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mercoledì 26 settembre 2007

Miss Italia: Tutti dilettanti tranne Mike.

Uno degli spettacoli più abborracciati e provinciali mai andato in onda. Tutti a casa per 10 anni. E solo uno da salvare.

(Aldo Grasso - Corriere della Sera) Mandarli a casa tutti, e non farli lavorare in Rai per almeno dieci anni. Salvo Mike, che come al solito sa fare il suo lavoro (anche se non ha più il fisico e la tempra per reggere certe maratone), il concorso di Miss Italia è stato uno degli spettacoli più dilettanteschi, più abborracciati, più provinciali che sia mai andato in onda. Miss Italia è come il Festival di Sanremo, il niente. Un niente tenuto in piedi dall' inerzia e dalla pigrizia del sistema mediatico, un niente confuso con la radiosa stupidità dei mercati della bellezza, un niente che tutti si sentono di dover riempire con la febbre insistita di ogni decomposizione. Mandarli a casa: il direttore Del Noce e il capostruttura De Andreis che stanno in studio a farsi riprendere e a pavoneggiarsi; Loretta Goggi, irriconoscente, petulante e continuamente scossa da un riso isterico (ma viva le badanti!); un tal Mariotto che gira con un metro in mano per misurare il didietro delle ragazze (ma uno così, non lo si rispedisce a casa a calci nel sedere?); tutti i membri delle varie giurie, dal molto impegnato Michele Placido (impegnato a farsi reclame) alla inevitabile coppia Tognazzi- Izzo; i molti sponsor, presentati ogni sera come se fossimo a una fiera di paese, i sei autori sei, le ragazze e le loro mamme, Patrizia Mirigliani, l'apoteosi del vago. Viviamo in un paese che per quattro giorni discute se sia giusto o meno mostrare il sedere delle concorrenti; viviamo in un paese in cui più di sei milioni di italiani guardano uno spettacolo inguardabile per dilettantismo, per confusione, per noia; viviamo in un paese dove autorevoli firme giornalistiche vanno a Salsomaggiore a sdottorare sul niente, giunte a quel termine ridicolo della carriera in cui paghiamo lo scotto di aver fatto cattivo uso delle nostre facoltà e dei nostri sogni. Mandarli a casa e chiudere per un po' di anni Miss Italia, che tanto Mediaset, così com'è, non se la prende. Miss Italia è solo l'affollato delirio autistico di questa Raiuno, di questa Rai.

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I giovani piu' ostili agli omosessuali a Berlino sono i figli degli immigrati.

(ANSA) - I giovani piu' ostili agli omosessuali a Berlino sono i figli degli immigrati, secondo uno studio dell'universita' di Kiel (nord della Germania) ripreso oggi dalla stampa tedesca. Berlino, che pure e' una citta' che per due volte ha eletto come borgomastro un omosessuale, l'attuale sindaco Klaus Wowereit, Spd, secondo lo studio ospita una gioventu' fortemente omofobica, dove il rifiuto di gay e lesbiche e' molto diffuso. La ricerca commissionata dalla associazione berlinese di lesbiche e gay e' stata condotta su un campione rappresentativo di circa mille intervistati, tra i quali oltre ai tedeschi c'erano anche giovani di origine russa e turca, tutti studenti di 12 licei e altre scuole della capitale. Tra i giovani turchi, per esempio, il rifiuto degli omosessuali cresce con l'aumentare della religiosita'. Dalla ricerca e' emersa anche l'importanza del grado di integrazione, per cui piu' aumenta la distanza dalla societa' dove si vive e maggiore e' l'ostilita' contro gli omosessuali. Al contrario, il rifiuto cala man mano che aumentano i contatti con omosessuali nella propria cerchia di conoscenze.

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Studente suicida: chiesta l'archiviazione.

(ANSA) - TORINO, 26 SET- Non istigazione al suicidio o bullismo. Non e' emersa alcuna ipotesi di reato e non c'e' stata alcuna sottovalutazione da parte della scuola. Cosi' il procuratore capo Marcello Maddalena ha esposto i motivi per i quali e' stata chiesta l'archiviazione del fascicolo legato al suicidio di Matteo, il sedicenne torinese che il 3 aprile si e' ucciso lanciandosi dal balcone. Sin dai primi passi l'indagine aveva anche escluso che vi fossero dei risvolti legati a una presunta omosessualita' del ragazzo. 'Matteo - ha detto Paolo Borgna, il pubblico ministero che ha condotto gli accertamenti - non era neppure gay. Non che questo sia offensivo, ma il fatto che sia diventato un'icona omosessuale lascia veramente perplessi. Cosi' come dispiace che la scuola e gli insegnanti siano stati additati ingiustamente'. Contrario invece all'archiviazione il presidente nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso: 'il suicidio e' maturato a causa delle continue prese in giro, per il fatto che fosse troppo bravo a scuola, gentile, educato, ritenuto gay e paragonato a un personaggio dei reality'.



