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mercoledì 4 giugno 2008

Unioni gay in California. La corte suprema rigetta la richiesta di sospensione.

Era stata presentata da 10 Stati in vista referendum novembre.
(Apcom) La Corte Suprema della California ha rifiutato la richiesta presentata da 10 stati di sospendere fino a novembre la sentenza con la quale ha dato il via libera ai matrimoni tra coppie omosessuali nello Stato più popoloso dell'Unione. Eliminato questo ultimo ostacolo, le prime unioni potranno essere celebrate tra meno di due settimane.

Preoccupati per le possibili ripercussioni a livello nazionale, i procuratori generali (tutti repubblicani) degli Stati avevano chiesto che la decisione venisse sospesa fino alle elezioni presidenziali di novembre, quando i californiani saranno chiamati ad esprimersi anche su un referendum per bandire i matrimoni tra lo stesso sesso.

In particolare gli Stati temono possibili cause legali da parte dei propri residenti gay che decideranno di sposarsi in California e che una volta tornati a casa potrebbero chiedere di veder riconosciuti diritti riservati agli sposi eterosessuali, come la dichiarazione dei redditi congiunta. Tra i firmatari c'erano Utah, Michigan, Alaska, Colorado e Florida (tutti questi stati proibiscono il matrimonio tra gay). Incluso anche il New Hampshire, che invece consente le unioni civili.

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Roma. Definitivo no al gaypride in Piazza San Giovanni, Chiesta Piazza del Popolo.

(Agi) Nientepiazza San Giovanni per il gay pride del 7 giugno. La decisione del Comitato provinciale per la sicurezza di Roma e' stata comunicata dal Prefetto Mosca agli esponenti del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, che hanno partecipato all'incontro in prefettura insieme alla deputata del Pd Paola Concia, Sergio Rovasio dei Radicali e Saverio Aversa di Prc. Il corteo del RomaPride 2008, dunque, non terminera' nella storica piazza romana: il Mario Mieli si dichiara "stupefatto, perche' la decisione e' del tutto priva di buonsenso. Testardamente - spiega il Circolo in una nota - abbiamo combattuto fino alla fine; siamo stati sconfitti dalla cecita' di chi non ha compreso la gravita' etica e politica di negare una piazza per motivi risibili". La kermesse "si svolgera' ugualmente e in maniera alternativa": domani gli organizzatori presenteranno alla Questura un percorso alternativo con termine in Piazza del Popolo). In ogni caso il Mario Mieli definisce "sconcertante" la decisione, "un'offesa per tutta la comunita' Lgbt e una ferita inferta alla democrazia".

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Alfredo Cazzola: “Candidarmi a sindaco di Bologna? Potrei pensarci".

Il presidente del Bologna Calcio Alfredo Cazzola
((Filippomaria Battaglia - Panorama) Dal calcio alla politica, il passo è breve. Ed infatti da Achille Lauro a Roman Abramovich, i nomi dei “patron” del pallone che hanno deciso di tentare la carta dell’agone pubblico si sprecano. L’ultimo, in ordine di tempo, potrebbe essere Alfredo Cazzola, presidente del Bologna Calcio.

“Candidarmi a sindaco? Mi prendo l’impegno di riflettere con grande attenzione su questa opportunità o possibilità” ha detto durante un’intervista rilasciata ad un quotidiano della città. “Quello di candidarmi a sindaco è un ragionamento che farò a tempo debito” ha proseguito il presidente,”certo è che “la lingua che parlo meglio è il dialetto bolognese. Tutte le mie attività sono state legate alla città. E sono un bolognese che ha sempre vissuto con grande entusiasmo la sua città. Una città che meriterebbe di essere più ambiziosa e di avere più ambizioni”.

A sfidare l’anno prossimo lo “straniero” Cofferati - che la settimana scorso ha rotto gli indugi, decidendo di ripresentarsi - potrebbe essere proprio lui, “il presidente del ritorno in A”, come qualcuno lo ha definito in questi giorni. Sfruttando così, l’onda lunga che arriva dal pallone anche se - fa sapere sempre Cazzola - “una cosa è il calcio, un’altra è amministrare una città, che significa farsi carico quotidianamente della gestione di un territorio. Ma è un argomento che mi piacerà affrontare, su cui mi concentrerò nel prossimo periodo”.

Una candidatura che potrebbe mettere d’accordo tutta la coalizione di centrodestra, a cominciare dal deputato di Forza Italia Fabio Gargnani, vero sponsor dell’operazione. E che non troverebbe indiffirente neppure l’Udc di Pier Ferdinando Casini (”un fatto positivo”, hanno commentato i luogotenenti democristiani).

