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mercoledì 9 luglio 2008

Affaire Guzzanti. Grottesco: Se Mancuso minaccia i cattolici dicono il rosario...

Rosario per il Santo Padre in preparazione del viaggio a Sydney ed in riparazione delle offese.
Il blog aderisce alla proposta di Euge di recitare il Rosario per il Santo Padre in vista della partenza per Sydney.
Sara' un viaggio impegnativo per cui propongo di accompagnare il Papa con la preghiera da domani fino a domenica.
L'intenzione e' anche quella di "riparare" all'offesa subito dal Santo Padre a Piazza Navona. Non dimentichiamo la novena per Germano.
Grazie a tutti per l'attenzione.
Raffaella

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Veltroni rompe con Di Pietro. Apre a Casini e sgrida il Cav.

Walter Veltroni a Matrix

(Vasco Pirri Ardizzone - Panorama) Piazza Navona è stato uno spartiacque. Non si torna più indietro. E quindi rottura con Di Pietro, senza appello. Walter Veltroni a Matrix ha tagliato i ponti con l’ex pm. Una settimana dopo il forfait di Silvio Berlusconi, il leader del Pd va davanti alle telecamere Mediaset di Enrico Mentana per condannare la manifestazione di piazza Navona e per lanciare un ultimatum all’ormai ex alleato Tonino: “Scelga tra Beppe Grillo e il Pd”. Durante la trasmissione arriva la replica pronta dell’ex pm: “Io non mi dissocio dal senso vero delle parole di Beppe Grillo, dalle parole di Travaglio e dalla piazza”. E allora Veltroni dà l’ultimo colpo, stavolta definitivo: “Ne prendo atto. È una decisione politica definitiva. Un elemento di chiarezza”.

Veltroni è stato molto duro nel giudizio su Di Pietro e sulle esagerazioni della manifestazione di due sere fa spiegando di essere contento per non aver portato il partito in piazza “altrimenti oggi il Pd sarebbe un cumulo di macerie”. E poi ancora contro il leader Idv: “Io lezioni di etica politica da Di Pietro faccio fatica a prenderne. La contraddizione è sua: deve dire se vuole continuare a fare manifestazioni con Travaglio e Grillo o se tornare nel recinto riformista. Deve decidere se stare con chi insulta il capo dello Stato o con noi”. Insomma dopo piazza Navona non si torna più indietro: “Dopo quella piazza” ha aggiunto Veltroni “cambia tutto”. Per Veltroni non è questo il modo utile per fare l’opposizione a Berlusconi. Il no-Cav day si è trasformato in pro-Cav day. “Hanno fatto tutto quanto di meglio lui potesse aspettarsi: a piazza Navona sembrava ci fosse una sceneggiatura scritta da Berlusconi”. Invece, per contrastare l’esecutivo di centrodestra l’ex sindaco di Roma dà appuntamento al 25 ottobre per una protesta di piazza (rigorosamente educata e riformista) autunnale.

La rottura con Di Pietro e l’Idv però lascia la porta aperta a Leoluca Orlando per la presidenza della Vigilanza Rai: “Orlando era in piazza, ma ha preso le distanze dagli attacchi a Napolitano e al Vaticano, e anche se non ha preso le distanze dagli attacchi a noi, noi siamo leali e non cambiano la nostra posizione e lo voteremo”. Nel corso della trasmissione di Mentana il leader dell’opposizione ha anche attaccato il premier. Per Veltroni l’immagine dell’Italia all’estero è bassa “per colpa dei frizzi e dei lazzi di Berlusconi”. Poi un consiglio: “Se lo stesso impegno che mette nei processi o per salvare Rete 4 lo mettesse sui provvedimenti per i salari e le pensioni sarebbe un bene per il Paese”. E proprio sulle questioni economiche lascia la porta aperta al dialogo con la maggioranza: “Se arriva una misura per aumentare gli stipendi noi la votiamo”. Finale con attacco anche alla Sinistra Arcobaleno che in questo periodo sta celebrando i suoi congressi: “Partiti di lotta e di governo non ne esistono più. Non ci si può alleare con Grillo per battere Berlusconi. Quei congressi devono sciogliere un nodo: vogliono stare dalla parte dei riformisti, seppure con posizioni più radicali, o vogliono essere alternativi?”.
Contemporaneamente alla tirata d’orecchie alla sinistra Veltroni ha tenuto aperta la porta a Casini e all’Udc: “Con Casini dialoghiamo, anche se nel suo partito c’è chi come Cuffaro fa l’alleanza con il centrodestra in Sicilia”. Veltroni non ha fretta di fare un’alleanza con i centristi “vedremo in futuro se sarà possibile costruire qualcosa e una comune linea programmatica”, perché non ci sono scadenze elettorali a breve. Anche se, ha concluso minacciosamente il leader Pd, “questo governo non arriverà a fine legislatura”.

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In Dubai sorpresa a fare sesso in spiaggia una giovane britannica rischia 6 anni.

La managera licenziata anche dalla casa editrice per cui lavorava. La donna, Michelle Palmer, 30 anni, arrestata dalla polizia, mentre ubriaca, era in intimità con un uomo.

(Guido Santevecchi - Il Corriere della Sera) Una giovane manager britannica impiegata a Dubai è stata arrestata sulla famosa spiaggia di Jumeirah dove un poliziotto l’aveva scoperta «in atteggiamento inopportuno con un uomo».

Ora secondo i giornali inglesi rischia sei anni di carcere con le accuse di relazione sessuale al di fuori del matrimonio, oltraggio al pudore, ubriachezza in pubblico, resistenza ad agente di polizia.

LA VICENDA - La signorina, Michelle Palmer, 30 anni, lavorava per una casa editrice che l’ha subito licenziata, senza attendere l’esito del processo, con un comunicato che è una condanna: «Dubai e gli Emirati Arabi Uniti offrono un’accoglienza tollerante, sicura, liberale e proficua per milioni di lavoratori stranieri... a seguito di questo incidente che viola i valori morali e culturali del Paese la società ha rescisso il rapporto di lavoro con Miss Palmer». Un’amica della britannica ha cercato di difenderla, descrivendola come «una ragazza gentile e piacevole che ha fatto solo un grosso errore». Michelle Palmer aveva partecipato a un party con colleghi della comunità straniera a Dubai (sono circa 100 mila i residenti britannici nell’Emirato e sono circa un milione i turisti che ci vanno in vacanza). Chi c’era ha riferito che si era bevuto molto, in particolare champagne gelato e la festa era andata avanti per molte ore. Poi c’era stata una passeggiata sulla spiaggia. Le effusioni. L’intervento della polizia. Una mezza rissa. L’arresto. «Dio solo sa come si dev’essere sentita quando si è trovata in cella, dopo che le era passato l’effetto dello champagne», ha detto l’amica. Anche il partner, di cui si conosce solo il nome di battesimo Vince, è stato arrestato e rischia la stessa pena, come ha confermato la rappresentanza diplomatica britannica a Dubai.

REATO GRAVE - Fare sesso in luogo pubblico è un reato grave a Dubai. Anche l’uso di alcol è una faccenda seria. Ma l’accusa più seria, a quanto pare, è quella di aver consumato il reato sessuale al di fuori del matrimonio. Il conto delle pene varia tra i tre mesi e i sei anni, a seconda della severità del magistrato. La storia occupa la prima pagina del Sun, tabloid da tre milioni di copie al giorno che accompagna i vacanzieri del Regno Unito ovunque nel mondo. E per la verità il titolo non è particolarmente solidale con la compatriota: «Boozed-up brunette banged up for bunk-up on beach in Dubai», che significa più o meno «Brunetta ubriaca arrestata per aver avuto un rapporto sessuale sulla spiaggia». La cronaca riferisce anche che secondo l’imputazione la signorina «ha dato del "fucking muslim" al poliziotto locale e ha cercato di colpirlo con una scarpa dal tacco alto». Ripresa dal Daily Mail, tabloid da più di due milioni di copie con una certa vena xenofoba, la storia ha un titolo più patriottico: «British businesswoman faces 6 years in jail». La brunetta torna ad essere signora in carriera e merita di essere difesa dalla dura e repressiva legge araba. Ma nell’edizione online del Mail i commenti dei lettori sono divisi: «Non merita la nostra simpatia, era in un Paese sovrano che ha le sue leggi e le fa rispettare, a differenza di quello che succede in Gran Bretagna»; «Lavorava lì, doveva conoscere la loro legge»; ma anche «Da quei posti vengono a vivere da noi e vogliono imporre le loro leggi islamiche, poi non accettano che noi viviamo secondo le nostre abitudini quando andiamo a lavorare a Dubai» e «Ecco che cosa succede si si va a vivere o in vacanza nel quattordicesimo secolo di Dubai».

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Sexgate all'italiana: lo scandalo coinvolgerebbe Berlusconi ed una sua ministra.

Intercettazioni dall'alto contenuto erotico.

(Julio Algañaraz - Clarin | via Che dicono di noi) Ndr: Ho tradotto questo articolo a grande richiesta! Clarin e' il principale quotidiano argentino. Non vi nascondo che la cosa che mi ha piu' interessato dell'articolo e' stata l'avere imparato come si dice "magnaccia" in Argentina!!

Il premier Berlusconi ed una ministra del suo governo sono rimasti coinvolti in un grande scandalo gia' battezzato "sexgate", come quello che dieci anni fa quasi costo' la presidenza degli USA a Bill Clinton, a causa dei suoi confermati giochi di sesso orale nella sala ovale della Casa Bianca con la borsista Monica Lewinsky. Da parecchi giorni, sia la stampa che le chiacchiere del potere politico italiano, soprattutto nelle camere di deputati e senatori, cresce il "si dice". Si dice che nel vaso di Pandora delle 8.400 intercettazioni telefoniche realizzate dalla giustizia per un processo per corruzione a Napoli che potrebbe culminare in un processo penale contro Silvio Berlusconi, ci siano alcune telefonate che non hanno rilevanza penale ma sono un cocktail micidiale per il loro alto contenuto erotico e riferimenti al sesso orale, che gli italiani chiamano "il pompino". Fino ad ora queste intercettazioni non sono finite nelle pagine di alcun giornale o rivista, come sarebbe usuale in questo paese, ne' su alcun sito internet, dove sgorgano come fiumi pettegolezzi di ogni sorta.

