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domenica 9 dicembre 2007

"La surprise de l'amour" da giovedì 20 dicembre al teatro verdi di Genova.

(Genova press) Giovedì 20 dicembre, al Teatro Verdi di Genova Sestri Ponente debutterà in prima assoluta il musical “La Surprise de L’amour”. Manuel Casella e Viola Valentino sono i protagonisti di questa rappresentazione, affiancati da importanti co-protagonisti quali, Leda Battisti e Alex Belli assieme a Stefano Sani, Stefano Gullotta, Federica Lugaro e dal giovane Federico Fella. Grande esordio teatrale per tutti gli artisti che si vedranno impegnati con le repliche fino alla fine dell’anno a Genova (dal 21 al 23 e dal 27 al 29 dicembre sempre al Teatro Verdi di Genova Sestri Ponente), per poi proseguire nel resto di Italia.

Con la regia di Marco Bracco e la collaborazione di Graziella Martinoli, “La Surprise de l’Amour” è una nuova produzione, liberamente tratta dall’omonima commedia di Pierre Marivaux (nella traduzione di Valentina Lupi), proposta in una rilettura attuale, con le musiche originali di Luca Angelosanti e Francesco Morettini, le coreografie di Simone Magnani e Cristiano Fabbri e le scene e i costumi di Roberto Rebaudengo.

Il prestigioso cast - calibrato sulla presenza di nuovi talenti ed artisti già affermati - e un ensemble di ballerini professionisti, daranno vita ad uno spettacolo che racchiude in sé le caratteristiche proprie delle migliori produzioni di musical e quelle della commedia musicale italiana ed europea. Assoli, duetti e parti corali saranno il mezzo per esprimere il tema portante dell’opera, l’Amore, che si svilupperà in un costante dialogo tra le atmosfere neoclassiche e quelle contemporanee, attraverso i linguaggi di allora e di oggi: recitazione, canto, danza, musica e cinema. Il musical “La Surprise de l’Amour” è una co-produzione di Alcesti Produzioni Genova e Virgilio & Roberto Lucarelli Produzioni Roma.

Prima assoluta Teatro Verdi di Genova 20 Dicembre 2007, ore 21

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Caso Luttazzi. Aldo Grasso del Corriere della Sera difende un suo azionista, lo stesso de La7.

Forse il martirio mediatico dà alla testa. L'attacco a Ferrara, gratuito e a freddo, greve e non grottesco, è un colpo basso al direttore de La 7.

(Aldo Grasso - Il Corriere della Sera) Che triste vicenda, questa di Daniele Luttazzi. Sono dispiaciuto come se un amico mi avesse tradito: certe cose non si dicono, soprattutto in nome della libertà d'espressione; certe cose non si fanno, se si è intelligenti come intelligente è Luttazzi. L'idea che mi sono fatto è che il martirio mediatico dà alla testa. Stiamo naturalmente parlando del martirio all'italiana, con gli stipendi che continuano a correre, con i conduttori che diventano deputati, con gli approfittatori che salgono sul carro degli eroi.

Ho sempre ritenuto Luttazzi uno dei pochi comici intelligenti della nostra tv. Fin dai tempi di Magazine 3, il programma con Gloria De Antoni e Oreste De Fornari, si sapeva che il nostro andava «contenuto», che spesso amava épater lo spettatore con un frasario pesantemente ginecologico. Così con i Gialappa's, il suo periodo migliore. Lui esagerava con il macabro, loro limavano e la risata era sicura, e devastante. Poi c'è stato l'episodio di Satyricon dove Luttazzi ha pensato bene di darsi alla politica, che non è nelle sue corde. Il resto l'hanno fatto l'esilio, la schiera delle tricoteuses che affolla i teatri, i Santoro e tanti altri.

L'attacco a Giuliano Ferrara, gratuito e a freddo, greve e non grottesco, è prima di tutto un colpo basso al direttore de La 7. Antonio Campo Dall'Orto, chiamando Luttazzi, aveva dimostrato coraggio e soprattutto aveva voluto palesare che la sua rete è diversa da Rai e Mediaset. Quando un direttore ti dice che puoi scrivere o dire quello che vuoi, ti devi sentire responsabilizzato due volte: uno per quello che scrivi o dici, due per dimostrare di meritare tanta fiducia. A questo poi si aggiunge un vizio tipicamente italiano, da basso impero, la mancanza di etica aziendale, di spirito di appartenenza: non si attaccano le persone con cui si lavora. Non prima almeno di aver dato le dimissioni. Così adesso ci sono quelli che hanno buon gioco a dire: allora Berlusconi aveva ragione quando parlava di «uso criminoso del mezzo», e il martire rischia di apparire solo un insolente. Ecco, sono triste perché per una battuta infelice, Daniele Luttazzi mette a repentaglio quanto di buon ha fatto sinora: i libri, gli spettacoli, le battute fulminanti. Odia Ferrara? Trovi un modo più elegante per infilzarlo. Perché adesso non ci sarà più nessuna rete che lo chiamerà e non si può per tutta la vita fare i professionisti del martirio.

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Johnny Depp, Robin hood della Grande Depressione.

(Binario Loco) La voci sono ora certezza: Johnny Depp interpreterà il rapinatore di banche John Dillinger nel prossimo film di Michael Mann (Collateral, Miami Vice). Il regista americano ha scelto il popolare attore per mettere in scena la biografia dello storico ladro, che assaltava banche durante il periodo della Grande Depressione americana, distruggendo anche i registri dei debiti e guadagnandosi così la fama di novello Robin Hood. Fu ucciso dall'FBi a Chicago nel 1934, dopo essersi guadagnato la fama di "pericolo pubblico numero 1".
Proprio da questo appellativo prenderà titolo il film di Mann (Public Enemies), che sarà ispirato all'omonimo libro di Brian Burrough, incentrato sulle storie di diversi malviventi del periodo della Grande Depressione.
Le riprese cominceranno il prossimo Marzo a Chicago, sotto l'egida della Universal.

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Cinema e censura. "Scandaloso Amoroso" niente soldi.

Censurato dalla commissione cinema "Tutte le strade portano a Roma", ultimo film del regista. «Sessualità deviata» si legge nella motivazione. Tra i membri anche don Dario Viganò della Cei.

(Daniele Nalbone e Valeria Morando - Liberazione; nella foto una scena del film "Coverboy") Lù è un travestito. Brando un bambino di otto anni che scopre l'omosessualità del padre. Simone un ragazzo dell'alta borghesia che si innamora di Christina, prostituta proveniente dalla Romania. Bianca una tredicenne che accusa di pedofilia un uomo molto più grande di lei. Tutte le strade portano a Roma , l'ultimo lavoro di Carmine Amoroso scritto con la collaborazione di Armin Schwibach, filosofo e professore di teologia, sarebbe «un film sull'etica del quotidiano. Un ritratto di una società che non sa più cosa sia la moralità». Usiamo il condizionale perché la sezione per il riconoscimento dell'interesse culturale dei lungometraggi presso la commissione cinema del Ministero dei Beni Culturali lo ha escluso dai finanziamenti pubblici «oggi contributo indispensabile per una produzione cinematografica».

«Assurde le motivazioni - denuncia il regista -: ritenere queste quattro storie di "sessualità deviata" è un giudizio morale che non dovrebbe competere a nessuna commissione. Giudicare "non convincente la struttura narrativa e l'impianto produttivo" di un'opera che ha visto l'impegno di Cedomir Kolar, premio Oscar con No man's land nel 2000 e vincitore del David di Donatello per Train de vie nel 1998, e di Enzo Porcelli, uno dei più importanti produttori
cinematografici italiani, è quantomeno singolare».
Non così tanto se si considera che uno dei membri della commissione è don Dario Viganò, responsabile del settore cinema-spettacolo dell'ufficio nazionale per la Conferenza Episcopale Italiana. «E' inquietante che il 90 % della cinematografia italiana passi il vaglio di questa commissione i cui membri sono complici di tale pregiudizio etico diffuso e che un progetto culturale venga giudicato da un prete. Non c'è libertà di rinnovare il cinema: per linguaggio e
contenuti oggi un film di Pasolini non verrebbe prodotto». I lavori di Carmine Amoroso, tra i quali spicca la sceneggiatura di Parenti Serpenti per la regia di Mario Monicelli, sono stati più volte oggetto di censure e discriminazioni.

