banda http://blografando.splinder.com

martedì 2 settembre 2008

Rinviato l'incontro di giovedì con Federica Pezzoli.

E' stato rinviato l'incontro con Federica Pezzoli fissato per le 19 di giovedì 4 settembre al locale La Perla di Roma.
E quanto ci è stato comunicato dal Comitato promotore di Federica Pezzoli presidente dell'Arcigay di Roma. Non è stata indicata la data del rinvio, tutti gli interessati potranno avere maggiori informazioni nei prossimi giorni sul blog del Comitato.

Sphere: Related Content

Belpietro: "Libero" di incassare dallo Stato.

Vittorio Feltri

(Maurizio Belpietro - Panorama) Un paio di numeri fa mi sono occupato del finanziamento pubblico ai giornali di partito, che in 7 anni è costato alle casse dello Stato più di 1 miliardo di euro. Nell’articolo me la prendevo in particolare con quei quotidiani fantasma che vendono 1.000 copie ma incassano 2 milioni di euro. Un paio di righe dell’articolo erano dedicate anche alle testate che di partito non sono, ma che ricevono comunque fondi dallo Stato, e fra queste segnalavo Avvenire e Libero. Pur essendo uno dei più forti percipienti (39 milioni in 7 anni, fonte: presidenza del Consiglio), al giornale di Vittorio Feltri non riservavo alcuna critica. Ma, evidentemente, anche la semplice citazione ha infastidito l’amico, il quale ha reagito piccato, dandomi del bugiardo. La mia colpa? Avrei omesso di dire che Panorama e la Mondadori per i loro abbonamenti godono di tariffe postali agevolate. Feltri si chiede retoricamente che differenza ci sia fra lui e noi.

Lo spiego subito. Il direttore di Libero gioca sulla scarsa conoscenza della legge sull’editoria. Da molti anni esiste una norma che riconosce ai giornali uno sconto sulle tariffe postali. È un provvedimento adottato da tutti i paesi europei e che mira a favorire la lettura e gli abbonamenti. Distribuire costa e gli editori tagliano le diffusioni concentrandosi sulle edicole dove si vende di più e dove arrivare costa di meno. Incentivando gli abbonamenti si consente a chiunque e con minor spesa di ricevere ciò che desidera. Allo sconto hanno diritto tutti i giornali, dunque anche Libero, se non fosse favorito da un privilegio di cui dirò in seguito. Panorama beneficia della tariffa agevolata e per ognuna delle 220 mila copie che spedisce paga 0,36 centesimi, che sono pochi in meno rispetto a quelli versati nei paesi europei per analoghi servizi. Panorama e la Mondadori non incassano 1 euro, semmai i soldi li prendono le Poste, sulla base di una trattativa che fanno con la presidenza del Consiglio. Si può discutere la tariffa agevolata, la si può criticare e perfino abolire, ma si tratta di un aiuto simile a quelli riservati a comparti giudicati utili, per esempio l’autotrasporto o l’agricoltura, cui lo Stato garantisce sgravi o crediti d’imposta, senza distinzioni d’impresa. È insomma un sistema pulito, che non altera la concorrenza, simile agli sconti per chi installa finestre a risparmio energetico o pannelli solari.

Ciò di cui godono i giornali di partito è invece ben diverso. Si tratta di un finanziamento basato sulle spese e che prevede un contributo a piè di lista dell’ordine del 60-70 per cento. In pratica questi quotidiani più spendono e più ricevono. Più copie tirano, anche se non le vendono, e più incassano. Possono perfino permettersi un supplemento, tanto paga Pantalone. Lo Stato è per loro un socio di maggioranza che non ha diritto di voto, ma cui tocca contribuire per due terzi alla spesa. Un sistema chiuso, di cui pochi godono. Per ottenere i quattrini, il giornale deve infatti far capo a un gruppo parlamentare, a un movimento politico o a una cooperativa. Questo è il fondo da cui Libero attinge quasi 8 milioni di euro l’anno (dato riferito al 2006), chiaro? A questo punto qualcuno si domanderà che cosa c’entri il quotidiano di Feltri con i giornali di partito. Niente. C’entra solo per via di un furbo espediente escogitato 8 anni fa, quando Libero fu fondato. Siccome nessun editore era disposto a metterci troppi soldi e Feltri non intendeva rischiare i suoi, qualcuno si ricordò che esisteva un bollettino mensile del Movimento monarchico italiano, Opinioni nuove, registrato fin dal 1964 presso il tribunale di Bolzano. Il periodico era l’organo di un gruppo di amici, quattro gatti, che usciva quando e come poteva, ma riceveva un contributo di 20 milioni di lire l’anno dallo Stato. L’editore di Libero chiese ai monarchici di prendere in affitto la testata in cambio di 100 milioni di lire: un affare per i nostalgici del re, ma soprattutto per Feltri e i suoi, i quali s’inventarono una specie di supplemento quotidiano di Opinioni nuove. In grande si leggeva Libero, in piccolo, ma con la lente d’ingrandimento, la testata del Mmi, quella che aveva diritto ai contributi di Stato. L’Espresso se ne accorse e chiese lumi a Feltri, il quale giurò che avrebbe rinunciato ai finanziamenti. Una promessa dimenticata in fretta, perché appena un anno dopo, compreso che la testata Opinioni nuove era una gallina dalle uova d’oro, Libero chiese ai monarchici di comprarla per 500 milioni di lire. Agli orfani di Casa Savoia parve di sognare: il loro giornalino si rivelava il miglior investimento mai fatto. Perciò si affrettarono a vendere e a investire il ricavato in alcuni negozi a Bolzano. In realtà, il miglior investimento lo ha fatto Libero: chi di voi non pagherebbe 500 milioni di lire una tantum per poi incassare in 7 anni quasi 40 milioni di euro e chissà quanti altri nel futuro? Certo, bisogna riconoscere che, a differenza di altre imprese consimili, almeno quei soldi sono serviti a far nascere un giornale importante. A Feltri va dunque dato atto di aver fatto qualcosa di utile. Ma non deve arrabbiarsi se sorrido di fronte alla sua arrampicata sugli specchi per giustificare il finanziamento pubblico. È uno stile libero che non gli si addice.

