banda http://blografando.splinder.com

mercoledì 18 giugno 2008

I gay russi si appellano alla corte europea per i divieti al gaypride.

(Ansa) Gli organizzatori del Gay pride di Mosca hanno inviato una protesta alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo chiedendo di costringere le autorita' russe a pagare una multa di 30.000 euro per aver negato loro il diritto di manifestare nel giugno 2007. 'La richiesta - ha detto all'agenzia Interfax Nikolai Alekseiev, uno dei principali organizzatori - e' solo la prima per una serie di picchetti di minoranze sessuali banditi a Mosca, oltre alla parata del Gay pride. Altre simili proteste stanno vivendo preparate per essere inviate alla Corte di Strasburgo'.

Le comunita' gay hanno anche chiesto che al sindaco di Mosca Iuri Luzhkov (nella foto), uno dei principali oppositori delle manifestazioni di omosessuali, venga vietato l'ingresso nei paesi dell'Unione europea. 'Le autorita' di Mosca hanno in pratica bandito ogni evento pubblico che coinvolgesse gay e lesbiche nella capitale, il che contraddice sia le leggi russe che la Convenzione europea sui diritti umani', ha detto Alekseiev. Alla Corte di Strasburgo giacciono gia' due querele contro le autorita' di Mosca per la decisione di vietare le parate del Gay pride nel maggio 2006 e nel maggio 2007, ha aggiunto l'esponente della comunita' omosessuale moscovita.

Sphere: Related Content

Uno studio made in Italy svela il perche' genetico dell'omosessualita' maschile.

Il tratto genetico si eredita per linea materna e aumenterebbe la fecondità femminile.
(Ansa) L'omosessualita' maschile ha una predisposizione genetica ereditata dalla madre. Lo sostiene lo studio di un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Padova, pubblicato sulla rivista 'PloS_ONE', secondo il quale i geni dell'omosessualita' maschile sono stati individuati sulla base di un modello matematico.

Il gruppo e' composto dai professori Andrea Camperio Ciani, del Dipartimento di Psicologia generale dell'Universita' di Padova, Giovanni Zanzotto, del Dipartimento di Metodi e Modelli matematici dell'ateneo padovano, e Paolo Cermelli, del Dipartimento di Matematica dell'Universita' di Torino, secondo i quali si tratta di 'selezione darwiniana'. Il modello matematico elaborato all'Universita' di Padova riguarda solo l'omosessualita' maschile e non quella femminile.

Una scoperta che, afferma il prof.Camperio Ciani, docente di Etologia e Psicologia evoluzionistica, rovescia gli stereotipi comuni per i quali i gay sono 'contro-natura': 'Il nostro studio - rileva - sembra invece spiegare che fanno parte di un disegno evoluzionistico assolutamente naturale, che punta ad aumentare la fecondita'. Siamo di fronte a una sorta di 'strategia di selezione fra geni da parte della natura'. In sostanza, spiega il prof Ciani, 'il modello matematico dimostra tutti e quattro gli assunti da cui eravamo partiti. Ovvero: l'omosessualita' maschile e' sempre presente in tutte le popolazioni della terra; nessuna popolazione e' totalmente composta da gay; l'eredita' e' assimetrica, legata al ramo materno; i gay hanno da parte materna nonne, zie, cugine, che fanno piu' figli rispetto alla media'.

Sphere: Related Content

Maturita': Gaffe del Ministero, dedicata ad un uomo la poesia di Montale.

(Asca) Gaffe del Ministero della Pubblica Istruzione nella traccia di uno dei temi sottoposti oggi agli studenti che affrontavano la prima prove dell'esame di maturita'. La poesia di Eugenio Montale, ''Ripenso al tuo sorriso'', in base alla quale si chiedeva al candidato di individuare e commentare le parti in cui si parlava del ''ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile'', e' stata in realta' dedicata dal premio Nobel ad un uomo, il ballerino russo Boris Kniaseff. L'errore, scoperto da esperti dell'opera del poeta italiano, ha causato un autentico tam-tam su tutti i blog e i siti degli studenti che oggi commentavano le tracce del tema di italiano. Ironica la dichiarazione del presidente dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, il quale sottolinea il ''paradosso'': ''forse si temeva che gli studenti rimanessero basiti davanti ad un testo cosi' bello dedicato da un uomo ad un altro uomo. Eugenio Montale non era omosessuale, ma cosa e' successo al Ministero? Si voleva forse tentare una maldestra censura per non incorrere in alcun dubbio 'morale', sulla scelta del testo?''.

Sphere: Related Content

Pedofilia, scoperto a Varese garage dell'orrore. Arrestato un operaio 30enne.

(Tiscali notizie) Non solo il garage sotto l'abitazione della nonna a Tradate (Varese) adibito a sala a luci rosse dove, stando alle accuse, praticava sesso con il suo compagno alla presenza di tre bambini, a loro volta messi nelle condizioni di subire le sue voglie, ma anche un altro che l'uomo arrestato la scorsa settimana dalla Mobile e dalla Polizia Postale di Varese usava per i suoi turpi fini. Sono gli ultimi risvolti delle indagini che hanno portato in carcere un 30enne tradatese con le accuse di violenza sessuale su minori e produzione, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.

L'indagine - L'operaio avrebbe cominciato la sua attività di pedofilo dal 2000 fino a pochi giorni prima di finire in manette, approfittando di bambini che i suoi genitori, molto stimati e impegnati in attività parrocchiali, accettavano di accudire di tanto in tanto. Quando non c'erano li affidavano al figlio, che con scuse banali li portava in uno dei due garage dove si abbandonava a scene di sesso con il suo compagno (pure trentenne e denunciato a piede libero), filmando le scene per scambiarle via internet con altri pedofili. Centinaia di filmini riuniti su tre dvd finiti nelle mani degli investigatori, insieme a 150 file trovati nel suo computer e di uguale contenuto ma scaricati da internet

Sphere: Related Content

Giovane marocchino ottiene stato di rifugiato perché omosessuale.

(Agenzia radicale) Un giovane marocchino ha ottenuto lo status di rifugiato, ai sensi dell'Art.1 della Convenzione di Ginevra, perché omosessuale. Lo ha reso noto il Centro antidiscriminazione della Provincia di Pistoia al quale il giovane si era rivolto a settembre scorso per chiedere aiuto.

''Il giovane - spiegano dal Centro - aveva subito una serie di problemi nel suo nucleo familiare che non accettava la sua omossessualità già nel paese di origine e anche una serie di traversie in Italia, ma nel nostro Paese ha cercato in ogni modo di regolarizzare la sua posizione viste le gravi discriminazioni che avrebbe subito se costretto a rientrare in patria''.

