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giovedì 3 luglio 2008

Costantino e Lele Mora, chiacchere su un polemico divorzio.

(Strano ma vero) Buona giornata, come tutte avrete letto, Costantino non fa piu’ parte dell’agenzia del Mora, questo secondo quanto ha ribadito ieri in chat.. e anche giorni addietro..

Bè.. chi mi conosce da quando scrivevo nel blog troppo belli sa perfettamente quanti post io abbia fatto contro questo agente.. ovviamente sul suo modo di gestire Costa.. non certo sulla sua persona che non conosco e .. come si dice.. non me ne può fregar di meno .. e ogni volta lui lo difendeva a spada tratta … gli dimostrava la sua devozione.. e ne esaltava l’abilità nel fare il suo lavoro.. la sua potenza…etc..etc..etc..

E’ anche vero però che quando una persona detiene un certo potere.. in qualsiasi campo .. è difficile fargli un torto.. e un "torto" sarebbe stato per il Mora la decisione di Costa di lasciare l’agenzia .. Sicuramente qualche ripercussione l’avrebbe avuta .. .. visto questa mentalità un po’ mafiosa che io ho “letto” nelle varie interviste.. verso chi.. “lo tradiva” .. a suo dire .. e abbandonava “la famiglia” .. pensa te. (io non perdono chi mi tradisce).. Non avrebbe comunque avuto vita facile! …

Costantino ha avuto un grandissimo riscontro mediatico per la sua partecipazione a “uomini e donne” e il suo agente ha sfruttato questa grossa popolarità per gestirlo alla sua maniera.. cioè serate in disco e sponsor.. (tant’è che oggi Costa afferma che sa fare solo quello) La televisione per alcuni personaggi del Mora è solo un mezzo per farsi vedere quel tanto che basta per poi poter fare queste ospitate e promuovere marchi.. e queste sono le attività dove lui guadagna maggiormente .. e non certo a percentuale.. Io credo che con gli sponsor lui abbia guadagnato ma molto di piu’ di Costa.. perché quei contratti sono stipulati tra l’agenzia e lo sponsor.. (Quindi pensate un po’.. se lo sponsor fa un contratto di un miliardo.. per dire .. 700 magari se li intasca l’agente e a te ne dà 300.. che sono tanti lo stesso.. ma cavolo è la tua popolarità che determina la cifra .. e quindi hai voglia il Mora a dire che lui è bravo)

A“matrix” Mentana gli fa notare che lo ha sfruttato tantissimo.. lui.. un po’ piccato.. risponde che anche Costa “con lui” ha guadagnato molto .. ma vorrei vedere quanti lui.. e quanti Costa..

Per la tv.. credo che i contratti siano stipulati direttamente con l’artista .. e quindi lì.. a meno che non sia una Ventura.. cosa vuoi guadagnare.. Ma un personaggio così.. fa da traino a tutto il sottobosco..

Va bè.. comunque.. passato il momento clou di Costa.. e sempre per usare una frase di Mentana.. dopo averlo spremuto come un limone e credo dopo anche molte promesse non mantenute.. il Mora anziché attivarsi per questo ragazzo e consigliarlo per il suo bene.. passa ai prossimi … i nuovi personaggi da immettere nel circuito disco-sponsor.. Altro giro altra corsa.. e si ricomincia..

E Costa viene "accantonato"

Poi Vallettopoli ha fatto il resto.

Chissà Costa come mai ci ha messo tanto tempo per capirlo.. e quale è stata la molla che oggi gli ha fatto cambiare parere su questo signore … come agente .. ovvio..

Ricordo un’intervista della Ribas a “diva e donna”.. quando raccontò che praticamente non l’aveva proposta neanche per l’isola dei famosi.. dove era andata grazie alla Ventura.. e disse che mai un personaggio del Mora era cresciuto professionalmente.. “lui non ha mai avuto un personaggio nato dal niente che poi crescendo. è diventato un Fiorello” .. di Costantino disse.. si stà impegnando molto per migliorare e spero ci riesca..

Ma Costa ovviamente ai tempi non “colse” neanche questo messaggio.. anzi criticò la Ribas..(vallo a capire..) e allora lì alzammo tutte le mani in attesa di quello che poi oggi si è verificato..

“Un uomo di trenta anni … fa.. agisce.. prende decisioni.. disse a “uomini e donne” la bella e perspicace Pierelli.

(troppo sveglia per Costa.. ha fatto bene a mollarlo)

facendo riferimento anche all’ingerenza che questo uomo esercitava nella vita privata di questi ragazzi.. anche se lui l’ha negata dicendo che si limita a dare consigli.. Alessandra sia nella vita privata che per il suo successo ha avuto un ruolo determinante.. Peccato che anche in questo frangente Costa.. non abbia saputo gestire la situazione.. e abbia perso la maggior parte delle sue fans.. Anche qui ha seguito i preziosissimi consigli del suo agente?.. Mah..

