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lunedì 12 novembre 2007

Pedofilia: Augusto Martelli condannato.

Il musicista deve scontare la pena inflittagli per aver visitato siti a pagamento, che faceva scaricare materiale pedopornografico.

(The instablog) Un anno e sei mesi di reclusione per l’autore musicale Augusto Martelli, il quale è stato condannato con l’accusa di "Pedofilia online" per aver visitato dei siti a pagamento dove era possibile vedere e addirittura scaricare materiale pedopornografico.

Finito nell’inchiesta nel 2001, Augusto Martelli ha sempre cercato di difendersi, affermando di fare "indagini" con la sua carta di credito, al fine di combattere questo fenomeno a dir poco spregevole, ma gli inquirenti non hanno confermato la sua collaborazione con le autorità e dopo una prima condanna, senza obbligo di scontare la pena, oggi arriva la conferma della sentenza. "il comportamento di chi accede ai siti e versa gli importi richiesti per procurarsi il prodotto, è altrettanto pregiudizievole di quello dei produttori. Ed è questa la ragione per la quale, del tutto legittimamente, il legislatore punisce anche quelle condotte che concorrono a procurare una grave lesione alla libertà sessuale e individuale dei minori coinvolti", questa la spiegazione data dai supremi giudici della Terza Sezione penale.

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La parte femminile di Crozza.

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Andrea Osvart è una delle vallette di Sanremo 2008.

Andrea Osvart Sanremo 2008(Tvblog) Almeno metà prognosi sanremese è sciolta dal Sorrisi e Canzoni Tv. Niente conduttrice per Sanremo 2008, che ritorna alla formula vecchio stampo delle due vallette. Al fianco di Pippo Baudo e Piero Chiambretti, nella 58esima edizione del Festival, ci sarà Andrea Osvart, attrice e modella ungherese (il suo nome era già trapelato da qualche tempo assieme a quello di Laura Chiatti, appena smentito dalla sua confessione di non sentirsi all’altezza).

La Osvart ha fatto i primi passi nello star system come modella, per poi debuttare come attrice nel cinema e in televisione. Ha studiato recitazione prima a Budapest, sua citta natale, e poi presso l’International Acting School di Roma. Numerosi i lavori girati in Italia, sia cinematografici che televisivi, tra cui i film: Sara May (2004), regia di Marianna Sciveres, Mare nero (2005), regia di Roberta Torre, The Clan (2005), regia di Christian De Sica, Il rabdomante (2006), regia di Fabrizio Cattani, e 2061 - Un anno eccezionale (2007), regia di Carlo Vanzina.
Tra le fiction tv, ricordiamo: Il bell’Antonio (2005), regia di Maurizio Zaccaro, Exodus - Il sogno di Ada (2006), regia di Gianluigi Calderone, e Pompei (2006), regia di Giulio Base, miniserie tv in onda tutte su Rai Uno.

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A Napoli una sei giorni interamente dedicata al cinema sperimentale indipendente.

(Mara De Falco - Exibart.com) Dopo il successo della dodicesima edizione di Artecinema, curata da Laura Trisorio al Teatro Augusteo, Napoli si fa nuovamente luogo di promozione della produzione filmica contemporanea. Presso la Fondazione Morra, a Palazzo dello Spagnuolo, prense infatti il via la settima edizione dell'Independent Film Show, coordinata da Raffaella Morra e Katia Rossini, co-fondatrice del Nova Cinema di Bruxelles. La rassegna prevede un nutrito programma che spazia dalla proiezione di films sperimentali indipendenti - con chicche storiche (Hy Hirsh, Takahiko Iimura, Jan van Munster, Jacques Verbeek & Karin Wiertz, Livinus & Jeep van de Bundt, Colen Fitzgibbon) e produzioni contemporanee provenienti da tutto il mondo, con una particolare attenzione alla Francia e all'Olanda - alla live performance. L'intento è quello di presentare le esplorazioni condotte dai film-makers attraverso la manipolazione tecnica e l'intervento manuale sul “materiale” filmico, per indagarne le qualità interne e le possibilità espressive, piuttosto che quelle narrative. Una full immersion durante la quale non mancherà, per il pubblico, la possibilità di discutere l'argomento con i curatori e i film-makers coinvolti. Sul sito www.em-arts.org è possibile consultare il programma completo e visionare le schede delle singole proiezioni, nonchè quelle delle scorse edizioni.
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Dal 13 al 18 Novembre 2007
Fondazione Morra
Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini, 19 - Napoli
Info: 0814420923 -
info@em-arts.org
Web: www.em-arts.org

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Dal principe del Porn Groov: Un libro dal futuro.

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Esce oggi il concept book introduttivo al nuovo disco di Immanuel Io batto.
L’album sancirà una svolta hip-porn ed il libro fotografico estrapola alcuni versi dei brani in produzione per restituirne lo spirito. Gli scatti ritraggono la discesa del Casto Divo nella strada, immerso in un viscoso bagno di glamour.

Per la gioia dei fan più fedeli, all’obiettivo si è concessa anche Checilia Principessa Venusiana, da qualche mese lontana dalle scene immanueliane ed ora impegnata con il cantore nella registrazione di un singolo natalizio che dovrebbe precedere l’album dal titolo A Pecorina nel Presepe.
Immanuel sarà inoltre domani sul set di Not Your Wedding Day, un cortometraggio con Valeria Morosini (un posto al sole) e Michelangelo Tommaso (Saturno Contro) dove reciterà come guest star.

Non esitare. Fai tuo il Book

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Impotenza, quando è sintomo di una malattia.

(Benessereblog) Rispetto all’impotenza o alla disfunzione erettile, versione political correct dello stesso disturbo, si discute con un pò di timore o di ironia ma in realtà bisogna inquadrare se si tratta di disturbo psicologico, di relazione o di sintomo di malattia.

Infatti patologie come diabete, ipertensione o problemi trombotici, si possono evidenziare tramite la perdita del normale vigore sessuale, anche quando il desiderio è forte e presente. Insomma bisogna non sottovalutare questo disturbo e non pensare solo al lato sessuale ma anche a quello generale della salute.

Per parlarne seriamente, vi propongo un piccolo salto in Svizzera, nel focus Salute e Sesso della bluewin. Se poi qualcuno vuole parlare della propria esperienza di cura, fatevi avanti senza vergogna.

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Un gradito ritorno. Te Amarè, singolo e cofanetto per Miguel Bosè.

(Soundsblog) Continua il successo dell’album “Papito” che ha segnato il ritorno di Miguel Bosè nella musica pop internazionale, e con tante collaborazioni, si è rivelato uno degli album di successo di questo 2007. Il nuovo singolo “Te amaré” arriva in Italia in rotazione radiofonica proprio a pochi giorni dall’arrivo del suo tour che toccherà il 5 dicembre Milano al Datchforum di Assago per un rientro dopo 13 anni sui palchi italiani.

