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mercoledì 5 marzo 2008

Oltre 50 Deputati europei firmano lettera-appello alle autorità europee per salvare il gay iraniano Mehdi Kazemi dalla condanna a morte.

Rinviata nelle prossime ore la decisione sul rimpatrio. Preoccupazione delle organizzazioni umanitarie.

Oltre 50 Deputati europei, primi firmatari i radicali del Gruppo Alde Marco Cappato e Marco Pannella, hanno sottoscritto in queste ore una Lettera – Appello alle autorità europee per salvare la vita al ragazzo gay 19enne iraniano che rischia di essere deportato in Iran. La lettera aperta - Appello è indirizzata al Commissario Europeo Franco Frattini, al Primo Ministro sloveno Janes Jansa, Presidente di turno dell’Unione europea, al Primo Ministro del Regno Unito, Gordon Brown, a Jan Peter Balkenende, Primo Ministro olandese ed a Hans-Gert Poettering, Presidente del Parlamento Europeo. I firmatari sono appartenenti a quasi tutti i Gruppi politici presso il Parlamento europeo.

Nell’appello si chiede che vengano applicate le garanzie di protezione per persone che rischiano la pena di morte nel loro paese, a partire dal rispetto delle direttive europee che impongono agli Stati membri il riconoscimento dello Status di rifugiato a coloro che necessitano di protezione internazionale.

Da fonti del Gruppo EveryOne di Gran Bretagna e Italia, che per primi si sono mobilitati per salvare Mehdi Kazemi, è dato per certo un rinvio della decisione sull’eventuale rientro in Gran Bretagna, nelle prossime ore o giorni. Se fosse deciso il rimpatrio del cittadino iraniano in Gran Bretagna, ci sarebbe il rischio di una deportazione in Iran dove lo attenderebbe la pena di morte a causa della sua omosessualità. I rappresentanti del Partito Radicale Nonviolento, del Gruppo EveryOne e dell’Associazione radicale ‘Certi Diritti’, hanno ricevuto rassicurazioni dalle ambasciate olandesi di Spagna e Italia, oltre alla Rappresentanza permanente olandese presso l’Unione Europea, che si sono attivate nelle ultime ore presso il Governo olandese per sollecitare una soluzione positiva.

A seguire il testo della Lettera-Appello (in inglese) promosso dalla delegazione dei radicali presso il Parlamento Europo con l’elenco dei 52 deputati europei firmatari:


Bruxelles, 5 mars 2008
Open Letter - Appeal to:

- Franco FRATTINI, EU Commissioner on Freedom, Security and Justice

- Janes JANSA, Prime Minister, Slovenian Presidency

- Gordon BROWN, Prime Minister of the United Kingdom

- Jan Peter BALKENENDE, Prime Minister of the Netherlands

- Hans-Gert POETTERING, President of the European Parliament


Dear Commissioner, Dear Prime Ministers, Dear President,
we would like to express our serious concern regarding the fate of Medhi Kazemi, a 19 years old gay Iranian citizen who has requested asylum in the United Kingdom and had his application turned down. Fearing deportation, he fled to the Netherlands, where he applied for asylum. Dutch authorities are right now examining his request and deciding on the basis of EU law on whether to send him back to the UK - leaving to UK authorities the final decision on his possible deportation to Iran while not using the possibility foreseen by art. 3 (Chapter II) of the Dublin Regulation.

As you will be aware, Iranian authorities routinely detain, torture and execute homosexuals. Medhi's partner has already been executed, while his father has threatened him with death. Article 3 of the European Convention on Human rights, as well as the Charter of Fundamental Rights and international human rights law, prohibit the removal, expulsion or extradition of persons to countries where there is a serious risk that he or she would be subjected to the death penalty, torture or other inhuman or degrading treatment or punishment, whereas EU law recognises sexual orientation as a ground for Member States to grant asylum. It is not understandable, nor acceptable, that the EU or its Member States apply European and national laws and procedures in a way resulting in the expulsion of persons to third countries that would persecute or kill tem, furthermore in violation of European and international human rights obligations.

We consequently appeal to you to find a common European solution to ensure that Medhi Kazemi is granted asylum or international protection on the EU soil and not sent back to Iran, where he would be executed, hereby ensuring that article 3 of the ECHR is fully respected by all European authorities and notably, in this case, by the UK.

We also ask you to take action to avoid that similar situations do not happen in the future.

