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martedì 18 settembre 2007

Londra, Messa per i preti gay

(Ap com) LONDRA - The Times ha rivelato che il 29 Novembre, nella chiesa di San Pietro a Eaton Square, Londra, il capo della chiesa anglicana Rowan Williams celebrerà messa e parlerà delle "possibilità presenti e future per gay e lesbiche nella Chiesa". L'incontro è solo per invitati - la lista serà segreta - con l'obbligo di non rivelare a nessuno le cose che saranno discusse durante l'incontro.

La notizia renderà ancor più esarcerbati gli animi tra i protestanti liberali e i conservatori guidati dal vescovo della Nigeria che cercano lo scisma proprio sulla questione omosessuale. Questa settimana il vescovo capo della chiesa Anglicana incontrerà i i vescovi americani a New Orleans. L'invito viene dai vescovi americani che hanno chiesto di essere ascoltati sulle loro decisioni di ordinare altri vescovi omosessuali dichiarati.



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Londra, attivista gay assassinato

(Ansa) LONDRA, 18 SET - Ammazzato perche' gay: un attivista per la difesa dei diritti omosessuali e' stato ferito a morte in

un parco nel sud est di Londra proprio dopo aver messo in guardia le autorita' cittadine sull'alta percentuale di crimini omofobici commessi nella capitale britannica.

''Anche se Londra e' la citta' del Regno Unito dove e' piu' facile venire allo scoperto, la maggioranza degli omosessuali ha la sensazione di dover difendersi costantemente da possibili attacchi omofobici'', aveva denunciato il 49enne Tony Hoare, direttore della compagnia di ricerca e marketing 'Stormbreak' che conta, tra i suoi clienti, anche la polizia e il municipio della citta'.

Dalla sua ricerca, condotta su un campione rappresentativo di 521 membri della comunita' gay di Londra, era emerso che ben il 45 per cento degli intervistati aveva subito una forma di violenza a causa del loro orientamento sessuale.

Nella maggior parte - ha evidenziato il sondaggio - si tratta di abusi verbali ma in un caso su cinque gli aggressori sono passate dalle parole alle mani. Soltanto una vittima su tre ha, pero', denunciato l'incidente alla polizia.

Mr Hoare - descritto da un collega come una persona ''amabile, gentile e divertente'' - e' stato assalito a Charlton Park mentre passeggiava con i suoi due cani sulla via di casa.

Prima dell'aggressione, aveva trascorso la serata in un bar della zona, lo 'Swan pub', dove secondo alcuni testimoni era stato preso di mira proprio per la sua omosessualita'.

In relazione all'accaduto, la polizia ha arrestato un uomo di 42 anni con l'accusa di omicidio.

Altri due sospetti sono stati, invece, rilasciati su cauzione.

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Il Parlamento di Singapore ha deciso di abolire la legge sulla sodomia, ma solo per gli eterosessuali

(Giorgio Lazzarini Gay.tv) SINGAPORE – Il Parlamento di Singapore ha deciso di abolire la legge sulla sodomia, ma solo per gli eterosessuali. La parte riguardante gli omosessuali, in vigore dal periodo coloniale, punisce con due anni di prigione gli atti consenzienti tra maschi. Persino il padre della patria, Lee Kuan Yew, ne ha chiesto l'abrogazione stante la natura "genetica" dell'omosessualità. Ma è rimasto inascoltato.
In agosto, la polizia ha tolto all'ultimo minuto il permesso di celebrare il gay pride che era già programmato, e ha chiuso una mostra fotografica dove erano presenti foto di uomini che si baciavano, perchè "promuove uno stile di vita omosessuale".

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Mosca: fermati manifestanti contro divieto di donazione

Dieci persone, incluso il portavoce del Gay Pride moscovita, Nikolai Alekseyev, sono state fermate mentre manifestavano fuori dal ministero della Salute di Mosca. Gli attivisti stavano protestando contro la legge russa che vieta ancora la donazione del sangue da parte degli omosessuali. Su Russia Today Alekseyev afferma che non è corretto equiparare i gay ai tossicodipendenti e alle prostitute. «Il sistema sanitario ha terribilmente bisogno di sangue e questo rende ancora più assurdo il divieto della legge che probisce ai gay di donare il proprio». «I manifestanti sono stati arrestati senza che avessero creato nessun problema di ordine pubblico - ha proseguito Alekseyev -. La protesta non aveva nessuno stampo politico né riprendeva il tema del Gay pride russo vietato questa estate (quando anche la parlamentare italiana Vladimir Luxuria e quello europeo Cappato vennero rispettivamente percossa e fermato).

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Danza a Milano: MilanOltre, quando la danza provoca

(Giulia Stolfa - Il Giornale) Si accendono i riflettori sulla ventunesima edizione del festival MilanOltre, che vedrà avvicendarsi sul palco di tre teatri meneghini, l'Elfo, il Dal Verme e il Pim Spazio Scenico, un programma di sei appuntamenti internazionali di danza e musica contemporanea.
«La città è il mondo» è il titolo di questa edizione che rifletterà sulla città come scenario e ragnatela dove vengono intessuti i rapporti umani, nelle loro sfaccettature. «Ho scelto di presentare l'immagine del manifesto del Festival con una xilografia dell'artista fiammingo Frans Masereel, che raffigura due innamorati che si baciano, in bilico sulla metropoli, nella città che è il luogo delle possibilità», spiega il direttore artistico di MilanOltre Luca Scarlini. «E Milano stessa ha sempre avuto la magia della città che ha elaborato il futuro possibile». Così nel corso dei 6 spettacoli in programma si sviscerano i rapporti umani indagati attraverso passi di danza a ritmo di musica. Come fa il trasgressivo coreografo del Québec, Dave St Pierre, che il 28 e 29 settembre all'Elfo lascerà riflettere sulle relazioni di coppia con i 15 giovani performer che daranno vita a «Un peu de tendresse bordel de merde!», in un teatro danzato che si regge sul filo della ricerca di una via alternativa per amare.
La danzatrice e coreografa finlandese Eeva Muilu, classe 1980, in Italia per la prima volta, andrà in scena il 29 e 30 settembre presso il Pim Spazio Scenico con «Vermiculus». Ironia e un pizzico di sarcasmo, metteranno a nudo le contraddizioni dell'essere artista, seguendo la vicenda della sostituta di una ballerina che dovrebbe andare in scena ma, in seguito a peripezie di vario genere, probabilmente non ci arriverà mai.
Utilizza la danza come strumento per indagare l'intricata realtà dei processi culturali politici ed economici della società africana contemporanea Nora Chipaumire, danzatrice nata in Zimbawe che oggi vive e lavora nella Grande mela. La sua trilogia «Chimurenga» andrà in scena all'Elfo il 3 e 4 ottobre. Il 5 Ottobre al Dal Verme sarà il turno dei Sentieri Selvaggi con l'appuntamento centrale del festival. Nel corso di questa serata, che si aprirà con il video di Arnaldo Data «Ascolto il tuo cuore città» verrà eseguita per la prima volta in Italia la partitura del compositore olandese Louis Andriessen De Staat, tratta dalla Repubblica di Platone, sul tema della «città ideale». Dal 5 al 7 ottobre il coreografo Hofesh Shechter presenta il trittico deGenerations, incentrato su adolescenza e giovinezza, mentre dal 12 al 14 ottobre Rafael Bonachela, noto anche per aver realizzato videoclip con la popstar Kylie Minogue proporrà un'antologia dei suoi lavori. «Spero che già dal primo spettacolo riuscirete a farvi censurare - è stato l’augurio dell’assessore Sgarbi - il teatro è provocazione, altrimenti non ha forza». (nella foto Dave St Pierre)