Sentiremo quindi molto in radio questo nuovo singolo attendendo di vedere live Miguel che dopo 1 milione e mezzo di dischi venduti con l’ultimo album a fine novembre tornerà nei negozi di dischi per “Papitour” un cofanetto che conterrà tutti i successi live del suo tour accompagnato, per tutti quelli che non hanno potuto vederlo, da un dvd live registrato nel concerto del 21 giugno a Plaza de Toros a Madrid.

Di seguito un’esibizione live dell’ultimo singolo “Te amarè” cantata con la nostra Laura Pausini.
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Divi: Orlando Bloom e Kate Hudson: nuova coppia?

(Gossipblog) Ancora una volta a Kate Hudson e soprattutto a Orlando Bloom vengono affibbiate storie d’amore e stavolta i rumors dicono che i due farebbero coppia fissa. Ma procediamo per gradi: Kate Hudson dopo il matrimonio e il seguente divorzio è stata legata all’attore Owen Wilson. Dopo frequenti tira e molla i due si lasciano definitivamente.

Poco tempo fa alcune dichiarazioni di Kate avevano fatto sperare a una riconciliazione tra i due come vi abbiamo riportato qui. Orlando Bloom, invece, ultimamente ha avuto numerosissimi flirt, ognuno dei quali faceva presagire la volontà ad impegnarsi da parte dell’attore: è stato visto insieme alla modella Miranda Kerr, insieme a Jessica Simpson e Jennifer Aniston. Ora, quante probabilità ci sono che Kate e Orlando stiano veramente insieme? Poche direi. Via Dlisted

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Autocritica: Programmi sbagliati, Rai in crisi».

Allarme sul pubblico «invecchiato». Via al piano editoriale per cambiare.

(Paolo Conti - Corriere della Sera) La Rai è in crisi. Non è solo questione dei noti e cupi bilanci. Il pubblico più giovane ed economicamente qualificato la sta abbandonando, prospettiva allarmante per gli introiti pubblicitari e quindi per la salute dell'azienda. Inoltre è incrinato il suo ruolo storico di produttrice culturale. E' tempo di correre ai ripari «rifondando» il palinsesto: e tutti (reti, informazione, strutture, "editori interni") saranno chiamati a azzerare «rendite di posizione e spazi consolidati nel tempo» a partire dall'autunno 2008 per lasciare spazio a un palinsesto «con una forte differenziazione di prodotto rispetto alla tv commerciale ». Ecco, in sintesi, il senso del corposo Piano editoriale (novanta pagine) presentato la settimana scorsa dal direttore generale Claudio Cappon al Consiglio di amministrazione e messo a punto dalla vicedirezione generale per l'offerta tv (Giancarlo Leone), dalle direzioni palinsesto (Chicco Agnese) e marketing (Deborah Bergamini). Il voto è previsto per questa settimana o per la prossima. Il centrosinistra è già favorevole così come il consigliere Fabiano Fabiani ma anche dal centrodestra (Marco Staderini) arrivano segnali di apprezzamento.

LA CRISI — Nel piano la Rai sottoscrive un'autocritica durissima. Dal 2003 al 2007 ha visto il proprio pubblico invecchiare (+2,8 anni) ben più di Mediaset (+1,5) ed enormemente più del satellite (+0,3). L'età media Rai è di 51,6 anni (Mediaset 44,9). In particolare il pubblico del prime time di Raiuno raggiunge un preoccupante +3,4: Italia 1 inverte la tendenza con -3,1. Invece alla Rai aumentano le donne casalinghe. Tra gli abbonati Sky (4.240.000) la Rai perde 20 punti secchi di share: gli italiani più colti, ricchi, giovani, quelli che scelgono. Chiunque conosca le leggi della pubblicità sa che proprio i giovani sono l'ago della bilancia di qualsiasi mercato. Continuando così, la voce «altre tv», ovvero il satellite, si avvia «in cinque anni a quote di mercato superiori al 25% nel day time». Quanto basta per sconvolgere l'universo televisivo italiano, così come lo utilizziamo oggi. Tutto ciò «rischia di marginalizzare il posizionamento Rai». Altra crisi, sostanziale. La tv «non è più considerata un fattore culturale ma una alternativa al consumo di cultura... l'offerta viene vissuta come uno degli elementi di impoverimento culturale della società». Un vero problema per una tv pubblica pagata dal canone com'è la Rai.

GLI ERRORI — L'offerta Rai troppo spesso offre nelle stesse ore doppioni che si rivolgono allo stesso tipo di pubblico. Il piano editoriale cita molti esempi: la mattina di sabato e domenica di Raiuno e Raidue («Sabato & domenica » con Franco di Mare e Sonia Grey e «Mattina in famiglia » con Tiberio Timperi e Adriana Volpe, la fascia mattutina Raiuno-Raidue («Occhio alla spesa» con Alessandro Di Pietro-«La prova del cuoco» con Antonella Clerici contro «Piazza grande» con Giancarlo Magalli) e quella pomeridiana («Festa italiana » con Caterina Balivo contro «L'Italia sul Due», con Roberta Lanfranchi e poi «Ricomincio da qui» con Alda D'Eusanio) e via dimostrando per altri casi. Così «il vantaggio competitivo rappresentato dalle tre reti viene vanificato ». Errori che verranno cancellati.

SOLUZIONI — Primo: azzerare il palinsesto col «ridisegno complessivo dell'offerta televisiva », addio «alle posizioni intoccabili». Un paradosso: «Non sarà più sicuro nemmeno l'orario dei Tg». Viene in mente la «Raifondazione» suggerita da Giovanni Minoli. Come? «Recupero della produzione e della progettualità interna, nuovo controllo editoriale per le produzioni esterne, riapertura di veri spazi di seconda serata ». Sicuro l'abbandono del reality. La Rai dovrà intercettare in anticipo «chi già reagisce alla fine della tv trash offrendo un modello contrapposto alla tv eccessiva e rissosa ». Fine dell'improvvisazione nell'intrattenimento, ritorno alla «scrittura e al copione », cioè a una tv d'autore. Per capirci: la tv di Antonello Falqui era tutta «scritta ». Infatti il piano prevede la nascita di una «struttura di genere» che coordini l'ideazione e la realizzazione di intrattenimento «per recuperare l'attuale sbilanciamento tra Rai e i principali fornitori esterni di format e di contenuti ». La tv di Stato si impegna anche in una «attività di scouting» per individuare idee e soprattutto autori delle nuove generazioni. In quanto alla fiction la sua produzione e distribuzione dovrà essere «più equilibrata nell'intera stagione». Dovrebbero finire certe estati ricche solo di repliche.

