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giovedì 10 luglio 2008

Il papa a Sydney. Si protesta indossando una t-shirt con i nomi di 107 preti pedofili.

Nella maglia elenco dei 107 sacerdoti accusati di abusi sessuali.
(Apcom) Le vittime di abusi sessuali da parte di religiosi accoglieranno il Papa che arriva a Sydney la prossima settimana con una t-shirt con cui si condanna lo scandalo dei preti pedofili. La protesta contro la visita del Papa in Australia parte dall'associazione 'Broken Rites Australia', che raccoglie le famiglie e le vittime di abusi sessuali.

La maglietta riprodurrà i nomi dei 107 preti cattolici australiani che sono stati condannati dalla corte per casi di pedofilia e abusi sessuali, raccolti dall'associazione dal 1993, anno della sua istituzione. "Ma la maglietta è così grande da contenere tutti i 107 nomi?", si domanda provocatoriamente l'associazione. Sotto i nomi, la t-shirt riprodurrà la scritta "107 preti condannati per crimini sessuali".

Intanto, a pochi giorni dall'arrivo di Benedetto XVI previsto domenica, lo scandalo dei preti pedofili si abbatte come un ciclone su Sydney. Il cardinale George Pell è stato accusato di aver coperto casi di abusi sessuali, secondo un reportage della tv Abc. In una conferenza stampa, il porporato ha negato di aver coperto alcun caso di pedofilia.

Anthony Jones ha accusato padre Terrence Goodall di aver abusato di lui nel 1982, quando Jones aveva 28 anni ed era coordinatore dell'istruzione religiosa a Sydney. Jones ha riferito le accuse alla chiesa australiana nel 2003 che ha aperto le indagini che hanno dimostrato "comportamenti omosessuali" tra padre Goodall e Jones, secondo quanto riporta la Abc.

Ma l'arcivescovo Pell non ha seguito le raccomandazioni previste durante le indagini e ha persino scritto a Jones dicendogli che non era stato possible provare la denuncia di "tentata violenza sessuale aggravata". Pell ha sottolineato che mentre la sua lettera a Jones è stata "mal scritta", non c'è stata violenza sessuale, perchè "l'atto è stato consensuale".

Il report di Abc riferisce che anche un secondo uomo, non ben identificato, ha denunciato di abusi sessuali padre Goodall. Un'altra lettera di Pell, segnata nello stesso giorno di quella a Jones, ha informato il secondo uomo che le accuse di abusi sessuali non erano sufficienti. "Non ho intenzione di ingannare", ha detto Pell alla conferenza. "La Chiesa ha preso tutte le azioni contro Goodall basate sulle accuse delle due vittime".

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Il presidente, i retroscena, le donne, i cavalieri, gli amori.

(Alessandra Mammì - L'Espresso) "È importante per lei la fama?", chiede Gigi Marzullo più o meno a tutte. "Ovvio che sì", rispondono più

o meno tutte. Stanno lì per questo. Incastrate nella poltroncina di 'Sottovoce', truccate, scollate, di nero vestite a subire le implacabili domande di Marzullo. Poi la Fama, che è una brutta bestia, arriva invece da tutt'altra parte. Né da Marzullo, né dalle particine faticosamente conquistate tra 'Incantesimi', 'Vivere' e 'Marescialli Rocca 3 e 4'.

I nomi di Eleonora Gaggioli (nella foto), Elena Russo, Evelina Manna o Antonella Troise bucano lo schermo delle cronache giudiziarie, nel turbinio di intercettazioni e raccomandazioni. E loro che pensavano bastasse la telefonata giusta, la parte giusta, la trasmissione giusta e un sito Internet ufficiale in doppia versione italiano-inglese. Su quello non si risparmia. O almeno non ha di certo risparmiato Elena Russo: un sito sontuoso in rosso e nero, con le note di 'Tu si 'na cosa grande' in melensa versione orchestrale e finestre su tutto: foto, biografia, curriculum, video con scene madre della sua carriera d'attrice e le due copertine che le regala 'Panorama'.

Una nel 2004 vestita solo di un palloncino a forma di cuore per illustrare una cover story sulle crisi coniugali; l'altra nel 2007 in versione arcimboldesca sdraiata su un letto di frutti con due foglie di insalata sul seno per una salutista inchiesta sul cibo.