Sphere: Related Content

Alla Festa democratica i compagni si fan pagare il coperto.

(Tommaso Farina - Libero) La Festa dell’Unità ha cambiato nome, ma non proposta gastronomica. La salamella impera sovrana, nonostante i tentativi di esotismo già visti l’anno scorso. Attorno al Palasharp, fino al 22 settembre, la prima Festa Democratica di Milano ospiterà non solo dibattiti politici e approfondimenti assortiti, ma anche l’usuale vasta scelta di munizioni da bocca, per tutti i gusti e per tutte le tasche. Però nulla batte la salamella alla griglia. E nemmeno le costine di maiale. «Le altre cose saranno buone, ma le costine hanno una marcia in più. Del resto, dove si può mangiarle, se non alla festa dell’Unità? Al ristorante mica te le fanno», ammette un cinquantenne che, alla pizzeria-griglieria, sta cominciando un’ampia porzione delle medesime costine (4.50 euro). La salamella costa meno, 3.50 euro, ed è molto onesta, saporita, con l’obbligatorio profumo di fumo che ne attesta la provenienza da un vero fuoco di legna. Wurstel? Costata di manzo? Qualcuno li richiede, ma alla griglieria, ove si viene serviti da svelte e gentili signore di mezza età, i capisaldi sono l’accoppiata immarcescibile di cui abbiamo appena parlato. Come l’anno scorso, le soddisfazioni maggiori arrivano dalle cose più “popolari”. Il Ristorante Valtellina, anche nel 2008 accanto al Palasharp, non presenta un menù proprio estivo: pappardelle al cervo, risotto alla luganegarostisciada (lonza, pancetta, polenta), fagioli con le cipolle, pizzoccheri (5,50 euro), cassoeula. A quest’ultima abbiamo stavolta deciso di rinunciare, ma il sostituto, la polenta vuncia (polenta al formaggio e burro, 4,80 euro) è parsa all’altezza del compito. Da bere, vini valtellinesi. Nel conto, preventivate 1,50 euro di coperto (non come al Savini, dov’è abolito…). Il coperto è presente anche in ristoranti festaioli con qualche pretesa in più, tipo Il Porcino, dedicato a funghi e simili. Menù abbastanza vasto, servizio solerte coordinato da arzillo e incravattato signore. Qualche saggio: insalata di porcini (5,50 euro), risotto coi funghi (5 euro), lasagne ai funghi (5 euro, non malvage), porcini (8,50 euro, questi sì malvagi, decisamente dolciastri e acquosi), porcini alla griglia (11 euro). Da bere, Merlot biologico (8,20 euro). Altri ristoranti? L’Osteria del gnocco fritto (gnocchi fritti con salumi); l’Enoteca (piattarelli di prodotti tipici anche ben ricercati); i Sapori del Mare, specialità pesce (ci sono anche le trenette all’astice, 15 euro); la paninoteca-piadineria. Ma pure nel 2008, la chicca è costituita dal ristorante tibetano. Venerdì, quando l’abbiamo visitato, il digiuno dei monaci non era ancora cominciato, così poteva capitare di sedersi nel tavolo vicino a quello dei tibetani, e ordinare un piatto di Momo (6 euro), ravioli di carne simili a quelli cinesi, ma con un ripieno abbastanza diverso. Sarà cambiato il nome (e alcuni dei “camerieri” hanno ancora la parannanza col vecchio logo), ma i capisaldi culinari della Festa per eccellenza ci sono tutti, e gli aficionados li vogliono sempre.

Sphere: Related Content

Durex: Un temporary store del piacere a Milano in corso Garibaldi.

(02blog) Ok, il fatto è che questo genere di cose impongono sempre un passo precedente: avere una ragazza o un ragazzo con cui usare quell’oggetto in lattice, se no è come incatenare un bulimico in una pasticceria.

In ogni caso la Durex aprirà un temporary store in Corso Garibaldi, in cui venderà i suoi prodotti: secondo quanto riporta Agi, che non si fa sfuggire questa notiziona - e neanche noi, chiaro - saranno messi in vendita anche, oltre ai classici condom, gel stimolanti ed un nuovo lubrificante femminile, utilizzabile anche per massaggi.

Il negozio temporaneo si chiamerà “Better sex, all you need for a better life”. Certo, facendo del sesso migliore la mia esistenza migliorerà, sempre fatto salvo il passo precedente che si menzionava all’inizio del post. In caso contrario, attenzione, si rischia di fare la fine del tunisino di questo vecchio post dal sublime titolo “Onanismo sulle carrozze di un treno“.

Sphere: Related Content

Fabrizio Marrazzo ovvero uscire di scena con eleganza.

(Max Forte) Resterà un sogno veder uscire elegantemente dalla scena Fabrizio Marrazzo da quel quadro da avanspettacolo che ormai è l'Arcigay di Roma? E magari ricominciare daccapo comn maggior esperienza ed umiltà negli anni a venire?
---

---

---
Non lo so, me lo auguro soprattutto per lui visto che ormai in internet in pratica sta diventando una macchietta e non c'è giorno che non venga sbandierata una sua malefatta o presunta tale. L'ultima è questa. Ormai la resa dei conti è vicina, mancano una decina di giorni al prossimo congresso romano e l'associazione è letteralmente in subbuglio almeno stando a quello che si legge in internet. Ma non è la maggioranza, qualcuno potrà obiettare, può essere ma quello si saprà solo alla conta dei voti, intanto però si sfrucuglia attorno a questo congresso, si precisa, si spacca il pelo in quattro. Insomma c'è sospetto, molto sospetto, di cosa non è dato sapere ma in molti sospettano brogli. Brogli che in un'assise del genere sarà molto difficile mettere in atto e comunque se si hanno tali sospetti, che si chiamino persone super partes a fare da presidente dell'assemblea elettorale e relativi segretari scrutatori è l'unico modo per fugare ogni dubbio o sospetto.