CULTURA — Ma la vera novità è rappresentata nel settore definito «cultura e educational ». La cultura deve «diventare un genere televisivo che si aggiunga a ciò che è già presente in alcuni prodotti di fiction, cinema e altro». La Rai dovrà attirare quel pubblico giovane che segue le mostre d'arte e riempie le platee «dei monologhi di rilettura dei grandi classici, le lezioni di storia o archeologia, la musica classica e leggera »: massima attenzione, insomma, alla qualità di questi prodotti anche a costo di perdere nei primi tempi qualche frammento di share: «Le attese e i risultati di ascolto non dovranno condizionare l'offerta del servizio pubblico né favorirne l'omologazione a contenuti e modelli della tv commerciale». La tv di Stato si dedicherà «ai temi della contemporaneità non con inserimenti sporadici ma con una connotazione radicata nella programmazione ». Tra le «azioni immediate » maggiori elementi di arte, letteratura, cinema, teatro, musica nella programmazione, più spazi nei tg alla pagina culturale. Riuscirà una Rai sottoposta a continui terremoti politici a cambiare pelle?

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Museo Nicolis: visite guidate per la Settimana della cultura d’impresa.


(Panorama) In comcomitanza con la Settimana della Cultura d’Impresa dal 16 al 25 novembre a Verona, il Museo Nicolis di Villafranca, (a pochi chilometri dalla città scaligera) uno dei luoghi più amati dagli appasionati di auto e moto, offre ingressi scontati e visiste guidate, fondamentali per conoscere la storia dei «pezzi» esposti. Il Museo Nicolis è in un palazzo in vetro e acciaio (foto sotto) che ospita spettacolari collezioni d’auto d’epoca, moto e biciclette, strumenti musicali, macchine fotografiche, ma anche juke box, oggetti di modernariato, opere inedite dell’ingegno umano. Tutto magnificamente conservato e, soprattutto, perfettamente funzionante. E’ proprio questa l’idea del Nicolis, che punta sulla interattività e sul coinvolgimento dei visitatori. Creato nel 2000 dall’imprenditore e collezionista veronese Luciano Nicolis, raccoglie vere gemme della storia dei motori, come la «Motrice Pia», il primo motore a benzina brevettato dal veronese Enrico Bernardi nel 1882, la Isotta Fraschini del 1929 (amata dalla Zar Alessandro, Rodolfo Valentino, Isadora Duncan…), la Lancia Astura 1000 Miglia, costruita appositamente per Luigi Villoresi, per finire alla «Coppa Vanderbilt», vinta da Tazio Nuvolari nel 1936 negli Usa, mai uscita dagli Stati Uniti e solo da pochi mesi approdata al Museo Nicolis. E prima di lasciare il Museo niente di meglio che un’occhiatina al bookshop, uno dei più forniti sulla storia dell’automobile. Per informazioni contattare Carla Abbate: tel.045.6303289 - museonicolis@museonicolis.com.

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Safe sex. Preservativo "Due in uno": Fa da Viagra e protegge.

(Tulife) Un condom che agisce come il Viagra e che protegge pure dalle malattie a trasmissione sessuale. Il preservativo «due in uno», sviluppato dall’azienda inglese Futura Medical con la sigla CSD500, sarà messo in commercio entro la fine dell’anno ma non si sa ancora con quale nome. La notizia è stata pubblicata dal tabloid inglese “Sun”. La particolarità del prodotto è data dalla presenza nel condom di un potente gel erecto-stimolatore, chiamato Zanifil, che aiuta a mantenere costante l’erezione durante il rapporto sessuale. Questo composto, contenuto sulla punta del preservativo, viene assorbito dalla pelle del pene e, attraverso le arterie, aumenta all’istante la pressione sanguigna, con conseguente miglioramento del turgore e della durata dell’erezione.

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Libri: Antonello Sarno: Italian Babilonia.

(Booksblog) Italian Babilonia è un testo a metà tra il saggio sociologico e la cronaca nera, che si vanno a mischiare con una sana quantità di gossip e di critica impietosa alla società dei media moderni.

Antonello Sarno, autore di questo volume edito da Mondadori nella collana Colorado Noir, è un giornalista e documentarista, che ha deciso di occuparsi di quei VIP che, per un fatto di cronaca, vengono gettati in pasto al pubblico e divorati per delle colpe che spesso non vengono nemmeno dimostrate. In questo libro l’autore si avvale dell’aiuto dei personaggi stessi o di figure a loro vicine per ricostruire il fatto di cronaca e il vissuto personale dei VIP coinvolti in scandali, arresti, denunce, querele e altri eventi che hanno irrimediabilmente condizionato le loro carriere e le loro vite.

Tra i casi presentati ci sono quelli di Chiari e Luttazzi, la Antonelli (11 giorni per incarcerarla, 11 anni per scagionarla, questo il commento dell’autore del libro alla vicenda), Gigi Sabani (cui è dedicato il libro), Sofia Loren (finita in prigione per evasione fiscale), Nadia Rinaldi, Riccardo Schicchi. Tutte figure le cui vicende sono state aggravate dal semplice fatto di essere dei personaggi in vista, che facevano facilmente vendere un giornale con un titolo su di loro quando venivano arrestati o erano coinvolti in un qualsiasi scandalo, ma che non hanno trovato lo stesso spazio sui media quando invece si trattava di doverli scagionare agli occhi della gente.

Il libro (acquistabile qui su BOL) non è una difesa a spada tratta del mondo dei VIP, ma intende sottolineare l’ingiustizia del fatto che dei comportamenti (più o meno al confine della legalità) vengono quasi tollerati se tenuti da gente comune, e invece considerati inaccettabili se tenuti da personaggi del mondo dello spettacolo. Più in alto il pubblico ha innalzato la stella di turno, più in basso vorrà vederla sprofondare per i suoi errori.

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Glamour: Fumetti di moda.

Milo Manara disegna per Chanel, J. Scott Campbell per la Hogan. Nelle campagne pubblicitarie scoppia la mania dei comics: cataloghi, magliette, orologi e gadget si popolano di supereroi.

(Eleonora Attolico - L'Espresso) I fumetti stanno diventando un efficace veicolo di marketing? Sembra di sì a giudicare dalla profusione di campagne pubblicitarie ma anche dalle promozioni infarcite di personaggi disegnati su cataloghi, magliette, orologi, gadget e chi più ne ha più ne metta.

