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venerdì 25 gennaio 2008

Prodi: No al voto con questa legge elettorale. Montezemolo: Governo per le riforme.

Il presidente del Senato Marini, indicato come possibile guida di un governo istituzionae, dichiara: non mi interessano altri incarichi.

(La7) "Bisogna fare di tutto per evitare di andare a elezioni anticipate con questa legge elettorale". Il presidente del Consiglio dimissionari lo ha ripetuto poco fa,arrivando alla riunone del Partito Democratico. Votando con questa legge elettorale, è l'opinione di Prodi, "riprodurremmo tutte le tragedie italiane e tutta la frammentazione politica di oggi", bisogna cambiarla. Contrario all'idea di andare al voto subito è anche il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, per il quale adesso è necessario un governo istituzionale per "una breve ed efficace stagione di riforme condivise", prima tra tutte quella di una nuova legge elettorale per permettere "a chi vincerà le elezioni di poter governare davvero". E il primo candidato alla guida di un eventuale governo istituzionale è il presidente del Senato Franco Marini, che alle 17, al Quirinale, aprirà il giro delle consultazioni del capo dello stato. Marini stamattina ha precisato di non aspirare alla guida di un governo istituzionale.
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Gay: Frattini, Italia in ritardo su direttiva rifugiati.

(Asca) Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Malta, Olanda, Finlandia, Svezia e Portogallo non hanno ancora recepito la normativa europea che prevede di concedere lo status di rifugiato, in base all'orientamento sessuale. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Franco Frattini, rispondendo a una interrogazione presentata dagli eurodeputati Marco Cappato e Sophia Int Veld, dei liberaldemocratici. ''Mi auguro - ha scritto Frattini - che l'Italia trasponga la direttiva al piu' presto e che lo faccia pienamente e correttamente, in particolare rispetto alle norme sull'orientamento sessuale''. Frattini spiega che i nove paesi che non hanno recepito la direttiva, hanno gia' ricevuto un parere motivato nel luglio 2007. Che tradotto significa ''secondo richiamo'' da parte della Commissione europea. Non dovessero adattarsi alle disposizioni dell'esecutivo comunitario ''in tempi utili'', la Commissione andra' avanti. Fino alla Corte di giustizia europea.

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Il ricordo della Shoah in giro per l'Italia.

(Pino Fondati - Il sole 24ore) Il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, si celebra il Giorno della Memoria, istituito dalla legge 20 luglio 2000, n. 211, per ricordare e mai più dimenticare la Shoah (sterminio) del popolo ebraico, e delle centinaia di migliaia di omosessuali, rom, disabili e deportati militari e politici italiani nei lager nazisti. Il Giorno è dedicato anche al ricordo dei tanti Giusti che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti strenuamente al progetto di sterminio, e al rischio della propria vita hanno salvato le vite di tanti perseguitati. La stessa legge promuoveva e auspicava l’organizzazione di cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione. Da allora, ogni anno, le iniziative sono proliferate. Ai lettori de Il Sole 24 Ore.com vogliamo segnalare alcune delle iniziative di questi giorni, estrapolate dalle migliaia che vengono organizzate in tutta Italia.

Torino - 29, 30 e 31 gennaio proiezioni mattutine e pomeridiane di film sulla Shoah e di opere prodotte dalle scuole sul tema della deportazione razziale e politica el corso della seconda guerra mondiale e presentate in concorso nell'ambito della quarta edizione di “Filmare la storia”.
Sala proiezioni del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione,della Guerra, dei Diritti e della Libertà, corso Valdocco 4/a. Da Torino è partito ieri il primo dei tre Treni della Memoria (gli altri due partiranno il 29 da Torino e il 4 da Bari) carico di studenti che hanno espresso la volontà di visitare il campo di concentramento di Auschwitz, e di passare 5 giorni a meditare sull’ Olocausto.

Casale Monferrato – Il 26 gennaio alle 10,30 sala del consiglio comunale:conferenza a cura del prof. Mauro Bonelli "Gli zingari nella persecuzione nazista". Il 27, in Sinagoga: accensione delle candele in memoria dei sei milioni di ebrei e di tutte le altre vittime sterminate nei lager nazisti, ore 16,30 in sala mostre della comunità: canti dei ghetti e della Shoah, voce e chitarra di Manuela Sorani.

Trieste – Il 27 gennaio alle 9,15, marcia silenziosa degli ex deportati (Stazione centrale); ore 10, alla risiera di San Sabba deposizione di una corona del Comune di Trieste alla lapide che ricorda la partenza dei convogli verso i lager dal settembre 1943 al febbraio 1945. Alle 16,30, “Musiche per Auschwitz”, spettacolo multimediale per soprano, voce recitante e ensemble, in omaggio a Fania Fanelon e alle altre musiciste di Auschwitz. A cura dell’Associazione Donne Ebree d’Italia, comunità Il Ghetto, e altre (Sala Tripcovich, Largo Santos, 1). Mostra “La porta dell’anima, Omaggio ad Anna Frank”, presso il Museo della Comunità Ebraica di Trieste.

Verona - Dal 22 al 30 gennaio, in Piazza Bra è esposto un carro ferroviario utilizzato dal 1943 al 1945 per le deportazioni nei campi di sterminio.

Milano – Il 27 gennaio, alle 14,15 corteo da Piazza San Babila a Piazza del Duomo organizzato dall’Anpi e dai sindacati. Al Musei di storia contemporanea apre la mostra “Dal lager, disegni di Ludovico di Belgioioso”. Alle 20,30, al Conservatorio concerto “Per non dimenticare”, organizzato dalla Comunità ebraica. Musiche di Bruch, Bloch e Shostakovic, e testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta al lager di Aushwitz (ingresso libero). Ancora Liliana Segre con gli studenti delle scuole milanesi presso il Conservatorio il 28 gennaio: diretta video dalle 10,30 alle 13 su www.ilsole24ore.com. Mercoledì 30 gennaio alle 18 alla stazione centrale la cerimonia di commemorazione della deportazione degli ebrei milanesi (dal binario 21 partivano i treni della morte). Il 27, ore 17.45 nello Spazio Civico di via Turati, 21 Pero (MM Molino DOrino) "Stelle, piume, violini", un viaggio poetico di musica e immagini che racconta la cultura ebraica, quella degli indiani d'america e quella dei gitani, da sempre in lotta per la difesa della propria identità.
Il gruppo alterna a propri brani, interpretazioni di autori come Weill, Gebirtig, De Andrè e recita liriche di Brecht, Baudelaire, poeti sinti e navajo (ingresso gratuito).

Lecco – fino al 10 febbraio alla Sala Esposizioni del Monastero di S. Maria del Lavello a Calolziocorte ”L'orma di Levi”, la pittura di Federico Bario sui testi Se questo è un uomo, La tregua, I sommersi e i salvati di Primo Levi.

Genova - Dal 26 gennaio al 1 febbraio, presso i Magazzini del Cotone, “Capelli d’oro e di cenere. Donne nella Shoah” , mostra fotografica di Roberto Malini e Steed Gamero. Una serie di ritratti di sopravvissuti all’olocausto. ricordi, lineamenti, segni, tracce, testimonianze delle vittime e degli eroi. Il 27 gennaio alle 9,30 al campo israelitico del Cimitero di Staglieno momento di raccoglimento. Fino al 31 gennaio nel Cortile Porticato di Palazzo Tursi, la mostra “Omocausto - Lo sterminio dimenticato degli omosessuali”. Presso il cinema Sivori dal 27 gennaio la rassegna “Diversi per legge”, film sulla Shoah, sulle persecuzioni naziste e sulla Resistenza. Il 29 gennaio a Recco l’amministrazione comunale e gli allievi della scuole di Recco raccontano la Shoah e le leggi razziali in un percorso di studio e animazione.

Bologna - Il 28 Gennaio alle 16.30 presso l’Università convegni, proiezione e testimonianze su “Gli altri stermini”. la persecuzione degli omosessuali durante il nazismo e il fascismo.

Firenze – Il 27 gennaio presso l’Università degli Studi di Firenze alle ore 11, laurea honoris causa allo scrittore David Grossman. La cerimonia è aperta la pubblico. Alle 16,Sala Luca Giordano, Palazzo Medici Riccardi, Via Cavour 1, “Perché dobbiamo ricordare”, convegno in onore di Alberto Nirenstajn, saggista, storico della Shoah. Alle 21, Concerto della Memoria, Teatro Goldoni
Il 28 Gennaio ore 9,00, presso Mandela Forum “Sterminio e stermini. E’ successo, può succedere di nuovo”, dibattito con la partecipazione dello scrittore David Grossman.