Certo, ce ne sarebbe un altro di modo, l'uscita di scena di Fabrizio Marrazzo e del suo seguito, ma si sa ci vuole eleganza, classe e soprattutto intelligenza per capire quando non sei più accettato e benvoluto e quindi, motu proprio, andarsene. E Marrazzo le ha queste qualità?

Una punta di diffidenza c'è anche attorno a Federica Pezzoli, (leggi qui) attualmente unica candidata all'Arcigay di Roma. Vogliamo comunque invitare tutti coloro che non sono ancora convinti sulla Pezzoli a partecipare alla discussione aperta democraticamente da lei stessa in un blog. E già questo è segno di rinnovamento, trasparenza e democrazia. Partirà da Roma un rinnovamento di ben più grossa portata? Staremo a vedere.

Sphere: Related Content

Le centraliniste licenziate rilanciano con la “strip conference”.

Il gioco dello striptease
(Panorama) Prima il video provocazione /vedi sotto) su Youtube, ora la “strip conference”. Le 11 centraliniste precarie licenziate dal call center dell’ospedale di Legnano, complice anche l’attenzione guadagnata sui giornali con la singolare forma di protesta, rilanciano e annunciano per venerdì una seconda puntata hot.
---

---
“Non abbiamo intenzione di mollare”, fanno sapere. “Venerdì organizzeremo una ’strip conference’ e siamo pronte a onorare le promesse. Se è l’unico modo per farci ascoltare, ben venga: ci spoglieremo. Tanto ci hanno già denudato dei nostri diritti”. Una norma del decreto Brunetta, spiegano le impiegate che hanno in media 35 anni, “ci condanna, perché abbiamo lavorato più di tre anni nel quinquennio e il provvedimento in questione impedisce il proseguimento di questo rapporto di lavoro. Precario, ma pur sempre un lavoro”.

A suscitare “rabbia e frustrazione”, spiega Ornella Cameran a nome delle sue colleghe, è il modo in cui vengono trattati i lavoratori “con la scusa della flessibilità. Una parola che abbiamo conosciuto da vicino”. Dall’ospedale non si aspettano un ripensamento. “Ci hanno detto che gli dispiace e che non c’è soluzione. Di stabilizzarci si era parlato tempo addietro, mai seriamente. Poi la cosa era sfumata. Troppo costoso”, raccontano. Da ieri “ci hanno detto che il call center dell’ospedale è stato affidato ad alcuni dipendenti dell’ospedale destinati temporaneamente a questo compito in attesa di una soluzione”. Che potrebbe essere, a quanto ha appreso una ex centralinista, “quella di affidare il servizio a un call center siciliano che già si occupa del numero regionale 803000 per la prenotazione delle prime visite mediche”.

Secondo le Rdb Cub pubblico impiego, la vicenda che ora coinvolge le lavoratrici di Legnano, e che rischia di interessare tutti i call center sanitari della Regione Lombardia, è la dimostrazione di come l’attuale esecutivo non lasci alcun margine di soluzione alla vicenda del precariato. Commenta Sabino Venezia del Coordinamento nazionale: “Il decreto Brunetta, intervenendo pesantemente sulla più importante risorsa della pubblica amministrazione, ovvero i suoi operatori, determinerà di fatto una riduzione di personale con la conseguente impossibilità di stabilizzazione dei precari. In altri termini, a Legnano come nel resto del paese, l’unica soluzione alla piaga del precariato cronico è il licenziamento dei lavoratori. Contro questa macelleria sociale”, prosegue Venezia, “le Rdb rilanciano con forza lo sciopero dei lavoratori precari indetto per il prossimo 19 settembre e l’assemblea nazionale che si terrà in quella data a Roma”, conclude il dirigente sindacale.

Il ministro Brunetta intanto ha risposto alle accuse con una nota: la “responsabilità” della gestione del personale è “ascrivibile” ai vertici dell’Asl, mentre il cosiddetto decreto Brunetta “non ha fatto altro che recepire nel pubblico quello che il governo precedente ha previsto nel settore privato” rispetto al limite massimo dei tre anni per i contratti a tempo determinato, il cui protrarsi oltre “non può essere assecondato. Preliminarmente”, sottolinea il ministro, “occorre segnalare che la responsabilità della gestione del personale è ascrivibile ai vertici dell’Azienda sanitaria, che il contratto di lavoro a tempo determinato ha per sua natura un carattere temporaneo e che il suo protrarsi per lunghi periodi di tempo, in quanto segnale di un utilizzo improprio della tipologia contrattuale, non può essere assecondato, tanto nel settore privato quanto nel settore pubblico, per evitare di favorire il costituirsi di forme di precariato cronico”.

Il limite temporale massimo dei tre anni per i contratti a tempo determinato, aggiunge il ministro della Pubblica amministrazione, “non è tipico del lavoro pubblico ma si desume dalla normativa prevista per il settore privato così come introdotta dalla recente legge 247/2007 che ha recepito il Protocollo sul Welfare del precedente governo. Pertanto”, conclude, “il decreto legge 112/2008 (comunemente chiamato ‘decreto Brunetta’) non ha fatto altro che recepire nel pubblico quello che il governo precedente ha previsto nel settore privato”.

Finora non sono arrivate proposte serie di impiego, hanno spiegato le centraliniste licenziate all’agenzia Adnkronos Salute, ma molte attestazioni di solidarietà. In attesa dello spogliarello di venerdì oggi le ex operatrici di call center si sono radunate davanti all’ospedale di Legnano per un presidio di protesta, organizzato con il sostegno del sindacato Rdb Cub pubblico impiego Lombardia. L’obiettivo, precisano, è di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica “non solo sul nostro caso specifico ma sull’emergenza precariato”. E se il metodo inaugurato dalle centraliniste dovesse funzionare, da venerdì le strade d’Italia potrebbero riempirsi di precari senza veli…

Sphere: Related Content

Totò e Peppino a La Repubblica. Risultato l'argomento Lgbt scompare dalle sue pagine.