Una coppia fumettara azzeccata sembra essere quella formata da Milo Manara e Shalom Harlow. Chanel, infatti, ha chiesto al maestro di raffigurare la topmodel per la nuova linea beauty Précision Beauté Initiale. La scelta di Shalom non è casuale, compirà tra pochi giorni 34 anni ed è una musa ideale per promuovere una nuova gamma di prodotti dedicata alle trentenni. Il catalogo è quasi un'opera d?arte, un oggetto da tenere in salotto, dove la Venere di Manara appare in tailleur, in bicicletta, in blue jeans, intenta a struccarsi e a riposare in veranda. Sexy ma vestita, sensuale e provocante.

Altro fan del fumetto è Emanuele della Valle, figlio di Diego, che ha ingaggiato il disegnatore di Los Angeles J.Scott Campbell per la Hogan. E così, durante la presentazione a Milano della collezione primavera-estate 2008, è stato regalato agli invitati un pieghevole patinato e coloratissimo. Si tratta di una spy story che racconta le avventure di tre agenti segrete in giro per il mondo, dalla Giamaica a Panarea passando per Londra, Hong Kong Capetown. In ogni striscia le protagoniste indossano borsette e scarpe Hogan.

In grande spolvero anche le Super-eroine alla Wonder Woman e dintorni. Il Costume Institute del Metropolitan Museum di New York ha in programma dal 7 maggio al 1 settembre 2008 una mostra, voluta da Giorgio Armani, intitolata 'Superheroes, Fashion and Fantasy' dove saranno esposti costumi di scena, abiti di alta moda e sportswear dedicati ai vari personaggi.

Dal museo al negozio senza passare dal via. Le 'Catwoman' ad esempio piacciono a Fornarina. L'azienda di Civitanova Marche ha lanciato una T shirt dedicata alla nemica di Batman. Per promuovere le collezioni a fumetti, a fine settembre, ha organizzato uno spettacolo multisensoriale a Milano in via Mecenate con varie installazioni, una delle quali, era proprio dedicata alla Catwoman della Warner Bros.

Le pre-teenager italiane hanno la mania delle bambole modaiole. Lo sa bene Calzedonia che, in collaborazione con Giochi Preziosi, non solo ha vestito di autoreggenti, francesine e calze colorate le 'Hi Glamm Dolls' ma ha anche voluto ideare un fumetto che rispetti per filo e per segno il profilo di queste 5 pupattole. Il magazine è reperibile nei negozi Calzedonia ed è stato tradotto anche in francese e spagnolo.

Qualcuno si è anche voluto ricordare dei 40 anni di Corto Maltese. È il caso della Swatch che, per festeggiare il compleanno del marinaio di Hugo Pratt (1927-1995) ha realizzato due orologi. Uno in edizione limitata è in bianco e nero, l'altro raffigura Corto in pantaloni chiari, gilet rosso, cravatta allentata, giacca da capitano sbottonata e berretto.

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Tho, chi si rivede. Albertini da Strasburgo:"Va spezzata la casta degli enti lirici".

La denuncia. Con la corporazione degli orchestrali ci vuole uno scontro vero, non ceda ai ricatti.

(Rodolfo Sala - La Repubblica, edizione di Milano - foto di Marco Brescia) «Lissner tenga duro, con la corporazione degli orchestrali ci vuole uno scontro vero. La Scala può rinascere solo dopo un grande show down, ma la premessa è non cedere ai ricatti, compreso quello dello sciopero alla Prima del 7 dicembre». Parla Gabriele Albertini, per nove anni sindaco, quindi presidente del consiglio di amministrazione scaligero, e da qualche giorno membro del cda dell´Orchestra Simphonica Toscanini.

Onorevole Albertini, dunque la sua guerra contro gli orchestrali continua...
«Le rispondo con delle cifre. La "Toscanini", di cui non ho accettato la presidenza che pure mi era stata offerta, ma solo per i miei impegni di parlamentare europeo, ogni anno dà in tutto il mondo un´ottantina di concerti, che costano una media di 120mila euro ciascuno. Alla Scala spendono cinque volte tanto».

Forse il paragone è un po´ improprio.
«Per carità, la nostra non è un´orchestra lirica, anche se raggiunge livelli artistici di eccellenza. In ogni caso qui non c´è lo scandalo che ho scoperto alla Scala».

Sarebbe?

«Gli orchestrali pagati a prescindere dal numero di concerti che tengono. Possono farne uno o due l´anno, o anche nessuno, ma a ciascuno viene considerato il 60 per cento delle presenze minime previste per il contratto».

La Scala è un carrozzone?
«Orchestrali di altissimo profilo artistico. Questi professori signori sono molto bravi, purtroppo anche a gestire i propri privilegi. Nel libro La casta manca un capitolo, quello degli enti lirici».

Non è che ai suoi tempi andasse molto meglio.
«Certo che no, anche se la giunta preceduta da un semplice "amministratore di condominio" è riuscita a ristrutturare il teatro tirando fuori la bellezza di 180 milioni di euro di finanziamenti in conto capitale. La targa dell´inaugurazione l´hanno già tolta due volte, speriamo che non succeda ancora: credo di no, perché Lissner l´ha fatta incollare al muro, ma - lo dico con autoironia - se accadesse è perché non sopportano che sulla nuova Scala ci sia il cartiglio di quel Faraone...».

A proposito, che cosa pensa di questo sovrintendente?
«Tutto il bene possibile. Del resto l´ho proposto io, su suggerimento di Bruno Ermolli, poi approvato dall´intero cda: un francese, un professionista non pescato nel cestino della casta. Sono in totale sintonia con Lissner quando sostiene che non si può derogare alla regola che vieta di dare corso al contratto integrativo se prima non è stato rinnovato quello nazionale. Su questo non deve cedere di un palmo, e se a Palermo o in altre città hanno seguito una strada diversa, hanno scelto l´illegalità: qui si parla di soldi pubblici, non bisogna dimenticarlo».

Lissner non ceda ai ricatti: anche a costo di mettere a rischio la Prima?
«È un´ipotesi che io non auspico, ma la minaccia di uno sciopero il 7 dicembre come al solito provocherà immobilismo. Ci saranno fior di intellettuali che si schiereranno dalla parte degli orchestrali per salvare la Prima, si dirà che non si può rischiare una figuraccia proprio alla vigilia della decisione sull´Expo del 2015, fioccheranno gli inviti a non dare schiaffi... «.

E invece?

«Invece un bel ceffone va dato. Dopodiché penso sia possibile affrontare il problema sul serio, magari tenendo chiuso il teatro per sei mesi».

Ma lei non ha nulla da rimproverarsi come principale amministratore della Scala?
«Ho chiesto invano i poteri speciali per saltare tutti i passaggi e le pastoie tipiche di questo sistema corporativo. Non me li hanno dati, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. È anche per questo, per la mancanza di un potere monocratico in grado di intervenire in modo deciso, che abbiamo perso in un colpo solo il sovrintendente Fontana e il maestro Muti».