Pisa – Fino al 10 febbraio, mostra documentaria “1938-1945: la persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”, presso il Cdec

Roma – Dal 26 gennaio al 17 febbraio, presso il Senato della Repubblica la mostra ". Il prezzo della libertà", omaggio a Vito Volterra e Carlo Levi, due Senatori dello Stato Italiano, entrambi prestati alla politica dal mondo della Cultura, entrambi perseguitati dal regime fascista. La mostra espone documenti originali dei due personaggi, opere pittoriche di Carlo Levi e un video-documentario su Vito Volterra. Il 27 e 28 Gennaio, a Palazzo Barberini, Sala Pietro da Cortona "Convegno Anti-semitismo e negazione dell'Olocausto. Moderni crimini contro l'umanità. Il mondo non ha imparato la lezione?". Dal 21 Gennaio la mostra: "1938-1945 La persecuzione degli Ebrei in Italia Documenti per una storia" (CDEC), per il progetto "Noi ricordiamo: Il viaggio della memoria" a cura degli studenti del "Federico Caffè". Il 27 presso la Casa della Memoria, via San Francesco di Sales, 5 proeizione del film "La strada di Levi". Alle 18.05 - 19.20 "Io c'ero", proiezione del film-documentario che mostra, attraverso le testimonianze dei superstiti, ebrei e politici, donne e uomini, la tragedia della deportazione e dello sterminio, nelle sue più significative fasi: dall'arresto al lager, al lavoro massacrante, al ritorno non meno drammatico. Iniziativa a cura dell'ANED di Roma, dell'Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma e del Centro di Cultura Ebraica di Roma. Il 27, "Pedalando nella Memoria", rivolta principalmente agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, nonché ad atleti e semplici cittadini. Il ritrovo è alle 9.30 in Piazzetta del IX Municipio (Villa Lazzaroni); il percorso in bici tocca le Fosse Ardeatine, Via Tasso (Museo della Resistenza), per arrivare al Portico d'Ottavia, Largo 16 Ottobre 1943. Alla Casa del Cinema, History Channel dedica l'intera giornata del 27 al ricordo di tutte le vittime della persecuzione nazista, con la proiezione del documentario "Fuga da Auschwitz" (Ingresso libero). Associazione E.T.I.C.A., Comitato Italiano Paralimpico, E.C.A.D., Associazione per La Vita Indipendente, presentano: "La memoria degli altri", ebrei e disabili ricordano insieme, da un'idea di Vittorio Pavoncello, presso Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia, a partire dalle ore 16,30. Alle 12 del 29 gennaio, l''assessore Daniela Monteforte inaugura il Parco della Memoria dedicato ai Giusti di Roma e Provincia. Messa a dimora degli alberi da parte di studenti di varie scuole. Sempre il 29, alle 20,30, all'Auditorium del Goethe-Institut, Via Savoia 15, Transkapela concerto di musica klezmer, mentre dalle 19 in via Arco de' Tolomei, 1, inizia la maratona di poesia "Ad Auschwitz c'era la neve..".

Terni – Fino al 1 febbraio alla Sala Multimediale S.M.Maddalena - via Cataone (centro storico), a San Gemini, mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia”.

Ancona – Il 28 Gennaio, alle 9,30 incontro al Liceo Scientifico “Galilei” con la partecipazione della Comunità Ebraica di Frida Russi.

Ruvo di Puglia (Ba) - Fino al 31 gennaio “Se questo è un uomo", omaggio a Primo Levi e Elisa Sprinter, mostra d'arte contemporanea, presso l’ex Convento dei Domenicani.

Cagliari – Il 1 Febbraio , ore 15,30, aula magna facoltà di lettere, serata dedicata dall ISSRA , istituto storico per la storia della resistenza , al Porrajmos : lo sterminio dei Rom sotto il nazismo.

Siracusa - Dal 21 al 27 Gennaio, l’Istituto Mediterraneo Studi Universitari propone la prima “Settimana di studi ebraici”. Il 27 gennaio, la testimonianza dei Giusti “La Voce dei Sopravvissuti”. Intervento di Franco Perlasca. Testimonianza di Piero Terracina.

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Crisi a Famiglia Cristiana e in tutta l'Editrice San Paolo. In chiusura le redazioni periferiche.

(Asca) Momento difficile per la Periodici San Paolo, l'editrice che pubblica, tra l'altro, il settimanale cattolico ''Famiglia Cristiana'', in preda da anni ad una grave crisi che vede costantemente ridursi il numero di copie vendute. Per ribaltare una situazione economica in rapido e costantemente peggioramento negli ultimi anni, con perdite stimate per il 2007 in oltre 2 milioni di euro, la societa' ha deciso di varare un drastico piano industriale che prevede, tra l'altro, la chiusura di tutte le redazioni periferiche (compresa quella di Roma, dove lavorano 9 giornalisti) e l'accentramento di tutte le attivita' a Milano.

Il piano prevede anche un potenziamento delle attivita' web e multimediali del gruppo e scongiura, per il momento, la chiusura di alcune delle testate della ricca 'scuderia' dei Paolini (oltre a Famiglia Cristiana, spiccano il settimanale per ragazzi Il Giornalino e il mensile Jesus). Ma queste misure non sono bastate al Comitato di Redazione delle riviste del gruppo, che ha indetto 20 giorni di sciopero contro un piano ''privo di credibili progetti di rilancio''.
La Societa' San Paolo, l'ordine religioso proprietario delle riviste, ha anche deciso di affianciare come condirettore Giusto Truglia al direttore di 'Famiglia Cristiana', Antonio Sciortino, per aiutarlo a superare il difficile momento della rivista; e di sosituire il direttore del mensile Jesus, Vincenzo Marras, con quello del Giornalino, Antonio Tarzia. Marras e' stato destinato a guidare Telenova, il network televisivo dei Paolini.

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Goodbye Us Navy, il destino della Maddalena tra G8 e alberghi extra lusso.

(Panorama) Almeno sei o sette alberghi dalle cinque stelle in su. Un centro congressi di ultima generazione dotato di ogni comfort per accogliere il G8 del prossimo anno. La trasformazione dell’Arsenale della Marina militare italiana in un grande cantiere nautico di manutenzione per traghetti e mega yacht. E ancora un casinò stile Montecarlo e tutto ciò che serve per accontentare la clientela più raffinata. Euro e dollari come se piovesse. Infine un taglio netto alla disoccupazione (oltre il 16 per cento della popolazione).

Nella mente del presidente della Sardegna, Renato Soru, e degli amministratori locali, dovrebbe essere questo il futuro dell’arcipelago della Maddalena dopo la partenza dei militari americani il prossimo 29 febbraio. Oggi, intanto, c’è la cerimonia di addio ufficiale e la chiusura, dopo oltre trent’anni, del Naval Support Activity, il supporto logistico che organizza le attività militari. Peccato, spiega Salvatore Cicu, deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario alla Difesa, che tutti i progetti siano rimasti sulla carta: “Al momento c’è solo un accordo politico. L’Avvocatura dello Stato, infatti, non ha ancora deciso sulla destinazione dei beni dismessi dal demanio militare. L’Agenzia del demanio - spiega Cicu - deve dare l’ok al passaggio dei terreni dallo Stato alla Regione. E poi c’è il Parco che rivendica gli stessi diritti e si è messo di traverso ai programmi di Soru”. Ma il governatore alla fine dello scorso anno aveva precisato: “Il ministro della Difesa Arturo Parisi sta comunque trasferendo alla Regione i beni dismessi. Mi sembra perciò evidente che si segua quanto disposto dall’articolo 14 del nostro Statuto“.

Il sindaco della Maddalena, Angelo Comiti, dice invece che le gare d’appalto ci sono state e che gran parte dei progetti stanno già diventando realtà. Per ora l’unica cosa certa sono i trenta milioni di euro messi a disposizione dalla Finanziaria. Salvatore Sanna, consigliere comunale, spiega però che quei soldi “saranno utilizzati solo per abbellire e attrezzare le aree limitrofe all’arcipelago”. Restano poi altri 130 milioni di euro messi a disposizione di Guido Bertolaso, commissario del G8, che però non sono ancora arrivati. “Solo 100mila euro -dice Cicu - per la sala congressi nella zona rossa”. Sanna, uno dei più accesi sostenitori della costruzione del casinò, spiega che la Maddalena, considerate le caratteristiche del territorio, può ospitare solo pochi turisti e per questo necessita di strutture extra lusso.

Tra i vari investitori c’è l’onnipresente Aga Khan, l’inventore della Costa Smeralda, Tom Barrak, proprietario del patrimonio immobilare di Porto Cervo e dintorni. Ma anche Ernesto Bertarelli, patron di Alinghi, intenzionato ad organizzare alla Maddalena la Coppa America. Tra gli investori italiani c’è Salvatore Ligresti (pronto anche lui a fare un cinque stelle) già propietario del Tanka Village a Villasimius (Cagliari) e di 134 villette nell’arcipelago, per un totale di 60.000 metri cubi residenziali, dove alloggiavano i militari americani. Infine c’è la famiglia Serra, un tempo proprietaria dell’intera isola di Santo Stefano, oggi in società con Vela Marina. “Anche noi - dice Pasqualino Serra - stiamo per costruire un hotel lussuoso (commissionato alla Geogramma Spa, ndr). Anche perché l’amministrazione comunale ci ha detto che sotto le cinque stelle non potevamo scendere”. In tutto il sindaco Comiti stima che nei prossimi anni il business sarà di almeno 400 milioni tra pubblico e privato (ma potrebbero essere molti di più). E per gli oltre duemila dissoccupati della Maddalena arriveranno mille posti di lavoro. Almeno, confessa uno di loro, “questo è quello che ci hanno promesso. Speriamo che il G8 ci porti fortuna come dicono”.

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Su Queerblog un bell'articolo sul qualunquismo del mondo lgbt.