Regards,

  1. Marco CAPPATO, ALDE
  2. Marco PANNELLA, ALDE
  3. Sophie IN'T VELD, ALDE
  4. Jeanine HENNIS-PLASSCHAERT, ALDE
  5. Lilli GRUBER, PSE
  6. Sarah LUDFORD, ALDE
  7. Monica FRASSONI, GREEN/EFA
  8. Pasqualina NAPOLETANO, PSE
  9. John BOWIS, PPE
  10. Alain HUTCHINSON, PPE
  11. Els DE GROEN, GREEN/EFA
  12. Daniel DAIANU, ALDE
  13. Patrizia TOIA, ALDE
  14. Josu ORTUONDO LARREA, ALDE
  15. Jaroslav ZVERINA, EPP-ED
  16. Adeline HAZAN, PSE
  17. Adina Ioana VALEAN, ALDE
  18. Renate WEBER, ALDE
  19. Vittorio ANGNOLETTO, GUE/NGL
  20. Marie-Arlette CARLOTTI, PSE
  21. Luisa MORGANTINI, GUE/NGL
  22. Shakeh MELIKIAN, PSE
  23. Maria PETRE, EPP-ED
  24. Roberto MUSACCHIO, GUE/NGL
  25. Giusto CATANIA, GUE/NGL
  26. Vincenzo AITA, GUE/NGL
  27. Gabi ZIMMER, GUE/NGL
  28. Jean-Louis COTTIGNY, PSE
  29. Liz Lynne, ALDE
  30. Heide RUHLE, GREEN/EFA
  31. Ignasi GUARDANS, ALDE
  32. Struan STEVENSON, Vice-President of the EPP-ED Group
  33. Micheal CASHMAN, PSE
  34. Raul ROMEVA, GREEN/EFA
  35. Eldar MAMEDOV, PES
  36. Hélène FLAUTRE, GREEN/EFA
  37. Dimitris Papadimoulis GUE/NGL
  38. Robert NAVARRO, PSE
  39. Ana Maria GOMES, PSE
  40. Bernadette BOURZAI, PSE
  41. Alejo VIDAL-QUADRAS, EPP-ED
  42. Inger SEGELSTRÖM, PSE
  43. Luis YAÑEZ-BARNUEVO GARCÍA, PSE
  44. Stavros LAMBRINIDIS, PSE
  45. Cristian Silviu BUÞOI, ALDE
  46. Joost LAGENDIJK, GREEN/EFA
  47. Maria da Assunção ESTEVES, EPP-ED
  48. Frédérique RIES, ALDE
  49. Anna HEDH, PSE
  50. Fiona HALL, ALDE
  51. Stavros ARNAOUTAKIS, PSE
  52. Glenis WILLMOTT, PSE

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Show «en travesti» a Milano. Lo swing futurista delle Sorelle Marinetti. Mercuria, Turbina, Scintilla: Successo in falsetto e tailleur.


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Venerdì in libreria, dal 7 al Ciak: è lanciatissimo il trio che canta «Tulipan».
(Fabrizio Guglielmini - Il Corriere della Sera) Il nome è futurista, la musica swing e il look «en travesti». Da un'alchimia nata nel mondo teatrale, con una libera ispirazione al trio Lescano, ha preso le mosse il progetto delle Sorelle Marinetti, un trio vocale che riprende celebri brani degli anni '30 e '40, con ritmi del canto armonizzato d'epoca. Dopo l'apparizione di Mercuria, Turbina e Scintilla Marinetti (nomi che rievocano con ironia lo spirito del Futurismo) nel programma «Markette» e l'uscita del disco d'esordio «Non ce ne importa niente», il trio ha suscitato molte nostalgie e altrettante curiosità. Brani come «Camminando sotto la pioggia», «L'uccellino della radio» e «Romantico Slow» accendono i ricordi ma al tempo stesso cercano un nuovo pubblico fra chi ascolta queste composizioni per la prima volta.

Venerdì pomeriggio il trio presenta il disco con uno showcase alla Feltrinelli di piazza Piemonte, offrendo un'anteprima dello spettacolo-concerto, in programma dal 7 al 9 marzo al teatro Ciak-Fabbrica del Vapore, show che prevede una serie di sketch che riprendono per spigolature la vicenda artistica del trio Lescano (tre sorelle olandesi, naturalizzate italiane, che ebbero enorme popolarità fino al 1945) e più in generale il periodo che precede e attraversa la guerra. Ideatore del progetto è il produttore Giorgio Bozzo: «Trattandosi di tre uomini, l'accostamento con le Sorelle Bandiera è il primo che viene alla mente, ma in realtà il repertorio rende omaggio ai successi delle sorelle Lescano».

Andrea Allione (Mercuria), Nicola Oliveri (Turbina) e Marco Lugli (Scintilla) interpretano con verve i loro ruoli, trovando un inaspettato consenso soprattutto da parte del pubblico femminile. Lanciate dal fantasista Gennaro Cosmo Parlato (a sua volta presentato in tv da «Markette» di Chiambretti), i tre cantanti si sono adattati al canto swing, in puro Lescano-style, accompagnate da un settetto jazz diretto da Christian Schmitz. Dicono le tre sorelline in coro: «È stato più facile calarsi nel canto in falsetto di "Tulipan" e "Ma le gambe" che nei tailleur anni Trenta!».

LE SORELLE MARINETTI
Al Teatro Ciak-Fabbrica del Vapore da venerdì 7 a domenica 9 marzo.
Tel. 02.20.24.10.31

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Grande, grosso e... Verdone, un'anima divisa in tre, tra candore e volgarita'.

Che Grande, Grosso e... Verdone sarà un successo, non c'è bisogno della zingara per indovinarlo. Ma se lo merita tutto. Carlo Verdone ha deciso con questo film di rischiare, di ricalarsi (in parte), nei panni di tre personaggi che lo hanno portato al successo e ha vinto la scommessa. Dal 7 marzo al cinema in 800 copie, distribuisce la Filmauro di Aurelio De Laurentiis.