L'iter burocratico per arrivare a depositare la domanda per ottenere lo status di rifugiato dalla questura di Firenze, è stato completato in circa otto mesi ed è stato portato avanti, in collaborazione, dal Centro antidiscriminazione di Pistoia l'Associazione Guido Puletti onlus di Porto S. Giorgio (Ancona), la prefettura, l'ufficio Arci rifugiati di Firenze e l'Arci gay Toscana.

"E' un ragazzo - spiega ad Apcom Giorgio Dell'Amico, responsabile immigrati dell'Arcigay - che nel suo paese è stato già condannato in secondo grado perchè trovato in un locale per gay: in Marocco, è bene ricordarlo, si rischia una pena da sei mesi a un anno se si hanno rapporti con persone dello stesso sesso e poi c'è una sanzione pecuniaria". "Stiamo seguendo - ha aggiunto Dell'Amico - anche la vicenda di una giovane lesbica marocchina e di un iraniano che con l'aria che tira nel suo Paese ha deciso di non tornare".

Le nuove norme contenute nel pacchetto sicurezza avranno effetti per i richiedenti asilo? "Non credo. Ci sono per fortuna in questo campo le norme Ue. Credo si avranno però allungamenti nei tempi necessari per le istruttorie presso le Commissioni territoriali competenti".

Sono una ventina le domande presentate negli ultimi mesi da cittadini stranieri, soprattutto di nazionalità marocchina, per ottenere lo status di rifugiato in Italia in quanto omosessuali.

Sphere: Related Content

AIDS. In Italia 40.000 sieropositivi ignari.

(Ami) Secondo le stime dello studio I.co.na in Italia circa 40.000 italiani sono sieropositivi senza saperlo e rischiano di contagiare involontariamente i loro partner. Si tratta di persone che si infettano con rapporti occasionali non protetti e che non pensano di fare il test. «Dopo 10 anni sono cambiati i sieropositivi italiani - spiega Mauro Moroni, ordinario di malattie infettive dell'Università di Milano e presidente della fondazione Icona - Dieci anni fa il virus si propagava con lo scambio di siringhe, oggi più del 70% delle donne e oltre il 40% degli uomini si infetta attraverso rapporti sessuali».
Spesso non si tratta né di giovanissimi (uno su sei supera i 40 anni), né di tossicodipendenti ed è aumenta anchela via di trasmissione eterosessuale.
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, afferma che ben «tredici persone si infettano con l'Hiv ogni giorno in Italia, episodi prevenibili nel 99% dei casi».
Si stima che in totale In Italia le persone affette da Hiv siano 75-80mila, di cui la metà non sa di esserlo. Il problema è che oggi non si percepisce il pericolo, e questo comporta che la scoperta della malattia avvenga in ritardo: secondo
Antonella D'Arminio Monforte, ordinario malattie infettive Università di Milano: «Arrivare alla diagnosi quando la malattia è già in fase avanzata è sinonimo di ritardo nelle cure, cure che grazie ai farmaci antiretrovirali via via resi disponibili, hanno ridotto la mortalità per Aids dal 100% all'8-9% ».

Gli esperti pensano dunque a nuove strategie, come la possibilità di offrire il test alle donne in gravidanza, a quante vogliono avere un figlio, ma anche ai loro partner.

Sphere: Related Content

Censura. Vogliono vietare la pornografia sul web.

(Punto informatico) Oscuramento di ogni sito internet contenente materiale pornografico o offensivo del buon costume. Pene fino a cinque anni di carcere o cinquantamila euro di multa per chi pubblica una qualsiasi scena di sesso esplicito. Questa, la sintesi della legge proposta dal senatore Alessio Butti, Popolo delle Libertà, alla sua terza legislatura e membro della commissione per l’indirizzo e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

Si prospettano tempi duri per il maschio italiano insoddisfatto. Il disegno di legge proposto al Senato sembra avere intenti molto chiari fin dal titolo: norme per la corretta utilizzazione della rete Internet a tutela dei minori. Un disegno di legge non sempre diventa legge dello stato e anche quando questo avviene in genere trascorrono varie settimane o mesi, ma considerando che la proposta proviene dalle file del maggiore e più influente partito di governo, la vicenda desta comunque interesse, poiché investe il rapporto fra istituzioni, legislatore e mondo del Web.

Il DdL Butti ricorda, per alcune ispirazioni, le proposte cinesi e statunitensi in materia, ma si spinge parecchio oltre: vietare con pene severissime non solo la pedofilia, anche la pornografia tutta, passando per l’istituzione di una sorta di garante per la morale sul web. In sintesi: messa al bando delle varie Moana Pozzi e Ciccioline, in nome della tutela dei minori. Tutto ciò soltanto via internet - la saracinesca della vecchia edicola resterebbe aperta - e non solamente in Italia: dall’Italia verso tutti i siti al mondo. Una legge italiana, infatti, coinvolge - almeno in teoria - l’intera navigazione dall’Italia, non solo quella in Italia.

Vediamo gli stralci più restrittivi della proposta.
Art.1
1. È vietato istituire siti nella rete Internet i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente: (…)
c) alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico o di notizie o di messaggi pubblicitari diretti all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto.
2. Chiunque viola i divieti di cui al comma 1 è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 2.500 euro a 50.000 euro.
Ovvero, divieto di pubblicazioni pornografiche e di promozione della pornografia online (due cose, fra l’altro, ben diverse: come vietare sia il consumo di alcool, sia la pubblicità dei Mon Chéri Ferrero). Impossibilità di pubblicare scene palesemente erotiche, e difficoltà pure nel promuovere quei siti seriamente gestiti. Proseguiamo con l’articolo 2:
Art. 2
1. Il servizio di polizia (…), vigila sulla liceità e sulla moralità del contenuto dei siti della rete Internet (…).
3. L’autorità giudiziaria dispone l’oscuramento dei siti della rete Internet i cui contenuti sono palesemente illeciti o offensivi del buon costume o tali da attentare all’ordine pubblico.
Ovvero, in sostanza, oscuramento di qualche centinaio di milioni di pagine web e ritorno a quelle leggi sulla morale che gli ordinamenti laici hanno ridimensionato in quasi tutto l’occidente.

Infine, l’articolo 3 prevede alcune deroghe:
Art. 3.
1. L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni può autorizzare la diffusione di siti della rete Internet i cui contenuti siano parzialmente simili a quelli vietati ai sensi dell’articolo 1 (…)
Ovvero: attribuzione di una sorta di mandato etico-morale all’autorità per le comunicazioni, e istituzione di nuove procedure burocratiche per chiedere le autorizzazioni.