Regista non politicamente corretto racconta storie che infastidiscono il comune ben pensare. Fin dalla sua prima regia in Come mi vuoi (1996) sono emersi i primi segnali di difficoltà: il film, primo a tematica transgender con Monica Bellucci, Vincent Cassel, Enrico Lo Verso e Vladimir Luxuria, non è mai stato distribuito dalla Medusa Film. Non è mai entrato nei cataloghi home-video ed è uscito in affitto solo in vhs. In Italia è praticamente introvabile mentre in
Francia ha riscosso un ottimo successo. Il motivo? «Perché allora come oggi nel nostro paese la transessualità è considerata devianza».

Cover Boy: l'ultima rivoluzione , uno dei film più visti nei festival internazionali 2007 risulta incredibilmente essere uno dei più censurati dal mercato distributivo italiano: nel 2002 ottenne il riconoscimento di "interesse culturale nazionale" e il conseguente contributo statale. Dopo un anno e mezzo, mentre il film era in preparazione, tramite un provvedimento retroattivo del
governo Berlusconi (Legge Urbani 2004) il finanziamento è stato decurtato del 75% determinando un grave ridimensionamento produttivo e narrativo: «abbiamo dovuto tagliare tutta la parte riguardante la Romania, la "finta rivoluzione" che ha abbattuto Ceausescu. Il film racconta attraverso l'amicizia tra un ragazzo romeno e un precario italiano di quarant'anni il malessere sociale che accomuna le nuove generazioni: la precarietà nel lavoro, nel mondo sociale,
nelle relazioni interpersonali, negli affetti». Un ritratto impietoso dell'Italia di oggi. «Si può essere stranieri quando si vive ai margini e i soldi non bastano per pagare l'affitto. Si può essere stranieri quando si deve scendere a compromessi pur di non vedersi negato uno dei diritti sanciti dalla nostra costituzione, il diritto al lavoro».

Il film, forse perché non da un'immagine negativa del popolo romeno, è stato nascosto in una sezione anomala, Serate Romane, nell'edizione 2006 del Festa del Cinema di Roma. Non è stato nemmeno proiettato all'Auditorium, non è stato mai presentato in conferenza stampa. Nessun giornalista ha raccolto i pareri degli attori, fra cui spicca il primo ruolo drammatico di Luciana Littizzetto. Eppure l'opera ha ricevuto il premio di Miglior Film al Festival del Cinema Politico di Barcellona, Miglior Fotografia al Festival di Valencia e il Premio Sergio Leone come miglior film 2007. In totale ha partecipato a 35 concorsi ma «grazie al giochetto di Casa Veltroni sono stato tagliato fuori dagli altri festival: non ho potuto partecipare a quello di Berlino e solo Fuori concorso a quello di Rotterdam».

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«Le donne? Meglio sexy che intelligenti».

La femminista americana: «Gli esempi da seguire sono diventati Britney e Paris Hilton». Il nuovo libro di Carol Platt Liebau: «Le teenager sono sempre più sottomesse all'edonismo».

(Francesco Tortora - Il Corriere della Sera) Per anni hanno cercato di dimostrare di essere intelligenti almeno quanto gli uomini. Adesso pensano solo a sembrare belle e sexy. Potrebbe essere il triste sunto del nuovo libro della celebre femminista e studiosa americana Carol Platt Liebau, intitolato "Prude. How The Sex-Obsessed Culture Damages Girls. Il libro riprende uno dei temi più in voga tra le femministe, ma si sofferma sulle più giovani generazioni sempre meno attratte dal femminismo e dalla lotte passate delle organizzazioni femminili e sempre più sottomesse all'edonismo della società contemporanea

LA SESSUALITA’ NELLA CULTURA POP - «La lezione che le teenager di tutto il mondo apprendono in questi anni è che essere sexy è certamente la cosa più importante per una donna, molto di più rispetto all'intelligenza, al carattere forte e a tutte quelle caratteristiche che in passato valorizzavano la vita di una donna» afferma l'autrice del libro, che è anche una fine analista politica. «Il nuovo imperativo femminile - continua la Liebau - è che attraverso la promiscuità e l'aggressione sessuale le donne possono ottenere l'ammirazione e riconoscimenti da questa società». La scrittrice afferma che la cultura pop è zeppa di esempi simili: dai film come "Cruel Intentions" e "Mean Girls" alla musica e ai videoclip di Britney Spears, Christina Aguilera e Lil' Kim fino alla sempre più pervasiva pubblicità sessuale, la donna di successo è in ogni campo presentata come una "femme fatale" sexy e aggressiva. «In una società che celebra gente come Paris Hilton, oggetti sadomaso e canzoni come "My Humps" nella quale la cantante dei Black Eyed Peas presenta il magnetismo sessuale dei suoi seni e del suo fondoschiena, c'è poco rispetto per la figura femminile e tutto ciò non ha niente a che fare con il sex appeal».

CONQUISTE NEGATIVE - Naturalmente viene da sé il paragone con il mondo femminile degli anni '70. Secondo la Liebau le donne sono state ingannate dalle magnifiche conquiste che hanno ottenuto negli ultimi decenni. Non tutti questi cambiamenti però sono stati positivi: «Oggi le ragazze sono costrette a navigare in un campo minato pieno di cambiamenti, e con più difficoltà e pressioni rispetto al passato. L'onnipresenza del sesso ha reso ancor più difficoltosa la vita delle teeneager». La Liebau afferma che le informazione più ricercate dai teenager tra i 13 e i 15 anni sono di carattere sessuale: «Negli ultimi anni, l'Occidente ha vissuto un aumento aggressivo della sessualità nella sua cultura» taglia corto la Liebau. «L'importanza che la società dà a ciò che è sexy e fashion produce gravi pressioni e irrealistiche aspettative tra le giovani ragazze che fanno di tutto affinchè i loro corpi sembrino desiderabili»

LE TEENAGER ITALIANE - Che la sessualità sia uno dei centri dell'universo anche delle teenager italiane è confermata dalla recente ricerca del professor Federico Bianchi, psicoterapeuta dell'età evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, presentata al convegno «Sessualità e scelte consapevoli». Secondo il suo studio tra le adolescenti impazzano le esperienze omosessuali che riguardano almeno il 35% delle teenager: «La maggior parte delle ragazze - spiega lo psicoterapeuta - comincia presto: dai 12 ai 15 anni la gran parte ha già avuto il suo primo rapporto lesbo. Le percentuali aumentano tra i ragazzi perchè, secondo il professore, a causa della paura per l'aggressività delle ragazzine «i teenager non riescono a gestire i rapporti con loro e si rivolgono a qualcosa di più semplice come i rapporti omosessuali. Oppure ricorrono all'alcool e si ubriacano per disinibirsi nel corteggiamento o nell'approccio con l'altro sesso». Il professore sottolinea anche le colpe della tv e dei mass media: «L'esperienza lesbo tra le ragazzine è ormai diventata di moda. Ci sono una serie di messaggi mediatici che esaltano l'omosessualità come regno della trasgressione, del sesso facile, della moda, del divertimento. Le teenager subiscono questi messaggi forti e precisi, e scatta un fattore imitativo che fa dire a molte che l'esperienza omosex è cool e trendy».

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Pedofilia clericale e siti cattolici. Se saremo agnelli, vinceremo...

(Trotzky) Dai siti cattolici traspare il fondato timore che i vertici ecclesiastici non siano adeguati nell'affrontare la piaga della pedofilia clericale.
Le loro critiche si appuntano sul fatto che, nonostante la marea di fango dei preti che molestano, violentano, tormentano, adulti e adolescenti avanzi sempre più minacciosa, la chiesa non si decide ancora, salvo casi eccezionali, a sospendere dai loro incarichi i responsabili di quei comportamenti che hanno distrutto la sua credibiltà e la stanno portando alla catastofe.
Pur sapendo che quelli che ci rimettono di più sono gli adolescenti, la gerarchia vaticana continua infatti a sostenere i suoi indegni rappresentanti con attestazioni di solidarietà, che lasciano l'amaro in bocca alle persone che vanno al fondo dei problemi, a insabbiare le pratiche che li riguardano, a trasferirli da una diocesi all'altra e a imporre il silenzio sugli scandali di cui si rendono protagonisti.
Tutto questo danneggia l'immagine della chiesa, crea sconcerto nei fedeli e il sospetto che si nasconde uno scandalo per impedire he ne emergano di peggiori.
Si si continuerà a scendere lungo questa china, le diocesi perderanno i loro fedeli e si arriverà allo sfacelo.
I seminari infatti sono vuoti, le chiese deserte, piazza San Pietro sempre meno affollata e le coppie di fatto più numerose dei matrimoni religiosi. E la causa di questa corsa anelante alla rovina va individuata nella condotta del clero, che ha smesso di assumere comportamenti all'altezza del suo compito e si è arreso alle tentazioni del secolo.
In conseguenza di questo lassismo la religione è caduta in uno stato comatoso e più i preti appariranno come lupi avidi di potere, ricchezze e privilegi, prepotenti, arroganti e schiavi del sesso, più i fedeli scapperanno per non essere azzannati.
Nella sua omelia sul vangelo di Matteo, Giovanni Crisostomo diceva "se saremo agnelli, vinceremo, se lupi, saremo sconfitti".
Mai profezia fu più azzeccata. Se avessero seguito il suo consiglio, adesso la chiesa non si troverebbe in queste condizioni.