Ma il quotidiano la Repubblica cita l'ex viceministro degli Esteri socialista Margarita Boniver, devota alleata di Berlusconi, che riconosce l'esistenza di questi messaggi a luci rosse.

Secondo la stampa, nei dialoghi telefonici Berlusconi e la sua attuale ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna (37), si scambierebbero frasi dal tono esuberante con allusioni al "pompino". Nell'epoca nella quale furono realizzate queste intercettazioni, il Cavaliere era il capo dell'opposizione e la Carfagna una soubrette di fama crescente nella televisione.

Di una gran bellezza, Mara (Maria del Rosario), era gia' stata la causa di uno scandalo che scoppio' a gennaio dello scorso anno, quando durante la consegna di alcuni premi nei suoi canali televisivi (Berlusconi e' proprietario delle tre maggiori reti commerciali della televisione), l"allora capo dell'opposizione di centro-destra le disse pubblicamente: "Se non fossi sposato, ti sposerei subito".

La seconda moglie di Berlusconi, Veronica Lario, altra gran bellezza e madre di tre figli (il Cavaliere ne ha altri due dal suo primo matrimonio), sfogo' la sua ira in una lettera aperta al marito che pubblico' il quotidiano la Repubblica, esigendo che chiedesse scusa. Berlusconi acconsenti' a soddisfare la richiesta.

Mara e' di Salerno e la sua biografia include attivita' in televisione, nel mondo dello spettacolo e nella vita mondana. Ma ha anche studiato danza classica, canto ed e' laureata in legge.

"Che sarebbe successo se Clinton avesse nominato Monica Lewinsky ministro?", si chiedeva il deputato dell'opposizione Massimo Donadi. L'ex-pm del processo Mani Pulite di Milano, Antonio Di Pietro, duro oppositore in parlamento di Berlusconi, ha segnalato che non si puo' barricare nel privato chi nomina un ministro della repubblica per motivi alieni alle sue funzioni istituzionali.

Di Pietro aveva appena accusato il premier di essere un magnaccia (un argentino direbbe "cafischo", cioe' sfruttatore di donne), dopo la pubblicazione due settimane fa da parte del settimanale L'Espresso di intercettazioni telefoniche con dialoghi tra Berlusconi e l'ex-direttore della RAI, la televisione pubblica, Antonino Sacca', nella quale l'allora capo dell'opposizione e proprietario della compagnia TV rivale, chiedeva al suo amico di piazzare nel mercato cinque soubrettes e attrici di scarso rilievo. In particolare, Berlusconi gli segnalava Antonella Troise. "E' una pazza che dice che le sto rovinando la carriera e si sta facendo pericolosa", disse. Per tutti la richiesta si mostrava come un modo efficace di tenere zitta la Troise, non si sa a riguardo di che.

Per evitare il diluvio che stava per rovesciarglisi addosso, Berlusconi aveva annunciato un decreto del suo governo per proibire la diffusione delle intercettazioni telefoniche. Dopo disse che non c'era bisogno di nuove normative, dopo che i suoi amici l'hanno calmato e i magistrati di Napoli che investigavano hanno affermato che avrebbero distrutto le chiamate telefoniche senza rilievo penale. Ma in Italia e' molto difficile che questo succeda al cento per cento.

In una conferenza stampa, ieri berlusconi ha annunciato che non presentera' un decreto per l'esecuzione immediata ma un disegno di legge che si discutera' in parlamento.

"Nonostante tutto il fango che mi buttano addosso, i sondaggi dimostrano che gli Italiani mi appoggiano ancora", ha assicurato il premier conservatore.

Berlusconi e la sua alleanza di centro-destra con la Lega Nord ha vinto di gran lunga lo scorso aprile contro il Partito Democratico, la nuova forza di centro-sinistra che aveva governato fino a quel momento e dopo perse addirittura la citta' di Roma. Cosi', Silvio Berlusconi e' tornato ad essere Presidente del Consiglio per la terza volta nella sua vita.

"Cio' che appare sui giornali - ha detto ieri - si concentra su fatti che non hanno nulla a che vedere con il programma del governo e mettono in risalto l'attacco costante di un certo tipo di magistratura contro chi deve governare, eletto dal paese, cercando di sovvertire il voto degli italiani".

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Il sito della Guzzanti inaccessibile. Vittima di una punizione divina?

(River.blog) E’ giallo intorno al sito di Sabina Guzzanti. Dopo la contestata manifestazione di ieri sera - e gli insulti all’indirizzo del papa - il sito dell’attrice è inaccessibile. Eppure fino a qualche giorno fa ci postava regolarmente. L’ultimo pezzo, infatti, risale al 4 luglio.

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Ucciso e carbonizzato nell'auto. Una vendetta omosessuale?

Una telefonata anonima ha avvisato i carabinieri. Spunta l'ipotesi del regolamento di conti.
(Marco Bardesono e Valerio Grosso - Cronaca qui) Potrebbe essere un regolamento di conti: il corpo di un uomo carbonizzato è stato trovato all'interno di un'auto bruciata nei boschi attorno a Rivarolo Canavese. La vettura, una vecchia Rover, risulta intestata a tal Purce Lazzaru Burcea, romeno di 59 anni. Il macabro ritrovamento è avvenuto attorno alle 19 di ieri in un impervio nei pressi del torrente Orco poco lontano da Rivarolo Canavese. Ad avvertire le forze dell'ordine una telefonata anonima che segnalava un'auto in fiamme sulla riva del fiume. Sul posto sono giunti i carabinieri della stazione di Rivarolo e del reparto operativo della Compagnia di Ivrea coordinati dal maresciallo Ignazio Mammino e dal luogotenente Maurizio Lamberti. Giungevano anche unità del vigili del fuoco chiamati a spegnere l'incendio. Domate le fiamme agli uomini dell'Arma si è presentata una scena raccapricciante: dell'automobilista restavano solo parte del tronco e la testa, entrambe carbonizzate che rendevano irriconoscibile il cadavere. Tant'è che uno dei militari che per primo si era avvicinato al corpo dell'uomo carbonizzato si è sentito male ed è crollato al suolo privo di sensi alla visione della scena. Il militare è stato immediatamente soccorso da un'unità del 118 e trasportato all'ospedale di Cuorgnè: le sue condizioni però non destano preoccupazioni. In un primo tempo si è pensato al suicidio, l'uomo avrebbe appiccato al fuoco alla sua Rover che successivamente è esplosa. Subito sono iniziate le ricerche di Lazzaru Burcea, ma dell'uomo domiciliato a Bosconero nessuna traccia. Ulteriori accertamenti e rapide indagini condotte febbrilmente dai carabinieri hanno riaperto ipotesi più inquietanti. A conferma che non si tratterebbe di un suicidio ma che dietro alla morte del rumeno ci possano essere retroscena criminali, l'arrivo sul posto anche del colonnello Crescenzio Nardone comandante territoriale dell'Arma e del capitano Michele Fanelli del reparto operativo dei carabinieri di Torino. A questo punto le ipotesi al vaglio dei carabinieri sono numerose e vanno dal regolamento di conti maturato nell'ambiente di traffico di stupefacenti, così come a quello dello sfruttamento della prostituzione. Ma non si esclude la possibilità che l'omicidio possa essere una vendetta tra omosessuali, è notorio infatti che il luogo dove è stato ritrovato il corpo del romeno è abitualmente frequentato da gay e femminielli. Solo a tarda ora sono giunti sul luogo del ritrovamento del cadavere il medico legale e il sostituto procuratore di Ivrea Francesco Saverio Pelosi e si è provveduto al trasferimento dell'uomo carbonizzato presso l'obitorio di Strambino, dove già nella giornata di domani si procederà all'esame autoptico. A Rivarolo Canavese la notizia si è subito diffusa. Sul posto sono giunte unità mobili della polizia municipale e il sindaco della città Fabrizio Bertot. A sostegno che si tratti davvero di un "grosso affare" l'arrivo in tarda serata anche di agenti della Squadra Mobile di Torino.

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Bolzano. Niente Pacs, la legge dei verdi snobbata dal Pd.

Gli ecologisti bacchettano gli Arbeitnehmer.
(Il Corriere dell'Alto Adige) Nessuno si aspettava che il disegno di legge sulle coppie di fatto sarebbe passato ma almeno un pizzico di sostegno dagli Arbeitnehmer e dal Pd i Verdi se lo sarebbero aspettato. E invece nulla.

«Alle belle parole non corrispondono i fatti: anche consigliere e consiglieri del centro sinistra votano contro la legge per riconoscere i diritti delle persone conviventi e contro la discriminazione degli omosessuali» protestano Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss e Cristina Kury.

«In Alto Adige — sottolineano — il 45 per cento delle convivenze non corrispondono al tradizionale matrimonio, oltre un terzo dei bambini sono figli di coppie non sposate. Tutte queste persone attendono il riconoscimento dei propri diritti civili, sociali ed economici nella sanità, nell'edilizia sociale, nel lavoro, nella cultura. Ma il Consiglio provinciale ha perso l'ultima occasione per riconoscere i diritti delle coppie di fatto e varare norme contro la discriminazione verso persone di diverso orientamento sessuale. Nè la consigliera Unterberger nè l'assessora Gnecchi hanno riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, al momento del voto il disegno di legge dei Verdi ha ottenuto solo tre sì, i nostri. Contro tutta la maggioranza, astenuti il resto.Il consiglio provinciale preferisce continuare a chiudere gli occhi e negare diritti sacrosanti ed elementari. Non hanno mosso un dito gli Arbeitnehmer della Svp, il cui presidente Reinhold Perkmann nel 2006, durante il dibattito nazionale sui «Pacs» si rallegrava del fatto che il Parlamento si fosse finalmente attivato per il riconoscimento delle coppie di fatto. Belle parole, ma non ne resta traccia quando deve attivarsi il legislatore provinciale».

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Torino. La sauna bordello in vendita dopo essere stata restituita al proprietario.

