banda http://blografando.splinder.com

martedì 6 novembre 2007

Rottura nel Pd dopo il si a Ravenna alle unioni civili.

(Dire) Continua in salita la strada del registro delle unioni di fatto a Ravenna, che dovrebbe dare un riconoscimento quantomeno simbolico alle forme di convivenza diverse dalla famiglia tradizionale.

La petizione per la sua istituzione, promossa dall'assemblea delle donne "Usciamo dal silenzio" e firmata da oltre due mila ravennati, spacca il consiglio comunale e la maggioranza al suo interno, anche se l'odg presentato all'ultimo minuto dai capigruppo del centrosinistra impegna giunta e uffici comunali a recepire e tradurre in atti concreti l'orientamento del consiglio. Dunque ad andare avanti sul registro.
Una serata decisamente lunga quella di ieri sera per i consiglieri ravennati e aperta da un minuto di silenzio per ricordare don Oreste Benzi, scomparso nei giorni scorsi.
Dopodiche' fuoco alle micce. L'aula e' affollata, molti i firmatari della petizione che sono venuti ad ascoltare la discussione sul documento che non potra' essere votato.

Ritiratida maggioranza e opposizione gli ordini del giorno collegati, ne rimane solo uno ad impegnare la giunta, ma la sua ammissibilita' e' a lungo dibattuta. Il presidente del consiglio Valter Fabbri e' cosi' costretto a sospendere la seduta e a riunire i capigruppo per prendere una decisione. L'ammissibilita' del documento viene sancita: l'odg sara' votato a fine serata e passa a maggioranza, con il voto contrario di tutta la Cdl el'astensione di cinque consiglieri dell'Ulivo: quattro della Margherita (Matteo Cavicchioli, Andrea Casadio, Valter Fabbri e Gianni Bessi), uno dei Ds (Daniele Perini). Anche il Partito repubblicano perde i pezzi.

Se il capogruppo Paolo Gambi vota a favore, il consigliere Alberto Fussi lascia l'aula prima della votazione definendo "inopportuna e prematura" l'espressione del consiglio sul tema. Almeno fin quando non ci sara' una legge nazionale al riguardo, i cui vari tentativi si sono finora arenati in Parlamento. Concezione questa sostenuta da piu'parti.
Assai diverse le sensibilità sull'argomento, come dimostrano anche le varie prese di posizioni dei consiglieri ravennati. Forza Italia, spiega Maurizio Bucci, per esempio condivide alcuni temi della petizione, ma non certo quello dell'equiparazione delle coppie omosessuali alla famiglia, che il primo firmatario del documento Laura Fedriga ha messo in evidenza durante la presentazione in apertura di consiglio.

"Alcune forme di convivenza vanno tutelate- aggiunge- ma la famiglia e' un'altra cosa". Decisamente contrario Federico Fronzoni di Lista per Ravenna, che ricorda come il registro, o l'anagrafe, non siano ne' nel programma elettorale o di mandato del sindaco, ne' una priorita' per la citta'. Inoltre, aggiunge il capogruppo di An Sergio Covato, una registrazione formale all'anagrafe delle coppie di fatto c'e' gia', cosi' come la tutela legislativa di alcuni loro diritti. Comunque "sono assolutamente contrario a ogni forma di equiparazione delle coppie di fatto, in particolare di quelle omosessuali". Insomma, come sintetizza Gianfranco Spadoni del gruppo Spadoni per Ravenna, "il registro non puo' essere il pass per una seconda famiglia, per legalizzare pseudounioni".
Compatta dunque l'opposizione, mentre nel centrosinistra le diversita' di opinione sono molto piu' nette. Il capogruppo del Pri Gambi sottolinea come si tratti di "una battaglia per l'allargamento dei diritti civili, che a livello nazionale subisce "l'offensiva politica delle gerarchie ecclesiastiche".
Certo aggiunge, il dubbio sull'utilita' del registro, che "non cambia nulla", rimane, anche perche' "il federalismo anagrafico non mi piace". Diversa l'opinione del collega Fussi che da li' a breve lascera' l'aula.

Sphere: Related Content

Nessun commento: