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martedì 1 luglio 2008

Alta moda a Parigi, ovazione per Galliano.

(Sky tg24) E' iniziata a Parigi la settimana della moda autunno inverno 2008-2009. Tra gli stilisti più applauditi di ieri sera John Galliano, per Christian Dior.
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Gelmini: “Tornare a scuola col grembiule? Perchè no”

Il primo giorno di scuola

(Panorama) Il grembiule a scuola. Un’uniforme, per eliminare le differenze delle “griffe” e non una divisa, di tipo militaresco.

Così lo intende la ministra dell’istruzione Mariastella Gelmini, che oggi non ha escluso un possibile ritorno dell’indumento per gli scolari delle elementari. “Il grembiule? Perchè no”, ha detto la Gelmini rispondendo alla domanda di una parlamentare del Pdl. La ministra è stata applaudita per il suo compleanno in commissione Istruzione alla Camera, dove è stata ascoltata dai parlamentari. La Gelmini è tornata sul tema degli stipendi degli insegnanti: ‘’Per la prima volta” ha detto rispondendo a una domanda dei cronisti sull’incongruenza tra i tagli previsti nella manovra economica e la volontà di adeguare le retribuzioni dei docenti agli standard europei “il 30% dei risparmi ottenuti con i tagli non verranno reinvestiti in altri settori ma nella scuola.
L’impegno è di utilizzare quel 30% sulla premialità. Non è che un segnale di partenza. Ma è chiaro che il percorso per adeguare gli stipendi non si ottiene con un anno e nemmeno due. Però è un percorso che viene avviato. Innescando il merito, qualche segnale positivo ne potrà derivare. Poi naturalmente serviranno altri provvedimenti sui quali stiamo ragionando'’. Ma il piano del governo sulla scuola non piace alla Federconsumatori, che risponde alla ministra: “Invece di proporre il ritorno del grembiule e quindi di interessarsi all’abbigliamento degli alunni, all’ordine e all’uguaglianza, dovrebbe occuparsi, ma soprattutto preoccuparsi, della situazione in cui si troveranno le famiglie e la scuola pubblica con la nuova Manovra Economica sulla Scuola'’.
Secondo l’associazione, la manovra (previsti 140mila tagli nel settore) porterà a conseguenze disastrose, aumento degli alunni per classe, cancellazione del tempo pieno, riduzione degli insegnanti di sostegno. “Se l’uguaglianza è la parola d’ordine del ministro” dice Federconsumatori, “le ricordiamo che l’istruzione è un diritto fondamentale e universale e il nostro ruolo sarà quello di denunciare in ogni sede le conseguenze negative che subiranno le famiglie italiane'’.

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L'affaire Bertozzo e la sceneggiata di Mancuso.

(Une belle histoire) Ricevendo nuove informazioni su quanto accaduto, visto che, accennando alla cosa nel post precedente, ho citato l’unica fonte che ero fino ad allora riuscito a reperire (un comunicato di “Facciamo Breccia”) vorrei fornire anche l’altra versione dei fatti, quella del Comitato del Bologna Pride.

Il fatto in questione è l’arresto di Graziella Bertozzo durante la chiusura del BolognaPride’08 a piazza VIII Agosto sabato scorso. Secondo quanto continua ad affermare “Facciamo Breccia” e secondo quanto inspiegabilmente affermato da Aurelio Mancuso, tornato sul palco per annunciare la cosa durante l’intervento della Ladelfa, la Bertozzo sarebbe stata additata da una volontaria e arrestata dalla polizia.

Secondo un comunicato del Comitato Bologna Pride e secondo qualche testimone presente le cose avrebbero avuto una genesei e degli sviluppi leggermente diversi .
Pare che dopo aver chiesto il permesso, fra l’altro comunque negato, non ai rappresentanti del Comitato ma a Porpora Marcasciano che sarebbe di lì a poco intervenuta ma che non aveva alcun titolo per poter autorizzare una cosa simile, la Bertozzo abbia iniziato a dare letteralmente di matto aggredendo verbalmente e fisicamente, insieme ad altri membri di “Facciamo Breccia” le volontarie impegnate a gestire gli ingressi al palco. Nel frattempo alcuni rappresentati di Facciamo Breccia, come hanno potuto vedere tutti, durante l’intervento di Porpora Marcasciano raggiungevano il palco non autorizzati esponendo uno striscione. Al precipitare della situazione una delle volontarie aggredite avrebbe avvertito le forze dell’ordine che sarebbero state a loro volta vittima dell’esagitazione della Bertozzo sotto gli occhi di diversi testimoni.La Bertozzo, arrestata e portata in questura, sarebbe stata rilasciata tre ore dopo con l’intervento del presidente del Comitato e di una dei portavoci di BolognaPride.

Il Comitato condanna le strumentalizzazioni che a loro dire “Facciamo breccia” avrebbe messo in atto questi giorni, ed in particolar modo col comunicato che vi ho segnalato alla fine del post precedente, difendendo l’operato dei suoi volontari che hanno lavorato duramente per un anno per la riuscita della manifestazione di sabato scorso. Viene precisato inoltre che la polizia non era presente per fare sicurezza sul palco ma nell’adiacente parco della Montagnola e che “Facciamo breccia”, avendo partecipato al corteo con un suo carro ma non avendo aderito alla piattaforma nè all’organizzazione della manifestazione, nonostante le diverse sollecitazioni degli organizzatori, non aveva alcun titolo di intervenire sul palco e che è assurdo che un modo di agire violento e spropositato sia perpetrato verso persone con con comuni intenti come se invece il palco della manifestazione dovesse essere violato per battere simbolicamente un avversario che certamente non era rappresentato dall’organizzazione di questo Pride.

Ora, mentre mi mi tornano in mente alcuni commenti che ho sentito da più di qualcuno su “Facciamo breccia” sull’organizzazione a Roma dell’ultimo (credo non solo in ordine di tempo ma anche in maniera assoluta, visto il modo questo movimento stia implodendo) NO VAT dello scorso febbraio mi chiedo due cose: perchè di questa storia continua a non leggersi nulla se non negli incalzanti comunicati di “facciamo breccia”. ma soprattutto: perchè Aurelio Mancuso ha messo su quella sceneggiata durante l’intervento della Ladelfa evidentemente ancora prima di capire cosa fosse accaduto?

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I gay contro il cardinal Caffarra che dirà una messa riparatrice contro il pride.

Il Pd non vota la solidarietà alla Chiesa. Ma Merola va in processione.
(Silvia Bignami - La Repubblica, edizione di Bologna) La controffensiva del comitato organizzatore del Gay Pride parte da un attacco diretto alla Curia e a Carlo Caffarra, «cardinale reazionario ed ottuso». Una risposta al vescovo vicario Ernesto Vecchi, che ha definito la manifestazione del mondo gay di sabato un insulto alla città. Intanto il Pd, diviso tra laici e cattolici, cerca di ricompattarsi: dribbla in consiglio comunale un ordine del giorno del Pdl per condannare gli attacchi alla Chiesa, ma spedisce l´assessore Virginio Merola, stasera, ad accogliere la Madonna di Lourdes, in arrivo alle 20 nella stessa "arena" del Pride, Piazza VIII Agosto.

«Quella di Vecchi è la solita solfa di un prete reazionario» dice Emiliano Zaino, presidente del Cassero e portavoce del Pride. «Sabato la festa è stata sobria e composta. Le contestazioni a Caffarra sono partite da piccoli gruppi». A monsignor Vecchi - che ha consigliato al Pd e alla politica di non inseguire gruppi che nelle urne pesano solo per lo 0,9% - Zaino risponde così: «Questa è una ingerenza inaccettabile. Tra l´altro Vecchi si ricordi che il primo cittadino di Bologna non è Caffarra, ma Sergio Cofferati». Dura anche l´altra portavoce del Pride, Paola Brandolini, che parla di «mistificazione, minaccia e ricatto» da parte della Curia, e ricorda le «parole di odio che ripetutamente Caffarra ci rivolge». Mentre la presidente del Mit Marcella Di Folco, che stasera sarà in piazza «come credente» ad accogliere la Madonna di Lourdes, precisa: «Il Cassero di porta Saragozza non è della Madonna, ma del Comune». Franco Grillini: «Vecchi parla come un capo partito».