---
(Max Forte) In questi ultimi due giorni motivi per occuparsi dell'universo Lgbt da parte della stampa nazionale e locale, ce ne sono stati, eccome. Dalla ragazza aggredita e sfregiata a Napoli perchè lesbica, ai campionati del mondo di nazionali di calcio gay sino a quella odierna relativa al meeting di "Polis aperta" a Bologna e per ultima l'intervista con effetti speciali (... "Sono stata corteggiata da famosi della politica e della tivù. Ma non volevano amore, cercavano solo una botta e via".) di Vladimir Luxuria.

In tutto questo La Repubblica non ha scritto nessuna riga (contrariamente ad esempio al Corriere della Sera che oggi ha messo la notizia del meeting di "Polis aperta" in prima pagina, ed al Corriere del Mezzogiorno che fatto un bel pezzo sulla ragazza sfregiata a Napoli), ne a livello locale ne a livello nazionale ne sul sito web, relative a queste notizie, escluse le parole di Vladimir Luxuria, perchè probabilmente portano audience.

E' l'ennesima riprova, se occorreva, che le massime cariche dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, Presidente e Riccardo Gottardi, ben poco hanno ottenuto nella loro trasferta dal direttore Ezio Mauro. I due, presentatisi come Totò e Peppino per cercare di perorare la causa Lgbt a vederne gli effetti pare abbiano ottenuto ben poco visti i risultati, Eppure hanno strombazzato questo incontro in un comunicato generico, e tra l'altro del tutto inutile, come se fosse chissà quale vittoria. Ora scopriamo che questo è il nuovo ordine di scuderia da parte de La Repubblica nei confronti del mondo Lgbt: ignorarlo o minimizzare.
Non vogliamo fare polemiche, sapete come la pensiamo sulla gestione Mancuso dell'Arcigay e sul sospetto che abbiamo circa le strumentalizzazioni che, ovviamente a parer nostro, molte volte vengono messe in pratica. Da oggi inizieremo una serie di monitoraggi per capire l'operato dell'Arcigay non solo a livello nazionale ma anche a livello locale e ve ne daremo conto su queste pagine.
Per il momento un grazie di cuore a Totò e Peppino, bel risultato.

Sphere: Related Content

Ogni anno in 100 cambiano sesso. L'uomo che diventa donna prova più piacere.

(Agi) Cambiare sesso conviene, almeno a livello di piacere fisico. Contrariamente a quanti si pensa, infatti, la chirurgia plastica e' arrivata a un tale livello di perfezione che l'uomo che diventa donna non solo riesce ad avere una vita sessuale completa, ma spesso prova piu' piacere persino di una donna "vera". E' quanto spiega il professor Aldo Felici, direttore della Struttura complessa di Chirurgia plastica e ricostruttiva del S.Camillo-Forlanini di Roma. "In Italia si fanno in media 100 interventi l'anno per cambiare sesso. Di questi, i due terzi sono uomini che diventano donne, un terzo donne che diventano uomini". Un'operazione molto complessa, ma che, almeno per gli uomini, ha ormai raggiunto livelli di perfezione incredibili: "Il cambiamento maschio-femmina - conferma Felici - da' risultati molto soddisfacenti. Vengono utilizzate le strutture sessuali maschili, che hanno un enorme potere erogeno, per ricreare una vagina. E questo da' piu' piacere alle "nuove" donne che alle donne biologiche: i maschi trasformati in femmine riescono ad avere piu' orgasmi delle femmine naturali". Spesso, confessa il chirurgo, "il risultato e' cosi' perfetto che gli uomini che si sono operati non dicono neanche ai partner di essere stati maschi: e' difficile accorgersene".

Sphere: Related Content

Il vizietto del centrodestra: Le prostitute. A Udine notti a luci rosse con un politico di Fi.

Nell’inchiesta del pm di Trieste Tito indagati tre professionisti. Coinvolto l’imprenditore Di Tommaso (Bernardi). L’esponente nazionale veniva in regione per l’Election day di aprile.

(Il Piccolo) Tre noti professionisti udinesi sono indagati per l’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione essendosi adoperati per procurare notti calde a un esponente politico nazionale di Forza Italia. Dopo diversi incontri politici a Udine – tutti precedenti all’Election day di aprile – il politico aveva assicurata, dopo le cena, la compagnia di prostitute. Sudamericane e dell’Est, anche tre per notte.
Secondo l’ipotesi investigativa, l’imprenditore friulano Riccardo Di Tommaso, proprietario della linea d’abbigliamento Bernardi in tutto il mondo, finanziava gli incontri, l’avvocato udinese Massimiliano Basevi procacciava le prostitute (pare su Internet) anticipandone il pagamento e l’albergatore Franco Marini ospitava gli incontri nel suo hotel Là di Moret, il 4 stelle alle porte di Udine. Quindi Di Tommaso «rimborsava» l’avvocato, che fra l’altro è uno dei suoi consulenti legali.
Tutto questo risulta in una inchiesta da qualche mese avviata dal sostituto procuratore di Trieste Raffaele Tito. Galeotta è stata una intercettazione telefonica «di sponda» (ovvero, non era lui l’intercettato) nella quale l’avvocato Basevi parlava di quegli incontri.
Sono quindi seguiti pedinamenti, interrogatori e altri accertamenti (anche telematici) da parte dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Trieste per mettere i tre indagati davanti al fatto compiuto: almeno in questa prima fase delle indagini, che hanno segnato l’invio delle informazioni di garanzia con l’invito a presentarsi all’interrogatorio.
L’inchiesta è ancora lontana dalla chiusura e la sospensione feriale dei termini ha di fatto bloccato la situazione in questa fase. A Udine, però, negli ambienti non soltanto politici, ma anche giudiziari, la notizia dell’inchiesta sta serpeggiando.
Il Pm Tito si è mosso in aprile da un’inchiesta di natura fiscale e poi ha svolto gli accertamenti necessari a trovare conferma all’ipotesi del favoreggiamento della prostituzione, con i ruoli descritti: nelle contestazioni formali si fa cenno ad almeno cinque incontri a luci rosse in un periodo compreso fra il novembre 2007 e la fine di marzo di quest’anno, un momento politicamente molto caldo per il Friuli Venezia Giulia che in primavera con l’Election day doveva andare alle urne anche per scegliere se confermare il Governatore Riccardo Illy o cambiare dando fiducia a Renzo Tondo, che poi ha vinto e sta governando. Ed erano giorni caldi anche per Udine con la scelta del nuovo sindaco e del presidente della Provincia.
Tutto è nato da quell’intercettazione e nei loro interrogatori i tre indagati hanno offerto la propria ricostruzione dei fatti, rispondendo alle domande del magistrato inquirente.