Anche Evelina Manna ha il suo website anglo-italiano. Dice di parlare due lingue: inglese e francese. E pure due dialetti: romano e pugliese. Anche lei sfoggia una copertina di 'Panorama' del 2007 dove, in costumino rosso anni '40 versione Rita Hayworth, è l'icona di un nuovo prontuario di conversazione. 'Ecco di cosa parlare in società per essere uomini e donne di mondo', strilla il titolo, che oggi sotto la sua foto, suona un po' sarcastico.

È il ghigno della Fama che getta luce sinistra sulle più innocenti dichiarazioni strappate nei programmi tv strategici per la loro carriera. Così è per Antonella Troise, l'attrice che il Cavaliere giudicava "pericolosa", che in un 'Sottovoce' del 2005 provocata dalla domanda di Marzullo "cosa fa quando non ha lavoro?", ammette: "Quando sono in difficoltà chiedo di tendermi una mano.

In questo lavoro ci vuole l'umiltà di chiedere". Così è anche per la malcapitata Evelina Manna nelle grinfie di Chiambretti (qui siamo a 'Chiambretti c'è' , 30 gennaio 2003 ) che la incalza sulla sua amicizia con Sabrina Colle e Vittorio Sgarbi, sul suo matrimonio e divorzio lampo con il regista-attore Giulio Base fino a chiederle: "Chi c'è adesso nella sua vita sentimentale?". E la sventurata risponde: "Un cavaliere che ogni tanto mi viene a prendere sul suo cavallo bianco". Honni soit qui mal y pense. E poi si pensi quel che si vuole, l'importante è apparire. A tutti i costi e in tutte le vesti. Persino intervistata in posizione del loto e di bianco vestita in un improbabile servizio del Tg2 salute (24 gennaio 2007) su contratture e colpi della strega. Qui quell'Isabella Briganti (che avrebbe conquistato parti in ben due fiction grazie all'intervento di Agostino Saccà) spiega in qualità di esperta gli indiscutibili vantaggi della pratica hatha yoga.

Mai porre un limite all'ambizione, si comincia con le fiction e si finisce santone. O anche meglio. Ecco il sogno di una giovane attrice in carriera che si confessa a www.vippando.it. Sito di feste, eventi, interviste a Vip del calibro ad esempio della "bellissima Eleonora Gaggioli, ex modella di successo e oggi bravissima attrice che non nega mai due battute ai microfoni di Vippando". "Eleonora che cosa ci vuole per aver successo nella vita?", chiede Vippando.

"Tanta grinta e la voglia di ricominciare sempre. Io ho ricominciato quando ho deciso di cambiare immagine, quando ho lasciato il lavoro di modella per diventare attrice e ora che mi sono messa a studiare giurisprudenza". E Vippando incalza: "Oggi attrice, poi bacchetta magica: cosa farà domani Eleonora Gaggioli? "Il ministro", risponde grintosa la Vip. E Vippando, senza batter ciglio, le fa i più sinceri auguri per la sua prossima carriera.

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Dal 15 Luglio la quarta edizione di Proxpo.

Dal 15 Luglio al 13 di Agosto a Milano si terrà la quarta edizione di Proxpo, un insieme di spettacoli ed eventi che avranno come tema le periferie e della Città metropolitana e fatà tappa sia in Provincia che in sei quartieri: Quarto Oggiaro, Gratosoglio, Barona, Olmi, Gorla e Quarto Cagnino.
In concomitanza con l’evento, girerà per la città un pullman di 15 metri sul quale ci sarà una video installazione dal titolo “La Città metropolitana: tanti centri, nessuna periferia.”
Al suo interno ci sarà un questionario interattivo con 12 domande circa la vivibilità dei nostri quartieri, sarà presente anche uno spazio chiamato “Filippo Penati risponde” dove i cittadini potranno scrivere al presidente della Provincia.
Oltre al pullman, ci sarà anche un camion di 19 metri che farà da palco per concerti e spettacoli dal vivo.
Tra gli artisti che si esibiranno, ci saranno personaggi del calibro di Andrea Mingardi, Dik Dik, Formula 3 e New Trolls, Enrico Bertolino, Dario Vergassola, Katia e Valeria, Pali e Dispari, Checco Zalone, Leonardo Manera e Claudia Penoni e Debora Villa.

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Gli artisti reggae fanno il loro “etero-Pride”.