Festival MilanoOltre
dal 28 settembre al 14 ottobre
Teatro dell'Elfo, Teatro Dal Verme, PiM Spazio Scenico
Abbonamento Miol (5 spettacoli), 50 euro
Vermiculus: ingresso libero fino ad esaurimento posti

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Gli attacchi alla Chiesa visti con gli occhi dei parroci italiani all'estero

Monaco - Londra - New York - Madrid - Sembra che ultimamente la Chiesa cattolica sia sottoposta a numerosi attacchi, da più parti. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello portato dalle critiche mosse dal presentatore del 'concertone' del 1 maggio romano, verso il Papa e la Chiesa, che hanno suscitato una ridda di polemiche . E' oramai da settimane che il nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Monsignor Angelo Bagnasco, riceve costanti minacce alla sua sicurezza. Il deputato Massimo Romagnoli, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione Europa, ha parlato di gravi minacce alla Chiesa, dicendosi "molto preoccupato per la sicurezza dei parroci italiani all'estero ". Romagnoli afferma che il Governo italiano non sta facendo niente per proteggere i valori della famiglia sotto costante minaccia.

Ma cosa ne pensano dal mondo delle parrocchie italiane all'estero di queste vicende? Padre Enrico, della Parrocchia di S.Andreas, di Monaco di Baviera in Germania, afferma di "seguire un pò da lontano le vicende italiane. Io personalmente qui non avverto nessun tipo di minaccia reale, forse questo può accadere per alcuni Stati ma non qui in Germania". Riguardo le minacce rivolte a Monsignor Bagnasco afferma che "che si facciano queste cose è incomprensibile e inaccettabile, ed è chiaro che la laicità dello Stato deve reagire, fare in modo che queste cose non si ripetano più".

Padre Javier dalla Parrocchia italiana di Madrid, dichiara di non aver molto presente a cosa si riferiscano le dichiarazioni dell'Onorevole Romagnoli. "Purtroppo non sono ben informato dei fatti, che forse hanno un risalto solamente in Italia. Qui la nostra comunità è piccola e non saprei che dire se non che i parroci qui sono ben inseriti e non ci sono problemi di sorta; sicuramente non ci sentiamo minacciati".

Più approfondite le considerazioni di Padre Giandomenico, della Chiesa del Redentore a Londra che dice che sarebbe "interessante capire perché Romagnoli fa queste affermazioni, in base a che cosa le fa. Perché sono affermazioni pesanti e farle senza un fondamento potrebbe essere un pò terroristico; voglio dire, definire la Chiesa come sotto attacco è qualcosa da considerare attentamente, poiché è vero che ci sono e ci sono sempre stati degli attacchi, ma di questo non fa parte quello a Monsignor Bagnasco. Io credo – spiega Padre Giandomenico – che gli attacchi che vengono rivolti a Bagnasco abbiamo poco a che vedere con il volere o meno la nuova forma di famiglia, con i Dico, ma che derivino piuttosto da interessi politici e pressioni di lobby di potere. Non è da adesso che la Chiesa è sotto attacco ma ci difendiamo bene, anche perché va bene il porgere l'altra guancia – scherza ma non troppo Padre Giandomenico – ma non dobbiamo nemmeno prenderle da stupidi!".
Riguardo il merito delle dichiarazioni dell'Onorevole Romagnoli, il religioso dice che "sarebbe bene che spiegasse cosa intende, perché se vuol dire che lo siamo in seguito alle minacce a Bagnasco è fuori strada. Io ovviamente mando tutta la mia solidarietà a Bagnasco ma io non penso che sia sotto attacco. Se vogliamo dire che ci sono delle lobbies che hanno di mira la Chiesa su questo sono d'accordo e ci sono da molto tempo. È ovvio che se si può fare qualcosa, se si possono togliere i pungiglioni e rendere inoffensive queste realtà è decisamente meglio, ma è sempre stato così. Vede, se uno è un bravo prete, che non dà fastidio allora lo lasciano in pace, ma se uno fa qualcosa che dà fastidio a queste lobby allora gli fanno la guerra. Che le lobby esistano ed esercitino pressione è risaputo, oserei dire naturale. In Gran Bretagna è fatto noto, le lobbies sono presenti ed importanti e condizionano il voto, cosa non difficile da fare in un Paese con così scarsa affluenza alle urne come la Gran Bretagna. In Italia senza la Chiesa si fa poco, è ovvio che ha una grande importanza, ed è normale che intervenga per difendere i propri valori. Le associazioni, gli enti e le lobbies che hanno interessi opposti hanno tutto il diritto di combattere per i propri di valori, ma non si può nemmeno pretendere di imporre un nuovo tipo di famiglia che non è naturale". Il riferimento è logicamente ai cosiddetti Dico, che stanno infiammando la scena politica italiana da qualche tempo a questa parte, una situazione che Padre Giandomenico definisce "molto intricata", data la situazione italiana dove "la Chiesa è più forte e può alzare la voce, la CEI è organizzata, non come qua in Inghilterra dove conta meno, quindi in Italia parla con maggior forza e peso e per questo crea più scompiglio. Resta il fatto ovviamente grave, che inviare proiettili in una busta non è il massimo della civiltà, poi si deve vedere esattamente quali sono le dichiarazioni fatte da Bagnasco anche se lo conosco come molto posato e non credo possano aver causato chissà cosa. Poi è chiaro che si deve fare di tutto per difendere i valori della famiglia, e qui lancio un'accusa – in tempi non sospetti – contro tutte le forze politiche italiane, che non hanno fatto assolutamente niente per difendere la famiglia. Sono d'accordo che ognuno può dirigere la propria vita sessuale come meglio crede ma perché si deve pretendere che diventi una legge per tutti? Nel Regno Unito i gay ad esempio possono adottare i bambini, e una delle agenzie preposte all'adozione è proprio la Chiesa. Allora cosa succede – spiega Padre Giandomenico – succede che adesso tutte le agenzie sono costrette ad aiutare i gay a adottare bambini. Noi abbiamo detto di no, perché così si entra in un mondo selvaggio, in una società piena di contraddizioni dove i gruppi di pressione gay sono molto ben organizzati e possono esercitare un certo potere. Siamo d'accordo che nessuno deve essere discriminato e gli omosessuali fanno benissimo ad organizzarsi in dei gruppi per tutelarsi, ma far sì che le proprie abitudini diventino costume mi sembra eccessivo. Qui nel Regno Unito il loro potere è notevole, non sono un gruppo indifeso e ripeto, anche se l'associazione è più che legittima, bisogna stare attenti". Ribadisce inoltre che "Bagnasco è un caso italiano e no si deve confondere questo con gli attacchi a più livelli che giungono alla Chiesa. Se vogliamo parlare delle missioni ad esempio – dichiara Padre Giandomenico – sappiamo che in alcune nazioni sono sottoposte a molte minacce, ma gli attacchi alle missioni ci sono anche all'interno della Chiesa stessa. Bisogna dire che ci sono degli enti a guida politica che guidano in parte le missioni cattoliche e questo non è corretto. Su questo la Chiesa deve agire, la direzione politica non deve prendere il sopravvento su tutto. Ecco, io voglio dire ai vertici della Chiesa che su questo si dovrebbero fare un esame di coscienza, perché questo è inaccettabile".