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Strumentalizzazione pubblicitaria. Imbarco Immediato: "Offesi dall'atteggiamento denigratorio".

L’associazione gay e lesbica della Svizzera Italiana ha preso posizione nei confronti della campagna di promozione delle stazione sciistica di Airolo e delle reazioni che hanno provocato.

(Ticinonline) Il Ticino, si legge nel comunicato odierno, ha dovuto assistere a persone che “vanno in bianco”, a bieche questioni di marketing, a vendette trasversali di personaggi altolocati, alla voglia di apparire, a pubblicitari che si credono Toscani e a Dolce Gabbana, e a moralismi da quattro soldi".

"Ancora una volta", scrive ancora Imbarco Immediato, "quelli che hanno pagato il tributo più grande sono state le persone omosessuali, (anche quelle che non sciano!) costrette a rivivere offese e denigrazioni". L'associazione si stupisce anche del fatto che i pubblicitari abbiano scelto una campagna del genere per promuovere la stazione sciistica di un comune poco aperto verso le persone omosessuali era già stato comprovato nella votazione del 5 giugno del 2005, per la quale solo il 33% dei votanti si era espresso a favore della legge per le unioni di coppie omosessuali.

L'associazione ritiene che gli omosessuali sono diventati soggetti involontari, "scelti come strumenti per finalità che non li riguardano". Per questo si sentono doppiamente offesi: "da un lato perché usati come oggetti, dall’altro perché oggetto di atteggiamenti denigratori" e vogliono "quindi far notare che queste situazioni compromettono, in pochi giorni, il lavoro fatto sull’arco di anni da tutte le persone impegnate per un Ticino democratico, laico, rispettoso delle minoranze, capace di incontro e di apertura". Imbarco Immediato critica anche l'atteggiamento di Marco Solari che si è fatto portavoce, secondo l'associazione "si è fatto promotore e portavoce solo di quella parte di paese meschina e piccola, facendo sentire “inadeguate” anche le molte persone omosessuali che visitano il Ticino".

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Iran: un amico di Makwan spiega perché il ragazzo è stato assassinato.

(Roberto Malini) Seimila cittadini iraniani hanno partecipato in lacrime al funerale di Makwan. La campagna per la vita del ragazzo gay assassinato dal regime della Republica Islamica ha raggiunto ogni angolo del Paese e sta generando la nascita di un movimento di opinione che coltiva l'indignazione per l'ultimo di una serie di efferati crimini di stato.

Makwan è diventato una leggenda. Il suo martirio commuove e unisce il popolo iraniano, oppresso da una dittatura feroce. "Noi amiamo Makvan. Makwan vive in noi," dicono a voce sempre più alta i cittadini. Un ragazzo iraniano di Paveh, la città in cui nacque Makwan, ha inviato un messaggio a tutti gli attivisti attraverso il blog "Gays Without Border", nato durante il caso di Pegah e sempre vicino al Gruppo EveryOne.

"Sono un cittadino di Paveh, la cittadina in cui viveva Makwan. Lo conoscevo molto bene e tutti, in città, sanno che era innocente o almeno che non meritava l'inumano verdetto emesso da una banda di criminali che dovrebbero avere quale compito l'amministrazione della giustizia in Iran. Desidero dirvi la verità riguardo ai motivi che hanno condotto alla tragica morte di Makwan.

I giovani che vivono a Paveh, che siano curdi o sunniti, sono privati di molti diritti; in maggioranza sono senza lavoro e la città ha sempre subito forme di persecuzione da parte del regime, dopo la Rivoluzione Islamica, per le attività politiche. Ora la gioventù di Paveh è piena di rabbia, un sentimento accumulato in tanti, troppi anni di ingiustizia. Per diffondere un'atmosfera di terrore, il regime ha sacrificato Makwan, in modo che i giovani non protestino più, per nessun motivo.

L'hanno giustiziato e useranno questa violenza per raggiungere i loro torbidi fini politici. Questa azione però è stata condannata da tutta la città e ha generato fra di noi un clima di unione e consapevolezza. Siamo accorsi in massa al suo funerale, per protestare contro il regime e le sue politiche repressive. Lancio un appello a tutti i gruppi internazionali per i diritti umani affinché continuino a protestare contro le sentenze del regime, che mette a morte giovani innocenti. Gli attivisti per i diritti umani, in tutto il mondo, devono continuare a operare per la giustizia e fare del loro meglio per mettere di fronte alle loro responsabilità coloro che hanno emesso l'iniquo verdetto e procedono nel loro contegno senza alcuna vergogna. Grazie".

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Unioni civili a Roma: l'assassino non è il maggiordomo, ma il piddì.

(Elfobruno) Questo post è dedicato a Riccardo Camilleri, simpatizzante e militante del partito democratico romano che in un editoriale di Gay Today accusava la sinistra radicale e i Radicali di essere i responsabili politici del fallimento del registro sulle unioni civili.

L'articolo che segue è ripreso dal sito dello SDI - nota forza eversiva e estremista dell'attuale maggioranza consiliare - e riporta il pensiero e le dichiarazioni di Gianluca Quadrana, consigliere socialista che si esprime in merito alla penosa questione del registro.

“Abbiamo lavorato, assieme a Sinistra democratica, per tenere insieme la maggioranza, e insieme al vicesindaco Garavaglia avevamo trovato un testo che potesse andare bene, ma, come un fulmine al ciel sereno, è arrivato uno stop secco dal Sindaco che ha chiesto un ritorno in maggioranza”. Così il consigliere socialista al Comune di Roma, Gianluca Quadrana interviene sullo stallo della richiesta di istituire un registro delle unioni civili nella capitale. Due sono le delibere sulle Unioni Civili presentate a Roma, una di iniziativa consiliare di cui Gianluca Quadrana è stato il primo firmatario e che risale al luglio 2006 e un’altra a cui i socialisti hanno partecipato, di iniziativa di varie associazioni tra cui Associazione Radicali Roma, Rosa Arcobaleno, Glbt socialisti, che ha ricevuto 10.623 firme e depositata il 5 giugno scorso.

“Ora queste due delibere sono all’ordine del giorno e verranno probabilmente discusse la settimana prossima, ma le resistenze sono molte” ha commentato Quadrana. “Questo a dimostrazione - ha aggiunto - dell’esistenza di agenti esterni alla dinamica del Campidoglio”. Il primo indagato per Quadrana è il Vaticano che ha fatto sapere attraverso i mezzi stampa il suo disaccordo per l’istituzione del registro delle unioni civili a Roma. “Una conferma, - ha proseguito l’esponente socialista - che il Pd è una ‘fusione a freddo’ che mette assieme delle forze non avendo dei valori condivisi”. Concludendo Quadrana: “La nostra battaglia è di civiltà -che significa da una parte- l’affermazione dei diritti negati – e dall’altra- smascherare involontariamente l’affermata finta laicità del Pd, prigioniero della componente cattolica, interessato più sull’ossequio dell’Oltretevere che a garantire i diritti delle coppie più deboli”.

Sarebbe il caso che Riccardo Camilleri scrivesse un ulteriore editoriale con tanto di scuse nei confronti dei movimenti e dei partiti da lui ingiustamente accusati del male di cui è affetto il suo partito di riferimento.

E sarebbe anche il caso che la redazione fosse più accorta nel pubblicare certi comunicati che gettano discretito sull'intero progetto portato avanti da Gay Today.

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Compie 10 anni il protocollo di Kyoto, fallito prima ancora di essere applicato.

