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mercoledì 21 maggio 2008

Amici di Maria. Francesco Mariottini a Eva3000: “Il sesso non é importante”.

(River-blog) Francesco Mariottini, il biondo ballerino di Amici 7, rilascia la sua prima intervista a 360° dopo la fine del programma. Lo fa a “Eva tremila” - in edicola domani - che gli dedica la copertina (e che ringrazio per avermi girato alcune anticipazioni, che pubblico qui di seguito). Sul tema più “controverso” della passata edizione di Amici risponde e non risponde.

Il corpo: “La parte che preferisco del mio corpo è l’ombelico, perché è particolare, a chiocciola”.

L’amore: “Sono stato innamorato, ho avuto storie importanti con due persone. Ora però sono finite, sono single!”.

Gay o no? “Sono circolate molte voci esagerate, alcune pure finte. È che quando diventi un po’ famoso, tutti vogliono dire tutto di te”.

La serata ideale: “La mia serata top è a casa, sul divano, con gli amici a parlare o a guardare un film… Stra adoro i cartoni della Disney, fan venir fuori il bambino che c’è dentro di me”.

A letto… “Dormo con i vestiti da danza, pantaloni larghi, maglie…”

Il sesso: “Il sesso per me non è molto importante… Una notte e via? Mai!”

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Dal Pdl al Gaypride: Benedetto Della Vedova, Io ci sarò.

Intervista a Radio Radicale di Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato del Pdl:

'Io saro' al prossimo gay pride, non sara' la prima volta, ci sono andato in passato e penso che ci andro' quest'anno '. Lo ha detto a Radio Radicale il deputato del Pdl Benedetto Della Vedova.
'La polemica sul patrocinio ministeriale al gay pride mi sembra strumentale - ha dichiarato Della Vedova - e anche un po' stupida e come tale va considerata. Non e' quello un problema. Rispetto al discorso piu' generale continuo a pensare che per quanto riguarda le coppie omosessuali in Italia vi e' un problema serio di riconoscimento giuridico che rende la nostra legislazione diversa e deficitaria rispetto a quella della maggior parte dei grandi paesi europei dove anche le forze di centro destra, le forze del Ppe, hanno o direttamente promosso o comunque mai cancellato i vari strumenti di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali'.

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A margine del convegno di Montesilvano. Questioni di identità.

(L'opinione) Ha ragione Taradash: il convegno di Montesilvano ha testimoniato che è grande l’ansia di partecipazione politica dei liberali nel PdL. Il loro entusiasmo non è stato raffreddato neanche dalle misurate parole di Daniele Capezzone e Benedetto Della Vedova, che hanno esplicitamente messo in guardia i liberali dal distinguersi per la propria identità e provenienza. A dir la verità, ascoltando quelle parole, in molti hanno scosso la testa nel sospetto che fossero motivate, più che da spirito di abnegazione verso gli alti ideali del liberalismo, da un legittimo ma inconfessato interesse personale, ossia dal timore di essere identificati individualmente per il proprio passato, rischiando così di urtare la sensibilità dei conservatori e cattolici di FI (a cui presto, con la nascita del PdL, si sommeranno i post-fascisti), benché in FI tutti facciano a gara a chi è più liberale. Quando Della Vedova ha provato ad argomentare, fuori da ogni logica, che i leader dei moderni partiti post-ideologici trasformano questi stessi indipendentemente dal loro passato e identità, dettandone arbitrariamente (!) la linea politica, nel pubblico qualcuno è sbottato: “Ma da dove diavolo le prendono allora le loro idee, dal cilindro magico?”. Di certo però dobbiamo essere grati a Capezzone e Della Vedova, perché almeno loro hanno il coraggio di esporsi al dibattito. Ci sono altri personaggi, ben più in alto, che dopo essersi vantati per decenni di essere gli unici liberali in Italia, ora non si degnano nemmeno di rivolgere l’attenzione a chi da loro non vorrebbe altro che qualche parola di incoraggiamento.

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Aids: arriva in Italia la pillola 3 in 1 che semplifica la vita dei pazienti.