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La morte di Sandri. Propaganda e solita politica: La Ministra Melandri, "Ho chiesto stop del Campionato".

(Avvenire) "Ho esplicitato la richiesta di un gesto forte, ossia la sospensione del campionato". Così il ministro per lo Sport e le Politiche Giovanili, Giovanna Melandri, al termine dell'incontro con i presidenti del Coni, Gianni Petrucci, della Figc, Giancarlo Abete, e della Lega Calcio, Antonio Matarrese, all'indomani della tragica morte di Gabriele Sandri e degli incidenti che ne sono seguiti. I vertici del calcio italiano si riuniranno alle 17 a via Allegri, sede della Figc, per valutare le misure da adottare. Abete, Petrucci e Matarrese, rende noto l'ufficio stampa del Ministero per lo Sport, "hanno condiviso e compreso le ragioni della richiesta del Ministro Melandri, che sono di due ordini: da un lato il lutto e il cordoglio per il giovane ucciso, dall'altro l'esigenza di unire il mondo del calcio nella condanna della violenza, per spezzare qualsiasi tentativo di accreditare le violenze di ieri come la reazione giustificabile a qualcosa".

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Presto la pubblictà su internet supererà quella via radio.

[i](Credits: Corbis)[/i]
(Panorama) Dove va la pubblicità? Il mercato è stagnante, ma può internet continuare a guadagnare terreno rispetto agli altri mezzi di comunicazione? Dal Forum Iab Italia 2007, (dove Iab sta per Interactive Advertising Bureau) appena concluso, arriva l’annuncio di Assap-AssoComunicazione secondo il quale gli investimenti pubblicitari su internet cresceranno mediamente del 30% nel 2008. L’associazione che riunisce le imprese di comunicazione ha stimato che gli investimenti delle aziende italiane in pubblicità digitale raggiungeranno entro fine 2007 i 665 milioni di euro, facendo registrare un +41,5% rispetto al 2006, con una “crescita esponenziale” della pubblicità sui cellulari. Commentiamo questi dati con Elisabetta Mocchetti, di Assocomunicazione.

Come fate a fare una previsione di questo tipo sul 2008?
In realtà in un mercato pieno di turbolenze è difficile ricavare lo sviluppo futuro con precisione, le prospettive di crescita sono accompagnate da molti punti di domanda. Però le previsioni emerse al forum davano una forchetta compresa tra il 40%, in linea con la crescita registrata quest’anno rispetto al 2006, e il 20%.

Che quota arriva ad ottenere il digitale sul totale degli investimenti pubblicitari?
Fatto pari a 100 il totale degli investimenti, la quota internet era del 4,6% nel 2006, è stata del 6,3% nel 2007 e si prevede possa attestarsi intorno all’8% nel 2008. Il fatto interessante è che in un mercato a crescita assai limitata, internet è in pratica l’unico mezzo su cui la pubblicità aumenta, mentre tutti gli altri crescono in pratica al passo con l’inflazione. Internet potrebbe superare il mercato pubblicitario della radio.

Che tipo di pubblicità cresce di più?
I banner classici, le e-mail e le pubblicità sui motori di ricerca sono tutti comparti che si muovono, ma a far registrare una crescita esponenziale, anche perché parte da valori assoluti bassi, è il mobile, la pubblicità sui telefonini.

Quali sono le aziende che più volentieri si rivolgono a internet per la loro pubblicità?
Analizzando il mondo internet e i suoi clienti vediamo che ci sono quattro comparti merceologici che stanno trainando il mercato e da anni fanno il grosso degli investimenti e generano crescita molto più di tutti gli altri. Insieme costituiscono il 50% del totale degli investimenti su internet. Sono le telecomunicazioni (15%), la finanza (14%), servizi business e per il tempo libero (11%) e il comparto auto e moto (10%). La domanda è: gli altri settori dove sono? La nostra tesi è che per poter crescere a ritmi importanti è necessario che quelli che noi chiamiamo i piluccatori, le aziende che fanno investimenti mordi e fuggi non continuativi, possano capire che il web è diventato un mezzo da usare in maniera significativa per la comunicazione. Alimentare, bevande, cosmetici, elettrodomestici e anche l’information technology, che investe sui nuovi media meno di quanto ci si aspetterebbe: il futuro del mercato, la sua crescita, sono in mano alle aziende di questi settori.

Cosa accade all’estero?
In mercato più maturi, ma restando vicino a noi, in Germania ad esempio, il valore assoluto degli investimenti pubblicitari su internet è 3,5 volte il nostro, in Gran Bretagna è oltre 2,5 volte il nostro. Ebbene in questi paesi i quattro settori di cui abbiamo parlato non sono più soli, ecco perché i valori assoluti sono più alti. In Italia la grande concentrazione degli investimenti da parte di settori che continuano a fare da traino spinge a chiedersi quale sarà il futuro se gli altri comparti merceologici non entrano: da noi auto, finanza, servizi e telecomunicazioni sono responsabili a oggi il 62% della crescita.

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A Milano un omaggio a Garcia Marquez su pellicola.

Allo Gnomo, dal 13 al 18 novembre. In arrivo da Trieste una selezione dell'unico festival italiano dedicato al cinema latinoamericano.

(Alberto Pezzotta - Il Corriere della Sera) Come ogni anno, arriva da Trieste una selezione dell'unico festival italiano dedicato al cinema latinoamericano. Martedì alle 20.30 l'inaugurazione col direttore Rodrigo Díaz. Segue «Suite Habana» di Fernando Pérez (2005): il director's cut lascia presagire che lo sguardo sulla Cuba di oggi non sarà oleografico. In seguito i film recenti si alternano a una retrospettiva su Gabriel García Márquez sceneggiatore. Tra i primi, due brasiliani: «O cheiro do ralo» (il 14 alle 22.30) di Hector Dhalia ha raccolto vari premi con un mix di humour nero, sesso e escatologia attorno a un banco dei pegni; in «Cine tapuia» di Rosemberg Cariry (il 15 alle 22.30) un cieco gira nel Nordeste, proiettando vecchi film. Nel secondo gruppo, due messicani: «Presagio» di Alcoriza (il 14 alle 20.30) e «El gallo de oro» (1965) di Gavaldón, scritto con Carlos Fuentes (il 15). Per finire un reperto storico: «Compañero presidente» di Miguel Littin: Régis Debray intervista Allende nel 1971 (il 16); e un documentario di Gabriele Zucchelli su Quirino Cristiani, pioniere dell'animazione (il 17).

Info: Dal 13 al 18 novembre Cinema Gnomo, via Lanzone 30/A ingr. € 4,10

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La morte dei Pacs in Italia: La lunga marcia della famiglia.