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(Panorama) Sono sei i gas ad effetto serra al centro degli accordi presi in Giappone l’11 dicembre del 1997: tra essi il biossido di carbonio (il famoso CO2) e il metano. L’obiettivo dell’accordo era che i Paesi firmatari si impegnassero a ridurre le proprie emissioni di questi gas serra di almeno il 5% rispetto al livello del 1990 nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012. L’Unione europea ha ratificato il protocollo di Kyoto (qui il pdf in inglese) il 31 maggio 2002. Il protocollo è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica della Russia. Vari paesi industrializzati non hanno voluto firmare il protocollo, tra cui gli Stati Uniti e l’Australia, che però si è rimessa in pari con il nuovo governo laburista, il cui premier ha ratificato il protocollo all’apertura della conferenza di Bali a inizio dicembre.

Ma ad oggi la produzione mondiale di gas e anidride carbonica non solo non è diminuita, ma è addirittura cresciuta in misura esponenziale. In Europa si producono ogni anno piu’ di 35 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2), di cui quattro provengono da camini, ciminiere, autoveicoli. Nel 2050, in assenza di contromisure, le attuali emissioni raddoppieranno.
Il quarto rapporto sui cambiamenti climatici del’IPCC presentato a novembre a Valencia, quello sulla base del quale si discute a Bali per formulare il dopo-Kyoto, si concludeva con una frase che lascia poco all’immaginazione. “Le scelte in merito ad ampiezza e tempistica degli interventi di mitigazione dei gas serra implicano di mettere sulla bilancia i costi economici di più rapide riduzioni delle emissioni ora, contro i corrispondenti rischi climatici a medio e lungo termine derivati da interventi tardivi”.
Ora si punta al Kyoto 2, ma trovare l’accordo nel summit in corso a Bali non sarà facile: non tutti i Paesi sono disposti, o sono nelle condizioni, di sostenerne il peso economico di scelte ambientali. Tra questi Brasile, India e Cina, che sono fra i maggiori produttori mondiali di gas serra.
E mentre la conferenza si avvia alla conclusione, online si moltiplicano le iniziative di informazione e partecipazione sul tema dei cambiamenti climatici. La rivista scientifica Nature, per esempio, ospita nel suo quartier generale all’interno di Second Life, che non poteva che chiamarsi Second Nature, una serie di conferenze con ospiti illustri. L’ultima è prevista giovedì 13 dicembre, alle 18 ora italiana: a parlare sarà George Monbiot, giornalista del Guardian e autore del libro Calore!

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Binetti: Alla prossima fiducia i voti contro saranno tre.

(Apcom) - "La prossima volta non sarò sola, sono sicura che saremo in tre". In un'intervista a Libero, la senatrice del Pd Paola Binetti annuncia che in caso di un altro voto di fiducia al governo Prodi i tre "teodem" voteranno, insieme, contro. La Binetti ridadisce che il suo no di giovedì scorso alla fiducia nasce da una "una scelta di tipo etico" perché "questa norma (sull'omofobia, ndr) va contro la mia coscienza", e spiega che il sì giunto dai suoi colleghi Bobba e Baio è stato "sub condicione".

Poi la senatrice avverte che se il "Pd non sarà capace di fare una sintesi in cui i valori cattolici siano espressi con pari dignità rispetto agli altri", "per me non sarà più possibile starci".

In merito alla richiesta di Andrea Benedino di "cacciarla dal partito", la Binetti afferma che "la sua reazione dimostra tutta la pericolosità di questa norma. Sono io la vittima del sistema, sono gli omosessuali a discriminare me".

Dichiarando di non aver ancora sentito Romano Prodi, la senatrice "teodem" afferma che spera che il leader "si renda conto che ci sono in atto delle procedure che non sono sempre quelle con cui uno si sente a proprio agio".
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BENEDINO (PD): "BINETTI SENZA PUDORE SI ATTEGGIA A VITTIMA. SE NON LE STA BENE IL PD, SI ACCOMODI PURE ALL'USCITA"

"Certo che questi teodem hanno una bella faccia tosta: tengono sotto ricatto governo e parlamento e senza alcun pudore si atteggiano a vittime." Lo dichiara Andrea Benedino, già portavoce dei gay DS e componente della Commissione sul Manifesto dei Valori del PD.

"La sen. Binetti - continua Benedino - un giorno vota contro la fiducia al suo Governo su una norma che anche la capogruppo Finocchiaro ha dichiarato essere tutto fuorchè una questione eticamente sensibile. Il giorno dopo si presenta, come se nulla fosse e senza che nessuno o quasi abbia nulla da eccepire, a scrivere la Carta dei Valori del PD. E infine si dichiara vittima del sistema e delle discriminazioni degli omosessuali."

"Il problema è un altro: è che la sintesi sui valori che la sen. Binetti ci vorrebbe imporre è quella che porta dritti a un Partito Teocratico e quindi non sarà mai fatta propria da un Partito che si dice invece Democratico. Binetti se ne faccia quindi una ragione - conclude Benedino - e se non si trova a suo agio, si accomodi pure all'uscita, dove troverà ampi spazi politici più confacenti al suo clericalismo."

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Israele: riconosciuta maternità a una coppia lesbica.

(Agenzia Radicale) La Corte suprema israeliana ha imposto al ministero dell'interno di riconoscere come madri di un bambino due donne lesbiche. Lo si e' appreso da agenzie di stampa che citano fonti giudiziarie. Una delle due e' la madre naturale del bambino, mentre l'altra e' stata riconosciuta come madre adottiva da un tribunale di San Francisco, negli Stati Uniti.

A decidere sul caso un'altra donna, il presidente della Corte, Dorit Beinish, che ha criticato il ministero per essersi rifiutato di registrare come madre la madre adottiva. Il giudice ha ricordato come già nel 2006 lo stato di Israele ha riconosciuto formalmente l'adozione di bambini da parte di una coppia di lesbiche, criticando il ministero che ''detta le sue leggi''.

La giustizia israeliana nel 2004 ha stabilito la validita' dei matrimoni omosessuali per tutto quanto concerne le questioni di proprieta' e di eredita'. Cio' non implica comunque che lo stato riconosca formalmente i matrimoni gay perche' in Israele e' riconosciuto solo il matrimonio religioso.

Nonostante l'ostilita' che circonda gli omosessuali negli ambienti religiosi israeliani, l'omosessualita' non e' piu' punita dal 1988.

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La7 e Daniele Luttazzi. La difesa d'ufficio di Gad Lerner all'emittente.

(Gad Lerner) Sono molto affezionato a La7, piccola televisione cui approdai dopo avere consumato al Tg1 il mio rapporto con una Rai rivelatasi purtroppo irriformabile. In questa nicchia -facendo tesoro forse anche della sua costrizione a restare piccola- la tv della Telecom mi ha concesso spazi di libertà reale anche sui temi per lei meno digeribili. Sotto la gestione di Tronchetti Provera ho trasmesso puntate dell’Infedele assai critiche nei suoi confronti, dando spazio per primo alle denunce di Massimo Mucchetti. I nostri servizi additavano le responsabilità del governatore Fazio e del superbanchiere Geronzi quando gli altri media li consideravano degli intoccabili, e il nostro azionista gli era molto legato. Con il governo Berlusconi in carica abbiamo invitato Marco Travaglio, Sabina Guzzanti, Paolo Flores d’Arcais, altrove ostracizzati. Con il compianto professor Mauro Mancia ci siamo dilettati nell’analisi del complesso d’inferiorità del Cavaliere…

Con Daniele Luttazzi temo La7 abbia sbagliato, non valutando a sufficienza la natura particolare della sua satira, contraddistinta da un forte ricorso al turpiloquio, alla cacca e alla pipì. Luttazzi ha riproposto in tv testi già rappresentati in teatro e pubblicati su dvd, compreso quello su Giuliano Ferrara. Certo gli effetti mutano nel passaggio dal teatro alla televisione, bisognava prevederlo in anticipo. Se non altro per le diverse responsabilità legali, in caso di denunce. Mi spiace che la censura di Luttazzi sia scattata solo in difesa di “uno dei nostri”.
Giuliano Ferrara è sicuramente una risorsa preziosa de La7, dotato peraltro di scorza dura e d’ironia. Ma Luttazzi aveva già usato i medesimi argomenti nei confronti di altri protagonisti della vita pubblica italiana.
Se La7 ha sbagliato, è stato solo per il forte desiderio di mandare in onda un grande artista trasgressivo e geniale.
Forse bisognava rifletterne prima con un buon avvocato...

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Presidente Arcigay Mancuso costretto a troncare intervento.

ARCOBALENO/ COMITATI 'NO DAL MOLIN' INTERROMPONO ASSEMBLEA.
Presidente Arcigay Mancuso costretto a troncare intervento.