(Agr) Una grande novita' nel trattamento dei pazienti positivi all'Hiv: si tratta della prima pillola che riunisce tre molecole antiretrovirali. Si chiama Atripla e semplica la vita ai pazienti perche' toglie l'obbligo di assumere piu' volte al giorno pillole diverse rispettando dosi e orari e consente quindi anche una perfetta aderenza alla terapia, riducendo drasticamente il rischio di dimenticanze o di ritardi nell'assunzione del farmaco. Atripla e' frutto di una partnership tra Bristol-Myers Squibb e Gilead Sciences. "La mortalita' per AIDS e' scesa dal 100% a meno del 10%, la stessa percentuale che si registra per le polmoniti", dice Mauro Moroni, direttore del diartimento di malattie infettive dell'azienda ospedaliera Luigi Sacco di Milano. "In questo residuo di mortalita' ci sono anche i pazienti che non assumono i farmaci con la necessaria aderenza. L'avvento di Atripla rappresenta un grande successo rispetto a uno degli obiettivi della ricerca: la semplificazione". Fino ad alcuni anni fa, la terapia antiretrovirale comportava per i pazienti l'assunzione di un cocktail di farmaci che poteva arrivare a comprendere addirittura 25 compresse al giorno, con l'inevitabile compromissione della qualita' di vita e mettendo a rischio l'aderenza alla terapia e quindi la sua efficacia.

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Diritti gay e matrimonio. Italia lontana dall'Europa, Poretti: disegno di legge.

Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico.
Le leggi italiane continuano a non permettere la regolarizzazione delle convivenze tra persone dello stesso sesso in forme assimilabili al matrimonio. Leggi che sono lontane dalla vita di tutti i giorni, cosi' come dalle legislazioni di California, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Olanda e Belgio. E sono lontane dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e dalla Costituzione del nostro Paese.
Nella passata legislatura i tentativi di quantomeno discutere qualcosa che prendesse in considerazione questa possibilita', si sono arenati. Fra "Pacs" e "Dico" abbiamo solo assistito ad una genuflessione di maggioranza ed opposizione ai pressanti e potenti condizionamenti del Vaticano. Nell'attuale legislatura non credo che la situazione sara' molto diversa. Ma il tentativo di avviare il confronto e la discussione credo sia doveroso, per la mia coscienza di persona libera e –soprattutto- perche' il mandato parlamentare avuto dagli elettori me lo impone.
Per questo ho depositato, insieme al sen. Marco Perduca, uno specifico disegno di legge che estende il diritto al matrimonio a qualunque persona, indipendentemente dal sesso.
La nostra Costituzione non esclude una regolazione del matrimonio tra persone del medesimo sesso. Per cui l'intervento legislativo per rimuovere gli ostacoli sono solo piccole correzioni a quel codice civile del 1942 che, rispondendo probabilmente alle esigenze della societa' di quel tempo, sicuramente non svolge altrettanta funzione nel nostro tempo.
Oggi non e' garantita la promozione dell'uguaglianza dei cittadini nello sviluppo della propria personalita' (articolo 3, secondo comma, della Costituzione), la salvaguardia della liberta' nella scelta delle forme di convivenza (articolo 2 della Costituzione) e l'instaurazione di una cornice di eguaglianza nel godimento dei diritti senza discriminazione di sesso, opinione o altre condizioni personali o sociali (articolo 3, primo comma, della Costituzione).
L'articolo II 81 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea vieta ogni forma di discriminazione, compresa quella fondata sull'orientamento sessuale. Quale peggiore discriminazione di quella che vieta l'accesso ad un istituto pubblico e all'esercizio del diritto al matrimonio in base alle proprie preferenze sessuali?
Nei cinque articoli del disegno di legge, con l'articolo 1 si introduce l'articolo 90-bis del codice civile in cui si specifica come il matrimonio e' soggetto alle stesse condizioni e produce gli stessi effetti indipendentemente dal fatto che gli sposi siano di diverso o del medesimo sesso. L'articolo 2 dispone una serie di modifiche del Codice Civile, in particolare sostituendo all'espressione "marito e moglie" quella de "i coniugi". L'articolo 3 interviene sulla legge 40/2004 in materia di procreazione assistita, permettendone l'accesso anche alle coppie dello stesso sesso, mentre con gli articoli 4 e 5, in materia di uso dei cognomi, si sostituiscono due articoli del codice civile sull'acquisizione e la possibilita' di utilizzare il cognome dell'altro coniuge.

