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lunedì 17 marzo 2008

Marina Berlusconi fa l'elogio di Luxuria. La figlia del Cavaliere a sorpresa: «Mi pare una persona intelligente e preparata».

Intervistata da Maria Latella, direttore del settimanale «A».

(Francesca Bosso - Il Corriere della Sera) Hillary Clinton? «Meno simpatica» di Obama ma una «donna concreta» che ha combattuto le sue battaglie «senza risparmiarsi, sudando, faticando ». E Vladimir Luxuria? «Mi incuriosisce. Era stata dipinta come un fenomeno da baraccone e invece mi pare intelligente e preparata». A parlare è Marina Berlusconi, intervistata da Maria Latella, direttore del settimanale «A». Che parla di sé ma anche del padre: «I libri di storia riconosceranno in Silvio Berlusconi il personaggio più importante di questi 15 anni e anche dei prossimi».

Se non fosse già accasata, anche lei, come il fratello Pier Silvio, avrebbe potuto risolvere la vita a un precario: presidente di Mondadori e di Fininvest, Marina Berlusconi, primogenita del leader del Popolo della libertà, è la settima imprenditrice più importante del pianeta, Usa esclusi, secondo Fortune. Per Forbes è al 33˚ posto tra le donne più influenti del mondo, questa volta intero. E infatti, anche se voterebbe per McCain, tra i democratici sceglie Hillary Clinton che «ammira »: «meno simpatica» di Obama ma «donna concreta», ha combattuto le sue battaglie «senza risparmiarsi, sudando, faticando ». Ama il merito e il coraggio Marina Berlusconi, come racconta in un'intervista a Maria Latella, direttore del settimanale «A ».

Per questo è «incuriosita» da Vladimir Luxuria, che «era stata dipinta più o meno come un fenomeno da baraccone e invece mi pare una persona intelligente, preparata, ragionevole, con un grande senso dell'umorismo». «Non voglio fare comizi» mette le mani avanti la figlia dell'ex premier, che si divide tra il lavoro e la famiglia: il compagno Maurizio Vanadia* e i due figli Gabriele di 5 anni e Silvio di 3. La scelta del nome del più piccolo però rivela subito l'ammirazione sconfinata verso il padre: «Mi piacerebbe leggere cosa scriveranno i libri di storia dei nostri nipoti — dice alla Latella —. Sono sicura che riconosceranno in Silvio Berlusconi il personaggio più importante di questi 15 anni, e anche dei prossimi». Tra i meriti: «È stato il primo a prendere impegni precisi con gli elettori e a sottoporsi poi alla verifica; ha garantito all'Italia un governo di ben 5 anni, che ha fatto molto in assoluto, moltissimo se paragonato a chi lo ha preceduto; ha rotto molti tabù». Non teme di sembrare eccessiva Marina, e su un'ipotetica somiglianza tra i modi di Sarkozy e di suo padre, non esita ad affermare che «per quanto mi riguarda, è davvero unico. Con tutto il rispetto, non c'è Sarkozy che tenga ». Salva però l'ex première dame dell'Eliseo Cécilia, che le «piace molto».

La figlia di Berlusconi sa anche rendere l'onore delle armi a «una parte delle sinistra», ovvero il Pd, che ha «finalmente preso atto che non si poteva più intossicare l'Italia con il veleno dell'antiberlusconismo». Tant'è che a cena con Veltroni ci andrebbe pure, «perché no?» anche se si chiede se lui «non preferirebbe invitare qualcun altro della mia famiglia», alludendo all'invito del leader del Pd a Veronica Berlusconi di entrare nella sua squadra. Le gentilezze finiscono qui, perché a dire di Marina la sinistra è affetta da «una sindrome da autocritica cronica, che significa solo una cosa: non riescono ad azzeccarne una».

*Ex Ballerino del Teatro alla Scala, eccolo nel balletto Giselle con Alesandra Ferri e Maurizio Murru del1996.

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Uno speciale di Panorama. Italiani a nudo, dai film al reality hard.