(River-blog) L’avversione di molti artisti reggae per l’omosessualità è cosa nota, e non sono mancate, in passato, contestazioni da parte delle associazioni Glbt verso questo o quel cantante. Adesso un gruppo di cantanti reggae ha organizzato, in occasione del prossimo Labor day, il 31 agosto, un “Orgoglio eterosessuale”. Spalleggiati dalla loro etichetta discografica, la “Tcooo Productions”, i soggetti in questione dicono: “Anche se il reggae è noto per la sua avversione nei confronti delle ingiustizie, siamo sempre rimasti impassibili di fronte agli attacchi mossi alla nostra musica dagli attivisti Glbt”. A guidare il movimento “anti-reggae” (anche se sarebbe meglio definirlo “anti-omofobia”), è Peter Tatchell, che da circa 20 anni guida la campagna “Stop murder music”. Jango Fresh, invece, spiega che “questo pride vuole dare la possibilità agli eterosessuali di abbracciare con orgoglio la loro sessualità”. Tra le canzoni più recenti finite nel mirino degli attivisti gay, c’è “Hit them hard” (picchiali con violenza), firmata da Stapler - per conto della Tcoo. Il coro recita:

Jah Jah gonna hit them hard
All the men who visit men backyard
Leaving all the women to starve
One thunder ball and all of them pause

Giusto perché gli etero hanno bisogno del loro pride.

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Silvio Berlusconi e le donne. Ne salta fuori una nuova.

Decreto Sanjust.
L'incontro con la giovane annunciatrice. Il feeling immediato. Poi gioielli, inviti, regali in denaro. E una nomina a Palazzo Chigi. Ancora una volta il premier mescola pubblico e privato.

(P.Gomez e M.Lillo - L'Espresso) Questa volta non è solo una questione di stelline e raccomandazioni. Per l'ex annunciatrice Rai Virginia Sanjust di Teulada, Silvio Berlusconi ha fatto di più. Niente a che vedere con le intercettazioni in cui il Cavaliere chiedeva ad Agostino Saccà di far lavorare un manipolo di attricette "per tenere su il morale del capo" o conquistare al centrodestra, tramite i favori alle ragazze, alcuni senatori del centrosinistra. No. Stavolta, per far felice Virginia, Berlusconi ha messo in moto la presidenza del Consiglio. Ha promosso atti concreti, con tanto di numeri di protocollo e stanziamenti a valere sul bilancio dello Stato. O almeno così sostiene l'ex marito di Virginia, l'agente segreto Federico Armati.

In una singolare causa contro il premier lo 007 ha depositato al tribunale dei ministri un decreto con cui la ragazza, il 20 ottobre 2003, veniva nominata da Berlusconi "esperta della presidenza del Consiglio". E ha chiesto ai giudici di acquisirne un secondo: quello con cui Palazzo Chigi, alla vigilia delle elezioni del 2006, dopo aver licenziato dal Sisde lo stesso Armati, lo riassume per trasferirlo al Cesis, l'organismo di coordinamento tra i servizi segreti civili e militari.

Oggi l'inchiesta, in cui il Cavaliere è indagato su denuncia dell'agente segreto per abuso d'ufficio e maltrattamenti, potrebbe essere archiviata. Secondo la Procura di Roma non ci sono elementi per sostenere che Berlusconi abbia in qualche modo influito negativamente sulla carriera dello 007 o che si sia interessato delle vicende della coppia separata Sanjust-Armati, da anni in guerra per l'affidamento del loro unico figlio. L'indagine però fa sorgere altri interrogativi, tutti politici, sulle capacità di Berlusconi di separare la propria vita privata dagli affari di Stato.

Tutto inizia il 29 settembre 2003, quando il premier va in tv per illustrare il suo progetto di riforma delle pensioni. Ad annunciare il suo intervento è Virginia Sanjust, 26 anni, tre lingue parlate fluentemente, e alle spalle una famiglia di attrici (la madre è Antonellina Interlenghi) e di aristocratici romani. In quei mesi Virginia, che pure è separata, dorme spesso nella grande casa di Campo de' Fiori che il marito ha preso in affitto dalla Banca di Roma e dove vive loro figlio.