Gli indizi per un “sì convinto” ci sono tutti, a cominciare dalla partita di domenica scorsa, che ha visto il Bologna conquistare la massima serie. In tribuna d’onore, allo stadio “Dall’Ara” era assente il primo cittadino Sergio Cofferati. C’era però il presidente della Camera Gianfranco Fini, pronto a festeggiare il ritrono nella serie A del suo Bologna.

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Milano. Gaypride di protesta con cerotto sulla bocca fino a Piazza Duomo.

(Agi) Un corteo silenzioso di migliaia di persone che sfileranno in piazza Duomo a Milano con un cerotto sulla bocca, in segna di protesta contro "la politica e le gerarchie cattoliche" . Si presenteranno cosi', gay e lesbiche all'annuale appuntamento con il 'pride' del 7 giugno.
L'appuntamento milanese e' per le 17 con partenza da via Palestro, per poi sfilare fino in centro citta' toccando piazza della Scala, piazza Duomo, per concludersi al Castello Sforzesco. Lo slogan della manifestazione e' "…ma non togliamo il disturbo", affermazione che richiama il fatto che "da molti anni si chiede l'ottenimento di alcuni diritti umani da parte della comunita' 'lgbt' italiana e - si legge in una nota firmata da Paolo Ferigo, presidente Arcigay Cig di Milano, Aurelio Mancuso presidente nazionale Arcigay, Stefania Cista presidente Arcilesbica Zami di Milano e Francesca Polo presidente nazionale Arcilesbica - per colpa di una politica ipocrita, arretrata, nel nostro paese non si riescono ad approvare leggi ormai presenti in tutta Europa". Durante il corteo, all'approssimarsi di piazza Duomo, la musica dai carri verra' spenta, il corteo d'improvviso diventera' muto, e tutti i partecipanti metteranno un cerotto in bocca "per protestare - spiegano - contro la volonta' della politica e delle gerarchie cattoliche di farci stare zitti. Un gesto forte, che vuole anche ricordare il silenzio sociale in cui sono costretti milioni di lesbiche e di gay, per paura di essere uccisi, violentati, aggrediti, discriminati. La piu' gran comunita' lgbt italiana dara' cosi' un segnale politico preciso, in preparazione del Pride nazionale di Bologna del 28 giugno".

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Festa del Cinema, Bettini lascia. Gianluigi Rondi il successore?

Alemanno: "Fumata bianca, entro due giorni il nuovo presidente".
(Francesca Giuliani - La Repubblica, edizione di Roma) Alla fine c´è voluto il sacrificio di Goffredo Bettini per salvare la Festa del Cinema. Ultimo atto dell´ennesima giornata convulsa intorno alle sorti della kermesse romana, l´incontro tra il sindaco Gianni Alemanno e il politico che la Festa l´ha praticamente inventata, definita, curata nella gestione nel suo ruolo di presidente della Fondazione che ne porta il nome. In un andirivieni di voci, conferme e smentite che hanno visto in poche ore il Comune sfilarsi dalla Festa (strategicamente, giusto un paio d´ore prima dell´atteso incontro) poi invece no, Bettini si dimette quindi il Comune resta - anzi - ci mette un milione e mezzo di euro, infine è arrivata la cosiddetta "fumata bianca" e il gran finale, un salvataggio, diciamo così, della più bettiniana delle creature culturali.
Tutto si è svolto secondo puro copione politico, con il sindaco che dichiara ai giornalisti il suo «grazie alla disponibilità di Bettini di sacrificarsi per fare in modo che la Festa vada avanti». Ora, via alle carte, agli adempimenti burocratici successivi a quell´accordo raggiunto tra gentiluomini raggiunto ieri. Oggi stesso dovrebbe essere presentata una memoria di giunta per indicare, a Provincia e Regione, le proposte del Campidoglio. Intanto continua a circolare - già da settimane - come accreditato il nome di Andrea Mondello, che già siede nella Fondazione per la Camera di Commercio da qualcuno però guardato di traverso per le simpatie veltroniane. Non si esclude perciò che la nuova amministrazione capitolina metta in pista un tecnico (tipo Gian Luigi Rondi) o un addetto ai lavori che ritiene, in qualche modo, più consono all´incarico e naturalmente anche più duttile alle proprie vedute.
«La mia sola preoccupazione in queste settimane è stata di salvare la festa del Cinema a cui ho dedicato tre anni di lavoro bellissimi con tanti bravi e giovani talenti professionali - ha detto in serata Bettini, di ritorno dagli ultimi incontri in Giappone proprio per la prossima Festa - Per questo ho ribadito al sindaco la mia disponibilità e decisione di lasciare la presidenza, al fine di sgomberare il campo da ogni possibile polemica e strumentalizzazione politica che oggettivamente può nascere per il mio incarico nel Partito democratico». Che la mano di Alemanno si sarebbe abbattuta anche su questo incarico, era annunciato da tempo, ma Bettini ha voluto ricordare di non essere stato nominato «nell´ambito di una lottizzazione», avendo anzi «contribuito, partendo da zero alla realizzazione dell´evento che in due sole edizioni si è affermato in tutto il mondo». In conclusione del suo lungo addio, Bettini dichiara ancora: «Mi pare che il sindaco abbia ribadito la volontà del Comune di rimanere nella Fondazione, di rispettare gli impegni sottoscritti dai soci e dare un segnale di certezza per l´edizione 2008, ormai in preparazione avanzatissima».