Qui il testo del disegno di legge e la relativa relazione.

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Adescava i ragazzi all’oratorio, arrestato. Blitz della polizia municipale a Jesolo.

Il giovane albanese accusato di violenza sessuale su quattro minori.
(La Nuova Venezia) Indiziato del reato di violenza sessuale per aver adescato quattro ragazzi fra i sette e i 14 anni nei pressi di un oratorio e di una scuola elementare a Cologno al Serio (Bergamo), il cittadino albanese D.A., di 31 anni, è stato fermato a Jesolo dove risiede da un anno con regolare permesso di soggiorno. Il fermo è stato eseguito dalla polizia locale di Jesolo, in collaborazione con quella di Cologno al Serio, sulla base di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Bergamo per evitare la fuga dell’uomo. I reati ipotizzati nei suoi riguardi sono quelli di violenza sessuale su minori e violenza privata continuate.
L’immigrato si avvicinava ai ragazzi e, con la scusa di giocare, entrava in confidenza con loro. I giochi si trasformavano però sempre più spesso in avance e palpeggiamenti, anche nelle parti intime. Le giovani vittime sono state ascoltate dagli inquirenti, con l’assistenza dell’ufficio tutela minori dell’Asl, e hanno riconosciuto l’albanese nelle fotografie che gli agenti avevano scattato durante l’indagine, raccontando tutto.
In particolare - da quanto si è riusciti a sapere - magistratura e Polizia giudiziaria hanno raccolto indizi secondo i quali l’uomo, in più occasioni, nel marzo scorso, ha adescato i quattro bambini mentre si trovavano in un campo sportivo vicino all’oratorio e in altri luoghi di ritrovo di ragazzi a Cologno al Serio. L’uomo è stato fermato nell’abitazione nella quale vive da solo a Jesolo.
E’ stata un’operazione lampo quella condotta dagli agenti jesolani, coordinati dal comandante Claudio Vanin. A Jesolo non ci sono segnalazioni o denunce sul turpe reato da parte del 31enne, anche se gli accertamenti sono ancora in corso anche per ricostruire le vicissitudini che lo hanno condotto al lido.
L’assessore alla sicurezza Andrea Boccato ha voluto evidenziare l’azione dei vigili di Jesolo. «Esprimo il mio elogio per l’attività della polizia locale - ha detto - che si è coordinata con quella di Cologno al Serio per l’arresto. Rilevo allo stesso tempo l’importanza delle attività di controllo delle residenze e di prevenzione messe in atto con la delibera Bitonci, adottata anche dall’amministrazione in carica, per un’azione di generale controllo del territorio. Si tratta di un’attività da potenziare, soprattutto quella che riguarda la verifica dell’assegnazione delle residenze».

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La marcia a ostacoli di Vendola alla leadership di Rifondazione.

(Filippomaria Battaglia - Panorama) Fratelli coltelli: a sinistra, la resa dei conti è iniziata e rischia presto di trasformarsi nella versione “soft” di una vera e propria guerra civile.

Ormai da giorni, in casa Rifondazione, a disputarsi ledaership e programmi sono in due: l’ex ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero e il governatore pugliese Nichi Vendola. E quest’ultimo è dato nettamente in svantaggio: l’eredità che porta con sé è infatti quella della vecchia gestione firmata dal ticket Franco Giordano-Fausto Bertinotti, veri sostenitori della sua corsa alla segreteria. Proprio l’ex leader di Prc era ieri a Bari per partecipare all’assemblea di presentazione del “Manifesto per la Rifondazione“.
Una presenza che si potrebbe rivelare ingombrante per Vendola, anche perchè sono state le stesse sezioni pugliesi del partito ad aver nutrito dubbi e perplessità sulla sua decisione: dai dirigenti provinciali a quelli comunali, in queste ore è stata una corsa a smarcarsi da posizioni nette ed appoggi entusiastici in favore del governatore. Una delle obiezioni che si muovono al presidente della Regione è infatti quella del doppio incarico. Incompatibilità che per Franco Giordano non esiste, dal momento che “anche Veltroni ha fatto la stessa cosa, sebbene per un lasso di tempo inferiore”.