(Nicoletta Gemmi - Primissima) Carlo Verdone è un talentaccio, questo si sa. I suoi trent'anni di carriera e di film lo testimoniano. Ma è anche un uomo sensibile, timido e sempre molto preoccupato di 'do the right thing', di fare la cosa giusta. Quindi prima di accettare di girare Grande, Grosso e... Verdone, nonostante le 1.371 mail arrivate al suo sito che richiedevano a gran voce di riportare al cinema tre dei suoi mitici personaggi, ci ha pensato un bel po'. E all'inizio l'ago della bilancia propendeva verso il no. Poi il produttore, Aurelio De Laurentiis, i suoi storici sceneggiatori (Piero De Bernardi e Pasquale Plastino), alcuni attori e amici, sono riusciti a convincerlo. E così è nata questa sua nuova avventura che riporta in vita (ma niente operazione nostalgia o sequel), tre personaggi, ripresi all'origine da Bianco, Rosso e Verdone e da Viaggi di nozze. Troveremo quindi la famiglia Nuvolone con il timido Leo pronti ad una scampagnata con gli scout alla prese con la morte della madre del protagonista. Il diabolico Professore Callisto Cagnato, più cattivo, subdolo, lugubre che mai. Pronto a vampirizzare tutti quelli che gli vivono accanto, a cominciare dal figlio. E il cafone Moreno Vecchiarutti che porta la moglie Enza Sessa (una bravissima Claudia Gerini) e il figlio disadattato Steven (il giovane e talentuoso Emanuele Propizio, già visto in Mio fratello è figlio unico) a Taormina per una vacanza che dovrebbe servire a ricompattare la famiglia oramai allo sfascio.

Ci sono tutti per Carlo alla conferenza stampa, tutti gli attori, caratteristi eredi di Mario Brega, sceneggiatori e maestranze varie, per supportarlo nella sua presentazione del film. Claudia Gerini, Geppi Cucciari, Eva Riccobono, Emanuele Propizio, Andrea Miglio Risi, Martina Pinto, Clizia Fornasier, Anna Maria Torniai, Roberto Farnesi, Massimo Marino. Alcuni nomi vi saranno noti, altri no, ma Verdone ama lavorare con gli attori e quindi scoprire volti nuovi, tenerli a battesimo, coccolarli. "Una bella avventura - esordisce Carlo Verdone - molto complicata, della quale però sono pienamente soddisfatto. Non è stato facile rientrare in quelle anime e adattarle alle maschere di oggi. In generale i personaggi sono usciti più cinici, più cattivi, più volgari ma per me sono una perfetta lastra radiografica dei nostri tempi. Non abbiamo pensato a priori di fare una commedia cattiva, ma è uscita così. Quello che volevo fare con questo film era mettere a confronto il candore con la volgarità. Il primo episodio ha il personaggio più candido, più immacolato, è una sorta di favola surreale, alla Ionesco. Il secondo ha il personaggio più diabolico e se mi permettete ho pensato molto ad Alfred Hitchcock mentre lo giravo, con il dovuto rispetto per il grande maestro e le dovute distanze (in effetti molte situazioni ricordano Rebecca, la prima moglie ndr). E il terzo è l'affresco di una famiglia cafona di oggi, che guarda L'Isola dei Primitivi, sono degli arricchiti che hanno dei negozi di telefonia. Tre sul raccordo e due a Roma centro. Hanno solo beni materiali, per il resto sono vuoti".

C'è un personaggio in particolare dei tre al quale si sente più affezionato o per il quale prova più tenerezza?
"Direi Moreno - continua Verdone - ovvero quello del terzo episodio, il cafone. Perché è un poveraccio, un padre inadeguato e di una volgarità imbarazzante. Ma alla fine devo anche aggiungere, lui e la sua famiglia, sono molto meglio di alcune persone 'perbene' che gli stanno intorno".

Un po' come avviene nel secondo episodio quello del Professore diabolico che è amico con certi politici corrotti e immorali... come a dire, i miei personaggi sono cattivi, cinici, ma, attenzione, la realtà li supera...
"Assolutamente così. Basta vedere quando è caduto il Governo Prodi quello che è successo al Senato... la storia della mortadella e tutti gli insulti... Bè, la mia famiglia di cafoni, o il mio professore non sono nulla rispetto a quei personaggi. Quindi, nel film, non c'è un messaggio politico, lo dico sinceramente. Ma c'è un messaggio etico, morale, quello sì. Perché dalle persone che ci rappresentano io pretendo maggior rigore, maggiore disciplina. Io non mi posso riconoscere in personaggi del genere".

Tutti gli attori e le attrici del film funzionano. C'è anche Massimo Marino che, soprattutto, chi è di Roma conosce per i suoi programmi in una rete locale, che è un personaggio nel vero senso del termine. Come li sceglie? "Massimo Marino l'ho scelto perché io sono sempre alla ricerca di caratteristi. Dopo la Sora Lella, Mario Brega, mi mancano attori con inflessioni nel modo di parlare, con voci particolari, con modi di dire personali... e Massimo Marino ha tutte queste caratteristiche. Infatti, la sua performance del becchino cocainomane non passerà inosservata. Mi interessano molto gli attori, ma anche la gente della strada, quindi se trovo facce interessanti le prendo. In questo film ci sono tantissimi attori giovani: Propizio, la Fornasier, la Pinto, Miglio Risi, dei quali sono onorato di essere una sorta di padrino, di tenerli a battesimo. E poi ci sono grandi attrici come Geppi Cucciari o Claudia Gerini con le quali si va a ruota libera. Soprattutto con Claudia c'è un'intesa pazzesca, basta uno sguardo e via partiamo e non ci fermiamo più. Io sono andato anche molto a braccio in questo film, ho aggiunto, improvvisato e questo l'ho potuto fare anche per l'intesa che si è creata con il cast. Poi vorrei nominare Anna Maria Torniai che ha portato un 'old style' sul set che adoro e spendere due parole per Eva Riccobono che mi ha fatto sognare come in Morte a Venezia, anche se per me è stata Morte a Taormina. Eva è di una bellezza imbarazzante, è eterea, irraggiungibile, e si è rivelata perfetta per la parte".