(Francesca Barbiero - Il Sole 24 Ore) I primi ad arrivare, diretta­mente dalla Francia, dove­vano essere i Pacs, Patti Ci­vili di Solidarietà. Poi è stato il turno dei Dico, Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi. Infine, molto sot­to tono rispetto ai due acronimi precedenti che hanno avu­to il loro quarto d'ora abbon­dante di popolarità, è stata la volta dei Cus, i Contratti di Unione Solidale.

Ma che fine avranno mai fat­to Pacs, Dico e Cus? Si sono inabissati nei meandri della politi­ca finendo nel cono d'ombra dei media. In altre parole, non ne parla più nessuno.
Eppure, non sono usciti dal­la vita degli italiani se è vero che - come documenta l'Istat nel rapporto sulla vita quoti­diana nel 2006 presentato po­chi giorni fa - il numero delle libere unioni è in continuo e significativo aumento

Nel 2003 erano 564 mila, il 3,9% del totale delle coppie. Nel 2006, a tre anni di distan­za l'Istituto di statistica ne ha contate Ó37mila, cioè il 4,3% delle unioni. Le famiglie "rico­stituite", cioè che si sono for­mate dopo lo scioglimento di una precedente unione coniu­gale di almeno uno dei due partner, sono il 5,3% (775mila) di cui 4Ó5mila coniugate e 3iomila non sposate.
In tutto le famiglie in Ita­lia sono circa 23 milioni con un numero di componenti pari a 2,5. In generale, rispet­to ai periodi precedenti, pro­segue la diminuzione delle coppie con figli.

E le persone sole? In tutto ammontano a 5 milioni 977mila pari al 12,4% della po­polazione adulta.
La condizione di persona so­la, sino a 44 anni è più diffusa tra gli uomini (9% rispetto al 5,4% delle donne), mentre nel­le età successive la proporzio­ne di donne sole aumenta fino a diventare nettamente supe­riore a quella degli uomini nel­le età anziane. A livello territo­riale, è il Sud a mostrare i livelli massimi di anziani tra le perso­ne sole sia maschi (35%) sia femmine (69%).
Famiglia in crisi dunque? Non necessariamente. Sa­rebbe più corretto dire "in movimento

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Una donna in Vaticano. Per conto di Bush, antiabortista e contraria ai diritti dei gay.

(Gianna Fregonara - Corriere della Sera) Questa volta la novità non è che a rappresentare gli Stati Uniti presso il Vaticano, per la prima volta, ci sarà una donna, la professoressa Mary Ann Glendon. Ma che l'ambasciatri­ce di Washington è uno degli esperti più ascoltati da Papa Benedetto XVI. Di lei le voci d'oltretevere dicono che conta più di un cardinale. In realtà la signora Glendon, 69 anni, è, dal 2004, presidente della Pontificia Ac­cademia delle Scienze Sociali ed è membro del Pontificio Consiglio per ì Laici, dopo es­sere stata, nel 1995 la capo de­legazione del Vaticano alla Conferenza Internazionale sulle Donne, organizzata dal­le Nazioni Unite a Pechino. Insomma, una delle tre donne più alte in grado nella gerarchia della Santa Se­de. «Se una donna potesse diventare Papa, lei sa­rebbe il mio candidato», ha detto di lei Alan Dershowitz, che è anche un suo collega ad Harvard.

Cattolica, antiabortista ma femminista, ha la­vorato nel movimento per i diritti civili in Mississippi. Ma questo suo curriculum in Vaticano — più delle sue sempre molto taglienti prese di posi­zione contro l'aborto e i diritti dei gay e nonostan­te l'incarico avuto da George W. Bush di consu­lente presidenziale sulla Bioetica — ha alimenta­to i dubbi che la Casa Bianca abbia voluto, con la sua nomina, dare un preciso messaggio alla San­ta Sede, a poco più di vent'anni dal ristabilimen­to delle relazioni diplomatiche tra i due Stati e dopo un periodo — la guerra in Iraq, le accuse di pedofilia — alquanto turbolento. Un gesto di ami­cizia che, commentano negli Stati Uniti, rasenta il conflitto di interessi.

Il tema lo pone un collega della Glendon, il professor Steve Bainbridge dell'Università di California: «Vorremmo come nostro ambasciatore in Cina un avvocato che ha speso la maggior parte del­la sua vita professionale rappresentando la Cina nel negoziato al Wto?». La domanda sul conflitto di interessi fa velocemente il giro dei blog giuridi­ci e delle Università americane. E se anche è diffi­cile che possa alla fine indurre il Senato a non da­re il suo voto alla scelta di Bush, alimenta la discussione sulla svolta dell'Amministrazione, qua­si quanto le proteste degli attivisti dei diritti de­gli omosessuali che la accusano di essere «reazio­naria».

Glendon succede a Francis Rooney, il facolto­so industriale originario dell'Oklahoma, cattoli­co e buon amico del presidente Bush sin dalla fi­ne degli anni 80 quando il futuro governatore del Texas scelse la sua impresa edile per il nuovo sta­dio dei Texas Rangers, la squadra di football pos­seduta dal giovane Bush. Rooney lascia dopo due anni, alla vigilia della delicatissima visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti il prossimo apri­le. E Bush non sceglie un altro dei finanziatori del­la sua campagna elettorale, ma una professoressa che si definisce politicamente «senza casa». Questo della nomina ad ambasciatore non è che l'ultimo colpo di scena della storia personale di Mary Ann Glendon. Sposata alla fi­ne degli anni sessanta con un avvocato afro-americano, co­nosciuto durante le battaglie per i diritti civili in Mississip-pi, divorzia poco dopo l'arrivo della prima figlia. Era un ma­trimonio civile, ha spiegato lei, che considera la sua seconda unione con l'avvocato ebreo Edward Lev, sposato in chiesa e dal quale sono nate altre due figlie, «il mio primo matrimonio».

Alla fine degli Anni Ottanta Glendon diventa una delle voci più autorevoli del neo-femmini­smo conservatore, che si basa sull'assunto che «non ha senso riconoscere la dignità e i diritti del­la donna ma ignorare ostentatamente la fami­glia, il matrimonio e gli impegni che ne deriva­no», come disse agl'Avvenire due anni fa, lancian­do un vero e proprio manifesto di valori femmini­sti basati sulla «diversità» uomo-donna. A Roma frequenta il salotto di Salvatore Rebecchini, e all'Onu è stata una strenua oppositrice — come racconta la portavoce del Pamily Day Eugenia Roccella — di quella campagna pro-aborto volu­ta come piano di controllo demografico da parte dei governi e contro quel «patto diabolico» tra i movimenti per la salute delle donne e le organiz­zazioni che vogliono il controllo delle nascite.

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Ruini e gli omosessuali nei suoi libri

Il Cardinal Ruini e la Chiesa nel passaggio alla post-modernità.
Presentati due volumi del porporato.