Le cose che dice in chat oggi , mi piacerebbe che le dicesse in qualche intervista.
“Non sto piu’ col Mora perché non è stato d’aiuto per farmi crescere professionalmente.. e ha sfruttato solo la mia popolarità”

Sarebbe interessante leggere stà cosa..

D’altra parte lui si è fidato di un uomo che non credeva affatto in lui.. se non come protagonista di una storia d’amore che ha coinvolto il pubblico.. facendo sì che per questo diventasse “il fenomeno mediatico”.. Questo ha detto il suo agente di lui nelle interviste.. (anche in quella di tg com)…senza aggiungere altro.. e dimostrando che non vedeva in lui altre potenzialità.. o per giustificare forse.. la sua pochezza di agente…

in entrambi i casi.. mi sarei offesa a morte..

Faccio un riferimento alla chat di ieri con la ragazzina napoletana di cui ora mi sfugge il nome..(perdonami.. Leila??? Mi pare di sì..) Bene Leila non dare retta a Costa che ti dice di non credere alla favole.. Le favole ci sono eccome! Alla fine raccontano la vita reale in maniera un po’ fantastica e hanno sempre una morale.. In parole povere per chi non segue le regole c’è la fregatura… Chiedi a Costa.. lui ne sa qualcosa .. per quello dice così..

E poi non è Biancaneve che tradisce il Principe coi sette nani…(Costa si confonde coi filmini di un certo tipo..) ma il Principe che tradisce Biancaneve con una viperetta che si doveva trasformare in principessa .. ma niente.. non ce stà niente da fa.. l’incantesimo non riesce .. e la Bella Biancaneve se la ride … col nanetto.. per ora..

Ma Costa lo sa che i nanetti sono super dotati??... ehhhh.. diglielo Leila.. (mi riferisco alla testa.. ovvioooo)

Per quanto riguarda i reality .. mah… io prima di stare senza fare niente.. magari un pensierino ce lo farei.. cosa dovrebbero proporgli a Costa se continua solo a stare sui giornaletti di gossip con quella sfigata della sua fidanzata che ha fatto tabula rasa intorno a lui .. e che senza di lui sarebbe già sparita da un pezzo e se sopravvive ancora grazie alle storielle di corna e controcorna di entrambi..

Cosa fa lui per poter pretendere qualcosa di diverso dal reality?..

Si è impegnato in qualcosa di costruttivo? .. Ha mostrato di sè un'immagine diversa da quella che descrivono i giornali ? Non mi pare...

E' crollato anche il mito del "macho-man".. ma macho man de che?..

Questo lo dico a Costa con affetto... perchè lo sà che io ho sempre ragione...
Buon pomeriggio... Deny

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Paola Concia e l'intervista a "Gioia" ovvero la saga delle ovvieta'.

Donne che amano le donne. Paola Concia in parlamento: Mi sento sola ma non sono sola.
E’ l’unica omosessuale dichiarata della legislatura. Una condizione difficile? “Se mi avvicino a una deputata, i maschi sipreoccupano della concorrenza”.

