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mercoledì 28 maggio 2008

X-Factor: vincono gli Aram Quartet, ma la finale era pilotata? Se lo chiede Panorama.

(Stefania Berbenni - Panorama) Segreti di Pulcinella o malignità? La finale di ieri sera di X-factor è stata preceduta da indiscrezioni, informazioni pilotate, tam-tam da messaggini. Sarà che il programma di Raidue ha generato tifoserie da stadio; sarà che era tempo che non si vedeva un talent-show che rispondesse a questo nome, con al centro il talento dei concorrenti e non la “televisità” e la propensione alla lite stile Amici.

Per tutta la giornata di ieri era Giusy la favorita: lo dicevano i ragazzi della redazione di X-factor, lo faceva capire Simona Ventura, come sempre determinata a vincere (Giusy era nella sua squadra). Tam-tam condizionante? Ennesima furba mossa della ex signora Bettarini? Eppure, per le undici puntate precedenti, gli Aram Quartet (i vincitori finali) doppiavano in quanto a televoto il secondo concorrente in classifica. Sempre primi, sempre davanti a tutti anche se non lo si doveva dire perché i risultati elettronici erano vincolati da segreto professionale. Ma si sa come va…
E allora? X-factor si è chiuso con due vincenti, gli Aram e Morgan, il loro mentore e caposquadra. E con due perdenti, Giusy e Simona Ventura che i gossippari dicevano livida di rabbia ieri sera, sicura com’era che l’onda lunga dei rumors pro-Giusy condizionasse gli indecisi.
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Islam: Iadl aderisce a Gay Pride di Roma, prima volta in Italia. Protesteranno contro l'omofobia islamica?

(Aki) Per la prima volta in Italia un'associazione islamica ha deciso di aderire e partecipare al prossimo 'Gay pride' che si terrà a Roma il 7 giugno. Si tratta della Islamic Anti-Defamation League (Iadl) impegnata nella difesa dei diritti delle comunità islamiche e dei singoli musulmani a livello legale e sociale. "Alcuni saranno presenti perché gay, lesbiche, bisessuali, transessuali o 'questioning' - dichiara la portavoce nazionale della Iadl, Dacia Valent, nella lettera con cui comunica l'adesione alla giornata dell'orgoglio omosessuale - ma tutti noi parteciperemo perché sappiamo nel profondo dei nostri cuori e delle nostre anime che non è necessario essere "qualcosa" per sentirsi parte in causa, o parte del progetto di una vita bella da vivere". La Iadl già in passato si era occupata della difesa dei diritti degli omosessuali. "Non è la prima volta che sosteniamo il diritto degli omosessuali ad una vita piena e priva di discriminazione - conclude la nota - infatti abbiamo premiato con la Mezzaluna d'Oro un'associazione GLBTQ musulmana, Al-Fatiha, con sede a Londra".

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Scandalo a Milano: Disoccupate si offrono di fare sesso in cambio di un lavoro.

Su internet gli annunci shock di giovani donne disposte a concedersi pur di ottenere un contratto a tempo indeterminato.
(Cronaca qui) Marina ha deciso di farlo dopo l’ennesimo colloquio di lavoro andato male. Claudia, invece, milanese di 31 anni, con tanto di laurea in Economia e cinque anni di precariato alle spalle, si è arresa davanti a un mutuo da pagare.
Ognuna di loro ha fatto i conti con la coscienza. Ma prima ancora, con il portafoglio. E hanno deciso di offrire notti di fuoco in cambio di un contratto a tempo indeterminato.
ANNUNCI SHOCK
Sono annunci shock, e si possono facilmente trovare sulle bacheche online di Milano da “kijiji.it” a “bakeka Milano.it”, negli spazi “cerco lavoro” oppure alla voce “relazioni personali”. E poi c’è qualche ragazza (sono sempre di più) che sfoga la sua frustrazione in un blog dove scrive, nero su bianco, che è disposta a offrire una notte di fuoco in cambio di un contratto a tempo indeterminato. Proprio come Sara, la trentenne romana autrice del blog www.trentennedisperata.splinder.com, che fece scalpore due anni fa perché aveva deciso di mettere in vendita il suo corpo in cambio di un contratto.
Il suo esempio pare che lo abbiano preso in molte. Sono soprattutto 30enni, hanno un’istruzione medio alta, alcune di loro si sono trasferite a Milano da altre parti d’Italia con il miraggio di un impiego ben retribuito.