(Zenit.org).- Il centro dell’azione del Cardinale Camillo Ruini, per sedici anni alla guida della Conferenza Episcopale Italiana, sta nell'aver accompagnato il riposizionamento della Chiesa nel passaggio epocale tra modernità e post-modernità.

E' quanto è emerso in occasione della presentazione tenutasi il 5 novembre scorso presso l’Università Cattolica di Milano delle due ultime opere del porporato: Chiesa contestata e il terzo volume di Chiesa del nostro tempo (edite entrambe da Piemme), che racoglie le prolusioni del Cardinale all'Assemblea e al Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) dal 2001 al 2007 più altri interventi come quello conclusivo al IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona. In particolare, nel volume Chiesa contestata Ruini va al cuore del cristianesimo e affronta il rapporto con Dio, la fede, la preghiera, l'etica dell'amore cristiano, la missione evangelizzatice della Chiesa, e conseguentemente le implicazioni della fede stessa, in rapporto alla cultura e ai fatti della storia, alla società e alla politica. Nelle pagine del libro trovano spazio anche questioni politicamente scottanti come la pace e il terrorismo, il matrimonio e le coppie omosessuali, la procreazione assistita e l'eutanasia, prendendo posizione contro quanto minaccia la Chiesa e la nostra stessa civiltà.

Il compito essenziale che si impone oggi alla Chiesa, afferma il Cardinal Ruini, è quello della “nuova evangelizzazione” come missione nei Paesi occidentali di antica cristianità nei quali sono forti i fenomeni di crisi della fede e di scristianizzazione, che hanno atttraverso la modernità mutando di volto. Il senso profondo di questo impegno pastorale è quello di “costruire oggi i rapporti con l'Occidente, senza limitarsi a vivere della pur grandissima eredità del passato” ma “sulla base di una fede cristiana viva e concretamente testimoniata”. D'altronde, spiega il Cardinal Ruini, “secolarizzazione e relativismo non sono del resto realtà soltanto esterne alle Chiese. Rappresentano anzi la principale origine delle tensioni interne che la attraversano” e, per quanto riguarda la Chiesa cattolica, “la causa principale delle difficoltà riguardo alle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata”. Nel volume, il porporato collega la messa in discussione di Dio con la “crisi del rapporto dell'intelligenza umana con la realtà”, mentre “il cristianesimo viene relativizzato in chiave storicistica e ricondotto a una religione tra le altre, cioé a un fenomeno umano, relativo e transitorio”, se non a un “fenomeno prevalentemente culturale”, dove la fede è “messa tra parentesi”.

Allo stesso tempo la fede stessa viene mostrata come “un semplice e alla fine illusorio desiderio dell'animo umano”, “una pura esperienza interiore” senza legami con la realtà, “un mito”, “una proiezione umana”. A questo contesto va anche ricondotta “la sfida dell'identità, culturale e comunitaria” messa in luce, dopo i fatti dell'11 settembre 2001, “dall'affacciarsi di altre civiltà, che si sentono 'schiacciate' dall'Occidente”, e che invita la civiltà occidentale a intraprendere un percorso di rispetto reciproco e convivenza senza abbandonare la sua “matrice in larga misura cristiana”. In particolare, spiega il Cardinal Ruini, ciò che emerge in maniera predominante oggi, come “l'interpretazione vincente della 'post-modernità'”, dopo il peso politico e culturale avuto dal marxismo, è un “pluralismo indifferenziato che porta all'indifferentismo etico e che implica non di rado un sostanziale nichilismo”. In una intervista a tutto campo al Corriere della Sera (4 novembre 2007), il Cardinal Ruini ha parlato dell'esistenza in Italia di un diffuso sentimento anticattolico, di “una pubblicistica specifica, non inedita ma sempre più intensa, che si concentra in particolare sul vissuto della Chiesa”.

Il porporato ha tuttavia precisato che ciò non è il risultato di “un confronto tra potere civile e potere ecclesiastico”, perché la Chiesa in Italia non ha “mai puntato a un’egemonia” e “non potrebbe trovarsi in posizione egemonica. La Chiesa è una voce in un contesto pluralistico”. Tuttavia, spiega il Cardinale nel libro, sebbene “il clero e le varie realtà ed espressioni ecclesiali non devono e non intendono coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito”, “ciò non comporta una 'diaspora' culturale dei cattolici, un loro ritenere ogni idea o visione del mondo compatibile con la fede”. La Chiesa, aggiunge, “intende assicurate, come sempre, tutta la propria collaborazione in vista della promozione dell'uomo e del ben del Paese”, portando il suo contributo “nella certezza che i contenuti e i criteri di orientamento [...] proposti hanno una validità intrinseca non limitata ai soli credenti”. Ciò implica “una vigile attenzione e una precisa capacità di elaborazione e di proposta, particolarmente necessarie in un tempo nel quale fondamentali problemi etici entrano sempre più nell'ambito delle scelte politiche e legislative” che “toccano aspetti essenziali e irrinunciabili della concezione dell'uomo e della società”. Per questo, è indispensabile, afferma Ruini, l'impegno dei laici cristiani in ambito sociale e politico che “va sviluppato sulla base di un'adesione convinta all'insegnamento sociale della Chiesa”. Replicando alle tante accuse rivoltegli di eccessiva ingerenza nelle questioni politiche e di voler ridurre la fede a religione civile, il Cardinale propone una sana visione della laicità “in virtù della quale le realtà temporali si reggono secondo norme loro proprie e lo Stato è certamente indipendente dall'autorità ecclesiastica”.

Tuttavia, prosegue, ciò “non prescinde da quelle istanze etiche che trovano il loro fondamento nell'essenza stessa dell'uomo e da quel 'senso religioso' in cui si esprime la nostra costitutiva apertura alla Trascendenza”. Allo stesso tempo, l'ex Presidente della CEI sottolinea i rischi legati a “una concezione della nostra fede che vuole essere 'pura', ma che rischia di risultare disincarnata, poiché non si interessa, o comunuqe non si fa carico delle condizioni socio-culturali e istituzionali richieste per mantenere e rilanciare sia il radicamento popolare della fede stessa sia la sua capacità di esercitare un ruolo guida nella storia”. Il Cardinale Ruini sottolinea inoltre che la contestazione nei riguardi della Chiesa si muove anche su altri piani e attacca il centro della fede: il farsi carne del Verbo di Dio, la credibilità storica di Gesù Cristo e la sua risurrezione, il rapporto tra la Chiesa e Cristo, l'azione dello Spirito Santo e la vita oltre la morte.

Inoltre, avverte, si tratta di “una critica tanto più insidiosa perché proveniente, in non piccola misura, da persone e ambienti di pensiero interni, almeno in origine, alle varie Chiesa e confessioni cristiane”.