Uno scontro che scoppia proprio mentre sotto le Due Torri sta per arrivare la Madonna di Lourdes. Un appuntamento che si preannuncia già ad alto rischio "provocazioni", soprattutto da parte dei gruppi antagonisti di "Facciamo Breccia", che sabato hanno contestato San Petronio e Caffarra. «Se andremo a contestare la Curia? Non credo» glissa per ora il loro leader Marco Geremia, ma la tensione resta alta. In piazza VIII Agosto, in processione insieme al cardinale Caffarra, ci sarà Merola, in veste di rappresentante del Comune. Una mano tesa alla Curia, dopo che ieri il Pd, nonostante i malpancisti cattolici, ha ritrovato l´unità bocciando compatto un ordine del giorno proposto dal Pdl per condannare gli attacchi alla chiesa del Gay Pride. «Un documento strumentale» lo ha definito la vicecapogruppo del Pd, la cattolica Lina Delli Quadri. Ma il centrodestra non ci sta e attacca. «Il Pd chieda pubblicamente scusa per certi striscioni indegni contro la Chiesa» dice in consiglio Silvia Noè (Udc). «Offese sistematiche alla morale comune» insiste il consigliere di An Galeazzo Bignami. Mentre il deputato di Forza Italia Fabio Garagnani fa appello ai cattolici a unirsi per difendere Caffarra. Intanto non si esaurisce la polemica sul Pride, continuato sino a notte fonda al Parco Nord. I carabinieri di San Lazzaro, domenica mattina, hanno denunciato 350 persone, molte delle quali reduci dal corteo, che si erano trasferite per un rave clandestino in riva al fiume a Monterenzio.

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The Observer: “Berlusconi è tornato, più sfacciato che mai”.

Traduzione dell’articolo “Berlusconi is back and more brash than ever ” apparso domenica 29 giugno su The Observer (edizione domenicale di The Guardian). Leggi qui l’originale

Berlusconi è tornato, più sfacciato che mai.
L’abbronzato leader italiano è accusato di perseguitare i nomadi e di sottrarsi alle accuse di corruzione assegnandosi l’immunità dalle inchieste. Tuttavia trova il tempo di sollecitare parti per le sue attrici favorite. Ed Vulliamy da Roma.

Sfrontato, sfacciato, abbronzato e arioso, Silvio Berlusconi ha ricordato all’Italia e al mondo che è tornato per vendicarsi e per fare ciò che i suoi detrattori dicono sappia fare meglio: governare il bel paese secondo i suoi interessi.
Mentre esponenti ebrei e cattolici affermano che un clima di ostilità verso gli immigrati e la norma di rilevare le impronte ai bambini Rom ricorda i giorni bui del fascismo, Berlusconi è stato beccato al telefono con i vertici della televisione di stato per assicurare che le sue “fanciulle” - come chiama le sue attrici e ballerine preferite, ed una in particolare che lo assilla - avessero i ruoli richiesti nelle soap televisive. “Sono tutte Marilyn Monroe” garantiva ad un produttore.
Mentre la gente che lo ha eletto ad aprile continua ad indicare come priorità i salari, le tasse e le pensioni, Berlusconi sta usando il suo mandato per lanciarsi nell’offensiva finale della sua battaglia più lunga e accorata: la lotta contro la magistratura. “Alcuni di loro mi vorrebbero vedere così” ha irriso in un discorso al teatro Renzo Piano di Roma, mimando se stesso in manette e definendo i pubblici ministeri “metastasi della nostra democrazia”.
Provocazioni di questo tipo fanno parte del modo di fare di Berlusconi. Fra i sostenitori dell’opposizione e sui media gli eventi dei giorni scorsi hanno suggerito amari accostamenti ad un film di due anni fa, Il Caimano, nel quale Nanni Moretti interpreta un Berlusconi romanzato condannato al carcere, che ciò nonostante va via libero dal tribunale mentre la folla lancia oggetti ed una molotov ai giudici.
L’esecutivo del Berlusconi vero ha deciso venerdì di rendere la carica di Primo Ministro - ed altri alti vertici dello stato- immuni dall’inchiesta giudiziaria ponendo Berlusconi in conflitto con la magistratura per evitare di essere processato e condannato per corruzione.
Un’altra legge propone di sospendere per un anno i processi relativi ad una gamma di reati finanziari commessi prima del giugno del 2002, e che potrebbe far naufragare un caso di corruzione contro Berlusconi risalente a quel periodo.
Frattanto il governo Berlusconi va avanti con regolamentazioni draconiane sui molti strumenti investigativi dei magistrati, intercettazioni e e fughe di intercettazioni alla stampa.
Il 18 giugno il Senato ha approvato lo stop all’uso delle intercettazioni telefoniche con condanne al carcere per i giornalisti che ne pubblicano il contenuto. Manovra che è stata clamorosamente sottominata quando il settimanale L’Espresso la scorsa settimana ha pubblicato una pagina davvero comica di intercettazioni in cui non solo Berlusconi ma pure alcuni dei suoi consiglieri più vicini e anche leader dell’opposizione pare facessero pressioni su dirigenti della tv di stato per procurare parti alle loro attrici.
I magistrati che indagano per corruzione un dirigente della rete televisiva di stato Rai hanno scoperto una tempesta di telefonate da parte di politici di tutti i colori indaffarati con attrici - persino quelle che saltano da un programma primetime all’altro, uno stile distintivo inaugurato da Berlusconi - che cercavano di procacciare loro ruoli sullo schermo.
Lo stesso intervento di Berlusconi, risalente a quando era leader dell’opposizione, è accorato. Il premier italiano è registrato mentre cerca una parte per la avvenente bionda Antonella Troise, della quale dice al dirigente Rai: «quella pazza si è messa in testa che io la odio, che io ho bloccato la sua carriera artistica. Perciò fammi questa cortesia perché sta diventando pericolosa».
Al telefono con un produttore televisivo di nome Guido De Angelis, Berlusconi dice: «Senti, per le fanciulle mie, ti ringrazio, le avete convocate, credo, tutte quelle che vi ho dato? Vogliono fare le dive? Sono tutte Marilyn Monroe!». «Mata Hari» piuttosto, replica il produttore. «Guido, tu proponi Madre Teresa di Calcutta, vedi che si tirano indietro».
Non è solo Berlusconi ad essere coinvolto. Il suo consigliere Gianni Letta voleva una parte per una signora in una serie chiamata “Un posto al sole”. Il suo alleato di una vita Fedele Confalonieri è stato al telefono con la RAI, così come il leader del centro sinistra Francesco Rutelli (sconfitto alle recenti elezioni comunali di Roma da un candidato neofascista) che cerca di rimediare una parte per una sua conoscenza di nome Maria Scicolone (la sorella della stessa Loren, ndt) in una serie sulla famiglia di Sophia Loren.
Anziché rabbrividire per l’assurdità degli scambi e la trama delle influenze che sembrano rivelare, Berlusconi ed il suo governo hanno virato puntando verso la magistratura e la sua manipolazione delle intercettazioni ed i media per “propositi politici” chiedendo cambiamenti sulla legge che regola le intercettazioni come materia di “estrema urgenza”. Così le stelline ed i loro ruoli putativi sono diventati un’altra cause célèbre per Berlusconi mentre lui procede contro i suoi nemici sul piano legale.
Le ragioni dell’animosità di Berlusconi sono molte, ma la più urgente è che egli è attualmente accusato di corruzione insieme a David Mills, ex marito del ministro britannico per le Olimpiadi (Londra 2012, ndt) Tessa Jowell, poiché avrebbe pagato a Mills una mazzetta di 600.000 dollari perché testimoniasse il falso in suo favore. Sin dal 1981 Mills, legale societario, ha fondato una rete offshore di compagnie per conto e sotto l’ombrello della azienda berlusconiana Fininvest. Entrambi negano tutte le accuse.
I magistrati di Milano affermano di essere pressoché alla conclusione della raccolta delle deposizioni testimoniali e potrebbero emettere un verdetto prima della pausa estiva (benché un altro caso di riciclaggio di denaro contro Berlusconi e Mills si sta arenando, ancora una volta in virtù dell’istituto della prescrizione).
Così la battaglia iniziata sul serio dall’ingresso in politica di Berlusconi nel 1993 continua. Allora in Italia si era al termine di uno straordinaria periodo durante il quale un’intera classe politica divenne l’oggetto di un’indagine giudiziaria nota come Mani Pulite. Gli inquirenti erano sul punto di arrivare alla rete dei media e dell’impero di affari Fininvest e alle loro connessioni con alti vertici politici. Quindi, con una mossa che ha trasformato la politica del paese, Berlusconi formò il suo partito Forza Italia e riempì il vuoto di potere vincendo le elezioni del 1994.
Il maggiore esponente di Mani Pulite, il magistrato Antonio Di Pietro ha detto venerdì “non si tratta del premier che viene messo alla berlina da un settimanale, ma del comportamento di un proprietario di televisioni che è anche Primo Ministro ed interviene per chiedere favori. Se non è conflitto di interessi questo, non so cosa lo sia”.
Quanto al pacchetto immunità, Di Pietro ha invocato una raccolta di firme nelle strade e nelle piazze per un referendum sulla proposta di legge, con la speranza di abrogarla mediante plebiscito. “Berlusconi può essere scaltro, ma io non sono fesso” ha detto. Frattanto il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha condannato la sospensione dei procedimenti come “una amnistia occulta”.
Ma gli italiani che hanno eletto Berlusconi non condividono la sua preoccupazione sulla magistratura. Recenti sondaggi mostrano che le preoccupazioni sono le solite: salari e pensioni, e solo un 3,4% è interessato alla magistratura. Le sue politiche anti-immigrazione sono popolari, con larghe maggioranze favorevoli alla demolizione dei campi nomadi intorno a Roma ed altre città.
Tuttavia, il nuovo clima e la proposta di rilevare le impronte digitali dei bambini Rom ha procurato la condanna da parte della Caritas, dell’Unicef e di Amos Luzzato, già presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane, che ha affermato che una tale norma gli ricorda «i giorni in cui non potevo andare a scuola e la gente mi indicava dicendo: “Guarda mamma, un ebreo”. Questo è un paese ha perso la sua memoria.»
Ma la sensibilità delle popolazioni migranti in Italia è l’ultimo problema nella testa di Berlusconi.