"Non riapro più, il locale è già in vendita".
(La Repubblica, edizione di Torino) All´ingresso delle docce c´è un cartello: «Avviso. Non possiamo accettare nuove adesioni, anche se accompagnate da clienti. Abbiamo raggiunto il numero massimo di iscrizioni». Riscuoteva gran successo di pubblico la sauna gay Antares di via Pigafetta. Sequestrata con un blitz della polizia il 17 aprile, dopo una lunga battaglia legale, ieri è stata restituita al legittimo proprietario. Ma non aprirà più. Il signor Mario Lomarco (nella foto) ha già affidato un mandato di vendita a un´agenzia immobiliare. Chiude definitivamente, dopo trent´anni e migliaia di clienti. Già iniziati i lavori per sgomberare i locali: statue di finto marmo, orpelli d´oro, cigni, fenicotteri, lettini, ciabatte di gomma, videoregistatori e cassette porno, la sala del bagno turco. Il cartello con i prezzi: 8 euro durante la settimana, 10 euro la domenica. Un altro cartello: «Vietato fare uso del proprio corpo a scopo di lucro».

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Spagna, la Catalogna contro i crimini omofobi.

Fissato un protocollo d'intervento.
(Lamanicatagliata.com) Nonostante la legislazione spagnola riconosca assoluta parità di diritti tra popolazione etero e omo, restano ancora delle sacche da esplorare, come la discriminazione sui luoghi di lavoro e nella vita quotidiana. Durante una conferenza tenutasi nei giorni scorsi, i poliziotti LGBT della Catalogna hanno rimarcato la necessità di un maggiore impegno contro i crimini omofobi, che nella sola Sitges sono aumentati negli ultimi mesi in maniera preoccupante, soprattutto in spiagge e luoghi d'incontro.

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Seduta segreta al parlamento USA.

(Maurizio Blondet - effedieffe.com) E’ accaduto il 13 marzo scorso. La camera dei rappresentanti degli Stati Uniti (la Camera Bassa) ha tenuto una seduta segreta e notturna, su richiesta del partito repubblicano. L’argomento in discussione, apparentemente, una proposta di legge dei democratici che, sostanzialmente, toglieva l’immunità retroattiva - voluta da Bush - alle compagnie telefoniche che hanno condotto intercettazioni delle telefonate dei loro clienti senza mandato giudiziario, com’è accaduto dopo l’11 settembre.

Il presidente Bush vuole porre il veto presidenziale su questa proposta, sostenendo che «minaccia la sicurezza della nazione». Ma i repubblicani, prima, hanno voluto la seduta segreta per convincere i repubblicani in un «onesto dibattito». A porte chiuse, senza pubblico, e di notte. Ai deputati è stato formalmente vietato di rivelare ciò di cui si è discusso, in base al regolamento interno (House Rules XVII).

Tralasciamo il fatto che nella democrazia-modello dell’Occcidente il parlamento, eletto dai cittadini, tenga sedute il cui oggetto viene sottratto alla conoscenza dei cittadini stessi. Pare che, nella storia degli USA, ciò sia avvenuto quattro volte.

Il lato agghiacciante è che - a parte un comunicato di poche righe dell’Associated Press (1), l’intera stampa americana ha scelto di ignorare il fatto; e che a dare rilievo alla notizia è stato solo lo... Australia’s National Website, un notiziario di Brisbane (2). Il notiziario ufficioso australiano è il solo a porsi le domande che il fatto doveva suscitare.

Secondo gli australiani, diversi rappresentanti sono usciti dalla sessione segreta «così furiosi e preoccupati dal futuro del Paese, che hanno lasciato filtrare qualche informazione». Perchè, a quanto pare, i repubblicani, per convincere i democratici a ritirare la proposta che limita le intercettazioni, hanno rivelato ben più che sul tema all’ordine del giorno.

I rappresentanti avrebbero ascoltato dettagli su «l’imminente collasso dell’economia USA previsto per settembre 2008, l’imminente collasso delle finanze statali per febbraio 2009, la possibilità di guerra civile in USA come conseguenza del crollo» economico. Si sarebbe parlato anche di «retate anticipate di cittadini USA insorgenti» e della loro detenzione in campi di concentramento (denominati REX 84) già costruiti sul territorio.

Ai membri del Congresso sarebbero stati promessi «luoghi sicuri» di residenza per sè e le famiglie durante i disordini. Sarebbe stata avanzata la «necessità ineludibile della fusione degli USA col Canada e il Messico» - l’uno perchè possiede le necessarie materie prime, l’altro per la manodopera a basso costo - in una nuova unione, con una nuova moneta, l’Amero, a sostituire il dollaro ormai liquefatto.

Attenzione: mentre la riunione segreta ha certamente avuto luogo ed è confermata, non è certo che i temi della seduta fossero proprio quelli della catastrofe incombente. Quelli riportati dal sito australiano, senza indicazione di fonti, sembrano echeggiare ansie e timori che corrono sul web, sui siti complottisti. Li diamo per quel che valgono.

Ma è anche vero che la misura colossale del disastro finanziario è ben lungi dall’essere valutata appieno. Le perdite per banche ed altre «istituzioni finanziarie» dovute allo scoppio delle bolle globali può avvicinarsi ai 1.600 miliardi di dollari, ossia quattro volte più di quelle ufficialmente stimate (400 miliardi di dollari) e pari ad un decimo del PIL americano.

Lo afferma il giornale elvetico Sonntags Zeitung, che riporta una valutazione di Bridgewater Associates (uno dei maggiori fondi speculativi) fondata sulla condizione degli «attivi basati sul debito» che corrono in USA, dai mutui alle carte di credito alle richieste di credito (3).

Questi crediti a rischio sono valutati a 26.600 miliardi di dollari (oltre il doppio del PIL americano) e la perdita di 1.600 miliardi risulta - molto semplicemente - dalla loro valutazione alle quotazioni di mercato anzichè alle quotazioni di comodo con cui li accetta la Federal Reserve. Ovviamente, Bridgewater dubita che le «istituzioni finanziarie» possano raccogliere abbastanza capitale, con questi chiari di luna, da coprire simili perdite.

Basta dire che rispetto all’anno scorso, le aziende americane che hanno cominciato la procedura di fallimento sono aumentate del 33%: è difficile che onorino i loro debiti con le «istituzioni finanziarie», le quali hanno venduto quei loro crediti a coriandoli a una quantità di enti, fra cui i fondi pensione.
Si aggiunga che gli Emirati Arabi Uniti stanno seriamente pensando di agganciare le loro monete non più al dollaro, ma a un pacchetto di divise, fra cui euro e yen. A questo punto, il dollaro non avrebbe più valore (a darglielo è il fatto di essere l’unica valuta che compra petrolio), e il fantomatico Amero sarebbe la sola soluzione di sopravvivenza per gli USA.

E nemmeno la metamorfosi della «democrazia americana» in una aperta dittatura in guerra contro i suoi cittadini è una semplice fantasia da blog complottisti. Tale metamorfosi è in atto dall’11 settembre 2001. Già il candidato Ron Paul, come parlamentare, ha denunciato a suo tempo che il Patriot Act - il decreto d’emergenza varato da Bush dopo il mega-attentato, con la scusa della «sicurezza» e della «terrorismo» - fu votato senza che alcun membro del Congresso avesse potuto farne previa lettura, la notte del 27 ottobre 2001, in un Congresso semi-svuotato e spaventato dalle lettere all’antrace (giunte a senatori democratici); e ai deputati e senatori fu detto che nessun dibattito sarebbe stato tollerato dalla casa Bianca, data la situazione di «emergenza». Persino William Safire del New York Times scrisse che, con il Patriot Act, il presidente Bush
«si dotava di poteri dittatoriali».

La legge che ha reso permanenti le norme d’emergenza del Patriot Act, «Domestic Security Enhancement Act» del 7 febbraio 2003, ha portato gli aspetti dittatoriali ad estremi paradossali. Anzitutto, lo stesso testo della legge è di fatto segreto; poche copie stampigliate «Confidential - not for distribution» sono state recapitate a pochi congressisti fidati. Circola ovviamente una versione - ma non ufficiale - ricostruita dal Center For Public Integrity (un gruppo di volontari), che avrebbe ricevuto gran parte del testo da una fonte federale anonima. La lettura di questo testo è agghiacciante (4).

• Section 501, Expatriation of Terrorist: Ogni cittadino americano può essere trattato come «enemy combatant», ossia arrestato e detenuto senza processo, come a Guantanamo, se incorre in una qualunque delle violazioni previste dalla Section 802 del primo Patriot Act. E cosa dice questa

• Section 802? Definisce «terrorismo» qualunque atto «che metta in pericolo la vita umana in violazione di una legge federale o di Stato»: in pratica, in così vasta dizione è compreso persino l’eccesso di velocità, che diventa «terrorismo».

• La Section 101 specifica che ogni individuo, in quanto «terrorista» secondo i criteri di cui sopra, è designato come «straniero» e dunque spogliato dei diritti in quanto «enemy combatant».
Non basta: è penalmente punibile «rilasciare qualunque informazione sulle incarcerazioni e la locazione dei detenuti», sia che la notizia venga da «un membro del governo o da cittadino comune». I funzionari di Stato non solo possono, ma sono obbligati a non rivelare nemmeno il nome degli arrestati (Section 201).

• Gli agenti preposti all’ordine pubblico sono immuni da denunce di violazione dei diritti civili che possono aver commesso (Section 312).

• Ogni raccolta di informazioni da chiunque effettuata può, a giudizio dei gestori dell’emergenza, essere considerata «attività clandestina di intelligence» per «una potenza straniera». Anche il giornalismo è reato (Section 102).

• Il governo federale può adottare i poteri di legge marziale sia all’interno che all’estero, senza bisogno che il Congresso dichiari l’esistenza dello stato di guerra (Section 103).

• Gli agenti di Stato sono immuni da persecuzione legale quando eseguono perquisizioni senza previo mandato giudiziario (Section 106).

• Si instaurano tribunali segreti a cui viene dato il potere di incriminare per «disprezzo della corte» (noi diremmo ostruzione alla giustizia) contro individui o enti che rifiutano di riconoscersi colpevoli o di incriminare altri (Section 109).

• Il governo può a suo giudizio trascurare le risultanze medico-legali (Section 127).

• La Section 321 autorizza «governi esteri» (indovinate quali) a raccogliere informazioni d’intelligence su cittadini americani e a condividere queste informazioni con altri governi astranieri.