Berlusconi appena vede Virginia in tv le invia un mazzo gigante di gardenie e rose, accompagnato da un biglietto gentile: "Un debutto storico a reti unificate evviva e complimenti". Poi la invita a colazione a Palazzo Chigi. Dopo il pranzo con Letta e Tremonti, secondo l'esposto di Armati, il discorso scivola su soldi e lavoro. Virginia ha qualche difficoltà economica, Berlusconi però la trova professionalmente capace e bellissima. Immediatamente le annuncia l'intenzione di farla entrare tra i portavoce di Palazzo Chigi. Convoca un segretario e fa prendere gli estremi del suo curriculum. Il decreto è pronto per la firma di Letta: "Il presidente del Consiglio dei ministri... vista l'esigenza di avvalersi della collaborazione della signora Virginia Sanjust di Teulada in qualità di esperto, nell'ambito dell'ufficio stampa... decreta: è conferito l'incarico di esperto per il periodo 20 ottobre-31 dicembre 2003. Per lo svolgimento dell'incarico è attribuito un compenso annuo lordo di 36 mila euro e Iva. La relativa spesa trova copertura per euro 7 mila e 200 oltre Iva nelle disponibilità finanziarie iscritte nel capitolo 167 del bilancio". Poi, racconta lo 007, il premier accompagna il regalo pubblico con uno privato: un bracciale di brillanti di Damiani.

I problemi nascono nel febbraio del 2004, quando 'Il Messaggero' scrive: "Berlusconi ha proposto a Virginia di diventare la donna immagine di Forza Italia". Segue un'interrogazione parlamentare e una smentita. La notizia è imprecisa. Palazzo Chigi corre comunque ai ripari. Il decreto, secondo Armati, viene ritirato: un autista del Cavaliere si fa consegnare da Virginia la copia in suo possesso. L'annunciatrice, d'altro canto, non ne ha più bisogno. In Rai sta facendo carriera: è stata appena promossa a conduttrice del programma 'Oltremoda'. E anche per lo 007 le cose si sono messe bene. Il 13 novembre 2003 il Sisde lo ha promosso. Virginia, secondo l'ex marito, in quei mesi vive un mondo da favola: vede spesso Berlusconi, riceve regali su regali (a volte in denaro), e per contraccambiare prepara collezioni di cd musicali per lui. La ragazza però ha un problema: è affascinata dal mondo della new age, frequenta guru e comunità pseudo-religiose sparse tra Asia, America e Italia.

Federico Armati non vede di buon occhio la svolta mistica dell'ex moglie, è preoccupato per il suo stato di salute e per le troppe telefonate del Cavaliere. Nega il permesso al figlio di andare con la madre in una comunità piemontese. Nel braccio di ferro però c'è una novità: Armati è sempre stato la parte forte della coppia (ha un lavoro da 4.500 euro al mese, una casa, una famiglia solida alle spalle, un padre magistrato) e ora si ritrova improvvisamente debole. La ruota gira: il 20 marzo 2006 lo 007 è trasferito dal Sisde alla Cassazione. Lo stipendio crolla a 1.700 euro al mese. Il 30 marzo 2006 deve prendere servizio alla Corte e usa i dieci giorni rimasti per reagire contro chi, forse a torto, ritiene sia il mandante del trasferimento. Il 21 e il 28 marzo incontra la moglie e le chiede di intervenire su Berlusconi perché, se non fosse rimasto ai servizi segreti, avrebbe presentato una denuncia contro di lui rivelando anche il rapporto tra il Cavaliere e la Sanjust.
Del colloquio esiste una registrazione depositata agli atti. Ma a inciderla non è stato lo 007. È stata Virginia, che a caccia di prove da produrre nella causa per l'affidamento del figlio, si sarebbe mossa, secondo la denuncia di Armati, su consiglio di Nicoletta Ghedini, collega di Nicolò, il parlamentare e avvocato di Berlusconi. In quei nastri Armati grida la sua rabbia contro il Cavaliere e contro Mario Mori, il suo ex capo che lo ha cacciato dal Sisde.

Armati minaccia sfracelli legali
e non è uno che scherza. Ha già denunciato il padre, procuratore generale di Perugia, per una vecchia vicenda di presunti regali ricevuti da un costruttore e per le sue intromissioni nel procedimento del Tribunale dei minori sull'affidamento del bambino. Quando lo 007 pone a Virginia l'ultimatum: "Tutto deve essere fatto entro giovedì 30 marzo perché altrimenti denuncio tutto",Berlusconi si rabbuia. O almeno così racconterà l'annunciatrice in un drammatico interrogatorio davanti ai magistrati.