(traduzione di Paolo Maccioni)

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Ricerca Ue. Gli italiani poco entusiasti di avere vicini omosex.

Per italiani in Italia molto presenti forme di discriminazione.
(Apcom) Dall'indagine di Eurobarometro emerge che davanti alla possibilità di avere un vicino di casa rom, gli europei sono "di gran lunga meno" a loro agio che se si trattasse di un vicino di una qualunque altra etnia. Per il 58% dei polacchi non sarebbe un problema, così come per il 52% degli svedesi. Meno tranquilli davanti a questa eventualità, invece, gli irlandesi (40%), gli slovacchi (38%), i bulgari (36%) e i ciprioti (34%).

In generale - osserva Eurobarometro - i giovani, chi ha studiato più a lungo e chi ha idee politiche di sinistra è più aperto alla possibilità di convivere con i rom. L'inchiesta ricorda tuttavia che nel 2006 il 77% degli europei aveva dichiarato che essere rom rappresenta un inconveniente sociale.

Dall'indagine emerge che gli italiani ritengono che nel loro paese le forme di discriminazione siano tutte molto presenti. Il 76% - contro la media europea del 62% - pensa che quella su base etnica sia piuttosto o molto diffusa, così come il 72% afferma per quanto riguarda quella sull'orientamento sessuale. Il 56%, contro il 45% Ue, afferma che anche i disabili sono discriminati, e il 55%, contro il 42% Ue, lo ritiene per quanto concerne l'orientamento religioso. "Nel complesso, tutti i tipi di discriminazione sono ritenuti diffusi da una percentuale di italiani superiore alle corrispondenti percentuali europee", si legge.

In oltre, "su un periodo di 12 mesi, circa 1 italiano su 5 riferisce di essere stato discriminato o maltrattato" per la sua età, genere, origine etnica, religione, handicap, orientamento sessuale o per altri motivi. "Si tratta di una proporzione più alta di quella europea", spiega il rapporto, osservando: "Questo si può in parte spiegare a causa del fatto che una quantità maggiore di italiani riferiscono di essere stati discriminati per orientamento sessuale o ragioni di genere".

Tornando ai vicini di casa, gli italiani sono in generale meno entusiasti rispetto alla media europea all'idea di abitare accanto ad un disabile, ad una persona di religione diversa, di un'altra etnia o omosessuale. E anche per quanto riguarda i leader politici, gli italiani sono nettamente meno a loro agio del resto degli europei all'idea di essere guidati da un primo ministro omosessuale o di etnia diversa. In compenso sono più favorevoli della media sia all'ipotesi di un leader con meno di 30 anni, sia a quella di uno con più di 75.

Gli italiani non trovano sufficienti gli sforzi fatti per combattere le forme di discriminazione: solo il 39% è soddisfatto, mentre il 55% - soprattutto donne - pensa che bisognerebbe fare di più. In generale, però, gli italiani frequentano meno persone con opinioni religiose diverse dalle loro, origini etniche diverse dalle loro, disabili o omosessuali rispetto agli altri cittadini europei.

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Al Bolognapride un inviato molto speciale, Giovanni Dall'Orto.

Giovanni Dall'Orto, storica firma degli omosessuali italiani, quest'anno per il pride bolognese ha voluto cimentarsi nel ruolo di videoreporter, un inviato molto speciale, ecco i suoi video.
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"Perché sono al Gay Pride nazionale del 2008".

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Tipi da Gay Pride (Bologna, 28 giugno 2008).

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E' qui la festaaaa? Momenti del Gay Pride di Bologna 2008.

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VISIONI PARADISIACHE al gay pride di Bologna 2008.

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Al Bologna Pride 2008 - Ce le hanno suonate!

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Gruppi gay e non al Bologna Pride.

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Il proclama di Vuam Sgarbi a Salemi.

(Ideateatro) Sulle tracce di Garibaldi che emanò un proclama a Salemi con cui dichiarava di assumere la dittatura in nome di Vittorio Emanuele II, anche Vuam (Vittorio Umberto Antonio Maria) Sgarbi dichiara di assumere legittimamente la dittatura della cittadina siciliana con gli aggiornamenti metodologici e culturali che gli sono congeniali.

Il grande critico, che non è siciliano, ha già deciso di infilare le pale eoliche nel retrocarica di chi vorrebbe installarne tante altre.
Il grandissimo critico, che è stato adottato come un quasi siciliano, ha deciso che tutti i suoi assessori saranno intelligenti e “quasi siciliani” come Peter Glidewell che si occuperà di Cultura e Agricoltura, come dire: Zappa e Divina Commedia; come Oliviero Toscani, che non è siciliano ma che si occuperà di Comunicazione meglio di un siciliano (noi siamo abituati agli antichi pizzini); come Alain Elkann che non è siciliano ma farà l'assessore alla Religione e ai Diritti umani; che ci siano guerre di religione mediorientali a nostra insaputa a Salemi?; ma quella pace trireligiosa che già esiste in comune sarà d’esempio ai combattenti in terra di Palestina come viatico di interiori stati d’animo non più conflittuali e portatrice di benessere psicofisico, anche per le pance del popolo siciliano, che come ben si sa, sanno discernere tra una fame (concreta) atavica e una fame di cultura (di là da venire).

Salemi, quindi, punta di diamante della Sicilia nel campo della cultura internazionale, altro che mafia; avanguardia della ipermodernità, mostruosamente satura di cultura millenaria; ma la gente lo sa che sta per laurearsi?

La cultura che cala dall’alto, la cultura con la C maiuscola che prenderà il sopravvento, quella che farà grande Salemi e, per riflesso tutta la Sicilia, che non vede l’ora di autodeterminarsi come primo popolo non aggiogato dal colonialismo straniero.
Questa è la scelta culturale, LEGITTIMA PERCHÉ VOTATA, di una terra usa e avvezza all’altrui titillamento colonialista.
Ben ci sta.

Ma per onestà morale, bisognerebbe fare un’indagine e chiedere a tutti i cittadini salemitani se sanno chi sono questi che li governeranno e quali benefici ne otterranno: direi che è nel loro diritto di sapere, visto che li hanno votati. Ma non basta “l’immenso dio di cultura” a trasformare l’asservimento culturale di un popolo in qualche cosa di luminoso! Ci vuole ben altro, quindi...
al grido di Salemi meglio di Milano, avanti tutta con il neocolonialismo sgarbiano.

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Sesso: Le scene hard nei film del 2008.

Qual è stato il miglior bacio dell'anno? E la scena più piccante? E il topless più sexy? Il nostro parere in attesa dei vostri.

(Mentelocale) Fine giugno, tempo di bilanci. Una volta, in questi giorni tiepidi e afosi, si considerava la stagione cinematografica archiviata: così, fortunatamente, non è più. Tuttavia questo resta il momento migliore per tirare le fila. Iniziamo allora questa settimana il nostro resoconto sul meglio e sul peggio offerto dagli ultimi nove mesi di cinema, nello stesso modo in cui avevamo iniziato 3 anni fa: partendo dalle scene più sexy.

MIGLIOR BACIO DELL'ANNO
È stata un'annata segnata soprattutto da baci leggeri e divertiti, tra compagni solitari e un po' strambi. Ve ne segnaliamo almeno tre: quello scombinato, quasi da comica del muto, sulla pista da pattinaggio in La banda; quello incerto e fiducioso, al gusto di Tic-Tac all'arancio, di Juno al suo amico Paulie, nel film omonimo; e quello stlizzato e ed energico, in un perfetto controluce, tra George Clooney e Renée Zellweger, in In amore niente regole, senz'altro la miglior commedia dell'anno.
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Se invece cerchiamo il bacio più sexy, lo troviamo in Blake Snake Moan, un magnifico, piccolo film, divenuto di culto in America ed uscito direttamente in DVD in Italia. Protagonisti
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Christina Ricci e l'icona pop Justine Timberlake, rispettivamente ragazzina ninfomane e militare in partenza per il medio Oriente in un Tennessee arso dal sole e dalle pene d'amore. Un'ode blues ai cuori infranti che inizia con un bacio bollente: quando la passione va al di là dei doveri d'attore, la cosa salta all'occhio.