Dagli Stati Uniti la voce di Padre Walter, della St. Joseph Church di New York, il quale da una parte capisce come "in una società moderna ci sia sempre chi la può pensare in un altro modo ed è giusto che tutti possano esprimersi, chi la pensa in un modo e chi la pensa al contrario. Ma è anche vero che la libertà vera implica sempre il rispetto degli altri . Ora, se la Chiesa si presenta con le sue posizioni ci sta che chi non è d'accordo le contesti, ma non con le intimidazioni".
Ci racconta poi di come viene vissuto da lontano quel che sta accadendo in Italia. "Qui negli Usa sentiamo ogni giorno delle bombe in Iraq e degli attentati e rabbrividiamo a sentire che in Italia succedono queste cose, che ci sono dei gesti intimidatori e che ci stiamo mettendo in questo brutto cammino di violenza. Per me questi sono dei segni da fermare al più presto, perché se ogni volta che c'è una discussione su qualcosa si va all'intimidazione non so dove andremo a finire".
In che modo si può bloccare allora questo processo? Sarebbe forse il caso che il Governo italiano itervenisse? "Non credo, io penso piuttosto che la cosa debba essere lasciata morire così – ci dice Padre Tonelotto – per dimostrare a questa poca gente che stanno proprio andando fuori dai binari. Non gli si deve dare alcun peso".
Per quanto riguarda le preoccupazioni espresse dell'Onorevole Romagnoli sulla sicurezza delle parrocchie italiane all'estero, Padre Tonelotto si dice "non preoccupato. La situazione qui è molto tranquilla, siamo una vecchia parrocchia italiana e svolgiamo la nostra azione da tanto tempo. Io non mi sento affatto in pericolo". (News ITALIA PRESS)

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Milano/«Binario 21, entro due anni il Museo Shoah»

Nasce la Fondazione per il Memoriale, via ai lavori in Centrale.
Il presidente de Bortoli: testimonianza contro l'oblio. La superstite Liliana Segre: un'attesa lunga 15 anni. Il messaggio di Napolitano

Due anni di lavori, due milioni di euro da trovare in fretta per garantirne la conclusione. Ma la firma dell'atto costitutivo della Fondazione per il Memoriale della Shoah, ieri, nella Sala Reale della Stazione Centrale, è finalmente la garanzia che il binario 21, da cui tra il '43 e il '44 partirono i convogli carichi di migliaia di deportati ebrei diretti ai campi di sterminio nazisti, ad Auschwitz- Birkenau, Bergen Belsen, a Bolzano-Gries, non rimarrà ancora a lungo un sotterraneo buio e spoglio, ma diventerà un luogo affollato di memorie. È lunga quindici anni la storia di questo museo che «avrebbe dovuto già esserci», ha ricordato Liliana Segre, che di quelle deportazioni è una delle poche testimoni sopravvissute. E se ancora non c'è, «è per la sordità di tanti e la distrazione di altri. Ma oggi che i testimoni come me stanno tutti per morire, si è fatto più urgente che questo luogo diventi punto di incontro per i giovani, perché sappiano cose che ignorano, vedano nomi e volti e quei vagoni in cui siamo stati piombati per la sola colpa di essere nati».
Quel luogo testimone di una immane tragedia, caduto nell'oblio, nei sotterranei della stazione, con un ingresso a se stante da via Ferrante Aporti, è uno dei «pochi rimasti intatti da allora», ha ricordato Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, che tra i primi ha lottato per trasformarlo in Memoriale della Shoah. La Fondazione, di cui è presidente Ferruccio de Bortoli e che ieri ha avuto la benedizione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha a disposizione 3 milioni di euro per far partire i cantieri e nasce con le istituzioni (Comune, Provincia, Regione), le Ferrovie dello Stato, la Comunità ebraica, l'Unione delle comunità ebraiche italiane, l'Associazione Figli della Shoah, la Fondazione Centro Documentazione Ebraica e la comunità di Sant'Egidio. «Oggi prende il via una nuova fase — ha detto il sindaco Letizia Moratti —, in cui tutti insieme lavoriamo per trasformare un luogo invisibile in un luogo visibile a tutta la città, perché tragedie come quelle non si ripetano».
Compito delle istituzioni, ha aggiunto Filippo Penati, «è svelare il significato del binario 21, facendolo tornare ad essere uno spazio di incontro e scambi di idee, culture e religioni». Nei seimila metri quadrati oggi dismessi troveranno spazio, secondo il progetto del compianto Eugenio Gentili Tedeschi e di Guido Morpurgo, un grande archivio-biblioteca, sale proiezioni, un museo, oltre ad una parete con i nomi di chi, partito da lì, non è più ritornato. «La memoria è labile e fragile e si disperde anche dove non si penda possa disperdersi », ha detto de Bortoli, ricordando «i momenti, negli anni passati, in cui si pensava che questa iniziativa non prendesse vita». Il Memoriale «non sarà un monumento nel deserto, un luogo degli ebrei, ma un luogo affollato di memorie e un centro di vita», ha precisato Leone Seoud, presidente della Comunità ebraica. «Laboratorio per richiamare ai valori più veri per l'individuo e la società», ha scritto in una nota il presidente della Regione, Roberto Formigoni. (Corriere della Sera - Paola D'Amico)

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Libri/I gay sono tutti dall’altra parte?