(Queerblog) Nei giorni scorsi diversi lettori di Queer hanno mosso critiche ai post di un certo tipo che da qualche tempo si vedono da queste parti (attori porno, sesso nei bagni, inconvenienti della penetrazione anale, ecc.). Le critiche vertono sulla discutibilità di certi argomenti, che alimenterebbero lo stereotipo del gay promiscuo e fissato col sesso, e sulla loro pericolosità, essendo tali argomenti pane quotidiano degli omofobi.

Premesso che non mi interessa promuovere un’immagine del mondo gay come un campionario di outsider - la trasgressione è la glorificazione della legge, diceva Georges Bataille -, e riallacciandomi al post di Robo sul classismo all’interno del mondo lgbt, io credo che voler proporre solo una fetta della torta, escludendo il resto, non sia mai interessante né utile.

Far credere al mondo che i gay sono tutti plasmati sul modello arcigay – borghesi very proud che pagano le tasse e si lamentano di essere vittime, mentre vanno al cinema e leggono tanti libri – è altrettanto menzognero (e stupido) che dire che i gay sono tutte troie sessuomani.

Se la via all’integrazione è l’aderenza a un modello rassicurante che partecipa in pieno ai dispositivi normalizzanti del potere, e non un rifiuto di qualsiasi modello precostituito in nome della libertà di ciascuno di autodeterminarsi, allora preferisco non integrarmi, secondo il mio modesto parere.

Io credo che presentarci per quello che siamo, persone infinitamente varie con tutti gli aspetti “alti” e “bassi” della dimensione umana, non possa che giovarci. Prima che froci, siamo persone, o no?

Su quanto il mondo lgbt sia altrettanto stereotipato e asservito di quello etero, vorrei rimandarvi a un’intervista su Amore & Veleno, blog dello scrittore e dj Simone Bisantino, fatta a Francesco Macarone Palmieri, antropologo e dj che da molti anni si occupa di sessualità e controculture, media studies e performances. Eccone un estratto:

“Io mi sono ritrovato in un punto della mia vita in cui ho dovuto fare i conti con un panorama devastato, afflitto da meccaniche di potere identitarie basate sulla speculazione dialettica e sul qualunquismo, che risponde al nome di molta comunità glbt. Le stesse meccaniche di potere che io avevo messo in crisi decenni prima durante tutto il percorso della mia vita e che mi ritrovavo addosso. In tale dramma tra drinks da discount, le icone della Carrà e Renato Zero, e una coltre d’inibizione sociale mescolata a sesso putrido nell’ottica masturbatrice sul corpo altrui, sentivo la fine della mia stessa storia”.

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Orvieto. Fassbinder al Mancinelli: amore e potere ne 'Le lacrime amare di Petra von Kant'.

(Orvietonews) Enorme, la statua di un corpo nudo di donna sovrasterà la scena nello spettacolo Le Lacrime amare di Petra von Kant, in programma al Teatro Mancinelli di Orvieto sabato 26 gennaio alle ore 21. Testo teatrale scritto dal drammaturgo e regista tedesco Rainer Werner Fassbinder e portato in scena nella traduzione di Roberto Menin da Antonio Latella, acclamato regista napoletano attento ai nuovi linguaggi e all'innovazione della scena, lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile dell'Umbria e dal Teatro Stabile di Torino in collaborazione con il Théâtre National Populaire TNP Villeurbanne – Lyon.

Protagonista della pièce è Laura Marinoni, attualmente una delle attrici più interessanti e apprezzate per la sua versatilità e potenza espressiva, che si è aggiudicata l'edizione 2007 del premio "Eleonora Duse" quale miglior attrice di prosa dell'ultima stagione. La affiancano sulla scena le attrici Silvia Ajelli, Cinzia Spanò, Sabrina Jorio, Stefania Troise, Candida Nieri e gli animatori d'ombre Massimo Arbarello e Sebastiano Di Bella.

Scritto nel 1971, Le Lacrime amare di Petra von Kant è stato prima rappresentato a teatro per poi diventare un film girato dallo stesso Fassbinder nel 1972 con Hanna Schygulla. E' un testo tagliente ed intenso che porta in scena una relazione omosessuale tra due donne come simbolo dei rapporti di potere che si instaurano all'interno della coppia. Una pièce estremamente attuale, di particolare interesse e fascino, in cui l'autore, figura fondamentale del rinnovamento culturale del dopoguerra tedesco ed europeo, opera un'analisi lucida e disincantata dell'amore nella nostra società; nelle relazioni di coppia si rispecchiano i più generali "rapporti di potere" della società capitalistica, che impediscono una devozione sincera, disinteressata e soprattutto un equilibrio reale tra i partner, inevitabilmente divisi da differenze di classe, cultura, disponibilità economica.

Una stilista di moda, Petra von Kant, donna emancipata, ricca e affascinante, cade preda dell'amore per una ragazza di estrazione proletaria spregiudicata e senza scrupoli. I ruoli si ribaltano: la donna di successo, abituata a dominare gli altri, diventa schiava del suo oggetto amoroso. La sua è una disperata determinazione di far vivere il proprio sentimento ad ogni costo, infrangendo tutte le convenzioni sociali che lo impedirebbero. Il finale coincide con uno dei meccanismi tipici del melodramma di Fassbinder, ovvero la protagonista si ritrova nella situazione di partenza, nella solitudine del proprio dramma esistenziale.

Per ulteriori informazioni sullo spettacolo tel. 0763/340493 www.teatromancinelli.it

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Arriva il nuovo 007 sempre con Daniel Craig.

(Sky TG24) Ha un titolo il nuovo e attesissimo episodio di 007 interpretato ancora una volta da Daniel Craig. Si chiamerà "Quantum of solace".

Online la presentazione del film e le prime immagini.

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Collect, la fiera d'arte internazionale per oggetti da collezione.

Collect - The International Art Fair
Si inaugura oggi 25 gennaio a Londra la quinta edizione di Collect: The international art fair for contemporary objects“.

Unica nel suo genere in Europa, la fiera ospitata al V&A museum, riunisce insieme 42 gallerie internazionali con lavori di 350 artisti di arti applicate. Una fusione di artigianato, design e arte per oggetti da collezione. L’evento presenta anche un calendario di appuntamenti con incontri tenuti sia nella città di Londra che di Edinburgo (Scozia), per educare e riunire collezionisti e artisti di un mercato nuovo e in ascesa.

Tra le galleria anche l’italiana Alternatives Gallery di Roma.

Ultimo giorno della fiera il 29 gennaio.

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La fiction gay sbarca online.

(Ifg online) Si chiama “In the moment” ed è stata girata esclusivamente per il web. Lo sceneggiato racconta le vicende di un gruppo di ragazzi omosessuali residenti a Los Angeles e tocca argomenti delicati come solitudine, alcolismo e AIDS.
E’ solo la puntata zero, ma ne sono previste già altre undici. La nuova e originale campagna di prevenzione dell’HIV del Los Angeles Gay & Lesbian Center sembra destinata a riscuotere un buon successo.
L’idea di base è molto semplice. Sfruttando le potenzialità del cosiddetto Web 2.0 l’associazione di Los Angeles punta a raggiungere con il suo messaggio anche coloro che non frequentano i luoghi tradizionali della comunità gay, o magari vivono con disagio la propria condizione. Scavalcando i media tradizionali è così possibile raggiungere direttamente il proprio target di riferimento, riuscendo anche ad ottimizzare i costi di distribuzione.
La prima puntata della fiction “In the moment”, ambientata nel quartiere californiano di West Hollywood, vede protagonisti cinque ragazzi, i cui problemi, nelle intenzioni degli autori, rispecchierebbero quelli maggiormente sentiti dalla comunità giovanile, omosessuale e non solo. C’è Adam che passa gran parte del suo tempo su internet, Edgar con evidenti problemi di alcolismo e poi Mike e Stephen, una coppia divisa sulla necessità di usare il preservativo durante il rapporto sessuale. In soli cinque minuti vengono abbozzati i personaggi principali della serie, con il chiaro intento di spingere gli spettatori ad immedesimarsi nelle problematiche affrontate. La puntata si chiude con dei fermo immagine in cui gli stessi protagonisti chiedono al pubblico di rispondere alle domande che essi stessi si pongono, e di discuterne sul sito aperto dall’associazione http://www.weholife.org . Adam chiede se passa troppo tempo online, mentre Mike si interroga se sia giusto che lui e Stephen smettano di usare il condom.
L’originale campagna di prevenzione e sensibilizzazione arriva in un momento molto delicato per la comunità gay e bisessuale americana. Secondo un recente studio i nuovi contagiati dal virus dell’HIV sono in aumento, soprattutto tra i gay sotto i trenta anni (+ 32% dal 2001 al 2002), mentre tra gli omosessuali meno giovani si è registrato un sensibile calo (- 22%). Puntare sulle nuove tecnologie per raggiungere i più giovani, sembra l’unica possibilità per arrestare un fenomeno in preoccupante aumento.
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Lenny Kravitz:"Non faccio sesso da anni". Rivelazione shock del cantante.

