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martedì 12 agosto 2008

Amante e brutale, la doppia faccia di Adriano al British Museum.

Amante e brutale, la doppia faccia di Adriano al British Museum

(Panorama) Altro che Marguerite Yourcenar. L’Adriano che il British Museum rimanda all’occhio del visitatore nella eccezionale mostra, eccezionale per quantità e qualità di opere presentate, appena inaugurata a Londra è tanto civilizzatore quanto brutale e aggressivo. Adriano, Impero e conflitto, in cartellone fino al prossimo 26 ottobre, sfugge infatti all’idealizzazione proposta dalla scrittrice nel suo celebre “Memorie di Adriano” del 1951 e restituisce un Adriano fedele alla storia e per questo più autentico.

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Cadavere trovato nel parco di Monza. Possibile un episodio a sfondo sessuale.

Mercoledì sarà eseguita l'autopsia. Il corpo dell'uomo, di circa 70 anni, era in una zona frequentata da coppiette e omosessuali.

(Il Corriere della Sera) C'è anche la pista dell'episodio a sfondo sessuale tra le ipotesi seguite dai carabinieri di Monza per fare luce sulla morte di un uomo di circa 70 anni, il cui corpo è stato trovato nel parco della città lombarda. L'uomo, italiano e senza documenti con sé, era in una zona frequentata da coppiette e omosessuali. La morte potrebbe risalire a quarantotto ore prima della scoperta, ma sarà l'autopsia - mercoledì - ad accertare la dinamica del decesso. Il cadavere è stato scoperto dal dipendente di una ditta che ha un appalto per lavori all'interno del parco: giaceva a faccia in giù in una pozzanghera dovuta alle recenti piogge, e a un primo esame non presentava segni di violenza. La bicicletta dell'uomo era a poca distanza dal corpo.

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Argentina: abolite leggi militari che violavano i diritti.

(Rico Guillermo* - Ossevatorio sulla legalità) Importanti progressi sui diritti umani sono stati compiuti in Argentina la scorsa settimana. Il Congresso argentino ha infatti eliminato il codice militare di giustizia, una speciale giurisdizione risalente al 19° secolo che non prevedeva l'avvocato difensore per i militari processati dalle Corti marziali e conteneva l'ultimo residuo della pena di morte ed inoltre ha posto termine alle punizioni per l'omosessualita'.

Il Senato ha votato all'unanimita' la revoca del codice, originariamente approvato nel 1895 e successivamente convertito in legge nel 1951, che di fatto confliggeva con l'attuale Costituzione. I reati militari sono stati introdotti nel codice penale standard, creando una procedura penale militare per i tempi di guerra. In aggiunta, un nuovo codice disciplinare esclude la punizione per l'omosessualita', e anzi prevede sanzioni in caso di discriminazione e molestie sessuali.

Per quanto riguarda la pena di morte, essa non era prevista nella giuridizione civile, ma il codice penale la prevedeva per i crimini piu' gravi - tradimento, spionaggio, ribellione e ammutinamento. Nonostante la severita' del codice, tuttavia, i membri della dittatura della giunta militare condannati da tribunali civili poco tempo dopo sono stati graziati e decine di procedimenti giudiziari sono stati cestinati grazie alle leggi di amnistia approvate a meta' degli anni '80 anche se i militari hanno continuato a rivendicare la competenza di tribunali militari, ma senza successo.

L'abrogazione del codice di giustizia militare e l'estensione dei diritti costituzionali alla sfera militare risponde ad un impegno assunto dal governo argentino con la Commissione interamericana per i diritti umani grazie alla petizione di un avvocato che era stato un militare punito dalla Corte mrziale per aver testimoniato contro ufficiali superiori complici di un omicidio.

All'Autorita' IACHR, parte del sistema di giustizia dell'Organizzazione degli Stati americani, Correa ha sostenuto che la sua sentenza di condanna era stata incostituzionale perche' gli era stato negato un giusto processo. L'Argentina si e' scusata per Correa e ha promesso di riformare il Codice militare di giustizia, come e' appena avvenuto.

La legge approvata mercoledi' scorso prevede che, anche in tempo di guerra, occorre compiere ogni sforzo per utilizzare il sistema di giustizia ordinaria per i casi che coinvolgono personale militare. Se ciò non fosse possibile, i giudici militari nel caso devono rispettare il Codice penale, e il verdetto non sarà considerato come definitivo fino a quando non sara' stato ratificato da un tribunale civile in tempo di pace.

