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venerdì 20 giugno 2008

Sesso sadomaso per Salvatore Angelucci e Karina Cascella.

(Tutto quello che ci interessa) I due finiscono in ospedale e lei viene licenziata in tronco da Uomini e Donne. Maria De Filippi non l'ha mandata giù e Paola Frizziero esulta. Apprendo per vie trasversali che la simpatica (come un calcio nelle palle) Karina, la scorsa notte, è stata accompagnata di corsa in ospedale dal fidanzato Salvatore Angelucci (lo conosco giusto perchè è bello) perchè i due, mentre facevano sesso e stavano usando dei sex toys, ci erano andati giù, come dire... un po' troppo pesanti: i medici hanno dovuto estrarre un vibratore (non so dirvi da dove) alla povera Karina e le hanno rilevato sul corpo dei segni di frusta.

Alla notizia Maria De Filippi si è scandalizzata e, visto che già c'erano stati attriti tra le due, l'ha licenziata. Dovrebbe tornare Tina Cipollari l'anno prossimo.

Ovviamente la notizia (anche se vera) era anche un buon pretesto per mettere qualche foto di Salvatore Angelucci.
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Violentata e sgozzata. Meredith uccisa perchè rifiutò l'orgia.

"L’ivoriano l'ha violentata e sgozzata, gli altri erano nella stanza"
Indagini chiuse: "Amanda, Sollecito e Rudy uccisero per futili motivi"

(Alessandra Cristofani - La Stampa) Fu un massacro di gruppo. Mentre Amanda Knox e Raffaele Sollecito tenevano ferma la giovane Meredith Kercher, ventun'anni e la sola colpa di non aver voluto partecipare ad un incontro a quattro, Rudy Hermann Guede, l'ivoriano, le puntava alla gola un coltello e dopo averla violentata la uccideva.

C'erano quindi tutti e tre, la sera tra il primo e il due novembre dell'anno scorso, nella villetta di via della Pergola. Gli inquirenti hanno chiuso il cerchio ieri mattina e dopo sette mesi dal barbaro delitto della studentessa statunitense hanno depositato negli uffici della cancelleria del tribunale di Perugia l'avviso di conclusione delle indagini. Gli atti parlano chiaro: Mez, la studentessa anglo-indiana arrivata nella città del cioccolato e del jazz dalla periferia di Londra, è stata uccisa «mediante strozzamento e conseguente rottura dell'osso ioide e profonda lesione alla regione antero-laterale sinistra e laterale destra del collo da arma da punta e da taglio». I suoi assassini avevano approfittato «dell'ora notturna e dell'ubicazione isolata dell'appartamento».

Per tutti gli indagati, sessant'anni in tre, le stesse agghiaccianti ipotesi di reato. Il pubblico ministero Giuliano Mignini, cui si è aggiunto in corsa il sostituto procuratore Manuela Comodi, al giudice per le indagini preliminari ha dunque chiesto che i tre, tutti detenuti, vengano rinviati a giudizio per violenza sessuale e omicidio volontario in concorso. I giovani sono anche accusati del furto di circa trecento euro, di due carte di credito e due telefonini di proprietà di Meredith. Ed è proprio la prima ricostruzione dei fatti, poi inquinata da omissioni e depistaggi, la più vicina alla realtà.

Gli inquirenti erano stati portati fuori strada dalla semi-confessione dell'americana di Seattle che tra le lacrime aveva detto che sì, quella notte in cui Meredith era stata ammazzata c'era pure lei, in cucina, con le mani sulle orecchie per non sentire le urla disperate dell'amica. Aveva puntato l'indice contro Patrick Lumumba Dija, il deejay congolese dai capelli rasta e la faccia per bene. Ora che il musicista dell'ex Zaire è uscito fuori dall'inchiesta, l'americanina dovrà rispondere anche del reato di calunnia.

Di bugie ce n'erano state parecchie, da quel giorno in poi. Amanda non aveva fatto altro che parlare e ritrattare. Dichiarazioni distorte, quando non anche completamente false, quelle della giovane statunitense, che aveva tentato di lasciar fuori l'amico Rudy, fuggito subito dopo il delitto. Ad incastrarlo l'impronta sul cuscino insanguinato di Meredith, oltre al suo cromosoma ipsilon su un tampone vaginale della ragazza. Ad incastrare invece i due ex fidanzati le impronte dei loro piedi nudi, ritrovate davanti all'ingresso della camera di Mez, sul tappetino del bagno, nel corridoio.

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Strumentalizzazioni. Grillini a Gattuso "I gay potrebbero tifare Spagna".

(Spr) "Le coppie gay saranno costrette a tifare Spagna?". E' la domanda che si pone Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, dopo le "improvvide dichiarazioni" di Rino Gattuso contro i matrimoni gay. "Dobbiamo chiedergli se, per caso, tutti gli italiani che hanno a cuore i diritti civili e le riforme di Zapatero debbano tifare Spagna e non per la propria squadra nazionale", afferma Grillini riferendosi al quarto di finale contro la Spagna a Euro 2008. "Trovo incomprensibile il motivo per cui i calciatori debbano mescolare lo sport con la politica, o, peggio ancora, come nel caso di Gattuso, la religione - prosegue Grillini - il caso di ricordargli che, insieme ad altri quattro giocatori, ha posato per Dolce e Gabbana, in una pubblicità piuttosto esplicita? Evidentemente pecunia non olet e non contraddice nè i valori della così detta famiglia tradizionale nè la religione".
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Ndr. Vi preghiamo, trovate qualcosa da fare all'ex onorevole Franco Grillini altrimenti ogni giorno ci delizierà con queste dichiarazioni strumentali e poco intelligenti come sono appunto le dichiarazioni stesse. Chi può trovi una portineria a Grillini.

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Eugenio Montale. L'errore della maturità e le parole a vanvera dell'Arcigay.

(Agenfax) Tanti anni fa, si era all'inizio degli anni venti, un giovane Eugenio Montale, poeta genovese destinato a diventare uno dei grandi della letteratura nazionale e mondiale del novecento tanto da meritare nel 1975 il Nobel per la letteratura, conobbe nell'allora famoso teatro Verdi, nel centro storico del Capoluogo Ligure in Stradone di Sant' Agostino dove ora c'è il Teatro della Tosse, Boris Kniaseff, ballerino russo, scappato dalla natia San Pietroburgo all'avvento del regime comunista nel 1917 e riparato a Sofia.