MIGLIOR TOPLESS DELL'ANNO
Qui non c'è partita. È quello che sfida le leggi del tempo e della gravità dell'incantevole Marisa Tomei, quarant'enne da urlo, divisa tra due fratelli sull'orlo di una crisi di nervi (e oltre) in Onora il padre e la madre.
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Lo segue a un'incollatura il nudo integrale, longilineo e sbarazzino, di una tra la più belle giovani attrici italiane: Vittoria Puccini, musa coscienziosa di Riccardo Scamarcio in Colpo d'occhio.
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Non esattamente da urlo, invece, il doppio nudo di Nanni Moretti e Isabella Ferrari nella chiacchieratissima scena di sesso di Caos Calmo. Corpi stanchi e fuori allenamento, e movenze legnose: rispetto al sesso patinato made in Hollywood cui siamo abituati, ci si sorprende imbarazzati di fronte a un naturalismo rozzo e un po' scomposto.

MIGLIOR SCENA DI SESSO
Qui c'è l'imbarazzo della scelta.
La più cool è senz'altro quella tra Clive Owen e Monica Bellucci in quella divertentissima patacca post-moderna di Shoot'em up, miglior action a cervello spento della stagione: per la prima volta nella storia del cinema (almeno per quanto mi risulta) un coito e una sparatoria (notate la fine allegoria) che si compiono in contemporanea. Il macho imbraccia la bella e senza "uscirne" si mette a sparare all'impazzata contro il killer voyeur: orgasmo e omicidio arrivano in perfetto sincronismo.
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La più sorprendente è invece contenuta nell'incipit di I padroni della notte, poliziesco di sconcertante moralità e rigore (una moralità cui non siamo più abituati e che qualcuno ha scambiato per nostalgia parafascista), aperto da una sequenza bollente, con Joaquin Phoenix che seduce Eva Mendes sul divano del suo studio. Un gioco di mani che spiazza.

MIGLIOR NUDO MASCHILE
In questo caso non sono probabilmente il miglior giudice possibile. Di certo il nudo maschile che resta maggiormente impresso negli occhi e nella mente è il corpo secco e massiccio, coperto di muscoli, tendini e tatuaggi, di Viggo Mortensen ne La promessa dell'assassino, gelido noir ed ennesimo capolavoro di David Cronenberg. Su quale sia il più sexy mi rimetto a voi, fedeli lettrici. Potrei forse azzardare il Raul Bova di Scusa se ti chiamo amore, ma non sono sicuro di nulla...
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Diego Conte, da tronista a redattore di Uomini e Donne. E il video dove fa sesso con Brigitta Bulgari è in rete. Eccolo.

(TVblog) Vi ricordate di Diego Conte, il tronista definito “intellettuale” soltanto perché si mostrava in tv con gli occhiali, peraltro griffati? Inizialmente ha percorso la solita trafila per diventare famoso: sbarco alla corte di Maria De Filippi, partecipazione a vari reality (La Talpa e On the road) e, per non farsi mancare nulla, comparsate televisive e serate in discoteca.

28 anni, veneziano di nascita e bolognese d’adozione, con una tesi congelata in Relazioni Internazionali (perché con tutto quello che ha da fare non c’è tempo per laurearsi), Diego ha ora fatto il colpaccio del secolo, riuscito solo a pochi adepti defilippici: sistemarsi nella redazione di U&D. Un posto fisso con cui mantenersi da vivere, capite? Prima di lui, a fare il grande salto dall’altra parte della barricata erano state Vanessa Collini, storica opinionista di Amici divenuta poi una delle collaboratrici più fedeli di Maria, e Lalla del Gf 2, presa in simpatia dalla conduttrice ai tempi dell’esperimento pomeridiano Mamma mia.

Ora anche Diego è entrato a tutti gli effetti nello staff della De Filippi. Da inizio giugno, con una striscia quotidiana alle ore 20, e in replica alle 14, è già impegnato con Uomini e Donne Story, un meglio di… della trasmissione a cui presta la voce narrante. Ma la vera promozione arriva a settembre, in cui diventerà conduttore a tutti gli effetti di un nuovo programma nato da una costola del date show pomeridiano.

Trattasi di un esclusivo spin-off per il satellite, Molto più di… Uomini e Donne, con tutti i segreti del backstage e le immagini del dietro le quinte. Le imperanti telecamere sono pronte a soddisfare ogni curiosità dei fan, spiando capillarmente la vita della redazione e la fase dei casting, seguendo tronisti e corteggiatori per un’intera giornata dentro e fuori dal programma, e infine andando a caccia delle vecchie coppie per scoprire quali hanno resistito e quali sono capitolate.

Lo stesso Diego, tornato all’ovile televisivo, sembra aver rinnegato qualsiasi velleità cinematografica. Il suo timido approccio al grande schermo era avvenuto con Bastardi, un giallo dal sapore anni’70 che lo ha visto impegnato in Puglia con Giancarlo Giannini, Franco Nero, Barbara Bouchet, Miriana Trevisan ed Enrico Montesano.

Poi il nostro Conte ha dichiarato che sarebbe andato a Los Angeles per girare The Minis, la storia di un gruppo di nani che gioca a basket, diretto da John Avildsen (il regista di Karate Kid e Rocky V):

“Sto cercando di migliorare il mio curriculum e di crescere. Mi definisco un creativo. Amo l’arte, l’ho studiata per molti anni e vado alle mostre, anche se non si direbbe. Dipingo e disegno sui vestiti che indosso. Mi hanno proposto anche di farlo per lavoro, ma non ho tempo… magari in futuro. E poi sono fortunato, perché ho l’orecchio assoluto e quindi riesco a comporre musica, pur non avendola studiata bene. La sigla finale di On the Road, Cercasi Uomo, l’ho scritta io”.

Ah, però. Sono soddisfazioni degne di un talento naturale. Di una cosa sola l’ex-tronista dovrebbe andare meno fiero, ora che è diventato “un addetto ai lavori”.

Da qualche tempo è disponibile su YouPorn la versione integrale del famoso video porno girato con Brigitta Bulgari. A quei tempi Diego partecipava alla Talpa ed era ancora fidanzato con la corteggiatrice Annalisa Michetti, che lo ha poi lasciato per l’ufficializzazione del video-scandalo in diretta tv.

Dopo che il video è stato messo in commercio, fruttando anche parecchi introiti, a distanza di più di due anni è stranamente reperibile online. Per chi volesse rinfrescarsi la memoria, eccovi le coordinate… Pubblicarlo da queste parti sarebbe decisamente eccessivo, visto che i contenuti sono parecchio spinti (se ne sconsiglia la visione a un pubblico minorenne).

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All Bob’s women, il musical che viaggia da Milano a Londra.

(Panorama) Un musical italiano tradotto ed esportato nel West End londinese: un vero avvenimento, soprattutto se si pensa al coraggio della produzione che si deve confrontare con colossi che hanno fatto la storia: da Chicago a Il signore degli anelli, passando da Mamma Mia e Spamalot dei Monty Python.

Il musical in questione è All Bob’s women, scritto in italiano (Tutte le donne di Bob) da un autore italiano (Romy Padovano), che andrà in scena fino al 24 agosto all’Arts Theatre, dopo essere stato in scena per sei mesi al Teatro delle Erbe di Milano.
“Un ottimo risultato che ce lo ha fatto scegliere fra molti altri” spiega Giorgio Fabris, uno dei due produttori di origini italiane “avendo la possibilità di produrre qualcosa di nuovo abbiamo scelto uno spettacolo frizzante che ben si adattasse alla piazza londinese”. Infatti la storia e i personaggi di All Bob’s women sono tipicamente inglesi: si tratta infatti di una commedia spiritosa e piccante in cui un gran bel bezzo di ragazzo (quasi sempre nudo, o comunque poco vestito) cerca di sedurre cinque ragazze (che finiscono anche loro nude, o comunque molto poco vestite). Un’ora e mezza di doppisensi e doppigiochi che fanno ridere e sorridere. Testo e musiche sono state adattate per i sei attori inglesi, bravi, ma forse poco sfruttati in scena per le loro capacità.
Nuovo musical, piccola produzione e piccolo teatro (con l’enorme fortuna di trovarsi in pieno centro, tra Tottenham Court e Leicester Square, zona di massimo passaggio e proprio a fianco della Photographers’ Gallery) con però ben 10 settimane di sfida, o meglio di possibilità di conquistare la fiducia del pubblico.

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Roma. Prete arrestato per pedofilia, protetto da anonimato.

Abusi all'oratorio e ai campeggi. Arrestato un sacerdote a Roma. Il prete della parrocchia 'Natività di Maria Santissima' è finito in carcere con l'accusa di violenza sessuale continuata e aggravata: attirava i ragazzi con la promessa di cd, dvd e abbigliamento. Coinvolti anche altri ragazzini?

(Quotidiano.net) Abusi durante le ore d'oratorio, le gite in campagna, i campeggi estivi. Avvenuti negli ultimi dieci anni. Per l'accusa di violenza sessuale continuata e aggravata, è finito in carcere un sacerdote della parrocchia 'Natività di Maria Santissima', in via di Selva Candida, a Roma.