• La Section 322 agevola i processi di estradizione, consentendo di fatto alla Homeland Security di estradare senza formalità, e in segreto, chiunque verso qualunque Paese. Eccetera eccetera.

Basta questo per intuire che, al confronto, il KGB o la Gestapo sono stati legalmente più ristretti nelle loro attività. Un simile decreto non ha giustificazione se non, appunto, nella previsione di un «dopo» per il potere attuale. Chi ha organizzato la guerra mondiale al terrorismo può benissimo averne voluto e previsto le ultime conseguenze, fino alla fine del sistema americano, fino al collasso economico e al disordine civile armato. Con la scusa della emergenza e della «sicurezza», in caso di crisi assoluta, la democrazia-modello si prepara a diventare uno Stato di oppressione, concentramento e razionamento.

Lo Stato dell’Apocalisse: «Quanti non avessero volute adorare l’immagine della bestia, ordinava che fossero uccisi. S’adoperava inoltre che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, fosse impresso sulla mano destra o sulla fronte un marchio, in modo che nessuno potesse comprare o vendere all’infuori di coloro che portavano il marchio, ossia il nome della bestia».



1) «House goes behind closed doors to debate surveillance bill», Associated Press, 14 marzo 2008.
2) «What was discussed at a closed session of the US House of Representatives?», Australia.To,
23 marzo 2008.
3) «Financial market losses could top 1,600 billion dollars: report», Earth Times, 6 luglio 2008.
4) Comunicazione di Webster G. Tarpley all’autore, 15 dicembre 2004.

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Sydney. Per la visita del papa gay e lesbiche pronti alla contestazione.

Saranno in 15mila a manifestare contro le "idee omofobiche e antiquate" di Benedetto XVI.
(AdnKronos - foto Rizzardi) I gay e le lesbiche australiani sono pronti a contestare la visita del Papa che sara' a Sydney il mese prossimo per le Giornate mondiali della Gioventu' in programma dal 13 al 21 luglio. Stando all'annuncio della 'NoToPope Coalition', saranno in 15mila a manifestare contro le "idee omofobiche e antiquate" di Benedetto XVI, distribuendo preservativi tra i 500 mila fedeli attesi per la messa del Papa.

"Siamo convinti che i giovani cattolici saranno molto interessati a sentire cio' che abbiamo da dire", ha affermato Rachel Evans, portavoce della coalizione che ha gia' chiesto alle autorita' l'autorizzazione a manifestare.

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I cattolici rimangono divisi sui profilattici. Ma nel 2000 dopo la GMG ritrovati migliaia di profilattici usati.

(Peter Mayer - Brisbane times via Italia vista dall'estero) La leggenda narra che i netturbini di Roma abbiano fatto una scoperta sorprendente al termine della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000.

Centinaia di migliaia di giovani cattolici erano accorsi nella capitale italiana per partecipare alle celebrazioni culminate con la messa presieduta da Papa Giovanni Paolo II. Quando l’evento terminò, i netturbini setacciarono i rifiuti lasciati sul campo trasformato da migliaia di partecipanti in un gigantesco campeggio per la settimana di festa religiosa. La loro scoperta: migliaia di profilattici usati.

I critici della visione dottrinale del controllo delle nascite e del sesso al di fuori del matrimonio - che considera peccato usare il profilattico - hanno brandito la notizia in trionfo. Era la prova, secondo i critici, che molti giovani cattolici si stavano liberando di quegli aspetti della propria fede considerati reazionari, tanto facilmente quanto dello stigma verso i profilattici.

Rappresentanti della Diocesi di Roma, il cui vescovo è il papa, hanno negato furiosamente la notizia. L’hanno definita una “leggenda metropolitana” e hanno accusato i media di “fabbricare prove” riferendosi alle immagini che accompagnavano i servizi televisivi.

Per certi aspetti, la disputa continua ancora oggi in Italia.

Emma Bonino, ex ministro e leader dell’ultra secolare Partito Radicale, vi ha fatto riferimento molte volte durante le campagne - per ora infruttuose - per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto e omosessuali. I politici cattolici che si oppongono a questa legge, sulla base del fatto che andrebbe contro all’”eredità religiosa” del paese, sono colpevoli della stessa ipocrisia che affligge coloro che hanno deciso di ignorare il campo di Tor Vergata tappezzato di profilattici, ha detto la Bonino. Sebbene la contraddizione sottolineata dalla Bonino e da altri forse non stupisca poi molto, trattandosi dell’Italia, un paese dove il 90% della popolazione si definisce cattolico.

La nudità dominava l’arte del Rinascimento in un’era in cui gran parte del paese era direttamente governata dagli stessi papi responsabili anche della maggior parte delle commissioni di quelle sculture e affreschi. Oggi, ballerine succinte sono una routine nelle tribune televisive assieme ai politici democristiani. Sembra che la Chiesa Cattolica riesca, nel suo paese natale, a coesistere con la sessualità esplicita, per lo meno a un livello superficiale. A livello più sostanziale c’è il fatto che gli italiani hanno uno dei tassi di nascita più bassi del mondo, il che indica che per la maggior parte di loro il sesso è un atto separato dai fini strettamente legati alla procreazione all’interno del matrimonio come definito dal Vaticano.

Questo a dispetto dell’enciclica del 1968 di Papa Paolo VI, che etichettava la contraccezione come un peccato grave, opinione ribadita da Papa Giovanni Paolo II. Tuttavia, problemi moderni come l’AIDS hanno posto nuove sfide al divieto della chiesa sui profilattici, specialmente nei casi in cui l’infezione del virus minaccia persone che altrimenti vivrebbero seguendo le direttive vaticane di mantenere il sesso dentro i confini del matrimonio. Un esempio citato frequentemente riguarda il caso di un partner, colpito dall’infezione durante una trasfusione di sangue, che rischia di contagiare l’altro attraverso un rapporto non protetto.

Giovanni Paolo fu irremovibile, applicando anche in questo caso lo stesso precetto che il Vaticano prevede in caso di sesso al di fuori del matrimonio: astinenza totale.

Sorprendentemente, data la sua reputazione conservatrice, Papa Benedetto XVI ha commissionato, al principio del 2006, uno studio sull’uso dei profilattici nella battaglia contro l’AIDS, alimentando le speranze di molti, incluso organizzazioni sanitarie che operano nelle zone maggiormente colpite dell’Africa, che il divieto della Chiesa sarebbe stato tolto. Due anni dopo, non sembra che le cose siano destinate a cambiare.

Tale situazione ha provocato le proteste degli attivisti che si sono organizzati per distribuire profilattici gratis ai partecipanti della Giornata Mondiale della Gioventù 2008, che si svolge a Sidney dal 15 al 20 luglio. Sacrilegio ancor peggiore, per alcuni osservatori cattolici, sarebbe la decisione di alcuni bordelli di Sidney [dove la prostituzione è legale, N.d.T.] di reclutare personale extra prevedendo buoni affari durante l’evento.

Papa Benedetto ha fatto riferimento all’AIDS in incontri avuti recentemente con ambasciatori africani alla Santa Sede, ma non ha lasciato trasparire alcuna intenzione di modificare la posizione sui profilattici.

Ha detto loro che la Chiesa avrebbe “continuato ad assistere coloro che soffrono di AIDS e le loro famiglie.” Ma il pontefice ha anche detto che, mentre la medicina e l’educazione hanno un ruolo nel combattere la malattia, “la condotta sessuale promiscua è la radice di molti mali morali e fisici e deve essere sconfitta con la promozione di una cultura di fedeltà matrimoniale e integrità morale.”

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Egitto: approvata la legge contro l’infibulazione, ma la pratica non scompare.

Donna velata

(Panorama) “Mia madre mi ha preso per mano, accompagnandomi nella nuova camera dove il mio giovane sposo mi attendeva impaziente. Si sono scambiati uno sguardo complice e mi hanno fatto sedere sul grande letto”. Inizia così il racconto di Rania, ricordando il suo primo giorno di nozze nel piccolo villaggio a nord del Cairo. Il suo sguardo è assente e la voce bassa, come se avesse paura di farsi sentire. “Mia madre ha avvolto il dito medio di mio marito con una garza bianca. Lei sapeva già quello che mi sarebbe accaduto. Io tremavo di paura. Poi, sempre lei, mi ha allargato le gambe, preparando la strada per il dito dell’uomo che mi avrebbe penetrato”.

Fuori legge. La madre di Rania esce di scena, lasciando soli i giovani sposi, avvolti nella penombra del loro nuovo rifugio. Ha consegnato sua figlia e adesso non le resta che mostrare al villaggio la garza macchiata di sangue. Le urla delle donne esplodono all’improvviso e la festa ha inizio. Forse non ci capiterà più di ascoltare i ricordi sconvolgenti di queste donne davanti ad una tazza di tè alla menta. Perché di fatto questi fatti, “legalmente”, non potranno più esistere. Il 7 giugno scorso il Parlamento egiziano ha approvato la nuova legge contro l’infibulazione, una lunga battaglia che ha visto i Fratelli Musulmani osteggiare il governo. Con infibulazione, o “Mgf” (mutilazione genitale femminile), s’intendono le mutilazioni dei genitali femminili praticate in molti Paesi in forme più o meno estreme: dalla cliteridectomia parziale o totale (un semplice taglio della punta del clitoride o l’asportazione del clitoride con taglio totale o parziale delle labbra) fino, a volte, all’infibulazione propriamente detta: la cucitura della vulva, con l’apertura di un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale. La donna diventa quindi un oggetto sessuale incapace di provare piacere, ha difficoltà a partorire e può contrarre infezioni. La sua verginità è garantita. Viene consegnata solo al futuro sposo, che se n’assicura durante la prima notte di nozze.

Nel 2005 il più grande quotidiano in lingua araba, l’egiziano Al-Ahram, dedica un dossier fortemente critico nei confronti della mutilazione genitale e dimostra l’infondatezza di tale pratica in base alle fonti islamiche classiche (il Corano e i detti del Profeta). Lo scorso anno la morte di una giovane donna, alla quale era stata praticata la Mgf per soli 8 euro, ha spinto il Ministero della Salute egiziano ad emanare un decreto che dichiarava illegali le mutilazioni genitali in tutti gli ospedali e nelle cliniche private del Paese. Dopo un ennesimo incidente avvenuto qualche settimana fa, in cui ha perso la vita un’altra adolescente, il Parlamento è stato costretto a studiare una linea più dura. In base alla nuova legge, l’escissione è punibile oggi con una pena da 3 mesi a 2 anni di reclusione o con una multa compresa fra mille e 5 mila Lire egiziane (118-590 euro). Da un lato la legge vieta e sanziona chi la infrange, dall’altro però prevede un cavillo, un’eccezione: la Mgf può essere applicata in caso di “necessità medica”. Un passo in avanti e uno indietro.