Marco Fraquelli
Omosessuali di Destra - Rubattino Editore, Euro 12

Profilo del libro
“Meglio essere fascisti che froci” parola di Alessandra Mussolini. Ma cosa succede quando le due condizioni coincidono? È quanto ha voluto indagare Marco Fraquelli in questo intrigante excursus storico alla scoperta di personalità omosessuali appartenenti al mondo della Destra, dall’epopea nazionalsocialista a i giorni nostri.

Profilo dell'autore
MARCO FRAQUELLI, milanese, studioso della cultura di destra ha pubblicato un saggio su Julius Evola Il filosofo proibito (1994) e, con Rubbettino, A destra di Porto Alegre (2006).


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Quando il gay milita a destra

Roma, 18 set (Velino) - “Meglio essere fascisti che froci”, esclamò nel marzo dello scorso anno Alessandra Mussolini nel corso di una puntata di Porta a porta. Ma che succede quando le due condizioni coincidono? Da questa domanda muove la ricerca di Marco Fraquelli autore del libro Omosessuali di destra (Rubbettino) in uscita in questi giorni. Un volume che presenta una carrellata di personaggi e accadimenti storici che in qualche modo hanno avuto come protagonista l’omosessualità. Figure e vicende che riguardano la destra (radicale e non) dall’avvento del nazismo fino ai nostri giorni. Viene portato alla luce, così, un mondo che ha fatto dell’omofobia e del machismo uno degli assi portanti del proprio credo e della propria azione politica, ma che nel contempo ha ospitato diverse personalità omosessuali di spicco. Di vaste proporzioni, ad esempio, è stata la presenza gay all’interno delle organizzazioni militari e politiche del regime nazista. Omosessuale dichiarato era Ernst Rohm, figura fondamentale nella nascita del movimento delle camice brune e leader delle famigerate SA. Del resto la Germania del primo Novecento rappresentò la culla dei primi movimenti di liberazione omosessuale. Nella sola Berlino, all’inizio degli anni Trenta, poco prima dell’avvento del nazismo, si contavano 130 bar omosessuali, trenta periodici gay di cui tre settimanali, e poi riviste, studi, associazioni…Argomentazioni a sfondo omosessuale servirono anche come pretesto per eccidi politici e regolamenti di conti interni al regime nazista, come accadde il 29-30 giugno 1934 nella Notte dei lunghi coltelli che portò all’eliminazione delle SA di Rohm e il 9-10 novembre 1938 in quella che fu definita la Notte dei cristalli.
E in Italia? “A differenza del nazismo - scrive Fraquelli - il fascismo italiano non si è mai segnalato per intrecci con il tema dell’omosessualità”. Forse anche perché la storiografia non ha ancora indagato a fondo sull’argomento. Di certo l’atteggiamento del regime in camicia nera oscillò tra repressione e noncuranza. In modo particolare Fraquelli sottolinea l’ipocrisia fascista per cui non fu l’omosessualità di per sé a essere condannata, ma gli atteggiamenti vistosi e femminei che la contraddistinguevano: insomma, al regime mussoliniano premeva che fossero preservate le sembianza di mascolinità. Ipocrisia riscontrabile nel Codice Rocco che decise di cancellare, tra le offese al pudore penalmente perseguibili, le relazioni omosessuali solamente perché punirle avrebbe potuto significare agli occhi degli stranieri che in Italia la pratica fosse talmente diffusa da richiedere l’intervento della legge. Diverse pagine del libro sono dedicate all’impresa di Gabriele D’Annunzio a Fiume, azione affine e assimilabile all’epopea fascista, dove “più che atmosfere guerriere e virili, sembrano dominare atmosfere languide, mollezze e sensualità”, con amori omosessuali tra giovani legionari conditi da fiumi di cocaina.
La parte centrale del volume è quindi dedicata a figure omosessuali emblematiche della destra internazionale. A cominciare dall’intellettuale francese Robert Brasillach, antisemita, nazionalista, collaboratore della Germania nazista all’epoca di Vichy e per questa ragione fucilato nel 1945. Ancora oggi omaggiato dagli ambienti neofascisti che si recano in pellegrinaggio sulla sua tomba parigina, Brasillach aveva simpatizzato per il regime nazista anche perché affascinato dalla virilità e dalla bellezza degli occupanti ariani. Fraquelli racconta quindi la vicenda di Michael Kuhnen, leader incontrastato del neonazismo tedesco tra la fine degli anni Settanta e il 1991, quando morì di Aids a trentasei anni. Kuhnen fu l’autore dell’opuscolo Nazionalsocialismo e Omosessualità nel quale teorizzò l’uguaglianza tra omosessuali e eterosessuali, anzi la supremazia dei primi sui secondi, specificandone il ruolo avanguardistico all’interno della società e della cultura. Un testo che inevitabilmente creò polemiche e scissioni all’interno del movimento neonazista. Si ricostruisce la vicenda del francese Michel Caignet, principale sostenitore delle teorie negazioniste, nonché editore di riviste gay che negli anni Novanta presero una deriva pedo-pornografica e i cui proventi illeciti servirono a finanziare l’attività politica dei neofascisti transalpini. Un capitolo è dedicato al giapponese Mishima Yukio, più volte candidato al Nobel per la letteratura, suicidatosi con il rituale dell’harakiri nel 1970. Mishima, autore cult per la destra di mezzo mondo per il suo ultraconservatorismo e ultranazionalismo, fu protagonista di una discussa relazione omosessuale segreta con lo scrittore Fukushima Jiro.
Nell’ultimo capitolo Fraquelli rievoca l’omicidio, nel 1969, del dodicenne Ermanno Lavorini, unica vicenda nell’Italia del dopoguerra che vide la commistione tra ambienti politici di estrema destra e mondo omosessuale. Sostenitrici di una rigida politica omofobica, né il Msi né le varie formazioni italiane della destra radicale hanno annoverato tra le proprie fila personalità ambigue come Kuhnen o Caignet. Nel nostro paese, insomma, il binomio Destra/virilità, scrive l’autore, è “assolutamente certificato e imprescindibile”. In epoca più recente, qualcosa si è mosso nell’area vicino ad Alleanza nazionale con la nascita di GayLib, l’associazione nazionale degli omosessuali liberaldemocratici e di centrodestra diretta da Enrico Oliari, militante di An. In uno scenario internazionale come quello odierno, contrassegnato da piccoli scandali da tabloid e outing da parte di esponenti politici omosessuali d’area conservatrice, va rilevata l’apertura al mondo gay proveniente da Israele. La prima unità di intelligence dell’esercito israeliano, la 8200, è per la maggior parte costituita da soldati dichiaratamente omosessuali. Tanto che a Tel Aviv la strada Glilot dove si trova la base della 8200 è stata ribattezzata Gaylilot e in occasione della festa del Purim i militari della base, indossando parrucche e tacchi a spillo, eleggono la Miss 8200.

