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venerdì 18 luglio 2008

Cinema, Ischia premia Matt Dillon.

(Sky tg24) Qualcuno dagli anni '80 non si è mai ripreso, qualcun altro è rimasto sull breccia diventando immortale. E' questo il caso di Matt Dillon, premiato all'Ischia Global Music and Fest. Sempre fedele a sè stesso, la strategia dell'attore ha sempre pagato: "Adoro la mia vita, ha dichiarato, e amo il cinema profondamente. Mi piace ogni volta provare a superare me stesso, correndo rischi e affidandomi sempre al regista".
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Ecco il sondaggio segreto sulla disfatta che Veltroni ha tenuto segreto.


(Carlo Puca - Panorama) La caduta di Romano Prodi, le dimissioni da sindaco di Walter Veltroni, il bagno di sangue di Francesco Rutelli. Ancora: i veleni, le risse di questi giorni, i rischi di scissione del Partito democratico. A voler essere colpevolisti, tutto potrebbe dipendere da un dettaglio in grado di spiegare la storia recente del centrosinistra italiano: un documento di 58 cartelle del gennaio 2008. Un sondaggio della Ipsos, per la precisione...

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Diete al maschile: pochi carboidrati per buttare giù la pancia.

(Medicina live) E’ ormai opinione condivisa dai nutrizionisti che le diete migliori per gli uomini che vogliano perdere peso sono quelle a basso contenuto di carboidrati.
Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Nutrition & Metabolism, ha dimostrato che il 70% degli uomini che adottavano un regime alimentare povero di carboidrati riusciva a dimagrire, malgrado aumentasse l’apporto calorico. Jeff Volek, autore dello studio che opera all’Università del Connecticut, è riuscito inoltre a provare, insieme al suo team di ricercatori, che le diete con pochi carboidrati riescono a snellire l’uomo proprio nei punti cruciali dove risiede maggiormente l’adipe e dove è decisamente antiestetico, come la pancia e i fianchi.

Secondo gli studiosi il grasso immagazzinato nella zona superiore del corpo sarebbe più pericoloso per la salute rispetto a quello localizzato in altre aree.

Gli uomini che consumavano pochi carboidrati riuscivano a perdere i chili di troppo del tronco in percentuale maggiore rispetto alle altre diete dimagranti.
Per darvi un’idea del paragone, pensate che un regime con pochi carboidrati fa dimagrire tre volte in più di una dieta a basso apporto di grassi. I partecipanti alla ricerca erano sia uomini che donne e quasi tutti hanno sperimentato con successo i benefici di questo regime alimentare.
Dodici uomini su quindici e dodici donne su tredici hanno perso la pancetta ed il grasso in più presente sui fianchi.
Gli esperti hanno inoltre valutato la possibilità di un’alternanza tra i regimi a basso contenuto di carboidrati e quelli con pochi grassi, concordando che sia meglio seguire inizialmente una dieta povera di carboidrati, per poi passare successivamente ad una dieta a basso consumo di grassi. Altro beneficio non trascurabile è che l’alimentazione a scarso contenuto di carboidrati rappresenterebbe un valido scudo contro il rischio di malattie cardiovascolari, come dimostrato dallo stesso Volek.

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The Economist. A Roma e' tornato Nerone. Berlusconi suona, l’Italia brucia.

Illustration by Peter Schrank.

Traduzione da parte di Anonimo italiano dell’articolo dell’Economist sulle prime dieci settimane del governo Berlusconi.
Questa volta l’Economist, per raccontare le prime dieci settimane di governo Berlusconi, lo paragona a Nerone, parafrasando l’espressione inglese “Nero is fiddling while Rome burns”, che significa più o meno “Nerone suona mentre Roma brucia” (per traslato, occuparsi di sciocchezze mentre sta per capitare il peggio) con Berlusconi al posto di Nerone e l’Italia al posto di Roma. Nonostante io sia informato dei fatti, vederli squadernati con così tanta precisione fa impressione anche a me.

The Economist. Berlusconi suona, l’Italia brucia.
Questo governo di Silvio Berlusconi si dimostra tristemente simile al precedente.
tradotto da Berlusconi fiddles, Italy burns | Economist.com.

Questa volta sarebbe dovuto essere differente. Silvio Berlusconi trasudava sobria responsabilità durante il suo tentativo di essere rieletto in Aprile alla carica di primo ministro.

C’erano altre ragioni per le quali sperare che avrebbe governato nell’interesse del paese, pittusto che nel proprio. Si sapeva che aspirasse alla carica di Presidente della Repubblica e perciò che avrebbe dovuto acquisire un aura da statista. Una ragione del fallimento del suo primo mandato è stata la resistenza alle riforme liberali da parte dell’UDC, che non fa più parte della coalizione. E sembrava avesse risolto le sue personali difficoltà con una serie di leggi ad personam che gli avevano messo al sicuro la sua posizione di fronte alla legge e protetto il suo impero finanziario...

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Sydney. Il papa non si scusa con le vittime di abusi da parte di preti pedofili.

(Uaar) Chris MacIsaac, portavoce di un gruppo di sostegno a persone abusate da sacerdoti cattolici, ha oggi esplicitamente accusato il papa di non essersi scusato in maniera significativa con le vittime.
Sull’argomento, il clima ha iniziato a surriscaldarsi martedì, quando ad ABC TV sono intervenuti i genitori di due ragazze ripetutamente violentate da un prete negli anni ‘90: una di esse è poi finita nel tunnel dell’alcolismo, mentre l’altra si è suicidata all’inizio di quest’anno. La coppia ha dichiarato di aver inutilmente chiesto di essere ricevuti dal papa e dall’arcivescovo di Sydney. Il vescovo Anthony Fisher, coordinatore della GMG, commentando la vicenda ha affermato che l’attenzione dei mass media sui casi di pedofilia ecclesiastica sarebbe diretta “a sminuire l’importanza del raduno” in corso in Australia. Il padre ha ribattuto che le parole del vescovo Fisher “attestano una completa mancanza di comprensione verso le vittime”.

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Erotismo in mostra a Venezia. Corpo, ossessioni e possessioni di elegante ironia.

