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sabato 9 agosto 2008

Milano. Chiuso bordello trans, tra i clienti nomi noti.

Le indagini condotte dai militari della stazione di Greco, hanno portato all'arresto di un egiziano di 23 anni, Amhed Osman, clandestino, accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
(Agi) C'erano anche funzionari pubblici fra i clienti del bordello trans chiuso dai carabinieri di Milano dopo le proteste dei condomini. Le indagini condotte dai militari della stazione di Greco, hanno portato all'arresto di un egiziano di 23 anni, Amhed Osman, clandestino, accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il maghrebino avrebbe ottenuto l'appartamento in subaffitto da un nordafricano regolare e l'avrebbe poi concesso a tre transessuali argentini che adescavano i clienti in viale Fulvio Testi, prima di portarli in casa per consumare i rapporti. Fra i clienti c'erano imprenditori, dipendenti e funzionari pubblici: ai piedi dello stabile era immancabile il viavai di auto di grossa cilindrata. Per ogni rapporto sessuale i tre chiedevano compensi da 40 a 50 euro e ogni mese riuscivano a guadagnare intorno ai 15mila euro. In una stanza dell'appartamento gli argentini avevano posizionato un separe' per consumare piu' rapporti sessuali contemporaneamente. I carabinieri hanno sequestrato l'appartamento, oltre a decide di filmati porno.

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Diciannove vescovi inglesi difendono Rowan Williams per le sue dichiarazioni pro gay.

Polemiche per dichiarazioni su gay del capo della Chiesta inglese.
(Apcom) Diciannove vescovi inglesi sono scesi in campo in difesa di Rowan Williams, il quale con le sue dichiarazioni sui legami gay che - nelle parole dell'Arcivescovo "potrebbero riflettere l'amore di Dio proprio come un matrimonio" - aveva destato scalpore all'interno della Chiesta anglicana.

Nonostante in molti non condividano le parole del Capo della Chiesa inglese riportate dal "Times", i prelati - in una lettera allo stesso quotidiano britannico - difendono il diritto di Williams di distinguere tra il suo ruolo confessionale e quello da teologo.

Capitanati dal Vescovo di Durham, Tom Wright, il quarto rappresentante del Clero per grado di importanza della Chiesa inglese, i vescovi hanno criticato la interpretazioni erronee delle parole di Williams, a pochi giorni dalla conclusione della Conferenza di Lambeth, terminata senza risoluzioni o voti che avrebbero minacciato l'unità della Chiesa, alle prese con frizioni interne in particolare proprio sulla consacrazione delle donne vescovo e sui sacerdoti omosessuali. Una conferenza considerata dunque un successo, nonostante vi abbiano partecipato solo 617 dei 880 vescovi registrati.

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Pieve Ligure. Tutti uomini e quasi sempre omosessuali alla scogliera di San Gaetano. Scoppia la polemica.

(Edoardo Meoli - Il Secolo XIX) Rischiano la vita e altrettanto spesso una multa per poter prendere il sole nudi. Sono i naturisti di Pieve Ligure: amanti della tintarella integrale, tornati alle scogliere di San Gaetano; luogo bellissimo e inaccessibile tra Pieve e Sori. La loro presenza ha immediatamente attirato l'attenzione delle forze dell'ordine, perché per accedere alla scogliera si devono infrangere una serie di norme: l'ordinanza della Capitaneria di porto, che proibisce per ragioni di sicurezza di calarsi sugli scogli, quella del Comune di Pieve, che impone di non scavalcare il guard rail dell'Aurelia, e il codice della strada.