(Apcom) - Con un rumoroso corteo dei comitati 'No dal Molin' di Vicenza, l'Assemblea della Sinistra Arcobaleno è costretta a una interruzione. Mentre con fischietti, campanacci e pentole i manifestanti contro la base Usa di Vicenza prendono possesso della sala alla nuova Fiera di Roma, il presidente dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, lascia sdegnato il podio dopo essere stato costretto a interrompere il suo intervento. Il comitato 'No dal Molin' ha poi preso la parola di fronte all'assemblea.
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Ndr. Povero Aurelio, già non lo ascolta nessuno...

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Patrick Dempsey è il nuovo volto della Versace.

(The gossipers) Patrick Dempsey, qui sopra fotografato all’uscita del suo hotel, è stato scelto come nuovo volto Versace. Donatella è veramente convinta della scelta tant’è che ha fatto firmare all’attore di “Grey’s Anatomy” un contratto della durata di due anni.

Ecco cos’ha dichiarato la leader di casa Versace: “Patrick rappresenta tutto ciò che è grande in questa collezione; ha quella sicurezza, è completamente a suo agio con se stesso, il che lo rende così attraente. E’ l’uomo moderno dei nostri giorni e ovviamente sta benissimo vestito Versace.”

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Rickman, Oldman, Watson e Radcliffe tra gli 100 attori più sexy.

(Diagonalley) L’Empire Magazine ha appena pubblicato la sua lista dei 100 attori più sexy e alcuni attori dai film di Harry Potter sono stati insigniti di questo titolo. Si tratta di: Alan Rickman (professor Piton), Gary Oldman (Sirius Black), Emma Watson (Hermione Granger) e Daniel Radcliffe (Harry Potter)
L’Empire dice di Alan Rickman (83° posto) nel suo ruolo in “Die Hard”: “Ambizioso, ben vestito, educato classicamente – se non fosse malvagità pura l’Hans Gruber di Die Hard sarebbe dell’ottimo materiale per un boyfriend,” e continua dicendo:
"tutte le donne amano il cattivo ragazzo e a nessuno riesce meglio questo ruolo di Alan Rickman. Ci riesce grazie alla voce e alla sua presenza autorevole. Tale è la sua abilità di rendere il male che fa sembrare attraente persino l’untuoso professor Piton."

Seguendo al numero 72, Gary Oldman finisce nella lista per aver dato “anche ai personaggi più terrificanti un lato sexy”, mentre Emma Watson si è classificata al 26° posto con questa nota: “E’ cresciuta bene attraverso i film di Harry Potter da bambina dai capelli arruffati a una giovane donna elegante e sicura di sé.”

Infine, di Daniel Radcliffe (23° posto) dicono: "sembra solo ieri che il giovane Potter è entrato per la prima volta a Hogwarts, ora sta spopolando a West End – come crescono in fretta. Essendo diventato un giovane attore bello e sicuro di sé, il futuro di Radcliffe appare molto brillante."

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Benedetto XVI condanna il “consumo del corpo umano”.

(Noipress) Dura condanna di Papa Benedetto XVI al “consumo del corpo umano” di cui sono vittime giovani, adolescenti e bambini.
Prima della recita dell’Angelus, dalla finestra del Palazzo apostolico per la festa dell’Immacolata Concezione, il Pontefice si è rivolto principalmente ai giovani di oggi, “cresciuti in un ambiente saturo di messaggi che propongono falsi modelli di felicità”.
“Questi ragazzi e ragazze - ha osservato infatti il Papa - rischiano di perdere la speranza perché sembrano spesso orfani del vero amore, che riempie di significato e di gioia la vita”.
“Non poche esperienze ci dicono purtroppo che gli adolescenti, i giovani e persino i bambini - ha ammonito Benedetto XVI - sono facili vittime della corruzione dell'amore, ingannati da adulti senza scrupoli i quali, mentendo a se stessi e a loro, li attirano nei vicoli senza uscita del consumismo: anche le realtà più sacre, come il corpo umano, tempio del Dio dell’amore e della vita, diventano così oggetti di consumo; e questo sempre più presto, già nella preadolescenza. Che tristezza - ha isistito il Papa - quando i ragazzi smarriscono lo stupore, l’incanto dei sentimenti più belli, il valore del rispetto del corpo, manifestazione della persona e del suo insondabile mistero!”.

Il Papa ha preso quindi spunto dalla festa dell’Immacolata per invitare a seguire il modello di Maria, “una madre splendente di bellezza, trasparente all’amore di Dio”. “Sul cammino dell’Avvento - ha scandito il Pontefice - brilla la stella di Maria Immacolata. Guardando Lei, noi riconosciamo l’altezza e la bellezza del progetto di Dio per ogni uomo: diventare santi e immacolati nell’amore”.

Il Papa ha ricordato inoltre che proprio oggi iniziano le celebrazioni per il 150esimo anniversario delle apparizioni mariane di Lourdes.
E per l’Immacolata, rispettando la tradizione, questo pomeriggio il Papa deporrà una corona sotto la statua della Madonna in piazza di Spagna. Ci saranno anche il cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, e il sindaco della capitale, Walter Veltroni.

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Ma se dico Luxuria è un frocio, andrò in galera?

(Temis) "Frocio" è il termine gergale con il quale, soprattutto nel sud, si appella l'omosessuale. E' un termine tradizionalmente negativo in quanto negativo era tradizionalmente il giudizio nei confronti dell'omosessualità. Ma il connotato negativo non è proprio del termine tanto è vero che è utilizzato anche tra gli omosessuali (che lo declinano, spesso, al femminile: "frocia").
Dire pertanto che un omosessuale dichiarato, come ad esempio l'onorevole Luxuria (lasciamo stare le sfumature sessuali), è un frocio configurerà una discriminazione atta a sostanziare il reato e, quindi, ad aprire le porte della galera? non dovrebbe perchè in questo contesto non siamo dinanzi ad una opinione, ma alla constatazione di un dato di fatto acclarato, constatazione operata ricorrendo ad un termine gergale che è tradizionalmente ma non oggettivamente negativo. Insomma i giudici avranno di che lavorare e anche i froci dovranno smettere di chiamarsi tra di loro froci. Così come dovranno smettere di sfilare nella giornata dell' "orgoglio gay" perchè, logicamente ancorchè implicitamente, potrebbe essere considerata discriminatoria nei confronti di chi non lo è!!!!

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The L Word, la quinta stagione in anteprima su OurChart.com.

(Telesimo) La quinta stagione di "The L Word" debutterà in anteprima assoluta e gratuitamente sul sito OurChart.com, esattamente una settimana prima il suo lancio in televisione su Showtime channel previsto per il prossimo 6 gennaio! Ricordiamo che OurChart.com è il sito di riferimento statunitense per la comunità lesbica, online dal gennaio 2007. Oltre alla premiere intitolata LGB Tease, il 30 dicembre si potrà trovare uno speciale dietro le quinte .

“The L Word”, che racconta della vita e degli amori di un gruppo di lesbiche Los Angeles interpretate da Jennifer Beals, Pam Grier, Laurel Holloman, Karina Lombard, Leisha Hailey, Mia Kirshner e Katherine Moenning, è creata e prodotta da Ilene Chaiken. In Italia è da poco terminata in prima visione la quarta stagione su Jimmy (SKY canale 140) mentre in chiaro va in onda nella notte su La7.

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Le confidenze di Monica Bellucci: non mi pento mai.

(Andrea Marcenaro - Panrama) Il mondo dei maschi si divide in tre. Quelli che le Monica Bellucci le vedono tutti i giorni dal vivo; quelli che le vedono tutti i giorni alla televisione e si chiedono che mondo maledetto sia questo, dove viene negato loro il diritto di mordersi ciascuno la sua Bellucci; e quelli come me, che di averle non se ne parla, però una Bellucci ogni tanto la incontrano.