La testimonianza della ginecologa egiziana. Dice a Panorama.it Emma Bonino, da tempo impegnata nella battaglia contro la circoncisione femminile insieme alla diplomatica egiziana Moushira Khattab: “Francamente non mi preoccupa tanto il ‘cavillo’ quanto piuttosto che le leggi in Egitto, come spesso accade anche da noi, rimangano un po’ lettera morta”. Bonino si augura che la nuova legge venga difesa ed applicata, che anche le Ong continuino la campagna come “stiamo facendo noi un po’ in solitudine ” sottolinea “con NPWJ in Liberia, Eritrea, Djibouti”. Poi aggiunge “L’esempio egiziano ci aiuta!”
Casi di mutilazioni genitali arrivano anche in Italia con gli emigrati. Ce ne parla Mona Mansour, ginecologa egiziana che lavora all’ospedale S.Paolo di Milano. “La donna araba è cresciuta pensando che la sessualità fosse un territorio inavvicinabile” ci spiega. “È più un dovere che un piacere”. La dottoressa ci confessa di aver avuto delle richieste da quando lavora qui in Italia. “A chiedermelo sono generalmente le mamme, che hanno figlie e che non possono tornare in Egitto”. Ma lei si è sempre rifiutata. “La vedo come un’abitudine faraonica, dei tempi passati, quando si tentava di eliminare il senso di piacere alla donna per fare in modo che si concentrasse solo sui lavori pesantissimi di allora”. Poi conclude: “La donna è stata creata da Dio con il suo corpo, il suo clitoride e la sua vulva. La sessualità è una cosa che ci appartiene. Perché dovremmo eliminarla?”

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Fanno sesso in piazza, denunciati due 45enni.

Sono stati sorpresi dai Carabinieri mentre stavano compiendo atti sessuali in piazzale Carso a Rimini. Allo scopo di sottrarsi al controllo, hanno opposto attiva resistenza nei confronti dei militari. Protagonisti dell'episodio, consumatosi lunedì attorno alle 15.30, una cittadina ucraina ed un cittadino polacco 45 enni. La donna ha fornito false generalità ed è stata trovata in possesso, senza giustificato motivo, di un coltello da cucina, sottoposto a sequestro penale.

La 45enne, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, è stata perciò denunciata per atti osceni in luogo pubblico, resistenza a pubblico ufficiale, false dichiarazioni sulla propria identità personale e porto abusivo di oggetto atto ad offendere. Per l'uomo, invece, è scattata una denuncia per atti osceni in luogo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale.

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Pedofilia. Favoreggiamento a un sacerdote: in due dal giudice.

(Il secolo XIX) Federico Licciardello e Francesco Bianchi, il poliziotto e il medico che informarono padre Di Rienzo di un’indagine di polizia a suo carico, compariranno davanti al Gup, Domenico Varalli, il prossimo 29 ottobre, data in cui si svolgerà l’udienza preliminare.

Entrambi sono accusati dal pm Maria Paola Marrali del reato di favoreggiamento nell’ambito della scabrosa e delicata inchiesta che lo stesso pm sta svolgendo nei confronti di padre Francesco, l’ex cappellano dell’ospedale di Imperia, sospettato di abusi sessuali, in particolare di aver toccato nelle parti intime un adolescente, accusa sempre respinta dal sacerdote, appartenente all’ordine dei Camilliani, ora trasferito a Torino.

Il Pm ha contestato a Licciardello (difeso dall’avvocato Renato Giannelli) e a Bianchi (i suoi interessi sono invece tutelati dall’avvocato Erminio Annoni), di aver fatto sapere al religioso che sul suo conto erano in corso accertamenti. Secondo il sostituto procuratore Marrali, Federico Licciardello, una cariera da poliziotto lunga 35 anni, avrebbe sbirciato tra le carte negli uffici di piazza Duomo per verificare l’esistenza di un’indagine a carico del prete e riferito la notizia al medico di fiducia di padre Francesco, che a sua volte avrebbe informato il diretto interessato. Il quale, qualche giorno dopo, durante la celebrazione della messa nella cappella dell’ospedale aveva annunciato che presto sarebbe andato via da Imperia a causa di voci sul suo conto messe in giro ad arte da qualcuno che stava complottando alle sue spalle.

La “fuga” di notizie, avrebbe ovviamente compromesso l’indagine condotta dagli uomini della squadra mobile diretti dal commissario Raffaele Mascia e vanificato le intercettazioni telefoniche in atto che da quel momento avrebbero perso consistenza.

Se l’indagine sui due amici del sacerdote è conclusa ed entrambi sono in attesa di sapere che cosa deciderà il gup nell’udienza di fine ottobre, i periti stanno verificando l’attentibilità e la capacità di narrare i fatti del ragazzino che sarebbe stato oggetto delle attenzioni dell’ex cappellano del nosocomio del capoluogo.

E’ infatti in corso l’incidente probatorio chiesto dalla difesa del padre camilliano (lo tutela l’avvocato Carlo Fossati) che ha lo scopo di accertare quanto il minore, un ragazzino undicenne, sia in grado di spiegare i fatti che la scorsa estate aveva raccontato alla madre. Appreso che il figlio, sarebbe stato toccato nelle parti intime dal sacerdote la donna si era rivolta alla polizia. La sezione delle squadra mobile specializzata nei casi di violenza aveva avviato l’indagine che l’intervento di Licciardello e Bianchi ha molto probabilmente interrotto prima che potessero venire falla luce ulteriori riscontri in merito ad altri eventuali episodi di molestie.
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Pedofilia: la maggior parte dei bambini non sa cosa sia.
(osservatoriosullalegalita.org) Confermato anche a Lodi il dato sulla conoscenza della pedofilia da parte dei bambini. Circa il 70% non sa cosa sia. Una percentuale preoccupante già riscontrata in altre Regioni italiane.

Più dell’80% dei bambini intervistati, poi, non sa dire "chi e' un pedofilo". Tra coloro che rispondono pochissimi ne hanno un’idea sufficientemente precisa. Anche quando vengono simulate situazioni a rischio, i bambini dimostrano di non comprendere il pericolo.

Il 70% di loro si allontana con uno sconosciuto che li invita a giocare, trascurando le raccomandazioni dei genitori che pure dimostrano di sapere. Quando la simulazione propone il comportamento di seduzione fatto di segreti, ricatti e “giochi da grandi” di figure prossime, tipiche del pedofilo, solo un allarmante 20% riesce ad individuare il pericolo.

I dati sono stati riscontrati dalla TRE – Formazione e Ricerca – attraverso l’applicazione del progetto “Sembra un gioco”, una metodologia didattica che, attraverso il gioco, insegna ai bambini a riconoscere i comportamenti tipici del pedofilo e a riferirli.

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"Bolle & Friends" domenica 13 luglio in Piazza Duomo.

Roberto Bolle Ambasciatore Unicef, durante una missione nella terra della povertà.

Roberto Bolle pensa al suo futuro. "Dopo la danza il cinema, perché no?".

Dopo l'esibizione per la regina Elisabetta e quella per il Papa, il primo ballerino della Scala sarà di scena sul sagrato del Duomo di Milano. Non esclude di poter seguire le orme di Nureyev e a Baryshnikov sul grande schermo.

(Quotidiano.net) "Ho ballato a Londra per la Regina, per il Papa, a Torino per le Olimpiadi. Quando a 11 anni, i miei genitori da Casale Monferrato mi hanno accompagnato a Milano per iniziare la Scuola della Scala, siamo andati come prima cosa in piazza Duomo. Ora danzerò sul sagrato, concesso in via eccezionale, di fronte a migliaia di persone. Me ne vorranno i piemontesi, ma nonostante le mie origini, mi sento milanese, Milano è la mia casa, la mia città". A parlare è Roberto Bolle, che si racconta in un'intervista esclusiva a 'Grazia'.

Classe 1975, primo ballerino della Scala ed étoile internazionale, Bolle danzerà il 13 luglio sul sagrato del Duomo di Milano (Roberto Bolle& Friends, ore 21.30; i biglietti gratuiti si ritirano presso l'Assessorato al Turismo, fino ad esaurimento; info: 02-795892).

Osannato ai livelli di Nureyev, ambasciatore Unicef, e ora anche testimonial per stilisti di fama mondiale, si dichiara molto felice che stia cambiando la considerazione dei ballerini uomini, poichè stanno abbandonando l'immagine elitaria che da sempre li contraddistingue e dice: "Quando ero a Hollywood sono stato invitato a molti party ed ero sempre l'unico ballerino. Se ci sono sponsor che credono nella danza, ben vengano. Sono i nuovi mecenati e la danza esce così dai suoi confini".

Una volta smesso di ballare, Bolle confida che il cinema potrebbe interessargli: "Il cinema?... Se ricevessi delle proposte interessanti, perchè no! Un'esperienza sporadica com'è successo a Nureyev e a Baryshnikov. Sono cresciuto con film come 'Il sole a mezzanotte' e 'Due vite, una svolta': fare film come quelli per me sarebbe un sogno".
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Una piazza Navona con fianco a fianco i movimenti contro la discarica di Chiaiano, le comunità rom, le associazioni gay.

(Marco Filippetti - L'Unità) Piazza strana quella di martedì. Una piazza Navona che ha visto fianco a fianco i movimenti contro la discarica di Chiaiano, le comunità rom, le associazioni di gay e le famiglie del Sud Italia con le magliette dell'Italia dei Valori. Piazza variegata ed eccentrica ma allo stesso tempo unita nella richiesta del rispetto della Costituzione e nella condanna alle leggi personalistiche del "Caimano", come recita una maglietta firmata Idv.