Dopo questo remember anche se assolutamente aggiornato in chiave attuale cosa le piacerebbe fare?
Lavorerebbe con qualche giovane regista italiano? "A livello di progetti ce ne sono tanti in ballo. E mi piacerebbe tantissimo fare un film solo da regista come pure farne uno solo come attore. A Sanremo ho incontrato Paolo Sorrentino ecco con lui lavorerei. Gli ho detto: 'Paolo perché non facciamo un Otello, io faccio Iago, la Gerini Desdemona e poi tu lo ambienti a Caserta, ai Castelli, dove ti pare...".

Il film dura 2 ore e 7 minuti. Si sono già sentite tante voci che dicono: 'troppo lungo per una commedia'. Come risponde?
"Può essere ma il film a me piace così, non lo volevo tagliare, anche se ovviamente ci avevamo pensato a tagliarne almeno dieci minuti. Abbiamo anche pensato di fare solo due episodi anziché tre, ma poi tutti i miei film a episodi sono composti da tre storie, e, sostanzialmente, non mi andava di sacrificare nulla. Se la lunghezza è un problema lo sapete sicuramente giudicare meglio voi giornalisti. Spero che al pubblico piaccia così com'è". Quando viene richiesta una battutta a tutti i protagonisti presenti ci sono solo lodi per Carlo Verdone, appellato come maestro, padre, un uomo protettivo, che ama insegnare e dare a chi gli sta intorno. Oltre, chiaramente, a sottolineare che tutti sono cresciuti a 'pane e Verdone', insomma hanno visto buona parte della filmografia del regista. Chiudiamo però con Claudia Gerini che ritrova il suo mentore dopo Viaggi di Nozze. "Per me - afferma la Gerini - quando ho ricevuto la telefonata di Carlo che mi proponeva questo ruolo è stata una festa. E' stato come tornare a casa, tornare alle mie radici. Io nasco con la commedia, con Carlo, e appena ho indossato gli abiti, mi sono truccata, agghindata, come Enza Sessa sono rientrata nella mia pelle. Abbiamo un'alta compatibilità e siamo ripartiti alla grande, come se non fosse passato un giorno da quando erano finite le riprese di Viaggi di nozze".
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Famiglia Cristiana contro il cavaliere. "L'anarchia dei valori non va bene". Baget Bozzo: "Accuse indegne"

"Per una sorta di panteismo del leader nel Pdl si evitano i temi cattolici. La candidatura di Cuffaro non è un bel segnale di Casini".
(Gianluca Luzi - La Stampa) "Il primato del fare e l'anarchia dei valori" alla base della politica di Berlusconi non piacciono a Famiglia cristiana che questa settimana mette il Cavaliere sul banco degli accusati dopo aver "espresso preoccupazioni" per i "pasticci in salsa pannelliana" nel Pd di Veltroni. La "trappola" in cui il settimanale dei Paolini non vuole cadere è "una geopolitica dei valori", quindi stavolta tocca a Berlusconi e l'attacco è particolarmente duro.

Dei valori, scrive Famiglia cristiana, "ci piacerebbe che se ne discutesse anche nel Popolo della Libertà, dove si ritiene che i valori eticamente sensibili siano una dote acquisita, una sorta di lascito ottenuto per sorteggio da parte degli italiani". Per di più, osserva criticamente il settimanale cattolico, "Berlusconi ha definito il suo partito "monarchico" (crediamo per via della potenza del leader) e insieme "anarchico", nel senso che non ha una posizione ufficiale su molti temi di rilevanza etica e lascia tutto alla libertà di coscienza dei singoli".

Per Famiglia cristiana, quindi, "il "primato del fare" è
riuscito a prevalere su quello del "pensare", soprattutto in riferimento ai valori e ai temi etici sensibili. E non se ne discute affatto (o poco) - accusa il settimanale - perché l'unico vero vento da assecondare per tenere la rotta è la potente parola del capo". Il giornale cattolico boccia l'intero impianto teorico dell'"anarchia positiva" che "è un esorcismo che non fa bene al Paese, un pasticcio che non serve né a prendere le distanze dal fondamentalismo delle magliette anti-islamiche di Calderoli, né a compensare il laicismo dei radicali che pure albergano nella ex Casa delle libertà".

La libertà di coscienza, per il settimanale dei Paolini, "deve essere considerata extrema ratio, non una limitazione della responsabilità e un depotenziamento della politica". Invocare la libertà di coscienza mettendo a tacere il dibattito "mortifica" i candidati cattolici del Pdl. Si corre il rischio che "per una sorta di panteismo onnipotente del leader" nel Pdl si evitino i temi che hanno a che fare "con il bene comune e la dottrina sociale della Chiesa". Per esempio, chiede Famiglia cristiana, cosa dicono i cattolici del Pdl "sulla presenza nelle liste elettorali di inquisiti e condannati?

