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domenica 24 febbraio 2008

Stanotte gli Oscar, tutti i favoriti dell’ottantesima edizione.

(Televisionando) Questa sera ci sarà la cerimonia degli Oscar al Teatro Kodak di Los Angeles, e dopo lo sciopero degli sceneggiatori, è il maltempo a minacciare la premiazione: per precauzione, comunque, è stata creata una copertura trasparente che impedisca alla pioggia di allagare il red carpet, anche se Gil Cates (il produttore degli Oscar alle prese con problemi ben peggiori nei giorni scorsi) si è detto sicuro che “il tempo reggerà” aggiungendo in ogni caso che “Se piove, buon per i fiori”. I bookmaker hanno già cominciato a fare delle previsioni, ma la più grande preoccupazioni ad oggi non è chi vincerà, ma quanti telespettatori guarderanno la cerimonia: la maggior parte delle pellicole hanno infatti riscosso il plauso della critica ma sono state deboli quanto a biglietti venduti, tanto che Gil Cates, pur avendo “ritrovato” gli sceneggiatori, ha deciso comunque di usare spezzoni di vecchie pellicole e cerimonie del passato per “rendere lo spettacolo sofisticato ed elegante”, come ha spiegato Louis Horvitz, per la dodicesima volta alla regia degli Oscar. Secondo i bookmaker, a vincere l’Academy Awards sarà un film violento: la previsione - parzialmente facile, visto che quasi tutte le pellicole in corsa sono, in un modo o nell’altro, violente - non stupisce Cates, secondo cui “La cerimonia degli Oscar è uno specchio dei tempi, che sono violenti anche se la gente ultimamente ha voglia di cambiamento”. Ma vediamo quali sono le previsioni di sportingbet.it sulle principali statuette che saranno assegnate questa sera…

Nella categoria “Miglior Attore” domina incontrastato Daniel Day-Lewis a quota 1.08, per la sua interpretazione ne “Il Petroliere”; seguono (ma molto distaccati) Johnny Depp (per Sweeney Todd di Tim Burton) e George Clooney (per Michael Clayton) a 7.00. Fuori dai giochi, Viggo Mortensen, interprete de “La promessa dell’assassino” quotato a 13.00 e Tommy Lee Jones per “Nella valle di Elah” con 17.00. Si prepara una lotta “sororicida” per la statuetta di Miglior Attrice: Julie Christie (già protagonista de Il Dottor Zivago e Fahrenheit 451) è in cima alle preferenze a quota 1.38 grazie alla sua toccante interpretazione di una malata di Alzheimer in “Lontano da lei”, tallonata (ma a distanza) da Marion Cotillard (3.00) che porta sullo schermo Edith Piaf in “La vie en Rose”. Terzo posto per Ellen Page (6.00), protagonista di “Juno”, spaccato della provincia americana diretto da Jason Reitman e vincitore della Festa del Cinema di Roma. Quarto posto un po’ a sorpresa per Cate Blanchett (14.00) per “Elizabeth: The Golden Age”, anche se va detto che l’attrice è nominata anche come miglior attrice non protagonista per la biografia di Bob Dylan in “Io non sono qui”. Nessuna battaglia per quanto riguarda la nomination “Miglior regista”: dopo aver vinto premi a destra e a manca, i fratelli Coen, almeno secondo i bookmakers faranno sfracelli anche agli Oscar grazie al loro “Non è un paese per vecchi” (dato a 1.30). Secondo posto per Paul Thomas Anderson con “Il Petroliere” (3.50), seguito dal pittore-regista Julian Schnabel (5.50) con il suo “Lo scafandro e la farfalla”, adattamento di un best-seller ricordo di giornalista francese Jean-Dominique Bauby; niente da fare invece per Tony Gilroy (15.00, “Michael Clayton”) e Jason Reitman (20.00, “Juno”). Ancora i fratelli Coen potrebbero vincere la statuetta per miglior film in lingua inglese: “Non è paese per vecchi” è dato a 1.40, seguito da “Il Petroliere” quotato a 3.50; terzo posto, a 4.50, per Espiazione, seguito da Juno (13.00) e Michael Clayton, quotato a 18.00.

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In tv il reality del sesso: Arriva l'isola dei pornofamosi, vince chi seduce di più. La sfida dura 40 giorni.

(Michela Tamburrino - La Stampa) L’Isola dei famosi? Il grande fratello? Presto avranno un loro doppio, o peggio, una loro interfaccia hard. Il reality esplora altri sentieri e strada facendo incontra il porno ma sofisticato, patinato, estremo sì ma edulcorato grazie al budget da televisione generalista.

Si parla di una nuova emittente, Glamour Plus, dieci milioni di euro investiti che lieviteranno nel giro di pochi mesi fino a toccare i 70 milioni, tutto per lanciare il nuovo porno sul digitale terrestre. Le trasmissioni inizieranno domani dopo la mezzanotte e termineranno alle cinque del mattino, tutte le notti per la modica cifra di 4 euro a notte. Per accedere al canale basterà servirsi di un decoder digitale terrestre, sistema Nagra, lo stesso usato da Mediaset premium e Gallery, ovviamente con carta diversa. Ma la visione dei programmi che si annunciano tutti dedicati all’erotismo più sfrenato, sarà protetta per i minori dal «parental control», codice di accesso segreto senza il quale lo schermo resterà buio.