E proprio riguardo al rapporto con l’ex sindaco di Roma e con il Pd si sono intraviste le prime mosse politiche di Nichi Vendola: ai messaggi di riconciliazione di Walter, sempre più orientato a riaprire il dialogo con gli alleati alla sua sinistra, sono seguite le parole nette del governatore pugliese. “Il Pd non può pensare di rappresentarci in Parlamento. Il Pd di Veltroni, con la sua deriva neo-centrista non può inglobare la nostra voce, Rifondazione parlerà con la propria ugola” ha intimato il presidente della Regione.

Un no secco insomma, probabilmente pronunciato più per gli umori interni al partito che per le agenzie e i microfoni della stampa. Il rischio che intravede parte di Rifondazione è infatti quello che a medio termine la leadership di Nichi possa trasformarsi in un potenziale biglietto di ingresso all’interno dell’area democratica (lo stesso pericolo che sta “correndo” Sinistra Democratica del neo leader Claudio Fava).

Anche per questo, ma forse soprattutto per questo, per Vendola la strada per la segreteria è tutta in salita.

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Gaypride. Zingaretti, il presidente “europeo” della provincia di Roma.

(River-blog) Ho avuto la possibilità di intervistare e conoscere Nicola Zingaretti, attuale presidente della Provincia di Roma, ben prima della sua recente carriera ai vertici del Pd regionale. Gli incontri sono avvenuti anni fa, sempre in occasione dei Gay Pride romani. Lui veniva sia a titolo personale che come rappresentante del suo partito (i Ds). E non era come quei politici che si facevano vedere alla testa del corteo, una mezz’oretta, rilasciare interviste, salvo poi andarsene. Camminava a lungo, e, da europarlamentare, ci teneva a sottolineare che l’Italia, sul tema dei diritti civili, era indietro. Si confondeva tra la gente e si vedeva che ci teneva a essere lì.

Oggi, da presidente della Provincia, Zingaretti sceglie di prendere una posizione chiara a proposito del Gay Pride. Poteva non parlare - il Pride, in fondo, non riguarda il suo ente - o scegliere una linea defilata. E, invece, prende posizione. Le sue parole mi suonano come le più illuminate in tutto il Pd.

”Il Roma Pride 2008 è un appuntamento che merita rispetto e attenzione da parte di tutte le istituzioni - esordisce in un comunicato - Di norma, le manifestazioni si organizzano con il duplice obiettivo di mettere in campo delle rivendicazioni e di rivendicare una identità. È così anche in questo caso. Aggiungo che le libertà vanno difese, tanto più quando esse non ledono né offendono le libertà degli altri. Garantire a tutti l’esercizio dei propri diritti, e chiedere a tutti di rispettare questa impostazione, è per noi di fondamentale importanza, perché rappresenta il sale della democrazia. Odio - aggiunge Zingaretti - qualsiasi forma di discriminazione fondata sull’etnia, la religione, il colore della pelle, l’età, il genere, il patrimonio o l’orientamento sessuale. Proprio in tempi nei quali fra i cittadini si diffonde un senso di insicurezza, chi ha responsabilità pubbliche deve stare più attento a non fomentare le paure criminalizzando il diverso da
sé e favorendo la ghettizzazione delle minoranze”. “Piuttosto che indicare nemici, per sconfiggere le paure, dobbiamo trovare soluzioni ai problemi. Per questo - conclude Zingaretti - nei prossimi giorni l’amministrazione provinciale approverà, nell’ambito delle sue competenze, una serie di provvedimenti che
rispondono in modo positivo ai temi sollevati dal Gay pride, sostenendo concretamente l’impegno contro l’omofobia, il bullismo nelle scuole, la xenofobia e incentivando la solidarietà nei confronti di chi ha bisogno”.

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E' Mukhtar Safarov l'uomo più dotato al mondo! Ma è veramente il più grosso? Le foto.



E' un russo-brasiliano l'uomo più dotato al mondo, Possiede un membro gigantesco, oggetto di studio e di business, infatti le più grosse major del porno show-business americano si sono subito fiondate sul suo "bene" più prezioso facendone in poco tempo, oltre che un personaggio. anche un uomo ricco. Le foto sono realmente impressionanti... continua

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Treviso. Violenta un quattordicenne: arrestato. Il trentenne liberiano ha convinto il ragazzino a seguirlo, poi gli abusi.