Stefano De Luigi

(Karen Rubin - Panorama) “Nei cinema a luci rosse si possono imparare molte cose sul sesso, a condizione che non ci si lasci distrarre dal film”. L’efficace aforisma del cabarettista viennese Karl Farkas mal si attaglia ai comportamenti di milioni di italiani che ogni giorno incrementano il mercato della pornografia. Da una ricerca, condotta per conto di Panorama dalla Simulation intelligence, emerge che il 46 per cento degli italiani non ha problemi nel dichiarare di guardare materiale hard. Il luogo preferito del porno, affermano gli 800 intervistati, è innanzitutto la televisione, seguita da internet, che prevale sulla carta stampata, mezzo in declino in questo mercato.

Un settore in crescita esponenziale, se è vero che il fatturato complessivo della “offerta adulti” a pagamento sulle piattaforme tv in Italia è passato dai 40 milioni del 2002 a 240 milioni nel 2007. Una crescita del 500 per cento, come testimonia il rapporto annuale di un consorzio di fondi internazionali di investimento dedicati al mondo dei media, stilato dalla Global entertainment market research.
Il dato più rilevante è quello della Sky. La televisione satellitare di Rupert Murdoch incassa col porno 1 milione e mezzo di euro a settimana. “Se la Sky dovesse campare con i soldi del calcio, avrebbe già chiuso le trasmissioni, il porno la tiene in vita, ma di questo Murdoch e i suoi dipendenti non vogliono parlare. Sono signori, loro” commenta sarcastico Mario Salieri, regista e produttore della omonima casa di produzione. Non parla la Sky, non rilasciano dichiarazioni i soci di Glamour plus, un nuovo canale porno in onda sul digitale terrestre. Non parlano i gestori dell’hot su videofonini Tim, Tre, Vodafone e Wind, con i loro milioni di abbonati. Discorso a parte merita il mondo senza confini della pornografia via internet.
“In Italia c’è una grande ipocrisia rispetto al porno” spiega in anonimato un socio di Glamour plus “parlarne significa essere emarginati, meglio tacere”. Ma anche se la consegna è quella del silenzio, non è un segreto che la Sky trasmetta 500 film hard l’anno. “I produttori cinematografici italiani” spiega Salieri “vivono un momento di grande difficoltà, dovuto al fatto che i pochi che possono acquistare e trasmettere il porno, alla luce dei nuovi paletti stabiliti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dettano un prezzo al ribasso, con cui si producono film che ricordano le pellicole amatoriali degli anni Sessanta”.
Da almeno un decennio la sessuologia parla di calo del desiderio, di uomini e donne che il letto lo usano solo per dormire. Ma se la Sky incassa 1 milione e mezzo di euro alla settimana vuole dire che nello stesso lasso di tempo ci sono almeno 220 mila utenti che si collegano all’hard.
Il porno è un aiuto o un surrogato del sesso? Un’indagine condotta per il marchio Durex infligge un duro colpo al gallismo degli italiani, un tempo dipinti come grandi amatori. La ricerca mostra che il 62 per cento dei connazionali lamenta di non avere un numero sufficiente di rapporti sessuali, mentre la metà pensa che manchi eccitazione (50 per cento) e varietà (51 per cento). A guardare i film “xxx-rated” sono quindi gli insoddisfatti del sesso?
“Si affidano al porno quelli che il sesso lo vivono con difficoltà” sostiene il sessuologo Giovanni Brunori. “Molti dei miei pazienti stanno ore davanti al video mentre accanto a loro la moglie magari brucia di desiderio”.
“Spesso mi vedo costretta a consigliare alla coppia di vedere insieme il film porno” aggiunge la sessuologa Marinella Cozzolino. “Del resto dopo poche sedute spesso si scopre che, separatamente, li guardano entrambi. E allora è meglio provare a trasformare la visione in un gioco di coppia, sperando che diventi complicità”.
L’offerta non manca. Dal 25 febbraio sul digitale terrestre, per 4 euro a notte, risponde all’appello il nuovo canale hot Glamour plus. Contenuti patinati e innovativi che puntano sul genere televisivo preferito al momento: i reality show. Persone normali che si improvvisano pornoattori per programmi che scimmiottano L’isola dei famosi e Il grande fratello.
Il primo reality porno a essere trasmesso su Glamour, e a cui sarà possibile accedere con un comune decoder digitale e una carta prepagata da acquistare in edicola o nei centri di elettronica e hi-fi, si intitolerà Freedom life in the Pacific site. Senza limiti e senza inibizioni 12 ragazze devono conquistare sei ragazzi. Vince (500 mila dollari) l’uomo che riesce ad avere con più prede un autentico amplesso.