Non aspirano a fare le letterine, le vallette o le attrici, ma lavori normali: segretarie, commesse, impiegate. La questione, però, è molto meno goliardica di come uno se la può immaginare.

Questi annunci, che spuntano come funghi sui siti online e giornali di settore, hanno già attirato l’attenzione della polizia. Gli inquirenti vogliono infatti accertarsi che dietro gli “specchietti per le allodole” non si nasconda qualche caso di estorsione.

Da parte delle aspiranti lavoratrici, ma anche (soprattutto) da parte dei datori di lavoro. Queste ragazze, infatti, spiega un ispettore, anche quando sono in buona fede, «rischiano di fare incontri sbagliati e di mettere la loro vita in mano a dei farabutti per poi entrare in una spirale di ricatti e violenze».

ANNI DI PRECARIATO
Marta (nome si fantasia) lascia il suo annuncio nella bacheca online kijiji.it: «A.A.A. Offro sesso in cambio di un contratto a tempo indeterminato. Ho bisogno di lavorare e non ho tempo da perdere».
Sembra essere proprio il tempo l’ossessione delle fanciulle che accettano di scendere a compromessi in cambio del lavoro fisso. Lo spiega bene Lucia, nel suo blog: «Capisco tutte quelle ragazze che decidono di vendersi in cambio di un lavoro. Io sono precaria da cinque anni e ormai sono disperata. Non posso neppure comprarmi una casa, sposarmi, avere un figlio. Questa è l’ultima spiaggia».
E c’è anche chi, nero su bianco, mette in chiaro i punti dell’accordo: «Si parla di una sola notte di sesso. Non oltre - scrive Kiarina - e il mattino dopo voglio firmare il contratto. Senza scherzi».

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La scienza del Gaydar.

(FrizziFrizzi) Gaydar, ovvero gay+radar: l’abilità innata di un omosessuale di riconoscerne un altro. Sul New York Magazine c’è un articolo (in inglese) molto interessante che parla di una nuova ricerca, basata sulle caratteristiche fisiche, che ipotizza che l’orientamento sessuale sia un fattore biologico.

Vengono portati ad esempio diversi tratti che accomunerebbero gay e lesbiche, differenziandoli dagli eterosessuali. Sembra infatti che una percentuale maggiore di omosessuali abbia la rosa dei capelli in senso antiorario. Altro fattore, la densità delle linee nelle impronte digitali del pollice e del mignolo sinistro: le avrebbero più fitte gay e donne eterosessuali.

Continuando con le mani, c’è il 50% in più di possibilità che gay e lesbiche siano mancini rispetto a uomini e donne eterosessuali. E ancora, la lunghezza dell’indice (sempre della mano sinistra) rispetto all’anulare. Gli uomini eterosessuali hanno tendenzialmente l’indice più lungo; per le donne etero le misure invece sarebbero più o meno identiche; per gay e lesbiche è l’anulare ad essere più lungo dell’indice. Con una variante: le lesbiche butch, pare abbiano le stesse caratteristiche degli uomini etero.

Infine la voce: in un test nel quale a persone di diverso sesso ed orientamento sessuale sono stati fatti ascoltare nastri con delle voci, il 75% dei soggetti ha riconosciuto le voci appartenenti ad individui omosessuali dal tono della voce.

La ricerca è seria, anche se è evidente che alcuni risultati sono soltanto coincidenze. A questo punto però, come scrive David France, autore dell’articolo, ci potrebbe essere il rischio di studiare tali caratteristiche direttamente a livello fetale e quindi, potenzialmente, prevenire l’omosessualità.

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In California il 51% degli elettori approva il matrimonio tra gay.