Il risultato è che, nei giorni scorsi, alcuni dei nudisti sono stati identificati e sanzionati. Ma, accanto a codici e provvedimenti infranti, la presenza dei nudisti suscita da sempre polemiche. Sia perché non tutti accettano con entusiasmo la presenza di persone in costume adamitico, sia perché i frequentatori della scogliera proibita sono tutti uomini e quasi sempre dichiaratamente omosessuali. Circostanza che, anche nel 2008, non viene vissuta sempre con la dovuta apertura mentale. La scogliera è segnalata come luogo ideale per stare tranquilli e lontani da sguardi indiscreti da alcuni siti gay. Ed ecco che, dopo le prime avvisaglie, non sono mancate le segnalazioni: «Fino a oggi la situazione è sotto controllo, ma è vero che quelle presenze di uomini nudi, non sono sempre apprezzate», confermano i vigili comunali. Di certo i nudisti, a prescindere dalle loro attitudini sessuali, rischiano la vita per un angolo di scogliera. Nonostante i trenta metri di precipizio, la quasi totale assenza di sentieri, e soprattutto i divieti ben segnalati all'altezza dell'ex statale, c'è sempre qualcuno che, con sprezzo del pericolo e una buona dose di imprudenza, raggiunge il litorale proibito. Il fenomeno si era già verificato un paio d'anni fa. Nelle ultime settimane, sono arrivate nuove segnalazioni di persone che scavalcano la rete posta sulla via Aurelia e come alpinisti vanno giù, lungo le pareti scoscese. Quando sono stati identificati, hanno raccontato di aver raggiunto la zona a nuoto (cosa possibile dalla spiaggia di Sori) e, se non vengono colti in flagrante mentre superano i cartelli sistemati sulla strada, non possono essere denunciati.

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Le cronache di Narnia: Il principe Caspian.

Il principe Caspian

(Panorama) L’attesa è finita. Il 14 agosto arriva nella sale italiane la seconda pellicola della saga nata dalla penna dello scrittore Clive Staples Lewis, Le cronache di Narnia: Il principe Caspian, sequel di Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio (2005), film vincitore di un Oscar che ha guadagnato oltre 745 milioni ai botteghini mondiali.

Alla regia c’è ancora Andrew Adamson, autore anche di Shrek e di Shrek 2. E tornano anche i quattro giovani attori britannici interpreti dei fratelli Pevensie: la dodicenne Georgie Henley nei panni di Lucy, la più giovane e la prima ad incontrare l’imponente leone Aslan nel loro nuovo viaggio attraverso Narnia; il sedicenne Skandar Keynes che interpreta Edmund, il ragazzo più giovane e che nella prima avventura aveva tradito i suoi fratelli per egoismo; la diciannovenne Anna Popplewell, che è Susan, la sorella maggiore cauta e pragmatica; e il ventunenne William Moseley, ossia Peter, il più grande dei quattro fratelli e ora Altezza reale di Narnia.
I quattro ragazzi sono stati richiamati a Narnia da Caspian (Ben Barnes), il giovane erede al trono dei Telmarini, una razza di umani, a cui è stato usurpato il potere dallo spietato Lord Miraz, interpretato dal nostro Sergio Castellitto. Con lui anche l’altro italiano, Pierfrancesco Favino.
Il regno di Narnia, però, non è più lo stesso. L’età dell’oro è ormai leggenda. Gli animali parlanti e le mitiche creature ormai esistono soltanto come racconti popolari.
Ad aiutare i giovani nell’impresa di restaurare la magia e la gloria del territorio ci saranno un coraggioso nano, Trumpkin, un intrepido topo parlante di nome Ricipí, e l’inaffidabile nano nero Nikabrik.
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Il trailer da YouTube:

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A differenza del primo episodio, che iniziava in tono minore e saliva di livello fino ad arrivare all’epica scena di battaglia, Il Principe Caspian incomincia in maniera sontuosa e diventa sempre più imponente. “Ormai, conosciamo questo mondo epico”, racconta Adamson. “Quindi, all’inizio del film c’è un avvio notevole e poi diventa ancora più epico. Abbiamo molte più location in esterni. Ci sono dei castelli e dei regni creati da una nuova razza umana, i Telmarini. Quindi, c’era tutto un mondo nuovo da ideare. Inoltre, questa pellicola è probabilmente un po’ più dark dell’ultima, in parte perché i ragazzi sono cresciuti, rendendo la storia più adulta in maniera naturale”.

Qualche curiosità sul film? Le location principali sono in Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Slovenia e Polonia. Ma il regista per trovare le più adatte ha prima girato tutti i cinque continenti.
Il visualist Richard Taylor della neozelandese Weta Workshop ha progettato oltre 600 armature ed armi per i nuovi abitanti di Narnia, i Telmarini, comprese 200 lance, 200 spade, 100 daghe, 250 scudi e 55 balestre.
Numero totale dei capi d’abbigliamento realizzati per il cast principale del film: 1042. La costumista Iris Mussenden dice di aver tratto ispirazione dall’opera del pittore El Greco per i costumi dei Telmarini.
E infine, l’attore Skandar Keynes, che interpreta Edmund Pevensie, è cresciuto 16,25 cm tra la realizzazione de Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l’armadio e Le cronache di Narnia - Principe Caspian.