Lo Spazio Eventi Mondadori di Venezia ospita immagini d’autore. E c’è anche Tinto Brass.
(Alessandra Artale - La Nuova di Venezia e Mestre, foto di Fabrizia Zammateo) Non farlo, dicono i medici, fa male alla salute. E allora dimenticate paure piccole e grandi e tuffatevi felicemente nell’universo del sesso. A questo punto, se siete liberi da ogni orpello mentale che potrebbe recare disturbo a una sana libidine, se siete convinti che la sensualità sia una faccenda da trattare con eleganza e ironia e, perché no, se avete pensieri inconfessati e inconfessabili, allora, da domani pomeriggio, salite al terzo piano dello Spazio Eventi Mondadori a San Marco. Ed ecco la sorpresa: «Possesso. Corpo e ossessioni», la mostra organizzata da Piergiorgio Baroldi di Art&forte e curata da Roberto Ronca che rimarrà aperta fino al 24 agosto. Un itinerario suggestivo in cui potrete passeggiare in mezzo alle opere di una sessantina di artisti, equamente divisi tra maschi e femmine, ai quali è stato chiesto di scavare nel proprio animo per rendere tangibile con pennelli e colori il concetto di «possesso», inteso in senso metaforico e fisico.
Un approccio quindi rispettoso verso il sesso, con sensazioni che ognuno può vivere in modo diverso e personale, il cui comune denominatore è la libertà d’immaginazione verso un tema che, con più o meno soddisfazione, fa parte integrante della vita di tutti. Ecco allora che potrete scoprire la parte più erotica e anche perversa dei coraggiosi sessanta che si sono messi in gioco, le loro pulsioni spesso represse o soffocate e anche per questo forse ancora più forti, flashback di ciò che hanno vissuto o forse soltanto ardentemente desiderato. E il possesso dei sensi si materializza nelle immagini di una donna nuda fotografata in bianco e nero alla maniera di Newton nella deserta pescheria di Rialto o su uno dei tanti ponti «storti» di Venezia o nella inquietante installazione formata da una tela a fondo nero con spruzzi di colore dorato appesa davanti a una ciotola che contiene liquido rosso simil sangue. O ancora un grande quadro verticale di tre metri con una meravigliosa donna nuda giocata sulle tonalità cromatiche del grigio e del beige, quasi una Duse dei giorni nostri per la sensualità unita a un che di drammatico o il forte impatto che può provocare la vista di una giovane fanciulla con una lametta da barba appoggiata sulla lingua: la presa di coscienza che le donne possono ormai permettersi di fare tutto o la materializzazione di un dolore tagliente causato da un uomo?
Ma il sesso è anche e soprattutto gioco e ironia e con le sue maggiori «unità significanti», vale a dire gli organi genitali di entrambi i sessi, ci si può scherzare, come ha fatto l’autore di una delle opere più divertenti: un fallo molto materico appena percettibile da dietro una sorta di finestra realizzata con una leggera tramatura di juta. E se questo non vi basta, passate oggi nel tardo pomeriggio: potrete incontrare Tinto Brass e la sua nuova scoperta, Caterina Varzi, sentire le sue impressioni sulla mostra, carpirne le reazioni, leggere nel suo sorriso enigmatico quello che magari mai avete immaginato sulla sempre diversa e magica danza della vita.

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Giovane paziente di una clinica psichiatrica accusa, poi si uccide. "Quell´infermiere mi ha violentato".

Sotto inchiesta un ex paramedico di Villa Turina a San Maurizio Canavese.
(Meo Ponte - La Repubblica, edizione di Torino) Secondo la perizia di uno specialista il suicida non avrebbe inventato nulla Dicono che F.M., 26 anni, dipendente di un´azienda comunale, di voler morire lo ripetesse ogni giorno. Per gli psichiatri che lo hanno avuto in cura negli anni era un «depresso ricorrente», un paziente soggetto a frequentissimi periodi di cupa depressione che sfociavano nell´autoannientamento. Cure e ricoveri (al San Giovanni Bosco, nella clinica del professor Filippo Bogetto) erano però sempre riusciti a contenere quella spinta alla morte. Sino a qualche mese fa, quando il giovane, ricoverato a Villa Turina, la clinica psichiatrica di San Maurizio Canavese che a suo tempo ospitò anche Friedrich Nietzsche, ha dovuto affrontare qualcosa di ancor più terribile dei fantasmi che affollavano la sua giovane mente.
Quello che è successo nella clinica canavesana lo ha raccontato lo stesso F.M. ad un magistrato, il sostituto procuratore della Repubblica Marco Bouchard. Vincendo l´imbarazzo e la vergogna, ha confidato al pm: «Sono stato violentato mentre ero in clinica. È stato un infermiere. Ha approfittato di me, facendomi subire cose tremende. Non riesco a sopportare quanto mi è accaduto. Voglio però che sia fatta giustizia». Ha poi aggiunto un nome ed un cognome. Il magistrato ha naturalmente avviato l´inchiesta. Nel frattempo però F.M. non è riuscito più ad arginare l´irrefrenabile voglia di morte. Si è ucciso di mattina, gettandosi dalla finestra della sua casa nel quartiere Barriera di Milano.
Per tutti quella morte è stata la tragica ma scontata conclusione di una vita intrisa di depressione. Per tutti ma non per Marco Bouchard. Il magistrato ha infatti continuato la sua indagine. Per prima cosa ha affidato a un esperto una consulenza psichiatrica per capire se le accuse formulate dal giovane ricoverato di Villa Turina potevano essere fantasie di una mente già provata. Il professor Fiorentino Liffredo, uno dei migliori psichiatri torinesi, ha depositato il suo rapporto un mese e mezzo fa. La conclusione a cui lo specialista è arrivato esaminando tutte le cartelle cliniche di F.M., ascoltando le testimonianze di familiari ed amici, è che non c´erano elementi per stabilire se il giovane aveva o meno una predisposizione al mendacio. In parole povere, se poteva inventarsi una violenza sessuale tanto terribile. F.M. quindi, quando denunciava di essere stato stuprato mentre era ricoverato in clinica, diceva probabilmente la verità. E di conseguenza la sua decisione di scegliere la morte saltando dal balcone di casa può essere ricondotta a quanto accaduto nell´ospedale psichiatrico di San Maurizio Canavese.
Ora l´infermiere di Villa Turina è iscritto nel registro degli indagati. Il professor Franco D´Agata, direttore della clinica di San Maurizio Canavese, taglia corto e non vuole commentare la vicenda: «C´è un´inchiesta in corso. Da parte nostra abbiamo un´estrema fiducia nell´operato del magistrato. Siamo convinti che l´indagine accerterà che la nostra clinica non è responsabile di quanto accaduto». E l´infermiere accusato del brutale stupro? «Non è più un nostro dipendente, quella persona non ha più niente a che fare con Villa Turina» aggiunge il professor D´Agata prima di chiudere la conversazione.

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L’analisi di Veltroni: “L’Italia sta precipitando” e “Il Berlusconismo è finito”.

(Panorama) “L’Italia sta precipitando”. “Il Berlusconismo è finito”. “Il governo ha perso dieci punti”.
Su queste tre affermazioni, il segretario del Pd Walter Veltroni basa la sua analisi politica. E la espone, a Milano a margine di un incontro con i giovani militanti del partito democratico, rispondendo indirettamente a Silvio Berlusconi e citando citato i dati dell’Istat che vedono una produzione industriale in calo del 5% e il rapporto della Svimez secondo il quale vi sarebbe uno spostamento dal Sud verso il nord di almeno 600 mila immigrati...

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Udc. Molti voti gay al partito di Volontè... lo dice Pionati.

In futuro, un leader gay e Silvio Berlusconi presidente della repubblica.
(Apcom) Un leader omosessuale per l'Udc, Silvio Berlusconi presidente della Repubblica. Sono due scenari del futuro che incontrerebbero i favori del portavoce Udc Francesco Pionati.