Nei confronti del prete, R.C., 55 anni, è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare dal gip Andrea Vardaro, su richiesta del sostituto procuratore Francesco Scavo. Già in passato il prete sarebbe stato rimosso, per un breve periodo, dal suo incarico, dopo alcune voci che lo chiamavano in causa per i fatti oggetto ora dell'inchiesta penale.

Gli abusi sarebbero avvenuti - stando all'atto d'accusa - tra il 1998 e il marzo scorso, a danno di almeno 7 minori. Anche se secondo chi indaga le vittime del sacerdote potrebbero essere di più. A dare il via all'indagine è stata la denuncia di un altro prete. Gli investigatori del nucleo operativo di via In Selci, poi hanno sentito i ragazzi che hanno raccontato le violenze subite quando frequentavano l'oratorio e le altre attività della parrocchia, e che oggi hanno ormai tra i 16 ed i 24 anni.

Gli abusi e le violenze, sarebbero avvenuti, in alcuni casi, nello stesso appartamento del prelato, all'interno della canonica. R.C., dopo esser riuscito ad accattivarsi le simpatie di alcuni bambini, che si stavano preparando a ricevere la prima comunione, li avrebbe invitati a pranzo o a cena, per poi vincerne le resistenze. In altri casi la scusa era quella di impartire lezioni private. Le violenze sarebbero avvenute anche nel corso dei campi estivi che il sacerdote, responsabile dell'oratorio, organizzava in località di montagna.

Il prete, secondo gli atti d'accusa, attirava i ragazzi nella sua dimora dietro la promessa di soldi, cd, dvd, capi d'abbigliamento. Il prete, inoltre, avrebbe fatto vedere ai bambini, prima degli abusi, film pornografici. Questi, inoltre, sarebbero stati trovati addirittura nell'appartamento del sacerdote, nel corso di una perquisizione.

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Bolognapride. La foto più bella del corteo è eterosessuale.

Riflessioni - Queer di tutto il mondo, unitevi! Ma anche no.

(Noirpink)Il Pride è finito e a Bologna i coriandoli sono già stati spazzati via. Dalle strade, non certo dai cuori. Nei cuori rimarranno ancora a lungo i baci e i sorrisi, le borchie sadomaso e le pailettes, la felicità del trenino delle Famiglie Arcobaleno e la libertà degli slip attillatissimi, la meraviglia dei trampolieri e i colori delle piume, le coppie lesbo, etero, gay e indefinibili, le amiche e gli amici, le tette con e senza reggiseno...

No, per chi l'ha visto e vissuto davvero non è possibile parlar male del Pride. Il che, ovviamente, non significa che sia tutto perfetto (ci mancherebbe altro!). Comunque, quello che risulta meno perfetto, almeno secondo me (ma per fortuna qualcuno dissentirà), è proprio ciò che più segue il sentiero del pensiero comune della cultura dominante nella nostra società. Insomma, ciò che è meno "diverso".
Prendete ad esempio certi slogan "anti", che spesso adottano le stesse identiche logiche delle entità contro cui vengono lanciati. Ad esempio, che senso ha arrivare a un Pride solo per dire che i preti sono pedofili? Si tratta di una semplificazione cretina che serve solo a dire che "loro" sono peggio di "noi". Di più non si dice. Per non parlare delle prese di posizione contro la Carfagna, bersagliata per i calendari osé di qualche anno fa con slogan insignificanti o anche machisti. A cosa servono? A dire che "lei" è più "puttana" (sic...) di noi? Ma ha senso in un Pride indicare come sostanzialmente immorali certi comportamenti legati alla sessualità (e/o all'onanismo)? Dire che, in fondo, "loro" sono peggio di "noi", a mio modo di vedere, non mi rende granché orgoglioso. Nè mi pare molto costruttivo.
La logica non è certo nuova: chi non ha una propria identità, cerca di rimediare costruendosi una pseudo-identità contro. Crolla il comunismo e diventiamo anti-berlusconiani, scompare la cultura locale e diventiamo anti-stranieri, evapora il cattolicesimo e (ri)diventiamo anti-gay.... E quando, per sensi di colpa o chissà che altro, non abbiamo un'identità propria, diventa facile sfogarci ricordando al mondo che "loro" sono peggio di "noi", appunto, facendo nostri i loro criteri di giudizio, facendo di "loro" il centro dei nostri interessi. Sia chiaro: va bene tutto, tutti sono e devono essere liberi di vivere il Pride come meglio desiderano, anche solo per sfogare le proprie frustrazioni.
Insomma, ognuno segua la sua strada... Ma così l'unità del movimento *qtblg dove va a finire? Beh, forse è il caso di riflettere seriamente anche su questo punto, anche per evitare la noia annuale delle lamentele sempre uguali perchè "non esiste una vera comunità" e delle invocazioni sempre identiche alla santa "unità".
Diciamolo, unità è una parola che piace molto, che va parecchio di moda: unità del movimento arcobaleno, unità della Sinistra Arcobaleno, unità dei cristiani, unità nazionale, unità della razza contro l'invasore... Ma per essere uniti (nelle lotte, nelle strategie, negli intenti...) partendo da una situazione di profonda differenza, è necessario un minimo di omologazione e di "normalizzazione". È necessario trovare una linea comune e rispettarla. E farla rispettare.
Ma tutto questo è davvero concepibile in un movimento, come quello *qtblg, che ha come proprio principale motivo d'esistere il raggiungimento del rispetto nei confronti della diversità, se non addirittura l'esaltazione della diversità? E allora forse non solo il pluralismo, ma anche la stessa disunità (quando non è motivata da odi razzistici, da semplici interessi personali o da micro-orgogli secessionistici) potrebbe essere considerato un elemento di valore per il movimento *qtblg. Disunità nel senso di esaltazione della propria irriducibile unicità, di massima libertà di espressione di sé, di resistenza alle spinte di chiusura nelle comunità che percorrono questi anni tristi.
L'unico elemento di unità, secondo me, dovrebbe essere il rispetto della libertà di autodeterminazione, con il Pride inteso come festa in cui dare massima visibilità a tale libertà. Chi vive questo rispetto, si troverà bene; chi non lo vive (vedi certe femministe transfobe...), semplicemente si sentirà un pochetto a disagio.
Ovviamente tanti di voi non saranno d'accordo con quello che ho scritto. Non posso che esserne felice.

P.S.: leggete bene il cartello della foto ("Amici, siamo dalla vostra parte, ma se cambiate idea, siamo qui che vi aspettiamo! Le amiche etero"). La condivisione, l'amicizia, il sovvertimento dei ruoli, l'ironia, il desiderio: c'era forse un cartello più bello (e, in fondo, più rivoluzionariamente politico) di questo?


Little Prince(ss)

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Cara energia: scacco alla bolletta in dieci mosse.