“L’idea del porno reality sarà vincente perché fotografa la realtà attuale. Il sesso vive l’era della quantificazione, la qualità non conta, vince chi mette più prede nel suo carniere” teorizza Cozzolino. Alle selezioni hanno partecipato circa 30 mila persone, requisiti richiesti: bellezza e totale mancanza di pudore. “È proprio questo il problema del porno. Concorrenti o attori, immancabilmente belli e superdotati, vivono situazioni irreali dove manca l’insicurezza e l’ansia da prestazione. Una volta che ci si ritrova con una partner reale la situazione precipita” analizza Brunori.
Sono tanti i pornodipendenti, quelli che trovano e provano piacere soltanto nella visione di contenuti hard; 2.800 quelli iscritti a un gruppo di autoaiuto online gestito da Vincenzo Punzo, ex pornodipendente da internet. La rete ha un contenuto hot infinito e gratuito. Ci si può incappare per caso e poi finire nella trappola, sviluppando una dipendenza che ha le stesse modalità di espressione di quella da alcol o da droghe.
“Ho aperto il sito, www.noallapornodipendenza.it, perché il mio psicologo mi disse che per superare un’esperienza negativa era utile trasformarla in un fatto positivo” racconta Punzo. Per 10 anni l’unico scopo di vita di Vincenzo è stato guardare pornografia su internet. “Lavoravo come collaboratore culturale per conto del ministero degli Esteri, avevo una donna che mi piaceva, eppure, dopo pochi mesi di malattia, persi la voglia di fare l’amore con lei. Il video mi stimolava molto di più e a forza di masturbarmi davanti a quelle immagini divenni impotente” ricorda.
Il 9 per cento degli italiani che ammette di consumare pornografia intervistati dalla Simulation intelligence per Panorama ha dichiarato di guardare materiale hard anche durante gli orari di lavoro: un istinto irrefrenabile, un pensiero ossessivo, per alcuni, appunto, una dipendenza. “È una sessualità distorta, per cui diventa meglio quello che vedi rispetto a quello che fai. In questo contesto il pornodipendente si identifica con l’attore che riesce ad arrivare all’attrice e si convince che in qualche modo a possederla sia anche lui” spiega Brunori.
Sul sito di Punzo sono tante le testimonianze di mogli rifiutate. “Mio marito ha il vostro problema e io sono disperata” scrive una donna che si firma Minni-cin “io non ho il corpo perfetto di una di queste pornostar, ma sono una donna che vive e che pensa che sia terribile non esistere più per l’uomo a cui hai dedicato 21 anni di vita”.
Basta lasciarsi andare per qualche minuto alla visione di Diva futura, canale satellitare di Riccardo Schicchi che trasmette da Eutelsat con lo stesso decoder della Sky, per capire che porno e bellezza sono un binomio quasi inscindibile. La pornodiva Jessica Rizzo ha al suo attivo 200 film: “I giovani attori italiani sono belli, ma si presentano ai provini sperando di fare sesso gratis con donne stupende. Solo che appena si accende la telecamera si spengono loro. Professionalità? Zero”.
Oltre a produrre e interpretare film hard Rizzo è anche madrina del più grande club privé d’Italia. “Ad Atlantis vengono coppie che hanno capito che scambiarsi con altre coppie o con single è utile a vincere la quotidianità” afferma la pornodiva “ma da qualche anno i ragazzi hanno difficoltà di approccio con l’altro sesso. Sono io che devo consigliare loro come farsi avanti, altrimenti sono vinti dalla timidezza” conclude.
L’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni ha stabilito una serie di paletti per la tutela dei minorenni. “La regola principale” spiega Giancarlo Innocenzi, componente dell’Autorità, “è il divieto assoluto di trasmettere immagini hard su tutte le emittenti, pubbliche, private, locali, satellitari, anche di notte. A meno che i programmi, trasmissibili solo dopo le 23.30, siano criptati. Cioè a pagamento, con codice di accesso e l’obbligo del “parental control””. Praticamente sono vietate in chiaro tutte le immagini che, come prevedono due vecchi articoli del Codice penale (528 e 529), offendano genericamente il comune senso del pudore.
Eppure, garantisce Schicchi, il suo canale satellitare va in onda in chiaro e in qualsiasi orario: “Noi trasmettiamo dall’estero. Nel nostro Paese sopravvive un clima proibizionista. Da cosa ci vogliono tutelare questi signori, dalla cultura del piacere?”.
È antiproibizionista anche Brunori: “Inutile negare un fenomeno che esiste, bisogna accettare la sfida e parlare di sesso con i nostri ragazzi. Spiegare loro quale sia il percorso regolare nello sviluppo della sessualità, affinché Schicchi non sia l’unico punto di riferimento per un tema che è innegabilmente tanto importante nella vita di tutti noi” spiega il sessuologo. “Non per niente” aggiunge “la natura ha programmato che sia proprio dalla contrazione ritmica dei muscoli pubo-coccigei coinvolti nell’attività sessuale che traiamo il massimo piacere”.