Il pm Olga Capasso, in una richiesta di archiviazione di un altro procedimento questa volta contro Armati, nato dalle denuncie della ex moglie, riporta così il racconto della donna: "A telefonare alla Sanjust era stato lo stesso Berlusconi molto preoccupato che la sua relazione (...) e i favori che aveva fatto all'Armati divenissero di dominio pubblico". La telefonata con Berlusconi risalirebbe al 23 marzo, cinque giorni dopo c'è il secondo incontro e la seconda registrazione. L'agente è furioso e "chiede con insistenza alla moglie se si è data da fare per avere un contatto con Berlusconi". Parallelamente Armati cerca un canale con alcuni manager Mediaset come Nicolò Querci. A tutti dice: "Entro il 30".

A 24 ore dallo scadere dell'ultimatum la questione si sistema. "Nella mattinata del 29 marzo 2006", scrive Armati, "sono stato convocato dal capo del personale del Sisde il quale mi rendeva noto che era stata richiesta la mia professionalità al Cesis". Così il 29 marzo 2006 con il decreto basato sulla nota Cesis 4310- c/16359 viene revocato il trasferimento alla Cassazione. Poi il primo aprile del 2006 con un'altra nota Cesis (4310-16935) si dispone la nuova assegnazione al Cesis stesso. Lo stipendio di Armati è salvo. L'onore di Berlusconi anche. Ma quello delle istituzioni? Come si giustifica la retromarcia?

L'avvocato di Virginia Sanjust, Domenico De Simone, scrive in una denuncia: "Armati ha preteso la revoca del trasferimento dal Sisde e poi ha ottenuto la chiamata dal Cesis", "minacciando il danno ingiusto di propalare la falsa rivelazione della relazione sessuale della signora Sanjust con il dottor Silvio Berlusconi". Per l'avvocato, "è uno scandalo anche se artatamente costruito fondato su elementi in parte veri perché è innegabile il rapporto di amicizia tra Sanjust e Berlusconi".

Per corroborare le sue accuse contro il Cavaliere, Armati elenca una serie di circostanze che dimostrerebbero i rapporti con l'ex moglie. A partire dalla strana storia della sua casa di Campo de' Fiori, dove lo 007 viveva dal 1998. Quando la proprietà vende, lui non ha i soldi per acquistare. La casa finisce a un produttore americano, Stephen Joel Brown, e Armati deve lasciarla. Pochi mesi dopo Virginia si presenta da Brown dicendo che conosce dei milanesi che cercano una casa con cinque finestre su Campo de' Fiori. Brown capisce cosa sta accadendo e spara: o mi date 2 milioni e e 250 mila più Iva (l'aveva pagata un milione e 50) o non vendo.

Il sì è immediato. A comprare è Salvatore Sciascia, ex responsabile fiscale Fininvest, condannato per le mazzette alla Finanza e oggi onorevole. In sua rappresentanza stipula il contratto Francesco Magnano, geometra di fiducia di Berlusconi. Subito dopo l'acquisto l'appartamento passa nella disponibilità di Virginia che lo lascerà solo pochi mesi fa.

I rapporti tra Berlusconi e Virginia Sanjust, secondo la denuncia, continuano almeno fino all'estate scorsa. Il marito lo scopre per caso, lui dice, quando trova una sacca abbandonata dalla moglie nel giardino. All'interno ci sono due cuccioli di cane e un estratto del conto corrente. Tra un versamento e un assegno in data 14 giugno 2007 risulta un bonifico di 50 mila euro.

'L'espresso' ha visionato il documento, senza però riuscire a verificarne l'autenticità. L'ordinante è: 'Berlusconi Silvio'. La causale: 'Bonifico prestito infruttifero'. Per la Procura di Roma tutte queste carte, in ogni caso, non dimostrano "che il presidente del Consiglio abbia intenzionalmente recato danno a terzi", né che fosse in conflitto di interessi quando Palazzo Chigi ha rimosso e ripescato il marito-rivale della sua amica.

L'argomentazione del pm Roberto Felici è che, "se fosse vera l'ipotesi, non si comprenderebbe il motivo per il quale a distanza di un mese la stessa autorità abbia ricollocato Armati in una posizione sostanzialmente analoga, previa revoca del precedente decreto". Ora la parola passa al Tribunale dei ministri e al Copasir, l'organo di controllo sui servizi segreti presieduto da Francesco Rutelli. Il comitato ha già ricevuto l'incartamento e potrebbe sentire presto lo 007. Armati lo ha chiesto. Ancora non ha avuto risposta

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Stop alle prostitute in strada, le lucciole tornano in casa.