"Non ho nulla in contrario ad un leader gay alla guida dell'Udc. Assolutamente da parte mia non c'è nessuna preclusione. Del resto moltissimi omosessuali votano il nostro partito e si sentono tutelati dalle nostre scelte. Quanto a me, ho molti amici gay ma nessun uomo mi ha mai fatto avances di natura sessuale, ha detto Pionati, a Klauscondicio.

Quanto alla presidenza della Repubblica, "a titolo personale - ha detto ancora Pionati- appoggerei la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale, anche se è un discorso del tutto prematuro. Quanto alla successione al Governo, ci sono sicuramente molti pretendenti. Non credo, ad esempio, che Giulio Tremonti possa ereditare la forza e la capacità di penetrazione di Berlusconi. Credo, invece, che il premier punterebbe su Gianni Letta, una figura che sta bene a tutti e che dialoga con tutti".

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Fano: Nozze gay in Olanda per un dirigente del comune. Lo annuncia per radio.

(Il Resto del Carlino) All'insegna della totale trasparenza, l'annuncio delle nozze gay arriva via radio. Radio Fano ha trasmesso la notizia che il dirigente comunale Fausto Schermi e il suo compagno olandese Elvin Van Dijk per far sapere a tutta la città che il 16 agosto convoleranno a nozze in Olanda, dopo 21 anni di fidanzamento. Il matrimonio - in Italia non sarà valido, ma lo sarà in Olanda, dove i gay possono anche adottare figli - verrà celebrato nel Museo civico della città di Schiedam. Trecento gli invitati, fra cui il sovrintendente del Teatro La Fortuna di Fano Simone Brunetti, cantante lirico, che intonerà un brano di Haydn. Fausto Schermi è responsabile dell'assessorato ai Servizi educativi del Comune di Fano (amministrato da una giunta di centro destra), e in passato ha fatto anche l'attore e il regista. Elvin Van Dijk vive a Fano da molti anni; ex dj, è maestro e animatore didattico. La scelta di annunciare il matrimonio per radio Schermi l'ha spiegata così: "Abbiamo voluto lanciare un messaggio a tutti coloro che si sentono emarginati per la loro condizione sessuale. Io e Elvin abbiamo dimostrato che si può vivere tranquillamente la propria vita sentimentale senza ledere minimamente la professionalità e la serietà delle cose che si fanno". "Io stesso - ha aggiunto - non mi sono mai sentito discriminato: non ho mai fatto una bandiera della mia condizione, ma non ho mai nascosto nulla". Strada ancora più in discesa per Van Dijk: "le nozze gay in Olanda sono normalissime. I miei nipoti, ad esempio, parlano senza problemi del marito del loro maestro". Mentre a Fano "non c'è neppure il Registro delle coppie di fatto".

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Uruguay. Il senato da il via libera alle adozioni gay. A solito polemiche dei cattolici.

Immediate le polemiche della Chiesa e dei partiti conservatori.
(Ansa) Il Senato dell'Uruguay ha approvato un progetto di legge che apporta delle modifiche al codice dell'infanzia e adolescenza permettendo alle coppie omosessuali di accedere alle procedure di adozione.
Decisivi i voti dei senatori del partito governativo Frente Amplio: su 25 presenti - il Senato e' composto da 30 membri - in 17 si sono espressi a favore dell'iniziativa.
Il disegno di legge, che concede solo all'Istituto del bambino e dell'adolescente dell'Uruguay (Ibau) la possibilita' di intervenire nel processo di adozione, passa ora al vaglio della Camera che lo esaminera' nei prossimi giorni.
Immediate le repliche della Chiesa e dei partiti conservatori. In dichiarazioni al quotidiano Ultimas Noticias il presidente della Conferenza episcopale dell'Uruguay (Ceu), mons.
Luis del Castillo, ha definito la modifica al codice dell'infanzia 'non ragionevole da qualsiasi punto la si guardi, perche' rispetto al ristretto numero di bambini in attesa di essere adottati la lista di persone sposate che aspettano di farlo e' molto lunga'.
Da parte sua il senatore di Alianza Nacional, Carlos Moreira, ha evidenziato il pericolo che un bambino 'cresciuto da genitori dello stesso sesso possa considerare questa unione come qualcosa di normale'.

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Registri delle unioni civili. Storia di un flop italiano

Anche Sesto Fiorentino dice sì. Ma nei Comuni pochi iscritti: a Firenze 57 in sette anni. Il comune della piana è l'ultimo della provincia a dotarsi di questo strumento. Ieri il via libera da parte dell'assemblea cittadina.
(Paolo Ceccarelli - Il Corriere fiorentino) A guardarle ora, le pietre dello scandalo sembrano sassolini. I registri delle unioni civili sono stati il primo «campo di battaglia» tra favorevoli e contrari al riconoscimento delle forme di convivenza diverse dal matrimonio: uno scontro che, per quanto riguarda l'area fiorentina, è partito da Empoli nel 1993 e si è concluso idealmente ieri a Sesto Fiorentino, dove il consiglio comunale ha approvato il regolamento del nuovo istituto.

Oggi, quindici anni dopo le prime proposte e le prime polemiche, i registri creati dai Comuni sono quasi vuoti o lunghi al massimo una paginetta: a Firenze si sono iscritte cinquantasette coppie in sette anni (tra cui quattro unioni tra uomini e tre fra donne), a Scandicci e a Campi Bisenzio rispettivamente quindici e tre in nove anni. A Calenzano, dopo il via libera del consiglio comunale arrivato tre anni fa, l'amministrazione deve ancora redigere il regolamento ad hoc.

Insomma, un flop dappertutto. Un fallimento a costo zero, perlomeno, perché l'istituzione dei registri non costa nulla e le coppie spendono solo per la marca da bollo da mettere sulla domanda. A Scandicci e Campi il numero di iscrizioni cala di anno in anno (nessuna nuova «coppia di fatto» negli ultimi dodici mesi), mentre a Firenze nel corso del 2007 sono nate soltanto sette unioni. Il problema è che per le persone che si iscrivono in questi registri non cambia pressoché nulla: nessun diritto in più o quasi. A Scandicci il Comune riconosce loro uno sgravio sul-l'Ici, mentre nelle altre città i soli «vantaggi» sono quelli riconosciuti in quanto famiglia anagrafica o quelli previsti dalle leggi regionali (come ad esempio quella sulle graduatorie per gli alloggi popolari).

«I benefici dei registri delle unioni civili sono inesistenti, ed è per questo che non hanno avuto successo — dice l'assessore fiorentina agli Affari generali e legali, Tea Albini — D'altronde, quello che le amministrazioni comunali possono fare per le coppie di fatto è questo e soltanto questo. Non lo dico per scansare le responsabilità, ma perché non abbiamo competenze per riconoscere altri diritti».

Anche la giunta di Sesto, che ha presentato la bozza del regolamento istitutivo, poi approvato, sembra consapevole che il nuovo registro non cambierà niente.