(Alessandra Di Pietro - Gioia) Quando Paola Concia prese la tessera del Partito Comunista Italiano (1986) sapeva di essere lesbica, ma era sposa di un bel giovanotto. Ventidue anni dopo, è l’unica deputata omosessuale dichiarata della XVI legislatura, eletta nelle file del Partito Democratico. L’Italia è tra i pochi Paesi a non aver ratificato la norma antidiscriminatoria sull’orientamento sessuale, prevista nel trattato di Amsterdam. L’emendamento fu causa di un duro scontro in Parlamento, ma alla fine saltò per un errore tecnico, si citava un articolo al posto di un altro. Fu sciatteria, non malafede, però se a un provvedimento ci tieni, presti attenzione.
Il Governo era di centrodestra. La ratifica di quella norma non interessava nemmeno a loro?
Non abbastanza, forse. Talvolta la sinistra usa i diritti delle persone glbt (gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, ndr) per dirsi democratica e laica, ma non ci crede fino in fondo.
Conferma che in Parlamento non è l’unica omosessuale?
Mi sento sola, ma non sono la sola.
La sua collega e amica Paola Binetti, democratica e teodem, dice che anche i credenti in Aula sono più numerosi di quanto si pensi. Cattolici e gay hanno in comune la clandestinità?
(Ride) Bella battuta, ma io non la potrò ripetere.
E’ credente?
No, però Binetti prega per me
Per la sua redenzione?
Non lo so, non sono lì con lei.
Come riconosce le persone gay?
D’istinto, ma lo tengo per me.
Franco Grillini, ex deputato, nel suo libro “Ecce omo” (Rizzoli) fornisce qualche indizio.
Non l’ho ancora letto. Comunque non mi piace la caccia all’omosessuale nascosto, il coming out è una scelta personale.
Ci dia una stima delle persone gay in Parlamento.
Una percentuale tra il 7 e il 10 per cento. Il Parlamento rispecchia l’Italia, almeno in questo caso.
Ha notato sguardi di disapprovazione tra i colleghi?
No, mai.
Qualcuna la corteggia?
C’è una bella deputata di Forza Italia che mi guarda con insistenza. Le piaccio? Oppure mi detesta? Ah, saperlo… Però le dico, sul posto di lavoro non faccio la corte a nessuna.
L’omosessualità è trasversale?
Certo.
Anche l’omofobia è bipartisan?
Si, riguarda tutti. Tra i democratici c’è stata un’elaborazione culturale poiché il movimento glbt è nato a sinistra. La battuta volgare, però, scappa. In privato, ovvio. Davanti a me, nessuno osa.
Ipocrisia?
È un tabù politicamente corretto che non amo ma ha una minimale funzione pedagogica. In realtà, la paura della diversità sessuale si scioglie solo con la conoscenza. Scherzarci su può aiutare.
Lei lo fa? Anche in Parlamento?
Certo. Se mi avvicino ad una deputata, i colleghi si preoccupano della concorrenza e hanno la faccia tosta di farmelo sapere. Dovrei mandarli a quel paese e invece gli dico:attenti, potete scoprirvi omosessuali da un momento all’altro. Qualcuno si spaventa e scappa.
Chi ha superato la prova?
Giovanni Lolli e Roberto Giochetti sono persone a me care, non hanno alcun timore.
In questa legislatura ci sono deputati di destra amici delle persone gay?
Chiara Moroni e Benedetto Della Vedova sono alleati sui temi dei diritti. Giulia Bongiorno, presidente della commissione giustizia dove sono assegnata, è seria e competente. Angela Napoli è una donna sensibile e ho avuto un buon contatto personale con Eugenia Roccella, sottosegretaria al welfare. Spero in un consenso trasversale per approvare la mia proposta di estendere la legge Mancino anche alle discriminazioni per orientamento sessuale. Conto pure sull’Italia dei Valori: Antonio Di Pietro ha detto più volte di essere contro i razzismi.
Come la mettiamo con il celodurismo leghista?
Sono pavidi. Venissero a dirmi di persona, in Parlamento, non sui giornali, che sono culattona, e poi vediamo.
Con il centrodestra si va indietro con i diritti?
Culturalmente, andiamo verso il baratro. La destra fa leva sui peggiori istinti e sulle paure irrazionali, accomunando i diversi nella figura del nemico, sia straniero, rom o gay.
Con il centrosinistra non si erano fatti molti passi in avanti, però.
È vero, è stato lo zero assoluto; nel dibattito sui Dico (contratti di convivenza anche per coppie omosessuali, ndr) è venuta fuori l’omofobia pure nella mia parte politica. La proposta era buona, ma è stato un errore passare per il governo. Le leggi di civiltà si fanno in Parlamento cercando il consenso più ampio.
Perché una persona deve essere definita pubblicamente sulla base delle sue preferenze a letto?
Fino a quando l’orientamento sessuale sarà causa di razzismo di necessità elemento di identificazione e strumento di battaglia politica.
Gay si nasce?
No, ci si scopre gay. Altrimenti creiamo le basi per il razzismo genetico. L’omosessualità non è una malattia ma una condizione umana che puoi reprimere o assecondare.
Le piace il lato carnascialesco e desnudo del GayPride?
Si, è un pezzo di storia del nostro movimento, in quell’ostentazione c’è il coraggio di mostrarsi.
Per dovere istituzionale vede persone contrarie al riconoscimento di molti diritti per i gay. Come si comportano con lei?
Benissimo. Mi dicono subito: “Ho tanti amici omosessuali”. francamente, però, chi se ne frega! E se non li avessero? Le leggi non si fanno per gli amici. Capisco però che è il loro modo per nascondere l’omofobia.
Come è andato l’incontro con la Ministra Mara Carfagna?
Serio e cordiale, lei non era imbarazzata, concordava sulla necessità di combattere le discriminazioni, ma non è servito. Le sue dichiarazioni sono sempre pessime e ha tagliato 180mila euro destinati alla prima indagine italiana sull’omofobia.
Lei veste da maschiaccio, ma con molta cura e si intravede un bel corpo da sportiva.
Ohi, grazie!
La mattina per chi si fa bella?
Per me stessa, ovvio
E mette mai le gonne?
Si certo, per andare al Gay Village. Vuole venire stasera?

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Cesena: Celletti (Pdl), ecco perchè diciamo no ad elenco unioni civili.