La parola d’ordine del consorzio di società internazionali che in nome del porno si è unita nell’avventura, è quella di soddisfare i palati più esigenti e raffinati. Basta con le riprese fatte in casa, basta con i soliti pornodivi caserecci. «Per declinare nuove forme di sesso televisivo vietato ai minori, bisogna puntare ai generi televisivi classici, quelli che oramai sono entrati nel gusto della gente. Così la sterzata hot avrà un effetto ancora più dirompente», assicurano i produttori dei reality-porno.

Ed ecco che prende corpo «Freedom life in the Pacific site» («Vita libera in un luogo del Pacifico»), location fantastica e plot che strizza l’occhio all’«Isola dei famosi», location scelta, un’isola cilena che pare essere proprio quella di Robinson Crusoe. Diciotto i concorrenti d’età massima 35 anni, dodici donne e sei uomini, vince la ragazza che riuscirà a far cadere metaforicamente ai suoi piedi il maggior numero di ragazzi. La guerra è subito aperta, senza esclusione di colpi. Allo scadere dei 40 giorni di gara il gruppo cambia e i ruoli si invertono e a diventare preda questa volta saranno le donne. In palio un premio da 500 mila dollari. Una giuria controllerà l’andamento del gioco e già di prevede una votazione in diretta del pubblico.

L’altro reality che vedrà la luce in primavera si chiama «Lovers in the castel» e si svolge all’interno di un castello dove i reclusi devono vivere e amarsi; una sorta di Grande Fratello lievemente più spinto. Venti uomini e venti donne spiati giorno e notte e ripresi nelle otto camere da letto in dotazione della casa con telecamere robotizzate (per evitare la presenza inibente dell’operatore) e in alta definizione. Dieci settimane di convivenza ed eliminazione settimanale che porterà alla ricomposizione forzata delle coppie rimaste in gara fino agli stremati vincitori. Per preparare il cast di questi programmi c’è stata una lunga selezione tra le gente comune che ha risposto all’appello a Los Angeles come a Sydney a Praga o a Londra, la produzione ha visionato circa trentamila persone pronte a farsi vedere senza veli dalla mattina alla notte. Unica richiesta, la bellezza e l’assoluta mancanza di pudori.

I capitali dell’operazione arrivano dal consorzio della televisioni mondiali che partecipano alla realizzazione dell’emittente Glamour Plus. La società è svizzera con fondi francesi e italiani e lo spettro di spettatori è immenso considerando anche la tappa del 2012, quando sarà spento per sempre l’analogico a tutto vantaggio del digitale terrestre. L’obiettivo del gruppo è arrivare presto oltre che sul già sperimentato digitale terrestre anche via cavo, telefonia mobile e web.

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In scena al Teatro Quirino, Isa Danieli, interpreta uno dei testi più famosi di Bertolt Brecht.

..."Non c'è nulla che faccia prevedere la fine dello spreco e dell' assassinio? No, finché le donne non rifiuteranno di cedere i propri figli per carne da cannone; no, finché gli uomini non cesseranno di fabbricare le armi per uccidere i propri figli; sul lontano orizzonte del dramma di Brecht c'è un raggio di luce: nella dialettica degli eventi verrà un tempo in cui le nazioni deporranno le armi. Ma Madre Coraggio ostacola l' avvento di quel tempo. Brecht vorrebbe che la vecchia venisse ingiuriata per la sua stupida ingordigia. Vorrebbe farci comprendere che lo sciupìo non è né nobile né tragico, ma semplicemente e orribilmente inutile.Questa è la tesi del dramma: Madre Coraggio non ha imparato nulla, affinché il pubblico impari qualcosa. Fine della lezione". (G. Steiner- Morte della tragedia-Garzanti).