* si ringrazia Claudio Giusti

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Luxuria: All'Isola dei famosi parlerò delle difficili condizioni delle trans in Italia.

Antonella Casu, segretaria dei Radicali italiani, lancia l’allarme subito dopo l’arresto del transessuale brasiliano clandestino che ieri ha chiesto aiuto ai carabinieri, mentre un uomo tentava di sfondargli la porta per ottenere prestazioni gratuite, finendo in manette.

DiacoBlog raggiunge al telefono Vladimir Luxuria e l’ex parlamentare di Rc è come un fiume in piena:
” A pochi giorni da un omicidio di una trans brasiliana a Milano, succede che una altra trans fa quello che un cittadino dovrebbe fare quando è in pericolo la sua incolumità: rivolgersi alle forze dell’ordine. E’ pazzesco: solo in Italia, in questo caso, il criminale non è chi attenta alla persona ma la trans stessa. Questa vicenda è un precedente pericoloso: da ora in poi tutte le persone e le trans che non hanno un permesso di soggiorno e vivono Italia, non si fideranno più nè dello Stato nè delle forze dell’ordine. Rischieremo di avere in futuro una quantità numerosa di crimini impuniti, se la logica continuerà ad essere quella di punire l’appartenenza ad una categoria, invece che i comportamenti”.
Userai il palcoscenico televisivo dell’Isola dei Famosi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione che vivono centinaia di trans in Italia?
” Sono realmente curiosa dei percorsi umani e professionali di chi parteciperà con me al cast dell’Isola dei Famosi. Come io mi appassionerò alla vicende di una ragazza brasiliana che viene in Italia per fare la velina, spero che accada anche il contrario. Mi auguro che i miei colleghi sull’Isola abbiano voglia di conoscermi meglio, di scoprire e approfondire la mia storia. Del resto io ho avuto la possibilità di diventare parlamentare e di avere a disposizione molti mezzi di comunicazione che mi hanno dato popolarità e successo. Ma lì fuori, sulla strada, ci sono molte trans che vivono ai margini e il mio compito è quello di dare voce anche a questo spaccato di società “.
Vuoi rivolgere un appello al Governo?
” A Berlusconi e al Ministro Mara Carfagna dico: non dimenticate chi vive quotidianamente il peso della discriminazione. Lo Stato e le forze dell’ordine hanno il dovere di proteggere tutti i cittadini, anche chi è trans e chi non ha ancora il permesso di soggiorno”.

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Intervista a Stefano Grespan; "Il cinema ritrae i gay al margine della società".

(Giovanni Zambito) Venerdì scorso alle ore 21.30, nell’ambito della manifestazione culturale “Letture d'estate a Roma” a Castel Sant’Angelo, le Edizioni Libreria Croce hanno presentato “Engendering gay cinema. Analisi ed evoluzione del cinema omosessuale tra contaminazioni e sdoganamento di genere”, un libro di Stefano Grespan (pp. 216, € 16,00).

L'autore, 29 anni di Treviso, laureato in Scienze della Comunicazione, appassionato e studioso di cinema e fotografia, ha esperienza nel campo della ristorazione e organizzazione di eventi culturali. Attualmente lavora per un’agenzia di comunicazione di livello nazionale ed è alla sua prima pubblicazione. ClandestinoWeb lo ha intervistato.