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Ciarrapico: "Il Papa la mia stella polare. Le Unioni gay? Sono solo ciarpame". Luxuria si dice offesa.

Dopo le polemiche legate alla sua candidatura, l'editore ciociaro si racconta al quotidiano on-line Petrus,il quotidiano on-line sul pontificato di Benedetto XVI. "Io fascista? Sono guelfo, e ammiro Almirante".

(Quotidiano.net) Non fascista ma guelfo. Ha la sua stella polare in Benedetto XVI ed e' per il cattolicesimo di una volta: "la sola vera famiglia" per lui e' quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: "tutto il resto e' ciarpame", sostiene.

Giuseppe Ciarrapico, dopo le polemiche legate alla sua candidatura ("una tempesta in un bicchiere d'acqua", la definisce lui) si concede in un'intervista esclusiva al quotidiano on-line Petrus, "il quotidiano on-line sul pontificato di Benedetto XVI".

Del resto lo stesso Ciarrapico tiene a sottolineare il legame con il pontefice: "Sono cattolico, apostolico e romano. Per me il Papa ha sempre ragione, ma apprezzo particolarmente Benedetto XVI. Ero in Piazza San Pietro per esprimergli solidarieta' dopo lo 'schiaffo' della Sapienza e ogni giorno aumenta la mia stima nei suoi confronti".

Di Benedetto XVI apprezza particolarmente "il rigore dottrinale, la forza spirituale, la volonta' di far rispettare le regole e la grande importanza che attribuisce alla tradizione e al sano cattolicesimo di una volta. Basta con i compromessi, la Dottrina della Chiesa e' una sola, e giudico Papa Benedetto XVI la stella polare di tutto il mondo cristiano e non", dice Ciarrapico.

L'editore ciociaro apprezza poi il rilievo che Benedetto XVI da' alla famiglia: "la famiglia e' una sola- dice senza incertezze Ciarrapico- quella fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, il resto e' ciarpame da non prendere neanche in considerazione".

Quanto alla polemica sulle sue simpatie per il ventennio, Ciarrapico sgombra il campo. "Ma quale fascista- dice- io sono guelfo! Guardi, ribadisco l'ammirazione per Giorgio Almirante, il cui ricordo storico non puo' essere offuscato da niente e da nessuno. E, comunque, mi domando e chiedo: che c'e' di male a stimare la figura di Almirante? Me lo spieghi lei. Mi hanno detto che sono antisemita, una cosa senza senso. All'eta' delle leggi razziali avevo quattro anni. Le pare giusto calunniare cosi' la gente perbene come me? Ma, le diro', alla luce di queste polemiche, sono ancora piu' onorato di candidarmi".