«Va letto come un'indicazione al governo nazionale perché si muova sulla strada dei diritti», spiega l'assessore ai Servizi demografici, Massimo Andorlini. «Noi non facciamo nemmeno una statistica annuale delle iscrizioni, a meno che non ce la chieda la stampa. Le coppie sono così poche che sarebbe inutile — aggiunge la collega scandiccese di Andorlini, Agostina Mancini — D'altra parte i poteri dei Comuni non sono illimitati e sulla materia dei diritti, ad esempio, noi non possiamo intervenire».

Tutto vero, giuridicamente ineccepibile. Però viene da chiedersi come mai le amministrazioni continuino a battere la strada delle unioni civili. Anche le risposte a questa domanda sono le stesse, a Firenze come a Sesto, a Campi come a Scandicci. «I registri delle coppie di fatto hanno un valore simbolico importante. Sia per le coppie come riconoscimento, sia per i Comuni, come valore politico, culturale e sociale — dice Albini — E comunque a Firenze abbiamo fatto anche altre cose, come ad esempio dare sede alle associazioni omosessuali ».

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Parlamento croato approva legge contro discriminazione. Cattolici polemici.

Dura reazione del clero cattolico: "così si apre la strada ad adozioni gay e coppie di fatto".
(Apcom) Il parlamento croato ha approvato la legge contro la discriminazione, suscitando lo sdegno della Chiesa cattolica. Malgrado le pressioni del clero, secondo il quale così si apre la strada alle coppie di fatto e all'adozione da parte di genitori omosessuali, a favore della norma ha votato una larghissima maggioranza: 117 deputati su 153. Dando il via libera, il parlamento ha approvato un emendamento che prevede un periodo di tre mesi di monitoraggio degli effetti della legge. Dopo quest'arco di tempo, se sarà ritenuto necessario, saranno apportare delle modifiche. All'approvazione si è arrivati dopo una guerra di dichiarazioni tra la Chiesa e il vicepremier Jadranka Kosor, sostenuta da diverse ong, che ha difeso la linea dell'esecutivo. Il clero di Zagabria si sente soprattutto tradito dall'Unione democratica croata (Hdz), la formazione conservatrice al potere che, tra l'altro, nella campagna elettorale delle ultime elezioni ha potuto contare sull'appoggio incondizionato degli ecclesiastici. Per rispondere alle critiche, il governo del premier Ivo Sanader ha ricordato più volte che prima del voto la Chiesa ha ricevuto donazioni statali per circa 15 milioni di euro. Stando alla legge approvata, qualsiasi discriminazione sarà vietata e sanzionata. L'adozione non rientra nella nuova norma. Questa la reazione del cardinale Josip Bozanic: "Sono semplici pedine tutti coloro che voltano le spalle ai valori cristiani in nome del potere, del danaro o del governo".

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Polemiche. Travaglio vs Mancuso e Grillini? Anche ma non solo..

(Marco Travaglio - L'Unità)
Lettera aperta al direttore

Caro direttore,
quando tutta la stampa (Unità compresa), tutte le tv e persino alcuni protagonisti dicono la stessa cosa, e cioè che l’altroieri in Piazza Navona due comici (Beppe Grillo e Sabina Guzzanti) e un giornalista (il sottoscritto) avrebbero “insultato” e addirittura “vilipeso” il capo dello Stato italiano e quello vaticano, la prima reazione è inevitabile: mi sono perso qualcosa? Mi sono distratto e non ho sentito alcune cose - le più gravi - dette da Beppe, da Sabina e da me stesso? Poi ho controllato direttamente sui video, tutti disponibili su you tube e sui siti di vari giornali, e sono spiacente di comunicarti che nulla di ciò che è stato scritto e detto da tv e giornali (Unità compresa) è realmente accaduto: nessuno ha insultato né vilipeso Giorgio Napolitano né Benedetto XVI. Nessuno ha “rovinato una bella piazza”. E’ stata, come tu hai potuto constatare de visu, una manifestazione di grande successo, sia per la folla, sia per la qualità degli interventi (escluso ovviamente il mio).

Per la prima volta si sono fuse in una cinque piazze che finora si erano soltanto sfiorate: quella di Di Pietro, quella di molti elettori del Pd, quella della sinistra cosiddetta radicale, quella dei girotondi e quella dei grillini, non sempre sovrapponibili. E un minimo di rigetto era da mettere in conto. Ma è stata una bella piazza plurale, sia sotto che sopra il palco: idee, linguaggi, culture, sensibilità, mestieri diversi, uniti da un solo obiettivo. Cacciare il Caimano. Le prese di distanza e i distinguo interni, per non parlare delle polemiche esterne, sono un prodotto autoreferenziale del Palazzo (chi fa politica deve tener conto degli alleati, delle opportunità, degli elettori, di cui per fortuna gli artisti e i giornalisti, essendo “impolitici”, possono tranquillamente infischiarsi). La gente invece ha applaudito Grillo e Sabina come Colombo (anche quando ha chiesto consensi per Napolitano), Di Pietro, Flores e gli altri oratori, ma anche i politici delle più varie provenienze venuti a manifestare silenziosamente. Applausi contraddittorii, visto che gli applauditi dicevano cose diverse? Non credo proprio. Era chiaro a tutti che il bersaglio era il regime berlusconiano con le sue leggi canaglia, compresi ovviamente quanti non gli si oppongono.

Come mai allora questa percezione non è emersa, nemmeno nei commenti delle persone più vicine, come per esempio te e Furio? Io temo che viviamo tutti nel Truman Show inaugurato 15 anni fa da Al Tappone, che ci ha imposto paletti (anche mentali) sempre più assurdi e ci ha costretti, senza nemmeno rendercene conto, a rinunciare ogni giorno a un pezzettino della nostra libertà. Per cui oggi troviamo eccessivo, o addirittura intollerabile, ciò che qualche anno fa era normale e lo è tuttora nel resto del mondo libero (dove tra l’altro, a parte lo Zimbabwe, non c’è nulla di simile al governo Al Tappone). In Italia l’elenco delle cose che non si possono dire si allunga di giorno in giorno. Negli Stati Uniti, qualche anno fa, uscì senz’alcuno scandalo un libro di Michael Moore dal titolo “Stupid White Man” (pubblicato in Italia da Mondadori…), tutto dedicato alle non eccelse qualità intellettive del presidente Bush. Da dieci anni l’ex presidente Clinton non riesce a uscire da quella che è stata chiamata la “sala orale”. In Francia, la tv pubblica ha trasmesso un programma satirico in cui un attore, parodiando il film “Pulp Fiction” in “Peuple fiction”, irrompe nello studio del presidente Chirac, lo processa sommariamente per le sue innumerevoli menzogne, e poi lo fredda col mitra. A nessuno è mai venuto in mente di parlare di “antibushismo”, di “anticlintonismo”, di “antichirachismo”, di “insulti alla Casa Bianca” o di “vilipendio all’Eliseo”. Tanto più alta è la poltrona su cui siede il politico, tanto più ampio è il diritto di critica e di satira e anche di attacco personale.