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Prostituzione: Carfagna: multe a lucciole e ai clienti. Contraria alla reversibilità della pensione per le coppie gay.

(Apcom) Per combattere la prostituzione occorre multare sia le lucciole sia i clienti. "La mia idea è che vada multato non solo chi la pratica, man anche chi se ne avvale". Lo ha dichiarato il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, in un'intervista al Foglio.

Per quanto riguarda le polemiche con il mondo gay, la Carfagna ha dichiarato di essere "assolutamente d'accordo nel riconoscere diritti finora non riconosciuti, dal diritto di visitare il proprio compagno in ospedale a quello di eredità a quello di subentrare al contratto di locazione. Invece non sono d'accordo alla reversibilità della pensione, ma non per pregiudizio, ma per scelta pratica: il collasso del sistema pensionistico è già possibile così e non può essere gravato da altri oneri".

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Padova. A causa del gayvillage tensioni con i locali padovani. Concorrenza sleale?

Padova, il festival svuota la notte in città. Attira anche famiglie L'accusa: «Nessun controllo». Il Comune: «Tutto regolare». Folla variegata, come a una sagra di paese: mille persone a sera, tremila nel fine settimana al Padova Pride Village. Arrivano da Venezia, Treviso, Vicenza, ma anche Bologna e Ferrara.

(Francesca Visentin - Il Corriere venet0) C'è l'avvocato che si allenta la cravatta al lounge spritz bar e sorseggia un prosecco prima di cena, c'è il gruppo di amiche che si scatena nella discoteca all'aperto. E la famigliola che mangia la pizza al «risto-village»: menù gratis per i bambini. Poi s'incrociano anche gli ultras del Calcio Padova, dirigenti, manager e imprenditori. Folla variegata, come a una sagra di paese. Il Veneto ha scoperto l'orgoglio omosessuale: mille persone a sera, tremila nel fine settimana al Padova Pride Village.

Ex discarica bonificata
Arrivano da Venezia, Treviso, Vicenza, ma anche Bologna e Ferrara. Così l'ex discarica a cielo aperto di Corso Australia a Padova, bonificata e trasformata dall'Arcigay nell'unico Pride Village veneto, il secondo in Italia dopo quello di Roma, è diventato il polo regionale dell'intrattenimento. Ad affollare il Village non c'è solo il popolo gay. Anzi. Chi ci va per spiare ammucchiate lesbo o effusioni spinte, resta deluso.

Le mamme
Un po' di drag queen variopinte, qualche ragazzone in costume che mostra i muscoli, coppie mano nella mano, colore e romanticismo.
Circolano più mamme con passeggino che ragazzi che amano ragazzi. «Il Village è la festa di tutti», dice lo slogan del Pride.
Il Veneto ha risposto. Come aveva risposto la città del Santo al Gay Pride del 2002: centinaia di omosessuali in corteo per le strade e i padovani affacciati alle finestre applaudivano.
«E' una bella festa, seria, pulita, dove non c'è droga né alcol dice Mario Beltramelli, ex consigliere di An, militante di destra, seduto al ristorante del Village con moglie e figli - . Ci torno anche domani, c'è il pesce fritto: lo spettacolo è bellissimo e si mangia bene. Se poi incontro uno con il boa rosa, quelli sono affari suoi».

Vuoti gli altri locali
Tanto successo alimenta la rabbia di chi invece ha visto crollare i guadagni: baristi e esercenti di Padova si trovano con i locali vuoti. E il Comune di Padova ha bocciato il tradizionale polo estivo dell'aperitivo, che trasferiva i bar del centro sul «Naviglio» lungo il Piovego: alcol a fiumi e affari d'oro per chi gestiva i chioschi all'aperto. Si rodono e sparano a zero contro il Village: «Solo uno spot elettorale». Puntano il dito contro Alessandro Zan, consigliere comunale a Padova di Sinistra Laica, oltre che coordinatore regionale Arcigay, l'ideale candidato sindaco di Sinistra Arcobaleno, Comunisti e Sinistra Critica. Zan ci ride su: «Non ho certo bisogno di fare un Village per raccogliere voti - replica - . La mia attività politica di questi anni parla chiaro: Padova è diventata la città della tolleranza, apripista in Italia per i diritti civili. Citata come esempio a livello europeo». Ma i baristi accusano: «Iniziativa commerciale, giro di soldi senza controlli ».