L'antiberlusconismo sembra essersi ricompattato mantenendo intatte tutte le sfaccettature e le differenze che questo fronte, guidato nel 2003 da Nanni Moretti, ha sempre dimostrato di possedere. Il tocco di pepe in più oggi è sicuramente l'irruenza e la schiettezza del dialetto abruzzese di Antonio Di Pietro e dei suoi seguaci, che con la scomparsa della sinistra parlamentare è diventato il "massimalista" della politica italiana.

Il tocco di sale in meno è appunto la mancanza di quella sinistra parlamentare che è stata sempre alla testa delle battaglie contro tutti i governi Berlusconi, e che oggi stenta ad affermarsi, nonostante la presenza in piazza di mezzo Prc (c'erano solo gli iscritti della mozione Ferrero, i "vendoliani" non hanno partecipato) e qualche Pdci, il più riconoscibile: Oliviero Diliberto. Verdi assenti.

La goccia di limone invece è Beppe Grillo che dal palco inasprisce i toni della manifestazione accusando il Presidente Napolitano di far parte della famigerata «banda dei quattro» (riferito alle quattro cariche dello Stato che con il lodo Alfano hanno garantita l'immunità) e di «dormire» rispetto alle proposte del governo sulla giustizia e sui rom.

Basta leggi ad personam, basta guerre, basta precarietà, basta razzismo. Queste sono le parole d'ordine di questo No Cav Day, alchimia giornalistica di una ricetta antiberlusconiana nuova. Non troppo nuova. Non troppo diverse da allora, dal primo girotondismo, le allora richieste che il regista romano faceva insieme a centinaia di persone quando "circondava" i palazzi del potere per pretendere il rispetto della Costituzione durante la terza "Era" Berlusconi. Ora siamo alla quarta, la ricetta cambia ma il piatto è lo stesso.

Numerosi come allora anche gli artisti "antiberlusconisti". Ma i nomi in molti casi sono altri e interpretano altre sensibilità. Moni Ovadia dal palco ricorda come la «retorica dei "ragazzi di Salò" iniziata dal centrosinistra abbia permesso l'ingresso al governo dei fascisti e dei loro principi, spianando la strada al razzismo che oggi è la vera "emergenza" del nostro paese».

Sabina Guzzanti invece è una assidua e torna con rinnovato furore anche per ricordare che grazie a questo clima di razzismo diffuso e «alimentato dal governo sono partite le "ronde" dei cittadini che al Prenestino hanno aggredito con spintoni, sputi e insulti delle transessuali accusandole di essere il problema del degrado del quartiere con la complicità dei poliziotti e dei giornalisti». Fiorella Mannoia non se la aspettava nessuno ma è molto gradita ai partecipanti. Dice solo ricordato che «non si poteva aspettare ottobre per manifestare lo sdegno», riferendosi al Pd. E molti di coloro che la applaudono - e persino la Guzzanti - ammettono di aver votato democratico seguendo una speranza: fermare l'avanza di Berlusconi.

Poi lo choc della sconfitta. E ora il primo ritorno in piazza. Pino Frozzi un operaio di Pesaro dice che nella sua fabbrica «c'è malcontento per i salari bassi e perchè no si arriva a fine mese». Veronica, una studentessa di scienze politiche di Roma accusa il governo perchè discrimina gli stranieri e alimenta gli odi interetnici. «Incrementando lo stato di paura verso lo straniero si indirizza la rabbia sociale in maniera orizzontale, cioè contro i propri fratelli, - è l'opinione di Veronica - e non contro chi ci sfrutta».

Certo, non sono molte le bandiere del Pd. Giovanni Mallozzi chene porta una ci dice che «bisogna essere in piazza in qualsiasi manifestazione che si oppone alle politiche del "Caimano"». «Io sono un'insegnante e posso assicurare che la scuola italiana non è mai stata a questi livelli-dice Giovanni - se continuiamo così non si porrà fine allo squallore culturale che attanaglia la nostra società, vera e propria benzina del governo Berlusconi». Lui non ci trova niente di strano a partecipare al No Cav Day. Si sente a casa.
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Gli ex generali Usa chiedono di abrogare la legge contro i gay nell'esercito.

Dall'adozione della legge nel 1993, 12.000 soldati sono stati allontanati dopo che la loro omosessualità è divenuta pubblica.
(Apcom) "In questo modo, si perdono dei validi elementi e si costringono altri soldati a mentire ai loro pari" ha dichiarato alla France Press Nathaniel Franks, il ricercatore che ha guidato il gruppo di studio.

Dopo aver ascoltato dei militari, lo studio è arrivato alla conclusione che la legge non ha più motivo di esistere perché l'attitudine dei soldati - e non solo - nei confronti dell'omosessualità diffusa in caserma è cambiata, rispetto al 1993. Secondo vari sondaggi, 15 anni fa solo il 40% circa degli americani era favorevole alla presenza di omosessuali nei corpi militari; ora, la percentuale si aggirerebbe tra il 58 e il 79 per cento.

"Abbiamo scoperto - ha aggiunto Franks - che nemmeno i comdandanti sono favorevoli a questa politica, che rende il loro compito più difficile". Chiedendo la cancellazione della legge, i generali propongono l'entrata in vigore di una serie di regole "che definiscano le attività sessuali", senza alcuna "particolare attenzione" per l'orientamento sessuale, "come già succede con successo in Gran Bretagna, Israele e Canada" ha concluso Franks.

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Grillo e la Guzzanti al No-Cav. La "casta" si dissocia ma la piazza è con loro.

Cartelli contro berlusconi. sul palco: «La legge è uguale per tutti».
Il 'No Cav Day' non risparmia nessuno Attacchi a Quirinale, Carfagna, Papa.
Manifestazione in piazza Navona: «Siamo centomila». Travaglio, Grillo e Guzzanti contro tutti, Pd compreso.

(Il Corriere della Sera) Il 'No Cav Day' finisce male. Ovvero con una secca dichiarazione di Antonio Di Pietro, che ne era stato l'anima: «Mi dissocio dagli attacchi al Quirinale, al Papa e al Pd». A ruota le dichiarazioni di Furio Colombo e Walter Veltroni.

QUIRINALE E PD - Fino a poco prima era tutta un'euforia. Trentamila, cinquantamila, centomila. Gli organizzatori del 'No Cav Day' in piazza Navona hanno snocciolato cifre, entusiasti. Per la Questura erano 15mila i presenti. Nel frattempo sul palco fulmini e saette. Ha aperto la strada Marco Travaglio (il video). Messi in conto gli attacchi contro Berlusconi e il Pd, arrivano anche quelli - attesi, ma scongiurati fino all'ultimo - contro Napolitano: «Fino ad ora il Quirinale ha firmato tutto, compresa l'aggravante razziale. Speriamo che la smetta». E sul Pd: «Berlusconi vince sempre le elezioni per abbandono degli avversari, non lo lasciamo in pace, anche stavolta aveva un piede nella fossa ma la sinistra italiana si è data questa missione: resuscitarlo. Aiutamolo a sparire sennò per inerzia scivola al Quirinale». Attacco a Veltroni (non direttamente nominato): «Berlusconi arretra e gli altri vanno più indietro di lui. Ha una tv abusiva e una casa editrice rubata, ma nonostante questo gli altri dialogano, anche se lui continua a fare di tutto per sputtanarsi. Per dire, nomina Schifani presidente del Senato e la Finocchiaro lo bacia». Pesanti ironie sono riservate anche al ministro della Giustizia: «Alfano spara ca...te da mattina a sera ma siccome lo fa dialogando nessuno dice niente».

BEPPE GRILLO - Poi è stata la volta di Beppe Grillo, in collegamento telefonico (il video). «Immaginatemi bello, dimagrito e molto perbene. Non voglio offendere nessuno» ha esordito il comico. E poi giù macigni. «Lo psiconano in Giappone ha collezionato un'altra figura di m... Non mi riconosco più nel popolo italiano». E i 18 condannati in Parlamento «sono sempre lì: se Mangano è un eroe, loro sono i supereroi. Berlusconi è il garante di un comitato d'affari». Secondo attacco a Napolitano: «Io Morfeo non l'ho mai offeso, lui sonnecchia. Però firma delle cose... Per esempio, un provvedimento per la banda dei quattro. Ve lo immaginate Pertini che firma una cosa per rendersi immune dalla giustizia? Io non lo immagino, così come non immagino Ciampi e Scalfaro. Chi è quest'uomo qua? Quando c'era la gente in piazza a Chiaiano, lui dov'era? A Capri, a sentire musica con due inquisiti, Bassolino e la moglie di Mastella». E alla sinistra: «Non c'è nessuna differenza tra l'indulto e l'ammazza-processi. Le leggi di Prodi sulla giustizia sono uguali a quelle di Berlusconi». Strali anche contro Veltroni: «'Topo Gigio' in tre mesi ha fatto cadere il governo Prodi, ha perso Roma e ha disintegrato i partiti della sinistra. È il più grande alleato dello psiconano». L'unico 'omaggio' a Napolitano è arrivato - a inizio manifestazione - dall'«ignoto oratore» (come lui stesso si è definito) Mattia Stella, che ha letto un messaggio di ringraziamento e solidarietà al presidente, seguito da un applauso del pubblico.

CARFAGNA E IL PAPA - Pesantissimo l'intervento di Sabina Guzzanti (il video), che ha preso di mira - oltre che Berlusconi - il ministro Carfagna e persino il Papa. «Tra 20 anni Ratzinger sarà morto e sarà all'inferno, tormentato da diavoloni». E sulla Carfagna: «Io non sono moralista, non mi interessa la vita sessuale di Berlusconi, ma non può diventare ministro delle Pari opportunità una persona che ha fatto prestazioni sessuali al presidente del consiglio», ha detto citando un'intercettazione a sfondo sessuale «di cui in Italia non si ha traccia ma che è comparsa sul giornale argentino El Clarin». È stato il passaggio più applaudito dell'intervento. La comica non ha risparmiato il centrosinistra, in particolare il Pd. «Perché si deve appoggiare la norma sulle intercettazioni? Vogliono rifare le scalate alle banche perché gli stanno bene i Consorte e i Fiorani che si mettono in tasca i soldi delle vecchiette».