(TGCom) Altro che sciupafemmine, Lenny Kravitz ha confessato di non fare più sesso da tre anni. Dopo aver collezionato nel suo curriculum bellezze del calibro di Nicole Kidman, Vanessa Paradis, Natalie Imbruglia, ora il musicista alla soglia dei 44 anni lascia tutti senza parole con questa confessione shock. Secondo i ben informati Lenny ora preferisce lo spirito al corpo e dice "di non essere più interessato alle donne"

Una svolta spirituale nella vita di Kravitz che lascia tutti attoniti, specie considerando la fama di rubacuori del cantante.
E così dopo aver avuto donne bellissime ora Lenny confessa di non battere chiodo da tre anni. Secondo gli amici della star il cambiamento è dovuto all'uscita del nuovo album, It is time for a love revolution, molto spirituale e profetico.
Già, sembra che Lenny abbia avuto una sorta di illuminazione divina che lo porta a peferire lo spirito al corpo.
Il cantante ha infatti dichiarato di non essere più interessato al corpo delle donne ma di dare importanza alla mente e allo spirito e che una donna, per interessargli, deve avere tutte e tre queste caratteristiche. Il riusltato? Kravitz va in bianco da tre anni

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Uteri in affitto all'estero per far nascere bimbi italiani. Preferiti gli Usa. Pacchetti «tutto compreso».

(Monica Ricci Sargentini - Il Corriere della Sera) Francesca ha perso suo figlio all'ottavo mese di gravidanza a causa di una predisposizione, non diagnosticata, alla trombofilia. Il piccolo è nato morto e una grave emorragia le ha portato via anche l'utero. Barbara, invece, imputa la sua disgrazia a un errore medico in sala parto. «Se il cesareo fosse stato fatto subito — racconta — oggi Tommaso sarebbe ancora vivo». Anche lei, con l'intervento, ha perso per sempre la possibilità di costruirsi una famiglia in modo naturale. Diverso il caso di Sabina: rimasta incinta sette volte, non è mai andata oltre la dodicesima settimana. Sono loro le tipiche surromamme, quelle che per diventare madri hanno un'unica possibilità: ricorrere all'aiuto di un'altra donna che porti avanti la gravidanza al loro posto. Un percorso complicato, illegale in Italia ancor prima della legge 40, ma possibile all'estero dove fioriscono le agenzie che offrono pacchetti «tutto compreso», dall'assistenza legale alla ricerca della portatrice, come viene spesso chiamata la madre surrogata. E non sono poche le coppie italiane, eterosessuali e omosessuali, che si fanno tentare. «Il fenomeno è in crescita esponenziale — spiega Gail Taylor, 39 anni, fondatrice di Growing Generations, l'agenzia californiana nata nel 1996 e dedicata esclusivamente alla comunità gay —. Riceviamo richieste da tutto il mondo. Anche dal vostro Paese. Finora avremo aiutato decine di coppie omosessuali italiane. Per quelle etero, invece, abbiamo fondato nel 2002 Fertility Futures e anche lì i clienti non mancano».

Il costo però è quasi proibitivo: «Per uno straniero — spiega Taylor — si aggira tra i 150mila e i 170mila dollari. Il primo appuntamento è gratuito e senza lista d'attesa qui negli States. Altrimenti possiamo venire noi in Italia ma in quel caso bisogna aspettare». Di problemi legali non ce ne sono. Gli accordi tra le parti vengono studiati nei minimi dettagli e in molti Stati americani, dalla California all'Illinois, è possibile stabilire ancor prima del parto la paternità e maternità dei genitori riceventi. Il nome della portatrice non appare sul certificato di nascita. Il che rende possibile tornare in Italia con un figlio proprio a tutti gli effetti. E senza nemmeno passare dal consolato. «Il bambino quando nasce ha la cittadinanza americana — spiega Richard B. Vaughn, avvocato al National Fertility Law Center di Los Angeles —, dopo dieci giorni si può chiedere il passaporto e lasciare il Paese. Più delicato il caso delle coppie gay. Qui in California è possibile registrare allo stato civile due padri ma per i Paesi che non lo permettono, consigliamo ai nostri clienti di far apparire la madre surrogata sul certificato di nascita, previa rinuncia alla patria potestà, oppure di lasciare solo il nome del padre. Entrambi i casi sono stati accettati in Italia». L'avvocato Ezio Menzione ha lo studio a Pisa e si occupa da anni di garantire le coppie dai trabocchetti giuridici: «È importante — spiega — l'aiuto di un legale per avere i documenti in regola per la trascrizione dell'atto di nascita in Italia. A volte gli stati civili pongono dei problemi perché hanno paura che ci sia sotto un'adozione. Proprio ieri sono dovuto intervenire presso lo stato civile di Roma ma ho risolto la cosa per telefono. L'importante è che il certificato di nascita abbia una validità internazionale, in termini legali si definisce apostille. Con questo documento non bisogna nemmeno passare dal consolato».

Qualche complicazione in più se la coppia è omosessuale: «Nella maggior parte dei casi risulta una madre che ha rinunciato ai diritti genitoriali e che poi non comparirà nello stato civile. A meno che il padre non lo desideri». Il percorso, comunque, è ormai collaudato per le nascite negli Stati Uniti e in Canada, un Paese che offre gli stessi standard americani a un prezzo minore: dai 40mila ai 50mila dollari. «So di coppie — aggiunge Menzione — che sono andate in Ucraina o in Russia. Anche lì è legalmente possibile. Ma io non me ne sono mai occupato. Bisogna conoscere molto bene il diritto del Paese in cui si opera per evitare che la piccola o il piccolo venga trattenuto alla frontiera una volta nato». Alcuni italiani, per stare più tranquilli e anche per risparmiare, reclutano una parente. Stefania, per esempio, è tornata da Kiev proprio in que sti giorni. Sarà la sorella a portare in grembo il suo bambino che sarà partorito in Ucraina. Il costo è di circa 10mila euro (25mila se la portatrice è fornita dalla clinica). «In questo caso — spiega Menzione — non dovrebbero esserci problemi perché sul certificato di nascita comparirà il nome della madre biologica, che ha donato gli ovuli, e non di quella surrogata».

Lo stesso discorso vale per la Russia dove si pagano circa 42mila euro. Molto delicata è la scelta della portatrice. Affidarsi a Internet per risparmiare non è mai una buona idea. Il rischio di una truffa o di un ripensamento è troppo alto. Le agenzie più serie sottopongono le loro candidate a uno screening psicologico molto attento. Due i requisiti base: avere già avuto un figlio ed essere indipendente economicamente. È importante anche che la famiglia della donna sia d'accordo. E che la gravidanza sia gestazionale cioè che la surrogata sia inseminata con l'ovulo della madre ricevente o di un'altra donatrice. In questo modo il bambino che nascerà non sarà biologicamente suo e l'attaccamento psicologico sarà minore. Ma cosa spinge le portatrici a candidarsi? «La maggior parte — spiega Gail Taylor — lo fa per amore, perché gli piace essere incinta e aiutare gli altri. Poi, ovviamente, c'è anche il lato economico».

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Presentata a Reggio Emilia la 13^ edizione della Rassegna La Manica Tagliata, il via dal 31 gennaio, si apre con il film ''Another Gay Movie''.

(Ghita Gradita - lamanicatagliatafestival.com) Per la prima volta dalla sua nascita la Rassegna non toccherà la città di Modena, complici difficoltà di finanziamenti e il grande amore delle associazioni locali, e prenderà il via il 31 gennaio a Reggio Emilia per poi toccare le città di Rimini, Brescia, Milano, Bari (e la lista potrebbe non finire qui). Interessante e ricco, come sempre, il programma che comprende proiezioni, spettacoli teatrali, una mostra fotografica e incontri letterari, su più città lungo tutto lo stivale.
Apertura con il film ''Another gay Movie'' (vedi il trailer sotto), feroce parodia gay americana, e con lo spettacolo teatrale ''Le fate della notte'', sulla deportazione degli omosessuali da parte dei nazisti. Dal 10 febbraio poi la mostra di Davide Posenato "The Men", nello Spazio EllemmeTì di Reggio Emilia.

Il programma completo on-line dal prossimo week-end sul sito www.lamanicatagliatafestival.com e anche sui siti lamanicatagliata.com e lamanicatagliatadonna.com.
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Dalla Ferrari al Tintoretto: per il lusso in affitto si clicca Circle club.

(Panorama) Uno chalet in Svizzera? Romantico, però… che seccatura dover spalare la neve dal vialetto, o ricordarsi di chiamare la donna delle pulizie per dirle di accendere il riscaldamento. Una Ferrari? Meravigliosa da guidare, ma quanti grattacapi a parcheggiarla e proteggerla da ladri e vandali! Un panfilo da sogno per solcare il Mediterraneo? Fa molto Onassis, però a far due conti… centinaia di migliaia di euro spesi per due striminzite settimane di crociera o attraccati a Portofino…

Per i ricchi che non vogliono pensieri la soluzione c’è.
Si chiama CircleClub, esiste da un paio d’anni e permette, pagando una quota d’ingresso, di affittare beni di lusso per qualche giorno o qualche settimana. Nata da un’idea di Riccardo Schmid, imprenditore svizzero che fece fortuna negli anni Ottanta inventando il Pony Express, la società ha oggi tre sedi: Milano, Roma e Montecarlo.
E offre ai suoi soci oltre sessanta fuoriserie (Maserati, Jaguar, Porsche, Aston Martin…), oltre a jet privati, yacht, ville e chalet da sogno. In più, per gli appassionati, sono a disposizione duecento opere d’arte: da Gustav Klimt a Andy Warhol, da Giorgio De Chirico a Picasso, da Canaletto a Antoon Van Dyck. Tutto rigorosamente in affitto.