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Gay contro omofobia nel calcio.

A Vienna manifestazioni di protesta con movimento lesbo.
(Raisport) La comunita' omosessuale di Vienna lottera' contro omofobia e pregiudizi nel mondo del calcio in occasione di Euro 2008. Apre infatti al Museumsquartier una mostra di manifesti premiati al concorso 'Homo:Foul' (gay:fallo). Si tratta di opere vincitrici al concorso internazionale 'calcio e gay' del centro viennese cultura e storia lesbo e gay 'Qwien'. La squadra di calcio di lesbiche di Vienna punta invece a conquistare giocatrici e richiamare attenzione sul calcio femminile.

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Le nuove icone gay tra cinema e musica.

La sua intensa interpretazione in I segreti di Brokeback Mountain, a fianco al compianto Heath Ledger, si è stampata definitivamente nell'immaginario gay. Così l'attore Jack Gyllenhaal è stato confermato come icona hollywoodiana per omosessuali, stando ad un sondaggio di AfterElton, una delle community più frequentate dal cosiddetto "terzo sesso", ammesso che oggigiorno questa definizione sia ancora al passo con i tempi. Sono molti i volti celebri oggetto dell'ammirazione gay nella top 100 compilata dal popolare sito.

Barrowman prima di Pitt e Backham - Sconosciuto dalle nostre parti ma piuttosto famoso negli Usa, John Barrowman si piazza secondo, alle spalle del cowboy Gyllenhaal. Il motivo di tante preferenze è presto detto: l'attore scozzese è gay dichiarato e si appresta a sposare il suo compagno. Tra i più votati non poteva mancare David Beckham, che continua a mostrarsi generosamente seminudo sui muri delle più grandi città del mondo. Lo stereotipo del duro con animo tormentato e sensibile si ripropone nelle figure Daniel Craig, il nuovo James Bond, e in Brad Pitt, quindicesimo in questa singolare graduatoria.

Da Zac a "Batman" - Se si scende di qualche posizione, ecco Zac Efron (ventiquattresimo, star del musical Disney High School), a seguire Justin Timberlake (25mo) fino al 28mo posto dove si trova Hugh Jackman, il corpulento Wolverine dei film sugli X Men. In mezzo a loro ecco Christian Bale, il nuovo Batman: evidentemente un certo fascino dark non manca di colpire anche la platea omosex.

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Il coraggio di Mughini: "con il cancro ho perso la virilità".


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(Francesco Perugini - Libero) Perdere la virilità, ma continuare a vivere, lavorare, scrivere. Giampiero Mughini ha raccontato al mensile "Ok Salute" la sua vita dopo l'asportazione della prostata, subita nel marzo 2006 a causa di un tumore. «Le moderne tecniche chirurgiche permettono di risparmiare i nervi che consentono l'erezione e di mantenere la capacità sessuale, ma non è così semplice, non sempre va tutto liscio. A me non è andato tutto liscio», dice il giornalista catanese, ospite fisso della trasmissione tv "Controcampo".

I primi sospetti all'inizio del 2006, quando dalle analisi risulta un eccesso di Psa, l'antigene che rivela l'eventuale presenza di tumori alla prostata (la ghiandola che si trova tra la vescica e il pene). Dopo i 50 anni, il suo medico gli aveva consigliato di controllarne il livello ogni 12 mesi. La prevenzione gli ha salvato la vita: «Il giorno dopo l'asportazione della prostata ho scritto» ricorda il collaboratore di "Libero" «la parola prevenzione è infinitamente migliore della parola rivoluzione. Non è difficile capire il perchè: è in gioco la vita».

I rapporti con la sua compagna sono cambiati e Mughini spiega come, citando un romanzo di Philip Roth, "Exit Ghost": «Il protagonista subisce un intervento alla prostata e, pur provando attrazione verso una donna, sa di non poterla appagare. So com'è: una sberla che non finisce mai». La sfida più difficile è insomma quella di ricominciare a vivere, senza sentirsi più un uomo, ma Mughini non può che prenderla, come sempre, con filosofia: «Il destino va preso per quello che è: ogni giorno è un'opportunità, un regalo che qualcuno ci ha fatto».

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Mondo Drag. Un video racconta il mondo delle Drag Queen.

Tutto quello che avreste sempre voluto sapere ma che non avete mai osato chiedere sullo strepitoso mondo delle Drag Queen. Un bel video a firma Giulie.
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