Giuseppe Ciarrapico ha le 'sue' idee anche sulla presenza di settori 'progressisti' tra i cattolici? "Li definisco cattocomunismi e li considero il vero e grande cancro della Chiesa. Cattolicesimo e comunismo non possono andare mai di pari passo, questo lo dice la storia del cattolicesimo".
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ELEZIONI/ DE SIMONE-.LUXURIA: OFFESA CIARRAPICO MILIONI ITALIANI.
Ciarpame non sono le unioni civili ma chi ha sfruttato i minori.
(Apcom) "Definire ciarpame milioni di conviventi etero e omosessuali in tutta Italia significa mantenere l'orologio del tempo fermo ad un passato bocciato dalla storia e ignorare l'evoluzione della società che oggi propone più forme di famiglia: etero e omosessuali, famiglie miste, monoparentali, e famiglie allargate". Lo dichiarano Titti de Simone e Vladimir Luxuria, candidate per la Sinistra Arcobaleno rispettivamente in Basilicata e in Sicilia.
"Ciarrapico - proseguono - non è solo un povero fascista ma un ricco editore che grazie alla sua posizione economica ha potuto ottenere una candidatura in una destra che non disdegna alleanze con i nostalgici del ventennio; patti con il diavolo che neanche Sarkozy, rinunciando all'alleanza con Le Pen e non abrogando i pacs, si è sentito di fare".

"Ognuno ha la sua etica - concludono le deputate - Ciarrapico ritiene immorale occuparsi di certi temi per noi è più immorale chi come lui è stato condannato in via definitiva per sfruttamento per lavoro minorile".

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Sex GF8. Lina "via di mano" con Roberto. Il video.

(Temis) Siamo tutti voyeur, d'accordo, ma perchè l'uomo non riesce a resistere e deve raccontare agli amici le sue avventure con le donne? ci è stato segnalato questo video nel quale Roberto (il commenda) e Lina (la napoletana) hanno una esperienza sessuale sotto le coperte. Nulla di strano, si dirà, sono due giovani (anche se il primo è, almeno formalmente, fidanzato). nulla di strano, si dirà, anche pernoi gustarci la scena (perchè altrimenti si vede il grande fratello e la trasmissione è un successo in tutto il mondo). Nulla di strano, è vero. sin qui siamo nella routine (!), ma quello che più sorprende in questo video è l'esigenza di Roberto di raccontare cosa è accaduto ai suoi coinquilini, esponendosi alle conseguenti battutacce. Ci sorprende non perchè lo fa Roberto, ma perchè alzi la mano chi - soprattutto da giovane - non ha seguito il suo pessimo esempio e non si è fatto gloria con gli amici dei momenti di intimità con le ragazze. è un viziaccio tutto maschile, è un viziaccio duro a morire anche in questi tempi nei quali la promiscuità è diffusa, è un viziaccio: ma perchè questo viziaccio è tanto diffuso?
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Amici di Maria. Nel serale sfida sul filo dell'odio tra Garrison e la Celentano.

(TGCom) Grande sfida di ballo nella puntata de serale di Amici, in onda mercoledì in prima serata su Canale 5. I professori di danza si metteranno in gioco come hanno già fatto quelli di canto: Alessandra Celentano e Garrison si affronteranno all'ultimo passo di danza. La prima si esibirà in una coreografia di danza classica con Francesco, Anbeta e Josè, il secondo in un pezzo hip hop con Giulia e Susy.

Maria annuncia che mercoledì saranno i professori di danza a mettersi in gioco come i professori di canto la settimana scorsa. Alessandra scenderà in pista con Francesco, Josè e Anbeta. Garrison ballerà con i bianchi.

E' il momento delle esibizioni: il primo è Marco, ma il pubblico parlante è più interessato a chiarire la situazione di Francesco che nella puntata del serale ha chiesto a Garrison se fosse prevenuto nei suoi confronti. Il ballerino è convinto che il maestro di danza moderna non lo apprezzi solo per contrapporsi al giudizio della professoressa Celentano che da tempo polemizza contro le ballerine Giusi e Giulia della squadra dei Bianchi.