I due si conoscevano da tempo, abitano poco distanti. L’adolescente, dopo il fatto, si è confidato con i genitori. Indaga la squadra Mobile.
Potrebbero esserci altri casi non denunciati Adesca un ragazzino e tenta di violentarlo. Un liberiano di 30 anni, Basco Bento, è accusato di violenza sessuale. E’ stato arrestato dalla Squadra Mobile. L’adolescente si era confidato con i genitori che si sono rivolti alla polizia. Il racconto è risultato attendibile ed è scattata l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Elena Rossi.
Secondo la ricostruzione compiuta dagli inquirenti, si tratta di un solo episodio accaduto alla fine di febbraio. E’ stato lo stesso ragazzino a riferirlo prima ai genitori, poi davanti ad una psicologa delegata dal magistrato. Entrambi i racconti coinciderebbero e costituirebbero l’accusa nei confronti del liberiano. Da parte sua, l’uomo continua a proclamarsi innocente, ma emergerebbero tentativi di adescamento da parte del trentenne nei confronti di altri ragazzini del quartiere. A questi è difficile risalire visto che nel suo appartamento perquisito ieri, subito dopo l’arresto, i poliziotti non avrebbero trovato nulla. Ne’ fotografie, ne’ materiale compromettente informatico o rubriche con nomi e numeri di telefono. La polizia spera che la notizia dell’arresto di Basco Bento convinca altri adolescenti a farsi avanti. Al momento, dunque, nei confronti del liberiano ci sono solo le accuse del quattordicenne che vive poco distante dalla sua abitazione.
I due dunque si conoscevano. Ed è proprio dopo un incontro casuale che il liberiano sarebbe riuscito a convincere il ragazzino a seguirlo nel suo appartamento. A questo punto, secondo la versione fornita dall’adolescente sia ai suoi genitori che alla psicologa, l’uomo l’avrebbe spogliato poi costretto a subire le sue attenzioni erotiche. A nulla sarebbero valsi i tentativi di sottrarsi. Una situazione difficile da cui è riuscito finalmente a fuggire.
Una volta tornato a casa, ai suoi genitori sono bastati un paio di giorni per capire che c’era qualcosa nel loro ragazzo che non andava. Silenzioso, non usciva più di casa, aveva perfino rinunciato ad andare in gita scolastica. Qualche domanda ed è saltata fuori la verità. Dalla confessione alla denuncia i genitori hanno fatto trascorrere appena poche ore. Ieri l’arresto e la fine di un incubo.

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Serbia. Eurofestival o gay pride?

La Prohibida, un'icona gay spagnola (Foto: Yogurinha Borova/flickr)

Il 53° Eurofestival si apre il 20 maggio in Serbia. Un’occasione per gli omosessuali di uscire allo scoperto?
(di Dagmar Vohburger, traduzione Filippo Martin - Cafèbabel.com) I fan dell’Eurofestival di tutto il mondo, tra cui figurano molti omosessuali, attendono con ansia il megaevento che si terrà a Belgrado. La comunità gay-lesbica della città balcanica spera di uscire dalla semi illegalità.
L’Arena di Belgrado, la quinta struttura coperta d’Europa per dimensioni, sarà il luogo in cui dal 20 al 24 maggio si svolgerà l’Eurovision Song Contest, ovvero l’Eurofestival. La struttura, che si trova nel quartiere Novi Beograd, Nuova Belgrado, con una superficie di 48.000 metri quadrati, è in grado di ospitare oltre 20.000 spettatori.

Per i giovani, che hanno conosciuto il mondo occidentale per lo più attraverso libri e televisione, l’Eurofestival 2008 costituisce l’opportunità per avvicinarsi ai coetanei di altre Nazioni.
«Sono contenta che la Serbia: per una volta se ne parla, senza che sia a causa della guerra», dice Jasna, vent’anni, originaria di Jagodina, cittadina del sud del Paese. La giovane, che ha iniziato a studiare tedesco all’università lo scorso autunno, forse non nutre un’autentica passione per la musica: sembra piuttosto piena d’orgoglio che l’evento abbia luogo, quest’anno, nella sua Patria.
Grandi manifestazioni e parate, come quelle che hanno accompagnato l’Eurofestival in Germania, in Serbia non sono all’ordine del giorno. Dario, un ragazzo della stessa età di Jasna, non si entusiasma più di tanto: «È positivo vedere tanto movimento per le strade, ma a me sembra che piano piano, tutto diventi un pò gay». Secondo lui la naturale, pubblica comparsa di lesbiche e gay, come è successo in Germania, non è così positiva.

La solita musica dell’omofobia
Boban Sojanovic conosce bene la “musica” dell’omofobia nel suo Paese. «C
ome giornalista, non potevo più lavorare in provincia, per cui mi sono trasferito nell’anonimato di Belgrado». Qui il trentenne collabora, dall’autunno del 2000, con il piccolo gruppo gay QUEERIA, che conta una decina di aderenti. Nel marzo del 2001 una cinquantina di persone irruppero nel suo ufficio in reazione all’impegno preso dal gruppo in favore dei matrimoni gay: tutto fu travolto, comprese le persone che si trovavano lì.
Le pene: da due a tre mesi. «A questo punto, perché parlare?», dice Boban. Anche gli altri gruppi di Belgrado, come il Labris, Gayten, Gay Straight Allience, o il Transgay, non contano molti aderenti. «La gente ha paura, semplicemente», spiega Boban.
Il giovane vede nel concorso musicale la possibilità di allacciare contatti con altre organizzazioni, per poter creare una sorta di lobby.

Lesbica, rom e nazionalista
uttavia una grande chance, è andata in fumo l’anno scorso. «Con la vittoria di Marija Šerifović, lesbica con origini rom, l’idea che se ne trasse all’estero fu quella di una Serbia tollerante verso le minoranze», ci spiega Boban. «Si è comprata un appartamento, una macchina, e si è messa con i radicali», continua Boban, riferendosi all’appoggio che la Šerifović ha dato al partito ultranazionalista di Nikolić. Per i rom e gli omosessuali è stata una grossa delusione.
Apertamente contrario all’omosessualità è il “Movimento Patriottico Obraz” (Onore). «Anche questo movimento d’ora in poi si attiverà affinché Belgrado rimanga una libera città cristiana», si legge sul loro sito web. Manifestazioni come un Gay Pride non verrebbero tollerate.

Il presidente Boris Tadic e gli organizzatori dell’Eurofestival 2008, si fanno garanti della sicurezza per tutti gli ospiti della manifestazione, e la quantità di forze dell’ordine impiegate è considerevole: uomini con gilet gialli nuovi di zecca, e muniti di una paletta con su scritto “policija” pattugliano le strade.
Il consiglio di Boban? Sia omo che etero, la cosa da evitare è andare in giro con le bandiere dei Paesi che hanno riconosciuto il Kosovo

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Emirati Arabi Uniti - Accusate di atti osceni due donne omosessuali.

(Peace reporter) Nel primo caso giudiziario del genere nella storia degli Emirati Arabi Uniti (Eau), due donne sono comparse in un'aula di tribunale con l'imputazione di atti osceni in luogo pubblico. Il quotidiano Gulf News spiega che il caso riguarda una donna libanese di 30 anni e una bulgara di 36, colte a scambiarsi effusioni su una spiaggia tra gli emirati di Dubai e Sharjah. Secondo le testimonianze riportate dall'accusa, le due si sarebbero baciate, coccolate e "coricate una sull'altra, armeggiando indecentemente". Le due donne hanno tuttavia proclamato la loro innocenza ed il dibattimento è stato aggiornato. Gli Eau, pur ricordando spesso agli stranieri la necessità di rispettare tradizioni e valori religiosi locali, generalmente mantengono un atteggiamento molto flessibile e tollerante verso gli stranieri almeno fino a quando questi non trapassino il limite della legalità.

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Diddy: Ho inventato il Fashion Viagra.