Per diventare soci bisogna versare una quota di 20mila euro, che dà diritto a 1000 punti: ogni bene affittato ha poi un “costo” in punti. Quando il socio li esaurisce, può comprare una nuova tessera. Qualche esempio? Una Ferrari 430 F1 costa 8 punti al giorno; per mettere in salotto per due settimane un Renoir se ne vanno 112 punti; per fare un salto da Milano a Roma con un jet privato, 275 punti. E poi c’è naturalmente il capitolo ville: dalle nevi di Gstaad al sole di St. Tropez, fino all’esotica Bali. Per farsi un’idea: uno chalet nel centro Saint Moritz per un week end in febbraio “costa” 240 punti, mentre una settimana in una villa sul Monte Argentario, in settembre, 350 punti.

Tra i 170 “happy few” soci di Circle Club c’è quello che ha il vezzo di solcare i mari della Sardegna su uno yacht Mangusta con un quadro di Christo appeso alle pareti. C’è la famosa ex atleta appassionata di Ferrari che ogni weekend prova un modello diverso. E c’è un signore che ha consumato ben dodici card (pari a poco meno di 250mila euro!) in soli sette mesi.
Una citazione a parte, poi, la merita quel socio che tempo fa prese un’opera di Mario Sironi per esporla in casa. Allo scadere delle due settimane, realizzò che non voleva affatto separarsene: e decise di acquistarla.

Panorama.it è riuscito a “scovare” uno di questi riservatissimi soci, il finanziere Luca Giacometti: per farsi raccontare i vantaggi del Club.

“Ho sempre posseduto macchine da corsa: Ferrari, Lamborghini”, racconta Giacometti: “E da proprietario, ho potuto constatare tutti gli inconvenienti: la batteria che si scaricava se la macchina veniva lasciata ferma, e poi i tentativi di furto, le seccature per bolli e assicurazioni… Senza contare che, ogni volta che mettevo piede da un meccanico per qualche piccola riparazione, uscivano conti da capogiro. Insomma, era diventata una perdita di tempo e di denaro”.

Così, scoperta su un giornale l’esistenza di CircleClub, Giacometti decide di associarsi: “E l’aritmetica mi dà ragione. Non solo risparmio, ma ho anche una grande varietà di scelta: posso prendere di volta in volta la macchina che più si adatta alle mie esigenze. Me la portano sotto casa, perfettamente lavata e lucidata, con il serbatoio pieno. E a tutti i grattacapi ci pensano loro”.

E il sottile piacere del possesso? “Quello all’inizio c’è, è vero” conclude Giacometti: “Ma scompare in fretta: gestire macchine del genere diventa solo una gran scocciatura. E allora: meglio affittarle”.

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Cercasi Moana. Sky Cinema produce la fiction su Moana Pozzi.

SKY Cinema rinnova il suo impegno nella produzione di serie televisive di qualità con Moana, miniserie dedicata alla celebre pornostar italiana. La regia sarà affidata a Marco Ponti (già autore di Santa Maradona) e la sceneggiatura a Piero Bodrato e Monica Rametta.

Moana - Atmosfere vintage, il mito degli anni ottanta e un certo approccio cinephiles caratterizzeranno la fiction, prodotta da SKY Cinema insieme a Polivideo, dedicata alla star italiana del porno. La mini-serie non intende speculare in alcun modo sugli aspetti più torbidi legati alla sua vita, ma incentrerà la sua indagine sul capire cosa nasconde il fenomeno della “divina” Moana e userà toni e atmosfere che privilegiano la seduttività di un ambiente intrigante come quello della produzione porno di quegli anni, ancora legato all’uso della pellicola. Raccontare la vita di Moana significa quindi narrare, in qualche modo, un pezzo di storia dell’Italia degli anni ottanta ed e dei primi anni novanta. Sono gli anni in cui trionfa “la società dello spettacolo”, anni di un edonismo spinto in cui si respirava una certa aria di impunità, anni di un paese di cui diceva Moana : “tutto è vietato ma in realtà tutto è possibile”. Perché una ragazza di provincia, di estrazione borghese, bellissima, intelligente, di buone letture ed educata secondo principi cattolici, ha fatto una scelta di vita così estrema? E perché nonostante questa sua scelta non ha suscitato scandalo o disprezzo se non presso alcuni settori più retrivi della società? A queste domande la fiction Moana darà delle risposte.

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Verso il Giorno della Memoria. Il Colle: la Shoah fu preparata dalle leggi razziali fasciste.

Bertinotti: intolleranza contraria all'idea stessa di umanità.
Napolitano: antisemitismo ancora presente, combattiamolo.
Il capo dello Stato: non dimentichiamo gli orrori. Amato: la maggior parte degli italiani non reagì.

(Il Corriere della Sera) «Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo mai la Shoah». E poi: «A settembre saranno passati 70 anni dalle leggi razziali emanate dal regime fascista, che di fatto prepararono l'Olocausto anche in Italia».
Si sono commossi i quattro Giusti saliti ieri al Quirinale alle parole che il presidente Giorgio Napolitano ha pronunciato con fermezza in una giornata difficile per le istituzioni, in cui l'Italia aveva deciso anche di rendere omaggio alla memoria dell'Olocausto. Ma nessuno, ieri, ha rinunciato alle iniziative come quella promossa alla Camera dei deputati, dove il presidente Fausto Bertinotti prima della rappresentazione sulla Risiera di San Sabba ha condannato i rigurgito di «razzismo e antisemitismo » e «ogni intolleranza contraria all'idea di umanità », o come la mostra al Senato su Vito Volterra e Carlo Levi, in cui Franco Marini ha voluto ricordare i due senatori «perseguitati » dal fascismo.
Ma la giornata è stata segnata soprattutto dalle parole del Quirinale contro le leggi razziali del '38. «Non dimentichiamo — ha detto il capo dello Stato — gli orrori dell'antisemitismo, che è ancora presente in alcune dottrine e che va contrastato.
Non dimentichiamo neppure i Giusti d'Italia...». Ma non dimentichiamo neanche le leggi razziali, che spianarono la strada alla Shoah. Una «somma ingiustizia», così le ha definite il presidente delle comunità ebraiche Renzo Gattegna, contrapposta alla «superiore giustizia di coloro che violandole riaccesero un barlume di speranza ». «Amarissima, inattesa sorpresa per molti — così il ministro dell'interno Giuliano Amato — contro cui la maggior parte degli italiani non reagì come moralmente sarebbe stato giusto».
Poi il capo dello Stato ha consegnato le medaglie d'oro ad Elsa Poianella che a Portogruaro ospitò gli ebrei Falk in un sottoscala, a Virginia Brandone che nell'astigiano salvò i Luzzatti, a monsignore Beniamino Schivo che a Città di Castello salvò i Korn, a Mario Martella che a Roma nascose i Sabbadini, al notaio Elio Gallina che nel trevigiano procurò documenti falsi agli ebrei.
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Domenica su Radiotre: Uomini e Profeti.
il sabato e la domenica alle 9.30 e alle 10.15.

L'omosessualita nel Terzo Reich: perche' anche quello sterminio?
Il 27 gennaio sara`la Giornata della Memoria: una giornata sul crinale tra tragedia e speranza, per capire oggi la cause della persecuzione e la sopraffazione. L'omosessualita nel Terzo Reich: perche' anche quello sterminio? In questa puntata le riflessioni della storica Emma Fattorini e lo scrittore Stefano Levi Della Torre.

Libri:
Massimo Consoli, Homocaust. Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali, Kaos edizioni

Le ragioni di un silenzio. La persecuzione degli omosessuali durante il nazismo e il fascismo, Circolo Pink (a cura), 2002

Lorenzo Benadusi, Il nemico dell'uomo nuovo. L'omosessualità nell'esperimento totalitario fascista, Feltrinelli

Gianfranco Goretti, Tommaso Giartosio, La citta` e l'isola. Omosessuali al confino nell'Italia Fascista, Donzelli, 2006

George Mosse, Sessualità e nazionalismo, Laterza

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E alla Rai le «larghe intese» sono già cominciate.

Il cda di viale Mazzini. Nell'azienda la maggioranza è di centrodestra e il presidente di centrosinistra. Il dg Cappon: così si torna a correre. Unione e Cdl unite sul sì al piano editoriale. Cuillo (Pd): inciucio? No, responsabilità.