Prostitute in strada

(Panorama) Chiuse le case, 50 anni fa dalla Legge Merlin, ora per le squillo potrebbero essere chiuse anche le strade e i vialoni delle città. Con sanzioni e possibile arresto anche per i clienti. A questo punta infatti la bozza del disegno di legge dei ministri dell’Interno (Roberto Maron) e delle Pari opprtunità (Mara Carfagna) che verrà esaminata venerdì dal Consiglio dei ministri: punta all’”eliminazione della prostituzione di strada”.

Non praticabile, per le critiche del mondo cattolico ma anche dei sindaci, la strada del ministro Maroni di realizzare i quartieri a luci rosse, tramontata l’idea di presentare il foglio di via alle squillo di strada a suo tempo presentato come emendamento al decreto sulla sicurezza da Filippo Berselli e Carlo Vizzini, per la prostituzione resteranno solo le case. Ma anche tra le mura domestiche saranno molte le limitazioni.
Il testo, che in pratica riprende la proposta Prestigiacomo-Fini–Bossi del 2002, si compone di quattro articoli: il primo introduce nel codice penale un nuovo reato (prostituzione di strada e in luoghi aperti al pubblico: bar, club, etc): la prima volta, la lucciola e il cliente pagheranno sanzioni amministrative che oscillano tra i 200 e i 3.000 euro; in caso di reiterazione del reato, oltre alla sanzione tra i 200 e i 1.000 euro, scatta l’arresto da cinque a 15 giorni. Non verrà considerata punibile la prostituta costretta a vendersi con la violenza o le minacce.
Molto pesanti le pene (da sedici a 18 anni) se la prostituta è una minorenne (o un minorenne) che verrà rimpatriata con la procedura utilizzata per i minori in stato di abbandono.
Nel mirino del Ddl anche chi affitta una casa dove ci si prostituisce, ma solo se il canone è superiore a quello di mercato. È previsto l’arresto da due a sei anni e la multa da 250 a 10mila euro. Chi presta assistenza a una squillo senza fini di lucro o profitto, inoltre, non è imputabile di favoreggiamento alla prostituzione (oggi la Merlin prevede il favoreggiamento). Infine, l’articolo 4 inasprisce le pene per l’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione: le sanzioni vengono aumentate fino a due terzi per promotori e organizzatori e da un terzo a metà per gli altri partecipanti.
È la terza volta in cinque anni che il Governo tenta di intervenire in questo ambito (che “fattura” 90 milioni di euro mensilmente in Italia). Nel dicembre 2002 venne approvato dal Governo Berlusconi un disegno di legge che, proprio come questo, vietava la prostituzione nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Il provvedimento non è stato approvato dal Parlamento. Così come è rimasto sulla carta il disegno di legge Amato-Lucidi della fine dell’anno scorso, che, tra l’altro, prevedeva maxi sanzioni per la prostituzione minorile. Ora il nuovo piano che si presenta come una rivoluzione per un mercato che conta milioni di clienti e 70mila professioniste.

Identikit dei clienti delle squilo

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Ranae Shrider racconta il sesso con Mini Me Verne Troyer. Video.

Verne Troyer e Ranae Shrider kiss (Gossipblog) Torniamo a parlare di Verne Troyer e Ranae Shrider. Perché il loro sex tape ha fatto discutere. Prima per il filmino in sé, poi perché lui ha denunciato il sito Tmz per aver messo online, poi perché lei ha dichiarato che lui la tradiva in continuazione.

Ora la signorina Ranae Shrider viene allo scoperto e racconta com’era fare sesso con lui.

- Le posizioni: “Mi sdraiavo sul letto e Verne saliva lungo le mie gambe…”

- Sulle dimensioni: “Non avevo nulla di cui lamentarmi. Non ha mai indossato un preservativo. Non c’erano, tutti sono troppo grossi”.

- Sull’appetito sessuale di Verne: “Era molto strano fare sesso che non poteva baciarmi contemporaneamente. (…) La prima volta che abbiamo fatto era finito tutto dopo pochissimo. Ma dopo pochi minuti lui era già di nuovo pronto. Quella notte lo abbiamo fatto 3 volte in 20 minuti, molti uomini una cosa così possono solo sognarla”.