Pannelli solari

(Andrea Paggio, vicedirettore di Legambiente per Panorama) La prima fonte energetica è il risparmio. E la conversione a stili di vita più ecologici non è indotta solo dalla paura di rimanere senza petrolio o di morire di cancro, ma dal desiderio di una maggiore qualità della vita e con meno preoccupazioni (vedere il sito www.viviconstile.org). Una casa più confortevole ha spesso un pannello solare sul tetto, scelta che la rende autonoma dal prezzo del barile di petrolio così come da una centrale nucleare slovena.
Ecco dieci consigli per ridurre la propria bolletta e l’impatto sull’ambiente.
1 Vestire meglio la casa
La prima voce di spesa energetica della famiglia italiana è per il riscaldamento della propria casa: 1.300 euro nel 2007, nonostante il nostro buon clima mediterraneo. Ma le nostre case disperdono energia da tutte le parti: dal tetto, dalle finestre, dai cassoni delle tapparelle, dai muri (soprattutto a nord). Oggi si può detrarre dalle tasse il 55 per cento dell’investimento di risparmio energetico, il resto si ripaga in una decina d’anni al massimo. Per saperne di più: www.enea.it.
2 Usare il termostato
Anche il nome sa di antico, infatti il calorifero è ormai superato da apparecchi dotati di regolazione automatica (raggiunta la temperatura si spegne) e contabilizzazione del calore (ognuno paga quello che consuma). È finita così l’epoca della caldaia autonoma, meglio quella condominiale o persino la centrale di quartiere a biomasse. Intanto applicare un termostato regolatore su vecchi caloriferi costa poco e si ripaga in una stagione.
3 Scaldare l’acqua con il sole
Servono a produrre acqua calda, sono molto diffusi in Europa. I più semplici (3 mila euro di investimento, meno lo sconto fiscale del 55 per cento) servono per ridurre il consumo del boiler elettrico o a metano. Si ripagano in 5 o 8 anni, poi energia gratis per 20 anni. Un metro quadrato di collettore solare per ogni italiano ci farebbe risparmiare 40 terawattore di energia, il 12 per cento del consumo elettrico nazionale. Per saperne di più: www.fonti-rinnovabili.it.
4 Usare la stufa a pellet
Le moderne stufe a legna inquinano anch’esse (particolato fine), ma meno dei camini e delle vecchie stufe, e permettono una ricarica meno frequente. Sono dotate di alimentatori di pellet, che sono bastoncini di segatura pressati. Attenzione alla qualità delle stufe e dei pellet: solo quelli di puro legno naturale vi garantiscono da sostanze chimiche inquinanti.
5 Fare ombra d’estate
Ormai non c’è solo il riscaldamento, ma anche il condizionatore a pesare sulla bolletta. Prima regola: farne a meno. È normale starsene in maglietta e camicia d’estate e non si rischiano raffreddori e mal di gola. La casa va regolata anche d’estate: chiuse le tende esterne e le tapparelle di giorno, aperte le finestre la notte. Gli alberi sono un condizionatore naturale. Per saperne di più: www.costruire-bene.ch.
6 Pompe, non condizionatori
La bolletta dell’elettricità «pesa» solo un terzo di quella del riscaldamento, ma appena si passa al condizionatore rischia di salire. Per chi non può farne a meno, invece del vecchio condizionatore vale installare una pompa di calore ad alta efficienza, ideale non solo per il fresco, ma anche per le stagioni intermedie. Temperature consigliate: 26 gradi d’estate, 19 d’inverno.
7 Comprare casa di alta classe
Le case che si costruiscono da quest’anno consumano un terzo dell’energia di una volta e sono dotate per legge di un certificato di consumo per il riscaldamento. Quelle di classe A, come per gli elettrodomestici, consumano l’80 per cento di energia in meno e possono essere scaldate anche solo col sole. I villini costano parecchio: sono molto più economici e persino più ecologici i condomini. In Gran Bretagna dal 2016 si potranno costruire solo case a consumo energetico zero.
8 Scegliere auto a bassa emissione
La seconda voce di spesa energetica familiare è il carburante per le automobili: per 10 mila chilometri di una utilitaria si spendono oltre 1.000 euro, il doppio per un grande suv. All’estero le auto si vendono con il certificato energetico (come i frigoriferi), in Italia abbiamo viaggiato nell’illusione che il diesel fosse un gran vantaggio: in futuro conteranno le emissioni di CO2 a chilometro. Le auto a 100 grammi di CO2 al chilometro sono le carissime ibride elettrico-benzina e una manciata di minicittadine. Buone prestazioni le piccole (soprattutto a metano) e le diesel dotate di filtro antiparticolato. I suv e le sportive invece emettono da 180 a 400 g/kg. Per saperne di più: www.ata.ch.
9 Riscoprire la bicicletta
Il 53 per cento degli spostamenti quotidiani degli italiani non supoera i 5 chilometri, eppure ci serviamo di mezzi motorizzati per l’80 per cento dei nostri viaggi. Così si spiega il successo recente della bicicletta in tutte le città europee, anche con sistemi di noleggio e condivisione, come il bike sharing di Parigi e Barcellona e in una decina di città italiane. Anche in Italia le auto dei residenti stanno diminuendo in città. Quanto proprio serve, la si prende in car sharing. Per saperne di più: Viaggiare leggeri (Terre di mezzo editore, 180 pagine, 12 euro).
10 Riciclare
C’è anche una bolletta energetica indiretta, quella che si paga in ogni bene acquistato o servizio usato. Si stima che ogni famiglia in Europa possegga 60 mila oggetti, molti di più di quelli con i quali abbiamo il tempo di fare esperienza (ogni anno, tolto il sonno, abbiamo 5 mila ore a disposizione). Cosa fare? Selezionare, condividere, acquistare e rivendere, per esempio su eBay, e infine riciclare. Un aumento del riciclaggio dei materiali del 10 per cento riduce il consumo energetico nazionale del 3. Per saperne di più: www.stopthefever.org.

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Michelle Obama incontra i gay: fidatevi di Barack.

L’aspirante first lady tenta di convincere gli omosessuali in gran parte fan di Hillary.
(Roberto Rezzo - L'Unità) Fag Hag per un giorno. Michelle Obama è arrivata a New York alla vigilia delle celebrazioni del Gay Pride per rassicurare gli omosessuali: «Barack sta dalla vostra parte». L'aspirante First Lady non si è vista alla tradizionale parata sulla Fifth Avenue, ma ha partecipato a una serata di gala organizzata dal Democratic National Committee's Gay and Lesbian Leadership Council nella Starlight Room al 18mo piano del Waldorf Astoria Hotel. Preceduta sul podio da Michelle Paterson, moglie del governatore di New York, e seguita da Howard Dean, presidente del Partito democratico. L'audience è composta principalmente da omosessuali bianchi, circa 170 persone, presumibilmente facoltose, che per l'occasione hanno versato un contributo di 1,3 milioni di dollari in tutto.
L'intervento è durato 17 minuti. La signora Obama ha fatto il punto sul curriculum del marito in materia di diritti civili degli omosessuali e sulla sua visione per la comunità Glbt qualora fosse eletto presidente degli Stati Uniti. Ha ricordato che lo scorso 26 giugno era il quinto anniversario della storica sentenza della Corte suprema nel caso «Lawrence vs. Texas», che ha abolito in tutta America le leggi contro la sodomia per vizio di costituzionalità. E per dare un'idea della continuità tra il movimento per i diritti civili dei neri e quello dei gay, ha usato l'espressione «da Selma a Stonewall». I due luoghi simbolo della protesta per l'uguaglianza.
Un passaggio importante nel difficile processo di riunificazione della base. La comunità Glbt è una tradizionale roccaforte del Partito democratico. E uno studio condotto da Hunter College Poll prima della fine delle primarie rivela che i due terzi degli interpellati era schierato con Hillary Clinton. Indagini più recenti ma in scala più ridotta sembrano indicare un netto recupero di Obama in termini di consenso. «Gli omosessuali sono democratici molto leali e impegnati - spiega Patrick Egan, docente di Scienze politiche alla New York University - Sono soliti avere un ruolo nell'organizzazione della campagna e nella raccolta fondi ben superiore al loro peso numerico in termini elettorali. Qualsiasi candidato con un minimo di sale in zucca deve trovare il modo di stringere un solido rapporto con questa popolazione».
Rimane ancora molta strada da fare per superare differenze e diffidenze. Obama in Senato ha votato contro l'Uniting American Families Act, il disegno di legge che avrebbe cambiato i regolamenti sull'immigrazione per consentire ai partner dello stesso sesso di cittadini americani di ottenere la residenza permanente in Usa, alla pari degli eterosessuali stranieri. Nel suo libro di memorie «The Audacity of the Hope» si legge: «Come ufficiale eletto in una società pluralista, ma anche come cristiano, è mio dovere considerare la possibilità che la mia opposizione ai matrimoni fra persone dello stesso sesso sia ingiustificata».
Dopo l'uscita di scena di Clinton, il rischio maggiore è quello dell'astensionismo. «Vivo a San Francisco e in 34 anni non ho mai visto la senatrice Dianne Feinstein al Gay Pride - si legge in un post sul sito del Village Voice - Troppi democratici si comportano come tutti gli altri: ben felici di prendere i nostri soldi e i nostri voti. E poi chi s'è visto s'è visto». E ancora: «In una campagna che ha come slogan il cambiamento, alla fine per calcolo politico trionfa sempre la bigotteria. Tutta questa prudenza e tutti questi distinguono fanno uno strano effetto sulla bocca di un personaggio che si accredita come un campione nella difesa dei diritti civili».
Un editoriale su Gay Wired ammette che «perdere Clinton, nostra alleata storica, è stata una mazzata. Ma è importante guardare le cose con pragmatismo». Se Obama si barcamena per non perdere consensi tra l'elettorato di centro e tra le chiese afro americane, sull'altra sponda tira un'aria poco rassicurante. L'organizzazione dei gay repubblicani, Log Cabin Republican, è così marginale all'interno del partito che nessuno fece una piega quando i suoi esponenti rifiutarono il sostegno a George W. Bush alla convention del 2004. I conservatori sembrano mostrare rispetto per gli omosessuali solo se il padre si chiama Dick Cheney. Il veterano John McCain ha dichiarato di recente che «la presenza degli omosessuali nelle Forze armate rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale». E la conoscenza della comunità omosessuale di Cindy McCain non si spinge oltre quella del suo parrucchiere.

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Gaypride Parigi. Fischi e contestazioni per i gay di centrodestra.

Nel corso del pride parigino che diversamente da quello bolognese ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di francesi, il carro di GayLib, associazione di gay e lesbiche dell’UMP (il partito del presidente Sarkozy), è stato bloccato per più di un’ora da militanti delle Panthères Roses, di ActUp e di Aides e da un centinaio di partecipanti, che protestavano contro la politica del governo Fillon-Sarkozy che a gran voce chiedevano la parità tra omosessuali ed eterosessuali.

Il boicottaggio è stato ben studiato, ed è stato accompagnato da slogan come: “Niente UMP al Pride!” o “Sarko, Boutin (esponente ultracattolica dell’UMP, oggi ministro, Vanneste, (esponente dell’UMP condannato più volte per omofobia), vi detestiamo!”. Il carro la cui parola d'ordine era comicamente «Le changement, c'est Nous!»... è così giunto alla Bastiglia, luogo d'arrivo della parata, alle 19, con un'ora di ritardo.