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Gb:arcivescovo celebra funzione per preti gay

(Corriere della Sera) - LONDRA - L’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, terrà il prossimo 29 novembre una funzione a Londra per i preti gay e i loro compagni, la cui identità verrà tenuta segreta. La cerimonia si terrà nella chiesa di Saint Peter, a Piazza Eaton, nota per essere la sede del clero anglicano più liberale e benestante, stando a quanto scrive oggi il Times di Londra.
La funzione è stata intitolata «Le realtà odierne e le future possibilità per lesbiche e gay nella Chiesa». La lista delle persone che prenderanno parte alla funzione sarà visionata solo da Williams e distrutta una volta celebrata la cerimonia. L’iniziativa rischia di irritare gli esponenti più conservatori della Chiesa anglicane e di indebolire la posizione dell’Arcivescovo, scrive il quotidiano, impegnato dal 2003 a difesa dell’unità della chiesa anglicana, dopo l’ordinazione a vescovo negli Stati Uniti del prete omosessuale Gene Robinson. In settimana, Williams parteciperà a una riunione di vescovi della chiesa episcopale americana per discutere la crisi in atto. I dettagli dell’evento sono stati diffusi sul sito web della Church society, evangelical.org. Il suo segretario generale, reverendo David Phillips, ha commentato: «La segretezza e le circostanze dell’incontro suggeriscono qualcosa da nascondere. Mentre, come è ben noto, una parte del clero della Chiesa d’Inghilterra si rifiuta di prendere un impegno di celibato e ci sono vescovi che, al contrario della politica concordata, si rifiutano di chiedere tale impegno. L’Arcivescovo avrebbe potuto difendere l’incontro con questo gruppo sostenendo di volerli ascoltare. Invece, celebrando una funzione sta facendo molto di più che ascoltare». La Chiesa anglicana non impone il celibato e prevede che le donne possano essere ordinate diacono, prete e in alcune diocesi anche vescovo.

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Walter Veltroni risponde al movimento gay sul Partito Democratico

(Queerblog) - C’è davvero di che restare basiti. Qualche giorno fa il Circolo Mario Mieli ha inviato una lettera ai candidati del Partito Democratico per chiedere loro cosa abbiano intenzione di fare per la questione glbt, rimasta decisamente in sospeso. L’unica risposta finora arrivata è quella del candidato leader Walter Veltroni, attuale sindaco di Roma, attraverso il suo comitato. Ahinoi, la risposta non è delle più politiche, né tantomeno incoraggianti. Veltroni ha sempre avuto considerazione per chi viene discriminato per il suo orientamento sessuale, non solo chiedendo a tutti il rispetto, ma creando occasioni di incontro e di festa per sciogliere la diffidenza e la paura, che sono componenti primarie della violenza. In questo senso, porterà la positiva esperienza realizzata come sindaco di Roma nell’ambito del Partito Democratico, affinché nessuno si senta escluso o esposto all’intolleranza. Giustamente anche il presidente del Mario Mieli si domanda cosa c’entrino il sostegno a feste ed eventi (come il Gay Village) con le istanze del movimento glbt. Con i diritti negati alle coppie omosessuali. Con le richieste delle/dei transessuali. Con una legge contro le discriminazioni e la violenza omofoba. Ci fa piacere che lui sostenga e partecipi ad alcuni eventi, ma la lotta per la dignità e la completa cittadinanza glbt non passano solo attraverso una serata in discoteca o un concerto di piazza. A questo punto vogliamo sapere anche da voi come giudicate questa risposta che a noi appare decisamente fuori tema e volutamente sfuggente. Di impegni concreti nemmeno l’ombra. E stiamo parlando del candidato premier! Siamo ufficialmente nei guai?

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Zac Efron, l'idolo delle teenager. "La mia icona è John Travolta"

(Alessandra Vitali - La Repubblica) ROMA - Mai titolo di un film fu più appropriato all'attore. Perché in rappresentanza di un cast che annovera figure di ben altro spessore (John Travolta, Michelle Pfeiffer, Christopher Walken, Queen Latifah), per presentare Hairspray è arrivato a Roma un ragazzino di diciannove anni, grazioso e con i capelli così vistosamente ricoperti di lacca da sembrare una parrucca. Ma quello che oggi ha incontrato la stampa all'Hotel Exedra, con indosso camicia bianca, pantaloni neri, cravattino di raso nero e sandali infradito (e tanta sete: ha alternato di continuo il bicchiere d'acqua alla tazza di tè) non è un ragazzo qualunque bensì Zac Efron, star indiscussa (nei panni di Troy) del tv-cult per teenager High School Musical (Disney Channel), passione di migliaia di ragazzine alle quali si concede nel pomeriggio per un bagno di folla al cinema Barberini.