Kniaseff aveva poco più di vent'anni essendo nato nella metropoli baltica il primo luglio del 1900. Era già allora una grande promessa del balletto. Ben presto si sarebbe affermato sui palcoscenici più celebri in tutto il mondo, fu maestro di ballo all'"Operà comique" di Parigi tra il 1932 ed il 1934, ma quel giorno, sicuramente prima dell'estate 1924 periodo in cui emigrò definitivamente in Francia, allietò con la sua leggiadra leggerezza gli appassionati liguri del genere.
Allora il Teatro Verdi di Genova, nel bel mezzo dei tipici "carruggi" che connotano l'impianto urbanistico dell'antica Superba, era uno dei luoghi di punta della cultura cittadina e tutta l' "intellighenzia" genovese partecipava alla sua vita culturale. Montale fu letteralmente rapito dalla leggerezza e soavità del modo di danzare dell'artista russo e ben presto gli dedicò la famosa lirica "Ripenso il tuo sorriso" che entrò, nel 1925, a far parte della celebre raccolta "Ossi di seppia". Nei giorni scorsi purtroppo questo autentico capolavoro poetico dell'ermetismo montaliano è salito alla ribalta delle cronache per essere stato fatto oggetto di una clamorosa topica da parte dei soloni del Ministero della Pubblica Istruzione che, nell'abbozzare la traccia ad essa relativa da consegnare poi ai candidati all'esame di maturità, hanno trasformato il danzatore baltico in una donna.
L'errore è stato compiuto dalla speciale commissione permanente, istituita presso il Ministero romano di Viale Trastevere, presieduta sino a ieri da Caterina Petruzzi. Ieri poi al consolato russo di Genova- Nervi lo svarione è stato così sarcasticamente commentato "un marchiano errore dovuto alla terribile ignoranza del popolo italiano, una nazionalità culturalmente molto carente a livello di diffusione nella massa di un gran patrimonio di conoscenza. A queste gravi lacune poi voi italiani aggiungete un totale spregio per la cultura dei paesi dell'Est Europa, sintomo di un complesso di superiorità che in realtà nasconde una proverbiale debolezza intellettuale".
Ben più pesante invece il commento avanzato dall'Arcigay che ha detto di "essere sicura che a febbraio ( il ministro competente era il democratico Fioroni) quando furono compilate le tracce dei temi, grazie all'ondata di intolleranza omofoba che da mesi percorre tutta la penisola e che allora era rappresentata dai Teodem eletti nelle fila del partito di Veltroni, la prima preoccupazione fu quella di non far apparire un mostro sacro nazionale come Montale nelle vesti di un omosessuale e quindi con nonchalance fu addirittura cambiato il corso della storia della letteratura italiana come se l'aver dedicato una lirica ad un uomo di per se sia indice di pederastia". Per la cronaca Boris Kniaseff morì a Parigi il 7 ottobre del 1975 e fu sposato con la ballerina sua connazionale Olga Spessivtseva.
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Ndr. Mi domando se l'omofobia non sia anche ad esempio vedere gay dappertutto. E probabilmente all'Arcigay diranno che non importa se Boris Kniaseff era sposato... sai quanti gay sono o sono stati sposati... Un ballerino poi. Chi è più steretipatizzato? Che ne dite? (Aspis)

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Patta vuota? Bocciata la foto in slip di Beckham: “Sono photoshoppate”.

(River-blog) Mentre a San Francisco centinaia di ragazze hanno assistito all’inaugurazione di un nuovo maxi-cartellone con David Beckham in slip (fa parte della nuova campagnia per Emporio Armani), il Daily Mail boccia gli scatti che, da qualche giorno, si vedono sul web. E lo fa confrontando una foto candid del 2006 con il nuovo scatto (sotto, a sinistra, la foto nuova; a destra quella rubata nel 2006 dai paparazzi): ”Ad un attento esame - scrive il giornale in un articolo che non ambisce al Pulitzer - il pacco del 33enne sembra aver ricevuto un aiutino dal computer. Due anni prima gli slip non erano così pieni”.
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(Ndr.Anche lui un patta-vuota come tanti? Che compagnia...)

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Estate. Teatro, un festival tra due mari.

(Elena Beninati - Panorama) Alle pendici del monte dedicato alla Madonna di Tindari, che guarda a est allo Jonio e al nord al mar Tirreno, prosegue il ciclo di spettacoli classici del Festival del Teatro dei due Mari, diretto da Edoardo Siravo. Ancora due gli appuntamenti previsti al teatro antico di Tindari: venerdì 20 giugno alle 21.00 Le conseguenze del potere del regista Stefano Molica, una estrema rivisitazione del “potere”, in chiave rappresentativa, ispirata ai testi di Albert Camus, Pier Paolo Pasolini, William Shakesperare, Albert Camus e David Mamet. Gli attori sono Maria Scafidi, Marco Conti Gallenti, Tony Bellone, Michele Zanghì, Rosetta Di Dio Masa, Pietro Abramo e Morena Casella, scelti fra i giovanissimi del comune di Patti e portati in scena a seguito di un lungo e farraginoso laboratorio.
Sabato 21, sempre alle 21.00 e nella cornice antica di Tindari, va in scena Edipo stanco. Una produzione curata sin nei minimi particolari dal regista Marco Grossi, che alla classica tradizione della tragedia antica unisce la comicità della commedia dell’arte.
Dichiaratamente riferito alla comicità pungente plautina, o all’oscenità vivace di Aristofane, lo spettacolo coniuga lo spirito latino al colore meridionale, creando un personaggio quanto mai ironico, l’Edipo stanco, le cui gesta vengono annunziate da un semplice nunzio plebeo (Marco Grassi). Dall’incomunicabilità della tragedia si scivola all’equivoco tipico della commedia latina, creando una dimensione di surreale ironicità, tanto lontana dall’una quanto dall’altra tradizione.