(TGCom) - Non era gay Matteo, il ragazzo di 16 anni che il 3 aprile scorso si è suicidato a Torino. Finora si era detto che il ragazzo sarebbe arrivato a compiere l'estremo gesto perché preso in giro dai compagni di scuola per la sua presunta omosessualità. Per i magistrati che si occupano del caso non si è trattato di bullismo tra le mura solastiche né di istigazione al suicidio. Della vicenda è stata chiesta l'archiviazione.

"Non è emersa alcuna ipotesi di reato e non c'è stata alcuna sottovalutazione del caso da parte della scuola" ha detto il procuratore capo Marcello Maddalena che ha esposto i motivi per i quali è stata chiesta l'archiviazione del fascicolo legato al suicidio di Matteo.

Lo studente torinese si era tolto la vita lanciandosi dal balcone di casa. Sin dai primi passi l'indagine aveva anche completamente escluso che vi fossero dei risvolti legati a una presunta omosessualità del ragazzo. "Matteo - ha detto Paolo Borgna, il pubblico ministero che ha condotto gli accertamenti - non era neppure gay. Non che questo sia offensivo, ma il fatto che sia diventato un'icona omosessuale lascia veramente perplessi. Così come dispiace che la scuola e gli insegnanti siano stati additati ingiustamente".

Un ragazzo "particolarmente sensibile", bravissimo a scuola, che era "alla ricerca della propria identità personale": è questo il ritratto di Matteo. Il quadro, fatto dal pm Paolo Borgna, è quello dipinto dalle numerose testimonianze raccolte durante le indagini.

Il sedicenne, iscritto all'istituto tecnico commerciale Sommeiller, non aveva alcuna tendenza omosessuale, e lo dimostrano anche - circostanza citata nella richiesta di
archiviazione - le immagini che aveva memorizzato sul proprio cellulare. Peraltro, uno studente gay dello stesso istituto ha fatto mettere a verbale che tutti, a scuola, conoscono le sue tendenze "ma in tutti questi anni non ho mai avuto una presa in giro".

La mamma di Matteo, inoltre, ha detto al pm che "mio figlio non mi ha mai, assolutamente mai, detto che alcuni compagni lo chiamassero frocio". Ha solo aggiunto che, riferendosi all'ambiente scolastico, "era a disagio perché non riusciva a legare con gli altri ragazzi, in particolare con i maschi, che si sentiva fuori dal gruppo, 'molle' e troppo sensibile".

Quanto alle prese in giro "non ha mai parlato di scherzi pesanti o di fatti di bullismo". L'unico riferimento è una battuta, che risaliva al precedente anno scolastico, al fatto che somigliasse a Jonathan, l'eccentrico personaggio del "Il Grande Fratello".

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Italiani insoddisfatti dal sesso per il 52% rapporti "poco eccitanti".

Maxi-indagine mondiale della Durex sul benessere sessuale. Non sempre soddisfacente. E per molti è colpa di una vita troppo stressante...
I meno appagati sono i giapponesi, i più felici nigeriani e messicani. E la media globale della durata di un rapporto è 36 minuti.

(La Repubblica) - ROMA - Oltre la metà degli italiani - il 52%, per essere precisi - ritiene la propria vita sessuale assai poco eccitante. Una quota maggiore rispetto ad altri popoli europei: gli spagnoli e degli svizzeri, ad esempio, si attestano sul 50%, e i tedeschi sono poco oltre la soglia del 45%. Ma c'è anche chi, quanto a divertimento erotico, sta peggio. Come i francesi, visto che solo il 36% si dichiara soddisfatto. O come i giapponesi, che col loro 10% di appagati si piazzano all'ultimo posto nel mondo. Sono alcuni dei risultati che emergono dalla Sexual Wellbeing Global Survey di Durex, condotta su un campione di 26.032 persone in 26 paesi. Una maxi-indagine centrata sul grado di benessere sessuale della popolazione mondiale. Riguardo ai giochi praticati dalle coppie per aumentare il desiderio, si scopre che in cima alla preferenze degli italiani c'è il sesso orale, apprezzato dal 75% degli interpellati, mentre il 73% predilige le fantasie sessuali e il 65% utilizzano i massaggi sensuali. Ma questo sembra non bastare, dato che il 44% ritiene che serva più varietà nel rapporto. Per il resto, quasi nove italiani su dieci (l'87%) si sono masturbati almeno qualche volta, rispetto all'83% della media mondiale, con oltre un terzo (34%) che lo fa una volta alla settimana. I primi anni di un rapporto sono quelli più avventurosi, ma anche le persone più avanti con gli anni adottano diverse soluzioni per mantenere viva la passione: il 48% degli over 55enni pratica il sesso orale e oltre un terzo soddisfa le proprie fantasie sessuali. Gli uomini italiani hanno in media 19 partner, più della media globale di 13 ma molto meno dei nostri vicini austriaci, che hanno una media di 29 partner. Le donne di casa nostra hanno mediamente 7 partner, l'esatta media globale, ma di molto inferiore alle vicine austriache, che sembra possano contare nella loro vita amorosa su 17 partner. Sebbene l'81% delle persone in Italia abbia un rapporto sessuale ogni settimana - e oltre un terzo (36%) faccia l'amore almeno tre volte alla settimana o più - questo non è sufficiente per il 59% degli intervistati, che vorrebbero una frequenza maggiore di rapporti. La nostra durata media è di 41 minuti, la stessa dei greci, ma più della media globale di 36 minuti e di quella dei francesi, che con 33 minuti sono all'ultimo posto in Europa.