Quelli che son risuonati l’altroieri in piazza Navona non erano “insulti”. Erano critiche. Grillo, insolitamente moderato e perfino affettuoso, ha detto che “a Napolitano gli voglio bene, ma sonnecchia come Morfeo e firma tutto”, compreso il via libera al lodo Alfano che crea una “banda dei quattro” con licenza di delinquere. Ha sostenuto che Pertini, Scalfaro e Ciampi non l’avrebbero mai firmato (sui primi due ha ragione: non su Ciampi, che firmò il lodo Schifani). E ha ricordato che l’altro giorno, mentre Napoli boccheggia sotto la monnezza, il presidente era a Capri a festeggiare il compleanno con la signora Mastella, reduce dagli arresti domiciliari, e Bassolino, rinviato a giudizio per truffa alla regione che egli stesso presiede. Tutti dati di fatto che possono essere variamente commentati: non insulti o vilipendi.

Io, in tre parole tre, ho descritto la vergognosa legge Berlusconi che istituisce un’ ”aggravante razziale” e dunque incostituzionale, punendo - per lo stesso reato - gli immigrati irregolari più severamente degli italiani, e mi sono rammaricato del fatto che il Quirinale l’abbia firmata promulgando il decreto sicurezza. Nessun insulto: critica. Veltroni sostiene che io avrei “insultato” anche lui, e che “non è la prima volta”. Lo invito a rivedersi il mio intervento: nessun insulto, un paio di citazioni appena: per il resto la cronistoria puntuale dell’ennesima resurrezione di Al Tappone dalle sue ceneri grazie a chi - come dice Furio Colombo - “confonde il dialogo con i suoi monologhi”. Sono altri dati di fatto, che possono esser variamente valutati, ma non è né insulto né vilipendio. O forse il Colle ha respinto al mittente qualche legge incostituzionale, e non me ne sono accorto? Sono o non sono libero di pensare e di dire che preferivo Scalfaro e i suoi no al Cavaliere? Oppure la libertà di parola, conquistata al prezzo del sangue dai nostri padri, s’è ridotta a libertà di applauso? Forse qualcuno dimentica che quella c’è anche nelle dittature. E’ la libertà di critica che contraddistingue le democrazie. Se poi a esercitarla su temi quali la laicità, gli infortuni sul lavoro, l’ambiente, la malafinanza, la malapolitica, il precariato, la legalità, la libertà d’informazione sono più i comici che i politici, questa non è certo colpa dei comici.

Poi c’è Sabina. Che ha fatto, di tanto grave, Sabina?
Ha usato fino in fondo il privilegio della satira, che le consente di chiamare le cose con il loro nome senza le tartuferie e le ipocrisie del politically correct, del politichese e del giornalese: ha tradotto in italiano, con le parole più appropriate, quel che emerge da decine di cronache di giornale sulle presunte telefonate di una signorina dedita ad antichissime attività con l’attuale premier, che poi l’ha promossa ministra. Enrico Fierro ha raccolto l’altro giorno, sull’Unità, i pissi-pissi-bao-bao con cui i giornali di ogni orientamento, da Repubblica al Corriere, dal Riformatorio financo al Giornale, han raccontato quelle presunte chiamate (con la “m”). Ci voleva un quotidiano argentino, il “Clarin”, per usare il termine che comunemente descrive queste cose in Italia: “pompini”, naturalmente di Stato.

Quello di Sabina è stato un capolavoro di invettiva satirica, urticante e spiazzante come dev’essere un’invettiva satirica, senza mediazioni artistiche né perifrasi. Gli ignorantelli di ritorno che gridano “vergogna” non possono sapere che già nell’antica Atene, Aristofane era solito far interrompere le sue commedie con una “paràbasi”, cioè con un’invettiva del corifeo che avanzava verso il pubblico e parlava a nome del commediografo, dicendo la sua sui problemi della città. Anche questa è satira (a meno che qualcuno non la confonda ancora con le barzellette). Si dirà: ma Sabina ha pure mandato il papa all’inferno. Posso garantire che, diversamente da me, lei all’inferno non crede. Quella era un’incursione artistica in un genere letterario inaugurato, se non ricordo male, da Dante Alighieri. Il quale spedì anticipatamente all’inferno il pontefice di allora, Bonifacio VIII, che non gli piaceva più o meno per le stesse ragioni per cui questo papa non piace a lei e a molti: le continue intromissioni del Vaticano nella politica. Anche Dante era girotondino?

Il fatto è che un vasto e variopinto fronte politico-giornalistico aveva preparato i commenti alla manifestazione ancor prima che iniziasse: demonizzatori, giustizialisti, estremisti, forcaioli, nemici delle istituzioni, e ovviamente alleati occulti del Cavaliere. Qualunque cosa fosse accaduta, avrebbero scritto quel che hanno scritto. Lo sapevamo, e abbiamo deciso di non cedere al ricatto, parlando liberamente a chi era venuto per ascoltarci, non per usarci come pedine dei soliti giochetti. Poi, per fortuna, a ristabilire la verità sono arrivati i commenti schiumanti di Al Tappone e di tutto il centrodestra: tutti inferociti perchè la manifestazione spazza via le tentazioni di un’opposizione più morbida o addirittura di un inciucio sul lodo Alfano (ancora martedì sera, a Primo Piano, due direttori della sinistra “che vince”, Polito e Sansonetti, proclamavano in stereo: “Chi se ne frega del lodo Alfano”). La prova migliore del fatto che la manifestazione contro il Caimano e le sue leggi-canaglia è perfettamente riuscita.

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Tra le Vip va di moda il superdotato e di colore...

(Jenny Furio - Novella 2000) Le coppie famose somigliano sempre più alle righe della Juventus: una bianca e... un nero. L'ultima della serie è quella della candida Elisabetta Canalis, che si è innamorata del cioccolatino brasiliano Reginaldo Ferreira da Silva, attaccante del Parma. La stella di Controcampo (Italia 1) ha conosciuto il calciatore quasi quattro mesi fa al compleanno del centravanti del Parma Bernardo Corradi, legato alla sua amica Elena Santarelli. Ed è stata subito passione.

Del resto Elisabetta, dopo i fidanzamenti con Christian Vieri e Gabriele Muccino, è stata attratta dall'«uomo nero»: sotto la sua casa di Milano, nel 2007, è stato fotografato il pallavolista cubano del Latina Maikel Cardona. E un anno prima, la Canalis è stata vista uscire dall'Hotel Hassler di Roma dove c'era Didier Drogba, centravanti del Chelsea nato in Costa d'Avorio: i sospetti di una relazione tra loro sono durati mesi. Dunque, l'ex Velina di Striscia la notizia deve avere una passione per gli sportivi di colore. Ma non solo. Basta consultare certi blog che sparlano di lei, come il velenoso Forum.alfemminile.com, dove si può leggere una lunga disquisizione sui ragazzi superdotati.