Il 54% contrario a emendamento contro sentenza Corte suprema.
(Ap) La maggioranza degli elettori californiani è oggi a favore dei matrimoni gay e si oppone all'emendamento costituzionale per metterli al bando. E' quanto emerge da un sondaggio dell'istituto Field pubblicato oggi.

Passando ai dati, il 51% dei sondati approva il matrimonio fra persone dello stesso sesso contro il 42% che è contrario. Nel 2006, in un simile sondaggio il 50% si era dichiarato contrario contro il 44% che si era detto favorevole.

Il sondaggio è stato effettuato nei giorni immediatamente successivi alla sentenza della Corte Suprema della California che il 15 maggio ha ribaltato il bando ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, aprendo la strada alla legalizzazione delle nozze gay nello Stato. Il bando era stato votato a maggioranza in un referendum dagli elettori dello Stato.

Sempre secondo il rilevamento Field, il 54% degli elettori si è detto contrario ad un emendamento contro la sentenza della Corte suprema mentre il 40% è favorevole. I conservatori preparano un nuovo quesito referendario per scrivere a chiare lettere nella Costituzione della California che il matrimonio è possibile solo fra un uomo e una donna.

Nel frattempo il governatore della California Arnold Schwarzenegger, che in passato aveva bloccato due tentativi di legalizzare le nozze gay nel suo Stato, ha cambiato idea: ha già annunciato che non si opporrà all'entrata in vigore della sentenza e ha criticato il tentativo in atto di indire un nuovo referendum per cambiare la Costituzione.

Dal prossimo 14 giugno in alcune contee della California saranno concesse le prime licenze matrimoniali a coppie di gay e lesbiche. Saranno trascorsi infatti trenta giorni dalla sentenza della Corte che ha fatto della California il secondo Stato americano dopo il Massachusetts, a consentire legalmente i matrimoni.

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Accoltellò il figlio gay a Palermo, concessi i domiciliari. Forse non aggressione ma colluttazione.

(La Repubblica) Arresti domiciliari a Giovanni Brunetto che a Palermo aveva accoltellato il figlio di 18 anni perche' gay, per una "questione d'onore e di vergogna". Il 53enne era stato denunciato dal figlio e poi rinchiuso in una cella dell'Ucciardone. Oggi il Gip Silvana Saguto, oltre a convalidare l'arresto eseguito dai carabinieri due giorni fa, ha concesso gli arresti in casa all'uomo. La misura alternativa al carcere e' stata accordata perche' Paolo Brunetto non vive piu' nell'abitazione dei genitori e ha ottenuto ospitalita' presso una associazione che tutela i diritti degli omosessuali. Il padre violento e' acusato di maltrattamenti in famiglia e di lesioni personali: secondo la versione del figlio, sarebbe stato maltrattato per via della sua condizione di omosessuale. Secondo quanto e' emerso all'udienza di oggi, cui ha partecipato il Pm Adriana Blasco, anche l'indagato avrebbe riportato lesioni, con lividi ed ecchimosi. Su questo aspetto il Pm Blasco svolgera' ulteriori accertamenti, perche' potrebbe esserci stata una lite e una colluttazione tra padre e figlio.

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Milano Un'nchiesta sui gay al Parini. Uno studente su dieci ha ammesso di aver avuto rapporti omosex. Ma non la raccontano giusta, sono troppo pochi.

«INCHIESTA SUI GAY». AL PARINI TORNA LA ZANZARA.
Uno studente su dieci ha ammesso di aver avuto rapporti omosessuali. Festa e solidarietà per una scuola indiana.
(Il Corriere della Sera) La «Zanzara» del 1966 e quella del 2008. L'inchiesta choc «Cosa pensano le ragazze d'oggi? » (che portò al processo di tre studenti-redattori) e quella nuova sull'omosessualità (dai risultati altrettanto sorprendenti). Il raduno degli ex allievi e un progetto umanitario a favore di una scuola indiana. Tutto in una giornata. Al Parini, il liceo classico di via Goito. Insieme per la solidarietà. L'idea è della III B del '67: sostenere l'«East Parini school», progetto a favore di un istituto di Puri, in India. «Servivano finanziatori — spiega Giorgio Cerquetti, uno degli organizzatori —: abbiamo contattato circa duemila ex pariniani». Invitandoli a un evento speciale: la riedizione della «Zanzara». Quella «da cui iniziò tutto» e quella di oggi. Per tornare a «pungere», come una volta. Con una nuova inchiesta, svolta alla fine di aprile. Il tema: l'omosessualità.