Risulta anche in questa occasione emblematica la posizione di Emmanuel Blanc: fondatore di Gaylib in Francia, strenuo sostenitore di Sarkozy e, nello stesso tempo, incapace di rendersi conto che il suo appoggio viene totalmente ignorato come nel caso si altri sedicenti gruppuscoli europei di sedicenti gay liberali o di destra.

Autocritica è stata fatta da Jean-Luc Romero, esponente indipendente del partito di Nicolas Sarkozy (UMP) che ha ammesso: “sotto i governi di destra le questioni sociali non fanno mai molti progressi. È da un anno che le personalità più aperte della maggioranza non si fanno sentire”.

Fonte| Libération
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I tg francesi sul pride parigino.


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Il corteo con il carro contestato di GayLib.

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Milano. Drogata e violentata da un’altra donna.

Discoteca Matisse di piazza Carlo Erba.
Una ragazza Etiope di 25 anni, andata a ballare con alcuni amici, rimasta sola è stata avvicinata da un uomo ed una donna, anch’essi di colore, che le hanno offerto una birra nella quale era stato sciolto un potente narcotico. Addormentatasi la ragazza è stata portata via dal locale e si è risvegliata dopo alcune ora in un appartamento di via Maffucci 53, con 2 uomini che le tagliavano i capelli ed una donna che la palpava le parti intime. Appena gli uomini si sono allontanati, la vittima è riuscita a liberarsi e, vestitasi, è corsa in un bar a chiedere aiuto.

All’arrivo dei carabinieri, l’aguzzina, una nigeriana di 31 anni con regolare permesso di soggiorno e precedenti per lesioni, era ancora nell’appartamento, dove è stato trovato anche il cellulare della vittima. La ragazza è stata poi portata alla clinica Mangiagalli in quanto aveva riportato alcune escoriazioni, probabilmente dovute ad una colluttazione con i suoi rapitori.

fonte: agi


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I gay sono diversi solo sotto l'aspetto dei desideri sessuali. Parola di Antonio Di Pietro.

Antonio Di Pietro intervistato da Klaus Davi, particolarmente apprezzato dal popolo omosessuale per la sua politica antigovernativa ed antiberlusconiana nella sua intervista dice che noi gay siamo diversi solo sotto l’aspetto dei desideri sessuali. Quando si dice avere le idee chiare. Grazie Tonino.
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Sex a Madrid. La gangbang di Diana, in 3 giorni 1000 rapporti e puoi partecipare anche tu.

Il calcio si impone anche sul sesso. Le ottime prestazioni e la conquista della finale di Euro 2008 da parte della nazionale spagnola, ha giocato un brutto scherzo agli organizzatori del Festival del Cinema Erotico (Ficeb) che si è chiuso all'alba di lunedì a Madrid. «Il calcio è una delle poche cose con le quali il sesso non può competere», ha riconosciuto Juli Simòn, direttore del Ficeb, al momento di tracciare un bilancio del festival con un deludente numero di visitatori, appena 15.000.
Né gli spettacoli di strip-tease, né gli shows di sesso dal vivo, sono riusciti ad imporsi sul calcio. Madrid ha ospitato quest'anno, per la prima volta, la manifestazione, che si era tenuta a Barcellona nelle sue 14 precedenti edizioni. La scelta di Madrid era stata fatta dagli organizzatori proprio per migliorare il numero di presenze che nel festival del 2007, nella capitale catalana, aveva fatto segnare ben 50.000 visitatori.

Ad aprire il Ficeb 2008, nella Sala 'Multiusos Fabrik de Fuenlabrada', a Madrid, era stata una iniziativa di Gangbang: una situazione in cui una sola persona fa sesso con più partners.

L'idea è di una bella brasiliana, Diana, che ha deciso di battere il record mondiale di sesso dal vivo: durante i tre giorni dello svolgimento del Festival madrileno, dovrà raggiungere o superare i 1000 rapporti sessuali. Diana, pornostar brasiliana, cercherà di avere 1.000 rapporti sessuali non stop al ritmo di 5 persone per volta.

La brasiliana ha lanciato un appello: "Ayuda a Diana a lograr el reccord de 1000 polvos en 3 dias. Apuntate y ayutade". L'evento ha fatto parlare la stampa e i siti Internema non sappiamo come sia andato a finire ne se se sia svolto. Comunque, se non è stato fatto e qualora gli organizzatori siano comunque intenzionati a farlo, tutti gli interessati (italiani compresi) potranno partecipare al Gangbang di Diana compilando questo form.

E qui la vedi come mamma l'ha fatta...

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Neofascisti bolognesi contro il gaypride con parole farneticanti.

(Gli italici) Gioventù italiana Bologna - Bononia 189 a.C. disapprova il Gay Pride che si “celebra” oggi A Bologna. Al di là delle scelte individuali che sono libere e legittime, non è però ammissibile che si blocchi una città per dar spazio ad una carnevalata che non ha nessun obiettivo se non quello di scandalizzare e “trasgredire”. Precisiamo che non avremmo accettato una manifestazione simile nemmeno se i protagonisti fossero stati gli eterosessuali. Il sesso attiene all’intimità della persona e non può essere “sbattuto” in faccia a chiunque in piazza. Riteniamo che la trasgressione fine a sé stessa sia irrazionale ed abbia l’effetto di offendere la comunità nelle regole che sottendono alla civile convivenza. Pensiamo che non esista il problema della discriminazione degli omosessuali in Italia, né tanto meno a Bologna. Tale manifestazione partecipa al tentativo, perpetrato in modi diversi e penetranti, di imporre un modello sociale alternativo e disgregante. Ci riferiamo, in particolare, alle norme sull’omofobia imposte dall’oligarchia europea agli stati nazionali, le quali, in oltraggio alla democrazia, violerebbero, qualora ratificate anche in Italia, il principio della libertà di manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 della Costituzione. Ribadito che le scelte sessuali di ognuno non sono in discussione, attenendo, tuttavia, al privato ed alla intimità, teniamo a ribadire che l’unico modello sociale da tutelare e promuovere sia quello fondato sulla famiglia tradizionale: uomo, donna, figli; il solo in grado di permettere alla natura umana di riprodursi e non estinguersi.

Antonio Del Prete
Resp. Provinciale Gioventù italiana Bologna
www.bononia189ac.it

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Agenzia UE: Anche ai gay gli stessi diritti degli eterosessuali.

"Preoccupazione" per disparità trattamento da Stato a Stato Ue.
(Apcom) Il mancato riconoscimento in Italia dei matrimoni gay o delle unioni civili contratte in un altro Stato membro dell'Ue "restringono la libertà di movimento" degli omosessuali ed è fonte di "incertezza giuridica". E' l'opinione - non vincolante - espressa nel primo rapporto dell'Agenzia europea per i diritti fondamentali di Vienna, dedicato al tema dell'omofobia e della discriminazione in base all'orientamento sessuale.

"La parità di trattamento è un diritto fondamentale di cui dovrebbero godere tutti i membri della nostra società", afferma in un comunicato il direttore dell'Agenzia, il danese Morten Kjaerum, ricordando che è il principio è tutelato dall'articolo 21 della Carta europea dei diritti fondamentali dell'uomo. "Il fatto che le lesbiche, i gay, i bisessuali e i transessuali non vengono trattati in modo uguale da alcuni aspetti della legislazione Ue, particolarmente per quanto riguarda le coppie dello stesso sesso, dovrebbe essere fonte di preoccupazione per tutti noi", continua Kjaerum, esortando gli Stati membri ad assegnare maggiori poteri e risorse alle Agenzie nazionali contro le discriminazioni.

Nel rapporto viene citato espressamente il caso di due cittadini italiani di sesso maschile, che non sono riusciti a farsi riconoscere dalla magistratura il valore legale del matrimonio contratto in Olanda. L'Agenzia sottolinea che oltre all'Italia, ci sono 10 Paesi Ue che non riconoscono le unioni e i matrimoni gay: Estonia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Belgio, Spagna e Olanda sono gli unici tre Stati membri che hanno legalizzato i matrimoni gay, riconosciuti anche da Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Francia, Lussemburgo, Romania, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna. In Bulgaria, Cipro, Ungheria e Austria, invece "la situazione non è chiara".

"In assenza di indicazioni chiare agli Stati membri sui loro obblighi ai sensi del diritto Ue in queste situazioni, le discriminazioni contro le coppie dello stesso sesso, in violazione del principio della parità di trattamento in base all'orientamento sessuale, persistono in almeno 11 Stati membri" denuncia l'Agenzia, riferendosi al gruppo di Paesi Ue di cui fa parte anche l'Italia.

Il rapporto dell'Agenzia è mirato semplicemente a 'fotografare' la situazione nell'Ue e non è vincolante per le istituzioni comunitarie. Tuttavia, è stato pubblicato oggi per contribuire al dibattito che sarà lanciato tra i Ventisette sulla comunicazione contro le discriminazioni che la Commissione europea presenterà mercoledì a Bruxelles, nell'ambito del pacchetto sulla 'Agenda sociale'.