I Blu lasciano lo studio, è il momento dei Bianchi, ma prima dei ragazzi entrano i professori e Garrison si dice molto dispiaciuto per le parole di Francesco. Maria mostra poi a Grazia Di Michele e Fabrizio Palma il commento dei Blu alla puntata del serale e la relativa reazione dei Bianchi.

I ragazzi dei Blu deridono pesantemente Grazia e Fabrizio e ne mettono in discussione la professionalità, i Bianchi ascoltano sorpresi le parole dei compagni e se ne dicono profondamente dispiaciuti. In studio il maestro Vessicchio chiosa elogiando la performance di mercoledì sera di Grazia Di Michele: "La sua - spiega il maestro - è una voce capace di evocare, lei ha venduto dischi e ha una carriera che i ragazzi non si possono permettere di giudicare".

L'atmosfera torna festosa con l'ingresso dei ragazzi della squdra bianca che iniziano le esibizioni tra le urla del pubblico

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Roma, Milly D'Abbraccio candidata con Grillini. Le E(r)ezioni socialiste.

Il suo slogan potrebbe essere ''vota una donna coraggiosa che sa mettere a nudo le cose".
L'ex regina dell'hard all'Adnkronos: ''Se sarò eletta mi batterò per far nascere una 'love city' nella capitale''. E sottolinea: ''Noi attori dell'eros siamo sempre ghettizzati, ma anche noi abbiamo le nostre idee''.

(Adnkronos) - Dai set a luci rosse al Campidoglio. Ci spera Emilia Cucciniello, in arte Milly D'Abbraccio (nella foto), regina dell'hard degli anni '80 e '90, in corsa per il Comune di Roma nella lista dei socialisti con Franco Grillini capolista. "Era il mio sogno nel cassetto", dice all'ADNKRONOS la protagonista de 'La moglie bugiarda', 'La trasgressione', 'La professoressa di lingue' e tanti altri ancora (Guarda le foto). "Sono contenta di avere questa chance - spiega - perché noi attori dell'eros ci siamo sempre sentiti in qualche modo ghettizzati, ma anche noi abbiamo le nostre idee e le nostre proposte per migliorare le cose".

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Contro Rutelli un boicottaggio gay, ma parziale.

Il mondo omosessuale romano in guerra con il nemico dei pacs. Ha ritirato il patrocinio del Campidoglio al World pride del 2000. Ha portato i teodem in Parlamento. Si è opposto ai pacs e ai dico. Conti da regolare.
(Laura Maragnani - Panorama) Ha ritirato il patrocinio del Campidoglio al World pride del 2000. Ha portato i teodem in Parlamento. Si è opposto ai pacs e ha boicottato i dico. Risultato? Contro Francesco Rutelli, candidato sindaco di Roma per il Pd, è partito il boicottaggio della comunità gay e lesbica italiana, mentre l’ex ds Franco Grillini, esponente storico del movimento gay e promotore dei pacs, lo sfiderà come candidato sindaco dei socialisti, «in nome della laicità e dei diritti civili». «Negli anni 80, ai tempi del Fuori, Rutelli era nostro simpatizzante. Oggi è il nostro uomo nero» spiega Grillini. «Mai, mai, mai potremo votare Rutelli» giura Aurelio Mancuso, presidente dell’Arcigay. È «politicamente impresentabile» lo boccia Francesca Polo di Arcilesbica. E aperto sgradimento è arrivato dal circolo Mario Mieli, storica sigla del mondo gay romano. Il 6 marzo, secondo il sondaggista Luigi Crespi, Rutelli era al 48,7 per cento e Grillini, non ancora candidato ufficiale, all’1,1. Togliere al vicepremier 2-3 punti lo costringerebbe allo smacco del ballottaggio, che è l’obiettivo vero del movimento. La prima gaya prova di forza.