Sphere: Related Content

La pornoprof torna, boccia la Gelmini e diventa una docu-fiction.

Anna Ciriani a Prata. "Il voto in condotta non serve contro il bullismo".
Promosso Brunetta: "Sull’assenteismo sta lavorando bene".

(Chiara Benotti - Il Messaggero Veneto) Anna Ciriani, l’insegnante pordenonese conosciuta in Italia come la “pornoprof” (anche se a lei piace di più sexy-prof), è tornata a scuola: ieri ha ripreso servizio a Prata nella scuola media Ungaretti. Saluto rapido ai colleghi in transito nei corridoi, incontro ufficiale con il dirigente Roberto Mauceri e bye-bye a tutti. Fino a stamattina, quando alle 9 scatterà il rientro ufficiale, nel primo collegio docenti 2008-2009. «E’ titolare di una cattedra di italiano nel Centro territoriale permanente per adulti (Ctp) – hanno confermato dall’Ufficio scolastico provinciale che ha sciolto la sospensione semestrale in cattedra, comminata nel 2007-2008 –. Deve rigare dritto: basta con clamori nude-look». Un rientro sottotono e senza clamori, ieri a Prata. Per “Madameweb”, che nei mesi scorsi ha spopolato sul web e media internazionali, con la video-passerella senza veli nel festival dell’eros a Berlino 2007, occhi sempre puntati addosso, anche nella sua seconda vita a scuola. «Naturale, bella e sexy come sempre, in jeans, maglietta nera con lustrini – è stato il racconto di una fonte interna all’istituto –. Tacchi che slanciavano... anche i desideri di chi l’ammirava. Tutti a fare finta di nulla sul passato: ci è sembrata tranquilla, a proprio agio. Ha insegnato a Prata qualche anno fa e ha contribuito ad aumentare le iscrizioni nei corsi serali per stranieri. Non ha detto granchè». La sexy-prof ha parlato, invece, ai microfoni dei media e dà la pagella alla classe politica. «Il ministro Brunetta sta lavorando bene – ha rotto il silenzio estivo – e la sua battaglia contro i fannulloni deve essere appoggiata. Io in cattedra mi sono sempre comportata in maniera impeccabile: pochissime, le mie assenze. E’ importante allontanare i fannulloni e premiare i docenti che lavorano con professionalità, scrupolo, preparazione e aggiornati». Promosso Brunetta, “sospesa” in pagella il ministro dell’Istruzione: la sexy-prof ha bacchettato Mariastella Gelmini. «Non serve a nulla il voto in condotta contro il bullismo – è il Ciriani-pensiero in docimologia, la scienza della valutazione –. Per combatterlo, serve dialogare con i ragazzi e le famiglie: sarebbe troppo facile arginare il bullismo con qualche voto. La scuola da sola, non può fare nulla». I suoi fan, sono d’accordo. La sexy-prof ha fedelissimi nell’altro Emisfero («sono stata intervistata da Marie Claire Australia) e sul web («nel mio blog www.madameweb.wordpress.com»). «E’ in arrivo il documentario firmato dal regista Roberto D’Onofrio – ha anticipato – sulla mia vicenda. Sarà in onda sul canale Sky Cult».

Sphere: Related Content

Axl Rose: Voglia di sesso con Kelly Osbourne.

Axl Rose

(Panorama) Il fashion designer newyorkese, Richie Rich, era presente alla scena e ha raccontato senza censure il comportamento sconsiderato di Axl: “Era davvero impazzito. La guardava con occhi lascivi e ha cominciato a dire: “Voglio s….re con te. Ci mancava poco le saltasse addosso”. I portavoce delle due celebrities, però, smentiscono l’accaduto accusando lo stilista di essere un bugiardo che si è inventato di sana pianta l’intero episodio: “È tutto frutto della fantasia perversa di Mr. Richie. In realtà Axl e Kelly si rispettano totalmente”. Questo, comunque, non è certo il periodo migliore per la Osbourne e Rose, al centro di controverse storie di cronaca. La figlia dell’ex cantante dei Black Sabbath, infatti, qualche giorno fa si è procurata un occhio nero dopo essersi rovesciata addosso l’armadietto dei liquori nel salotto della sua casa londinese. Un amico della ragazza ha raccontato lo strano episodio: “Kelly aveva un fastidioso mal di pancia. Quando è tornata a casa voleva prendere un bicchiere d’acqua dalla credenza in salotto. Ma dopo aver afferrato l’anta, l’intera credenza che le è finita in faccia, lasciandole un brutto segno nero”. Axl Rose, invece, è alle prese con una penosa vicenda legale che ha portato all’arresto del blogger Kevin Cogill, colpevole di aver messo illecitamente on line 9 tracce dell’attesissimo Chinese Democracy. Sono quindici anni che i fan dei Guns aspettano la release dell’album, e a pochi mesi dall’uscita, in migliaia hanno già ascoltato in anteprima dal blog di Kevin la maggior parte dei brani, rovinando la suspence. Adesso l’hacker è in prigione e rischia fino tre anni di reclusione. A tal proposito si è espresso anche Slash, l’ex chitarrista della band, dichiarandosi amareggiato per il download illegale: “Queste cose uccidono il mercato della musica. Spero che quel tale marcisca in cella”.
---
Kelly Osbourne - Il video di: Come Dig Me Out.

Sphere: Related Content

Facciamo Breccia, l'assemblea nazionale.