Meno acclamata e più brava, era a Roma anche Nikki Blonski, vera protagonista di Hairspray, il film diretto da Adam Shankman nelle sale dal 28 settembre. Favola allegra con musica e morale: si può essere ciccioni e molto apprezzati, come finisce per essere Tracy (la Blonski), figlia di Edna (Travolta trasformato in una specie di Moira Orfei) e Wilbur (Walken). La passione per il ballo e l'approdo a uno show tv saranno la chiave di volta per un successo inaspettato che farà capitolare anche il molto bellino Link (Efron).
Vent'anni il prossimo ottobre, nato a San Luis Obispo in California, un fenomeno costruito o quanto meno rifinito a tavolino da casa Disney, maestra nella produzione di idoli-bonsai (che talvolta sbagliano strada e, come Britney Spears o Lindsay Lohan, fanno scempio di corpo e carriera) Zac ha una faccia che sembra uscita da un'illustrazione di Norman Rockwell e la testa che si addice all'età. "Non so neanch'io com'è che sono diventato famoso. Ho partecipato ai provini per High School Musical, dopo una settimana mi hanno chiamato per dirmi che la parte era mia. Oltre a questo, non è che abbia fatto grandi sforzi".

Un po' di prevedibile imbarazzo a lavorare accanto a uno come Travolta, "per me è sempre stato un idolo", spiega Zac il quale, da bambino, non amava fare sport come i coetanei "ma cantare e ballare, e John, con i suoi musical, in particolare con Grease, ha rafforzato le mie ambizioni. Di solito non mi emoziono davanti alle star ma stavolta è successo, Travolta è un'icona che ha sempre interpretato personaggi-icona in film-icona, non posso che aspirare a diventare come lui". Se invece gli chiedi di paragonarsi a un personaggio dei cartoon, ti risponde che si sente "un po' Topolino".

Intanto, si gode il successo come idolo delle ragazzine, "anche se un po' ho paura - ammette - perché so che il confine fra essere un attore e essere una celebrità è molto fragile. Per ora, il piatto della bilancia pende dall'altra parte, ma a me interessa recitare, diventare un vero attore". E Hairspray "è proprio il tipo di film che mi piace fare, perché contiene un messaggio, una morale, qualcosa di etico da comunicare".

Per coerenza, spiega che se cerca la ragazza ideale trascura l'aspetto esteriore, "non guardo il fisico, piuttosto deve avere fiducia in se stessa, senso dell'umorismo, qualche hobby che non sia solo fare shopping". E per il primo appuntamento "non so dove la porterei, probabilmente su una spiaggia, però - e qui la bizzarra precisazione - mi farei accompagnare da un gruppo di amici". Ragazzine, rassegnatevi al falò. Con Topolino c'è poco da fare.

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Chiesa 1/Festini e minacce a Firenze. L'ndagine porta alla Curia

DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — La sentenza di condanna del tribunale della Chiesa sembrava aver chiuso la vicenda. E invece l'inchiesta penale su don Lelio Cantini, il parroco di Firenze di 82 anni riconosciuto colpevole dai suoi superiori di abusi sessuali nei confronti di alcune ragazze, adesso entra nelle stanze della curia. Esplora i rapporti tra il prete e quello che era il suo allievo prediletto, il vescovo ausiliare del capoluogo toscano Claudio Maniago. Verifica alcune denunce che lo coinvolgono in festini a luci rosse e tentativi di plagio di alcuni fedeli per costringerli a cedere le loro proprietà. L'alto prelato non risulta iscritto nel registro degli indagati, ma nei suoi confronti sono già stati disposti accertamenti e controlli. I magistrati hanno acquisito i tabulati delle sue telefonate e ora si concentrano sui conti correnti bancari proprio per stabilire la fondatezza delle accuse.


La primavera scorsa, tre anni dopo l'arrivo delle prime denunce, don Cantini e la sua perpetua Rosanna Saveri si rifugiano in un convento per sfuggire al clamore che il caso ha suscitato. Oltre una ventina di donne hanno accusato il sacerdote di averle violentate quando erano minorenni. Numerosi parrocchiani sostengono di essere stati plagiati e costretti a consegnargli denaro e beni immobili. L'obiettivo dichiarato da don Lelio era quello di creare una nuova Chiesa «non corrotta» e di trovare «ragazzi da inviare in seminario per colonizzare la struttura ecclesiale». Le presunte vittime si rivolgono alla curia e poi scrivono al Papa sollecitando le sanzioni previste dai tribunali ecclesiastici in attesa che arrivi il giudizio della magistratura ordinaria. Si tratta di fatti avvenuti molti anni fa, temono che alcuni reati vadano in prescrizione. La Chiesa intanto decide di intervenire. Il 2 aprile scorso l'arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli e il suo ausiliare Maniago vengono ricevuti in Vaticano da Benedetto XVI proprio per affrontare la vicenda e decidere gli eventuali provvedimenti. Il processo penale amministrativo autorizzato dalla Congregazione per la dottrina della fede è già stato avviato.

E si conclude qualche settimana dopo con una condanna che lo stesso Antonelli definisce «esemplare»: don Cantini è colpevole non soltanto di abusi sessuali, ma anche di «falso misticismo e controllo delle coscienze». Un plagio dunque. Il parroco non potrà più svolgere alcuna attività, viene di fatto interdetto. Il provvedimento del cardinale si chiude con la difesa della «serietà, della dedizione e della fedeltà del vescovo Maniago». In procura alcuni testimoni raccontano però una diversa verità. Due dipendenti della curia e due sacerdoti accusano Maniago di aver sempre saputo quale fosse la vera attività di don Cantini, che era il suo padre spirituale, e di averlo «coperto». Lo accusano soprattutto di aver partecipato alla gestione del patrimonio immobiliare sottratto ai parrocchiani. Poi vanno oltre e sostengono che anche lui avrebbe partecipato a festini a luci rosse. Parlano di diversi episodi, l'ultimo sarebbe avvenuto nel 2003. «Più volte — affermano — ci ha minacciato per costringerci al silenzio, ma adesso non possiamo più tacere».

I magistrati li ritengono attendibili e dispongono verifiche mirate. Acquisiscono i tabulati di un cellulare intestato alla curia di Firenze che risulta in uso al vescovo Maniago. Verificano le chiamate effettuate e ricevute tra gennaio e giugno scorsi. Accertano numerose telefonate tra lui e la perpetua, scoprono che almeno due volte l'alto prelato ha contattato il convento dove don Cantini si era rifugiato. Adesso vogliono scoprire il motivo di quelle conversazioni. Capire se sia giustificato dallo svolgimento del processo o se invece nasconda la volontà di accordarsi con i due. Il 21 aprile si presenta in procura Paolo C., 40 anni. Dice di aver deciso di parlare dopo aver letto i giornali, aver saputo quanto stava accadendo. E torna indietro di dieci anni. «Era agosto 1996 — racconta — e io, che sono omosessuale, avevo messo un annuncio su un giornale, nella rubrica "incontri sadomaso". Attraverso il fermo-posta fui contattato da una persona che mi diede appuntamento alla Certosa. Quando arrivò mi accorsi che era un sacerdote. Mi portò in una parrocchia vicino Cecina dove c'era anche un dormitorio estivo. Mi disse di chiamarsi don Andrea. Lì trovammo un altro prete e due ragazzi, certamente meridionali. Ebbi con lui un rapporto sessuale, poi rimasi la notte. Il giorno dopo mi dissero che sarebbe arrivato quello che loro chiamavano "il padrone". La sera ci fu l'incontro di gruppo, quel sacerdote l'ho riconosciuto in fotografia. Era Claudio Maniago ».