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Isabella Bertolini (Pdl) critica i giudici di Firenze: "In Italia le nozze tra persone dello stesso sesso sono vietate".

(Ansa) 'Non si comprende per quale motivo i giudici della Corte di Appello di Firenze si siano riservati di decidere sulla richiesta di matrimonio da parte di una coppia gay'. Lo afferma, in una nota, la parlamentare del Pdl Isabella Bertolini.
'In Italia le nozze tra persone dello stesso sesso sono vietate - prosegue -, punto e basta. La Corte d'Appello fiorentina intende andare contro la legge italiana? Il Comune di Firenze aveva gia' risposto picche alle richieste avanzate dai due omosessuali. In Italia, e purtroppo non e' la prima volta, si tenta di introdurre surrettiziamente le nozze gay. Noi dichiariamo la nostra aperta avversione a questa possibilita'.
Spero che i giudici fiorentini vogliano responsabilmente e doverosamente applicare la legge italiana e rigettare l'istanza'.

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Bolognapride. Nella parata non sfilera' il gonfalone della provincia. Vittoria del Pdl.

Forza italia pronta a fare da scudo umano per difendere il simbolo della Provincia.
(Dire) Il gonfalone della Provincia di Bologna non sfilera' al Gay Pride, in programma sotto le Due Torri per il 28 giugno.
La presidente Beatrice Draghetti lo ha comunicato al verde Alfredo Vigarani, che aveva avanzato la proposta, spiegando che l'evento non presenta le necessarie caratteristiche istituzionali. Vigarani ne parlera' martedi' al prossimo Consiglio provinciale, ma nel frattempo non nasconde il rammarico. "Spiace che la Provincia dia un patrocinio solo parziale", e cioe' esplicitato "solo per gli eventi di tipo convegnistico". Sarebbe stato piu' opportuno, continua Vigarani, "un patrocinio e una presenza completa, come avvenuto in altre circostanze nelle quali la Provincia non ha mai fatto mancare un'adesione totale".
Due consiglieri di Forza Italia, il capogruppo Luca Finotti e il vicepresidente del Consiglio provinciale Giuseppe Sabbioni, avevano annunciato che avrebbero fatto da "scudo umano" al gonfalone, in caso di risposta positiva da parte di Palazzo Malvezzi. "Sono solo boutades- minimizza Vigarani- non credo lo avrebbero fatto, perche' confido molto nel senso delle istituzioni dei consiglieri provinciali".

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Il Sindaco di Gerusalemme non approva il gaypride. Chiede che venga annullato.

(Peace reporter) Il sindaco di Gerusalemme vuole impedire il Gay Pride previsto per giovedì prossimo. Uri Lupoliandki si è rivolto all'Alta Corte d Giustizia con una lettera sostenendo che ''le passate esperienze dimostrano che l'evento offende deliberatamente e inutilmente i sentimenti di ebrei, musulmani e cristiani che lo considerano un'offesa alla città santa e ai valori in cui credono''. Yossi Havillo, consigliere legale del comune, si è invece espresso a favore della manifestazione e ha affermato che gli organizzatori del corteo stanno in tutti i modi cercando di non offendere le comunità ortodosse e utraortodosse di Gerusalemme.

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Aids: Ifo, Quattromila nuovi casi all'anno in Italia. In crescita tra i gay.

(Asca) Nuovi dati emergono dai sistemi di sorveglianza Hiv e Aids e da studi condotti sulla diffusione dell'infezione in popolazioni a piu' elevato rischio. In Italia sono circa 60.000 i casi di Aids diagnosticati dall'inizio dell'epidemia fino al 31 dicembre 2007 e il numero delle persone con infezione da Hiv si e' oggi stabilizzato su circa 4.000 nuovi casi l'anno, con un aumento tra gli omosessuali. Lo riferisce l'Ifo, istituti fisioterapici ospedalieri in una nota. Aumenta comunque il numero dei pazienti che arriva tardi alla diagnosi di infezione e che non pratica la terapia antiretrovirale combinata (Haart). Questo perche' oltre la meta' (55%) dei nuovi casi di Aids scopre di essere sieropositivo solo al momento della diagnosi o poco prima. Inoltre dalla casistica nazionale Aids emerge un aumento dell'eta' media dei pazienti, 43 anni per gli uomini e 40 per le donne, una diminuzione dell'incidenza tra i tossicodipendenti e un aumento tra gli eterosessuali, in particolare stranieri (che rappresentano oltre il 20% dei casi segnalati nel 2007).

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Il Parlamento europeo chiede all'Iran di depenalizzare l'omosessualità.

Il Parlamento europeo ha chiesto al governo di Teheran di abolire le esecuzioni capitali dei minori e di depenalizzare il reato di sodomia.
(Yahoo notizie) Gli eurodeputati condannano "fermamente le pene di morte e le esecuzioni, in particolare quelle comminate a giovani e minorenni". Denunciano in particolare l'impiccaggione, avvenuta lo scorso 10 giugno, di Mohammad Hassan Zadeh, 17 anni, condannato per la morte di un bambino di 10 anni avvenuta nel 2006 e fanno appello alle autorità affinché rinuncino alle altre esecuzioni di giovani, specialmente a quelle di Mohammad Fadaie, Behnoud Shojaie, Saïd Jaziie e Behnam Zareh.

I deputati di Strasburgo, inoltre, chiedono la depenalizzazione delle relazioni omosessuali in tutto l'Iran dove, come sappiamo, la pena prevista per il reato di sodomia è l'impiccaggione. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Louise Arbour aveva già lanciato, la settimana scorsa, un appello in questo senso. L'Iran è tra i paesi firmatari del patto internazionale relativo ai diritti civili e politici dal 1976 e della convenzione sui diritti dei bambini dal 1994. La firma di questi due importanti patti internazionale impegna i paesi che li sottoscrivono a non applicare la pena di morte a persone che, nel momento in cui commettono il reato, sono minorenni.
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Out of Iran. Le persecuzioni omosessuali in Iran. Servizio della Cbc.

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Gattuso non lascia la scena. E ne ha anche per Zapatero. "Le nozze tra omosex? Non si può essere d'accordo".