- La chicca: “Pensavo sarebbe stato divertente fare sesso nella vasca. Ma ho rischiato di annegarlo. Mentre Verne guardava la tv io ho riempito la vasca di schiuma e l’ho chiamato. Quando lui è entrato le bolle e la schiuma erano così alte che non riuscivo a vederlo e ho sentito solo la sua voce che chiedeva aiuto…”

Via: GabbyBabble

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Sorpresi sul fatto. No al sesso con i cadaveri. Lo ha deciso la Corte Suprema del Wisconsin.

Motivazione: Il morto non può dare il consenso all'amplesso.
(Apcom) - Un vuoto legislativo rischiava di introdurre nella legislazione americana un precedente a dir poco grottesco. La Corte Suprema dello Stato del Wisconsin è intervenuta per vietare in maniera esplicita la riesumazione di cadaveri a scopi sessuale, con una motivazione che, seppure ineccepibile sul fronte giuridico, sembra tuttavia ispirata dal migliore humor nero: chi è morto non può, suo malgrado, dare il proprio consenso all'amplesso.

Il tribunale di grado inferiore è stata costretto a ricorrere alla Corte Suprema non trovando nell'ordinamento giudiziario una norma che vietasse la necrofilia. La Corte Suprema si è così dovuta appellare al principio che obbliga al consenso nei rapporti sessuali.

La cronaca dell'episodio alla radice del garbuglio giuridico non è meno grottesca. Dopo aver visto all'obitorio la foto di una ragazza morta una settimana prima in un incidente motociclistico, Nicholas Grunke, un ragazzo di 22 anni di Madison, in Wisconsin, ha chiesto al fratello e ad un amico di aiutarlo a disseppellire il corpo per avere rapporti sessuali con lei.

I tre ragazzi, tutti coetanei, sono stati colti sul fatto, la loro bravata illuminata dai fari di un'automobile entrata nel cimitero. La scena era da brividi: i tre tentavano di arrivare alla tomba con in mano, oltre alle vanghe, una scatola di preservativi.

Non sapendo a cosa appellarsi il procuratore li ha incriminati per furto e tentata violenza sessuale mentre il legale difensore ha cercato di portare a casa l'assoluzione proprio in assenza di una norma specifica che vietasse lo stupro di cadaveri. I tre ora rischiano una pena di dieci anni di carcere, in linea con una ventina di Stati americani che prevedono il reato di necrofilia.

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L'India verso la depenalizzazione dell'omosessualità.

L'Alta Corte accetta di accellerare la discussione sul tema.
(Lamanicatagliata.com) L'Alta Corte indiana ha deciso di accelerare il processo di depenlizzazione dell'omosessualità, su petizione della Fondazione Nazionale. Attualmente il codice penale indiano accomuna i rapporti omosessuali ai rapporti sessuali con animali ed altre bestialità, eredità delle antiche leggi inglesi mai abrogate. Lo scorso 4 luglio, è riportato dal sito Tetu.com, gli attivisti LGBT sono stati ascoltati dal tribunale.

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I bloggers gay insorgono contro Mancuso. Giu' le mani dalla Guzzanti.

(Livingston, il blog di Marco Mazzei) Arcigay fa un comunicato contro la Guzzanti: NON CE LA POSSIAMO FARE
L’Arcigay emette un comunicato a firma Aurelio Mancuso (the president), dove tra le altre cose c’è scritto:

"Speriamo che Sabina Guzzanti abbia l’onestà intellettuale di informarsi meglio, e di provare quella giusta vergogna che gli permetta di chiedere scusa ad un Pride nazionale partecipato da oltre 200mila persone e ad un’associazione, che da quasi 25 anni, in splendida solitudine, senza alcun aiuto di partiti ed intellettuali di sinistra, conduce una battaglia culturale, sociale e politica, che va ben oltre uno sporadico e consolatorio girotondo."
Io non mi sono sentito offeso dalla Guzzanti, che avrà anche fatto casino sul fatto che il Pride non si è trasferito da Roma a Bologna perché c’erano i preti a San Giovanni, ma pur facendo casino ha detto un sacco di verità: che il Pride deve stare a Roma, che a Bologna ci hanno fatto fare il giro della circonvallazione. E ha detto un sacco di altre cose ragionevoli e sensate sulla laicità, come nota anche Aelred.

Poi nel complesso potrà anche non essermi piaciuta, ma Aurelio, ti prego: usiamo meglio il nostro tempo. Usate meglio il vostro tempo di dirigenti di Arcigay, invece che perdere tempo con dei comunicati che ci rendono ridicoli.