(Maria Antonietta Amenduni - Agenzia radicale) Istintiva, viscerale, prepotente e prorompente. E' la forza interpretativa di Isa Danieli, protagonista di "Madre Coraggio", su testo di Bertolt Brecht. Regia di Cristina Pezzoli. Drammaturgia di Antonio Tarantino. Traduzione di Roberto Menin. La voglia di mettersi continuamente in discussione e di tentare nuove strade è il carattere distintivo di Isa Danieli, attrice profondamente radicata nella tradizione, ma, nello stesso tempo, musa ispiratrice della nuova drammaturgia napoletana. Sotto la guida di Cristina Pezzoli, che l' ha già diretta in passato, la Danieli si misura con uno dei capolavori brechtiani più rappresentati e discussi.
L'opera teatrale porta in scena le vicende verificatesi tra il 1624 e il 1636 nel corso della Guerra dei Trent'anni. La vivandiera Anna Fierling, nota ai soldati come "Madre Coraggio", accompagnata nei suoi "viaggi di lavoro" dai tre figli, si sposta per l'Europa seguendo l'estendersi dei conflitti, e tenta di approfittare del conflitto per incrementare i propri affari, convinta che la fine della guerra possa provocare un crollo del suo commercio. Madre Coraggio, trascina il suo carro di cianfrusaglie da un campo all' altro, alla ricerca di piccoli guadagni.
Arriva il giorno che non le resta più niente da vendere e nessuno ha soldi per comprare ma Anna continua il suo viaggio con l' ostinazione della povertà. La forza d' animo e il coraggio non l' abbandonano mai e trova così una ragione di vita, nonostante la perdita dei figli e lo sfacelo della guerra. Questo dramma ha rappresentato, fin dalle sue prime rappresentazioni, un campo d'indagine e di proiezioni spesso contrastanti sul valore simbolico della protagonista e del testo. Un'opera di grande attualità, in un momento come quello presente, in cui la maggior parte delle guerre si combattono per motivi economici.

Una ballata, una canzone, interrompono a volte l' azione o la spostano su un piano diverso per farci meglio riflettere. Lo spettatore è spinto a giudicare il mondo, le atmosfere, le distruzioni che sono conseguenze della guerra. Ma madre Coraggio, pur nella sua follia, nella sua incapacità di imparare dall' esperienza, attira, in parte, le simpatie del pubblico e del lettore. Per ovviare a ciò, l' autore fornisce numerose indicazioni per rendere possibile la recitazione straniata, lo straniamento dell' attrice che interpreta il personaggio di madre Coraggio.
Una nota di Brecht precisa che madre Coraggio " riconosce, non diversamente dagli amici e dagli ospiti suoi e da quasi ogni altro personaggio, il carattere puramente mercantile della guerra; ed è proprio questo ad attirarla. Crede nella guerra sino alla fine. Non le passa nemmeno per la testa che ci vuole un coltello molto lungo, al tavolo della guerra, per potersi tagliare la propria fetta di torta.
Chi contempla le catastrofi si aspetta sempre, a torto, che le vittime imparino qualcosa. Finchè è oggetto della politica, ciò che di essa avviene, la massa non può considerarlo un esperimento, ma solo un destino; la lezione della catastrofe non le insegnerà più di quanto la cavia impari di biologia."
La necessità della regista, era prioritariamente quella di fare in modo che il testo di Brecht potesse parlare con la stessa energia di allora agli spettatori di oggi. Per l'occasione, la Pezzoli ha chiesto un intervento di parziale riscrittura del testo a un autore di oggi, Antonio Tarantino: pur mantenendo inalterato lo sfondo storico in cui Brecht colloca la vicenda originaria, la Guerra dei Trent'Anni. Tarantino reinventa e attualizza il linguaggio del testo, diversificandolo in una serie di accenti dialettali italiani, come se ci si trovasse in una grande babele, per far riflettere sulle spaccature sociali e culturali dell'Italia attuale.

Ma di tagli e cambiamenti questo lavoro ne propone tanti. A partire dal titolo, che non suona più «Madre coraggio e i suoi figli» bensì «Madre coraggio» e basta, come a voler dare maggiore risalto alla protagonista. Inoltre, le musiche sono in parte nuove (le firma Pasquale Scialò), anche queste adattate ai nostri tempi: presenta quindi una musica a volte rock, altre volte più dolce e melodica, spesso molto ritmata grazie anche all'uso dei più bizzarri strumenti a percussione. Per quanto riguarda invece la scenografia, lo spettacolo resta assai fedele agli allestimenti del Berliner Ensemble, documentati dalla grande quantità di fotografie (fino a 800) scattate da Brecht in occasione di ogni spettacolo. Troviamo quindi il classico carro di Madre Courage e addirittura la stessa disposizione dei personaggi in molte scene celebri dell'opera. Intensa e travolgente, Isa Danieli, regala un ritratto del personaggio degno della sua fama. In un cast nutritissimo, spiccano: Alarico Salaroli (il Cappellano) e Marco Zannoni (il Cuoco) e la straordinaria Xenia Bevitori che interpreta Kattrin (la figlia muta).

Roma, Teatro Quirino dal 26 Febbraio al 16 Marzo

Madre Coraggio
di Bertolt Brecht
musiche Paul Dessau
drammaturgia Antonio Tarantino - traduzione Roberto Menin
regia Cristina Pezzoli
con Isa Danieli, Alarico Salaroli, Marco Zannoni, Lello Serao, Arianna Scommegna, Gianluca Musiu, Xenia Bevitori, Jacopo Bicocchi, Matteo Cremon, Carlo Caracciolo, Tiziano Ferrari, Vesna Hrovatin, Paolo Li Volsi, Fabio Mascagni, Aurora Peres, Yang Shi, Luigi Tabita
scene Bruno Buonincontri
costumi Gianluca Falaschi
arrangiamenti musicali e suoni di Pasquale Scialò

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