Show del centrocampista del Milan costretto a rinunciare alla Spagna per squalifica. "Aragones ha detto che non sono l'uomo più importante d'Italia? Ha ragione, mi ha fatto un complimento". "Le nozze tra omosex? Non si può essere d'accordo".
(Gaetano De Stefano - La Gazzetta dello Sport) "Si sentirà la mia mancanza? Semmai quella di Pirlo, perché lui è unico". Rino Gattuso si sente troppo piccolo per essere considerato così importante. Contro la Spagna non ci sarà per squalifica e avrebbe voglia di spaccare il mondo. Ma sorride davanti alla sortita di Luis Aragones. Il c.t. degli iberici ha dichiarato: "Se Gattuso è l'uomo più importante dell'Italia io sono un prete". Rino ribatte così: "Mi ha anche fatto un complimento perché mi ha detto che sono un combattente, che non mollo mai. Ha ragione, io sono un gregario e ho interpretato le sue dichiarazioni come un complimento".

CI PENSERA' IL GRUPPO - Rino, con la rabbia in corpo anche se non lo fa vedere, vivrà la sfida da spettatore. E gli rode. Sa che la Spagna è forte e che dovremo sputare l'anima perché oltre a lui dovremo fare a meno di Pirlo, uno dei pochi capaci di verticalizzare. "A livello tecnico non abbiamo nulla da invidiare alla Spagna - dice il rossonero -, ma abbiamo valide alternative e il gruppo farà la differenza". Il prossimo avversario lo conosce bene: "Con le squadre spagnole ho sempre avuto difficoltà a rubare palla; dovremo fare attenzione a questo aspetto. Hanno un gioco tecnico, maestri nel possesso palla. Somigliano un po' al Barcellona di due anni fa. E poi c'è Torres; che bravo, soprattutto quando crea superiorità numerica".
TUTTI CON DONADONI - Torna poi a parlare di Donadoni, del buon rapporto degli azzurri con il c.t., "Nel calcio la riconoscenza non esiste: devi dimostrare ogni volta e ricominciare daccapo. Anche Lippi che aveva vinto tutto ha avuto momenti difficili". Poi sottolinea: "Donadoni è una brava persona; con lui si riesce a parlare e qualche piccola incomprensione è stata sempre risolta col dialogo. Lui sa che cosa vuole dai suoi giocatori".
NOZZE OMOSEX - Gattuso a ruota libera che non avverte il bruciore di stomaco della tensione e che rivela i gusti musicali di Cassano: "Ama Nino D'Angelo e canta Carosone; anche bene". E dice la sua sulla visione del mondo del premier spagnolo Zapatero che non fa distinzioni sessuali. "Le nozze tra omosessuali non mi trovano d'accordo - dice a proposito della legge spagnola che le consente - per me le nozze sono tra un uomo e una donna. Sì, io mi scandalizzo, perché credo nella famiglia. E se credi nella famiglia e nella tua religione, non puoi essere d'accordo. Poi, siamo nel 2008 e ognuno fa quello che vuole".
ITALIA DI TUTTI - Confessa che dopo il tracollo con l'Olanda "non è stato facile ricominciare ad allenarsi", ma poi, come sempre, è venuta fuori l'anima degli azzurri, capace di ricompattarsi e prefiggersi nuovi obiettivi. Questione di fame. E confessa: "Mi amareggia quando sento e leggo che questa è l'Italia di nessuno, fa male sentirselo dire". Un messaggio forte, perché è l'attaccamento alla maglia a fare la differenza.
RONALDO E IL REAL - Infine il mercato e le voci di Cristiano Ronaldo dato in partenza verso la Spagna. "Davvero va al Real Madrid? Beato lui", dice Gattuso. "Chissà come sarà contento Ferguson - aggiunge -. Il Real ha dimostrato in questi anni che con lo strapotere economico che ha, se si mette in testa qualcosa la raggiunge. Tranne Kakà, ha centrato tutti gli obiettivi. Ma mi dispiacerebbe non vedere più Ronaldo con la maglia del Manchester United dopo tutto quello che ha fatto lì". "Beato lui"?, Rino spiega: "Io non c'entro nulla con loro, lì sono abituati ai piedi buoni, io resto nella mia famiglia, nella squadra che mi ha dato la possibilità di giocare tre finali di Champions. Non può andare sempre benissimo, ma io sono orgoglioso di indossare la maglia del Milan, un club che non ha nulla in meno rispetto al Real Madrid che almeno cinque coppe dei Campioni le ha vinte quando mio nonno aveva 20 anni".
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Ascolta l'intervista.
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La Ryanair presenta: "Business class Bed & Blowjob". Ammesso sesso orale a bordo?

Sesso orale in volo sull'Atlantico? Prostitute invece di Hostess? si sbizzarrisce il tabloid di Springer. Ryanair ha avuto il suo bel da fare per chiarire l'equivoco: la locuzione 'bed and blowjob' non ha a che vedere con il sesso orale, ma viene dallo slang inglese e non significa altro che "comfort di lusso e servizi super".

(Quotidiano.net) Clamorosa gaffe dell'amministratore delegato della Ryanair, Michael O`Leary: nel corso di una conferenza stampa a Duesseldorf, nel ricco ovest della Germania, i giornalisti non potevano credere alle loro orecchie - scrive oggi la "Bild" - quando O'Leary ha annunciato "in inglese" che per le tratte lunghe negli Usa la compagnia di volo low cost offre "una economy class per 10 euro e una business class per 4mila-5mila euro". E poi - letteralmente - "Bed and Blowjob inclusive".
Sesso orale in volo sull'Atlantico? Prostitute invece di Hostess? Boeing e Airbus trasformati in bordelli volanti? Si sbizzarrisce il tabloid di Springer. Ryanair ha avuto il suo bel da fare per chiarire l'equivoco: la locuzione 'bed and blowjob' - ha spiegato una portavoce della compagnia - non ha a che vedere con il sesso orale, ma viene dallo slang inglese e non significa altro che "comfort di lusso e servizi super".

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Oliviero Toscani ai gay; "Piccolo borghesi". Come dargli torto?