Circa un anno fa fu approvato dal Consiglio comunale, a maggioranza, con il nostro voto assolutamente contrario, ma con una ferma opposizione anche dell'allora capogruppo della Margherita, oggi nel PD, un ordine del giorno in cui si auspicava il riconoscimento anagrafico delle coppie di fatto. Ad un anno di distanza è tornato alla carica il gruppo PRI, con un testo di delibera che prevede l'istituzione a Cesena dell'elenco delle unioni civili, al quale, se fosse approvato, potrebbero iscriversi due persone legate da vincoli affettivi, coabitanti da almeno due anni o due persone, sempre coabitanti da almeno due anni, ma per motivi di reciproca assistenza.

I presentatori hanno parlato di un atto di civiltà. Per noi si tratta di un'iniziativa ipocrita, un atto puramente simbolico dal punto di vista politico ed ideologico. Ipocrita, in senso laico, perché con il falso pretesto di tutelare le coppie eterosessuali che liberamente scelgono la convivenza senza vincoli matrimoniali, si tenta di introdurre l'accreditamento culturale, giuridico e sociale di un surrogato di famiglia per le coppie omosessuali.

Il dibattito intervenuto ha ben chiarito quanta confusione ci sia tra pacs, dico, cus, famiglie anagrafiche, ecc. Ma ha evidenziato anche che spesso per motivi meramente strumentali si nega che l'attuale legislazione e la giurisprudenza già prevedono molte tutele per le coppie di fatto. Se poi, giustamente, si volessero ampliare queste tutele, lo si potrebbe fare attraverso puntuali modifiche del codice civile e penale. La battaglia per il riconoscimento anagrafico delle unioni fondate su vincoli affettivi è quindi pretestuosa e rischia perfino, come hanno scritto alcuni docenti in un documento, di portare a "nuclei estranei o addirittura antitetici a quelli che richiedono una positiva considerazione sociale", vedi nuclei poligamici, sette, ecc. Bisogna quindi sgombrare il campo dalle mistificazioni.

Qui nessuno contesta la libera scelta delle coppie eterosessuali di convivere con o senza matrimonio o di ottenere maggiori tutele. Non si affermi però che la strada per ottenerle passa dall'istituzionalizzazione di altri vincoli che, a questo punto, potrebbero a ragione essere chiamati di serie B. Ma quello che appare più grave è che questa ‘crociata ideologica' rischia di minare ancora di più la famiglia come è tradizionalmente intesa anche nella nostra Costituzione. Da un lato ci si lamenta per l'indebolimento della coesione sociale e per il deterioramento della vita civica e dei valori, dall'altro si fa di tutto per scardinare la cellula fondamentale della nostra organizzazione sociale che è la famiglia. La sua sopravvivenza ed il suo rafforzamento devono invece interessare tutti, laici, cattolici, atei, perché passa di lì qualsiasi strada per affrontare la pericolosa crisi che sta investendo la nostra società".

Antonella Celletti
Consigliere comunale Gdl-Pdl Cesena

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Francia. La destra che marcia al passo della realta'. Non sembrerebbe...

(Queerway) Siamo talmente abituati ad una destra nazionale conservatrice che quasi non ci stupisce più niente di quanto il dibattito politico possa partorire.
Siamo anche talmente abituati a vedere l'enorme differenza che c'è tra la destra conservatrice italiana e le altre formazioni di destra europee che nemmeno ci poniamo più il problema di quanto sia ampio il divario che separa le nostre forze politiche da quelle degli altri paesi membri dell'Unione.
Il discorso vale sicuramente in generale ma diventa quasi paradossale se l'ambito del confronto diventa quello dei riconoscimenti dei diritti civili delle coppie formate da persone dello stesso sesso.

Un esempio lampante del divario intellettuale, politico e sociale che c'è tra l'Italia e il resto del mondo progredito è proprio il raffronto delle dichiarazioni e dell'operato tra la destra di governo italiana e quella dei cugini francesi.
Italia e Francia, da sempre storiche rivali ma fortemente unite da storia, fondamenta di diritto e politica, sono governate da maggioranze di destra.
Dichiaratamente di destra e liberiste.
Per molti aspetti, economici, sociali e politici, i programmi dei due premier sono addirittura sovrapponibili. Molte idee del programma del PdL erano parte del programma di Sarkozy così come visioni forziste del precedente governo sono state riprese dal Presidente francese (fatte le dovute distinzioni ovviamente e i dovuti adeguamenti alle differenti realtà socio-economiche!).

Inoltre entrambe le forze di governo fanno della fede cattolica una sorta di vessillo da sbandierare.
La situazione, quindi, è quanto mai paragonabile.
Bene: tra i primi atti del governo Sarkozy c'è stata una legge di tutela delle persone omosessuali. Non leggi o decreti contro l'omofobia (la Francia ne è ben fornita da anni) ma direttamente per le coppie di conviventi.
Là, dove le coppie composte da persone dello stesso sesso possono accedere ai PACS, il Presidente ha ritenuto fosse un obbligo morale per il proprio governo di ispirazione liberale estendere l'esenzione tributaria sulla successione a chi avesse contratto proprio i PACS.