L’articolo 3 è anche la chiave di volta per l’interpretazione della legge, poiché porta a due possibili conclusioni: o la legge ha - come sembra - lo scopo di vietare la pornografia tutta, indistintamente, o è palesemente errata e perciò pericolosa (infatti, se il divieto fosse diretto solo a quelle pubblicazioni pornografiche effettuate per adescare o sfruttare i minori, nessuna deroga dovrebbe essere prevista).

Questo, il primo, evidente, motivo per il quale il disegno di legge incontrerà probabilmente grandi difficoltà nella sua traduzione in legge. Ma altri motivi assai meno etici sono in agguato: il mercato della pornografia genera un giro d’affari superiore a quello della vendita di armi e, come è noto, è uno dei settori più floridi del commercio via web.
Inoltre, vietare la pornografia solo sulla rete escludendo ogni altro mezzo dall’inasprimento sarebbe ennesima benzina sul fuoco delle feroci critiche nazionali ed internazionali verso l’inadeguatezza del legislatore italiano in materia di internet e progresso.

La necessità di istituire norme per tutelare i bambini dall’accesso a materiale pornografico sul web è sentita e internazionalmente diffusa, ma non effettuarlo in ambito comunitario e sollecitando paure ataviche rischia di generare al contrario insicurezza, disperdendo al contempo le già esigue risorse istituzionali. Investirle nella formazione e nella ricerca (per cui in Italia gli investimenti sono tra i più bassi in Europa) permetterebbe, a parer di molti, sia di far capire alla popolazione come usare il Web, sia di far capire al futuro legislatore che cos’è Internet, sia di favorire la nascita di una cultura critica in materia.

Intanto, secondo il disegno di legge, per segnalare le violazioni online potremo utilizzare un modernissimo numero di telefono istituito per l’occasione. Verde, almeno.

Sphere: Related Content

Estate, anche gli uomini ossesionati dalla prova costume.

Ma nei mesi caldi limitare al massimo gli interventi di liposuzione. In notevole aumento le richieste maschili di 'ritocchi' estetici per cancellare, con un colpo di bisturi, pancetta e maniglie dell'amore. Tra i più gettonati anche il rinfoltimento dei capelli. Il chirurgo: ''Ormai tre pazienti su dieci appartengono al sesso forte''.

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - Uomini italiani dal chirurgo plastico per superare la 'prova costume' e cancellare, con un colpo di bisturi, pancetta e maniglie dell'amore. Sono in notevole aumento, infatti, le richieste maschili di 'ritocchi' estetici per esibire in spiaggia un fisico più asciutto. Più gettonati i mini-interventi di liposuzione all'addome, che non lasciano cicatrici evidenti e che, complice il clima non ancora estivo, continuano ad essere richiesti insieme al rinfoltimento dei capelli, che resta comunque l'intervento preferito dai maschi e si può eseguire anche d'estate se in zone limitate del cuoio capelluto.

A mettere a nudo le vanità estetiche dei maschi italiani è Ezio Maria Nicodemi, specialista in chirurgia plastica, docente a contratto alla Scuola di specializzazione a Tor Vergata, che rivela: "Ormai tre pazienti su dieci appartengono al sesso forte". "Gli uomini hanno scoperto da pochi anni la chirurgia estetica - spiega Nicodemi all'ADNKRONOS SALUTE- ma, a mio avviso, sono più narcisiti delle donne e hanno anche più disponibilità economiche".

Non stupisce quindi l'aumento delle richieste. Soprattutto per ridurre gli inestetismi più frequenti: perdita di capelli e 'pancetta' che "arrivano nella maggior parte dei casi proprio a ridosso dell'estate - continua Nicodemi - cioè quando ci si ricorda di dover indossare il costume. Per quanto riguarda i capelli non ci sono problemi, se si tratta di interventi limitati, anche perché le temperature alte aiutano la vascolarizzazione dell'area trattata, migliorando l'attecchimento dell'impianto".

Diverso il discorso per gli interventi di liposuzione, che nei mesi caldi dovrebbero essere limitati al massimo. "Oggi, però, le tecniche mini-invasive - aggiunge l'esperto - ci consentono di intervenire per i piccoli ritocchi, che permettono di andare in spiaggia dopo una ventina di giorni". Per eliminare gli accumuli di grasso, infatti, "si interviene inserendo dall'ombelico piccole cannule di 2 millimetri che permettono di aspirare il grasso". Possibile anche la liposuzione con l'uso di ultrasuoni, che "distruggono il grasso in maniera molto mirata".

Dopo l'intervento è necessario portare fasce che comprimono la parte aspirata."Anche questi strumenti però - spiega ancora Nicodemi - sono molto migliorati: oggi si tratta di piccole cinture che vanno portate di notte, o quando si sta a lungo seduti, come in ufficio. Mai quando si cammina o ci si muove". Spiaggia vietata, comunque, "per almeno una ventina di giorni: bisogna ricordare che si tratta sempre di un intervento chirurgico", avverte l'esperto, ribadendo comunque che "in estate gli interventi di chirurgia plastica vanno limitati".

No, quindi, a interventi più estesi come l'addominoplastica, che permette di modellare l'addome e necessita di un taglio più esteso, che oltre a togliere il grasso consente di avvicinare i muscoli dell'addome dilatati. Vietati, poi, gli interventi al viso, dal lifting alla blefaroplastica, per i quali è sconsigliata l'esposizione al sole.

Sphere: Related Content

Costantino e il portinaio. Lite furiosa, interviene la polizia.

(Leggo) Che fosse un ragazzo focoso lo sapevamo. Ma questa volta una lite tra Costantino Vitagliano, l'ex tronista, e il suo portinaio è terminata con l'arrivo delle forze dell'ordine, questo pomeriggio a Milano. È accaduto intorno alle 16 quando il popolare personaggio, secondo quanto ha raccontato il custode Antonio C., ha avuto prima un battibecco con sua madre poi con lui. La lite è avvenuta nell'androne di un palazzo in viale Monza, dove si trova l'abitazione di Costantino e anche un ufficio dell'agenzia di Lele Mora. Il trambusto tra i tre è durato fino a quando sono intervenuti gli agenti, che hanno scambiato le generalità dei due per eventuali querele.

Sphere: Related Content

The gay after. I matrimoni gay in California presi di mira dalla tv americana.

La tv americana ha preso di mira i matrimoni gay californiani. Alcuni comici ed entertainer hanno scelto importanti trasmissioni per riderci sopra. E' il caso di "The Daily Show" di Jon Stewart qui sotto.
---

Sphere: Related Content

Ricerche. Per la famiglia avere un figlio gay non è un dramma.