Le domande a 190 studenti: cosa pensi dell'omosessualità?; il matrimonio può essere esteso anche alle coppie omosessuali?; ti consideri eterosessuale, omosessuale, bisessuale o transessuale? Questionario «di rottura» per molti adulti, «assolutamente pacifico» per i ragazzi. E allora il 10,1 per cento dichiara di aver avuto almeno un'esperienza omosessuale (dal bacio al rapporto completo) e il 5,3 più di una volta, il 95,7 per cento si definisce eterosessuale e il 12,2 esprime una certa curiosità nei confronti del mondo omosex. Numeri che fanno discutere, dentro e fuori la scuola. Ma i giovani non si scompongono: «Non c'è nulla di male. Perché scandalizzarsi?

I dati sono in linea con quelli nazionali». Conferma Alfredo Manfredini, il redattore dell'inchiesta: «I pariniani hanno in genere una mentalità aperta». Anche il preside, Arrigo Pedretti, sorride: «Non ci vedo nulla di scandaloso ».

Non fu altrettanto semplice per Marco De Poli, Marco Sassano, Claudia Bletramo Ceppi, i padri della «Zanzara» del '66. «La società di allora — dice De Poli — era diversa. Noi, processati e assolti, combattemmo per un'idea generale di libertà ». L'appello ai pariniani: «State attenti, perché c'è qualcuno che vuole tornare indietro. Noi abbiamo fatto la nostra, ora tocca a voi».

Applausi, il rinfresco organizzato da Milly Moratti, l'impegno per il progetto «East Parini ». E una rievocazione «mai nostalgica, ma rivolta al futuro ». La «Zanzara» sarà in edicola oggi. In omaggio con il «Corriere della Sera».

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Michele Serra: I gay mostrano le ferite perchè cercano la popolarità?

Il 18enne accoltellato era su tutti i tigì a poche ore dalla violenza subita.
(Michele Serra - La Repubblica) In un primo momento "protetto" dal (poco) pudore rimasto ai media, il diciottenne palermitano accoltellato dal padre perché omosessuale dopo qualche ora era già in onda sui tigì nazionali. A caldo ho provato il sollievo di vedere un ragazzo del popolo che, coraggiosamente, sfida il pregiudizio e l´ostilità ambientale, e decide di denunciare con nome, cognome e faccia bene in vista la violenza subita.

Ma subito dopo? per dire quanto sono confusi i tempi, e noi insieme a loro? ho avuto il sospetto che a portarlo davanti alle telecamere, ancora incerottato, ancora ferito nell´animo, sia stata anche l´occasione di apparire, la voglia di vedersi ritratto anche lui nel colossale affresco di "celebrities" che pare essere l´irresistibile attrazione di milioni di ragazzi. E senza neanche passare per la sputtanatissima strettoia di You Tube. Dubbio non da poco: è stata una forma embrionale di coscienza civile, a farlo apparire in televisione su una spiaggia palermitana, fragile e ben pettinato, mostrando le braccia fasciate, oppure è stata la banale seduzione della "popolarità"? Guardo la sua fotografia sulle prime pagine dei quotidiani e non so darmi risposta.
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Ndr. Parole sensate. Non sarà mica omofobo?

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E dopo sessant´anni Berlino ricorda i gay dei lager nazisti.