Diddy

(Elisabetta Tomasone - Panorama) “Grazie alla mia linea di abbigliamento e ai miei profumi le performance sessuali degli over 40 saliranno alle stelle”. Questa è la promessa del guru dell’hip hop, Diddy, che assicura prestazioni 10 e lode a tutti gli uomini che acquisteranno uno dei prodotti della Sean Jean, la sua linea di abiti supertrendy. “il marchio Sean Jean è come un fashion Viagra”, racconta eccitato Diddy. “Uomini di quarant’anni mi hanno riferito di come sia cambiata la loro vita, inclusa quella sessuale, da quando hanno cominciato ad indossare la mia marca di vestiti”. Se a calzoni e t-shirt si aggiunge poi una boccetta del suo profumo preferito, Unforgivable Woman, secondo il rapper è impossibile non fare centro. “Umani! Non dovrete più mettervi sotto la doccia: una goccia di questa fragranza dolce-e-amara basta e avanza”. Diddy è entusiasta dei miracoli della sua ricetta “acchiappa-donne”, ma questo non è l’unico motivo del suo incrollabile buon umore. Il merito è in buona parte di Kanye West e del suo ultimo tour, Glow in the Dark, che hanno stravolto la sua tranquilla vita di rapper a riposo. “Questo concerto mi ha cambiato la vita. È stato fantastico e mi sono innamorato dell’hip hop per la seconda volta”. Un colpo di scena per Diddy, che fino a poco tempo fa non ne voleva più sapere di tornare sul palco e che ora sembra aver ritrovato il giusto feeling. “L’altra notte non avevo grandi aspettative, ma sono rimasto completamente impressionato e ispirato dal concerto di Kanye. Volevo dirti grazie, mr West per avermi dato questa sensazione: sei stato fantastico”. Un doppio goal, quindi, per il re nero che si prepara a raccogliere milioni di dollari dai due business della sua vita: quello di fashion leader e quello di rapper ultracool.
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Kazemi ottiene l'asilo in Gran Bretagna.

(Anna Maria Mahjar Barducci - arabi democratici liberali) Seyed Mehdi Kazemi, il ventenne gay iraniano, membro del Gruppo EveryOne, che ha rischiato in più occasioni di essere deportato a Teheran, dove l'avrebbe atteso la carcerazione, severe punizioni corporali e probabilmente l'impiccagione, ha ottenuto asilo nel Regno Unito. La decisione dell'Home Office gli è stata notificata oggi, lunedì 19 maggio 2008, nel primo pomeriggio. Il ragazzo, che aveva cercato di sfuggire alla deportazione dal Regno Unito in Iran, riparando in Canada, era stato fermato alla frontiere tedesca e trasferito, temporaneamente, in Olanda, una nazione favorevole alla concessione di asilo agli omosessuali iraniani.

Ma il 26 febbraio un volo diretto Amsterdam-Londra era stato fissato e una volta nel Regno Unito, Mehdi sembrava destinato alla deportazione a Teheran. "Sono stati gioni di grande timore e di una straordinaria battaglia nonviolenta," ricordano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau del Gruppo EveryOne, "giorni in cui, fianco a fianco con il Partito Radicale e l'associazione Nessuno tocchi Caino, abbiamo letteralmente inventato un nuovo modo di combatere per i Diritti Umani, coinvolgendo i media di tutto il mondo, centinaia di associazioni, migliaia di attivisti.

In un primo momento abbiamo bloccato la deportazione, sollecitando il senso civile dei Paesi Bassi, che hanno deciso di rivedere il suo caso. Nel frattempo abbiamo messo in crisi il sistema delle espulsioni dei profughi nel Regno Unito, un sistema iniquo, che avveniva nel silenzio dei media e nell'indifferenza. Quindi, con i nostri amici Radicali abbiamo presentato al Parlamento europeo un rapporto-denuncia, che dimostrava inequivocabilmente il diritto all'asilo di Mehdi e i gravissimi abusi commessi dall'Home Office". Il Parlamento europeo aprovava una Risoluzione urgente sul caso di Sayed Mehdi Kazemi, sottoscritta anche da 142 deputati e 62 Lord della House of Commons britannica: finalmente l'Europa e lo stesso Regno Unito riconoscevano la necessità di cambiare le procedure di valutazione e concessione dello status di rifugiato e dell'asilo politico.

"Per la politica persecutoria di Gordon Brown e Jacqui Smith è stata una colossale sconfitta," proseguono i leaders di EveryOne, "una sconfitta che segnava l'inizio del declino della loro stella, ma per i diritti dei profughi, per gli attivisti di tutto il mondo, per la comunità gay, per le minoranze in Iran e nei paesi dove manca la libertà è stato un successo storico". Ma la buona notizia definitiva, che attesta la certezza dell'asilo nel Regno Unito per il giovane Mehdi, il cui compagno Parham fu assassinato dal boia in Iran, è giunta oggi.