Da quale occasione e/o quando è nata l'idea del volume?
"Questo volume nasce come lavoro accademico, anche grazie alla disponibilità e all’aiuto del Prof. Gian Piero Brunetta dell’Università di Padova. L’idea si è sviluppata nel corso degli anni osservando molti film considerati ‘a tematica’ omosessuale e rintracciando al loro interno degli aspetti comuni non solo nell’aspetto rappresentativo e iconografico piuttosto che narrativo, quelle che possiamo definire ‘logiche di ripetizione’ che danno struttura al processo di generificazione di un genere cinematografico. Il genere cinematografico omosessuale appunto".
Che valore assume un libro del genere? che finalità persegue?
"Lo scopo del lavoro non è entrare nella disputa un po’ faziosa tra sostenitori del tematismo e i sostenitori del genere. Questa la ritengo una diatriba ormai superata e inutile. Il mio pensiero è spiegare perché ad oggi possiamo definire un genere cinematografico omosessuale e quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per poterlo identificare, in un attuale panorama filmico mondiale. Quando parlo di strumenti mi riferisco a strumenti tecnici di ricerca. È per questa ragione che ho utilizzato un approccio semiologico nell’indagare il fenomeno. Questo metodo mi ha permesso di andare in profondità all’interno della realtà cinematografica, non escludendo a margine un certa ricostruzione storica e sociale, d'altronde inevitabile nel ricostruire la genesi e il consolidarsi di questo genere. Una concettualizzazione tecnica e ricostruzione di questa fattispecie non prettamente storica e non prettamente sociologica ma rigorosamente cinematografica non era ancora stata operata in Italia".
Perché c’è la necessità di rintracciare in ogni categoria la componente gay? Non dovrebbe essere naturale? Forse gli stessi gay alimentano il pregiudizio di ‘anormalità’…
"La disciplina semiologia, che mi dato il metodo, e la materia cinematografica rintracciano aspetti culturali e ne sono espressione. Un genere, cinematografico ma non solo, perché esiste deve essere percepito come tale. La coscienza dell’identità generica di un film gay permette, solo oggi, al suo spettatore, che riconosce una formula di comunicazione stabile, di organizzare il proprio sistema di aspettative rette dalla personale attività percettiva e cognitiva. Forse molti attori della ricezione, teorici piuttosto che critici, non hanno ancora organizzato alla stessa maniera del pubblico il loro ‘regine generico’ spettatoriale, poiché si distinguono per la loro esperienza sociale ed estetica, per la loro cultura cinematografica, per il rispettivo sistema di valori, per il loro grado d’adesione o di rifiuto a logiche identitarie. Il categorizzare è un’esigenza umana di semplificazione, tralasciare alcuni aspetti per una rappresentazione più diretta e maggiormente fruibile. Non credo sia plausibile confondere quest’operazione culturale e cognitiva come un fenomeno di ghettizzazione, di autoghettizzazione o di stereotipizzazione. Non si può prescindere dall’analizzare e fotografare un fenomeno come il momento di evoluzione di un genere cinematografico solo per ragioni di basso moralismo autoreferenziale. L’aver voluto trattare la cinematografia omosessuale alla stregua degli altri generi cinematografici, ricostruendo com’è stato fatto per questi il loto iter di formazione, sebbene in un rinnovato contesto cinematografico, ne dà pari dignità".
A suo parere qual è la situazione del cinema italiano in generale?
"Non sono un critico del cinema e non credo sia serio dare giudizi sommari. Penso comunque che il cinema italiano sia in una fase di riscoperta e di rinnovamento, non è difatti privo dal percorrere la cinematografia omosessuale. Purtroppo come l’intero assetto culturale del nostro Paese è bloccato da fattori di diversa natura".
Il cinema di Ozpetek è così rappresentativo ed esaustivo?
"La cinematografia di un solo autore non può essere totalmente rappresentativa ed esaustiva di un fenomeno ma contribuisce alla propria crescita e affermazione. Ferzan Ozpetec è stato eletto dalla comunità gay italiana a proprio rappresentante nel mondo del cinema. Ma questa è solo una porzione del suo pubblico che è molto più esteso e che inevitabilmente considera la sua produzione filmica ‘genericamente modellata’ al genere cinematografico omosessuale".
In base al suo studio il cinema gay italiano quali cliché avalla e quale novità apporta?
"Al pari di altre cinematografie nazionali anche il cinema Italiano vuole sempre più fornire un’immagine di ‘normalità’, per certi versi rasserenanti per certi altri reazionaria. Nel senso che la ‘diversità’ fa paura allora meglio non mostrarla. In passato la rappresentazione degli omosessuali nel nostro Paese è stata molto legata alla figura del Sissy, dell’effemminato, edulcorante e inoffensiva quanto stereotipica e offensiva. Seguendo il modello del cinema Hollywoodiano ancora si inseriscono quegli elementi iconografici che ritraggono l’omosessuale al margine della società perché malato piuttosto che deviante".
La presenza ingombrante del Vaticano è un ostacolo per la cinematografia gay?
"Paradossalmente la novità della cinematografia omosessuale italiana sarà fornita proprio dalle innegabili ingerenze culturali che vive il nostro Paese. Mi spiego: la Chiesa italiana sta fornendo una tale quantità di elementi e di alibi per parlare di sé all’interno di questa produzione filmica che presto il tema emergerà e prolifererà sempre più e con dei risvolti innovativi, sotto il profilo espressivo, nella cinematografia omosessuale nazionale.