Ndr. Le cose non stanno così e i gay lo sanno. L'articolo oltre ad essere fazioso è reticente si dimentica che l'Arcigay romana lo sostiene. Una doppia politica da parte dell'Arcigay, come sostiene Enrico Oliari di GayLib. Una politica che lascia sempre le porte non del tutto chiuse. Al solito disinformazione.

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Meneguzzi hard e nudo in rete. E' polemica. Il video.

In un video per il Sudamerica.
(TGCom) In concomitanza con il lancio del suo nuovo album "Corro via", spunta in Rete un video dai contenuti molto piccanti con Paolo Meneguzzi. Nella clip il cantante appare su un letto in atteggiamenti sexy e seminudo. L'entourage ha voluto prendere le distanze da chi ha pubblicato il videoclip perché destinato al pubblico sudamericano e non europeo. In ogni caso nessuno procederà per vie legali.

Quello che si vede su Youtube, infatti, è un Paolo Meneguzzi in versione completamente inedita e sexy, lontano dalla figura di bravo ragazzo sul palco del Festival di Sanremo che cantava "Grande". Mentre scorrono le immagini di sottofondo c'è il brano che il cantante ha presentato all'Ariston. C'è anche una presenza misteriosa femminile nella stanza d'albergo dove è ambietata la location del video...

In ogni caso il management di Meneguzzi, come riporta il sito festival.blogosfere.it, ha preso le distanze da questa iniziativa presa da un privato che ha recuperato, non si sa come il girato, destinato solo al Sudamerica. Ma sarà un caso che il video sia spuntato in Rete l'11 marzo, qualche giorno prima dell'uscita del nuovo disco? Intanto le fan si godano il loro beniamino come (quasi) mamma l'ha fatto...
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"Economia gay": Tabù e voglia di lobby. Ma in Italia resta un ghetto che arricchisce pochi.

Gli omosessuali si organizzano in rete. I modelli sono i gruppi americani costituiti in Citigroup e Ibm.
Le sfide della società aperta. Ancora difficoltà e discriminazioni in molti settori. Ma si moltiplicano le associazioni e i network su Internet.
(Il Corriere della Sera) Tabù (ancora tanti) e prime prove per «fare rete», o se si preferisce, per diventare una lobby come ce ne sono tante. Per pesare di più nel mondo degli affari e dell’economia. I gay, le comunità degli omosessuali, si mettono in movimento anche in Italia. Non molto tempo fa aveva fatto discutere la decisione della banca d’affari americana Lehman Brothers di dedicare una giornata di selezione a Hong Kong solo per gli omosessuali, con l’obiettivo di accaparrarsi i talenti migliori. In realtà, per le società d’oltreoceano tutto questo è qualcosa che non ha niente di speciale. «Negli Stati Uniti — dice Ivan Scalfarotto, responsabile delle risorse umane Citigroup in Russia, Ucraina, Kazakistan — esiste un’associazione, Out & Equal, con sede a San Francisco, che si preoccupa di promuovere il diritto all’uguaglianza di gay, lesbiche, bisessuali e transgender (Glbt) nei luoghi di lavoro. Tengono conferenze annuali in città diverse degli Usa per scambiarsi informazioni. In tutte le grandi banche, in Ibm, in Johnson & Johnson, esistono gruppi organizzati di Glbt. In Citigroup, per fare un esempio, esistono molte organizzazioni: Citi Pride, Citi Disability, Citi Parents (per i colleghi con figli), Friends of Citi Pride, Citi Roots. Si fa formazione sulla diversità, che viene considerata una ricchezza».

È attraverso organizzazioni come queste che la comunità omosessuale «fa network», come dicono negli Usa; cioè fa lobby. Una strada che è, invece, ancora agli inizi in Italia, dove anche le filiali delle grandi società internazionali si arenano e non replicano i modelli che abitualmente utilizzano altrove, anche in Europa.

Tranne casi rari, ma visibili come la moda, dove per alcuni c’è addirittura una sorta di discriminazione contraria, in Italia dichiarare il proprio orientamento sessuale è ancora quasi sempre un tabù, a maggior ragione nel lavoro e in certi ambienti conservatori come la finanza.