E' quanto emerge da una ricerca effettuata su 200 famiglie italiane da due ricercatrici dell'Universita' del Piemonte orientale, Chiara Bertone e Marina Franchi.
(Ansa) Avere un figlio omosessuale non e' un dramma per le famiglie italiane: pochissimi sono i genitori che lo hanno cacciato da casa o hanno reagito con violenza. La stragrande maggioranza, dopo il primo attimo di smarrimento, lo accetta e lo ama come prima. Il problema, semmai, e' il timore che i figli non vengano accettati dalla societa', e il fatto che molti genitori cattolici si trovano a scontrarsi con i loro precetti religiosi.

E' quanto emerge da una ricerca effettuata su 200 famiglie italiane da due ricercatrici dell'Universita' del Piemonte orientale, Chiara Bertone e Marina Franchi, che sara' presentata nel corso della conferenza internazionale 'Family matters-sostenere le famiglie per prevenire la violenza contro giovani gay e lesbiche', in programma a Firenze il 20 e 21 giugno e che e' organizzata da associazioni tra cui l'Agedo, con il sostegno della Regione Toscana.

All'appuntamento partecipera' anche Paolo Brunetto, il giovane palermitano che a fine maggio e' stato accoltellato dal padre che non accettava la sua omosessualita'. Ora Brunetto vive in Toscana dove ha trovato un lavoro.

Sphere: Related Content

Parla Roberta, il trans di Sky. "Gli uomini impazziscono per me... perché non mi sono mai operata".

“Gli uomini impazziscono per me” dice Roberta Cavalcante “e questo è il loro immaginario. Una donna che sia tanta, sovrastante, che non finisce mai”.
(Affari italiani) Si chiamava Roberto quando faceva, come mestiere, il truccatore personale e il coiffeur di star come Ilona Staller e Moana Pozzi. Robertino, per l’esattezza. Perché la vita di chi decide, o sente (come dice Roberta) che deve diventare donna a tutti gli effetti, è durissima. “Inizi col sentirti donna dentro, una femmina autentica, poi ti guardi e ti accorgi che non va, quel corpo proprio non va”. A Robertino-Roberta sono sempre piaciuti gli uomini, e allora perché questo lavoro sconvolgente su di se’ di ormoni, interventi, elettrodepilazione? “Perché questo era il mio corpo, lo avevo sempre immaginato così, non ce ne sarebbero stati diversi. Donna e femmina vera”. A neanche vent’anni Roberta decide di cominciare il lavoro di cesello. “E’ una tortura. Dovevo prendere (e prendo tuttora) dosi da cavallo di ormoni che modificano il corpo e non solo. Che danno, purtroppo, momenti acuti di instabilità e di depressione. In questo calvario, appunto, Ilona non mi ha abbandonato mai. Anzi, quando è stato il momento mi ha procurato i contatti giusti per iniziare la mia carriera cinematografica hard”.

“Ero già in trasformazione per diventare un trans. Interventi chirurgici ed estetici molto profondi. Si inizia così”. Roberta comincia la manipolazione del proprio corpo. Ma non va oltre. Come a tutti i trans, che stimolano fantasie e interrogativi, anche per lei ecco la domanda clou: ma il sesso, quello con cui sei nata, è stato comabiato? Sei ancora uomo sotto la gonna o no? “Sì. Non mi sono mai operata e non credo lo farò mai. E’ vero che mi sento una donna, che mi sono fatta crescere il seno con la somministrazione continua di ormoni, che mi accanisco contro peli e barba e ormai ho vinto, che ho limato il mio corpo con decine di interventi. Ma questo stravolgimento no, non lo faccio”.

Il motivo c’è, e sono due. “Non voglio stravolgere biologicamente il mio corpo. Non sarei mai una donna autentica e in più sarei un uomo devastato. E’ inutile rincorrere la perfezione per far piacere e sentirsi accettata dagli altri. Tanto non la si raggiunge mai. Mi voglio bene così. E poi…” Roberta strizza l’occhio. Tutto il focus del fenomeno trans è qui. E’ nella strizzatina d’occhio che sottintende il secondo motivo, quello fondamentale. “Agli uomini piace così, tanto, da impazzire. Fanno di tutto per venire con me, e lo sanno che lì io sono maschio”. “Cercano l’ambiguità, e chi non è attratto da questo? Cercano la cosa che non si spiegano, un momento proibito unico”. Il dettaglio divertente è che si sentono “in dovere” di fare sempre una premessa che diventa un autogol. “Mi dicono tutti sai Roberta, io NON sono omosessuale ma sto cercando un’esperienza diversa, da ricordare tutta la vita e io sorrido tra me e me”.

Perché, secondo Roberta sconfessando si ammette. Chi si sente obbligato a tanta precisazione, in realtà ci sta dentro fino al collo. “Anche perché al momento del fatto, questi sognori fanno cose da omosessuali”. Roberta ha stilato una sua indagine. “Su 100 uomini eterosessuali, con moglie e figli e fidanzate, 70 diventano passivi. Nel senso che sono io ad avere il rapporto sessuale con loro, o loro a fare sesso orale su di me o a masturbarmi. Fanno le femmine, insomma”. E di questi 70 quasi tutti ci provano a chiedere sesso senza protezione. “Io dico di no, assolutamente. Non ci sto neanche alla cifra più alta del mondo. Io non faccio due cose: niente sesso a rischio, niente bacio in bocca”. In questo suo rincorrere un’immagine di donna, Roberta è d’altri tempi, demode’, all’antica. “Vorrei incontrare l’uomo dei miei sogni, l’amore per tutta la vita. Sono stata per sette anni con una persona indimenticabile, e ora sono innamorata da due. Ma chissà….”

A Roberta le donne non piacciono. “Cioè, faccio fatica ad accettare le loro proposte. Anche se devo dire che, nel dichiararsi, sono molto più oneste e sinecere e disarmanti degli uomi. Mi dicono voglio venire con te perché sei bellissima ma sei anche maschio… e chissà cosa si sente a far l’amore con te… ho certe fantasie . Dicono tutto questo senza porsi il problema o senza accennare mai all’ipotesi di essere lesbiche”. Roberta ha anche in lavorazione un libro. “Voglio dire la mia su questo mondo, pieno di uomini che si sentono omosessuali e ne hanno paura, di donne che vogliono andare con creature ambigue, di persone come me che, forse, hanno le idee più chiare degli altri. Racconterò anche episodi buffi con personaggi del mondo dello spettacolo”.

Roberta lavora in proprio. Con alcuni canali Sky, con film che sfruttano il nuovo filone trans come oggetto del desiderio, con il suo sito dove si esibisce, “cavalcante forever”, per ammiratori e pubblico. “Cosa farò? Non so, per ora ho scelto Milano e non Roma. Lavoro moltissimo e qui sento meno pregiudizi su di me”.
---

---

---

---

Sphere: Related Content

Sessualità femminile. Regioni e sesso: chi lo fa meglio? Le napoletane ci provano e le milanesi lo fanno strano.