Nel programma dello stesso Sarkozy poi c'era l'esplicita promessa di una legislazione che permettesse di superare i PACS e di equiparare le coppie omosessuali a quelle eterosessuali sposate. Il tutto, ovviamente, senza intaccare le conquiste già raggiunte.
Inutile paragonare i provvedimenti presenti e futuri del governo Berlusconi e le promesse in tal senso nel programma elettorale: erano semplicemente brutalmente assenti!
Ad ogni modo in questi giorni il Presidente della Repubblica Francese sta mettendo mano proprio a quella promessa elettorale fatta alle coppie gay e lesbiche e ha preparato la bozza di una legge che permetterà la nascita di un istituto parallelo al matrimonio, del tutto simile al matrimonio civile ma esplicitamente dedicato alle coppie omosessuali sul modello della Civil Partnership anglosassone.

E' evidente che, anche da destra, non ci si può che rendere conto di quello che succede nella realtà sociale e che la società stessa già vive situazioni delle quali va preso atto e che la politica non può ignorare certe realtà.
Il dibattito interno francese, quindi, si è acceso sulla proposta del Governo di "contrats d'union civile" e sulla necessità di eguaglianza dei cittadini GLBT. D'altronde la Francia ha nei geni stessi della propria democrazia i principi libertà, fratellanza e uguaglianza.
Lo scontro politico, quindi, si è spostato dal triste piano della necessità di una legislazione (necessità ormai data per scontata da tutte le forze in campo) al piano più strettamente costituzionale/giuridico.
A sostenere la proposta di Sarkozy le forze di destra (quelle che in Italia invocano garrote e pulizie etniche!) mentre contrari alla stessa proposta sono le forze più progressiste e le stesse associazioni GLBT.

Il motivo del dissenso è semplice: sarebbe in contrasto con i "valori universali della Repubblica". L'istituto delle unioni civili, infatti, creerebbe un istituto giuridico riservato ad una sola fetta della popolazione escludendo, da una parte, tutti gli altri e formando una sorta di "contratto ghetto" per chi possa accedervi.
L'unica soluzione, secondo le associazioni GLBT e le forze socialiste, sarebbe quella di aprire l'accesso all'istituto matrimoniale civile a tutte le coppie senza distinzione e senza preclusioni per le coppie formate da due uomini o due donne.
Il progetto del Governo, secondo la federazione delle associazioni GLBT (anche questo sarebbe un modello da imitare in Italia, ma questa è un'altra storia...), non rispetta il principio di uguaglianza tra tutte le coppie che, oltre ad essere sancito dalla Repubblica, era proprio la promessa fatta dal ex candidato alla presidenza Sarkozy.
Nicolas Sarkozy, infatti, durante la campagna elettorale, dall'emittente TF1, aveva dichiarato in maniera inequivocabile di voler "garantire l'eguaglianza dei diritti di successione, sociali e fiscali" della coppie omosessuali.
Al di la delle diverse formule in gioco nel dibattito c'è da rilevare un dato: presto il governo di destra francese varerà una legge che o darà la luce ad un istituto in tutto simile al matrimonio civile ma riservato alle coppie omosessuali o, se le associazioni GLBT riusciranno nella loro battaglia, aprirà le porte delle Meries alle coppie gay e lesbiche per la celebrazione dei matrimoni civili.

La conquista, al di la della formula, per i francesi sembra ormai dietro l'angolo.
A questa importantissima conquista si sta affiancando anche un'altra importantissima discussione politica.
Dopo una sentenza della Corte Europea che dovrebbe obbligare lo Stato Francese a dare in adozione dei figli anche alle coppie gay e lesbiche, i single in Francia già possono adottare, sembra pronto anche il dibattito per l'inseminazione artificiale e, soprattutto, per la Surrogacy.
Il fenomeno delle coppie che vanno in Ucraina, all'est, o in Canada per affittare un utero è ormai talmente vasto che la Francia sta pensando ad una legge per regolamentare una simile pratica e consentire questo particolare metodo di "filiazione".
A quanto pare, infatti, sono sempre di più le coppie europee che vanno a Kiev, o nella Repubblica Ceca, o in Polonia dove la maternità surrogata non è illegale e si è ormai trasformata in un business potentissimo. Alcune ricerche stimano in 300/400 coppie all'anno quelle che dalla Francia vanno all'estero per cercare una soluzione ai propri problemi d'infertilità. Le coppie, ovviamente, sono tanto eterosessuali che anche gay.
La pratica della surrogacy è illegale dal 1994 in Francia ma ora si sta pensando di rivedere quella norma proprio perchè ormai sono molte le coppie francesi che, dopo aver trovato una soluzione all'estero, tornano in patria e scoprono di non poter registrare il neonato come figlio proprio.