Battaglia e al suo Village.
(Carlotta De Leo - Il Corriere della sera, edizione di Roma) «Imma Battaglia continua a dare del fascista a chiunque la pensa diversamente da lei»: Oliviero Toscani replica all'organizzatrice del Gay Village che lo aveva criticato. Il «casus belli» è la campagna pubblicitaria della rassegna che si aprirà il 27 giugno all'Eur. «È venuta da me cercando qualcosa a impatto – spiega lui – e io, praticamente gratis, le ho tirato fuori un'idea eccezionale: un preservativo rosso con la scritta S.P.Q.R. Appena l'ha visto, però, si è tirata indietro. Ha detto testualmente che Alemanno e la giunta fascista non avrebbero capito». Insomma, secondo Toscani si tratterebbe di «autocensura piccolo borghese di chi abusa del termine fascista. Non capisco ancora – aggiunge - perché si sia rivolta a me se voleva una campagna normalizzante. Tutti sanno come lavoro ».

Molti però ricordano che il Gay Village ha spesso sottolineato i rischi del contagio dell'Aids per le sue campagne pubblicitarie e sottolineano l'impegno della Battaglia e della sua organizzazione a favore della prevenzione. L'eco della polemica intanto si estende. «Ci hanno scritto le più note organizzazioni gay sostenendo che la pubblicità era geniale – conclude il fotografo - . Anche l'università di Yale ci ha contattati: appenderà il manifesto per tutto il campus. Un messaggio importante contro l'Aids che, evidentemente, qualcuno ritiene un problema superato».
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Ndr. E cosa c'è di più piccolo borghese dello slogan adottato dalla comunicazione del gay village: "Straordinaria normalità".

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Brescia. L’orgoglio pedofilo fà insorgere la citta'.

Domani in corteo contro il gruppo olandese.
La città insorge contro la “Giornata dell'orgoglio pedofilo-love boy day” che sarà celebrata domani in rete da un gruppo olandese. Nel pomeriggio di sabato in corso Zanardelli, a partire dalle 16.30, si leverà la protesta corale alla quale Brescia è stata chiamata dall'associazione “Sto united”, presieduta da Sara Balsamo, e dal sito www.fermaipedofili.org, protesta che ha subito ricevuto il patrocinio del Comune, della Provincia e l'appoggio sia del Brescia calcio che del Rugby Calvisano. Ma oltre 5mila sono già le adesioni dall'intero Paese, di personaggi più o meno illustri.

Molte le associazioni, da “Famiglie numerose” a “Bimbo chiama bimbo” a “vivicentro”, a “Coldiretti”; fra i nomi quelli del rettore Augusto Preti, dei tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, dell'onorevole Viviana Beccalossi, di Laura Castelletti, Donatella Albini, Annalisa Voltolini, Aida Satta Flores, di Savino Pezzotta presidente della 'Rosa bianca'.

La mail info@fermaipedofili.it è stata subissata; l'elenco andrebbe aggiornato ogni minuto.

L'appello è a tutti i cittadini di accendere candele bianche alla finestra e partecipare alla fiaccolata di domani. L'associazione ha scritto alla Ue dove è stata presentata un'interrogazione che non ha ricevuto risposta. Ora l'avvocato Pascal Winter presenterà un ricorso alla Corte europea per l'oscuramento dei siti pedofili, mentre un'analoga manifestazione sarà organizzata a Parigi.

Il programma prevede l'avvio della manifestazione da parte di Chiara e Cino Tortorella, il noto mago Zurlì. Poi si alterneranno il Coro delle voci bianche di Novara, con la canzone di Danilo Amerio “Il mercato degli Angeli”, il mago Gabriele, i Tachipirina clown, “Momento jazz” a cura del Panathlon club.

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Francia: Ministero della sanità dà 1 milione di preservativi ai giovani.

(AdnKronos) Oltre un milione di preservativi in regalo ai giovani francesi che si preparano a celebrare, come ogni anno, la festa della musica in programma sabato 21 giugno. L’iniziativa è del ministro della Sanità francese, Roselyne Bachelot, che ha deciso di ’sfruttare’ l’appuntamento, molto seguito dai giovani, per lanciare la nuova compagna di lotta al virus dell’Aids. Di concerto in concerto, e in 38 città francesi, ai nottambuli che si attarderanno a seguire le diverse manifestazioni musicali saranno distribuiti i preservativi accompagnati da opuscoli informativi sull’infezione. Obiettivo della campagna indirizzata alle giovani generazioni - che punta anche all’informazione in Rete, diffusa su diversi siti Internet - è tenere alta l’attenzione sui rischi di contagio. Una seconda fase del progetto di informazione è invece dedicato alle coppie, per ricordare l’importanza di fare il test per l’Hiv prima di smettere di usare il preservativo. In Francia i casi di infezione e malattia sono in diminuzione, ma il problema è ancora serio in alcuni gruppi di popolazione, in particolare omosessuali, migranti provenienti dall’Africa Sub-sahariana, e nei dipartimenti d’oltremare come Martinica, Guyana, Nuova Caledonia e Isola di Riunione.

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Firenze, il tribunale si riserva di decidere in merito alla richiesta di nozze gay.

(Asca) I giudici della corte d'appello di Firenze, riuniti in camera di consiglio, si sono riservati di decidere sul ricorso presentato da Matteo Pegoraro e Francesco Piomboni, i due ragazzi che hanno chiesto di potersi sposare. La Corte d'Appello fiorentina e' la prima in Italia chiamata a pronunciarsi su un caso del genere, nato dopo che nel marzo 2007 l'ufficiale di Stato civile del Comune di Firenze aveva detto no alle pubblicazioni di matrimonio richieste dalla coppia. I due ragazzi avevano fatto quindi ricorso al tribunale di Firenze che avevano rigettato la loro richiesta e oggi la corte di appello si e' riservata la decisione. ''E' un buon segno - spiegano gli avvocati - Paolo Pasquinuzzi e Francesco Pilotta -. I giudici hanno capito che la questione riguarda il rispetto del principio di uguaglianza, hanno studiato attentamente gli atti e deciso di rifletterci bene''. ''Siamo sorpresi - spiegano Matteo e francesco - ci aspettavamo subito un no secco e invece ci hanno fatto una serie di domande e considerazioni che non ci aspettavamo, adesso andiamo avanti ancora piu' convinti e piu' motivati perche' abbiamo visto che c'e' interesse per il nostro caso''.