FAMOSE E NON SOLO
Anche Aida Yespica aspetta un figlio per novembre dal compagno Matteo Ferrari: l'ex difensore della Roma con mamma della Guinea e papà di Ferrara. La star del Bagaglino vive a Milano ma raggiunge il calciatore nella sua casa al quartiere Torrino di Roma ogni fine settimana: prove tecniche di convivenza in vista del matrimonio sussurrato per l'autunno, con testimone l'agente di Aida, Lele Mora.

Mentre è ai preliminari il gioco di squadra tra Debora Salvataggio con Vitor Hugo Gomes Passos, detto Pelè. La soubrette di Scorie (Raidue) è stata fotografata a Milano Marittima (Cervia) con il centrocampista portoghese dell'Inter. Ma dalla coppia, nessuna conferma del flirt caffelatte.

Certo la pelle color cioccolato piace alle italiane, non solo quelle famose. Secondo il rapporto 2006 Eurispes-Telefono Azzurro su Infanzia e Adolescenza, dal 3 al 5 % di single o neodivorziate, va a caccia di gigolo e sceglie mete come Gambia, Senegal, Marocco, Kenya, oltre alle solite Giamaica e Cuba. Nessuna sorpresa quindi se molte donne si innamorano dell'uomo di colore. Come ha fatto Antonella Clerici due anni fa. Allora, però, s'era lamentata: «L'Italia non è ancora un Paese multirazziale».

La conduttrice della Prova del cuoco (Raiuno) era contrariata: la stampa l'aveva messa sotto osservazione per il fidanzamento con Eddy Martens, il manager di tour operator dalla carnagione ambrata. «Evidentemente siamo una coppia che incuriosisce molto», ha detto lei. «Eddy è più giovane di me di 13 anni ed è scuro di pelle». Ma ora, forse, l'Italia è più multirazziale anche grazie alla Clerici. Nessuno fa più caso, infatti, a Andrew Howe e alle sue relazioni con ragazze bianche. Il campione di salto in lungo (8,47 metri: record italiano), in partenza per le Olimpiadi di Pechino, è legato a Giuseppina, nata a Rieti. Ma il figlio della statunitense Renée Felton e del calciatore tedesco Andrew Howe è stato avvistato anche con Sarah, bionda americana.

QUANDO LUI È ITALIANO
Anche Mario Balotelli, attaccante dell'Inter, ha le sue tresche. Nato a Palermo da genitori africani e adottato a due anni da una famiglia di Brescia, Balotelli ha trovato una ragazza proprio in città, ma è stato avvistato con la modella Keyla Espinoza. Che ha detto: «Mario, a letto, è super». Ora con Keyla è finita: con la bresciana non si sa.

Più incerte le relazioni del centrocampista della Lazio Christian Manfredini, nato in Costa d'Avorio: nel 2001 era dato per fidanzato con Monica, impiegata di banca. Da allora, black out molto black. La lista delle coppie black&white si allunga con il flirt tra Chiara Conti e Gary Dourdan: l'attrice della miniserie "Le ragazze di San Frediano" (Raiuno) ha raccontato a "Visto" (del 21 settembre 2007) la storia con il protagonista nero Warrick Brown della serie "C.S.I." Las Vegas, che prima di lei passava per amico speciale di Martina Stella. «Non siamo fidanzati», ha precisato Chiara, «ma fra noi c'è un ottimo rapporto fatto di mail. E a luglio abbiamo passato giorni bellissimi a Roma per il Festival della Fiction»: quando sono uscite foto di lei e Dourdan in baci appassionati.

Mentre la campionessa di pallavolo Veronica Angeloni, nel 2006, sarebbe stata un flirt dell'Imperatore del calcio: il nerissimo Adriano made in Brasile e, allora, in forza all'Inter. Non solo: c'è da elencare il matrimonio del 1994 tra Cristina Pensa e il calciatore olandese Ruud Gullit, allora del Milan. La Pensa, diventata negli anni anche tronista a Uomini e donne (Canale 5), è stata sposata sei anni con Gullit, ora allenatore dei Los Angeles Galaxy, e insieme hanno avuto due bambini.

Ma la coppia vintage più sorprendente è quella dell'autrice di "Bella e d'annata" (Cairo Editore) Januaria Piromallo e Mike Tyson. Racconta la giornalista: «È successo 15 anni fa, quando ero praticante al "Corriere della Sera", a New York. Dovevo intervistare il campione mondiale dei pesi massimi e, quella sera, sono rimasta a dormire da lui. C'era sua madre e non è successo niente. Solo baci appassionati. Lui, Mike, è stato un vero gentiluomo: s'è ritirato al momento giusto. Insomma, un campione di buone maniere che mi ha mandato fiori in ufficio e una limousine bianca a prelevarmi per un secondo incontro.

Ma ho avuto rendez-vous molto più appassionati, tempo dopo, con il campione francese di tennis Yannick Noah: fisico da Bronzo di Riace, la prima notte è stata a Positano, sulla spiaggia con la luna e lui che cantava per me. Un'orchestra di preliminari entusiasmanti che non hanno trovato sintonia con la passione dei momenti più forti. No, a Noah non darei dieci e lode in fatto di sesso: non si applica, pensa troppo a se stesso. Però mi ha regalato un cane che ho battezzato Yannick. Perché sono stata attratta dalla pelle scura? Perché sopra è quasi senza peli e, sotto, ci sono muscoli veri».

INTANTO ALL'ESTERO
Tra gli stranieri, molte le coppie miste che funzionano: Eva Longoria delle Desperate Housewives che il 7-7-2007 ha sposato a Parigi il campione di basket dei San Antonio Spurs, Tony Parker, abbronzato naturale. E poi la stanga slovacca Adriana Sklenarikova ha sposato dieci anni fa Christian Karembeu, ex calciatore della Nuova Caledonia. E la modella tedesca Heidi Klum: dal 2005 è moglie di un cantante britannico, il nerissimo Seal e insieme hanno due figli. Certo, gli Stati Uniti sono stati tra i primi Paesi a rompere il ghiaccio con le coppie in bianco e nero.

Nel 1960, l'attore di colore Sammy Davis Junior aveva sposato la svedese May Britt e aveva fatto scalpore: le unioni miste erano proibite in trenta stati americani. E solo anni dopo l'argomento è stato sdoganato dal cinema con un film del 1967 di Stanley Kramer, Indovina chi viene a cena, dove il nero e splendido Sidney Poitier non è accettato dai genitori della sua ragazza bianca, Katharine Hepburn e Spencer Tracy.

Intanto, nella realtà tutta italiana, si viveva la travagliata storia d'amore tra la contessina Giovanna Agusta, ereditiera dell'impero degli elicotteri, e il calciatore brasiliano José Germano de Sales: coppia avversata dalla famiglia di lei, che alla fine ha lasciato il papà della sua Lulù. Ma adesso, sarebbe possibile avere difficoltà così enormi nel vivere l'amore bicolore in una casata blasonata?