Al di là della "buone" ragioni addotte - sposta il tiro il settimanale - non sono neppure bei segnali quelli che vengono dall'Udc con la candidatura dell'ex Governatore della Sicilia Cuffaro o anche gli abbracci di Casini con il re di Calciopoli Luciano Moggi". In conclusione "gli elettori del Pdl, soprattutto quelli cattolici, hanno tutto il diritto di sapere cosa pensano i propri candidati, e non solo il Capo, su aborto, testamento biologico, coppie di fatto, sulla flessibilità del lavoro e sulla sussidiarietà".

Qualcosa, almeno sugli ultimi due punti, Berlusconi ieri lo ha detto in tv a Sky tg24: l'articolo 18? "Credo che bisognerebbe cambiare tutto lo Statuto con regole nuove e più moderne". E "fra i dieci punti presentati da Confindustria non ce n'è uno che non sia ricompreso nel nostro programma". Quanto alla candidatura di Calearo nel Pd "è solo una trovata elettorale che scontenterà gli operai", mentre al Pdl piacerebbe mettere in lista D'Amato, l'ex presidente di Confindustria ai tempi del governo Berlusconi. E a proposito di governo, se il Cavaliere tornerà a Palazzo Chigi, "Tremonti sarà il nostro ministro dell'Economia e delle Finanze".
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L´affondo spiazza i cattolici azzurri Baget Bozzo: "Accuse indegne" Allarme rosso in Forza Italia. Ma c´è anche chi ironizza: dopo le critiche al Pd volevano la par condicio.
(Francesco Bei - La Repubblica) Stupore, irritazione, preoccupazione. L´attacco di Famiglia cristiana al Cavaliere investe come una doccia fredda Forza Italia e, in particolare, quegli esponenti più esposti nel rapporto con il mondo cattolico. Gianni Baget Bozzo non esita a definire l´editoriale del settimanale «un grave attacco personale» a Berlusconi, pieno di accuse «pesanti e indegne». La legislatura 2001-2006, quella governata dalla Cdl, «è stata in assoluto la più filocattolica della storia d´Italia - sostiene Don Gianni - , molto più di quelle dominate dalla DC, che alla fine digerì il divorzio e l´aborto e non tutelò né la famiglia, né la scuola privata». A riprova, il consigliere berlusconiano ricorda che il rapporto tra la Cdl e la Cei di Ruini «è sempre stato ottimo».
Di «articolo disinformato» parla Gaetano Quagliariello, che della riflessione sui rapporti tra la religione e lo spazio pubblico ha fatto la stella polare della fondazione Magna Carta. «Famiglia Cristiana - osserva il senatore forzista - mostra non solo il suo pregiudizio ma anche una grossolana semplificazione dal punto di vista teorico. Sembra di essere tornati ai tempi della festa di Sant´Ambrogio, quando si facevano i sermoni contro il pericolo Berlusconi». Per smentire la tesi del settimanale paolino Quagliariello si richiama «all´evidenza dei fatti: nella nostra legislatura è stata fatta la legge 40 e si è respinto l´attacco referendario, la famiglia non è stata insidiata né dai Dico, né dai Pacs, né da altre diavolerie».
Quagliariello ci tiene a distinguere poi la «scelta relativista» del Pd, che candida Binetti e Veronesi perché «pensa ci possano essere due verità» e quella «liberale» del Pdl, che «sui temi della biopolitica prende una posizione precisa, fatte salve le posizioni di coscienza». Dunque perché un frontale così diretto contro Berlusconi? «Forse serviva a "riequilibrare" l´affondo contro Veltroni della settimana scorsa», sospira il senatore. Una tesi sostenuta con una battuta anche da Maurizio Lupi, che i Paolini chiamano direttamente in causa in quanto cattolico in partibus infidelium: «Si vede che Famiglia Cristiana è entrata in regime di par condicio: dopo aver dato un colpo al cerchio ora deve darlo anche alla botte». Lupi non si scaglia tuttavia contro il settimanale, anzi definisce «legittime e giuste» le domande poste ai cattolici del Pdl, con una puntualizzazione: «La nostra scelta per il Pdl è responsabile e "adulta", perché il Pdl dei valori cristiani e liberali ha fatto un pilastro».
Francesco Giro, plenipotenziario berlusconiano nella città del Papa, la mette invece sul piano dei numeri: «Contano i nostri voti: i consensi per Forza Italia sono in gran parte di provenienza cattolica, significherà qualcosa no? Forse vuol dire che interpretiamo le aspettative del mondo cattolico in maniera adeguata». Nessuna «preoccupazione» dunque per Famiglia Cristiana, almeno a livello ufficiale, «perché quello è un punto di vista di una minoranza accademica, che non conosce il popolo italiano». Un popolo che Berlusconi invece «interpreta molto meglio».

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Australia: La coppia gay e troppo discriminata.

Uno studio dice che esistono 100 leggi contro di loro, quasi il doppio del previsto.
(Ansa) Il livello di discriminazione legislativa verso gay e lesbiche in Australia e' quasi il doppio di quanto valutato finora. Lo rivela uno studio ordinato dal ministro della Giustizia del nuovo governo laburista - eletto in novembre dopo 12 anni di governi conservatori - precisando che nel Paese ci sono circa 100 leggi federali che non riconoscono diritti alle coppie dello stesso sesso. 'Il governo e' impegnato a rimuovere queste discriminazioni', ha detto il ministro McClelland.