Il movimento "Facciamo breccia" dalle pagine del suo sito, annuncia che nelle date di sabato 20 e domenica 21 settembre, a Roma terranno la loro assemblea nazionale. Non è dato sapere quale sarà l'ordine del giorno, "maggiori dettagli -scrivono- saranno annunciati a breve" per cui, con ogni probabilità verrà reso noto anche l'ordine dei lavoro. Con ogni probabilità il principale argomento sarà il gaypride di Bologna dove il movimento accusa gli organizzatori di avere usato un tono discriminatorio ed antidemocratico nei confronti appunto di Facciamo breccia arrivando alle carte bollate. Quel che resta di una sorta di movimento Lgbt in Italia ormai da parecchio tempo si guarda in cagnesco. Forse è ora di recuperare una serie di rapporti che via via si sono deteriorati nel tempo per personalismi più o meno spiccati (soprattutto a Roma), da parte nostra non possiamo che appellarci all'intelligenza ed alla disponibilità delle singole persone affinchè ci si possa sedere ad un tavolo e discutere civilmente.

Sphere: Related Content

Luxuria corteggiata dai politici. "Non volevano amore, cercavano solo una botta e via".

Vladimir Luxuria

In attesa di partire per l'isola dei famosi, Luxuria comincia a rilasciare dichiarazione ad effetto. Questo è il suo fare politica in un reality?

«Sono stata corteggiata da famosi della politica e della tivù. Ma non volevano amore, cercavano solo una botta e via». Lo rivela Valdimir Luxuria al settimanale "Tu" in edicola domani. L'ex onorevole, in partenza per l'Isola dei Famosi, spiega che in Parlamento ci sono molti omosessuali: «È la verità e soprattutto a destra tendono a non dirlo... Credo che l'outing sia orrendo - spiega - ma chi ha una posizione di rilievo dovrebbe dichiararsi, sarebbe più etico». E motiva così la scelta di partecipare all'Isola: «Ho accettato per provare a vivere lontano da tutto e perchè Simona mi è simpatica. Se dovessi vincere - aggiunge - l'ho messo a contratto, metà del premio andrà a bambini disagiati. Per me, comunque, sarà già una vittoria non mollare, finchè il pubblico mi voterà». Politica anche attraverso un reality show? «Sì, perchè avrò modo di parlare dei trans e di come vivono. Molti si prostituiscono ed è successo anche a me - racconta -. Per fortuna è durato poco, era un momento difficile. Però, capisco chi lo fa: prova ad andare a chiedere un posto da commessa o a fare un concorso alle Poste se sei trans!».

Sphere: Related Content

Times: Presto nuovo vescovo gay anglicano in Galles?

Possibile una nuova crisi.

(Asca) La Chiesa anglicana sarebbe sul punto di ordinare il suo primo vescovo apertamente omosessuale: lo riferisce oggi il Times, che scrive che il reverendo Jeffrey John (nella foto), oggi decano della diocesi di St. Albans, potrebbe presto venire nominato vescovo della diocesi gallese di Bangor.

Gia' nel 2003, l'arcivescovo di Canterbury aveva convinto John a dimettersi dalla guida della diocesi di Reading, alla quale era stato eletto. Il reverendo e' legato da una 'civil partnership' (unione civile) con un altro pastore, con il quale conduce pero' vita celibataria, ed e' anche un affermato teologo che ha difeso nei suoi scritti la ricchezza delle relazioni omosessuali e il loro 'fondamento' biblico.

L'ordinazione, nel 2003, del vescovo gay Gene Robinson nella diocesi anglicana statunitense del New Hampshire ha provocato una crisi mondiale in quella che e' la seconda Chiesa cristiana per numero di fedeli del mondo. Uno scisma e' stato evitato, a fatica, durante la recente Conferenza di Lambeth ma gli anglicani rimangono profondamente divisi sull'interpretazione dell'omosessualita' e sul ruolo che i gay possono avere all'interno della Chiesa.

Se la sua elezione fosse confermata, la crisi per gli anglicani sarebbe destinata ad aggravarsi nuovamente. Per evitare ulteriori rotture, il leader spirituale degli anglicani (anche se privo di effettivi poteri), Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury, ha chiesto una 'moratoria' sull'ordinazione di vescovi omosessuali. Adesso, Williams potrebbe ritrovarsi il problema nel cortile di casa, anche se la Chiesa anglicana gallese e' indipendente da quella inglese da lui guidata.

Sphere: Related Content

Ennesima provocazione: Sgarbi "Leonardo era finocchio"...

"Non dovrei dirlo alla Moratti perché non vorrei che si scandalizzasse".

(La Gazzetta del sud) "Non dovrei dirlo alla Moratti perché non vorrei che si scandalizzasse, ma il più grande pittore di Milano era un finocchio". A Palazzo Reale a Milano per una lezione sulla "Cena in Emmaus", dipinto di Giovanni Agostino da Lodi che rimarrà esposto fino al 25 settembre nella sala delle otto colonne in occasione del Mito, Festival internazionale della musica, l'ex assessore alla Cultura di Milano Vittorio Sgarbi ha più volte rivolto "punzecchiature" al sindaco Letizia Moratti e ha riproposto il tormentone sull'omosessualità di Leonardo.

D'altronde, la lectio magistralis sul dipinto era cominciata come uno show, con un paragone "scomodo": «Ecco Ligresti – ha detto riferendosi al ricco personaggio al centro della tela – vedete? Lui sta già pensando al conto. Capite? È lì vicino a Cristo e non se lo fila...».

Sgarbi, che ha ribadito di sentirsi ancora assessore «almeno a livello formale», non ha nascosto l'intenzione di voler tornare presto a Milano con una carica istituzionale. Ha confermato di volersi candidare con una lista indipendente alla presidenza della Provincia e di puntare, con lo stesso meccanismo che lo portò alla poltrona di assessore alla Cultura del Comune, ad una buonuscita in caso di ritiro concordato di una candidatura scomoda come la sua. La carica di assessore alla Cultura della Provincia non gli dispiacerebbe: tanto, ha detto, «non è incompatibile con la carica di sindaco di Salemi» (e si è detto anche pronto «a dare una casa alla Moratti proprio a Salemi», per promuovere l'iniziativa case gratis in cambio di restauri). E se dovesse mai avverarsi, «la politica culturale di Milano la farà la Provincia», ha sentenziato, «perché il Comune non è in grado

Sphere: Related Content

"Basta con la clandestinità", a Bologna il meeting dei poliziotti gay,

Si chiama "Polis Aperta". Il presidente: troppe discriminazioni. Agenti e militari fondano la prima associazione italiana. Venerdì 26 settembre, a Bologna, il primo incontro.