Ci sono differenze e anche molto marcate tra le diverse realta' regionali.

(Giorgio Nadali - La Voce d'Italia) Sarà che ormai il federalismo è di moda, nonchè al governo ma anche un campo, come quello del sesso e dell’affettività in generale, viene invaso dalle ricerche metodologiche per scoprire chi lo fa meglio, chi lo fa più strano, chi lo fa di più.


Si parla di sessualità femminile, di modi di vivere l’erotismo, il desiderio, la coppia, il tutto sempre declinato al femminile. La novità, che arriva dalla ricerca organizzata dal club per single Eliana Monti, realizzata su un campione di 2000 persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni, è che ci sono differenze e anche molto marcate tra le diverse realtà regionali.

Ne emerge un quadro che dipinge le donne meridionali come più focose ma più canoniche nelle fantasie erotiche e mentre le donne settentrionali sarebbero più disinibite. Le napoletane in particolare sembra siano quelle che prendono più facilmente l’iniziativa. Dalla ricerca emerge poi una novità: all’uomo glabro e depilato le donne tornano a preferire l’uomo con la barba.

Cambiano le abitudini sessuali delle italiane: le donne milanesi amano fare sesso in luoghi insoliti, come in treno, in spiaggia o al cinema. Ma le più osè e intraprendenti sono al centro-sud: Napoli, Palermo, e Roma sono le città in cui le donne amano maggiormente prendere l'iniziativa e sono più disinibite.

"Le donne amano sempre più trasgredire e prendere l'iniziativa, ma allo stesso tempo vogliono compagni che sanno ciò che vogliono, lontani da un modello amletico. La sfera femminile chiede uomini veri che dopo chiacchiere e tenerezze, passino alle vie di fatto", commenta Eliana Monti, titolare del club per cuori solitari più famoso d'Italia.

Secondo lo studio promosso dal Club per Single Eliana Monti, due italiane su dieci (38%) preferiscono prendere l'iniziativa, con delle differenze nelle diverse città. I dati emersi dal sondaggio rivelano infatti che le più 'impetuose' sono le donne del centro-sud: il 62% delle napoletane preferisce prendere l'iniziativa, seguite dalle palermitane (51%) e dalle romane (45%).

Ma è nel Nord Italia che le donne sembrano essere più fantasiose. A Milano il 42% del campione ha dichiarato di gradire fare l'amore in luoghi inconsueti e in situazioni impreviste. A livello nazionale, invece, è mediamente una donna su tre (29%) ad avere queste preferenze per 'farlo' strano.

Secondo lo studio, poi, un’italiana su dieci vorrebbe fare l’amore più spesso ed in merito alle preferenze 'estetiche', la maggiorparte delle donne (52%) preferisce l’uomo con una barba folta rispetto a quello con un look più pulito. Nell’uomo il senso dell’umorismo vince sull’estetica: per il 75% del gentil sesso, infatti, un uomo spiritoso e divertente ha più chance di conquista rispetto a un uomo più bello ma noioso.

Sphere: Related Content

A Barcellona il primo "Gay circus" per gli Eurogames, in scena acrobati solo uomini.

(Tuzone) Durante gli EuroGames, a Barcellona si svolgerà quest’anno anche la prima edizione del “Gay Circus”. Dal 25 al 27 luglio, infatti, la capitale catalana darà vita ad un’altra originale occasione per avvicinare gay e non gay all’insegna del divertimento e dell’abbattimento di ogni tipo di pregiudizio.

Il “Gay Circus” nasce dopo una gestazione di oltre due anni e vedrà esibirsi acrobati maschili, all’interno della programmazione già molto ricca degli Eurogames riservati agli atleti gay di tutta Europa.
Lo spettacolo metterà in scena l’eterno conflitto tra gli angeli e il diavolo, tra il bene e il male con continui richiami ed ispirazioni al mondo della letteratura, della pittura, della danza, della scultura, della fotografia e del cinema.
Ogni spettacolo potrà ospitare oltre 1.000 spettatori e il costo dei biglietti varia da 25 a 55 euro. INFO: www.gaycircus.net

Sphere: Related Content

Un applauso a Mancuso per il suo insensato registro delle coppie gay.

(Fireman) Quando leggo certe notizie mi incazzo. Come, ad esempio, quando leggo questo post/annuncio di Aurelio Mancuso, presidente in carica di Arcigay Nazionale, mi chiedo che senso ha.

Mi spiego meglio.
Esiste da un po di mesi l'associazione Certi Diritti nel cui manifesto - tra i tanti punti - si legge:

  • a diffondere il Manifesto per l’eguaglianza dei diritti (www.matrimoniodirittogay.it) e forme di collaborazione con le associazioni lgbt;
  • a collaborare strettamente con l’Avvocatura per i Diritti GLBT – “Rete Lenford”, promuovendone e diffondendone l’attività, tesa a formare professionisti del settore nell’ottica di una cultura dell’azione legale in difesa e promozione dei diritti civili.
Ora nel proclama di Mancuso non si parla ne di Rete Lenford, ne di collaborazione con altre realtà pertanto le due iniziative vanno inevitabilmente a sovrapporsi, ed essendo l'azione di Certi Diritti nata prima - lo conferma questa notizia - mi chiedo lo scopo di questa sovrapposizione oltre quello meramente propagandistico.

Ancora una volta ArciGay - ed il suo presidente - si impegnano a mantenere il primato della poca propensione alla collaborazione disperdendo di fatto quelle poche forze che possono esser messe in campo per il perseguimento di un fine comune.
La smania da primadonna della comunità GLBT di ArciGay si conferma ancora una volta quale elemento di disturbo nel complesso mondo dell'associazionismo GLBT. L'annuncio di "nozze gay" da celebrare in 80 città è solo fumo negli occhi dal momento che tali celebrazioni non avranno altra risonanza se non quella di uno show da seconda serata. Inoltre, questo è solo un modo per suscitare clamore e far parlare di se, provocando però un disturbo a chi di fatto cerca di agire all'interno delle regole per svelarne contraddizioni e le discriminazioni insite e da interpretazione.

Ancora un applauso ad ArciGay.

Sphere: Related Content

De Gregori: "Vorrei cantare anche al Festival Gaber". Partirà dalla Versiliana il tour estivo del cantautore.

