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martedì 6 novembre 2007

Enrica Bonaccorti si racconta in un romanzo. E ad Affari: "Non tornerei in tv. Le foto su Playboy? Le feci per necessità".

(Nicole Cavazzuti - Affari Italiani) "Desaparecida" dalla tv, torna Enrica Bonaccorti. E si mette a nudo con un romanzo in uscita il 7 novembre per la casa editrice Marsilio, dal titolo: “La pecora rossa” (pagine 192, 15 euro). Ovvero la storia di una ragazzina, rossa crespa e lentigginosa, che nasce nella famiglia sbagliata e che sembra condannata a espiare il suo essere “diversa” mettendosi al servizio di tutti, senza mai ribellarsi o negarsi, “perché non sa che può dire di no. Così finisce per rimanere incinta e attraverso la maternità e la lettura percorrerà il suo percorso di formazione e crescita”, spiega ad Affari la Bonaccorti. Ecco quindi un libro che la stessa autrice ha definito: “la cosa più intima che abbia mai realizzato, molto più intima di qualunque foto di nudo”.

Da conduttrice televisiva ad attrice fino a scrittrice. Come nasce questo libro?
“Da quando ero piccola sognavo di diventare una scrittrice. Fin dalle elementari scrivere è stata la mia passione, che si è realizzata già a 19 anni quando con Modugno ho scritto il testo per ‘La lontananza’ e poi ‘Amara terra mia’. Nel ’74 ho poi partecipato alla sceneggiatura del film Cagliostro. Insomma, per me scrivere è uno sfogo, da sempre”.

Figlia di un ufficiale sei nata e vissuta in caserma. Quando hai iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo?
“A 19 anni incominciai a lavorare in teatro. E da allora mi sono divisa tra Roma e Milano”.

Una vita divisa tra Milano e Roma, quindi. Cosa pensi del capoluogo lombardo?
“Ci sono affezionata. Ho empatia per i milanesi e una delle migliori amiche è proprio di Milano. Di questa città mi piace la velocità degli incontri, cosa che a Roma non accade. Ma non ci potrei più vivere, ormai ho Roma nel sangue. Se ti abitui alla Cupola, la Guglia non ce la fa”.

Che opinione hai di Roma?
“E’ una città che può essere spietata. I romani sono taglienti e all’inizio ho avuto difficoltà ad ambientarmi. Ma ormai Roma ha vinto su di me”.

Da quasi due anni sei tornata in radio. Una vecchia passione: la tua prima conduzione radiofonica risale a quando avevi 25 anni. Cosa ti affascina di questo mezzo di comunicazione?
“Tutto. Radio e scrittura per me sono fondamentali. Entrambe permettono di toccare l’anima. La radio non ha gli orpelli dell’immagine. In televisione quello che conta è l’immagine e c’è grande superficialità. Mentre la radio dà soddisfazione perché quello che conta sono i contenuti”.

In televisione non vorresti più lavorare?
“Non lo so. Avrei quasi voglia di rispondere no. Non per snobismo, solo perché in televisione è difficile poter fare quello che vuoi ed essere quello che sei. Un conto è fare l’ospite, il pensiero di avere in mano una trasmissione mi attrae ma ci sono troppi condizionamenti”.

Ma quando facevi “Non è la Rai” ti divertivi?
“Poco e niente. E da lì in poi si è aperta una voragine in televisione. Non mi piace come erano proposte le ragazze”.

Però ti ha dato notorietà…
“La notorietà l’avevo anche prima”.

E allora perché hai fatto "Non è la Rai"?
“Tante ragioni… fra l’altro perché il Presidente dell’allora Fininvest, Berlusconi, mi gratificò sottolineando che non potevo lasciarli proprio nel momento in cui finalmente c’era la diretta, che avrei dato la linea al primo Tg5 e in più mi fece un’offerta di quelle… che non si possono rifiutare... Va anche detto che nei primi due mesi la trasmissione aveva una impostazione diversa, più in linea ai miei gusti”.

Lavori da 38 anni, hai fatto di tutto, comprese delle foto nude per Playboy…
“Sì, avevo 26 anni, una figlia di due anni che tiravo su assolutamente da sola e avevo bisogno di soldi. Ero imbarazzata, non avevo la consapevolezza di essere così carina, anzi! Io ai tempi volevo essere totalmente diversa”.

Hai educato tua figlia da sola?
“Sì, mio marito uscì di casa quando Verdiana aveva 11 mesi”.

Hai paura di invecchiare?
“Sono già invecchiata. Probabilmente ho meno voglia di fare televisione anche perché mi sento meno sicura fisicamente, del resto non mi curo e non ho mai fatto palestra. Sono una zingara, se non fossi stata una donna dello spettacolo probabilmente non mi tingerei nemmeno i capelli ora…”.

Sei favorevole o contrari a piccoli ritocchi?
“Assolutamente favorevole, se uno si sente meglio”.

Ma tu ti sei ritoccata?
“Si, ero a dir poco… procace e mi sono fatta ridurre il seno. Subito dopo hanno cominciato tutte ad aumentarselo…"

Sogni nel cassetto?
“Che questo libro venga letto da un pubblico numeroso, dalla gente a cui mi sono rivolta con sincerità e rispetto tutti questi anni. Vorrei che mi conoscessero di più, perché, anche se non è un’autobiografia, forse è un’autobiografia dell’anima”.

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