(Vera Schiavazzi - Il Corriere della Sera) Ministro La Russa aspettaci, stiamo arrivando. Poliziotti, Carabinieri, uomini e donne della Guardia di Finanza, dell'Esercito e dell'aeronautica gay e lesbiche escono allo scoperto anche in Italia, dopo una lunga stagione di incertezze e clandestinità. E venerdì 26 settembre, a Bologna, volteranno pagina: la loro associazione, «Polis Aperta», la prima e l'unica nel nostro Paese, riunirà il suo direttivo per darsi un nuovo Statuto e un programma di iniziative, in un grande coming out collettivo. Nonostante la decisione, presa anche in seguito alle pressioni degli altri gruppi europei, a cominciare dagli spagnoli di Gaylespol che hanno organizzato l'ultimo raduno internazionale a Barcellona, è ancora molto difficile trovare gay e lesbiche in divisa disposti a parlare, e non a caso per alcuni è più facile che per altri: Vito Raimondi, torinese, è un finanziere come il triestino Nicola Cicchitti, presidente di Polis Aperta. «Per molti di noi — racconta — il timore non è quello di una ritorsione violenta, quanto della discriminazione strisciante. E il disagio per il machismo quotidiano che chi è in divisa è costretto a vivere, fatto di battute e di linguaggi, lo stesso che le donne entrate nell'esercito e in Polizia hanno contribuito a cambiare, senza tuttavia riuscire a cancellarlo».

Oggi, gli aderenti a Polis Aperta che hanno un nome e un cognome e partecipano liberamente alle prime attività pubbliche dell'associazione sono circa duecento. C'è chi ha fatto il suo coming out personale pur essendo un Carabiniere, in uno dei corpi cioè ritenuti più tradizionali, e chi invece preferisce non comparire anche se nella vita fa il vigile urbano: «Non puoi sapere come reagiranno i superiori, ed è comunque difficile dimostrare che un trasferimento "punitivo" è arrivato perché si è scoperto che sei gay e non per "esigenze di servizio", come dice la motivazione ufficiale ». La regola italiana, dunque, è «non chiedere, non dire»: «Mi è capitato di incontrare in discoteca colleghi che appena mi vedevano si giravano dal-l'altra parte — spiega Raimondi —. Al Gay Pride di Biella ero con il mio compagno e un collega che fino a quel momento era rimasto ai margini della manifestazione vedendomi sotto il palco è venuto a salutarci. È stato un grande momento, la dimostrazione che dobbiamo renderci visibili». Una richiesta che viaggia anche attraverso la rete, negli appelli accorati di chi è entrato — dopo una richiesta e un filtro iniziale — nei gruppi di discussione del sito web.tiscali. it/polisaperta. Scrive «Genova in divisa»: «Caro gruppo, faccio quest'ultimo tentativo poi la smetto, perché mi pare di essere rimasto l'unico in tutta la Liguria... Se c'è qualche collega di qualunque corpo, civile o militare, mi farebbe molto piacere scambiare idee con lui su come si vive e si lavora a Genova essendo gay e portando una divisa». Giulio, nuovo iscritto dal Sud, aggiunge: «Vorrei confrontarmi con altri militari che si trovano a vivere la loro omosessualità tra mille difficoltà nelle caserme italiane ». Al ministro della Difesa, Polis Aperta chiede di poter essere riconosciuta come associazione mista e senza finalità sindacali, in modo da aggirare ogni divieto. All'ordine del giorno di Bologna c'è anche un programma di incontri e l'elezione di delegati regionali. Ma, soprattutto, l'idea di poter cambiare dall'interno una mentalità ancora prevalente tra le forze dell'ordine, creando gruppi di poliziotti gay («siamo una risorsa, non un problema») capaci di formare i colleghi insegnando loro a intervenire in caso di reati o violenze che riguardano gli omosessuali. Come già avviene in Spagna, dove sono i gay della Guardia Civil a tenere corsi anti- discriminazione.

Sphere: Related Content

Venezia. Tinto Brass si mette a nudo... e si masturba nel suo nuovo 'corto'.

Un'immagine tratta dal film "Kick a cock".

In anteprima al Circuito Off a Venezia.
(Affari italiani) “La pornografia sta all’erotismo come la pippa alla masturbazione”: esordisce così Tinto Brass per introdurre il suo ultimo cortometraggio "Kick the Cock", che sarà presentato in anteprima mondiale la sera del 2 settembre a Circuito Off, festival internazionale dedicato ai cortometraggi che si svolge a Venezia, all'Isola San Servolo, in contemporanea alla Mostra del Cinema.

Attraverso il gioco tra una maliziosa soubrette e il suo burbero boss, interpretato dal regista stesso, Tinto Brass si mette a nudo per la prima volta nel vero senso della parola, giocando con se stesso e con il concetto di autoerotismo: “Un puro esercizio di stile per non perdere la mano, propedeutico al mio prossimo lungometraggio, una burlesca botta di allegria”, spiega il regista.

E che allegria: protagonista, con Brass, è una sexy cameriera in tenuta di latex che, dopo avere mostrato generosamente il "lato B" durante la preparazione di una torta, rivolge la sua attenzione al frigo, dal quale spuntano cetrioli, melanzane e pannocchie... Tutto questo mentre il regista, spiandola dalla finestra, si cimenta in una sessione di autoerotismo.

La presenza del maestro dell’erotismo all’italiana sarà l'evento clou di una giornata interamente dedicata all’erotismo. Oltre all’anteprima mondiale di Brass verranno proiettati, infatti, cinque cortometraggi erotici "al femminile". Gli X-Plicit film prodotti da Sophie Bramly – che sarà presente al Festival insieme alle registe – nascono con lo scopo di rispondere alle domande che ruotano intorno alla libido, l’immaginario, le fantasie e la sessualità femminili.