In scaletta anche i brani del nuovo disco. Conosco la Versilia, ci venivo con i miei da piccolo a visitare i parenti in estate. Sono immagini confuse ma senz’altro piacevoli.
(Luca Basile) «Andare su palco, cantare canzoni insieme a chi sta un passo da te, è sempre emozionante, anche dopo una vita di concerti. Non c’è niente di gratuito, non è mai routine».
I giorni che fanno da prologo immediato ad una nuova tournée sono frenetici: la cura del dettaglio, le sincronie da limare, il pathos che si lega ad ogni piccolo o grande evento.
Francesco De Gregori non sfugge alla regola: venerdì il teatro all’aperto della Versiliana di Marina di Pietrasanta sarà sede della data zero del tour estivo del cantautore romano. E’ tempo di accorgimenti, di sguardi di intesa fra musicisti e anche di interviste. Ci dicono: De Gregori è uno snob, se la tira, concederà parole con parsimonia.
«Sono quello che gente vuole vedere. Come tutti del resto. Facile dire che odio le etichette, ma in fondo funziona così. Anche se poi, alla fine, sembro e sono semplice». A 57 anni, tanti ne ha De Gregori, si può anche ridere dei luoghi comuni, dei giudizi tirati lì e resi apparenti verità dal tempo che scorre. De Gregori parla, eccome se parla, non “se la tira” e chiede subito il “tu”; «ovviamente, se sei d’accordo».
Perché un titolo così curioso, “Per brevità chiamato artista”, per il tuo ultimo lavoro?
«Ho riesumato una formula legale scritta sul mio primo contratto discografico. Una dicitura riassuntiva a suo modo indicativa della definizione di una professione».
La data zero in Versiliana: di chi la scelta?
«Dell’agenzia per cui lavoro. Detto questo adoro la Versiliana, una sede suggestiva, generosa per fascino. In passato ero già stato ad ascoltare un incontro, credo al Caffè. Ma del resto conosco la Versilia: ci venivo con i miei da bambino, con i calzoni corti, a visitare dei parenti. Erano gli anni ‘60: spiagge, bagnini, mare, la gente che caratterizzò un’epoca. Immagini confuse, ma piacevoli».
Cosa proporrai su palco?
«Pezzi dell’ultimo album così come canzoni che sono rimaste nella memoria della gente. Penso a Rimmel, a La Donna Cannone, con piccoli ritocchi, interpretazioni che ai puristi non piacciono e invece altri condividono».
Quindi non è vero che non ti piace riproporre i tuoi vecchi successi.
«E chi lo ha detto questo? Li provo e li canto volentieri. Fanno parte di me».
Da quante persone è composta la band?
«Su palco saremo in sette, compreso il sottoscritto. Oramai ci conosciamo a memoria: non è più tempo di prove, siamo ai dettagli. Ci divertiremo e, quello che più spero, si divertiranno gli spettatori».
Un pezzo del tuo ultimo disco, “Celebrazione”, parla del ’68: come giudichi, a 40 anni di distanza, quel periodo?
«Quella canzone non parla solo di un anno a suo modo importante, diciamo che spazia su vari fronti. Per quanto riguarda le mie valutazioni, per quello che contano, posso dire che il ’68 portò cose buone ed altre meno. Il fatto è che alcuni continuano a celebrare solo gli aspetti positivi di quel periodo. E questo non lo posso proprio condividere».
In Versilia, nel mese di luglio, impazza il FestivalGaber: hai mai pensato di parteciparvi?
«Sarebbe un onore, per il sottoscritto, cantare a una manifestazione del genere, dedicata a un artista di tale livello. Se un giorno decidessero di invitarmi, sarei più che disponibile. Fino ad oggi magari non è accaduto, proprio per sovrapposizioni di date, di impegni che erano già stati presi».
Ti senti un’artista?
«Sì, certo. Ogni musicista, a suo modo, è un’artista».
E come artista, in Italia, ti senti tutelato?
«Diciamo che non è tutelata la musica cosiddetta leggera, a differenza del cinema, della lirica, di altre forme dello spettacolo. Il mondo discografico attraversa una crisi importante: vendere è difficile e allora servirebbe una maggiore valorizzazione del settore, dei suoi interpreti, da parte di chi può. Ma in fondo, forse, è giusto così: noi musicisti viviamo da zingari di natura, ci lasciamo andare, guardiamo al nostro orticello».
La tua tournée ospiterà altri grandi artisti su palco?
«No, quanto meno non c’è niente in questo momento. Quando collaborai con Pino Daniele, ad esempio, era un qualcosa studiato a tavolino. Poi, per carità, se arrivano, una sera, Ruggeri e Battiato ad un mio concerto, sarei veramente felice di fare un pezzo insieme a loro».
A 57 anni pensi mai al tuo futuro professionale? Voglio dire: hai ancora voglia e passione per continuare a comporre canzoni?
«Chi può dire quale sarà il mio futuro. E’ una vita che scrivo e canto canzoni, è ciò che ho sempre fatto e ciò che vorrei continuare a fare».
Hai mai nostalgia del passato?
«No, assolutamente. E’ uno sport perdente e non serve a niente. Non fa per me».

Sphere: Related Content

Roma, Gayvillage. Tra tanta fuffa una novità, il “Drag King Festival”


Una manifestazione da 1.600.000 euro.
(River-blog) Conferenza stampa di presentazione della VII edizione del GayVillage, la cui serata inaugurale è prevista per il 26 giugno. Imma Battaglia emozionata, anche perché, secondo indiscrezioni, all’inaugurazione dovrebbe partecipare l’assessore comunale alla Cultura, Umberto Croppi: per lei sarebbe un piccolo riconoscimento rispetto alle neanche velate manovre di avvicinamento al centrodestra. E, intanto, la presidente dell’associazione DìGayproject, ha anche lanciato un appello al sindaco, Gianni Alemanno, e a Walter Veltroni: “Mi farebbe piacere che prendessero parte, il 26 giugno, ad un dibattito, qui al Village”. L’idea è quella di un talk show su diritti dei gay. Presente alla conferenza anche la deputata del Pd, Paola Concia, che recapiterà a Veltroni l’invito della fondatrice del GayVillage. Per la Battaglia, la giunta guidata da Alemanno, ha dato “un segnale positivo facendo di questa manifestazione uno dei capisaldi dell’Estate Romana”. L’invito a partecipare al dibattito è stato recapitato anche al presidente della Regione, Piero Marrazzo, e quello della Provincia, Nicola Zingaretti.