A far meditare la politica sulla possibilità di cambiare la legge ed abolire il divieto, oltre al numero crescente di casi, è stato anche uno studio dell'Agence de la biomédicine, pubblicato nel 2007, che ha rivelato che 53% dei cittadini francesi è favorevole alla legalizzazione della maternità surrogata.
Così, dopo un'analisi durata sei mesi, un gruppo di lavoro del Senato di Parigi (una sorta di commissione parlamentare) ha proposto all'Assemblea Parlamentare una proposta di legge per la legalizzazione regolamentata della maternità surrogata. Decisione presa anche in vista della futura revisione della legge bioetica nazionale prevista per il 2009.
Al gruppo ristretto di lavoro hanno partecipato senatori, medici e avvocati capeggiati dalla socialista Michèle André ed hanno prodotto un testo che approderà presto alla discussione delle parti politiche.
L'obiettivo principale era quello di evitare la commercializzazione della pratica, cosa che, purtroppo, sta invece accadendo proprio nei paesi dell'Est. "Sempre più paesi autorizzano la maternità surrogata, situazione che genera un vero e proprio turismo procreativo. Se non andiamo verso la legalizzazione, lasceremo spazio a pratiche lucrative", ha spiegato la stessa André.
A questo punto la palla passerà alla politica, propriamente detta, e c'è già chi avanza pareri contrari.
Veltroni Berlusconi In ogni caso, quello che c'è da notare, tanto per la controversia sui contrats d'union civile che sulla surrogacy è che sono ipotesi avallate anche dalla destra francese, la prima addirittura dal "conservatore" presidente Sarkozy mentre in Italia sono soluzioni impensabili perfino dal PD che è la forza più prograssista del Parlamento Italiano. E' tutto dire!
In buona sostanza si può tranquillamente sostenere, con la prova provata dei fatti che il partito più progressista italiano è assai più conservatore di un partito convintamente di destra d'Oltralpe. Se continuiamo così va a finire che anche i partiti xenofobi superano le nostre forze politiche e si ritrovano a sinistra di Veltroni!
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E' evidente che all'amico che ha scritto questo articolo è sfuggito qualcosa della Francia di destra di Napoleon- Sarkozy. Vi invitiamo, e con voi anche lui, a leggere questi articoli:

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Berlusconi non andrà a “Matrix”: “Niente gossip”.

(Panorama) “No Martini, no party”, diceva George Clooney nella celebre pubblicità. E il Cavaliere ha fatto più o meno lo stesso con Matrix: “No intercettazioni, no tv”. Si potrebbe riassumere così la giornata politica di oggi che è vissuta pericolosamente sul filo e in attesa delle intercettazioni. Più o meno presunte. Più o meno hard.Alla fine le intercettazioni sul premier, di cui si parla da giorni nei palazzi della politica, non sono uscite. Su nessun giornale. Di conseguenza Silvio Berlusconi non andrà a Matrix questa sera. Eppure l’attesa della possibile pubblicazione delle intercettazioni ha comunque movimentato la giornata politica.Facendo lievitare enormemente le insinuazioni. Fino ad arrivare al top con il capogruppo alla Camera dell’Idv, Massimo Donadi: “Negli Usa Bill Clinton è stato al centro di una bufera mediatica per vicende sessuali con Monica Lewinsky, ma poi non l’ha fatta ministro…”.

La risposta del Cavaliere a “Matrix” non ci sarà, ma Niccolò Ghedini, deputato del Pdl ed avvocato di Berlusconi, ha spiegato che la misura è colma: “L’emergenza c’è e sarà il Consiglio dei ministri, domani, a valutare collegialmente se sulle intercettazioni si procederà per decreto legge”. Il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna - al centro del massimo dei pettegolezzi - taglia corto: “Non mi occupo di intercettazioni, di gossip, di stupidaggini. Non fanno parte della delega del mio ministero, e quindi non me ne occupo”.