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Amici di Maria. Intervista a Mingolla: “Il talento si vedrà a telecamere spente”.

(River-blog) Vincenzo Mingolla, 23 anni, viso e fisico molto televisivi, era uno di quei ballerini che, nella scuola di Amici, avevano già un curriculum ricco di esperienze. Al serale non è riuscito ad accedere, per via della sfavorevole posizione in classifica. Non ha cavalcato molte polemiche nate nella scuola e, forse anche per questo, ha ottenuto una minore visibilità. Vive a Roma, in zona Flaminia. In programma ha una tournée teatrale, con “La febbre del sabato sera”. River-blog lo ha intervistato, poche ore prima della partenza per una vacanza.

Parlami dei tuoi progetti futuri. Che farai dopo Amici?
Innanzitutto una bella vacanza: parto domattina per 8 giorni, destinazione Santo Domingo. Il 3 aprile, poi, debutto a Catania, al teatro Metropolitan (date e città saranno pubblicate sul mio sito - on line tra 2 giorni): qui inizia la nuova tournèe del musical “La febbre del sabato sera” (regia di M.R. Piparo) in cui interpreto “Double J”, un ruolo che mi porterà a ballare, cantare e recitare nei più grandi teatri italiani. Prevedo anche ospitate in giro per l’Italia in radio e televisioni che mi stanno dando spazio.

Con chi ti senti ancora dopo l’uscita dalla scuola?
Con i ragazzi che ancora fanno parte del programma non possiamo avere contatti in quanto non hanno cellulari con loro. Tra quelli che stanno fuori mi sento spesso con Maria Luigia, la ragazza più spontanea e simpatica della scuola. Proprio pochi giorni fa mi ha fatto una bella sorpresa in piazza del Popolo a Roma e me la sono trovata di fronte senza sapere niente; sta nascendo una bella amicizia e la cosa mi fa molto piacere.

In una scuola in cui il talento non è la cosa fondamentale, secondo te qual è la componente più valorizzata? Le polemiche?
Si sa che non si tratta di una scuola meritocratica e poi giustamente essendo un programma televisivo uno più diventa un “personaggio” più ha la possibilità di restarci. Io mi sento personaggio nella vita e continuerò ad essere spontaneo e rispettoso non solo davanti alle telecamere.

La persona che, secondo te, non meritava di essere ad Amici?
Gennaro: un mix di presunzione, superficialità e poco impegno. La poca umiltà per chi vuole fare questo lavoro credo sia una cosa sbagliata; e poi lancia un messaggio negativo al telespettatore. Spesso discutevamo io e lui sul suo sentirsi superiore e spesso lo giustificavano dicendo che ha 18 anni; io non la penso assolutamente così e anzi ho molta più stima di chi ha 18 anni perché già da giovani (lo sono anche io!) si può essere sufficientemente maturi per affrontare questo lavoro con molta più umiltà e passione!

Chi dovrebbe vincere il programma?
Che domanda: io! Sono stati bravi però a buttarmi fuori perché mi temevano: sono uno tra i più completi di questa edizione! In realtà, mi dispiace che non sia rimasto nessuno bravo in tutte e tre le discipline. Comunque in finale credo che arriveranno Marco, Roberta e Francesco e volendo valorizzare la mia categoria tifo per Francesco.

Un litigio che è avvenuto nel residence e di cui non si è parlato nel programma?
Ce ne sono stati diversi con Gennaro. Nelle riunioni che facevamo il venerdì sera per decidere chi si doveva esibire il sabato pomeriggio lui iniziava dicendo: “tutti i balli devo farli io perché sono più bravo di Vincenzo e Steve vota sicuro me”. Inizialmente stavo la a sgolarmi poi me ne andavo dicendo “si vedrà fuori chi veramente vale e chi continuerà a lavorare”. A me i litigi per dovermi esibire mi fanno pena. Affronto la danza e l’arte in genere come un dono che sicuramente non ha niente a che fare con schiamazzi fino alle 2 di notte nella stanza di un residence. Questo non ha giocato a mio favore dal punto di vista di permanenza nel programma perché la gente ha avuto poco modo di conoscermi. Io, comunque, ho la mia personalità e la mia gioia di vivere e di danzare, che esistono al di sopra ogni cosa: non le scambio con niente per rimanere in un reality show. Spero che nei prossimi lavori teatrali e/o televisivi la gente possa conoscere meglio chi è il vero Vincenzo!

Alessandra Celentano punta molto sul fattore talento. Non pensi che lo stia facendo apposta?
La Celentano, come tutti gli altri professori, è diventata una dei veri protagonisti del programma. Basta video “ WE CAN” o “WE WILL” ma più esibizioni e meno polemiche; chi ha veramente talento si vedrà dopo, quando le telecamere di quello studio si spegneranno e da soli si ricomincerà a fare casting su casting “senza rvm”.

Cosa ti rimarrà dell’esperienza ad Amici?
E’ stata sicuramente una bellissima esperienza e una vetrina per farsi conoscere. Nei 2 mesi in cui sono stato nella scuola ho cercato di essere come una spugna e di trarre maggiori insegnamenti dai professori e anche da Maria: penso alla semplicità e alla professionalità con la quale affrontava tutti gli incontri e le puntate con noi. Prima del serale si facevano tante lezioni dalla mattina alle 9,30 fino alle 19 con tanto di campanella che suonava ogni fascia oraria; una scuola a tutti gli effetti dal punto di vista didattico . Poi però è normale che essendo un programma televisivo a volte la polemica prende il sopravvento. Però gli autori non ci hanno mai detto cosa dire o fare.