Nella rinnovata cornice del Parco del Ninfeo - lo spazio è di 6000 metri quadrati - ci sarà spazio per cinema, teatro e musica. La manifestazione si svolgera’ su tre giornate: giovedì (7 euro con consumazione); venerdì e sabato (13 euro con consumazione). L’ingresso sarà gratuito dalle 20 alle 21.30. Una novita’ della stagione è il “Drag King Festival” uno spettacolo-concorso in cartellone per 3 giorni (10-12 luglio) e che vedra’ esibirsi donne travestite da uomini nelle più svariate declinazioni del maschile: rockettari; rappers; gigolo’. Unico nel suo genere e per la prima volta in Italia il festival sara’ presentato da Dodi Conti e Lucrezia Lante Della Rovere. Special guest, Sabrina Impacciatore. Quanto al trasferimento dal Parco delle Cascate al parco del Ninfeo, la Battaglia ha tenuto a precisare “che non è stato uno sfratto, ma un cambiamento voluto, sperando che anche il prossimo anno si possa svolgere qui”. Sabato 21 giugno
pre-official party allo Spazio Novecento (piazza Marconi). Al Village ci sarà anche teatro: Alessandro Fullin, Katia Beni; Cinzia Leone, Gennaro Cosmo Parlato, Vladimir Luxuria, le Sorelle Marinetti. La nuova programmazione cinematografica a cura di Armilla Eventi proporrà un repertorio di film introvabili nel circuito delle sale.

Capitolo spese: per la prima volta la Battaglia le ha elencate una ad una. Tutta la manifestazione costa 1.600.000 euro. Ecco il dettaglio delle spese: 250 mila euro per la sicurezza, affidata ad un servizio privato; 600mila il costo per la costruzione del villaggio, 250 mila euro quello delle maestranze ed altrettanti per il contenuto artistico; i fondi restanti servono per la campagna di comunicazione e per l’area privata dove si svolgera’ la manifestazione. Quanto ai contributi esterni: 60 mila euro dovrebbero arrivare dalle istituzioni ma “al momento - dice Battaglia - non e’ nemmeno sicuro che arrivi il contributo dell’Estate Romana, che fino all’anno scorso era di 50 mila euro. 10 mila euro e’ invece il contributo che dovrebbe arrivare dall’assessorato allo Sport del Comune per la parte ‘Benessere’”. 200 mila euro, infine, sono coperti dai contributi degli sponsor (Heineken con il brand Budweiser, Martini con il brand Bacardi e Citroen); gli altri saranno recuperati dai costi dei biglietti di ingresso e dagli incassi di bar e ristoranti.

Sphere: Related Content

Pronunciamento della Cassazione: Essere coppia di fatto non salva da espulsione.

(Adnkronos) Essere una coppia di fatto per un clandestino non vale ad evitargli l'espulsione. Parola di Cassazione che sottolinea che in materia di immigrazione clandestina non e' possibile ''estendere l'equiparazione tra famiglia legittima e famiglia di fatto''. Applicando questo principio, la prima sezione penale ha respinto il ricorso di un clandestino contro il provvedimento di espulsione applicato dal Tribunale di sorveglianza di Lecce nel luglio del 2007.

Sphere: Related Content

Strangolata mentre facevano sesso. Le abitudini sessuali dell’imputato con corde e manette.

Processo Di Modica - In aula gli interventi del procuratore generale Vittorio Corsi e dell’avvocato di parte civile Stefano Castra.
Le strane abitudini sessuali dell’imputato, il suo utilizzo di corde e manette durante i rapporti e l’abitudine ad afferrare per il collo le partners poco prima di raggiungere l’orgasmo.
(Giovanni Falconieri - Conacaqui) «Assolto. Mancanza assoluta di prove. Si apersero tutte le porte, si apersero tutti i cancelli. Assolto! Io sono l’assolto miei cari signori, e ora che sono fuori guardatemi bene in viso: ho ucciso?». «Sì, la risposta è sì. Paolo Stroppiana ha ucciso Marina Di Modica, l’ha strangolata durante un rapporto sessuale». “L’assolto” di Aldo Palazzeschi consente al procuratore generale Vittorio Corsi di rivolgere un ultimo accorato appello alla Corte: «Non facciamo di Stroppiana un assolto», chiede infatti il pg. «Stroppiana non lo merita, e non lo merita neppure Marina. Marina merita un mazzo di fiori sulla sua tomba e Stroppiana deve dirci dove si trova il suo corpo».

Parla per poco più di tre ore, il procuratore generale Vittorio Corsi. Ripercorre con estrema lucidità tutti gli aspetti di una vicenda che, come ricorda poi dopo di lui l’avvocato di parte civile Stefano Castrale, è rimasta avvolta nel mistero per «12 anni e 39 giorni». Anche se per l’accusa, in questa storia, di misterioso è rimasto ben poco. Nessun dubbio, infatti, su cosa è accaduto in quella maledetta sera dell’8 maggio 1996. «Paolo Stroppiana non ha disdetto l’appuntamento con Marina - spiega il pg -, ha incontrato la donna e l’ha portata alla morte». A dirlo sono due elementi: l’appunto sull’agenda di Marina e la scomparsa dei francobolli.

«Questo è un processo eccezionale - ricorda Corsi -, come se ne celebra uno ogni cento anni partendo da un appunto su un’agenda: “Cena Paolo x F.bolli”. Se l’appuntamento fosse stato annullato, Marina avrebbe cancellato quell’appunto e noi avremmo trovato i francobolli in casa della donna. Ma Marina è morta mentre aveva con sé quei francobolli. Paolo Stroppiana fa piazza pulita distruggendo i francobolli, l’impermeabile blu della donna e le chiavi della sua automobile. Ma non fa i conti con l’appunto sull’agenda». Proprio come accade nel film “Match Point”, di Woody Allen: «Una donna viene uccisa e l’assassino nega qualsiasi relazione con la vittima, per poi cambiare versione nel momento in cui viene scoperto il diario della donna. Su quel diario compare infatti il nome dell’uomo, che però se la cava per un incredibile colpo di fortuna: del delitto viene infatti accusato un barbone. Il protagonista del film - conclude Corsi - se la cava, mentre Stroppiana non riuscirà a mettere a segno alcun match point». E tutto questo grazie al diario di Marina. «E se anche Camilla Bini avesse avuto un diario?», è la domanda cattiva che il pg butta lì a un certo punto. Nessuna risposta.

Ma perché Stroppiana avrebbe ucciso Marina? «Il movente non è necessario - spiega Corsi -, l’ha detto il giudice del primo grado. E poi - continua il pg -, oggi si uccide per gioco, per scherzo, per sesso». Già, il sesso. Sesso che, secondo il pg, potrebbe consentire di spiegare cos’è accaduto a Marina. Corsi ricorda infatti le strane abitudini sessuali dell’imputato, il suo utilizzo di corde e manette durante i rapporti e l’abitudine ad afferrare per il collo le partners poco prima di raggiungere l’orgasmo, «per provare un maggior piacere sessuale». Si chiama strangolamento. «Guidato dalla rabbia, Stroppiana potrebbe aver strangolato Marina. Ma si è reso conto - domanda il pg - di averla strangolata?». E il corpo dov’è? «Stroppiana è scalatore esperto, pensate alla forza delle sue mani. E poi conosce decine e decine di orridi precipizi in cui avrebbe potuto gettare via il cadavere. Possiede una competenza di luoghi che fa di lui l’imputato ideale».