Alla domanda su cosa potrebbe migliorare la vita sessuale, la maggioranza degli italiani ha detto che avere ritmi meno stressanti (60%) e riuscire a trascorrere più tempo con il partner (44%) sono le due priorità. Ma ci sono anche ricette meno esistenziali: il 18% vorrebbe provare un gel che favorisca l'orgasmo, il 14% prenderebbe in considerazione afrodisiaci o ferormoni e l'11% sarebbe interessato a uno spray per ritardare l'orgasmo maschile. Tra le varie nazioni, poi, si registrano sostanziali differenze. Il 78% dei nigeriani e il 74% dei messicani sono felici che la loro vita sessuale sia eccitante come desiderano, mentre la stessa affermazione viene fatta - come già detto - solo dal 36% dei francesi e dal 10% dei giapponesi.

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Pedofilia: Bagnasco, la Chiesa non teme inchieste.

(Corriere della Sera) LOURDES - ''La chiesa non teme la verita', anzi la proclama, la cerca per se' e per tutti''. Durante il pellegrinaggio a Lourdes con l'Unitalsi il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, ha risposto cosi' alla domanda di un giornalista sulle inchieste su presunti casi di abusi sessuali da parte di sacerdoti. "Sappiamo che come ci ha ricordato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI i limiti delle persone della chiesa fanno parte della condizione umana" ha sottolineato monsignor Bagnasco, affermando poi che la "fatica dell'umanita' personale che non tocca la santita' della chiesa". (Agr)

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Transessualismi, un corso di formazione.

(Napoli gaypress) Si terrà a Napoli il 19 ottobre 2007 dalle 9.00 alle 18.00 presso il Palazzo Serra di Cassano il corso di formazione dal titolo “I transessualismi, narrazione a più voci”. Il corso è organizzato dalla Unità Clinica e Psicoanalisi Applicata del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Federico II, dal dottorato di ricerca in Studi di genereUnità Operativa di Salute Mentale DS 44 della ASL Napoli 1 e dall’Istituto Italiano Studi Filosofici di Napolicon il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania. dall’Ordine degli Psicologi della Regione Campania. Si discuteranno vari temi, tra cui anche l’aspetto legislativo del transessualismo e saranno illustrate esperienze cliniche varie di diversi operatori universitari e della salute mentale. Tra i relatori il Prof. Paolo Valerio (Università degli Studi di Napoli “Federico II”), il Dott. Claudio Petrella (ASL NA 1), Fausto Rossano (Dipartimento Salute Mentale) e della Prof. ssa Adele Nunziante Cesaro (Dottorato di Ricerca in “Studi di Genere”)

Per informazioni e iscrizioni scaricare la brochure informativa e la scheda di iscrizione

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Berlusconi ringrazia Beppe Grillo: la CdL recupera.

(Davide Romano - liberopensieroblogosfere.it) - Il dato è comunicato dai sondaggisti, e confermato dalle dichiarazioni del Cavaliere: l'effetto Grillo sta rinvigorendo il Polo (che stava invece calando nei consensi, negli ultimi tempi). Come riporta il Corriere:

"(...) In una settimana il centrosinistra ha ceduto quasi un punto e mezzo, perdendo quanto aveva faticosamente recuperato da luglio: oggi la coalizione vale appena il 42,1%. E ciò che l'Unione perde lo guadagna il Polo, che solo due settimane fa aveva preso una china molto negativa, cedendo quasi due punti percentuali. Ora è tornato a salire, e dal 54,8% di consensi è arrivato al 56,1%. Il motivo di questa inversione di tendenza è spiegato nel «commento » a corredo dei dati demoscopici, elaborati da un'importante società di ricerca: l'opposizione «mostra un significativo recupero» rispetto a sette giorni fa, e gli analisti ritengono sia dovuto con ogni probabilità «alle polemiche sorte dopo la performance di Grillo che hanno coinvolto soprattutto il governo Prodi». (...)".