Film che mettono in scena l'orgasmo femminile sotto una nuova ottica, diversi rispetto agli standard "classici" del settore, sottomessi generalmente alle esigenze maschili: “Come nella letteratura femminile, anch’essi mostrano il sesso nella sua realtà, in un mondo esente dalla prestazione (contrariamente a quanto mostrato nei film pornografici). Le registe scelte per questo progetto si sono poste continuamente domande legittime sulla sessualità al femminile nel filmare scene di sesso, accompagnate dalle luci giuste, da atmosfere sofisticate, con attori e attrici capaci di scombussolare le spettatrici”, spiega la produttrice Bramly. Le registe di questi X-Plicit sono affermate artiste, attrici, scrittrici, cantanti, da Lola Doillon a Caroline Loeb, da Héléna Noguerra a Laetitia Masson, passando per Arielle Dombasle, nota anche come la moglie del filosofo francese Bernard-Henri Levy.

Sphere: Related Content

Aggressione a Napoli, Dopo quattro giorni la posizione di Arcigay e Arcilesbica in un comunicato.

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato.

Le associazioni napoletane per la difesa dei diritti degli omosessuali Arcilesbica, Arcigay e i Ken denunciano il gravissimo episodio di violenza avvenuto a Napoli venerdì 29 agosto in piazza Bellini, riportato dal quotidiano Il Napoli nell’edizione del primo settembre.
Vittima dell’accaduto è una ragazza diciannovenne che sostava nella piazza insieme ad un gruppo di amici e per il sol fatto d’essersi intrattenuta teneramente con la compagna si è trovata a subire insulti, molestie sessuali e lesioni sotto gli occhi terrorizzati dei presenti, rimasti impotenti di fronte a tanta violenza. La giovane non ha sporto denuncia nei confronti dell’aggressore, nel frattempo allontanato dai suoi amici, perché dissuasa da alcuni dei presenti che, probabilmente, avevano tutto l’interesse a non avere “questioni in sospeso” con certe frequentazioni -purtroppo abituali- del posto.

Questi i fatti. Di seguito le dichiarazioni delle associazioni.

Arcilesbica Napoli esprime vicinanza e solidarietà nei confronti di chi ha dovuto subire questa ignominiosa aggressione, invitando lei e chiunque si sia trovato a patire abusi e brutalità del genere a rivolgersi senza paura a chi di dovere e alle associazioni di genere perché vengano tutelati i diritti e le libertà di ciascuno.
Oltre a manifestare sdegno di fronte al vergognoso perpetrarsi di simili episodi di violenza ai danni dei cittadini omosessuali di questo paese, Arcilesbica Napoli intende esprimere seria preoccupazione verso l’indifferenza generale -e in particolare delle amministrazioni- nei confronti di un conflitto sociale che lungi dall’essere affrontato con interventi mirati, viene incalzato e legittimato da una politica nazionale che troppo spesso esprime intolleranza verso ogni manifestazione dell’ “altro”, alimentando così nella società che dovrebbero educare, fenomeni di discriminazione e di esclusione.
Come Organizzazione al servizio della cittadinanza per la difesa dei diritti delle persone omosessuali, Arcilesbica Napoli chiede a viva voce che i governi locali e nazionali acquisiscano la responsabilità necessaria al fine di realizzare interventi immediati volti ad una reale integrazione della società civile che parta dall’affermazione dei diritti, delle libertà e della dignità di tutte e tutti.

Arcigay Napoli oltre ad esprimere sdegno per il ripetersi di tali atti di inciviltà ed intolleranza è vicina a quanti subiscono ogni giorno situazioni discriminatorie e di violenza che ripetute, scarsamente contrastate anche da chi ha il dovere di vigilare sul rispetto di tutti gli individui e purtroppo da taluni ostentate portano poi al verificarsi di tragici eventi come questo.
L'ennesima aggressione in quella piazza che da tutti è riconosciuta come luogo di incontro della comunità lesbica gay bisex e trans napoletana è il sintomo inequivocabile che esiste un'emergenza omofobia a Napoli; non esistono alibi per transigere sui diritti e la legalità.
Arcigay Napoli invita tutte le persone omosessuali bisessuali e transessuali oggetto di violenza omofoba a denunciare immediatamente i fatti o a rivolgersi per ogni supporto alle associazioni napoletane.
L’Associazione i Ken ONLUS di Napoli invita tutti e tutte le cittadini napoletani a vigilare sulla piazza e a proteggere chi subisca una violenza chiamando tempestivamente il 112 o il 113.
Si ritiene che a 12 mesi esatti dalle ultime aggressioni di piazza Bellini, la comunità napoletana ( non solo omosessuale e ovviamente non solo a piazza Bellini) debba manifestare con solidarietà il sostegno a chiunque, in pace, viva la propria libertà di amare e di essere amata o amato.
Con cinismo occorre dire che questo da solo non basta!
Occorre che chi subisca la violenza sporga denuncia presso le autorità di Pubblica Sicurezza e alle associazioni Gay e Lesbiche di Napoli perchè è sbagliato lasciare alla cronaca del giornali costruire fobie ed odi inutili.

Ci rifiutiamo d immaginare che l’esercito risolva il problema vivibilità e chiediamo con decisione una maggiore attenzione alle troppe violazioni della legalità verso persone e verso il patrimonio a cui piazza Bellini è abbandonata. La Napoli che ci meritiamo non questa è ben altra.
Le associazioni Arcilesbica, Arcigay e i Ken chiedono all’assessore Valeria Valente ed al Sindaco Rosa Iervolino Russo una riunione del gruppo di lavoro del Tavolo per le Pari Opportunità LGT per discutere del grave fatto accaduto in piazza Bellini.
---
Ndr. Formidabile i tutori dei diritti Lgbt scoprono i fatti dai giornali e tre giorni dopo e ne fanno il solito "minestrone" ideologico ... (Aspis)

Sphere: Related Content