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Apre venerdì. Mi-Sex dedicato alle donne ma si spogliano gli uomini.

(Sexcity) La quattordicesima edizione milanese del MiSex, che si terrà al Centro Congressi MilanoFiori di Assago, coincide quest'anno con la festa della donna: aprirà, infatti, i battenti venerdì 7 marzo e durerà tutto il weekend. Per questo motivo gli organizzatori della fiera del sesso più famosa d'Italia, si propongono un obiettivo in più rispetto al solito: creare le condizioni per far divertire il pubblico maschile ma anche rendere indimenticabile questo appuntamento per le donne presenti.

Ad aprire la manifestazione dell'eros e per festeggiare le donne sarà Rocco Siffredi e sul palco centrale, all'interno dell'Erotik Theatre (con ingresso vietato ai "maschietti") si esibirà il gruppo di stripmen Village Boys, e ci saranno dei massaggiatori nell'adiacente stand del Conte Max e Dark Room a loro riservata.

Anche quest'anno sarà presente l'Hard Academy, una delle creature di maggior successo del MiSex: i suoi corsi sono diventati veri e propri live show e sono sempre affollati. Protagoniste della fiera del sesso saranno le più famose pornostar che popolano le videocassette porno presenti nelle videoteche di ogni italiano.

Oltre alle novità c’è ovviamente spazio per la tradizione, per spettacoli, lap dance e performance di vario genere.

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Attenti ai falsi managers. "Con me farai carriera", finto agente abusa di una ragazzina.

(Agi) Il Compartimento Polizia delle Comunicazioni di Pescara ha denunciato alla Procura della Repubblica di Pescara, nel corso dell’attivita’ di contrasto del fenomeno della pedofilia on-line, una persona accusata di aver costretto una minorenne di 14 anni, adescata via internet, a compiere autonomi atti sessuali su se stessa.

Di seguito alla segnalazione ricevuta dai genitori della minorenne, gli investigatori della seconda sezione area informatica, dopo una complessa indagine con la collaborazione degli internet service provider, sono riusciti ad individuare a Genova un utente che nascondendosi dietro un “nickname” era entrato in contatto con la minorenne spacciandosi per una persona introdotta nel mondo dello spettacolo, ne aveva carpito la fiducia convincendola a spogliarsi con la promessa di introdurla nel mondo della moda e di guadagnare lauti compensi. Nel corso di successive sessioni di chat, il presunto organizzatore di casting, con la minaccia di diffondere le immagini che ritraevano la minore sulla rete Internet e di inoltrarle alla famiglia, l’ha costretta a compiere atti sessuali davanti alla web-cam.

L’attivita’ investigativa e’ stata in un primo tempo coordinata dalla Procura della Repubblica dei Minori in quanto l’ignoto adescatore aveva riferito di essere di minore eta’. Risultato invece essere un adulto, l’attivita’ e’ passata alla Procura di Pescara che ha disposto una perquisizione domiciliare urgente a carico della persona individuata, che e’ stata eseguita il 29 febbraio. L’uomo e’ un trentenne residente nel capoluogo ligure, padre di due figli minori di cui una femmina di 9 anni.

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Aiuto! Sono un gay di Destra!

(The Queerway) A leggere certi comunicati e lettere aperte mi scopro ad essere tra i gay di destra, e, vi giuro, non lo avrei mai creduto!

Ci tengo a precisare che con la destra italiana ho poche affinità se non con alcune dichiarazioni delle ultime ore dell'associazione omosessuale che si rifà a quel versante politico. Non mi piacciono le basi economiche e sociali della destra italiana ma non posso dire a cuor leggero di non condividere le ultime dichiarazioni di Enrico Oliari e dei Gaylib, la qual cosa comincia a preoccuparmi.

In realtà la mia vicinanza ai Gaylib, per tranquillizzare me e gli altri, è dovuta più alle loro critiche nei confronti del Partito Democratico e delle persone omosessuali che invitano a votarlo come unico garante delle istanze GLBT.

Ho già commentato più volte in modo negativo la svendita che all'interno del PD e di alcuni "ambienti omosessuali" di temi come la discriminazione sessuale e i diritti civili delle coppie composte da persone dello stesso sesso.

Se in tantissimi ci siamo indignati per le proposte del Governo uscente in materia di riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali non capisco come la copia conforme di quelle proposte possa essere salutata come una novità e come un grande passo avanti per la comunità GLBT. Non ci piacevano le promesse vaghe dell'Unione, non ci sono piaciute le loro concretizzazioni parlamentari (vedi Di.Co. e CUS) non ci piacciono le promesse al limite con l'offensivo che fanno ora i piddini e che invece godono del plauso di alcuni esponenti GLBT in vista. Tanto semplice da essere, ai miei occhi, lapalissiano!

Tornando ai Gaylib devo dire che, almeno, dimostrano coerenza: indicano le stesse cose che ho appena riassunto come punti deboli tanto del PD che dei suoi promotori GLBT e si dichiarano pronti a criticare apertamente il loro candidato premier di riferimento proprio perchè non persegue una logica libertaria anche in materia di diritti civili, soprattutto per le persone omosessuali e transessuali.