Nel frattempo un'altra coppia ha presentato ieri al Comune di Firenze un'analoga richiesta per le pubblicazioni matrimoniali. ''Convivo da sei anni con il mio compagno Giovanni - spiega Gianni - e non voglio piu' sentirmi clandestino''.

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Gaypride Bologna, ancora polemiche. Le Acli anche se invitate non andranno.

(Dire) Lo avevano invitato in segno di "dialogo" e per superare le polemiche ma lui ha declinato l'invito facendo sapere di avere gia' altri "impegni concomitanti". Cosi' Francesco Murru, presidente delle Acli di Bologna, ha fatto sapere agli organizzatori del Gay pride che non potra' partecipare al convegno di domani pomeriggio dal titolo "Omosessualita' e cristianesimo", che si terra' all'Arcigay di Bologna. Organizzato dal movimento cristiano "Noi siamo chiesa" di Giampaolo Spettoli. L'invito, che riguarda anche l'ex presidente delle Acli Roberto Landini, e' stato mosso, dicono in una nota gli organizzatori, per "non chiudere le porte al dialogo" nonostante le polemiche dei giorni scorsi e le "critiche mosse dalle Acli bolognesi all'adesione del Pd al Pride".

L'offerta, per il momento, ha gia' incassato un rifiuto.

Al convegno di domani, spiegava nei giorni scorsi una nota di Spettoli, si parlera' di "superamento di ogni discriminazione" nell'ottica che tutti, anche gay, lesbiche e trans, "meritano di essere inserite a pieno titolo nella Chiesa, accolte all'interno del popolo di Dio". Come spiega Emiliano Zaino del Comitato Pride, le ragioni dell'invito rivolto alle Acli, che si inseriva nella logica di "creare occasioni reali per un confronto allargato, aperto anche al mondo cattolico", all'interno del quale, dice Zaino, "siamo sicuri" che ci siano "posizioni piu' ricche e articolate di quelle spesso risonanti dai vertici della Chiesa". Occasioni di confronto necessarie a fronte dell'"obiettivo, ineluttabile, di costruire una convivenza civile condivisa". Al convegno partecipera' don Franco Barbero della Comunita' cristiana di base di Pinerolo e Gianni Geraci del gruppo omosessuali credenti "Il guado" di Milano.

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Propaganda. L'Arcigay chiede preservativi da distribuire al gaypride.

"Sarebbe bene che il ministro del lavoro e della sanita' Maurizio Sacconi seguisse l'esempio del governo conservatore francese che distribuira' sabato prossimo, durante la festa della musica, un milione di preservativi ai giovani che vi parteciperanno". Questo e' l'appello che Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, lancia al ministro Sacconi, chiedendo al ministro di prendere un'analoga iniziativa, contro l'Aids, in occasione del Gaypride

"Il ministro della sanita' Roselyne Bachelot ha deciso di distribuire, in contemporanea in 38 citta' -continua Mancuso elencando le iniziative a favore della campagnia anti-Hiv del governo di Sarkozy- anche opuscoli informativi che illustrano i rischi e le modalita' di contagio del virus dell'Hiv. In questo senso vorremmo sapere quando partira' la seconda fase della campagna di prevenzione ideata dal precedente ministro Livia Turco e che doveva svolgersi appunto in questo periodo".

Mancuso parla poi della campagna di prevenzione ideata dal ministro Turco: "Si trattava di passare dai messaggi generalisti a quelli rivolti a target precisi. Nella prima parte, per la prima volta nella storia colpevole italiana di non lotta all'Aids, si parlava finalmente chiaramente di preservativi, con un spot specifico dedicato di cui testimonial e' stata Ambra Angioini".

"Purtroppo in Italia dopo decenni di ommissioni colpevoli da parte dei responsabilii politici della Sanita', la parola preservativo e' ancora una parola tabu' e sesso e' una parola che viene pronunciata ancora con un certo imbarazzo, quindi, e' forte il rischio che la breve parentesi dell'anno scorso venga cancellata. Chiediamo a Sacconi -aggiunge il presidente nazionale Arcigay- di pronunciarsi pubblicamente e di dirci come intende agire".
"Invitiamo il ministro ad approfittare della manifestazione nazionale del Bologna Pride del 28 giugno per far partire in tutta Italia una diffusa distribuzione di preservativi nei luoghi di aggregazione giovanile etero ed omosessuale, un milione di preservativi ed opuscoli informativi per combattere efficacemente la preoccupante tendenza a dimenticare una patologia, che invece e' di nuovo in preoccupante espansione tra tutte le generazioni -conclude Mancuso- tra tutti gli orientamenti sessuali".
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Ndr. Saremmo curiosi di sapere l'Arcigay nei locali affiliati cosa sta combinando in modo autonomo per contrastare l'Aids visto le recenti allarmanti novità sul contagio. Probabilmente sta studiando il modo per spillare quattrini ad enti locali
proprio per fare qualcosa... (già perchè è giusto dire che tutto quanto mettono in cantiere è coperto da contributi pubblici). (Aspis)

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Domani a Firenze sentenza della Corte d'Appello sulla richiesta di matrimonio gay.

(Imgpress) Domani alle ore 11, in via di Mezzo 39/r (zona Sant'Ambrogio) a Firenze, si volgerà una conferenza stampa cui presenzieranno Matteo Pegoraro e Francesco Piomboni, la coppia gay che ha richiesto le pubblicazioni di matrimonio civile al Comune di Firenze il 29 marzo 2007 e ha avviato una procedura legale per affermare il proprio diritto a contrarre matrimonio. Domani alle 9,30 si svolgerà l'udienza presso la Corte d'Appello di Firenze, dove il giudice è chiamato a esprimersi con una sentenza sulla possibilità o meno, per la coppia omosessuale, di sposarsi. In aula saranno presenti anche i legali della coppia, Francesco Bilotta e Paola Pasquinuzzi, e i legali del Comune di Firenze, che si è costituito in giudizio contro Piomboni e Pegoraro per sostenere le motivazioni del diniego al matrimonio addette dall'Ufficiale di Stato civile. Nel corso della conferenza stampa, sarà illustrata la decisione della Corte d'Appello di Firenze, e dunque l'esito dell'udienza con le eventuali sue conseguenze. Inoltre, verranno forniti maggiori dettagli sull'iniziativa dell'Associazione Radicale Certi Diritti, che sta promuovendo, con la collaborazione dei legali della Rete Lenford, un'azione di affermazione civile in tutto il Paese: coppie gay e lesbiche che, come Piomboni e Pegoraro, si rechino nei comuni di residenza, richiedano le pubblicazioni di matrimonio e impugnino poi presso i tribunali competenti i rispettivi dinieghi. Tra le diverse coppie che hanno già aderito all'iniziativa, anche una nuova coppia omosessuale di Firenze.