Per chi se lo fosse perso, ecco qui il video incriminato (ascoltate almeno i primi 6 minuti):
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Ndr. Ma per capire quanto abbia floppato il Mancuso basterebbe leggere i vari commenti lasciati su Gay.it ad un pezzo in forte odore di Pd e su Gay.tv in questo caso ad un articolo "pilatesco" (della serie... dicci la tua...) della redazione che, al solito, se ne guarda bene dal prendere una posizione. Paura di perdere il posto...? (Aspis)

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Arcigay. Aurelio Mancuso alla Guzzanti: "Vergognati".

(Aurelio Mancuso) Esprimiamo indignazione e stupore per le affermazioni svolte ieri durante la manifestazione di Piazza Navona da parte di Sabina Guzzanti. Sono evidenti la strumentalità e la violenza delle accuse lanciate al Pride nazionale di Bologna ed in particolare all’Arcigay. Sabina Guzzanti non sa che il Pride nazionale di Bologna è stato deciso due anni fa e, che il Pride di Roma era locale, quindi, non vi è alcun collegamento tra la negazione di Piazza San Giovanni e il fatto che il Pride nazionale si sia tenuto a Bologna. L’artista non sa, o fa finta di non sapere, che il percorso del Pride nazionale di Bologna è stato concordato con l’amministrazione, che la manifestazione è partita dalle Due Torri in pieno centro storico e che Cofferati ha ricevuto ufficialmente i portavoce del Pride la mattina in Comune. La manifestazione si è inoltre conclusa in centro, in una piazza tre volte più grande di Piazza Maggiore, che mai avrebbe potuto contenere una folla immensa. La Guzzanti offende un intero movimento quando prende a pretesto uno dei manifesti del Pride di Bologna, quello di Italo naziskin che ama il suo compagno, se non comprende la provocazione, ovvero che purtroppo che esistono giovani fascisti che pur essendo omosessuali negano se stessi e magari organizzano ronde contro i gay e le lesbiche. Respingiamo alla mittente l’insinuazione che il Pride nazionale di Bologna non fosse antifascista, e la informiamo che per la prima volta nella storia dei Pride italiani, l’Anpi nazionale ha aderito inviando un lungo e commovente messaggio di sostegno!

Ci rattrista e c’inquieta che un’artista che è sempre stata vicina alle nostre battaglie lanci strali contro un’associazione, Arcigay, che tutti i giorni è impegnata a combattere contro l’omofobia violenta alimentata dalle gerarchie cattoliche, da una politica assente e infingarda, da un ambiente intellettuale che si emoziona solo ascoltando se stesso. Ogni giorno la nostra gente è uccisa, violentata, aggredita, discriminata proprio ad opera di squadracce neo fasciste e neo naziste e, quale intellettuale di sinistra ha mai versato una lacrima? Quanti intellettuali hanno mai partecipato a nostre manifestazioni negli ultimi anni? Quale cantante, attore, scrittore, e cosi via ha mai generosamente messo la sua faccia e il suo impegno a sostegno delle battaglie del movimento lgbt? Pochissimi e sempre le/gli stessi.

E’ incredibile che siamo oggetto di una campagna denigratoria portata avanti da quelle élite intellettuali che in Europa sono sempre state a fianco del nostro movimento e che in Italia, a parte alcune splendide eccezioni, preferiscono starsene alla lontana.

Speriamo che Sabina Guzzanti abbia l’onestà intellettuale di informarsi meglio, e di provare quella giusta vergogna che gli permetta di chiedere scusa ad un Pride nazionale partecipato da oltre 200mila persone e ad un’associazione, che da quasi 25 anni, in splendida solitudine, senza alcun aiuto di partiti ed intellettuali di sinistra, conduce una battaglia culturale, sociale e politica, che va ben oltre uno sporadico e consolatorio girotondo.

Ndr. Chissà il perchè ma ho il sospetto che la difesa d'ufficio di Mancuso sia peggio di quello che lui reputa insulti... e comunque decidete voi. Che Mancuso sia anch'esso un rudere della "casta" da mettere a riposo, è ormai un dato di fatto ma che sia lui e qualche altro pezzo di gay piddino (vedi e leggi Lo Giudice e compagnia cantante) ad indignarsi la dice lunga...
Qui sotto i video con l'intervento della Guzzanti. (Aspis)
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