Le autorizzazioni
«E' tutto in regola, certificato e dichiarato», ribattono dall'Arcigay. E sfoderano un pacco di autorizzazioni. Il Comune di Padova conferma: «La commissione vigilanza ha fatto verifiche scrupolose, tutto è a posto». Claudio Malfitano, presidente Arcigay Padova, precisa: «La concessione dell'area ci è stata data dall'amministrazione dopo avere verificato i pareri di tutti i settori. I controlli ci sono stati. I costi di gestione quotidiani sono enormi perché vogliamo dare il massimo a chi arriva al Village. Ma l'ingresso si paga solo nel fine settimana».
Zan ribatte agli esercenti: «Solo accuse false, nascono dall'invidia. Di locali estivi a Padova ce ne sono, perché la gente non li frequenta?
Forse perché ai baristi interessa solo vendere alcolici e fare soldi sulla pelle dei giovani, senza offrire alcuna proposta culturale ».

I volontari
Hanno lavorato in sessanta all'ex Foro Boario, volontari dell'Arcigay, per strappare le erbacce, pulire e attrezzare un'area abbandonata di Padova. «E' stata l'occasione per fare riscoprire una parte della città degradata - sottolinea Alessandro Zan - . Dove c'era una discarica abbiamo creato intrattenimento. Questa cattedrale nel deserto è l'unica struttura di arte moderna a Padova, segnalata perfino al Moma di New York. Era finita nel totale oblio, adesso possono vederla tutti i veneti».
Il successo della manifestazione? «Non c'è confusione. E le famiglie si sentono sicure».
Mettere in piedi il Village è costato 150 mila euro, che gli organizzatori stanno cercando di coprire con gli incassi serali. Cinquantamila euro per gli spettacoli in cartellone, circa 5000 euro solo per lo show internazionale di ieri sera delle Sorelle Marinetti. «Le entrate sono dichiarate alla Siae - garantisce Zan - ogni sera c'è un dipendente Siae che controlla».
Perché le famiglie scelgono il Pride Village? «Ci sentiamo sicuri - risponde Sonia, mamma di Padova, due bambini biondi con i palloncini al seguito - l'area è sorvegliata, non gira brutta gente».
«C'è un'agenzia di security che vigila sul Village contro lo spaccio, il consumo di stupefacenti e l'eccesso di alcol - sottolinea Zan -. Chi viene sorpreso con la droga (ci sono cartelli di divieto dappertutto), è allontanato e segnalato alle autorità».
A sdoganare il Village come ritrovo «in» dell'estate veneta anche i «partners commerciali»: il gruppo Silva, gli hotels Nh, Pepsi, Red Bull, PadovaFiere, Forst, Mazzucato group, imprese di primo piano.
I baristi padovani perdono incassi e insistono: «Quando volevamo dislocare lo spritz, il Comune ci aveva detto che l'ex Foro Boario era inagibile, poi l'ha dato a Arcigay, due pesi e due misure», incalza Federico Contin, leader dei baristi infuriati. Tira dritto il Village, diecimila presenze in sette giorni.

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Retroscena/ In Rifondazione è "divorzio di fatto". E Vendola già "flirta" con D'Alema.

La battaglia di Chianciano Terme che ha visto prevalere di stretta misura Paolo Ferrero su Nichi Vendola ha lasciato aperte tutte le ferite all'interno di Rifondazione Comunista. Il Governatore della Puglia e i suoi fedelissimi per il momento restano in stand by, continuano a condurre la loro battaglia all'interno del Prc tentando di far emergere all'esterno la contrapposizione con l'ex ministro della Solidarietà Sociale. L'ipotesi di una clamorosa scissione, dunque, non è una questione delle prossime settimane.

L'appuntamento chiave saranno le elezioni europee del prossimo anno, previste a fine promavera. Rifondazione si presenterà da sola, non più con gli altri partiti della sinistra radicali nell'Arcobaleno, e la soglia minima per evitare il terremoto è il 4%. Un obiettivo molto ambizioso, stando almeno agli ultimi sondaggi. Un risultato inferiore scatenerebbe nuove liti all'interno del Prc, con la corrente di Vendola pronta a chiedere la testa di Ferrero - responsabile a quel punto di non aver risollevato il partito dopo il crollo del 13-14 aprile - e a sovvertire gli equilibri di potere interni.