(Paolo Conti - Il Corriere della Sera) Ufficialmente si parla «solo» di un'azienda, la Rai: e di problemi organizzativi, come un piano editoriale o uno industriale. In realtà sono prove aperte di governissimo. O di politicissime larghe intese nell'unico luogo di potere pubblico pilotato da una maggioranza di centrodestra e presieduta da un uomo di sinistra, Claudio Petruccioli, notoriamente poco amato da Romano Prodi ed eletto a suo tempo col via libera di Silvio Berlusconi.
Per una volta (che fatalità) Sandro Curzi, consigliere Rai in quota Rifondazione, e Giorgio Lainati, esponente di Forza Italia in commissione di Vigilanza Rai, esprimono lo stesso concetto. Curzi: «In me ha prevalso il bisogno di dare il segnale di un'azienda forte, conscia del grave stato in cui versa il Paese». Lainati: «Credo che l'interesse generale sia che la Rai mantenga la leadership. Perché negli ultimi anni, al netto delle polemiche, non è andata affatto male...». Il messaggio comune non può sfuggire: la Rai è un'azienda che ha in sé una forza inespressa. Se vogliamo, possiamo guidarla insieme: centrodestra e centrosinistra.
Lo snodo di mercoledì scorso è stato il voto unanime destra-sinistra sul piano editoriale, con grande soddisfazione del presidente Claudio Petruccioli da sempre impegnato a ricercare i più ampi consensi possibili sulle scelte di fondo. Una tesi espressa a più riprese anche sul Corriere della Sera: «Il Cda Rai sarebbe finito se si dividesse su questioni che sono proprie del Parlamento e del dibattito politico. Invece è un organo amministrativo di società per azioni: non una commissione parlamentare».
Entusiasta del voto «trasversale» il direttore generale Claudio Cappon: «La Rai torna a correre». Però il dato politico è evidente. Lo conferma Roberto Cuillo, Pd, già responsabile della comunicazione dei Ds: «Non è un inciucio. Ogni tanto qualche scintilla di responsabilità brilla in questo Paese ».
La posta in gioco per viale Mazzini è altissima. L'eventuale gestione di elezioni anticipate da parte di un Consiglio di amministrazione destinato a scadere a maggio e che otterrebbe di fatto una proroga. Oppure, sempre in regime di proroga, il traghettamento della Rai sotto un governo istituzionale. Il Pd sa bene che il centrodestra non voterebbe mai i due disegni di legge Gentiloni, uno sulla riforma del sistema radiotelevisivo e l'altro sui criteri di nomina dei vertici Rai. E che quindi questo vertice avrebbe vita più lunga del previsto perché il Pd, parallelamente, non accetterebbe un rinnovo dei vertici Rai con un nuovo ricorso alla vituperata (dall'Unione) legge Gasparri.
Ancora Curzi: «La lunga elaborazione del piano editoriale da parte del vicedirettore generale Giancarlo Leone ha permesso l'accordo... Se ci distacchiamo dalle brutte tensioni della politica molti problemi possono essere affrontati insieme». Infatti è arrivato il segnale più importante e atteso: il voto favorevole del consigliere Angelo Maria Petroni, estromesso dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa- Schioppa e poi reinsediato dal Tar del Lazio. Sempre Lainati: «Petroni ha dimostrato un altissimo senso di responsabilità istituzionale. Bella risposta a Prodi e Padoa-Schioppa che l'hanno trattato alla stregua di un malfattore. E ora sono stati ripagati in Senato con la stessa moneta. Un saldo per la loro violenza politica».
Infatti Petroni si dice «soddisfatto del lavoro di oggi ma soprattutto sono lieto di aver contribuito ad evitare che la Rai rinunciasse ad avere un futuro ». Aveva perplessità sul piano industriale, ma ha deciso di chiedere (e Cappon ha accettato subito) un piano industriale rivisto dopo le sue osservazioni.
E qui siamo a un passo da un assoluto paradosso. Mentre Romano Prodi si dimette, Claudio Petruccioli continua a presiedere un Consiglio Rai dato a più riprese per morto, sepolto, dimissionario in massa. E non è escluso che l'accordo di mercoledì sia il primo di una lunga serie. Ma stavolta è difficile capire se il vecchio slogan (la Rai è lo specchio del Palazzo e ne anticipa sempre i cambiamenti) stavolta troverà l'ennesima conferma. Viale Mazzini potrebbe anche trasformarsi in una strana isola di pace. Magari obbligata dalle circostanze. Ma comunque, di pace. Chissà.

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A Parigi l'ultima sfilata di Valentino.

(La7) Memorabile passerella per lo stilista celebrato da grandi star e colleghi da tutto il mondo.
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Senatori gay. La checca che grida allo squallore altrui.

(Queerway) Certo che l'Italia è proprio uno strano paese! E le sue istituzioni non possono che esserne lo squallido specchio.

Sotto gli occhi di tutto il paese al Senato si è scatenata una gazzarra da bar sport che è sfociata in in rissa alle dichiarazioni di voto di uno dei senatori: fischi, sputi, insulti vari e qualcuno che dai banchi dell'opposizione si alza e strilla come una gallina cui tirano il collo. "CORNUTO!"; "FROCIO!"; "CHECCA SQUALLIDA!"
Ormai siamo avvezzi a simili scene e quasi non farebbe notizia. Rimane il senso di indignazione che le istituzioni riescono a suscitare nei cittadini e la triste considerazione che i politici italiani non hanno rispetto né per la carica che ricoprono né per tantomeno per le persone dentro e fuori il parlamento.

Gli insulti rivolti a Cusumano da Barbato e Strano non fanno che mettere una volta in più in evidenza il clima di profonda omofobia che serpeggia alla Camera e al Senato e in tutta la politica italiana.

Ma! .... C'è un ma!

Il senatore Nino Strano (foto a fianco), quello che urla a squarciagola "frocio, checca squallida, mafioso" non è un omofobo! proprio così, non lo è perchè, almeno in teoria, non potrebbe esserlo: Nino Strano è un omosessuale dichiarato.

In pratica la logica di partito prevale sul buonsenso e sulla minima ragione e fa sì che uno dimentichi che il bue non solo non può dare del cornuto all'asino ma non può nemmeno considerare le corna come un insulto!
La bagarre politica è tale, in Italia, che c'è da aspettarsi che una senatrice dica che una donna possa fare solo la casalinga purchè l'altra appartenga allo schieramento rivale. Prima o poi sentiremo Berlusconi dare del tappo a Andreaotti o del pelato a Soru.

Quello di strano, in fondo, è solo il primo passo, da lì in poi i nostri politici comici professionisti non hanno più vincoli e limiti. Che sarà mai trasformare il Senato in un'osteria (come ha detto lo stesso Marini) con bottiglie stappate e fette di mortadella ingollate "a canna"!

"L'ultimo giorno del governo Prodi passerà alla storia minore delle cronache parlamentari come quello in cui un senatore eletto nella maggioranza fu aggredito per aver detto di votare con la maggioranza medesima, fu per questo preso a sputi e a insulti cosicchè svenne".

Intanto le immagini fanno il giro del mondo e l'Italia cade sempre più in basso...
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Grande Fratello 8: dopo solo tre giorni Silvia confessa essere transessuale.

Inizia davvero l'ottava edizione del Grande Fratello, chi fa il cascamorto e chi confessa il suo passato.

(The Instablog) Sospettosi sin dall’inizio, Silvia fa outing e confessa di essere transessuale. Roberto incalza come un detective televisivo con i fiocchi e alla fine la preda cade nella rete. "Tanti dicono che si cambia la natura ma la natura non si cambia, si plasma, e la natura deve essere predisposta a questo cambiamento", inizia così il discorso di Silvia, che parla delle diversità, dei problemi e di tutti gli ostacoli che ha dovuto superare. Ora desidera una famiglia, e Roberto la rassicura sulla sua femminilità “Tu sei donna a tutti gli effetti…”.
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Grande Fratello, la trans Silvia svela il suo segreto a Roberto.
(Blogosfere) Come ormai saprete Silvia Burgio è una trans. I telespettatori del Grande Fratello lo sanno, ma gli inquilini invece, pur sapendo che tra loro è presente una trans, non sanno chi sia. Le polemiche dopo l'ingresso in casa di Silvia non sono mancate, non tanto per la sua partecipazione, assolutamente legittima, quanto piuttosto per le modalità di ingresso nella casa: non ci sarà uno squallido toto trans all'esterno del GF, ma in casa si sprecano le "ricerche" e i sospetti. Un giochetto poco elegante.

Ora apprendiamo che Silvia ha svelato il suo segreto al cummenda Roberto. Scrive Tgcom (vedi sopra) che Roberto ha condotto un interrogatorio nei confronti di Silvia, cercando la conferma di quello che gli altri inquilini ormai sospettano da giorni.

Dopo essere stata incalzata con una raffica di domande su di lei e sulla sua vita privata ("Tu sei fidanzata?", "Tu sei chiusa o parli?", "Tu hai tanti conflitti?"), Silvia confessa il suo segreto.

Silvia rivela quindi a Roberto di essere un uomo diventato donna: "Tanti dicono che si cambia la natura ma la natura non si cambia, si plasma, e la natura deve essere predisposta a questo cambiamento". Inizia un discorso complesso sulla natura delle persone tra il 26enne milanese e Silvia, che spiega: "A noi viene detto che se sei donna sei x, se sei uomo y, poi però non è così, la tua predisposizione può essere x e y. E' dettato anche dalla genetica, ci sono le sfumature. E' la società che impone certe regole e ti costringe ad essere in un modo".

Tralasciando per un attimo l'alto livello culturale di questo dibattito sarà bene concentrarsi sulla figura di Silvia all'interno della casa. Purtoppo, e questo era il rischio, si sta trasformando in una marionetta nelle mani degli autori. Quella che poteva essere un'importante partecipazione a fini sociali è invece un semplice ingranaggio di un gioco che deve tener desta l'attenzione.

E così Silvia, che forse aveva altre intenzioni, visto il coraggio dimostrato, sta subendo il marchingegno televesivo dello share: attira su di sè le attenzioni involontariamente, e non perchè ritenuta una donna coraggiosa, ma perchè il pubblico vuole sapere come proseguirà la telenovela delle confessioni.