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George Michael: "Nozze gay? Finalmente!".

Il cantante in tour con "25 Live".
(TGCom) "I matrimoni gay in California? In ritardo, ma sono un vero traguardo". George Michael non ha dubbi sull'importanza della sentenza della Corte Suprema californiana, che dà il via libera alle unioni omosessuali. Il cantante ha detto la sua all'Associated Press, in occasione del via al suo nuovo tour negli Usa, che si chiuderà il 3 agosto in Florida. "E' l'inizio di una nuova epoca", ha aggiunto Michael, gay dichiarato.

Il cantante non ha mai nascosto la sua opinione sull'argomento e ora celebra questo successo: dal 17 giugno, anche persone dello stesso sesso possono pronunciare il fatidico sì.
Una conquista fondamentale verso la parità, che George ha voluto ribadire prima di cimentarsi sul palcoscenico di San diego, da dove prende il via "25 Live", il suo tour estivo. Che forse sarà l'ultimo.

Il cantante ha infatti annunciato di voler dire basta alle esibizioni live. A 45 anni, infatti, Michael ha detto di volere una vita più tranquilla. Gli ultimi due grandi concerti della sua carriera sono in agenda il 24 e il 25 agosto all'arena di Earl's Court a Londra. saranno intitolati "The final two", in tributo all'ultimo concerto "The Final" degli Wham! allo stadio di Wembley nel 1986.

"Ho 45 anni e penso che la musica pop debba rispecchiare la propria cultura, non deve diventare una prova di resistenza. Penso che se posso vivere lontano dai riflettori allora sarà meglio per tutti", ha detto la star alla BBC.

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Quell’opposizione con il terrore dei girotondi. Cardinale Bagnasco: ‘Meglio un Gay Pride che un girotondo’.

(Furio Colombo - Micromega) Due parole continuano a terrorizzare amici e colleghi di… diciamo così, “opposizione”. Una è la parola “girotondo o girotondi”. A giudicare dal disgusto e dal gesto di repulsione di molti nostri colleghi del Pd (senza distinzione ingiusta e razzista fra ex Ds ed ex Margherita, fra credenti e non credenti) deve essersi trattato di una serie di manifestazioni così repellenti, così sguaiate e controproducenti che farebbero dire al Cardinale Bagnasco: ‘Meglio un Gay Pride che un girotondo’.
Il fatto curioso è che i nostri amici e le nostre amiche schierate a sinistra, che dormono sogni agitati al solo pensiero che i girotondi ritornino, (per esempio Linda Lanzillotta dalla destra della sinistra e Rina Gagliardi dalla sinistra della sinistra sul Corriere della Sera di oggi, 19 giugno) non hanno mai detto che cosa li sconvolge nella mobilitazione spontanea dei cittadini a sostegno dell’opposizione, la stesso opposizione di cui i predicatori del “VADE RETRO GIROTONDO” sono, almeno in teoria, membri di diritto in quanto parlamentari di un partito battuto. Possibile che non abbiano notato che, finiti gli orrendi girotondi, i cittadini se ne stanno a casa, come desiderato, e non vanno più a votare?

Ma ho già detto, c’è un’altra parola che tormenta: “Regime”. E, come i girotondi, non tormenta i titolari del regime ma gli oppositori del regime. Una grande sorpresa è l’improvviso arruolamento di un limpido commentatore come Michele Serra al partito del “Non ditelo mai”, persino se il primo ministro controlla e possiede tutte le televisioni e le usa come i suoi carri armati, persino se continua imperterrito a combattere senza quartiere una dei tre poteri (quello giudiziario) che sono i pilastri indispensabili della democrazia. Ma ecco Michele Serra (La Repubblica, 18 giugno): “Minaccia di tornare in auge il vecchio dibattito se il berlusconismo sia regime”. Serra si scuote dalle spalle la vecchia forfora con quest'altra affermazione: “Non serve affatto “il regime”, basta un consenso popolare vasto e tenace come quello di cui gode Berlusconi”.

Strana osservazione, perché vaste e tenaci maggioranze hanno votato e poi sostenuto a lungo odiosi regimi, da Mussolini a Hitler a Peron, e alcuni dei più pericolosi presidenti brasiliani. Michele Serra sceglie una controprova azzardata per la sua tesi (secondo cui basta la volontà popolare a dichiarare che anche il peggior governo non è regime ma normale democrazia). La controprova di Serra è questa: “Anche un orrore come la guerra in Iraq è stato deciso nell’assoluto rispetto delle leggi democratiche di uno stato democratico”.

Sarebbe difficile ripetere questa frase di fronte alla Presidente della Camera americana Nancy Pelosi, che ha vinto le elezioni “di mezzo termine”, e il seggio di Speaker della Camera, battendosi per dimostrare che tutto, nella vicenda dell’Iraq, si è svolto fuori legge, dalla grande bugia delle armi di distruzione di massa “che avrebbero potuto colpire l’Occidente in 45 minuti”, alle pesanti intimidazioni sui dissenzienti. La più nota: la punizione inflitta all’ambasciatore americano Wilson che era tornato dalla missione affidatagli con la rivelazione che l’Iraq non aveva mai acquistato uranio e che dunque non poteva avere armi letali. La punizione? Far sapere in giro che la moglie della Ambasciatore era “spia coperta” (ovvero in pericolo di vita se la sua attività viene rivelata) della Cia. Fonte: Il vice presidente degli Stati Uniti che, per vendetta politica, ha violato la severissima legge sui servizi segreti. Segue la lunga campagna di gran parte della stampa americana che, attraverso gli anni, ha rivelato e denunciato il governo di Bush come un governo che ha compiuto continue violazioni della legge, dalla sospensione di fatto della Costituzione alla abolizione dello Habeas Corpus. Tutto ciò è ripetuto in modo drammatico e chiaro dall’editoriale del New York Times di ieri (18 giugno), ripetuto sullo Herald Tribune di oggi, (19 giugno). E’ un lungo elenco di violazioni che finisce così: “Questa situazione deve cambiare. Ma cambierà solo con il prossimo Presidente”.