Signora Bellucci, la adoriamo tutti quanti.
Ha visto i miei film?
Neanche uno, non vado al cinema da quando non si fuma. Un pezzo di Malena, alla televisione, non mi sembrò un granché. In compenso era lei un granché.
Ah, siamo all’intervista intelligente, della serie bella figliola ma non sa recitare?
E come faccio a dirlo, se non l’ho vista recitare? Se dice di saperlo fare, io le credo. È un’intervista da guardone, semmai. Diciamo da pettegolo guardone. Ci sta?
Proviamo.
Tolga intanto quel peso dalle spalle di Ilaria D’Amico.
In che senso?
Che ve la intendete. Lesbismo. Ogni due per tre vanno da Ilaria e le dicono: sei fidanzata con Monica. La poveretta passa la vita a smentire: siamo amiche, solo amiche, molto amiche. Non ne può più. Nel frattempo lei, la vera star, tace, e il suo silenzio alimenta il prurito.
Poveri cretini. Siamo amiche, solo amiche, molto amiche. Le pare poco? Ilaria è bella e ha talento, provano a fargliela pagare così. Non si preoccupi, però, non ci riescono.
Mezza risposta.
È cretino anche lei? Che cosa intende per risposta intera?
Siamo amiche, solo amiche, molto amiche. E detesto il lesbismo…
È cretino anche lei. Siamo amiche, solo amiche, molto amiche, non detesto il lesbismo, mi sono simpatiche le lesbiche, adoro gli uomini, mi piacciono gli uomini, vado pazza per gli uomini e le confesserò di più: vado pazza per un uomo solo. E quando dico uomo intendo maschio. Trova questo sufficientemente etero?
Prurito appagato. L’ha invitata, finalmente, Sofia Loren? Ha chiesto la mitica Sofia, dopo averla ascoltata, di incontrare la Monica Bellucci?
Cosa c’entra Sofia Loren?
Alla Festa di Roma lei avrà detto cento volte: ah, la Loren, il mio mito è la Loren, ma che grande privilegio sarebbe per me conoscere la Loren, così le chiedo: le avrà almeno dato un colpo di telefono dopo quella mitragliata di attestati? O no?
No.
Lei è la sua erede italiana.
Questo non lo so.
Una telefonata non si nega a nessuno. Forse la star è invidiosa di Monica Bellucci?
Lei dev’essere cretinissimo. La questione è più semplice, io ho molto da fare, la signora Loren ha molto da fare, abbiamo tutte e due molto da fare, se dovrà capitare, capiterà.
Scrivono che i suoi personaggi femminili o sono oggetto, come la prostituta delle scuderie di Gérard Depardieu, o ex oggetti assolutamente pentiti, come la Maddalena di Mel Gibson. E una vena ironica mai?
Magari. La parte della contessa burina nel film di Paolo Virzì mi aveva molto divertito. Ma è difficile trovare ruoli così, offrono sempre parti drammatiche. Adorerei le commedie divertenti. Non me le propongono.
Chi la consiglia nella scelta di un film?
Io. Ascolto molti, mi fido di tutti, poi decido io.
Irréversible? La Riffa? Palla di neve?
Io, io e sempre io.
Non voglio immaginare, stando a quel che ho letto, quanto deve pentirsi per alcuni dei film che ha scelto.
Non mi pento mai. È istintivo. Scelgo col cuore, per quel che posso con la testa, e se poi un lavoro va male mi dispiace, ma non mi pento.
Non si pente in generale? Non le piace la parola pentimento? Questo è carino.
Grazie. Comunque sì, non apprezzo il pentimento in generale. Mi è antipatico il termine. Se un vago accenno posso fare, ma al rammarico, riguarda l’eccessivo senso di umiltà e l’imbarazzo esagerato che ho provato all’inizio della carriera. È stato troppo, veramente troppo.
Parliamo di Vincent Cassel, l’uomo che ha sposato, il maschio più invidiato dell’emisfero occidentale. Anzi no, parliamo prima di Emilio Fede. Non mi dica che è vero quel che racconta, che voi siete tanto amici, che le manda perfino i fiori…
Emilio Fede è molto carino con me, è simpatico e mi manda perfino i fiori.
Davvero i fiori? Alla nostra Monica? Li butterà, spero.
Li metto, anzi no, scriva bene, li ripongo nel vaso grande, con tanta acqua.
Bene, con tant’acqua muoiono. Cassel, invece, non sembrerebbe esattamente la fotocopia di un Fede di Paris. Mi dica una cosa: perché gli uomini vi piacciono sempre così adrenalinici, nevrotici, muscolosi e maledetti?
Perché se un uomo mi sta attaccato alle gonne io muoio, e Vincent non mi sta mai attaccato. Così lo amo.
E lui la tradisce.
Non credo.
E allora lei tradisce lui.
E lei più cretino ancora di prima. No, non lo tradisco.
Se ne pentirà. Quelli così nevrotici sono inaffidabili.
A me non piacciono i nevrotici, mi piacciono le persone. Vincent non è un maledetto, è solo poco docile. Non è un casseur, né un demagogo, né uno che gioca alla banlieue, è una persona libera.
Che trasporto! Lo sa che espressioni del genere piacerebbero molto all’ex cardinale Ratzinger?
Lei sa che mi sembra infinitamente più cretino di prima?
Per il poco che ho visto, la sua nudità è materna, protegge, eccita ma rassicura. Per essere un’attrice di grande caratura ci vuole anche lì un minimo di nevrosi. Qual è il lato oscuro della Bellucci? Si sente un po’ dark lady, o è la Maria Grazia Buccella del Terzo millennio?
Io ho una figlia, una famiglia, mi piace il mio lavoro, se devo mi spoglio davanti alla macchina da presa, il pubblico può coltivare giustamente le sue fantasie, ma lei eviti di rompermi le scatole su questioni a cui forse non saprei rispondere, a cui di sicuro non voglio, e che in ogni caso non devono finire sui giornali.
Nata modella, Monica Bellucci sembra più Armani che Dolce & Gabbana e più Missoni, alla fin fine, di quel relativista assoluto di Cavalli. Più santa che porca?
Le rispondo seccamente. Non sono schiava della moda, primo. Secondo, ho il mio punto di vista. Terzo, ho lavorato con Dolce & Gabbana e non è mia abitudine sputare nel piatto dove ho mangiato.
È vero che intende produrre film suoi?
A chi non piacerebbe? Ci sto pensando.
È vero che ha incontrato Juan José Bigas Luna per il prossimo film?
Vero. Ma per ora è un’idea.
È vero che le piace Nicolas Sarkozy?
Ha dimostrato di sapersi guadagnare la fiducia dei francesi, si espone, va in trincea, lo stimo.
Ha dichiarato guerra alla teppaglia, Sarkozy, e all’immagine teppistica delle banlieue. Quel maledetto del suo Vincent potrebbe trovarsi in una situazione contraddittoria.
La teppaglia potrebbe trovarsi in difficoltà. Non vedo perché dovrebbe il mio Vincent, è semplicemente un anarchico.
Monica Bellucci, vale a dire «chevalier des arts e des lettres». Quanto le ha fatto piacere l’onorificenza francese concessa per mano di Sarkozy?
Molto.
E la moglie Cécilia com’è?
Bella donna.
Le ha mai detto nessuno che è molto carina anche lei?
Così su due piedi non ricordo.

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"Black comedy" arriva al teatro Duse di Genova.

(Paolo Fizzarotti - Genova press) Black Comedy dell’inglese Peter Shaffer (nella foto) è la travolgente commedia per la quale da martedì 4 dicembre si aprono al Teatro Stabile di Genova le prenotazioni e le vendite per tutte le rappresentazioni programmate dall’11 al 16 dicembre al Duse. Prodotto dalla cooperativa Attori & Tecnici, che quest’anno festeggia il suo trentesimo anno di attività, lo spettacolo si avvale della scorrevole regia di Attilio Corsini, che ne ha curato anche la traduzione e l’adattamento, ed è interpretato da un’affiatata compagnia composta da Viviana Toniolo, Stefano Altieri, Massimiliano Franciosa, Annalisa Favetti e Stefano Messina. La scena è firmata da Uberto Bertacca.

Black Comedy è una commedia costruita su un’idea scenica dichiaratamente paradossale. Il pubblico, infatti, vede la commedia al negativo: quando i personaggi brancolano nel buio, sulla scena c’è una luce accecante e, al contrario, quando si accende anche solo un fiammifero o una candela tutto si fa buio. Tutto si svolge nell’appartamento dove un giovane scultore spiantato e la sua fidanzata snob aspettano due visite per loro "fondamentali": quella del padre di lei che deve dare l’assenso al matrimonio e quella di un ricchissimo collezionista tedesco che potrebbe fare la fortuna dell’artista. Per rendere più accogliente il modesto appartamento i due hanno "preso in prestito" dal vicino, un antiquario partito per il week end, mobili e soprammobili preziosi di cui lui è gelosissimo. Ma proprio quel giorno c’è un black out nella casa. E, quando manca la corrente, arrivano nell’ordine: una vicina astemia terrorizzata dall’oscurità, il padre della ragazza che è un irascibile colonn ello, il vicino antiquario gay rientrato in anticipo, la precedente fidanzata dell’artista che non sa che lui sta per sposare un’altra, un operaio della compagnia elettrica che parla con accento tedesco e viene scambiato per il ricco collezionista. Alla fine, atteso come Godot e causa di nuovi esilaranti equivoci, arriva anche il miliardario.