A conferma di tale ricerca arrivano le ammissioni di Berlusconi, che ha infatti dichiarato: "Grillo ci aiuta, Grillo ci fa bene". Sembra insomma la classica applicazione della "eterogenesi dei fini": quel principio secondo cui le azioni umane possono portare al conseguimento di fini diversi da quelli prefissati. Sempre che Grillo non avesse invece proprio questo come fine. Non perchè Grillo voglia Berlusconi vincente - sarebbe cretino pensarlo - ma perchè anche dal suo punto di vista di anti-berlusconiano a 1000 carati il governo Prodi ha degli standard "etici" troppo bassi.

Siamo insomma di fronte alla vecchia diatriba - a sinistra - tra chi si accontenta del meno peggio e chi invece preferisce il "tutto o niente". Solitamente ottenendo il niente (ricordate il Bertinotti barricadero che fece cadere Prodi?). Sarebbe interessante sentire Grillo, e sapere se per lui è meglio Berlusconi che questo governo Prodi. Giusto per capire se sa quello che sta facendo, se ha un progetto insomma, o se si muove alla rinfusa. Intendiamoci, entrambi i comportamenti sarebbero legittimi, ci mancherebbe. Ma ci piacerebbe capire quanto in lui è calcolato e quanto improvvisato. Per giudicare il politico Grillo insomma, sarebbe utile che dichiarasse i suoi obiettivi, così potremo giudicarlo in base ai risultati.

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Stati Uniti: Chiesa Episcopale, freno a matrimoni e ordinazioni gay .

NEW ORLEANS - (Lousiana) - Sarebbe stata presa a favore dell'unita' della Chiesa Anglicana la decisione di sospendere le nomine di vescovi e sacerdoti omosessuali, cosi' come la celebrazione di matrimoni fra persone dello stesso sesso da parte della Chiesa Episcopale degli Stati Uniti. L'annuncio e' arrivato dai vescovi episcopali, riuniti a New Orleans, dopo sei giorni di intense discussioni e una querelle divampata nel 2003: l'apertura nei confronti degli omosessuali sarebbe stata rimandata - da parte degli episcopali - a quando la materia raccogliera' maggiori consensi nella comunita' anglicana. (Agr)

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Shakespeare lesbico a Merate.

(Il Giornale di Merate) Merate (CO) - Per la prima volta nella sua storia Merate, in uno dei suoi luoghi istituzionali per eccellenza, la sala civica, ospiterà uno spettacolo lesbico. Si tratta di «Sogno di una notte di mezza estate con intermezzo lesbico», che, prendendo avvio dal celeberrimo testo di Shakespeare, ne rivede alcuni tratti introducendo l'elemento saffico. «E' una rivisitazione operata da Eleonora Dall'Ovo, giornalista di Radio Popolare e conduttrice della trasmissione su tematiche omosessuali "L'altro martedì" - spiega Rossana Zardi, 23 anni, di Casatenovo, tra gli organizzatori dell'evento - Nella trama originale di Shakespeare l'elemento magico, costituito da folletti ed altri personaggi onirici, scombussola l'equilibrio tra due coppie. Nella rivisitazione che verrà proposta l'elemento destinato a rivoluzionare gli equilibri sarà appunto l'omosessualità». Lo spettacolo verrà proposto nell'ambito della «Festa del volontariato» il 13 ottobre. «Anche i benpensanti possono stare tranquilli - rassicura la giovane - Non ci saranno scene esplicite di alcun tipo, anche perché ci sarà un'attrice sola sul palco, una barista lesbica che tira le fila di tutta la vicenda e interpreta i ruoli dei quattro personaggi shakespeariani. E' un'occasione per discutere un tema molto delicato, non per fare polemiche».

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L'Argentina torna Mundial. Ma stavolta per i gay.

E' partita a Buenos Aires la decima edizione del torneo internazionale promosso dall'Iglfa, l'associazione calcistica per donne e uomini omosessuali. Con i padroni di casa già in evidenza.