LA FRASE DEL GIORNO
"Noi non vogliamo tornare al puro e semplice antiberlusconismo, ai girotondi, alla giungla del tutti contro tutti".
Walter Veltroni, capo del principale partito di opposizione. (La Repubblica, 19 giugno 2008)

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Il 20-21 giugno 2008 a Firenze conferenza europea su “famiglie e omosessualità”.

Le famiglie spesso si trovano si trovano sole nell'affrontare l'omosessualità dei propri figli e nel fronteggiare le discriminazioni che essi subiscono e di cui non parlano perchè hanno paura di essere colpevolizzate.
Il progetto Family Matters, finanziato dall'Unione Europea, ha cercato di colmare questa mancanza e di individuare i bisogni e le buone pratiche per costruire delle modalità d'intervento. Con il convegno europeo "Family matters. Sostenere le famiglie per prevenire la violenza verso giovani gay e lesbiche", che avrà luogo a Firenze dal 20 al 21 giugno 2008, saranno presentati i risultati i risultati della ricerca, che ha coinvolto ben 500 famiglie in Italia, Gran Bretagna e Spagna e e gli strumenti creati per le famiglie e gli operatori.
Alla conferenza europea interverranno numerosi relatori italiani e stranieri e sarà anche proiettato il video-documentario (vedi un estratto) del regista Claudio Cipelletti sulla vita delle famiglie con figli omosessuali che sarà distribuito nelle scuole.

Per saperne di più clicca qui.

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Cuneo come Amsterdam: Quartiere a luci rosse con le donne in vetrina.

Nel salotto buono della città sesso in vendita a prezzi modici. Le chiamano "bambole viventi".
(Il Giornale) Lo chiamano il quartiere delle «Puta in vetrina», è il cuore a luci rosse che pulsa nel centro storico della riservata e laboriosa città di Cuneo. Quattro vie che si incrociano, all'ombra dell'antico palazzo municipale e a pochi passi da piazza Galimberti, il salotto buono della borghesia. Assomiglia a quartieri a luci rosse di Amsterdam. Tra case dai muri scrostati e panni stesi, si affacciano sulle viuzze strette grandi portefinestre dietro le quali sorridono ammiccanti donne con la gonna troppo corta per la loro età, comodamente sedute in poltrona. Qualcuna fuma, altre guardano la televisione. Tutte attendono un cliente che scelga a che porta bussare, dopo aver sbirciato in quelle che a Cuneo si chiamano le «vetrine di bambole viventi». Bambole dal trucco pesante per nascondere le rughe, capelli color platino per contrastare l'età che avanza. Perché fare quella vita da trent'anni lascia sul viso segni indelebili.

Quando un cliente varca la soglia della piccola stanza, quasi totalmente occupata da un letto perfettamente in ordine e un comodino sul quale non manca mai una scatola di preservativi, sulla vetrina cala una tenda. Un sipario che indica - contrariamente a quanto accade a teatro - che lo spettacolo è appena cominciato. Non c'è orario per questo tipo di piacere «prêt-à-porter», non è necessario neppure prenotarsi con una telefonata. Basta percorrere la strada a piedi o in macchina, guardare e scegliere. Il quadrilatero del sesso è nato alla fine degli anni '70, quando una decina di ragazze, alcune delle quali appena maggiorenni, decidono di andarsene dalla strada per «sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine», come spiega Giulia, che da allora quel lavoro non lo ha più abbandonato. Tra via Dronero e via Busca, via Santa Croce e via Vaschetto, sorge così il quartiere a luci rosse che resiste nonostante i controlli della polizia, le multe e i divieti di transito. Ed oggi è ancora lì, diverso da trent'anni fa ma sempre lì.

E se la scelta dietro le vetrine è meno numerosa di un tempo, certamente è più variegata: accanto alla porta delle ultra quarantenni di Cuneo, siede la ragazza del Kenya e poco più in là due trans brasiliani. La differenza tra loro è anche nel prezzo: più cari i transessuali, la cui tariffa arriva fino ai 100 euro, meno di trenta euro, invece, per il piacere che arriva dall'Africa. Per le veterane, invece, un prezzo concordato: 50 euro. Nel quadrilatero a luci rosse c'è sempre un via vai di curiosi, clienti, ragazze che cercano una nuova sistemazione. Passeggiano con calma, come se si trovassero lì per caso e abbassano lo sguardo o fanno finta di telefonare, se incontrano qualcuno. Il giorno più caotico è il martedì quando - con la scusa di fare acquisti al mercato - arrivano nuovi clienti dalle vallate. A volte a mezzogiorno c'è già chi, soddisfatta per come sono andati gli affari, chiude la tenda fino al giorno dopo. «I contadini che venivano a vendere il bestiame sono stati la nostra fortuna - ricorda Maria, una delle veterane della vetrina - quando hanno spostato il foro boario per noi è stato un dramma».

Oggi le piccole ragazze prosperose del Sud hanno ceduto il passo alle straniere, soprattutto di origine africana. «Quelle non le sopporto - spiega Giulia indicando la porta vetrata delle vicine di casa -. Prendono la metà di noi, fanno sesso non protetto, sono indiscrete e maleducate». Lei e altre cinque che ancora mostrano in vetrina una bellezza ormai sfiorita, sono tra quelle che hanno fondato il quadrilatero dell'amore ma tra qualche anno lasceranno le loro piccole stanze e si trasformeranno in nonne a tempo pieno.

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