Secondo altri punti di vista, però, l’idea di lobby comincia a prendere corpo. «E’ naturale che tra di noi ci si conosca e che all’occorrenza ci si aiuti: se un progetto arriva da uno di noi, che facciamo più fatica ad affermarci, ha già in sé una certa possibilità di essere un buon progetto — dice Imma Battaglia, manager di un gruppo dell’informatica, da anni impegnata nella promozione dei diritti degli omosessuali e oggi alla guida dell’associazione Di’ Gay Project — Abbiamo tutti ben chiara la mappa del potere gay, ma non parlerei di un network formalizzato, quello non c’è ancora».

L’attenzione al tema, però, c’è ed è sempre crescente. Tanto che Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, parlamentare e candidato sindaco di Roma, è pronto a stampare «Pink dollar», «una sorta di Pagine gialle dell’economia, scritto insieme a un amico (sotto pseudonimo) che insegna storia economica. Sarà un libricino per fare la storia del rapporto tra gay e economia e mercato. Anche perché il contributo dato dagli omosessuali all’economia è molto maggiore del numero di omosessuali che ci sono nel Paese. Pensiamo soltanto alla moda, un comparto che da solo significa 600 mila posti di lavoro».

«Con il suo discorso di libertà, la moda ha dato un grande contributo all’affermazione dei diritti di gay e lesbiche — dice Beppe Modenese, presidente onorario della Camera della moda italiana, — Questa raggiunta normalità nella moda ha fatto sì che l’identità sessuale diventasse in un certo senso ininfluente: si viene scelti sulla base della professionalità e, visto che non c’è alcun bisogno di difendersi come può accadere in altri ambienti lavorativi, direi che non esiste una lobby gay».

Non c’è ancora, come dice Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, ma qualche tentativo di costituirla si sta facendo, anche se è «una cosa ancora molto embrionale». Il riferimento è all’esperimento lanciato da Glbtpower, associazione promossa da Sergio Canfora, autore televisivo, Claudio De Morais Costa, restyling d’interni, Luigi Smeraldi, make up artist, Lucia Schillaci, speaker radiofonica, e Massimo Berlolaccini, gestore di B&B. «Come idea siamo nati nel 2000 — dice Canfora, che è presidente dell’organizzazione — ma operiamo solo dal 2006. Realisticamente sappiamo che non si potrà parlare di una lobby ancora per una decina d’anni perché c’è molto timore a uscire allo scoperto come manager e professionisti. Ma oggi c’è tutta una parte del mondo gay che non si riconosce nei gay pride. Noi siamo neutri e vogliamo allargare la visuale, sosteniamo gli omosessuali ma non solo le loro cause». Glbtpower in qualche modo raccoglie l’eredità di un tentativo precedente, e fallito, che si chiamava Primonetwork. «Una piccola associazione — ricorda Canfora — che raggruppava solo dirigenti e manager di un certo livello. Organizzava incontri, cui si accedeva solo su invito, nei quali si discuteva di diversità e di management. Aveva un approccio molto americano e non ha funzionato». Tra i network oggi attivi, il presidente di Glbtpower ricorda il sito europeo www.6pc.info e il neonato www.cosmocircle.cc. A tutti si accede su invito e con password. Come si vede da questi esempi, e come il successo del portale Gay.it dimostra, lo strumento principe della comunità omosessuale è Internet.

Anche il mondo della ricerca e dell’università ha posto di recente la sua attenzione sulle comunità omosessuali. «Le città dove c’è maggior sviluppo dell’innovazione economica e tecnologia sono le città che manifestano un’apertura culturale nell’accettazione del diverso e dell’omosessualità», dice Irene Tinagli, ricercatrice alla Carnegie Mellon University. Esperienze che riporterà a breve in un libro in uscita per Einaudi («Talento da svendere») dove Tinagli usa «l’indicatore dell’apertura mentale e culturale di una comunità, di una società, perché è ancora oggi la più difficile da affermare, soprattutto in Paesi tradizionalisti e cattolici come l’Italia».

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