(
Andrea Schiappapietra - gazzetta.it) L’edizione numero 10 dei Mondiali Gay di calcio è partita ufficialmente domenica scorsa a Buenos Aires. Si tratta di un evento, organizzato dall’Iglfa (International Gays and Lesbians Football Association, la versione gay della Fifa), che va oltre il semplice aspetto sportivo. Vuole rappresentare prima di tutto un segnale contro qualsiasi forma di discriminazione sessuale. Per l’esordio in Sudamerica, la scelta degli organizzatori è caduta sulla capitale argentina, che ha battuto in volata la brasiliana Rio de Janeiro e la peruviana Lima. La ragione è molto semplice: Buenos Aires, infatti, è una delle mete preferite del turismo omosessuale ed una delle città più ospitali per i gay di tutto il mondo. Dal 2002 infatti le unioni civili omosex sono state legalizzate.

AUTORITA' - La cerimonia inaugurale si è tenuta al Parque Sarmiento, l’impianto che ospiterà tutta la prima fase, alla presenza del Sottosegretario allo sport della capitale argentina Claudio Andrilli, del presidente della Comunità omosessuale César Cigliutti e di Daniel Pellegrino, rappresentante della Federcalcio argentina. La manifestazione ha raggiunto numeri da record: al via si sono presentate 28 squadre, una partecipazione mai vista nelle precedenti edizioni. Il regolamento parla di "squadre" e non di "selezioni nazionali": ragion per cui ogni Paese può avere più di un rappresentante. L’Argentina, ad esempio, ne ha quattro: Amerika, SAFGay, Dogos SN e Dogos RN. Gli altri partecipanti arrivano da Usa (addirittura 10), Inghilterra (5), Irlanda, Islanda, Australia, Canada (2), Cile, Messico e Uruguay. A queste va aggiunta un team Europa.

PADRONI DI CASA - Nelle prime giornate proprio le formazioni padrone di casa hanno messo in evidenza le migliori prestazioni. Dogos SN ha travolto 4-0 gli inglesi del Manchester, favoriti del torneo, e addirittura 7-0 gli statunitensi dell’HotAtlanta. Dal canto loro, Dogos RN ha avuto la meglio su Londons Titans (5-2) e su Dc Feds. "Non è facile organizzare una manifestazione di questo tipo ogni anno, con un così alto numero di squadre – ha dichiarato Marcos Bustamante, portavoce del comitato -. L’obiettivo è anche divertirsi giocando: direi che ci siamo riusciti”. Il Governo locale non ha fatto mancare il proprio appoggio, garantendo rifornimenti e acqua calda per gli spogliatoi, e costruendo due tensostrutture per ospitare giocatori e stampa. La Federcalcio argentina ha inviato 25 arbitri, fornito magliette, palloni e trofei. La finale, in programma sabato 30 settembre, si terrà nello storico stadio dei "Defensores de Belgrano" (9.000 posti), che si trova nel barrio de Nunez. “Qualunque cosa ci permetta di evidenziare il nostro orientamento sessuale e la nostra identità è un atto politico e ha il valore della rivendicazione – ha sottolineato Cesar Cigliutti, presidente della Cha -. Diventa importante anche giocare a pallone, partecipare a una marcia per l’orgoglio o una dichiarazione di appoggio come quella di Julio Grondona, presidente dell’Afa. Come si può negare che nel mondo esista una discriminazione? Questo Mondiale ne è una conseguenza: cosa succederebbe se un calciatore professionista dichiarasse di essere gay?”.

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La battaglia di Buttiglione, cattolico-samurai: “Non abbiamo più paura della nostra ombra”.