"Ci hanno scritto dall'Ambasciata del Regno Unito a Roma, a nome del governo inglese," concludono gli attivisti, "comunicandoci la loro esultanza per un evento a cui non credeva nessuno, quando abbiamo iniziato la campagna contro le deportazioni dei profughi gay dal Regno Unito, salvando la vita - grazie al successo planetario della Campagna dei Fiori - alla lesbica Pegah Emambakhsh. Come può illudersi un gruppo come il vostro, senza finanziamenti né protezioni nelle alte sfere, sperare di aver ragione di uno dei governi più potenti del mondo? Si diceva.

Abbiamo vinto perché ci abbiamo creduto, perché non abbiamo accettato le logiche della disumanità e della morte. Abbiamo vinto perché non ci siamo mai arresi, perché eravamo disposti a volare a Teheran, in caso di deportazione, per manifestare con cartelli, chiedendo al boia di risparmiare le vite di Mehdi, di Pegah (che presto sarà raggiunta da una analoga buona notizia) e di tutti gli innocenti condannati a morte a causa di un codice iniquo, che azzera il valore della vita umana". Mentre festeggiano l'evento, i membri EveryOne sventolano copie della e-mail ricevuta dall'Ambasciata britannica, su cui è scritto: "E' una notizia che vi comunichiamo con immenso piacere: è stata raggiunta oggi a Londra una decisione finale sul caso di Seyed Mehdi Kazemi. A seguito del riesame del caso e alla luce delle nuove circostanze, come da richiesta del Minstro britannico degli Interni, Mr Kazemi è ora libero di rimanere nel Regno Unito".

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Il Festival della Letteratura a Roma.

(Giuseppe Talarico - Agenzia radicale) Ieri a Roma è iniziata la settima edizione del festival delle letterature. Il tema di questo anno, scelto da Maria Ida Gaeta, direttrice della casa delle letterature, è "Parola Silenzio", argomento affascinante e complesso sul quale i principali autori e scrittori del nostro tempo leggeranno testi inediti, nello scenario di incomparabile bellezza della Basilica di Massenzio.

Nel nostro tempo, in cui il rumore dei media rischia di allontanarci dalla bellezza della scrittura, necessaria per mettere ordine nel caos della esistenza umana, riflettere sul rapporto esistente tra il Silenzio, inteso come attitudine a sviluppare la meditazione interiore, e la parola, con cui descrivere e rappresentare le grandi domande esistenziale che inquietano la coscienza di ogni persona, è di fondamentale importanza.

La serata di apertura del festival, che a causa della pioggia si è tenuta al teatro Argentina di Roma, ha visto sfilare sul palco alcuni scrittori italiani, i quali hanno scritto un libro particolare e corale intitolato La Storia Siamo Noi edizioni Neri Pozza, nel quale sono raccolti diversi racconti ispirati agli eventi fondamentali che hanno segnato lo sviluppo della storia italiana. Gli autori di questo libro sono scrittori importanti quali: Andrea Camilleri, Antonio Scurati, Giosuè Calagiura, Leonardo Colombati e altri scrittori.

Nell'edizione del festival di questo anno, come già era avvenuto in passato, in base alle scelte estetiche compiute dal regista Piero Maccarinelli, un finissimo intellettuale, con la collaborazione di Maria Ida Gaeta, cui è affidata la cura artistica, proseguirà la felice ed interessante contaminazione tra i diversi linguaggi della cultura: la parola, il suono, la musica, l'immagine.

Nel corso della dieci serate, dal 20 maggio al 19 giugno, sul palco allestito all'interno della Basilica Di Massenzio, uno dei luoghi più belli e suggestivi di Roma, si alterneranno scrittori di fama internazionale come V. S. Naipaul, J. O'connor, N. Hornby, C. Lucarelli, V. Cerami ed altri importanti letterati.

Per la prima volta, rispetto alle precedenti edizioni, la serata conclusiva il 19 giugno, verrà dedicata alla poesia e il pubblico potrà ascoltare alcuni fra i più importanti poeti italiani, che declameranno i loro versi.

Il prossimo appuntamento a Massenzio è previsto il giorno 22 maggio, con Carlo Lucarelli, Jeffery Deaver.

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