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Madonna è tutta rifatta? Lo scrive anche New York magazine.

(Omoeros) Non bastava l'imminente divorzio con il marito Guy Ritchie, non bastavano le svelate marachelle della signora della musica internazionale da parte del fratello in un libro biografico che mette a nudo, vizi, stravizi e bugie della diva del pop. Adesso Madonna deve fare i conti anche con chi la vuole come una Cher qualunque, modificata completamente da un bisturi perfetto, come diceva qualcuno qualche anno fa, che l'ha resa bella ed apprezzabile anche ora che ha ormai raggiunto il traguardo del mezzo secolo di vita. A mettere in piazza i probabili interventi a cui Madonna si sarebbe sottoposta è addirittura l'autorevole New York Magazine che le dedica anche una copertina shock con il volto apparentemente perfetto segnato da tutte le operazioni a cui avrebbe ceduto per migliorarsi. Non solo i classici naso e labbra per apparire più sensuale e perfetta, ma addirittura una raddrizzatina al mento, un intervento alle guance per renderle più prominenti e anche mandibola e sopracciglia non sono più quelle naturali. Insomma la signora Ciccone pare che abbia elargito buona parte dei suoi averi ad un buon chirurgo per modificarsi il volto e i fan proprio non ci stanno. Se alcuni non sono interessati dai cambiamenti di Maddie, i fan più sfegatati credono siano tutte calunnie per impolverare la lor beniamina colpevole soltanto di essere sulla cresta dell'onda da anni riuscendo a trasformarsi camaleonticamente azzeccando sempre il look giusto e dettando nuove mode. Quale sarà mai la verità? Ma soprattutto, ci interessa davvero saperla?
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Tutte vogliono diventare Moana. In 5000 al casting. Online l'ultimo video porno di Moana.

Già arrivati 5mila video: ragazzine di 18 anni e signore di 40. Giurano di adorare la Pozzi e credono di essere la sua sosia. Aspiranti attrici per la fiction di Sky.

(Leandro Palestini - La Repubblica)In Italia ci sono cinquemila signore e signorine convinte di poter far rivivere il mito della pornostar Moana Pozzi in formato fiction per la mini-serie satellitare (in due puntate, regia di Marco Ponti) che andrà in onda nell'autunno 2009. Il web casting aperto da Sky sta esplodendo, arrivano a migliaia i video autopromozionali: un incredibile spaccato dell'Italia al femminile. Studentesse sexy e casalinghe irrequiete provano a sedurre con clip ammiccanti, c'è l'estetista che si sente la sosia di Moana e la cantante lirica pronta a far rivivere la pornostar con la sua voce. Il web casting e aperto a tutte le maggiorenni in cerca di ...

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Olimpiadi. La caduta degli dei, flop della Manaudou e di Montano.

Olimpiadi: nuoto, nuova delusione per la Manaudou.
(Agr) Medaglia d'oro e record europeo nella finale dei 100 dorso femminile per la britannica Gemma Spofforth ai Giochi di Pechino. 59"38 il tempo della vincitrice, mentre ha ancora deluso la francese Laure Manaudou, una delle atlete più attese dei Giochi, che ha concluso soltanto al settimo posto. La francese è uscita dall'acqua in lacrime, scura in volto. "Sono affranta, mi chiedo se valga la pena continuare a nuotare - ha detto - la forza di continuare per ora me la danno solo i miei familiari".
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Olimpiadi: nuoto, Pellegrini in finale nei 200 stile libero.
(Agr) Federica Pellegrini ha conquistato la finale dei 200 metri sl alle Olimpiadi di Pechino. L'azzurra, che ieri in batteria aveva realizzato il nuovo primato mondiale, ha vinto la propria semifinale in 1'57"23, terzo tempo assoluto. Nell'altra semifinale, infatti, hanno fatto meglio di lei la slovena Sara Isakovic (1'56"50) e l'americana Katie Hoff (1'57"01).
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Olimpiadi: scherma, Montano eliminato nella sciabola.
(Agr) Aldo Montano non si confermerà olimpionico della sciabola individuale maschile: il campione livornese, infatti, è stato eliminato negli ottavi di finale dallo spagnolo Jorge Pina con il punteggio di 15-14. Per l'Italia è ancora in lizza per una medaglia il solo Luigi Tarantino, che negli ottavi ha sconfitto il francese Boris Sanson. E' stato eliminato, infatti, ei quarti dopo aver battuto 15-7 il francese Boris Sanson. In precedenza, infatti, era stato eliminato anche Diego Occhiuzzi.
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Olimpiadi: scherma, Montano verso il ritiro.
(Agr) L'amarezza di Aldo Montano per la precoce eliminazione dal torneo di sciabola maschle, spinge l'ex olimpionico livornese ad annunciare un possibile ritiro:"Non so se continuo - ha detto Montano - non è una decisione che posso prendere qui a caldo, ma certo è più probabile che smetta, ma a caldo c'è amarezza, viene da dire basta. Piano piano vedremo... Magari lanciamo un sondaggio - ha scherzato - ma forse è giunto il momento di chiudere".