(Alteredo - alteredo.org@gmail.com) - Il filosofo dell’Udc sulla grande battaglia politica tra laici e cattolici: “Tra poco celebreremo i 20 anni dalla caduta del comunismo: e lì è la fede, è il cristianesimo, è la religione che ha fatto cadere il più grande impero materialista e ateo del mondo. Norberto Bobbio starebbe dalla nostra parte, non da quella dei laici”. Prima di lasciare la parola a Rocco Buttiglione, perché non facciamo un breve punto della situazione, una sommaria disamina delle sue argomentazioni, delle sue analisi e del contesto entro cui il celebre filosofo-deputato porta avanti il suo ragionamento? Ordunque: siamo a Chianciano, alla Festa nazionale dell’Udc, e incontriamo il filosofo del partito alla fine di un dibattito. Ci mettiamo a discutere di fede e politica... Buttiglione inizia sostenendo che i cattolici sono cambiati. Prima erano pavidi, timidi, “impauriti dalla loro stessa ombra”, ed è questo che ha reso forte il fronte laico-anticlericale. Ora, dubitando – ahimé – che sia mai stato forte, questo movimento laico-anticlericale, ci confrontiamo con l’anatema buttiglioniano secondo cui “la festa è finita” e ora i cattolici sono tornati, più agguerriti di prima, pronti come mai a far valere la loro fede in una dimensione pubblica, ovvero politica. Contro gli altri. Si dichiara guerra, dunque. Guerra al laicismo, al relativismo, a chi non vuole che i valori religiosi governino la nostra società, quella composta però anche di cittadini non-credenti, ovvero cittadini di serie B. Questo, sembrerà strano, ma lo sapevamo già. E non c’è bisogno di scomodare il Family Day o la ormai famosa nota della Cei sulle coppie di fatto, per capirlo. Come è una bufala che sia stato l’inizio del pontificato di Benedetto Sedicesimo, o Sedicente, ad iniziare le ostilità. Diciamoci la verità: le ostilità non le hanno iniziate i cattolici né tanto meno i laici. Ma la modernità. Quella stessa modernità che ha significato, e significa, in giro per il mondo, apertura all’eutanasia, parità di diritti tra cittadini eterosessuali e cittadini omosessuali, libertà di ricerca scientifica. Quella modernità che la Chiesa rifiuta e ha sempre, storicamente, rifiutato. Ecco come sono iniziate le ostilità, anche in questa stagione politica 2006-2007, mai come adesso pregna di una storica battaglia laica. Sono iniziate (o ri-iniziate) per il ripetersi della Storia: l’opposizione della Chiesa nei confronti di tutto ciò che non controlla e che esula dal suo riconoscimento, da Galileo a Darwin, dall’ omosessualità alla ricerca sulle cellule staminali. Dunque, Buttiglione non ci sta più: “Che il cattolicesimo dia battaglia per le cose in cui crede”, dichiara con forza. Che si traduce, ahinoi, in nient’altro se non la negazione di tutti quei diritti da cui i cattolici, volendo, non riceverebbero alcun pregiudizio. Proprio perché sono diritti e non imposizioni, e lasciano libertà di scelta se avvalersene o meno. Così per l’eutanasia, così per la fecondazione assistita, e via dicendo. Perché la battaglia di cui parla l’ideologo dell’Udc non è vero che sia per qualcosa, per dei diritti. È in realtà una battaglia contro qualcosa, qualcuno, per il dominio: il dominio della Verità cattolica sul relativismo, il grande nemico. Ma l’onorevole-filosofo svela anche un certo non so che di relativismo intrinseco, quando, parlando del cattolicesimo politico, dichiara: “Se perde, democraticamente accetterà la sconfitta e preparerà la rivincita”. Adesso non resta che lasciare la parola a lui, e che ognuno si faccia la propria opinione… Onorevole Rocco Buttiglione, l’anno 2007 si è caratterizzato più di ogni altro per i temi che hanno diviso laici e cattolici in politica: è l’anno del caso Welby e del caso Nuvoli, l’anno dei pacs che poi sono diventati dico e poi cus, e l’anno del family day. L’anno in cui si sono concentrati tutti questi eventi. Ma perché? Perché quest’anno e cosa ha scatenato questa situazione, secondo lei? Perché i cosiddetti laici si erano abituati ad un tipo di cattolico che aveva paura della sua ombra, che non testimoniava con coraggio la sua fede, e che si guardava continuamente la punta delle scarpe invece di guardarli negli occhi. È cresciuto, con Giovanni Paolo II, un altro tipo di cattolico: un cattolico che rispetta gli altri però chiede rispetto per se stesso, che non ha paura, che è convinto della ragionevolezza della sua fede, e vuole discutere.

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Manifestazione del 20 ottobre: perché il movimento gay di sinistra partecipa.

(Queerblog.it) Non molto tempo fa vi abbiamo anticipato “Una scossa per la riscossa“, la manifestazione indetta il 20 ottobre a Roma, voluta contro il protocollo del Welfare, da una manciata di attivisti, intellettuali, politici, esponenti del movimento della sinistra e della comunità glbt.
Ora la data si avvicina e tutti coloro che sono coinvolti nell’organizzazione della manifestazione sono in gran fermento. Anche i media di sinistra tengono le orecchie ben tese. Tanto da chiedere a Rossana Praitano (nella foto), presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, un’opinione, un articolo per Liberazione, il quotidiano comunista.
L’articolo, dal titolo “Fattore Celsius” è un excursus metaforico e ironico (ma poi nemmeno troppo) su tutto quanto è successo e sta succedendo negli ultimi tempi. Una critica arguta al panorama politico italiano e la conseguente motivazione del perché il movimento omosessuale si sente coinvolto e partecipe di questa manifestazione di piazza. Eccovi qualche abstract che ci riguarda più da vicino.