Attraverso una commedia recitata "alla cieca", a tentoni e a spinte, Black Comedy costruisce un travolgente meccanismo comico, che diventa anche la metafora di un’umanità che annaspa, inciampa e farnetica.

Scritta nel 1965 dall’inglese Peter Shaffer (Liverpool 1926), uno dei drammaturghi più costanti nelle hit parade di tutto il mondo (basti ricordare i successi di Equus e di Amadeus), Black Comedy fa vedere agli spettatori ciò che i personaggi fanno e vivono nel buio. E nel buio è tutto un frenetico susseguirsi di equivoci, tormentoni, scambi di identità: un "parapiglia" di grande coralità, con gli interpreti che devono sincronizzarsi in movimenti millimetrici per eseguire una nevrotica partitura dalla quale scaturiscono straordinari effetti comici.

Per Black Comedy – in scena al Duse dall’11 al 18 dicembre - sono validi tutti gli abbonamenti (Fisso, Libero, Giovani), oltre che le consuete agevolazioni per studenti e gruppi organizzati in collaborazione con l’Ufficio Rapporti con il Pubblico.

Info: 010/53421 www.teatrostabilegenova.it
Orari: feriali ore 20,30 festivi ore 16 prezzi: 23,50 euro (1° settore), 16,00 euro (2° settore) Prevendite da martedì 4 dicembre.

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La coppia è gay? Niente divorzio.

Un tribunale del Rhode Island ha rifiutato di sciogliere un matrimonio di una coppia lesbica contratto in un altro stato.

(La Stampa) Un tribunale del Rhode Island ha dichiarato che non permetterà a una coppia omosessuale, unita in matrimonio in Massachussets, di divorziare. Cassandra Ormiston e Margaret Chambers si sono sposate a Fall River nel 2004 dopo che il Massachussets è diventato il primo stato del paese a consentire le unioni tra partner dello sesso. La coppia aveva convissuto per dieci anni prima di convolare a nozze, ma due anni fa il rapporto è andato in crisi.

La corte ha deliberato che finché sarà in vigore la legge, datata 1961, che definisce il matrimonio esclusivamente come l'unione tra un uomo e una donna, lo stato del Rhode Island non può concedere il divorzio a una coppia omosessuale, anche se queste hanno contratto regolare matrimonio in un altro stato. La 70enne Ormiston ha denunciato la decisione del tribunale come l'ennesimo atto discriminatorio nei confronti di gay e lesbiche. "La coppia si trova ora in un limbo giuridico" ha dichiarato l'avvocato della donna.

Il governatore Donald Carcieri ha espresso compiacimento per la decisione del giudice. "La scelta del tribunale è stata la più appropriata secondo il diritto del nostro stato - ha dichiarato Carcieri - Per me è sempre stato chiaro che la legge del Rhode Island è stata scritta per consentire il matrimonio, e quindi il divorzio, esclusivamente tra un uomo e una donna". Stesso compiacimento hanno espresso molte associazioni conservatrici e cristiane. Per ufficializzare la separazione, alla coppia non resta che trasferirsi in Massachussets.

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Norma anti-omofobia c'è un errore nel decreto. Impreciso il riferimento al Trattato europeo. Il governo costretto a correggere.

Giovedì Pera l'aveva denunciato in aula. Per "blindare" il testo i partiti della sinistra radicale disposti anche a scendere in piazza.

(Giovanna Casadio - La Repubblica) E adesso si scopre che c'è una svista nella norma anti omofobia, per la quale il governo ha rischiato di andare a gambe all'aria anche per il mancato voto di fiducia della teodem Paola Binetti. Nel decreto sulla sicurezza c'è il riferimento a un articolo sbagliato del Trattato di Amsterdam: quello giusto - in cui si parla di discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale - non era l'articolo 13 effettivamente citato nel decreto ma il numero 2, comma 7. Peraltro il Trattato non ha il valore delle delibere europee, cioè di costituire indirizzo normativo per gli Stati membri.
Il governo se n'è reso conto in corso d'opera. Non poteva ignorarlo del resto, poiché giovedì in aula è stato Marcello Pera, l'ex presidente del Senato, a sottolineare l'errore materiale. L'articolo 13 del Trattato - ha detto Pera - fa solo riferimento alla sua "durata illimitata".
Tuttavia, l'impegno del ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti ("Cancelleremo questo riferimento errato nella sua formulazione e inapplicabile") è stato interpretato soprattutto come il cedimento alle insistenze dell'ala cattolica oltranzista dell'Unione. Così, si è continuata la guerra ideologica: da un lato il leader dell'Udeur Clemente Mastella, che ha minacciato la crisi se la norma anti-omofobia non verrà cassata (con lui i teodem), dall'altro la sinistra e i laici del Pd per i quali quel riferimento va blindato.
La svista ha il sapore di una beffa. La norma anti-omofobia semplicemente non c'è. Non è scritta da nessuna parte nel decreto sicurezza, non è stata introdotta. Quindi, l'emendamento anti omofobia voluto dalla Cosa Rossa (e di cui il riferimento al Trattato di Amsterdam doveva rappresentare una semplice riformulazione) è evaporato nel nulla.
Ancora ieri, la convention della Sinistra alla Nuova Fiera di Roma lanciava la parola d'ordine: "blindare" in Parlamento la misura contro le discriminazioni ai gay. Maria Grazia Acciarini, sottosegretario alla Famiglia, di Sinistra democratica, ha chiesto che oggi, nella Carta dei valori della Sinistra, la questione sia formulata in questi termini. Disposti anche a scendere in piazza.
Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay, che lo scorso anno restituì la tessera dei Ds, interviene nel workshop sui diritti civili e la laicità: "Una manifestazione nazionale contro l'omofobia vedremo come e quando farla, i leader della sinistra mi hanno garantito che non mollano, terranno duro. Alla Camera questa cosa non si tocca".
E Fabio Mussi, Oliviero Diliberto, Alfonso Pecoraro Scanio s'indignano. "Sono rimasto basito perché queste norme in Europa sono difese da tutti i partiti anche di destra visto che si tratta di norme di civiltà", denuncia Diliberto. "Sono norme che ci sono in tutta Europa, le polemiche succedono solo da noi", rincarano Mussi e Pecoraro.

Il fatto è che quel punto va cambiato per forza. "Il problema è da affrontare subito alla Camera", spiega il sottosegretario all'Interno, Marcella Lucidi. Il ministro Amato ne è ben consapevole. Tutto da rifare per uscire da un pasticciaccio.

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Censura preventiva a La7? Pare di si. Caso Luttazzi: turbolenze a La 7.

(Tvblog) Sono state due le reazioni di Daniele Luttazzi dopo la cancellazione del suo Decameron decretata da La 7, entrambe sono state affidate al suo blog personale. La prima è una geniale citazione di Shining, il film di Stanley Kubrick tratto dall’omonimo libro di Stephen King: un lungo post che riporta solo la frase “Il Mattino ha l’oro in bocca“, la stessa che la moglie di Jack Torrance trova ripetuta ossessivamente nel manoscritto del marito, uno dei primi segnali della follia che porterà il personaggio interpretato da Jack Nicholson a sfogare la sua violenza omicida.

La seconda è il racconto di quanto accaduto nella serata di sabato negli studi di La 7:

Stasera è successo un fatto gravissimo: per motivi legali ( nessuna comunicazione ufficiale della sospensione del programma ) io e Franza Di Rosa abbiamo completato al montaggio la puntata n.6 che doveva andare in onda. Verso le 20, dei funzionari di La7 sono entrati in sala montaggio per impedire fisicamente che proseguissimo. Hanno occupato la stanza, hanno intimato al tecnico di sospendere ( senza averne titolo ), uno di loro si è seduto al mio posto alla consolle e non se ne andava, sfidandoci. Ho telefonato all’avvocato: stavano commettendo un reato ( violenza privata ) e potevo chiamare la polizia. A quel punto sono usciti. Poi, quando ho finito e me ne sono andato, uno di loro è entrato per CANCELLARE TUTTO IL GIRATO di Decameron, passato e futuro. Spero non l’abbiano fatto.