Molti la pensano diversamente, vedendo in lei una sorta di riscatto sociale. Non è proprio così. Vladimir Luxuria, ad esempio, è riuscita ad attirare su di sè l'attenzione puntando veramente sull'aspetto politico e sociale, Silvia Burgio, invece, è rimastra incastrata in un reality che è semplice fiction e che come tale viene vissuta dai telespettatori.

Se anche dovesse uscirne vincitrice morale, cosa che le auguriamo, rimarrà comunque un giocattolino ad uso e consumo di Mediaset. Nulla di più. Ma siamo qui per essere smentiti.

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Grande fratello. Checca ci cova? Roberto a Gianfilippo: “Ti svegli di notte per guardarmi”.

(Gaywave) E si cari lettori e fanatici dei reality, siate onesti: è venuto anche a voi il sospetto che due concorrenti della casa del Grande Fratello 8 sembrino troppo intimi per non essere gay? Parliamo di Gianfilippo (in foto) e di Roberto. Siciliano dalle nobili origini nordafricane il primo; milansese bauscia, quasi volgare, il secondo. Insieme ormai 24 ore su 24…

Sin dall’inizio della nuova serie dello show i due ragazzi si sono mostrati inseparabili, tanto da dormire insieme (per scelta di Roberto il milanese) in una sorta di esilio forzato a guardia della casa.
Ma fin qui nulla di strano. Da sempre l’intimità tra i concorrenti della casa, maschi o femmine che siano, è stata molto alta, visti gli spazi ristretti e lo stato di clausura. C’è altro a far pensare che i due stiano flirtando più che approcciarsi come amici fraterni.
A sbilanciarsi di più fra i due è sicuramente Roberto, il quale senza troppi imbarazzi si sbilancia in frasi dal sapore omosex: “Ti svegli di notte per guardarmi” sussurra al siciliano che arrossisce senza parlare; e poi incalza: “Arriveremo all’àgape, la fase massima dell’amore!”.
Stiamo a vedere. Se son checche: fioriranno!

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Italia senza governo. Tutte le ipotesi (e le spine) del Colle per uscire dalla crisi.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante un suo intervento al Senato
(Panorama) Il Quirinale ha annunciato consultazioni “meticolose ma rapide”. Tradotto dal lessico ufficiale, significa che si tratta solo di accertare se esistono le condizioni per evitare le elezioni anticipate attraverso un governo di transito (istituzionale o tecnico), incaricato di realizzare due sole cose: nuova legge elettorale e misure economiche per fronteggiare la crisi dei mercati.

Di reincarico per un nuovo governo a Romano Prodi neanche a parlarne. Giorgio Napolitano e il Professore si sono lasciati in modo freddo, dopo che il presidente della Repubblica aveva inutilmente consigliato a quello del Consiglio di non tentare prove di forza al Senato. Ma non è questo il motivo principale: non esiste più una maggioranza né di sinistra né rimpolpata da qualche aiuto centrista (Udc) per pensare ad una nuova stagione prodiana.
Per lo stesso motivo impossibile anche un proseguimento dell’Unione con il semplice cambio del premier, come avvenne nel 1998 quando Prodi fu sostituito da Massimo D’Alema. Dopo l’abbandono dell’Udeur, di Lamberto Dini, e di altri singoli parlamentari, i numeri al Senato non ci sono proprio più.
Ma soprattutto ad essere a pezzi sono i rapporti interni nella sinistra. I prodiani sono in rivolta contro il Pd e Walter Veltroni, accusati di essere il vero motivo della crisi. La sinistra estrema accusa di tradimento il Pd e, senza dirlo, pensa che Prodi l’abbia lanciata allo sbaraglio. Tutti temono poi un’intesa sottobanco tra il segretario del Pd e Silvio Berlusconi per una legge elettorale a danno dei partiti minori.
Ipotesi questa che nello staff del sindaco di Roma e nel Partito democratico si continua a perseguire: non solo perché è considerata una necessità per il Paese, ma perché sta diventando l’ancora di salvezza per lo stesso Veltroni. L’appello lanciato da Goffredo Bettini al Cavaliere (”Può lavorare per la cronaca oppure per la storia”) va in questa direzione. Ma difficilmente, stavolta, troverà udienza.
Certo, la riforma delle regole del voto terrà banco nelle consultazioni al Colle e negli scenari. Napolitano ha sempre detto di non voler sciogliere le camere senza una legge che dia al Paese assetti più stabili. Ma non può decidere da solo, deve tenere conto dei numeri.
Di quanti cioè sono favorevoli ad elezioni subito. I conti sono presto fatti: Forza Italia (o Pdl), Lega e An nel centrodestra; Sinistra democratica, Udeur, Comunisti italiani e buona parte dei prodiani nell’ex Unione. A favore di un governo istituzionale, tecnico o di transito sono l’Udc e i pochi parlamentari di Lamberto Dini. Il “governissimo” (Pd più Forza Italia, più Rifondazione, più Udc, rimpolpato da tecnici) avrebbe ad oggi l’appoggio solo di Veltroni, Fausto Bertinotti e Pier Ferdinando Casini. Insomma, dei diretti interessati.
E c’è un altra questione: il referendum. Se continua la legislatura si deve tenere tra il 15 aprile e il 15 giugno. Qualsiasi riforma della legge elettorale dovrebbe materializzarsi da qui a due mesi: non è accaduto a bocce ferme nelle passate dieci settimane, praticamente impossibile che ci si riesca adesso.
D’altra parte la politica torna ad annusare l’”odore del sangue”. Un rivincita da prendere, come nel caso di Berlusconi e di gran parte del centrodestra. Vendette da consumare per l’estrema sinistra, i prodiani, l’Udeur. La salvezza rispetto al referendum per tutti i piccoli partiti da una parte e dall’altra.
Insomma, nei prossimi giorni sentiremo probabilmente molte ipotesi e molti nomi circolare: da Franco Marini o Giuliano Amato per un governo istituzionale, al governatore di Bankitalia Mario Draghi per un esecutivo tecnico. Rispunterà l’economista Mario Monti. Ma alla fine quasi certamente si andrà alle elezioni anticipate, con Prodi in carica per il disbrigo degli affari correnti. A meno che il Professore non si ritiri iracondo come Cincinnato; in questo caso toccherà ad Amato condurre il Paese alle urne.
Magari in questo breve lasso di tempo si ritoccherà la legge esistente per eliminare il quoziente regionale al Senato, un meccanismo che impedisce di conquistare seggi anche in caso di larga vitoria. E forse il voto anticipato converrà anche a Veltroni, prima di finire sbranato dagli ex alleati dell’Unione. Dopodiché, altra cosa su cui scommettere, la coalizione vittoriosa si impegnerà a fare le riforme dopo il voto, dialogando con gli sconfitti.
Le solite promesse? Vedremo.

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Stallone: "Mi sento una fatina". L'attore rivela i suoi veri gusti.

(TGCom) La sua immagine per tutti è quella del supermacho, con guantoni sul ring oppure con mitra in mano a sopravvivere nella giungla. Ma nella realtà Sylvester Stallone è molto diverso da Rocky o Rambo. "Io sono come una graziosa fatina" ha scherzato Stallone aggiungendo che il suo sogno sarebbe quello di "recitare in una commedia romantica tipo Notting Hill". Intanto però è pronto a tornare sugli schermi con "Rambo IV".

La propensione per la commedia Sly in realtà l'aveva espressa già altre volte, in particolare quando, negli anni 90, nel tentativo di affrancarsi dai suoi personaggi storici aveva interpretato una serie di pellicole leggere con ruoli ironici, come "Fermati o mamma spara" e "Oscar, un fidanzato per due figlie". Tentativi andati a vuoto perché il pubblico non aveva gradito e a Stallone non è restato che tornare con "Rocky VI" e "Rambo IV".

Però, gusti cinematografici a parte, che Sly arrivasse addirittura a definirsi una "graziosa fatina" per come è nella vita reale non era facilmente ipotizzabile. Anche se un segnale lo aveva lanciato in un suo film. In "Demolition Man" (1993) infatti Stallone interpretava un poliziotto violento che veniva ibernato e scongelato in un futuro da fantascienza dove si ritrovava riprogrammato secondo le regole del bon ton del momento. "Mi hanno trasformato in una sartina!" si lamentava il sergente John Spartan, interpretato da Sly. Ma forse, viste le ultime dichiarazioni, dentro di sé non era così contrariato...

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Il giorno della memoria.

(Andrea Tornielli - Il Giornale) È una storia quasi sconosciuta, quella del podestà di Ozzano dell’Emilia Giovanni Pignatti, e del professore ebreo bolognese Ubaldo Lopes Pegna, che negli ultimi giorni del settembre 1943 bussò alla porta del gerarca, appena dimessosi, uscendone con in mano una lettera di «raccomandazione» che permetterà al docente di aver salva la vita nell’Italia delle leggi razziali appena finita sotto il giogo nazista. È una delle tante storie dei giusti, di coloro che rischiando la vita aiutarono gli ebrei nel momento della persecuzione. L’hanno riscoperta lo storico Giuliano Serra, e gli studenti delle terze classi della scuola media di Ozzano, guidati dalla professoressa Elena Romito, che sabato ricorderanno la figura di Pignatti, insieme a Lucio Pardo, della comunità ebraica di Bologna. Una commemorazione che ancora non riesce ad essere pienamente condivisa, viste le proteste di qualche esponente di Rifondazione comunista contro l’amministrazione comunale (di centrosinistra) per aver voluto ricordare «un fascista», bollando l’iniziativa come «revisionismo pericoloso».