Il caldo influisce sugli ormoni dei gay, che si affollano vicino alle piazzole, come quella di Treviso, dando pubblico scandalo e prova d’incontinenza sessuale. E’ necessario ristabilire l’ordine, fare pulizia, magari etnica, per la sicurezza dei cittadini, come ha sostenuto il vice sindaco Gentilini. Ma anche gli omosessuali che non fornicano all’aria aperta, hanno pretese che evidenziano il degrado dei tempi, così simile alla rivoluzione delle stagioni. Costoro vogliono stravolgere l’ordine naturale delle cose e della società, chiedendo pari dignità e uguali diritti. Molti politici rifiutano nettamente questa possibilità a difesa di sacri principi, altri temporeggiano e per ammansire checche e lesbiche, umanità eversiva che chiede diritti, offrono loro uno scenario mutante di acromini senza senso, tipo Pacs-Dico-Cus, che non si vuole comunque concretizzare.
Sarà per questo che molti credono che se un governo ha un programma, andrebbe rispettato. Sarà per questo che si è pensato ad una manifestazione di piazza dove si riparli di contenuti, che in quel programma dimenticato si possono trovare senza sudare troppo. E’ vero che il 20 ottobre cade in autunno, caldo per antonomasia pur se climaticamente dubbio, ma la manifestazione per quel giorno è proprio il fattore Celsius che vuole sfatare. Le stagioni sono quelle che sono, come la realtà. Un governo di centro-sinistra è sulla realtà che deve misurare la sua identità di centro-sinistra, rimanendo coerente a questa; altrimenti è come le stagioni: mutate e irriconoscibili.

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Ugly Betty: vero successo?

(tvblog) Era partita col botto, ottenendo, alla prima puntata ( lo scorso maggio), una media del 15% di share, entrando di diritto tra i 5 migliori debutti di telefilm in Italia.
Col tempo, però, le gaffes e il mobbing subito dalla simpatica e non proprio degna di una fascia di “Miss” Betty Suarez non hanno appassionato il pubblico italiano tanto quanto, al contrario, il pubblico americano (e prima ancora quello colombiano, da cui deriva la soap originale), rimanendo comunque in media di rete, ma senza fare gli ascolti che probabilmente Italia1 si aspettava.Ed è così che abbiamo assistito, in questo avvio di stagione, ad un calo di affezionati di “Ugly Betty”: dal 15% dell’esordio al 7% della scorsa settimana. Stasera andranno in onda gli ultimi tre episodi della prima stagione, che lasceranno aperti degli interrogativi in vista della seconda serie (dal 27 settembre in onda sull’americana ABC).Cosa ha causato il calo di ascolti?
nel daytime di Raiuno, per la quale quest’estate sono iniziati i casting (circolava voce che ad interpretare l’italiana Betty sarebbe stata Paola Cortellesi, poi l’ex di “Non è la rai” nonché de Possibile che sia stata la concorrenza della nuova stagione tv, con le nuove serie dei telefilm di Raidue o la nuova edizione di “Ciao Darwin”, ad allontanare telespettatori?Oppure ha prevalso la curiosità di sapere subito come sarebbe andata a finire, senza aspettare che terminasse la pausa estiva voluta dalla rete, cercando gli episodi finali su Internet o sul digitale terrestre (che ha trasmesso gli episodi inediti ad agosto)?Certo è che, appena uscita, la serie aveva suscitato clamore per la sua storia: non è da tutti giorni vedere come protagonista di un telefilm una segretaria bruttina che deve guadagnare giorno dopo giorno la fiducia dei suoi colleghi esclusivamente con la propria intelligenza, senza battute sagaci o abiti mozzafiato. L’attesa, anche su Tvblog, era tanta, così come è stata anche la delusione dei primi episodi, forse un po’ troppo ispirati al film “Il Diavolo veste Prada”.Nonostante ciò, aveva guadagnato nel corso delle puntate un ritmo e uno stile tutto suo, scongiurando il pericolo di diventare una delusione cocente. Anzi, il gradimento di pubblico era stato tale da far mettere in cantiere alla Rai una soap“La Fattoria” Pamela Petrarolo).
Negli U.S.A., forte del successo avuto dalla protagonista America Ferrera agli Emmy col premio per la migliore attrice in una serie comica, l’attesa per la seconda stagione cresce, così come i vip che ammettono di amare il telefilm (da Victoria Beckham a Mika). Da noi, il finale della prima stagione rischia di passare inosservato.Probabilmente non c’è un’unica ragione per spiegare tutto ciò. Piuttosto, ci dovrebbe essere da parte di Italia1 una maggiore attenzione alla collocazione di certi programmi, che meriterebbero più di quello che rendono. C’è il rischio che la seconda stagione (nel 2008?) non faccia gli ascolti che potrebbe fare, e sarebbe troppo anche per la bruttina Betty.

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Anno Zero: quando un politico dice la verità.