«COME LA P2» - Come previsto, Antonio Di Pietro ha invece riservato le sue critiche all'operato del governo: «C'è in atto un comportamento da nuova P2, anzi, proprio P2 perché sono sempre quelli. Se andate a vedere le proposte sono proprio quelle della P2, che voleva la giustizia asservita allo Stato. Quando c'è un'emergenza democratica si sta al fronte. Appena le condizioni ce lo permetteranno attiveremo un grappolo di referendum per cancellare queste leggi». Prima di salire sul palco aveva pesantemente attaccato il lodo Alfano: «Qualcuno mi sta processando? Mi faccio una legge che dice che quattro cittadini italiani una volta che diventano presidente della Repubblica, della Camera o del Senato, capo del governo, possono ammazzare la moglie, stuprare bambini, o addirittura corrompere un testimone in un processo e non possono essere processati». Secondo il leader Idv «i cittadini devono resistere e ribellarsi: tutti i regimi cominciano in maniera dolce». Piccola nota al Pd: «Noi rispettiamo chi non è qui ma chiediamo ugualmente rispetto da chi non c'è e non ha aderito nemmeno idealmente».

CAMILLERI E PARDI - Presenti al 'No Cav Day' diversi esponenti dell'opposizione e personaggi della cultura: Rita Borsellino («Chi ci rappresenta deve fare un'opposizione forte, tenace, vera contro un governo che fa scelte pericolose mettendo in crisi la democrazia»), Andrea Camilleri (che ha letto cinque poesie: «La sua morale ha più buchi di un colabrodo, ma viene ricevuto in Vaticano con tutti gli onori: pecunia non olet» - il video), Ascanio Celestini, Laura Belli, Moni Ovadia, Beppe Giulietti, Livia Ravera, Fiorella Mannoia. Dal palco Pancho Pardi (Idv) ha lanciato un appello perché Berlusconi non diventi presidente della Repubblica: «Chi ha già provato a sfregiare la Costituzione non potrà diventarne il custode, chi è uscito dai processi di magistratura solo perché ha fatto delle leggi a proprio favore non può diventare presidente del Csm, chi si è vantato di spregiare il 25 aprile non potrà diventare presidente della Repubblica che è nata dalla Resistenza. Ci aspetta una dura campagna, lunga cinque anni».
BANDIERE - Molte le bandiere di fronte all'ambasciata brasiliana, dove era allestito il palco. Oltre ai vessilli dell'Italia dei Valori, quelli della Sinistra (ormai extraparlamentare), di Sinistra Democratica e del Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando. Non mancava qualche simbolo del Pd. Sul palco un lungo manifesto verticale con l'articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge». Sull'altro lato del palco un'altra scritta: «La legge è uguale per tutti». Alcuni manifestanti indossavano cartelli con una citazione di Umberto Eco: «Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia». Altri mostravano i vari reati che verrebbero 'sospesi' in caso di approvazione dell'emendamento blocca-processi: «Stupro, sospeso», «Abuso d'ufficio, sospeso». A ruba le magliette «Fermiamo il caimano» (guarda). Sui cartelli dei manifestanti è finito anche il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna: «Presidente, che cuccagna la Carfagna». Un uomo portava sulle spalle una copia del giornale Il bolscevico, organo del partito marxista leninista, in cui è rappresentato Berlusconi affacciato al balcone di piazza Venezia e vestito come il duce, con scritto «Fermiamo l'uomo della provvidenza e della terza Repubblica». Alcune t-shirt riportavano lo slogan «Tutte le dittature nascono in nome del popolo».
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Tutti i video da Rai news24.

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Gayfriendly. La regina madre e i suoi valletti gay.

A chi le suggeriva di mandare almeno le figlie in salvo in Canada durante i bombardamenti dei tedeschi, la Regina Madre rispose: “Le principesse non potrebbero andarsene senza di me, io non me ne andrei senza il Re, e il Re non se ne andrà in nessun caso“. E con questa frase è passata alla storia.

Se invece la storia venisse riscritta dai gay, finirebbe nei libri per il suo staff notoriamente a maggioranza omosessuale, e per altre due espressioni:
Allora dovremmo servirci da sole“, rivolta a un politico conservatore che le aveva consigliato di non assumere personale omosessuale, e “Quando qualcuna di voi giovani regine ha finito, potrebbe portare un drink a questa vecchia regina?”, rivolta ai suoi valletti.

(fonte: Wikiquote | via Totentanz)

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Forchettoni? Padova Gay Village.

(Fireman) Il Mattino di Padova riporta la notizia: Gay Village per tutto agosto all’ex Foro Boario.

Non è nuova, gira già da un po di giorni e io non so bene come prenderla, è una buona notizia o una cattiva notizia?
ArciGay prova a mettere anch'essa le mani su un marchio- mi chiedo se le volpi romane abbiano o meno registrato il marchio - che nacque 7 anni fa come evento per diffondere la cultura GLBT. Il GV è stato in passato una bomba lanciata nel nulla. Vedere quella scritta con lettere cosi grandi nel centro di Testaccio era rivoluzionario - indipendentemente da quanto accadeva all'interno - ma col passare degli anni si è rivelato per quello che è: un operazione commerciale avviata da imprenditori GL già padroni quasi incontrastati delle notti invernali romane.
Anche la presenza - non casuale - del DGP non è mai andata oltre uno stand informativo - e sappiamo bene tutti quanto siano interessati gli avventori tipo alle attività di una piccola associazione - e non ha mai organizzato nulla che attirasse pubblico e che avesse un reale impegno sociale.

Ora Alessandro Zan prova anche lui a far soldi e ad avere un po di visibilità in più. Con la differenza che - sembra - i soldi non se li intaschi lui ma bensi ArciGay.

Sono malizioso? Forse, ma perché negarsi l'evidenza? Di più, io penso che le volpi romane siano d'accordo ed in qualche modo coinvolte.
Ma quello che conta è: cosa significa il proliferare di GV a mò di format?
Qualcuno mi dirà "Dov'è il male"? Da nessuna parte, se non fosse che si mascherano come iniziative culturali vere e proprie macchine per far soldi.

Zan dichiara "[...] noi pensiamo a una grande festa popolare, senza etichette né steccati. Ci sarà, naturalmente, attenzione alle battaglie per i diritti civili, ma proporremo soprattutto musica, teatro, spazi espositivi, spettacoli, ristorazione. Insomma, una nuova opportunità di svago rivolta a tutti i padovani. Nelle prossime serate d’agosto vorrei vedere passeggiare tra i nostri stand tante famiglie con i bambini al seguito, come avviene da anni al Village di Roma"
Bhé di famigliole felici al GV io non ce ne vedo più da un po di anni, comunque le intenzioni sono buone, vedremo poi l'attuazione.

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Sgarbi torna a parlare:"Di Salemi parlerà tutto il mondo, la Moratti è un'imbecille".

(02blog) Lo avevamo lasciato che si scambiava bigliettini affettuosi con Letizia Moratti: ma ora Vittorio Sgarbi torna all’attacco e da Salemi, dove è stato eletto Sindaco, crea una giunta lisergica e rivolge alla sindachessa meneghina l’epiteto “imbecille”.

Ma stiamo sulla giunta: oltre alle chicche come Graziano Cecchini, il “futurista” che tinse di rosso e pallini monumenti romani - e che Gaia smascherò con saggezza qui - nominato Assessore al Nulla*, ci sono Oliviero Toscani, Carlo Petrini, Peter Glidewell - è un mercante d’arte, lo si legge su questo pezzo di guidasicilia - in pratica un consiglio comunale all star più di un Eastern Conference - Western Conference.

Finale di Sgarbi, a margine della conferenza stampa in cui ha presentato gli assessori, una modesta previsione di successo per la Conferenza delle Religioni che organizzerà il 10 ottobre:«Sarà un evento colossale, da far impallidire l’Onu». Grande.

*Non è un modo di dire, l’ha davvero nominato Assessore al Nulla.

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L'uomo italiano non è più uno "sciupafemmine". Ansie da "dimensione" e fragilita'.

(Agi) Addio allo sciupafemmine italiano. Il mito dell’amante latino per eccellenza appartiene oramai al passato.

Stando a quanto emerge dalla campagna ‘Torna ad amare senza pensieri’, promossa dalla Societa’ Italiana di Andrologia (SIA), oggi il giovane maschio italiano e’ “preoccupato, fragile e perennemente in ansia” per la sua vita sessuale.

La campagna ha registrato un successo senza precedenti del numero verde e del sito (www.amaresenzapensieri.it), interamente dedicati alle patologie sessuali. In 40 giorni, fanno sapere dalla SIA, sono state quasi 15.000 le chiamate ricevute dagli oltre 100 specialisti andrologi che hanno risposto al numero verde da sabato 17 maggio.

A chiamare sono stati uomini di tutte le regioni italiane, con una netta prevalenza delle regioni del sud e delle isole, con il 42,3%. Ultimo in classifica il nord est con l’11,4%. Tra le citta’, invece, Roma (1049) batte Milano (835) e Napoli, con 946 telefonate, sorpassa citta’ come Palermo (321) e Firenze (221).

“Tra tutti i dati raccolti nel corso dell’attivita’ del nostro numero verde - spiega Bruno Giammusso, andrologo e coordinatore scientifico della campagna - e’ da sottolineare la netta preponderanza di chiamate da parte di giovani uomini, sicuramente perche’ piu’ inclini all’utilizzo di strumenti quali infoline e siti web. Questo dato, pero’, deve farci riflettere. E’ un chiaro sintomo di come i giovani maschi italiani siano preoccupati, fragili e in ansia relativamente alle diverse tematiche della funzione sessuale, anche in assenza di particolari patologie”.

Le domande piu’ frequenti hanno riguardato “l’eiaculazione precoce e le dimensioni dei genitali”, continua Giammusso, “che ancora oggi rimangono una delle principali fonti d’ansia. Si tratta di una preoccupazione ingiustificata, perche’ essa deriva dalla mancanza di un’adeguata formazione in fatto di educazione sessuale e dal rapportarsi a modelli sbagliati”. Altra categoria di utenti assidui del numero verde SIA sono stati uomini “piu’ avanti con gli anni”, racconta Bruno Giammusso, “specialmente cardiopatici e ipertesi, che sentono il bisogno di tornare ad avere una vita sessualmente attiva e soddisfacente. Per questo, hanno chiesto agli andrologi delucidazioni sui farmaci orali con indicazione per il trattamento della disfunzione erettile (come il Viagra, ndr) e su loro possibili effetti collaterali”.