E l’alibi? «È falso, naturalmente. Anzi, dirò di più: quell’alibi fornito da Beatrice Della Croce di Dojola è come una fotografia Polaroid che diventa sempre più sfocata». E ancora: «Beatrice sull’alibi ha mentito e in tre occasioni ha avuto un cedimento, lasciandosi sfuggire che “Paolo quella sera non era a cena da me”». Più di così. Infine: «Stroppiana gioca a scacchi ed è convinto di poter vincere perché ha un alibi di ferro e ha nascosto bene il corpo. Ma non vincerà».

Poi la parola passa all’avvocato di parte civile Stefano Castrale. «Marina non si è allontanata volontariamente, ma è stata uccisa durante l’incontro con Stroppiana. L’atto violento dell’imputato emerge sempre quando dall’altra parte è un mettersi contro. La personalità di Stroppiana deve sempre prevaricare su quella degli altri e ha tratti di cattiveria profonda». E poi, ancora: «È impossibile che l’imputato non ricordi in che maniera ha cancellato l’appuntamento, perché già l’11 maggio ha dovuto ripensare e ricostruire. Il ricordo non può cancellarsi nel tempo, perché Stroppiana non ha avuto il tempo di cancellare. Non ricorda più? È perché l’appuntamento non è mai stato disdetto».

Sphere: Related Content

Il Pd e la collocazione europea: Rutelli non cambia idea. "Er cicoria" dice no al Pse.

(Sfera pubblica) «Mai con i socialisti europei». Francesco Rutelli non cambia idea sulla collocazione europea del Partito democratico. L’ex leader della Margherita ribadisce il suo “No” all’ingresso del Pd nel Pse.
Da un hotel della Capitale, dove Rutelli ha riunito i suoi uomini, l’ex ministro ai Beni Culturali esprime il suo disappunto a chi vede nel suo partito una chiara matrice socialista. «Non entreremo mai nel Pse, in nessun modo. Un rapporto privilegiato con i socialisti è improponibile - ed ancora – dobbiamo avere relazioni di pari dignità con i liberali». Secondo i “rutelliani”, le sconfitte elettorali sarebbero attribuibili proprio alla carente identità del Partito democratico. Il superficiale approccio all’area cattolica-moderata non avrebbe consentito un ampio consenso nell’elettorato di centro. L’accesso al Partito socialista europeo creerebbe ancora più confusione.
Del resto il pensiero di Francesco Rutelli sulla collocazione del nuovo soggetto politico, è risaputo.
Il 21 aprile del 2007, nel giorno in cui dagli studi cinematografici di Cinecittà, il presidente della Margherità sciolse il suo partito per confluire nel Pd, disse: «L’ingresso nel Pse è impossibile per la Margherita». Attaccò i dirigenti socialisti convinti che in Europa ci siano «solo destra e sinistra, come nella circolazione stradale». Sul nuovo progetto politico, Rutelli era stato chiaro: «Il Partito democratico potrà nascere soltanto dalla fine di ogni proposito di egemonia», appartenenza europea compresa.
In un clima di “contrasto” tra la segreteria del partito e la corrente rutelliana, continuano i dibattiti su alcuni temi. Proprio domani, a Roma, Rutelli ha organizzato un dibattito: “Internazionale democratica”, dove si discuterà di sviluppo ed energia, sicurezza e diritti. Curioso è il titolo adottato, “Internazionale democratica”. Nel dicembre del 2006, l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, parlando di collocazione europea e di Socialismo lanciò una proposta che seppe di provocazione: «E se l’internazione si chiamasse dei socialisti e dei democratici?».
Chissà se Rutelli non l’abbia preso in parola.

Sphere: Related Content

In California è boom di nozze gay.

Solo ieri nella contea San Diego il record con 230 licenze.
(Ap) - Qualcuno in maglietta, altri in smoking o in gonna lunga, centinaia di coppie di gay e lesbiche affollano gli uffici comunali delle contee della California per richiedere licenze di nozze e scambiarsi i voti matrimoniali. Il record spetta alla contea di San Diego che ieri ha emesso 230 licenze (polverizzando il precedente record, che risaliva a 176 licenze rilasciate per San Valentino nel 2005, ma solo per le coppi eterosessuali).

Nella giornata di ieri, le 58 contee californiane hanno tutte cominciato ad emettere licenze di nozze anche per le coppie omosessuali, in seguito alla sentenza della Corte Suprema dello Stato che in maggio ha dato l'ok. L'unico altro Stato dell'Unione che ammette il matrimonio fra persone dello stesso sesso è il Massachusetts: ma la California è andata più in là legalizzando le nozze anche fra i non residenti nello Stato.

Quindi centinaia di coppie stanno arrivando da tutto il paese. La contea di San Diego, peraltro a maggioranza repubblicana, si ea preparata schierando 78 persone nell'ufficio licenze invece delle abituali 19. Qui e lì si è vista qualche manifestazione di protesta e alcuni tribunali a Sacramento e San Francisco hanno bocciato ricorsi dell'ultim'ora di gruppi conservatori. Alcuni pubblici ufficiali hanno smesso di celebrare matrimoni pur di non correre il rischio di unire degli omosessuali.

Alcuni attivisti sperano ancora che in novembre, quando si voterà anche per le presidenziali, gli elettori californiani boccino per referendum le nozze gay. Ma predicano la prudenza: una sovraesposizione di ostilità non farebbe il loro gioco. Intanto, poche coppie aspettano nel timore che le urne annullino il matrimonio: il grosso è disposto a rischiare. Anche perché un sondaggio recente dell'istituto Field Poll afferma che i californiani sono a favore delle nozze gay, per un 51% contro il 42%: la prima volta in trent'anni di inchieste.

A segnalare sostegno, il sindaco di Sacramento e almeno un paio di parlamentari dello Stato hanno presenziato alle nozze di alcuni loro dipendenti.

Forse il più famoso fra gli sposi ieri era al municipio di West Hollywood: George Takei, che impersonava Sulu, l'ufficiale timoniere nella serie Star Trek, ha sposato Brad Altman, suo compagno di 21 anni. In mano, una delle 'nuove' licenze neutre: invece di "lo sposo" e "la sposa", riportano l'indicazione "Parte A" e "Parte B".

Sphere: Related Content