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Amara vita Trans.

di Federica Pezzoli*
E' di oggi la notizia dell'ennesima aggressione ai danni di una persona transgender. La colpa, giustappunto, essere transgender - con l'aggravante della "clandestinità". La pena, nota a pochi - purtroppo. Espulsione, emarginazione, ostracismo, violenza, carcere - ma anche, e spesso - non in questo caso, per fortuna -, "morte-violenta". E' il boia-transfobico che si materializza in famiglia, in casa, per strada - ovunque. E' la "nostra società" - "complicata". Gia! Le tecniche usate dal boia-transfobico le più disparate. Il fine - unico: "violenza" - tanta, tantissima, "violenza" -, diretta e spietata contro le persone transgender o (ex)transgender. Violenza psicologica - ma spesso fisica. Il boia-transfobico per sfogare la sua "rabbia" contro la/il "diversa/o da sé", si serve di strumenti "efficaci", che massacrano l'altra/o: coltelli, accette, automobili, calci, pugni - la sua "macabra fantasia" non ha limiti - spazia con disinvoltura nel mondo dell'orrore. Le motivazioni: "futili" - sempre. La società sorda all'"urlo-muto", delle persone transgender o (ex)transgender - ha altro a cui pensare.

Purtroppo anche io - (ex)transgeder, oggi donna almeno per lo Stato, militante in Arcigay Roma -, vivo come molte/i transgender o (ex)transgender una vita "impossibile". Blindata e nel terrore. Non in carcere - perché non "clandestina" - ma, seppur cittadina a pieno titolo, di fatto una "clandestina" in Italia, a Roma - un'estranea, di troppo, come chi, questa notte dopo aver subito una "violenza" è stata incarcerata. Io che scrivo questo articolo da un quartiere romano poco distante da Regina Coeli terrorizzata da una società omo-transfobica - "urlo" da queste pagine che sono con Lei. Sono Lei e tutte/i quelle/i come Lei - transgender o (ex)transgender. E da queste pagine la saluto affettuosamente. Lei che ora si trova chiusa in una "gabbia", perché persona transgender e clandestina - che ha subito una violenza. Tra noi non esistono "mosche bianche", siamo tutte/i uguali - noi - sorelle e fratelli - con, troppe volte, lo stesso "maledetto e brutale destino". Una morte violenta, preceduta da una vita condita da pochi e rari affetti. Assenza di un "lavoro pulito". La sentita paura di assistere, ovunque, alla materializzazione del boia-transfobico - in casa, mentre dormi, o prepari un caffé. Vite impossibili nella città eterna - come il titolo di un mio articolo, pubblicato mesi or sono su Women in the city, il magazine di Articolo 21. Altri miei scritti "galleggiano" nel vasto mondo "internettiano". Nessun copyright - ma tutti sul tema. Leggeteli in questi giorni che vi trovate, liberi di esistere, in qualche splendida località turistica. Chissà, forse, al ritorno dalla pausa estiva "rigenerante", sarete più "umani", "tolleranti", ma sopratutto "inclusivi" nei confronti di chi non ha nessuna colpa - salvo quella di essere una persona e di "esistere" tra voi.
Buone vacanze.

*Candidata presidente dell'Arcigay di Roma.

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