Invece di osannare Berlusconi i Gaylib sbandierano le deficienze del PdL in materia e si dimostrano una spina nel fianco per i loro "colleghi di voto", e non è poco. Lo avevano fatto a Milano alla presentazione ufficiale di Berlusconi, lo hanno fatto pochi giorni fa in merito alle liste e alle candidature e dichiarano apertamente di volerlo fare in futuro.

Al contrario di tanti gay e lesbiche del PD i Gaylib sono coerenti, e in Italia, oggi, non è una virtù da poco vista tanta rarità.

Nell'ultima lettera a firma di Enrico Oliari e Daniele Priori si denuncia l'esclusione degli omosessuali di destra dal PdL e si mette bene in evidenza che i Gaylib si batteranno anche contro lo stesso Berlusconi per rivendicare il proprio ruolo, cosa che a quanto pare non hanno fatto i "gay-dem":

"Qui rimaniamo in coerenza con la nostra battaglia culturale interna al movimento gay e al tempo stesso organica al centrodestra. In attesa che anche Berlusconi voglia fare davvero, nei fatti, l'americano. Organizzando delle Primarie vere su liste, idee e programmi. Così da capire una volta per tutte il vero pensiero del Popolo della Libertà.

Saremo, dunque, nel partitone a fare la minoranza. Come nelle vere assemblee democratiche. Da rompiscatole professionisti quali ci vantiamo di essere e senza il bisogno di sbandierare entusiasmi elettoralistici che, al momento, proprio non abbiamo. I nostri amici gay del PD avrebbero fatto molta più notizia se, come siamo pronti a fare noi nel PdL, anche loro nel PD al Veltroni-Obama fossero andati a dire a chiare note il loro sonoro No we can't".

Alla fine sembrerebbe quasi che io sia una persona di sinistra e un gay di destra... come ne esco?

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Matrimoni gay: Al via la discussione alla Corte Suprema californiana.

(Graziella Moschella - Agenzia Radicale) La Corte Suprema della California si riunirà oggi, a quattro anni dalla decisione del Comune di San Francisco di autorizzare i matrimoni omosessuali, dando vita a un dibattito nazionale sulla questione. Le audizioni portano di nuovo alla ribalta lo scontro di più alto profilo negli ultimi anni sui diritti gay, e il risultato potrebbe influenzare anche la legislazione adottata in altri stati. Gavin Newsom, sindaco di San Francisco, dal febbraio del 2004 ha concesso l'autorizzazione matrimoniale anche ai gay. Oltre 4.000 coppie omosessuali ne hanno usufruito, finché un tribunale ha bloccato la pratica.

Alla fine del 2004, infatti, la Corte Suprema della California sentenziò che Newsom non aveva l'autorità per celebrare i matrimoni e annullò quelli già avvenuti. Ma oggi, la stessa corte si interroga sulla possibilità che la California possa vietare i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

I fautori del "sì" ai matrimoni omosessuali, sono riusciti ad avere la meglio nel 2005, quando una Corte superiore ha emesso una sentenza a loro favorevole. Sentenza rovesciata solo un anno dopo, però, quando la Corte d'appello statale ha riconfermato la validità della legge che vieta attualmente i matrimoni tra gay.

Dal 2005, il parlamento californiano ha votato due volte in favore delle unioni civili gay, ma il governatore Arnold Schwarzenegger, repubblicano con una posizione liberal su molte questioni sociali, ha posto il veto, affermando che a decidere sulla questione devono essere gli elettori o i tribunali. Ora dunque sono stati chiamati a risolvere la questione i giudici della Corte Suprema, che hanno 90 giorni di tempo per ascoltare le varie opinioni e poi emettere una decisione.

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Per favore fate qualcosa gay. Baciatevi! "Vogliamo una soap opera più gay".

I fan di "As the World Turns" hanno protestato perché la coppia omosessuale protagonista della serie non si bacia da settembre.
(La Stampa) Gli autori della soap opera trasmessa dalla Cbs "As the World Turns", apparsa sugli schermi italiani con il titolo di "Così gira il mondo", hanno fatto una scommessa: raccontare l'amore omosessuale tra due giovani e bei protagonisti. Le proteste del pubblico non si sono fatte attendere, ma non nella direzione temuta dagli sceneggiatori. Gli ammiratori della serie si sono chiesti "perché i due non si baciano più?" accusando la serie di essere troppo puritana.

I due protagonisti in questione, Luke Snyder e Noah Mayer, si sono infatti baciati due sole volte, ad agosto e a settembre, quando la loro relazione era appena nata. Da allora più nulla, e i fedeli telespettatori non hanno mancato di sottolinearlo al network Cbs, che trasmette la serie. "Noi sosteniamo la soap opera e siamo contenti che gli autori abbiano deciso di affrontare un tema così scottante - ha dichiarato Roger Newcomb, un impiegato di New York - solo non capiamo perché questa coppia debba essere trattata diversamente dalle altre".

La prima puntata di "As the World Turns" è andata in onda nel 1956, mentre l'apparizione del primo personaggio omosessuale risale al 1988. Il bacio dello scorso agosto, secondo gli stessi sceneggiatori, è il primo bacio gay apparso in una soap opera.
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