LO DICE LA CONTESSA
Lo abbiamo chiesto alla contessa Marta Brivio Sforza, moglie del marchese Annibale Brivio Sforza e mamma di due gemelli, Giacomo e Giacinta. «Bisogna sempre scegliere chi si ama e non farsi condizionare dal colore della pelle. Io sono di apertura massima, in questo discorso. Anche se sono consapevole che la via migliore è trovare una persona di cultura simile alla nostra, in questo modo si evitano molti dissapori. Molti guai».

Ma se in Italia la strada per l'unione delle razze sembra tracciata, negli Stati Uniti serpeggia un sottile apartheid all'incontrario. Michelle, moglie black del candidato black alla presidenza Barack Obama, ha definito con il termine spregiativo di «whitey» (musi bianchi) un gruppo di americani che contestavano il marito: la cassetta con la registrazione della frase sembra sparita nel nulla, in compenso sono stati aperti molti siti per commentare l'uscita infelice di Lady Obama. Signora in nero che può mandare in bianco l'integrazione.

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Roma. Rocco, ucciso a 20 anni.


(River-blog) Rocco Trivigno amava la danza. Sognava di poter incontrare il suo mito, Roberto Bolle. Era anche un appassionato della trasmissione “Amici”. Su Myspace declina questi sogni, con le foto e i video. O con gli amici virtuali, da Francesco Mariottini a Pasqualino. Lo vedo sorridere in vacanza a Parigi. Scherzare con gli amici. L’ultima connessione al suo profilo risale a ieri. A Roma viveva da circa un mese nella casa dello studente. Studiava chimica, e da grande voleva fare il ricercatore.

Stanotte Rocco è morto. Un criminale moldavo, in fuga dalla polizia su un furgone rubato, ha investito la sua auto. E lo ha ucciso. Insieme a lui, in auto, c’erano la sorella Valentina e Nicola. Nello stesso incrocio, sulla via Nomentana, dove, il 22 maggio scorso, venne uccisa una coppia di fidanzati. Inutile il suo trasporto al Sandro Pertini. Il papà, fotografo ad Accettura (Matera), è arrivato da poco a Roma, con la madre.

Agli amici, virtuali e non, mando un abbraccio, reale.

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Studio inglese: La cannabis indebolisce cellule cancro.

(Agr) Ricercatori della St.George University sono arrivati alla conclusione che la cannabis e' in grado di rallentare sviluppo e riproduzione delle cellule tumorali. Lo studio non e' ancora stato pubblicato, ma mostrerebbe come il THC, il 'principio attivo' della droga 'leggera', puo' avere un effetto benefico su tutte le tipologie di tumore, e in special modo su quello al polmone e al cervello, oltre alla leucemia: indebolirebbe le cellule tumorali, rendendo piu' efficace la chemioterapia. Studi precedenti avevano gia' dimostrato come le proprieta' delle cannabis possono aiutare i malati di cancro: hanno un forte potere antidolorifico e stimolante dell'appetito, per la riduzione della nausea. Attenzione pero': l'unica versione ''sicura'' della cannabis a uso terapeutico e' stata generata in laboratorio.

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Papa: sesso permissivo è falsa divinità, porta la morte.

Apcom) L'"approccio permissivo alla sessualità" che "molte voci nella nostra società sostengono" significa "adorare una falsa divinità" che "invece di portare la vita, porta la morte": dura condanna di Papa Benedetto XVI a quelli che definisce "falsi 'dèi". Nel discorso rivolto a un gruppo di giovani disadattati nella comunità di recupero dell'Università di Notre Dame, a Sydney, il Papa sottolinea come sia "facile essere ingannati dalle molte voci che nella nostra società sostengono un approccio permissivo alla sessualità".
"L'amore autentico è certamente qualcosa di buono", sottolinea il Pontefice. "Ma quanto facilmente l'amore può essere trasformato in una falsa divinità! La gente sovente pensa di amare quando in realtà tende a possedere l'altro o a manipolare l'altro. La gente a volte - prosegue - tratta gli altri come oggetti per soddisfare i suoi propri bisogni piuttosto che come persone da apprezzare e amare. Quanto è facile essere ingannati dalle molte voci che nella nostra società sostengono un approccio permissivo alla sessualità, senza prestare riguardo alla modestia, al rispetto di sé e ai valori morali che conferiscono qualità alle relazioni umane! Questo è adorare una falsa divinità. Invece di portare la vita, porta la morte", conclude Benedetto XVI.

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Censure. Che abbaglio l’impegno civile di attori, comici e soubrette.

Sabina Guzzanti

(Filippo Maria Battaglia -Panorama) L’Accademia contro la tv. Non accadeva da tempo, almeno non in questi termini. Nell’ultimo numero della rivista Nuova storia contemporanea diretta da Francesco Perfetti è lo storico Dino Cofrancesco, autore, tra l’altro, del recente La democrazia liberale (e e le altre), a tuonare: “Non ho il potere, nè il titolo, nè autorità per impedire a letterati e uomini di spettacolo di predicare dal pulpito dei maggiori quotidiani, dei più diffusi rotocalchi, delle più seguite trasmissioni radiofoniche e televisive”. Senonchè “le prediche sono prediche e in una società laica, per crescere moralmente e intellettualmente, si ha bisogno più di dubbi che di certezze” e “i letterati e gli uomini di spettacolo svolgono un compito di cui, talora, si farebbe volentieri a meno”. Pollice verso, dunque, nei confronti di vip e comici, almeno quando aspirano a diventare maitre a penser e intellettuali. Una presa di posizione netta, che il professore genovese ha spiegato così a Panorama.it.

Nel suo intervento, lei se la prende contro “il populismo della mente” di certe star della tv. Può spiegarsi meglio?
In quel saggio faccio riferimento all’illusione, tipica dei letterati e ora anche dei comici impegnati, che i fatti parlino da soli, senza alcun bisogno di interpreti o di mediazioni concettuali, e che solo quanti sono in buona fede e non asserviti ai padroni siano in grado di vederli e di poter gridare “il re è nudo”. E non c’è episodio della vita politica italiana o di politica internazionale che non rafforzi i critici del sistema nelle loro convinzioni e nei loro sdegni civili.
Secondo lei, a quali storture porta l’impegno “civile” di attori, comici e soubrette?
La grande comicità, fin dall’età classica, è sempre stata una critica del potere. Ma da Aristofane al Principe De Curtis si può definire vis comica quella di chi si mette dalla parte della “gente meccanica e di piccolo affare”, dei quotidianamente “umiliati e offesi”. Tutta un’altra cosa rispetto a ciò che professano certi attori, divenendo primi cantori della critica del militante di partito che ha le sue idee sul mondo, sulla politica, sull’economia, sulla storia e che si traveste così da “uomo qualunque”.
Può fare qualche esempio?
Il populismo vero, quello di Guglielmo Giannini, aveva una sua dimensione tragica che volgeva in comicità. Il falso qualunquismo di Beppe Grillo nasce invece da una vena comica fallita che cerca il riscatto nella denuncia sociale.
Dunque è solo la comicità di Grillo da mettere alla gogna?
Nient’affatto. Si potrebbero aggiungere i nomi di Daniele Luttazzi, Luciana Littizetto, Sabina Guzzanti e Maurizio Crozza (forse il più bravo di tutti). Tutta gente che ha, per così dire, il carisma comico d’ufficio. E che fa ridere solo chi sta sulla loro lunghezza d’onda ideologica.