La puntata di giovedì scorso di Anno Zero era dedicata al fenomeno Beppe Grillo: Santoro non si è fatto sfuggire il tema caldo del periodo dopo il grande successo in termini di ascolti ottenuto da tutti gli approfondimenti giornalistici, da Porta a Porta a Matrix, che si erano occupati del Vaffanculo Day dell’8 settembre e delle reazioni politiche al ciclone provocato dal comico-blogger.
Ospiti in studio Sabina Guzzanti, nella doppia veste di “sostenitrice del V-Day” e regista impegnata nella promozione del suo film “Le Ragioni dell’Aragosta“, Giovanni Sartori e Antonio Polito. Insieme a loro, come di consueto, Marco Travaglio. Il dibattito in studio si è sviluppato sulla traccia fornita dai filmati che mostravano l’intervento di Grillo dal palco di Bologna (mai visti integralmente nelle tv generaliste prima di allora) e la lucidità del Professor Sartori ha letteralmente illuminato la serata. Ad un certo punto, durante l’analisi del non-insulto a Marco Biagi, montato da Casini per buttare in caciara il V-Day, Antonio Polito, ex direttore de Il Riformista ora Senatore della Margherita, si lancia imprudentemente in un’affermazione che lascia basito il pubblico in studio e provoca la reazione di Travaglio.Come se fosse al bar con degli amici l’esperto comunicatore Polito mette a conoscenza gli italiani, elettori e non dell’Unione, che il Programma della coalizione di centro-sinistra è “inapplicabile” e costruito da una prassi volutamente ambigua che gli consente “di essere tirato da ogni parte“. Un po’ come dire: “Il governo ha un libretto delle istruzioni da 280 pagine, non si pretenderà mica che possa funzionare“.
Probabilmente gli Italiani, specialmente quelli che da quella parte hanno votato, se ne erano già accorti da un po’, ed è difficile decidere se indignarsi per la sfacciataggine di Polito o sorridere (per non piangere) di fronte a tanto innocente candore.
Insomma, anche in Tv si può riuscire a far dire qualcosa di vero ad un politico, una specie di miracolo. Resterebbe da spiegare perchè il brillante giornalista abbia deciso di andare a scaldare i banchi del Senato Italiano (sul libro paga di tutti gli italiani) se riteneva che la coalizione che lo candidava fosse basata su un mucchio di bugie e fesserie. Magari ce lo spiegherà lui stesso nella prossima comparsata tv, anche se io ad essere sincero una vaga idea ce l’avrei.

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Teatro/Roma: Uno spettacolo per non dimenticare

(Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Scritto da Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo, andra' in scena al Teatro Piccolo Eliseo di Roma, dal 2 al 7 ottobre, ''A memoria'', recital con musiche originali dal vivo di Andrea Farri e l'interpretazione dello stesso Wertmuller.Prendendo in prestito le parole sulla guerra di grandi scrittori e poeti, da Ungaretti a Neruda, e le terribili testimonianze di uomini sopravvissuti allo sterminio nazista, da Levi a Celan, lo spettacolo intende creare un percorso narrativo nel quale si mescolano bene e male, guerra e pace, amore e morte. Agli scritti si uniscono poi le testimonianze drammatiche di gente comune: di ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio, di partigiani condannati a morte e di testimoni di tragici fatti. Voci di genti diverse, riunite per raccontare il dolore della guerra.Insieme a Wertmuller, sul palco ci saranno Ilaria Falini, dal 2 al 5 ottobre, e quindi Anna Ferruzzo, in scena il 6 e 7 ottobre. Voci recitanti e musica, ''perche' nella storia -recita un passo della pie'ce- la violenza dell'uomo sull'uomo e' una lezione da tenere per sempre…a memoria''.

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Viggo Mortensen è nudo.

(Gaywave) Ebbene si, miei cari. Nel suo ultimo film “Eastern Promises“, in Italia da dicembre, Viggo Mortensen è protagonista di un combattimento corpo e corpo (very hot) completamente nudo.Nel film Mortensen è uno spietato membro della mafia russa, cattivo e senza scrupoli. Uno di quei delinquenti che non si risparmia neanche nei combattimenti senza armi, a mani nude anzi: tutto nudo.

“I miei avversari avevano più vergogna di me - racconta Viggo in una delle tante conferenze per promuovere la pellicola - Appena mi avvicinavo dicevano: Non mi toccare, non mi toccare”.
Il motivo di tanto timore? A quanto pare la prestanza fisica e le doti naturali del giovane attore newyorkese, talmente evidenti da mettere in imbarazzo gli altri uomini.

La trama: Anna è un’ostetrica londinese che, in cerca di scoprire il mistero che sta dietro alla misteriosa morte di una paziente -una prostituta-, si ritroverà immischiata nel giro della mafia russa. A far parte della gang russa a Londra c’è il misterioso Nikolai, la cui vita ben programmata verrà sconvolta proprio da Anna.


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