La prima strada quindi sarà la battaglia interna per portare il presidente della Puglia alla segreteria, ma se il blitz dovesse fallire, nonostante un probabile ennesimo flop elettorale, l'unica soluzione sarebbe quella del divorzio. Una separazione dolorosa, una scissione che lascerebbe a Ferrero metà Rifondazione - alla ricerca di un accordo con i Comunisti Italiani - e che porterebbe l'altra parte, quella di Vendola, a creare una federazione con Sinistra Democratica e con i Verdi (i rapporti tra la Francescato e il Governatore pugliese sono molto buoni). Il punto finale sarebbe quello di un'intesa elettorale con il Partito Democratico, partendo dal dialogo con Massimo D'Alema.

Anzi - sottolineano con forza gli uomini di Vendola - la speranza è che a quel punto, tra circa dodici mesi, l'ex ministro degli Esteri abbia sostituito Walter Veltroni alla guida dei Democratici. Le strade dei due big del Prc sono quindi destinate a dividersi. Qualche mese di forzata convivenza, poi tutto esploderà dopo le Europee. Ed ecco perché Ferrero ha chiesto al presidente del Consiglio di non inserire alcun sbarramento nella riforma elettorale, proprio per evitare che una seconda clamorosa esclusione dal Parlamento (questa volta quello di Strasburgo-Bruxelles) renda ancora più difficile la competizione con Vendola.

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Olimpiadi. L'outing degli omosessuali. Ai Giochi sono 7 i dichiarati.

La calciatrice svedese Victoria Svensson.

L'ultimo a rivelarsi è stato il tuffatore australiano Mitcham, ma c'è anche la calciatrice Svensson che Gaucci stava per portare al Perugia.
(Riccardo Crivelli . La gazzetta dello sport) L'orgoglio di un'appartenenza che abbatte i muri e frantuma i pregiudizi. L'ultimo è stato Matthew Mitcham, ventenne tuffatore australiano: ha fatto outing, come si dice ormai con un termine di moda. Cioè ha dichiarato la sua omosessualità, rivelando senza complessi la sua storia d'amore con un ragazzo di nome Lachlan e raccontando con il sorriso quel giorno di sei anni fa quando pudicamente si confessò alla madre e lei con la faccia allegra gli rispose che se ne era già accorta.

CORAGGIOSI - Con Matthew, sono sette gli atleti in gara all'Olimpiade che non hanno avuto timori ad esprimere compiutamente e con coraggio la loro sessualità. C'è la ciclista tedesca Judith Arndt, candidata al podio nella corsa in linea, che sta insieme a Petra Rossner, ex pedalatrice di Germania e oggi tecnico della nazionale. C'è la schermitrice, sempre tedesca, Imke Duplitzer, ex iridata e argento ad Atene nella spada, ci sono le pallamaniste norvegesi conviventi Gro Hammerseng e Katia Nuberg. E ancora la calciatrice svedese Victoria Svensson, che Gaucci stava per portare al Perugia, madre di una bambina partorita dalla compagna. Infine l'altra calciatrice Natasha Kai, americana, che ha scelto una rete tv per parlare della separazione con la fidanzata.
MURO DI GOMMA - Sette, ma chissà quanti altri tra i 10.708 atleti di Pechino amano persone dello stesso sesso eppure non vogliono o non possono scrostare il muro di gomma dell'ignoranza e del razzismo. Mark Foster, il nuotatore che ieri ha sfilato come portabandiera della Gran Bretagna, non ha negato che la forte amicizia con l'ex ostacolista Colin Jackson gli abbia rilanciato la carriera, ma non ha mai confermato le voci sulla sua omosessualità. Altri non sono nemmeno arrivati a tanto, schiavi di un mondo, quello dello sport, che continua a prevaricare gay e lesbiche in nome di un finto machismo che cozza contro le aperture di molti paesi e di molte culture. Tanto che un giornale inglese, qualche mese fa, invitava provocatoriamente gli atleti a non confessare mai le loro tendenze per vivere tranquilli. Ma per fortuna esistono i Mitcham contro gli obbrobri del politically correct.

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