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Discussioni. "Io, come Eluana, vi prego di tacere".

(Marina Garaventa - La Stampa)
Caro Direttore,
sono Marina Garaventa, ho 48 anni e sono, più o meno, nella stessa situazione in cui era Piergiorgio Welby: come lui, ho il cervello che funziona benissimo, diversamente da lui, posso ancora usare le mani e la mimica facciale.

Come ho seguito il caso Welby, esprimendo la mia opinione, ho seguito il caso, ben più grave del mio, di Eluana Englaro e mi sono «rallegrata» della sentenza che ne sanciva la conclusione, sperando che nessuno si permettesse di intromettersi in un caso così delicato e personale. Non avevo la benché minima intenzione di dire o scrivere alcunché fino all’altra mattina alle 7 quando, ascoltando i primi notiziari, ho sentito tante «cazzate» che mi sono decisa a dire la mia. Io sono abituata a esprimere opinioni, dare giudizi e consigli solo su cose che conosco bene e che ho vissuto personalmente e mi piacerebbe tanto che tutti si regolassero così, evitando di aprire la bocca per dare aria a sentenze basate su mere teorie filosofiche e moral-religiose.

Con queste parole mi riferisco, in particolare, alle recenti «sortite» di alcuni personaggi noti che, in un delirio di onnipotenza, dicono la loro, scrivono lettere patetiche e organizzano raccolte pubbliche di bottiglie d'acqua: le bottiglie, a Eluana, non servono perché sia l'acqua sia la nauseabonda pappa che la tiene in vita e che anch'io ho provato per mesi, le arriva attraverso un sondino. Bando quindi ai simbolismi di pessimo gusto di Giuliano Ferrara, stimato giornalista, e al paternalismo di Celentano, mio cantante preferito. In quanto al mio esimio concittadino, il Cardinal Bagnasco, sarebbe cosa buona e giusta che, prima di esprimersi su quest'argomento, avesse la bontà di spiegarci perché a Welby è stata negata la messa e, invece, il «benefattore» della Magliana, Renatino De Pedis, è sepolto in una nota chiesa romana.

A questo punto, però, siccome neppure a me piace fare della teoria, propongo a questi signori di prendersi un anno sabbatico e offrirlo a Eluana: passare con lei giorni e notti, lavarla, curarle le piaghe, nutrirla, farla evacuare, urinare, girarla nel letto, accarezzarla, parlarle nell'attesa di una risposta che non verrà mai. Sono disponibile anche a mettermi a disposizione per quest'esperimento ma, devo avvisare tutti che, per loro sfortuna, io sono sicuramente meno docile di Eluana e se qualcuno, chiunque sia, venisse per insegnarmi a vivere, lo manderei, senza esitazione, «affanc...».

A sostegno di quanto detto finora, aggiungo che, nonostante io non possa più camminare, parlare, mangiare, scopare e quant'altro, amo questa schifezza di esistenza che mi è rimasta e mai ho avuto il desiderio di staccare la spina del respiratore che mi tiene in vita. Nonostante tutte le mie limitazioni, io ho una vita intensissima: scrivo su alcuni giornali locali, tengo un blog (www.laprincipessasulpisello.splinder.com), ho un'intensa vita di relazione e, in questo periodo, sto promovendo un mio libro che narra di questa mia splendida avventura. («La vera storia della principessa sul pisello», Editore De Ferrari , Genova).

Sicuramente qualcuno penserà che voglio farmi pubblicità e, in un certo senso, è vero: io voglio, per quanto posso, dar voce a tutti quelli che sono nella mia condizione e non sanno o non possono dire la loro.
Parliamoci chiaro: i malati come me, come Welby ed Eluana, sono già morti! Sono morti il giorno in cui il loro corpo ha «deciso» di smettere di funzionare e hanno ricevuto dalla tecnologia, che io ringrazio sentitamente, l'abbuono, il regalo di un prolungamento dell'esistenza. Ma come tutti i regali, anche questo vuol essere contraccambiato con merce altrettanto preziosa: una sofferenza fisica e morale che solo una grande forza di volontà può sopportare. Nel momento in cui il gioco non vale più la candela il paziente deve poter decidere quando e come staccare la spina. Lo Stato deve garantire la miglior vita possibile a questi malati, tramite assistenza, supporti tecnologici e contributi ma non può arrogarsi il diritto di decidere della loro vita sulla base di astratti principi etici, molto validi per chi sta col culo su un bel salotto, ma che diventano assai stucchevoli quando si sta nel piscio. Eluana non può più decidere ma chi le è stato vicino, nella gioia e nella sofferenza, chi l'ha conosciuta e amata non può dunque decidere per lei, mentre possono farlo persone che, fino a ieri, non sapevano neppure che esistesse?

Io sono pronta a chiedere umilmente perdono se questi signori mi diranno che, nella loro vita, si son trovati in situazioni come la mia o come quella di Eluana e delle nostre famiglie ma, francamente, non credo che la mia ammenda sarà necessaria. Per chiarire meglio la mia situazione rinvio al link di un video:
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Concludo ringraziandola e sperando che voglia dare voce anche a me che parlo con cognizione di causa e non per fare della filosofia.

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Rivelazioni. Rocco Siffredi: "ho baciato un uomo ed e' stato bellissimo".

Riposizionamenti/Rocco Siffredi.
(Uguali amori) Rocco Siffredi una volta diceva che no, orrore, che schifo fare sesso con un uomo, non gli piaceva e mai avrebbe voluto avere un figlio gay. Oggi dichiara (in una intervista a Chi, riportata da Dagospia):

C’erano 200 uomini intorno a me, molti sul genere Village People: tutti baffi, peli e muscoli. Hanno cominciato ad alzare la mano, alla fine mi si è piazzato davanti un barilotto con la barba ispida. Stavo svenendo, ho pensato: “E che gli dico a questo?”. Intanto, mi guardavo intorno. Alla fine ho visto un ragazzo al bar che rideva, un bel tipo, un gay così simpatico… Ho detto a un assistente di chiedergli se era disposto a baciarmi e, temendo dicesse di no, l’ho quasi corteggiato».

E come è stato quel bacio?
«È stato bellissimo. Sa che cosa penso riguardo alle inclinazioni sessuali? Che il mondo non si divide in gay ed etero, ma in quelli che scelgono fra la felicità e l’infelicità. Siamo tutti gay e latin lover, la questione è su ciò che uno preferisce. Io preferisco le donne».

E’ quindi probabile che si stia organizzando un futuro da opinionista, del resto se siamo un paese del cazzo, come non chiedere un parere sulla situazione politica ad uno che, al riguardo, ha molti centimetri più degli altri? (si chiamano competenze)

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