L'uomo entra nei dettagli, si sofferma sui particolari. «A un certo punto dissi basta, non potevo continuare». Paolo C. ricorda la sua fuga, la crisi. Dice di averne parlato con don Andrea «che in seguito mi aveva contattato varie volte». E aggiunge: «Mi offrirono dei soldi, poi mi fecero un bonifico. Avevo paura che si potesse pensare a una sorta di estorsione per comprare il mio silenzio, ma loro mi dissero che volevano farmi soltanto un'offerta». Sono poco più di tre milioni di lire. Il testimone fornisce i dati per risalire all'operazione, i pubblici ministeri delegano la polizia a effettuare le verifiche. Il passaggio di denaro viene rintracciato sulla Banca delle Marche. Ora proseguono gli accertamenti patrimoniali per scoprire se ci siano stati altri episodi analoghi. Soltanto quando il quadro sarà completato si deciderà se formalizzare le accuse. Prima dell'iscrizione nel registro degli indagati i magistrati vogliono incrociare i dati a disposizione ed effettuare altri riscontri. Fiorenza Sarzanini - Corriere della Sera.

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Chiesa 2/Cei - Bagnasco: «Italia, un Paese in crisi morale»

(Corriere della Sera) CITTA DEL VATICANO - Il Paese sta attraversando una grave crisi morale in cui sono diffusi comportamenti criminali che non trovano soluzione ed è «illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento», c'è invece bisogno di «una ricentratura profonda dei singoli soggetti e degli organismi sociali, sul senso e sulla ragione dello stare insieme come comunitá di destini e di intenti», in questo quadro è importante anche il ruolo della religione.

È questo l'allarme lanciato oggi pomeriggio da mons. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione con la quale ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente. Bagnasco ha sottolineato come vi siano «comportamenti criminali che non riescono a trovare una soluzione», fra questi ha indicato «il dramma recente e crescente degli incendi boschivi, provocati dall'uomo che in quest'ultima estate hanno messo in ginocchio intere zone del Paese». E proprio alla luce di fatti come questi, ha spiegato l'arcivescovo di Genova, «sembra che diventi sempre più friabile il vincolo sociale e si prosciughi quel tipo di solidarietà su cui una comunità strutturata deve fare affidamento se vuol essere un Paese non spaesato». Tuttavia, ha detto Bangasco, nonostante i fenomeni più deleteri enfatizzati dall'opinione pubblica, «la componente sana della società è ampiamente maggioritaria nel silenzio dignitoso e in spirito di sacrificio con ancoraggio nella fede cristiana».

CASA E LAVORO LE URGENZE - Di fronte al «problema particolarmente acuto» della casa, «la collettività ai vari livelli deve darsi uno slancio, e approntare quelle soluzioni di edilizia popolare che per vaste zone e in una serie di città appaiono veramente urgenti». È il forte appello di Bagnasco che «anche agli istituti bancari e di credito» fa presente questa emergenza perchè, «tenendo conto delle condizioni internazionali e secondo le loro possibilità e competenze, vogliano maggiormente contribuire con senso di equità ad una concreata soluzione del problema». Nella sua prolusione, l'arcivescovo di Genova ha voluto soffermarsi in particolare sul «dramma di coloro, pensionati o famiglie con un solo reddito, che sono raggiunti da provvedimenti di sfratto e non trovano altre opportunità». Ma, ha aggiunto, «pensiamo anche ai giovani fidanzati che vorrebbero sposarsi e nei loro progetti sono annichiliti per il problema dell'abitazione che non si trova oppure è inavvicinabile per le loro risorse. Ci sono inoltre situazioni di promiscuità, dove famiglie diverse sono costrette a vivere in uno stesso appartamento, magari fatiscente, e per ciò stesso non in grado di garantire un vicendevole rispetto».

ACCUSE DISCUTIBILISSIME - I Vescovi italiani sono vicini al Papa messo sotto accusa da «cattedre discutibilissime». Lo ha voluto ribadire Mons Bagnasco a nome di tutti presuli, «pronta e incondizionata collaborazione sempre, e in modo particolare quando emergono nell'opinione pubblica voci critiche e discordanti». «Nel corso degli ultimi mesi - ha ricordato l'arcivescovo di Genova - sono venuti dalla Sede Apostolica interventi importanti sotto il profilo ecclesiologico e pastorale, e che bene esprimono la sollecitudine di Benedetto XVI. È un'azione che trova nei Vescovi italiani una ricezione speciale». Quanto alle critiche, Bagnasco ha sottolineato che «a ben guardare, sono episodi che in nessuna stagione hanno risparmiato i romani Pontefici». «È singolare peraltro - ha scandito - quella ricorrente pretesa, mossa da 'cattedre' discutibilissime, di misurare la fedeltà altrui, Papa compreso, facendola coincidere ovviamente con i propri stilemi e le proprie evoluzioni». «La premura del Papa per l'Italia - ha infine annunciato mons. Bagnasco - apparirà ancora una volta domenica prossima, nella visita che ha in programma alla diocesi suburbicaria di Velletri, e fra un mese nel viaggio apostolico che lo porterà a Napoli, dove andrà a rinforzare il desiderio di rinascita che quella gente esprime in una tribolata realtà sociale ed economica»


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Presentata "L'Isola dei Famosi 5"