Il Cavaliere è stato blindato tutto il pomeriggio con i suoi più stretti collaboratori per decidere se andare o meno a Matrix e per sciogliere il dubbio tra decreto e disegno di legge sulle intercettazioni. Alla fine la decisione è stata quella di non andare a farsi “mitragliare” da Enrico Mentana. Nessuna colpa per l’anchorman del Tg5. Berlusconi ha spiegato di aver rinunciato alla diretta Mediaset per non oscurare il lavoro del governo con il gossip: “Abbiamo lavorato tanto e benissimo in questi primi due mesi”. Per questo, ha aggiunto in una nota il premier, “non mi pare opportuno e producente intervenire sui temi proposti da Matrix (giustizia e intercettazioni) che farebbero passare in secondo piano le tante cose realizzate dal Governo per cedere il passo ad argomenti e gossip negativi che inquinano ed ammorbano il dibattito politico e parapolitico di questi giorni deviando l’attenzione del Paese dai problemi concreti e dai risultati dell’azione di governo”.
Conferma invece la sua presenza prevista per la settimana prossima a Matrix il leader del Pd, Walter Veltroni: “Io parlerò di temi sociali che interessano ai cittadini e non certo delle cose cui fa riferimento il presidente del Consiglio, ovvero il gossip”. Per Veltroni non serve un decreto sulle intercettazioni, ma piuttosto sui salari.
E proprio sul provvedimento anti-intercettazioni si accendono i riflettori. Ci sarà domani nel Cdm? E sarà un decreto o un disegno di legge? Ai posteri, ma soprattutto all’ordine del giorno di palazzo Chigi che è atteso in queste ore, l’ardua sentenza.

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Moglie affronta l'amante gay del marito e finisce all'ospedale.

La donna lo ha denunciato per ingiurie.
(Il Corriere del Veneto) Quando ha scoperto che suo marito la tradiva ha sofferto parecchio. Ma quando ha capito che l'amante, in realtà, era un uomo, è facile immaginare che sia rimasta addirittura choccata.

È capitato a una donna di Vicenza, che la scorsa settimana è finita all'ospedale dopo aver affrontato l'omosessuale che per qualche tempo aveva intrecciato una relazione con il suo compagno. Lei, una cinquantenne, si è presentata ai medici con una ferita alla testa, accompagnata da due uomini. E i dottori, insospettiti da quel taglio e dalla presenza imbarazzata dei suoi accompagnatori, hanno deciso di avvertire immediatamente la polizia.

Gli agenti hanno quindi chiesto alla donna come si fosse procurata quel colpo e a lei non è rimasto altro da fare che raccontare tutto da principio.

Ha spiegato che nei mesi scorsi aveva scoperto che il marito aveva intrecciato una relazione clandestina. Ma non solo: era rimasta esterrefatta quando aveva capito che l'amante, in realtà, non era una donna, ma un uomo di circa dieci anni più giovane.

Erano seguiti giorni di scenate e gelosie, senza contare i dubbi in merito al «vizietto » del marito.

Ma alla fine aveva prevalso l'attaccamento alla famiglia e tra i due era tornato il sereno: avevano deciso di mettere una pietra sopra a tutto ciò che era accaduto. E per dimostrare il suo impegno, l'uomo aveva immediatamente scaricato l'amante.

Ma la coppia non poteva immaginare che i loro problemi erano appena all'inizio. L'ex «fidanzato» non ha preso bene la decisione di porre fine alla relazione extraconiugale. Diceva di essere follemente innamorato del vicentino e di non poter accettare di essere lasciato per una donna, anche se si trattava della moglie.

Per questo motivo, in più occasioni è arrivato a presentarsi a casa della coppia per implorare l'uomo di tornare da lui. Ma la scorsa settimana deve aver superato il limite, visto che la donna è andata su tutte le furie e tra l'amante gay e la moglie è scoppiata una lite furibonda.

Per cause ancora da accertare, nel corso del battibecco la cinquantenne ha perso l'equilibrio e ha sbattuto la testa, procurandosi la ferita per la quale si è reso necessario l'intervento dei medici del pronto soccorso.

«Quando si è presentato a casa, mi ha ricoperto di insulti », ha spiegato la donna, che per questo motivo ha denunciato per ingiurie l'ex amante del marito.

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Dall'Orto: La violenza è il problema e non la soluzione.

Ecco l'intervento più che condivisibile a parer nostro, di Giovanni Dall'Orto a margine del Bolognapride 2008.

Sullo scontro fisico che, leggo dai giornali, avrebbe coinvolto Graziella Bertozzo ed Elena Biagini di "Facciamo Breccia" al recente Pride nazionale di Bologna non sono in grado di dare un giudizio di merito, dato che non ero presente in quell'istante, e dato che le versioni fornite dai perpetratori e dalle vittime dell'aggressione sono del tutto inconciliabili. C'è una denuncia, vedremo come finirà.Nell'attesa, però, gli elementi sono sufficienti per dare un giudizio di metodo sull'accaduto, almeno per chi come me ha fatto da molti anni una scelta nonviolenta.

Diciamo, per iniziare, che questo incidente va preso come un sintomo patologico di un problema che sta covando come il magma sotto il tappo di un vulcano, e che non ha trovato fin qui vie democratiche per esprimersi. Il problema di sapere chi decide sui "Pride".