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Veronica e Silvio Berlusconi, voci sempre piu' insistenti danno per imminente la separazione.

(Quotidiano net) Lo scandalo intercettazioni rischia di travolgere definitivamente anche il matrimonio del premier. Ecco come il noto sito di gossip Dagospia racconta gli ultimi retroscena:

E torniamo al silenzio di Veronica, di cui Dagospia è stato il primo a scriverne. Ora va da sé che ciò che scriviamo sono solo indiscrezioni di cui non abbiamo nessuna conferma ma le fonti son ben autorevoli. Quindi, la bomba: Lady Lario, appena sbarcata alla Malpensa, avrebbe contattato i suoi legali. Infatti, sotto il primo strato di orgoglio ferito di Veronica batte sempre la ferita della divisione dell'impero berlusconiano. Secondo gli addetti ai livori, in parole povere, il reale motivo della crisi eterna tra Silvio e la moglie avrebbe origine dalla diversità di opinione sul frazionamento del patrimonio billionaire tra i 5 figli. Ora il frutto di primo letto della carica fecondativa del Cavaliere sono Marina (capo della Mondadori) e Piersilvio (capo di Mediaset), quelli sfornati dai lombi della Lario sono invece tre: Luigi, Barbara ed Eleonora. Che per ora, vista anche l'età, non ricoprono nulla di importante se non il ruolo di consigliere.

Ora se la matematica non è un'opinione si prende il montepremi dei sudori del Cav infojato e lo si divide per 5: 20% ciascheduno. Facile, no? Invece, qui sta il casino: dividendo così i tre pargoli di Veronica avrebbero in mano il 60% dell'impero, ergo la maggioranza e Silvio non lo trova opportuno, per non dire ingiusto. Lui vuole dividere a metà: 50% a Marina e Piersilvio e l'altra metà ai tre pargoli di secondo letto. Ma da questo orecchio Veronica non ci sente. Certo, con una separazione per colpa, la situazione si ribalterebbe a suo favore, e con le chiacchiere hard-core di Silvio sarebbe una passeggiata. Ma quelle maledette intercettazione non intendono uscire e una separazione consensuale porterebbe solo a un accordo famigliare (50% e 50%). Salvo errori, orrori e omissioni, così raccontano.

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Lapsus freudiano? Per gli Americani Berlusconi è un politico dilettante in un paese corrotto.

(Azzurro) Una serie di "gaffes" senza precedenti di Bush e dell'Amministrazione Americana, che recano platealmente e pubblicamente offesa a Berlusconi, sfiorando così per un attimo l'incidente diplomatico tra Italia e Stati Uniti.
Per capire cosa sia successo basta leggere la biografia del presidente del consiglio, pubblicata in un 'press kit' che la Casa Bianca ha distribuito ai giornalisti che seguivano il Presidente americano.

«Il premier italiano è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio .
Principalmente un uomo d'affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali.
Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali finché non ha perso il posto nel 2006.
Odiato da molti ma rispettato da tutti almeno per la sua 'bella figura' (in italiano nel testo) e la pura forza della sua volontà Berlusconi ha trasformato il suo senso degli affari e la sua influenza in un impero personale che ha prodotto il governo italiano di più lunga durata assoluta e la sua posizione di persona più ricca del paese. Berlusconi da ragazzo guadagnava i soldi organizzando spettacoli di marionette per cui faceva pagare il biglietto di ingresso e mentre studiava legge a Milano si era messo a vendere aspirapolvere, a lavorare come cantante sulle navi da crociera, a fare ritratti fotografici e i compiti degli altri studenti in cambio di soldi

In serata sono giunte le scuse dell'amministrazione Americana poichè, si legge nella nota, "nella biografia non ufficiale del primo ministro italiano Berlusconi, inclusa nel materiale stampa in distribuzione ai giornalisti sull' Air Force One, si utilizza un linguaggio insultante sia nei confronti del primo ministro Berlusconi che del popolo italiano.
I sentimenti espressi nella biografia non rappresentano le vedute del presidente Bush, del governo americano e degli americani.
Ci scusiamo con l'Italia e con il primo ministro per questo errore davvero sfortunato. Come tutti coloro che hanno seguito il presidente Bush, il presidente ha per il premier Berlusconi e per tutti gli italiani la più alta stima e riguardo".

Questi sono i fatti, le conclusioni a cui si arriva però sono sconfortanti, il linguaggio americano è crudo, ma, se vogliamo essere onesti, corrispondente alla realtà.
Ci piacerebbe, come Italiani, sentirci offesi, ci piacerebbe sorridere o adirarci, riconoscendo la falsità delle affermazioni.
Purtroppo non è possibile, la verità rimane tale anche se dura.
Vorremmo non sentirla quando è cruda, quando rischia di essere offensiva se detta, ma la verità serve sempre, per riflettere, anche quando è, come in questo caso, amara.
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Di Pietro all'attacco: "Resistere e ribellarsi". Cartelli imbarazzanti per il governo.

(Tiscali notizie) Lo scontro sulla giustizia è ormai a tutto campo e investe partiti e istituzioni. In attesa che giovedì l'aula della Camera voti sul lodo Alfano, il Governo ha dichiarato che modificherà il dl sicurezza per quanto riguarda l'emendamento bloccaprocessi e ottenuto le critiche dell'Italia dei Valori. "Questa è una dittatura dolce che non violenta né usa olio di ricino ma procede con leggi ad personam". Antonio Di Pietro parla a piazza Navona durante la manifestazione contro le leggi del governo Berlusconi e afferma che "i cittadini devono resistere e ribellarsi: tutti i regimi cominciano in maniera dolce". Quando i cronisti gli chiedono quante persona siano presenti alla manifestazione romana, il leader dell'Italia dei valori risponde con ironia: "E che mi metto a fare la conta...".

"Un comportamento da nuova P2 anzi vecchia" - "Sequestro di funzioni parlamentari a fini estorsivi con ricatto e riscatto": questo secondo il leader dell'Italia dei Valori è il 'reato' che sta commettendo il governo Berlusconi. "Andate a rileggervi le proposte della P2 sulla giustizia - ha attaccato Di Pietro rivolgendosi alla platea -, una giustizia asservita al potere. Questo è un comportamento da nuova P2 anzi vecchia perchè sono sempre loro, erano iscritti prima...".

L'ex pm: "Così le alte cariche possono stuprare i bambini" - "Qualcuno mi sta processando? Mi faccio una legge che dice che quattro cittadini italiani una volta che diventano presidente della Repubblica, della Camera o del Senato, capo del governo, possono ammazzare la moglie, stuprare bambini, o addirittura corrompere un testimone in un processo e non possono essere processati".

L'attacco al Partito democratico - Di Pietro non risparmia una critica al Pd di Veltroni che ha scelto di non scendere in piazza. "Noi rispettiamo chi non è qui ma chiediamo ugualmente rispetto da chi non c'è e non ha aderito nemmeno idealmente - ha detto l'ex magistrato -. Ci sono modi diversi di fare opposizione e tutti vanno rispettati. Noi non cadiamo nel tranello di chi vuole evidenziare uno scollamento tra le opposizioni, il problema non è questo ma è Berlusconi che ha messo in atto una truffa elettorale".

La replica di Berlusconi e La Russa - Silvio Berlusconi dal Giappone replica: "Non credo che una manifestazione possa formare l'immagine di un paese. L'immagine di un paese si fa con i fatti". Il ministro della Giustizia Ignazio La Russa afferma: "Il lodo Maccanico fa rinascere la speranza che si possa discutere di giustizia serenamente. Forse è proprio per questo che Di Pietro sta manifestando con tutta la sua forza, forse per impedire che finisca l'antiberlusconismo pretestuoso e di maniera. Se la questione giustizia venisse risolta Di Pietro sarebbe come uno squaletto a cui improvvisamente viene tolta l'acqua. Cosi' si spiega la sua agitazione parossistica".

Cossiga: "Di Pietro è un burattino esibizionista" - Dal Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga arriva un macigno su Di Pietro: "E' un burattino esibizionista, che restitui' 100 milioni in una scatola di scarpe all'odore di inchiesta ministeriale. La Cia e gli Stati Uniti non sono stati estranei a Tangentopoli e alle 'disgrazie' di Andreotti e Craxi".
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No Cav Day: Beppe Grillo attacca Napolitano.
Beppe Grillo attacca il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il via libera al Lodo Alfano. "Ve lo immaginate Pertini firmare una legge che lo rende immune dalla giustizia? Io a farlo non ci vedevo nemmeno Ciampi e neppure Scalfaro, ma Napolitano ha firmato", ha detto il comico. "Mentre Napoli era invasa dall'immondizia - ha continuato Grillo -, dove e' andato il presidente? Non da una famiglia a Chiaiano, ma a Capri accompagnato da due indagati, Bassolino e Sandra Lonardo Mastella...". (Agr)
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No Cav Day: Travaglio contro Quirinale e Pd.
"Fino ad ora il Quirinale ha firmato tutto, compresa l'aggravante razziale. Speriamo che la smetta". Marco Travaglio, intervenuto al No Cav Day, fa capire che non ce l'ha solo con Berlusconi e i suoi, ma anche col Partito democratico e, soprattutto, con il Quirinale. E sul dialogo tra maggioranza e opposizione, Travaglio dice che Berlusconi "E' come una mantide religiosa, fa una scopatina con un leader del centrosinistra e poi se lo mangia. Il bello e' che ogni volta ne trova uno nuovo che gli va incontro sorridendo". (Agr)
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No Cav Day: Gli organizzatori, Siamo 30mila.
"In piazza ci sono trentamila persone". Lo ha detto Mattia Stella, il primo oratore a parlare dal palco della manifestazione di Piazza Navona sulla giustizia. Tra i molti vessilli dell'Italia dei Valori, dei Comunisti di Ferrando e di Sinistra Democratica, anche alcune bandiere del Partito Democratico, che ha deciso di non aderire ufficialmente alla manifestazione. (Agr)
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Separati in piazza contro Berlusconi.

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Paolo Flores d'Arcais e Travaglio e Diliberto.

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Di Pietro "Fermiamo il caimano".

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I commenti dei manifestanti "Si faccia processare".

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