Un po’ Survivor, un pò Isola dei Famosi. Una strizzata d’occhio al Grande Fratello, ma guai a dire che i due programmi sono simili perchè non è così. Da mercoledì 19 settembre alle 21 torna L’Isola dei Famosi 5, condotta da Simona Ventura dagli studi di Milano con la collaborazione dell’inviato Francesco Facchinetti in diretta dall’Honduras.
In questa edizione non ci saranno più ultime spiagge, palafitte, o naufraghi divisi a squadre: la grande novità è la presenza di sei persone comuni che si confronteranno con i vip, a cui nell’ultima settimana si è aggiunto l’ex calciatore Francesco Coco.
Il cast prevede dieci famosi e sei non famosi: i vip saranno Paul Belmondo, Nicola Canonico, Debora Caprioglio, Alessandro Cecchi Paone, Lisa Fusco, Cristiano Malgioglio, Debora Salvalaggio, Miriana Trevisan, Manuela Villa e Francesco Coco. I sei non vip invece rispondono al nome di Claudio Cucurullo, Karen Picozzi, Tiziana Decorato, Vittorio De Franceschi, Sandro Silvestrini e Viviana Bazzani. Di questi 6 ci occuperemo in un post ad hoc.
In mattinata, nella cornice della Terrazza Martini di Milano, è stata presentata l’Isola dei Famosi 5 alla stampa con la presenza di Simona Ventura, del presidente di Magnolia (gruppo De Agostini) Giorgio Gori e del direttore di Raidue, Antonio Marano.
Il primo a parlare è proprio il direttore di Raidue, sereno nonostante le dichiarazioni di fuoco di ieri del Presidente della RAI Claudio Petruccioli che in sostanza ne ha chiesto la rimozione.
Simona Ventura, a margine di una domanda in cui si faceva riferimento alle dichiarazioni di Coco che sognava Hollywood partecipando all’Isola e quindi poteva diventare una sorta di Bettarini ci tiene a precisare:
“Stefano Bettarini non è mai stato preso in considerazione per il programma. Se fossi stata attenta allo share l’avrei invitato perchè sicuramente avremmo fatto il picco d’ascolto, ma non mi è sembrato corretto nei confronti dei miei figli.”
C’è infine modo anche per Marano di ironizzare sulle dichiarazioni di Petruccioli che ieri ha dichiarato che dopo 7 anni sia il caso di cambiare i direttori di rete:
“Sono pienamente d’accordo con il mio Presidente. Sono a Raidue da 1 anno e mezzo quindi ho ancora tempo prima di andarmene.”
Un’edizione ricca di novità, diretta come le altre da Egidio Romio, firmato da Simona Ventura, Angelo Ferrari, Celeste Laudisio e Tiziana Martinengo.
Le premesse per un successo, nonostante la crisi dei reality ci sono, anche se quest’anno l’Isola avrà concorrenti interni rappresentati dalle fiction temibili di Raiuno e dalla serata Doc di Italia 1, rappresentata soprattutto da Dr. House e Grey’s Anatomy. Riuscirà a vincere?

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Scandalo Craig: Il bagno dell'aereoporto diventa un'attrazione turistica

New York (Apcom) - Le toilette dell'aeroporto di Minneapolis sono diventate un'attrazione turistica. Sono il teatro della clamorosa caduta del senatore dell'Idaho Larry Craig, fustigatore dei costumi omosessuali, dimessosi dal Congresso dopo l'accusa di avere abbordato un agente di polizia in incognito. Una portavoce della società che gestisce lo scalo fa sapere che sempre più spesso i viaggiatori chiedono di vedere il luogo nel quale il senatore è stato arrestato. "E' diventata un'attrazione turistica", dice ad al Chicago Sun Times Karen Evans - si scattano un sacco di fotografie". Craig ha resistito per meno di una settimana all'accusa di avere abbordato un agente in borghese. Al Congresso da 27 anni, alla camera alta da tre mandati ha prima patteggiato una condanna a un anno di libertà vigilata per atti osceni in luogo pubblico, poi inutilmente provato a rimangiarsi la confessione, accusando la polizia di averlo incastrato. "Non sono gay - ha detto in una conferenza stampa diventata un tormentone mediatico - non lo sono mai stato".



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Gianna Nannini: ultimi giorni del tour

Ultimi giorni per il tour di Gianna Nannini “Pia De Tolomei” che precederà il debutto dell’attesa opera teatrale composta dalla cantautrice senese. I prossimi appuntamenti: Napoli, il 19 settembre all’Arena Flegrea, Perugia il 20 al Palasport, Genova il 22 al Vaillant Palace, Agrigento il 23 al Teatro Valle dei Templi, Torino il 25 al MazdaPalace, Verona il 27 all’Arena, Roma il 29 e 30 al Gran Teatro e infine il 2 ottobre (ma doveva essere il 15 settembre) a Bari all’Arena delle Vittorie. Un’occasione per ascoltari i brani dell’ultimo album “Pia come la canto io”, pregustare quello che sarà il musical in scena nel 2008 e, naturalmente, godere dei suoi grandi successi che l’hanno resa la Gianna che molti di vi amano.



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Gentilini torna ad insultare i gay

VENEZIA – Alla Festa nazionale dei popoli padani a Venezia il vice-sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini è tornato a scagliarsi contro i gay incitando ancora una volta alla violenza. Pesanti le offese contro il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio che sta valutando un’azione legale. A Gorgo al Monticano hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e di dietro – breve pausa E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella o a sua madre. "E già che parliamo di culi ha continuato Gentilini - sia chiaro che anche i gay io non li voglio vedere per le strade". Dopo la "pulizia etnica per i culattoni" lo sceriffo di Treviso aveva di nuovo attaccato gli omosessuali in occasione del sit-in organizzato da Arcigay al quale aveva preso parte il portavoce del presidente della regione Veneto Giancarlo Galan. "Non ho perdonato a Galan – disse Gentilini – che il proprio rappresentante sia venuto a sponsorizzare i gay che si baciavano sotto le porte del mio municipio. Ma adesso evidentemente essere culattoni e' un vanto, dati anche i deputati che abbiamo".

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Chiesa olandese: Vescovo di Breda, no a sacerdoti donne e gay

(La Repubblica) - La proposta di far presiedere le liturgie eucaristiche "a laici senza che ci sia differenza fra uomo o donna, omo o eterosessuale, sposato o celibe", e' "in contrasto con la dottrina della Chiesa Cattolica". Lo afferma il vescovo emerito di Breda, mons. Huub Ernst, che condanna in una dichiarazione la brochure "Kerk en Ambt" (Chiesa e ministero) diffusa a fine agosto dai domenicani olandesi. Mons. Ernst definisce "ambiguo", "erroneo" e "non significativo" il contenuto del libretto. "I domenicani ? critica il vescovo olandese - presentano una parte della discussione. Quando si escludono i vescovi dal dialogo, si prende gia' posizione". Il testo in questione, spiega il Servizio Informazione Religiosa, "rifletterebbe tesi vicine a padre Edward Schillebeeckx che negli anni '80 fini' sotto l'esame della Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dall'allora card. Ratzinger".

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