Quanto racconta Luttazzi getta un’ulteriore ombra sinistra sulla sospensione del programma avvenuta in seguito alla battuta che aveva fra i protagonisti Giuliano Ferrara. A La 7 l’aria è sempre più tesa mentre latitano i commenti del Direttore del Foglio e di Antonio Campo Dall’Orto sulla vicenda. Il Comitato di Redazione del Tg della rete ha chiesto un chiarimento alla direzione dopo la decisione di oscurare la notizia su Luttazzi nell’edizione notturna del Venerdì.

La direzione di La7 ha sospeso la programmazione del settimanale Decameron condotto da Daniele Luttazzi. Con un incomprensibile e arrogante atto censorio il vicedirettore Pina Debbi ha deciso di non inserire nell’edizione notturna del tg dell’ 8 dicembre la notizia. E’ un fatto gravissimo che ostacola il dovere di completa e libera informazione del telegiornale di La7 l’immagine di imparzialità e professionalità della redazione e alimentando sospetti sui reali motivi della sospensione del programma

I “sospetti sui reali motivi della sospensione” sono resi palesi senza reticenze dal Cdr del Tg La 7, saremmo di fronte all’ennesimo tentativo di tarpare le ali alla crescita della rete per non andare a “disturbare” il duopolio Rai-Mediaset che pone il “settimo” canale nazionale in una posizione di perenne subalternità.

La battuta su Ferrara, infatti, appare sempre più una “scusa” per chiudere il Decameron. E’ evidente che ritenere la scena paradossale descritta da Luttazzi “un insulto alla persona” sia frutto di una totale mancanza di comprensione del gioco retorico, dell’iperbole satirica proposta dal comico. Una mancanza di comprensione realmente ipotizzabile come in “buona fede” provenendo dalla direzione di La 7? Difficile immaginarlo.

Chissà se una correlazione con la decisione di chiudere il programma, solo dopo la replica del Giovedì lo ripetiamo, può essere trovata nel tema della sesta puntata a questo punto “mai andata in onda”: il commento all’ultima enciclica di Papa Benedetto XVI.

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Crociera gay per capodanno a Rio de Janeiro.


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(Travelblog) Il video riprende il Teadance, con sottofondo classico di Disco Inferno, organizzato dall’Atlantis, un operatore specializzato in crociere e resort per gay. L’atmosfera è a dir poco elettrica e coinvolgente, tanto che alla fine dispiace un pò che questi eventi siano riservati unicamente alla comunità gay.

Comunque sia, la Atlantis ha in programma una crociera per capodanno a Rjo de Janeiro, che promette di essere un evento di per se stessa, ma la novità più grande, è che è in programma per l’estate 2008 la crociera gay più grande mai organizzata in Europa; circa 3.200 ospiti paganti. Prendete carta e penna: si partirà da Barcellona il 5 luglio 2008 e si arriverà a Roma (suppongo Civitavecchia) il 13 luglio.

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Firenze, la trans Sandra si sposerà. Lo ha annunciato Don Santoro.

(TGCom) Altro che pacs. A primavera Don Alessandro Santoro, parroco delle Piagge, quartiere dell'hinterland fiorentino, sposerà Sandra Alvino, transessuale 63enne, e il suo compagno 62enne, Fortunato Talotta. La decisione del sacerdote, secondo quanto riferisce Repubblica, è stata resa nota ieri per lettera all'arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli. Al momento il Vaticano non ha ancora commentato la notizia. Il sacerdote ha aggiunto che annuncerà l'evento alla comunità durante la messa delle 11 nella chiesa delle Piagge. "I fedeli potranno così accompagnare Sandra e Fortunato nel percorso prematrimoniale", ha precisato il religioso sotto gli occhi increduli dei parrocchiani. Alvino e Talotta sono conviventi e si sono sposati con rito civile nel 1983.

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Articolo 14 – Un atto di civiltà: la diplomazia contro le persecuzioni omofobiche.

(Resistenza laica) Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni.

Un precedente storico. Albanese, omosessuale, discriminato. Ecco la storia di Arben, un giovane immigrato regolare, uno studente, che per primo in Italia ha ottenuto lo status di rifugiato politico per il solo fatto di essere gay. Per una volta, da questo paese bigotto arriva una buona notizia.

In Parlamento si discute ancora se ai gay possano essere riconosciuti elementari diritti civili di convivenza. In provincia invece, e in questo caso a Pistoia, si è passati subito ai fatti: e si è creato un precedente politico e giuridico di grande importanza a livello nazionale e internazionale. Prima d’ora solo la laicissima e civile Svezia aveva saputo fare altrettanto. Parliamo della concessione dello status di rifugiato politico ad un ventunenne albanese in attesa di espulsione dovuta alla scadenza del permesso di soggiorno. Motivo: in quanto omosessuale, tornare in patria significherebbe per lui rischiare seriamente l’incolumità se non la vita.

Lui si chiama Arben, ha 21 anni, è albanese e omosessuale. La scorsa primavera era in attesa di espulsione per la scadenza del permesso di soggiorno. Da maggio è invece un rifugiato a tutti gli effetti e vive a Pistoia: in quanto omosessuale, tornare in patria significherebbe per lui rischiare seriamente l’incolumità se non la vita. “Oppure sarei costretto a sposarmi”, commenta.

L’importanza e l’assoluta novità del suo caso sta in un piccolo dettaglio giuridico: in Albania, formalmente, l’omosessualità non è più un reato. Lo era, ma nel gennaio del 1995 è stata depenalizzata con l’abrogazione dell’articolo 135 del codice penale che prevedeva pene fino a 10 anni di detenzione per atti omosessuali. Formalmente quindi, oggi non sussistono più gli estremi per concedere lo status di rifugiato politico perché, sempre formalmente, un omosessuale in Albania non ha più niente da temere. Ma se a livello di ordinamento giuridico il problema sembra essere risolto, questo non vale a livello di cultura popolare e convivenza sociale.
Una prova di ciò la troviamo nell’accesissimo dibattito avvenuto nel 2003 intorno alla riforma del diritto di famiglia albanese, che si è concluso con la negazione di qualsiasi riconoscimento nei confronti delle coppie omosessuali. Ma questo accade anche in Italia, oggi, con tutte le polemiche che circondano i dico.
In Albania però la situazione è molto più tesa e intorno al fenomeno dell’omosessualità si verificano frequentemente atti di intolleranza e discriminazione ben più preoccupanti. Tant’è vero che Arben ha potuto fare outing solo dopo essere arrivato (legalmente) in Italia, all’età di 18 anni: “Quando ho scoperto di essere gay, a 16 anni – racconta – non sapevo neppure che esistesse la parola, l’ho dovuta trovare su internet”. Immediate sono state le reazioni tra gli amici giunti in Italia con lui, e conseguentemente in patria: il giovane ha ricevuto pesantissime e numerose minacce di morte, anche da parte dei suoi stessi familiari.

Il problema si è reso urgente l’indomani della scadenza del suo permesso di soggiorno per motivi di studio: tornare in Albania avrebbe significato vivere nella paura e rischiare di fare la stessa fine del presidente dell’equivalente albanese dell’Arcigay, ucciso in carcere. È stata l’Arcigay toscana, insieme al Centro antidiscriminazione della Provincia di Pistoia, a prendere il mano il caso, “istruendo la pratica di richiesta di asilo ai sensi dell’art. 1 della Convenzione di Ginevra e costruendo anche un dossier dettagliato sull’attuale situazione delle persone omosessuali in Albania – racconta Bert d’Arragon, presidente di Arcigay Toscana – con l’aiuto alcuni avvocati specializzati in materia”. Mentre veniva istruita la pratica, ecco che arriva il decreto di espulsione.

Competenti a decidere su queste particolari richieste sono sette commissioni territoriali istituite dal Ministero dell’Interno. In questo caso, quella di Foggia, presieduta dal prefetto, in quanto il giovane era nel frattempo trattenuto presso il Cpt di Brindisi in attesa dell’espulsione. È la prima volta che in Italia si verifica un evento del genere, e la seconda in Europa: la concessione dello status di rifugiato politico avvenuta esclusivamente in base a minacce “concrete”, provenienti dal tessuto sociale e non dal governo, senza la necessaria presenza di norme di diritto positivo che inducano le nostre istituzioni a prendere le difese di un cittadino straniero. Se invece che albanese, il richiedente fosse stato cittadino dell’Iran, dove per l’omosessualità è prevista la pena di morte, la concessione del diritto di asilo sarebbe avvenuta senza che si ponesse alcun problema giuridico-formale.

Oggi Arben è tornato a Pistoia e continua a fare quello per cui ero venuto in Italia: lo studente di Scienze politiche. E dichiara: “In Italia mi sento al sicuro, qui non possono farmi niente”.

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