Pignatti era un uomo onesto e coraggioso. Nell’ottobre 1936 non si era tirato indietro davanti a Mussolini in visita a Bologna lamentandosi per lo stato disastroso delle strade e la disoccupazione, ricevendone in cambio lettere dai toni piuttosto minacciosi. L’odissea del professor Lopes Pegna, docente di un istituto magistrale, era invece cominciata ben prima del 1938, anno della promulgazione delle vergognose leggi razziali, non avendo egli voluto aderire al fascismo ed essendosi rifiutato di iscrivere i figli alle organizzazioni littorie. Dopo il varo delle norme antisemite, i suoi tre figli, Giuseppe, Ettore e Benedetto, vengono espulsi dalla scuola. Anche il padre perde la cattedra e va a insegnare alla scuola ebraica di Ferrara. Quando questa sarà chiusa, dopo l’8 settembre 1943, Lopes Pegna farà per qualche tempo il commesso in una cartoleria. Dovendo sfuggire ai rastrellamenti tedeschi, l’uomo e i suoi familiari arrivano ad Ozzano e qui il professore va a far visita al podestà, che proprio in quei giorni veniva sostituito, dopo aver ricoperto ininterrottamente l’incarico dal 1925. Ufficialmente si era dimesso «per motivi di salute», ma in realtà non condivideva la linea del regime. L’incontro tra i due avviene una sera di fine settembre, nella casa dell’ex podestà a San Cristoforo di Ozzano. Il figlio di Pignatti, Romano, che all’epoca aveva nove anni, ricorda ancora il padre che in casa parlava sottovoce con la moglie di «un certo professore ebreo».

In una pagina del diario di Lopes Pegna, si legge: «Insieme al mio figliolo maggiore Giuseppe, mi recai dal podestà per chiedere aiuto... L’ex podestà signor Pignatti, si mostrò gentilissimo e lo fu, e dispostissimo ad aiutarci... Mi consegnò un biglietto per un certo signor Angelo Maltoni che fu per me allora e per sempre un angelo salvatore, davvero...». La «raccomandazione» si rivela decisiva. Un ex fattore di Maltoni, Giobbe Armaroli, ha dei poderi disponibili che diventano il rifugio per Lopes Pegna e i suoi familiari. Vi rimarranno nascosti fino al gennaio 1945. Sono gesti da non sottovalutare: chi veniva scoperto a dare ospitalità ad ebrei rischiava infatti la fucilazione. Pignatti non ebbe paura, Maltoni e Armaroli neppure.

C’è un epilogo di questa storia, particolarmente istruttivo. L’ex podestà, a guerra finita, comparirà davanti al Tribunale per l’epurazione dei fascisti politicamente pericolosi, che decideva se dovevano godere o meno del diritto elettorale. Pignatti ritroverà come giudice del tribunale proprio quel professor Lopes Pegna che aveva aiutato nel momento più tragico. E sarà assolto.

Questa mattina il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano partecipa una cerimonia per ricordare i Giusti con gli studenti di molte scuole italiane. «Sono i giovani che hanno portato i giusti al Quirinale - spiega al Giornale la professoressa Antonia Grasselli del liceo scientifico Fermi di Bologna -. I giovani che saranno presenti non sono innanzitutto dei destinatari di un messaggio, ma i portatori di una proposta. Conoscono già i giusti e le loro storie. Possono dunque insegnare che cosa sia la memoria del bene». «A questo serve fare memoria della Shoah - osserva la docente - il male si è riproposto tante volte dopo allora, e si riproporrà sempre, l’unica nostra garanzia è la presenza in ogni contesto di uomini giusti. Noi dobbiamo questa capacità di lettura della storia alla riflessione di Gabriele Nissim che è riuscito a cogliere (soprattutto nel suo libro Il tribunale del bene ma non solo in questo) il senso profondo dell’operato di Moshe Bejski a cui dobbiamo il Giardino dei Giusti di Gerusalemme». «Il rischio oggi da parte dei detrattori della memoria del bene - conclude Antonia Grasselli - è la sua banalizzazione. Ossia la sua riduzione ai soli buoni sentimenti. I giusti sono invece dei non allineati, persone che hanno agito controcorrente, perché hanno saputo innanzitutto mantenere una indipendenza di giudizio».

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Skins. Telefilm o documentario shock?

skins.jpg(Grazia) Domenica scorsa, alle ore 23:30, è andata finalmente in onda - su Mtv Italia - la prima puntata del telefilm britannico Skins. Osannato dai giovanissimi e dalla critica racconta la vita di un gruppo di teenager attraverso una regia frizzante ed acuta, quasi da documentario. Momenti di vita quotidiana, scolastica e familiare, ripresi senza falsi moralismi o censure di alcun tipo. Otto amici alle prese con il sentimento amoroso, il sesso, le droghe, il rapporto conflittuale con i genitori e l’inevitabile percorso ad ostacoli verso l’età adulta. Nella prima puntata sono apparsi un pò tutti i personaggi della serie ma i prossimi episodi saranno focalizzati sui singoli protagonisti e i telespettatori avranno modo di toccare quasi con mano un realtà molto più vicina di quel che pensano. Il vissuto dei giovani protagonisti è incredibilmente simile a quello dei teenager italiani. I pochi adulti del telefilm appaiono spesso più fragili dei minori, sono goffi, distratti, arrendevoli e inadeguati a risolvere i piccoli e grandi problemi affrontati dai ragazzi. Certo non mancano episodi divertenti, appassionati e surreali ma sono le sorprendenti verità che trasmettono a colpire nel segno. Per i giovanissimi sarà facile restare affascinati da Tony, Cassie ed Effy che sono i personaggi più complessi e sfaccettati del gruppo, caratterizzati da personalità multiforme e con problemi relazionali. Così come saranno solidali con Jal, Sid, Michelle, Maxxie, Chris ed Anwar con tutte le loro insicurezze e problemi d’amore, così simili ai loro. Essendo uno spaccato di vita adolescenziale nudo e crudo, i personaggi mostrano anche i loro lati più oscuri e ribelli, fatti passare come “fichissimi” e “popolari”. E’ per questo che consiglio la visione di Skins a genitori ed insegnanti, perchè i ragazzi non vengano lasciati ad un’interpretazione passiva del telefilm. Al contrario potrebbe diventare un’ottima scusa per dialogare apertamente su certi temi e scambiarsi impressioni. Magari sulla scena preferita o sul momento di maggiore suspance. Poi fatemi sapere com’è andata!

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Pedofilia a Palermo: Colpo di scena al processo contro padre Turturro. Ritrattano tre ragazzi.

(Eco matrix ) I tre ragazzi che avevano accusato padre Paolo Turturro hanno fatto marcia indietro al processo. I tre, nel corso delle indagini condotte sull’ex parroco della chiesa di Santa Lucia a Palermo nel quartiere del Borgo Vecchio, ora imputato per violenza sessuale, avevano accusato il parroco di aver perpetrato delle violenze ai danni di due ragazzini. I ragazzi, interrogati ieri mattina dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo hanno negato tutto quello che avevano precedentemente dichiarato al pubblico ministero Alessia Sinatra, quattro anni fa.
Non è la prima volta che nel processo dell’ex parroco, si verificano ritrattazioni da parte di persone che avevano precedentemente deposto per l’accusa durante le indagini.

Durante l’inchiesta i tre testimoni avevano confermato le dichiarazioni dei due ragazzini che sarebbero stati vittime delle violenze. Non erano testi oculari ma coetanei delle due presunte vittime che avevano ricevuto le confidenze dei due amici. Ieri mattina i testi hanno detto di non aver mai ricevuto le confidenze intime dei loro compagni e di fronte alle contestazioni del pm hanno detto di essere stati fraintesi quattro anni fa o, addirittura, di non aver mai dichiaro quanto era scritto, invece, nei verbali.
A Turturro sono contestati due fatti: un abuso vero e proprio e un contatto sessuale che all’epoca dei fatti la legge definiva come atto di libidine (un bacio intimo). I protagonisti delle vicende, vittime e testi, vivono ancora quasi tutti al Borgo Vecchio.

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Delitto di Perugia. Un nuovo testimone accusa la Knox, Sollecito e Guede.

Un albanese che la sera prima del delitto vide insieme i tre principali indagati. Amanda aveva un coltello in mano.

(Leonardo Zellino -La7) "Non ci conosciamo" hanno dichiarato sia Rudy Guede che Raffaele Sollecito. "Non ho mai maneggiato un arma", ha sostenuto più volte Amanda Knox. Tutti e tre hanno sempre detto di non avere nulla a che fare con la morte di Meredith Kercher. E invece non solo si conoscevano, ma hanno anche pianificato l'uccisione della studentessa inglese. Almeno stando al racconto di testimone, per l'accusa credibile: un albanese che la sera prima del delitto, nei pressi della villetta di via della Pergola, urtò con la sua auto dei bidoni della spazzatura. Da dietro spuntarono Raffaele Sollecito e Amanda Knox. "Hanno cominciato a urlare - racconta il testimone - e all'improvviso la ragazza ha tirato fuori un coltello. Gridava e me lo puntava contro". Infine, l'ultimo colpo di scena: dal buio spuntò anche una terza persona. L'albanese non ha dubbi, era Rudy Guede.
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