Per amor di pace negli ultimi anni abbiamo taciuto tutti sullo scontro sotterraneo che daccapo, come accade ogni tot anni, si sta profilando fra il Mario Mieli (che per una qualche ragione ritiene di avere una specie di diritto divino mistico al monopolio sui gay pride italiani e sui rapporti coi parlamentari) e Arcigay (che per una qualche ragione ritiene di avere una specie di diritto divino mistico al monopolio sulla politica gay italiana).

Quest'anno il Mieli ha convocato il suo Pride romano prima di quello nazionale, per fregare attenzione mediatica e partecipanti a quello nazionale, ed in parte devo dire che c'è riuscito. Da qui a prevedere un'escalation di rappresaglie e contro-rappresaglie il passo è breve.È chiaro però che su questa strada andiamo daccapo allo scontro frontale fra gruppi, e ai Pride separati, come abbiamo già sperimentato in passato con risultati semplicemente disastrosi per entrambi i litiganti.

Né il Mieli, né Di'Gay project, né Arcigay né tanto meno "Facciamo Breccia" (che su questo Pride ha sputato fino al giorno prima, salvo poi "esigere" diritto di tribuna, dopo aver rifiutato di aderire alla piattaforma politica: misteri della psiche umana!) vogliono la costituzione di un comitato per il Pride nazionale con reali poteri decisionali, dato che ognuno di loro "vuole tutto".

Ma o iniziamo subito a parlarne o andiamo allo scontro. Che mi permetto di suggerire che non interessi a nessuno, anche perché ogni gruppo ha i suoi altarini da proteggere, e se viene meno la "pace armata" da "cane non mangia cane" osservata negli ultimi anni, ognuno dei contendenti è molto ma molto vulnerabile...

Non è una minaccia: è una considerazione e un avviso. Se il movimento lgbt ha ottenuto tanto poco in questi anni è stato anche (non "solo", ho detto "anche") perché i gruppi più forti (Mario Mieli, Arcigay Cassero, Arcigay nazionale, Di'Gay project, Arcigay CIG Milano) sono tutti ormai delle semplici holding commerciali che hanno troppo da perdere da uno scontro con le istituzioni. Dunque mantengono sempre, "a prescindere", un basso profilo.

Il tempo in cui i gay "non avevano nulla da perdere se non le proprie catene" per questi gruppi è finito da un pezzo, ma purtroppo sono proprio loro, grazie alla loro ricchezza economica, a dare il "la" al dibattito... continua

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E Tayson Gay diventa "omosessuale".

Clamorosa gaffe del sito One News Now che storpia così il cognome del primatista americano dei 100 metri. Colpa del filtro imposto dall'American Familiy Association, un ente conservatore impegnato nella difesa dei valori tradizionali.

(La Gazzetta dello Sport) "Omosessuale entra facilmente nelle prove per la finale dei 100 metri". Il sito internet One News Now ha annunciato così la notizia della qualificazione alle Olimpiadi di Pechino del primatista mondiale dei 100 metri Tayson Gay. Una gaffe evidentissima, causata da uno zelo informatico. Tutta colpa della American Family Association, un ente conservatore impegnato nella difesa dei valori tradizionali della società americana che da qualche settimana filtra i lanci d'agenzia, "ripulendole" dalle parole poco gradite. Ed è così che Tyson Gay (cognome molto diffuso oltreoceano) si è trasformato in Tyson Omosessuale, termine preferito dall'associazione.

IMBARAZZO - I gestori del sito non hanno nascosto un certo imbarazzo di fronte alla richiesta di spiegazioni arrivata puntuale dagli altri organi di informazione, compreso un pungente "Washington Post" che non ha risparmiato ironie, proponendo di ribattezzare anche il bombardiere Enola Gay e lo scrittore Gay Talese. "Il termine omosessuale è più positivo di gay. Ad esempio, matrimonio omosessuale suona meglio di matrimonio gay", ha dichiarato il direttore di One News, Fred Jackson, nel tentativo di rimediare all'errore. Ma poi ha ammesso: "Mi rendo conto che questo accorgimento può creare equivoci, quindi d'ora in avanti ne faremo a meno".

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Chris Martin: pensavo di essere gay.

Difficile a dirsi, ma sembra proprio certo. Il cantante dei Coldplay, Chris Martin, attualmente sposato con la bella attrice Gwyneth Paltrow, sospettava di essere gay in età giovanile, in quanto intimidito dal gentil sesso.

"Ho avuto una rigida educazione cristiana - ha confidato alla rivista Rolling Stones - Credevo che il sesso fosse tabù. Pensare alle tette significava andare all'inferno. Ma poi ho capito che sono fantastiche!".

Questa rivelazione non sorprende più di tanto, visto che non troppo tempo fa, la la star britannica aveva dichiarato di non aver avuto rapporti sessuali fino a 21 anni. Ora sembra stia recuperando il tempo perduto, godendosi la sua relazione, 'tutta etero', con la bionda mogliettina.
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