemporanea il 7 giugno e per questi gli organizzatori stanno cercando patrocini locali e non del ministero. Ma Mara Carfagna è stata invitata a partecipare un po' a tutti quanti i cortei. Ovviamente non andrà a nessuno.

«Io credo che l'omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare».

È convinta il ministro Carfagna: «Sono pronta ad agire su casi concreti e reali. Qualcuno che mi venga a dire che un omosessuale non è stato assunto per via della sua tendenza. O che sempre per tendenze sessuali venga negato un affitto o qualsiasi altro diritto. Allora sì che intervengo».

Parla anche dei suoi amici il ministro Carfagna: «Sì, i miei amici omosessuali non mi dipingono una realtà così tetra per gli omosessuali del nostro Paese. Per questo, invece, sono pronta a sollecitare il nostro ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite perché si faccia portavoce della richiesta della depenalizzazione universale dell'omosessualità».

Non è, dunque, orientata ad occuparsi dei gay nostrani Mara Carfagna. Nemmeno di quella commissione per i diritti dei gay, delle lesbiche e dei transgender che pure alberga proprio dentro il suo ministero.
«Non ho ancora preso bene visione di cosa sia e a cosa possa servire», dice. E poi spiega: «La verità è che una volta verificato a cosa serve credo che la userò per occuparmi anche di altro. Ci sono molti problemi di Pari opportunità. Un esempio? Nei luoghi di lavoro ancora oggi le donne guadagnano il 30% in meno dei loro colleghi pari grado. E questo è o non è un problema serio?».

Non soltanto gay. «Disabili. Anziani. Bambini: ce ne è di problemi di pari opportunità nel nostro Paese», rilancia il ministro Carfagna. E spiega: le associazioni nazionali dei gay dicono che in due anni ci sono stati 12 casi di vittime di violenza omosessuale? Ma hanno presente i dati della violenza e della molestia sessuale sulle donne? Almeno 6-7 milioni ogni anno.

Sphere: Related Content