(Andrea Tarquini - La Repubblica) Bastava un bacio, o la soffiata d´un delatore, per finire nei Lager, per morire nelle camere a gas o sbranati vivi dai Dobermann delle Ss. Furono almeno cinquantamila gli omosessuali arrestati sotto il nazismo, e quindicimila di loro finirono nei campi di sterminio. I più non tornarono. Da ieri, un monumento a Berlino li ricorda. E´ un nuovo luogo della Memoria, nella capitale simbolo delle tragedie della Storia.
E´ un semplice cubo grigio, sui quattro metri d´altezza. Sorge nel Tiergarten, il grande parco di Berlino, proprio di fronte alle 2711 steli del memoriale degli ebrei vittime dell´Olocausto. Michael Elmgreen e Ingar Dragset (nella foto), i due artisti gay danesi e residenti a Berlino, ne sono gli autori. Un cubo grigio, non a caso: nella somiglianza con quel mare di steli granitiche di fronte, evoca i tragici destini paralleli: dell´ebraismo d´Europa e degli omosessuali, un´altra minoranza che i nazisti perseguitarono in modo spietato e sanguinario.
«Le discriminazioni ci colpiscono ancora oggi», ha detto, alla cerimonia inaugurale, il borgomastro-governatore spd di Berlino, Klaus Wowereit. Gay dichiarato, è un protagonista delle battaglie per i diritti alla parità degli omosessuali. Oggi la Germania ha in Berlino uno dei più vivaci centri mondiali della cultura gay, e politici di rango e vip omosessuali in ogni schieramento: oltre a Wowereit, il leader del partito liberale Guido Westerwelle, il governatore cdu di Amburgo Ole von Beust, la conduttrice della tv pubblica Anne Will. Ma ce ne ha messo di tempo a sanare la vergogna della persecuzione: leggi contro i gay restarono in vigore fino al 1969.
Li chiamavano «i triangoli rosa», con disprezzo maschilista e fascista. Perché sul pigiama a righe del Lager avevano cucito appunto un triangolo rosa. Erano i più soli, malvisti spesso anche dai compagni di prigionia. Poco dopo la presa del potere, Hitler fece introdurre leggi speciali e articoli del codice penale per perseguitarli. «Bisogna purificare la razza ariana, quelli sono impuri, quindi non sono degni di farne parte e di sopravvivere», era la consegna. La persecuzione fu durissima soprattutto a Berlino, già allora capitale della cultura gay, dal sessuologo Magnus Hirschfeld a tanti altri intellettuali. Poi si estese con la guerra all´Europa occupata. L´ultimo gay sopravvissuto alla persecuzione nazista, Pierre Seel, è morto nel 2005 nella nativa Alsazia. Nelle sue memorie, ha narrato l´esperienza più atroce. Nel Lager i nazisti radunarono tutti i prigionieri, poi presero Jo, l´amante diciottenne di Pierre. Lo denudarono a forza, e lo fecero sbranare dai loro cani da guardia sotto gli occhi di tutti.
Torture della crudeltà più efferata furono pratica quotidiana contro i gay. Dalla castrazione forzata, alla lobotomia, a mostruose terapie con overdose ormonali, a esperimenti medici nella scuola di Mengele e di Heim, i "Dottor Morte" del Terzo Reich.
«Oggi finalmente i `triangoli rosa´ hanno a Berlino un luogo del ricordo e dell´omaggio al loro martirio, esultano i media. Il cubo non ha porte, ma solo una piccola finestra: uno schermo mostra di continuo la sequenza di due uomini che si baciano, e la scritta ammonitrice: «Può bastare un bacio a correre gravi pericoli. in molte parti del mondo amcora oggi gli omosessuali vengono perseguitati per la loro identità». Dopo proteste delle associazioni lesbiche, si è deciso di cambiare il filmato ogni due anni: ad alternanza, un bacio tra due uomini e uno tra due donne.
Con il monumento di Elmgreen e Dragset, finanziato dal governo con 600mila euro, la Germania ha compiuto un passo. «Ma per tutte le vittime, e anche per chi fu perseguitato dopo il ?45, è troppo tardi», afferma Gunter Dworek, attivista dei gruppi gay berlinesi. E battute velenose circolano ancora: a novembre Der Spiegel ha ironizzato sull´«inflazione della cultura della memoria» nella capitale della Germania unita.

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