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Gaypride. Catania, il comune cede piazza dell'università.

Vittoria del Comitato Catania Pride.
(Ansa) L'Amministrazione Comunale di Catania ha accolto la richiesta del Comitato Catania Pride di far concludere in piazza Universita' il corteo del Gay Pride il prossimo 5 luglio. Lo ha reso noto lo stesso Comitato al termine di un incontro, svoltosi stamane in municipio, con il segretario generale, durante il quale il Comitato ha manifestato 'la propria determinazione e fermezza nel ritenere piazza Universita' come l'unico possibile punto di arrivo del corteo e luogo per la conclusione della festa'. Nei giorni scorsi l'amministrazione comunale aveva dato la disponibilita' di piazza Dante.

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A Capri ripaperta la via Krupp. Nel 1901 i socialisti tedeschi lo accusarono di essere omosessuale.

(Il mattino di Napoli) Capri. Una giornata storica. Non solo per i capresi. Perchè via Krupp è conosciuta nel mondo ed è rimasta chiusa per trentadue infiniti anni, a causa di una frana staccatasi dal costone roccioso che fiancheggia la lunga e sinuosa sequenza dei tornanti. Anni di impasse. Di amarezza. Di aspre polemiche per un angolo di bellezza stratosferica che sembrava per sempre perduto. «Onore a noi che non ci siamo mai arresi», sussurrano i capresi. Nuda la cronaca. Tortuoso come quei tornanti l'iter dei finanziamenti. Nel 2004 il Comune di Capri viene incluso in graduatoria e ottiene dalla Regione sei milioni di euro. La Regione successivamente stanzia altri 800mila euro (fondi Por) destinati agli interventi ultimativi, al rifacimento dell'assetto stradale e dei muretti di contenimento. Alla fine, il restauro - firmato dall'ingegner Gianluca Salvia - si presenta curatissimo, raffinato, credibile. Insomma, all'altezza della strada «più bella del mondo». Una consolazione dopo le terribili e ripetute paure che il serpentone scavato nella roccia ha più volte suscitato. Ottobre 2005, per esempio. Quando, dopo tre giorni di pioggia, uno smottamento fa tremare via Krupp nell’area ancora transitabile, dove già esiste per fortuna la rete paramassi. Intervengono i vigili del fuoco. Si procede a sgomberi. Si spera nel futuro. È un percorso magico, stagliato nella roccia. Un groviglio di giravolte. Un invito a nozze per il turismo colto che da sempre arriva a Capri per ripercorrere strade e suggestioni del mitico Grand Tour. La suggestione è assicurata: sono le stesse stradine frequentate, per esempio, da Lenin e da Gorky, che qui aveva casa e trascorreva lunghi periodi di riflessione e riposo. La strada dei sogni. A realizzarla, insieme a molte altre opere assai ardite, fu all'alba del '900 un ingegnere-architetto napoletano dal cognome forestiero, Emilio Mayer, che contribuì con la sua straordinaria creatività a trasformare e a modernizzare Capri. Fu lui a progettare le vie provinciali per collegare Marina grande con il centro dell'isola. Fu lui a collegare Capri ad Anacapri. Dal sito che oggi occupa la mitica Piazzetta, l'ingegnere fece sloggiare il carcere. E così nacque quello che oggi è il «salotto del mondo». Per via Krupp il «miracolo» fu possibile solo grazie a quelle 46mila lire che costituivano il costo inizialmente previsto per l'opera. A sborsare il denaro fu colui che all'epoca era l'uomo più ricco d'Europa, il tedesco Friedrich Alfred Krupp, titolare delle officine di famiglia che a Essen si estendevano per 400 ettari e occupavano 40mila operai. Rotaie, vagoni ferroviari, ancore e scafi. I Krupp erano definiti «i re dei cannoni». Perchè ne fabbricavano di ogni tipo. Alfred Fritz Krupp, sposato e papà di due bambine, non era solo un capitano di industria, ma anche cultore di scienze e in particolare di biologia marina. Lui era di salute cagionevole: soffriva di vertigini, pressione alta, asma. I medici perciò gli imposero di trascorrere buona parte dell'anno sul mare. Fu per questo che nel 1898 sbarcò a Capri. Dove portò il suo yacht «Maya», che mise a disposizione dell'Acquario di Napoli. Krupp restò a Capri per quattro anni, tra allontanamenti e ritorni. La strada, la via Krupp, doveva essere lunga 1346 metri e 60 centimetri. L'incarico operativo all'ingegner Mayer fu affidato nel 1900. E fu subito polemica. Violenta e senza esclusione di colpi, specie da parte del giornale di sinistra di Napoli, «La propaganda», che - convinto che Krupp fosse schierato sul versante opposto - mise in giro voci su una sua presunta omosessualità. Veleni giunti fino al paese natale di Krupp: l'organo del partito socialista tedesco, il «Vorwarts», scrisse che «l'uomo più ricco di Germania indulge a pratiche omosessuali con giovani capresi». Oscura e carica di dubbi fu la morte di Fritz Krupp: era il 1902 quando lo ritrovarono morto nella sua villa una mattina di novembre. Infarto, la spiegazione ufficiale. Ma nessuno vide il cadavere. E in tanti pensarono che l'industriale si fosse tolto la vita.

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Anglicani. strappo dei tradizionalisti ostili ai vescovi gay.

(Ansa - nella foto l'arcivescovo di Canterbury, Rowan William) Va a pezzi la chiesa fondata da Enrico VIII, il re-barbablu' dalle sei mogli che nel 1535 ruppe con la Roma dei Papi: l'ala tradizionalista della Comunione Anglicana, contraria alla consacrazione vescovile di donne e preti gay e alle nozze religiose tra persone delle stesso sesso, ha deciso di organizzarsi in modo indipendente e autonomo. Avra' un proprio clero e propri seminari. Non riconoscera' piu' come indiscutibile autorita' suprema l'arcivescovo di Canterbury. Di fatto si va allo scisma, anche se i diretti interessati rifiutano questa definizione.

Il clamoroso strappo covava da tempo e si e' consumato ufficialmente ieri a Gerusalemme, dove per un'intera settimana circa trecento vescovi conservatori - perlopiu' in provenienza di Africa, Asia e Australia - hanno tuonato contro il 'falso vangelo' predicato dai sacerdoti anglicani 'liberali' e si sono ripromessi di essere fedeli ai 'principi morali biblici' senza piu' contaminazioni moderne. D'ora in poi avranno come unico parametro il 'Book of Common Prayer', il libro delle preghiere uscito nel 1622. A loro giudizio la gerarchia anglicana occidentale (in particolare quella americana) ha manipolato le scritture sacre in un erroneo lavoro di aggioramento e ha anche il torto di non essersi opposta con il dovuto vigore al 'secolarismo miliante e al pluralismo' contribuendo cosi' al generalizzato 'declino spirituale'.
Il 'casus belli' all'origine della clamorosa rottura risale al 2003 quando gli anglicani tradizionalisti - molto vicini alla religione cattolica sotto il profilo teologico - reagirono con choc al fatto che negli Stati Uniti un prete apertamente gay - Gene Robinson - era stato consacrato vescovo del New Hampshire.
Il disagio viene pero' da molto piu' lontano, almeno dai primi Anni Novanta quando la Church of England ammise tra mille polemiche l'ordinazione sacerdotale delle donne.
I trecento vescovi riuniti a Gerusalemme - punto di riferimento per almeno trentacinque milioni di anglicani sparsi per il mondo su un totale di ottanta - hanno detto adesso basta alle derive modernistiche: daranno vita ad una vera e propria struttura ecclesiale alternativa. L'hanno chiamata 'The Fellowship of Confessing Anglicans' (Foca). Rifiutano la parola scisma, sottolineando che opereranno come 'chiesa dentro la chiesa', ma proprio di questo sembra trattarsi.
Significativo il siluro contro l'arcivescovo di Canterbury, finora autorita' suprema di quella che nel Regno Unito e' tuttora la religione di Stato: per i tradizionalisti - che non gli perdonano di non essersi opposto alla consacrazione del vescovo gay in Usa - va riconosciuto 'per il suo ruolo storico' ma nella 'realta' post-coloniale' non puo' essere piu' considerato il leader indiscusso.
Una delle figure di maggior spicco nella 'Fellowship of Confessing Anglicans' e' l'arcivescovo di Sydney, il reverendo Peter Jensen, che ha definito 'un atto di follia' e 'un grossolano errore strategico' la consacrazione del vescovo gay in Usa. Durante il vertice di Gerusalemme un'altra figura di primo piano, l'arcivescovo della Nigeria Peter Akinola, ha sferrato un attacco diretto contro l'arcivescovo di Canterbury - Rowan William - e gli ha addossato la responsabilita' per 'lo stato di 'agitazione e bancarotta' in cui e' finita la Comunione Anglicana.

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