“Del resto – spiega nell'intervista al Corriere della Sera – una cultura in cui il dolore non ha senso, la sofferenza viene negata, la morte emarginata, non può comprendere il cristianesimo. Che resta pur sempre la religione della croce”.

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Angelina e Brad, innamorati più che mai.

Eccola la "coppia più bella del mondo" Brad Pitt e Angelina Jolie, chiamati affettuosamente "Brangelina"dalla stampa specializzata in pettegolezzi di tutto il mondo. La foto li ritrae a Londra dove Angelina Jolie ha presentato "Beowulf" la sua ultima fatica cinematografica. Alla faccia di tutti i maldicenti i due si sono presentato uniti ed innamoratipiù che mai. Probabilmente grazie anche alla seconda prossima maternità di Angelina. Chissà, forse sono solo innamorati e basta.
Non si sa ancora se in questo tour europeo verranno in Italia, noi comunque li aspettiamo.

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Egitto: Apre una clinica per la "cura dei gay". Rabbia degli ulema e degli omosessuali.

(Apcom) - Non l'avesse mai fatto, il dottor Dr. Awsam Wasfi, di aprire la prima clinica per la "cura" dell'omosessualità in Egitto. Non ce n'è uno che l'abbia presa bene: i gay sono infuriati per essere stati definiti "malati" da curare, i "benpensanti" islamici sono scandalizzati perché considerano la clinica del dottor Wasfi "una casa d'appuntamento per devianti sessuali". Insomma, una vera e propria tempesta infuria sulla testa del povero clinico.

La vicenda è stata raccontata oggi sul sito internet della tv satellitare saudita al Arabiya. Il dottor Wasfi è uno psichiatra famoso in Egitto, che già in passato s'è fatto una fama come esperto d'omosessualità. Il suo ponderoso saggio "La cura dell'amore" era stato lodato dai dotti e severi "ulema", che vedevano nelle sue teorie una via per guarire i gay, da loro considerati malati. Ma questo non è bastato.

Il nucleo duro della questione gay, secondo Wasfi è l'errore della psichiatria occidentale, la quale "è assoggettata per fini politici da certe lobby omosessuali penetrate nella medicina, nei media e nelle arti agli inizi degli anni '50 del secolo scorso e dal 1973 non considera l'omosessualità come una malattia da curare". Invece, afferma con certezza il clinico, "il deviato è perfettamente conscio di compiere un suicidio morale verso se stesso e verso la società, ma con la cura può tornare a essere un persona normale e nuova". A questi "pazienti", il dottor Wasfi prescrive una terapia a base di "lezioni sulla fede islamica e sane attività sportive", necessarie "per distrarre i pazienti dall'ossessione del sesso". Teorie che, ovviamente, hanno provocato le proteste della comunità omosessuale, che non ci sta a considerare i gay come malati.

I problemi veri, però, per il solerte psichiatra sono iniziati quando ha deciso di mettere in pratica le sue ipotesi di lavoro, aprendo una clinica per il recupero degli omosessuali. Nonostante Wasfi abbia cercato di tenere un profilo il più basso possibile, non promuovendo la sua iniziativa ed evitando addirittura di contrassegnare il luogo di cura con insegne, è successo il finimondo. Contro di lui si sono scagliati anche i pii ulema con argomentazioni che devo aver molto angustiato lo scienziato. "Molti - racconta al Arabiya - lo accusano di essere egli stesso un pervertito e di aver creato un luogo utile agli incontri omossessuali".

Fortissima la reazione, opposta e contraria, della comunità gay, riportata da al Arabiya. Un anonimo portavoce è netto:"Noi non siamo affatto malati", afferma. "Questa - aggiunge - è una vera e propria crociata reazionaria e ignorante contro i diritti civili dell'individuo".

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Iran: I primi 3 vizi perseguibili, ma non si parla di sesso.

La polizia Iraniana ha stilato un elenco dei vizi che saranno perseguibili e che saranno colpiti nell'ambito di una campagna anti-vizio. L'elenco comprende: il truccarsi, il vestirsi in modo non-islamico e il guardare film ''decadenti'.

La polizia iraniana ha stilato una lista di ''vizi'', tra i quali truccarsi, vestirsi in modo non-islamico e guardare film ''decadenti'', che saranno colpiti nell'ambito di una campagna anti-vizio. Lo riporta il quotidiano conservatore Johmuri Eslami.

La lista e' stata pubblicata nel giornale nell'ambito della campagna lanciata dalla polizia ad aprile che ha visto l'arresto di ''teppisti'', raid contro feste, sequestro di antenne paraboliche e controlli di strada su persone vestite in modo ''inappropriato''.

La lista, sorprendentemente, non fa alcun riferimento al sesso e mette in rilievo la lotta contro i responsabili di estorsioni e i trafficanti di droga, ma anche contro i "vestiti troppo attillati o trasparenti''.

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Da brivido: Si dice abbiano gridato a Berlusconi "Duce" "Duce".

(Azzurro blog) Al congresso del nuovo partito "La Destra" , Francesco Storace, leader della nuova formazione , scandisce fiero , "Il nostro nemico e' Romano Prodi" e "noi Berlusconi non ti tradiremo ".

Pare che il popolo "fascista" presente, che sa per esperienza, valutare gli uomini e dare giudizi apprezzati sugli stessi , dopo il discorso di Berlusconi, si sia alzato in piedi e nel saluto tipico, abbia scandito, in sottotono e con inconfessate, ma sentite speranze, "Duce" "Duce".
Si dice che la sala, ammutolita di colpo, sia stata attraversata da fremiti e sussulti nostalgici.
Per altri motivi e per altri ricordi, anche noi che leggiamo, siamo attraversati da fremiti e sussulti che non avremmo voluto mai più provare, ma credo e spero che questa volta gli italiani sapranno essere più attenti ed accorti.
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Ndr. Da far veramente venire i brividi una notizia del genere. Dobbiamo essere vigili. Si comincia sempre con delle "pagliacciate" (la marcia su Roma, il putsch di Monaco...) per poi finire in malomodo. Son tempi passati, dicono in molti. Non si sa mai, rispondiamo noi.

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David Beckham testimonial di Armani.

E' ufficiale. Firmato l'accordo tra lo stilista milanese ed il grande campione inglese che lo vede impegnato in qualità di testimonial per Armani a partire dalla prossima campagna pubblicitaria Primavera/estate 2008.
L'intenzione di Armani è rilanciare la linea un poco appannata dell'underwear dal febbraio 2008 utilizzando proprio l'immagine (nonchè il corpo e, consentitecelo, il "pacco"...) del belDavid Beckham.
Un bel colpaccio pubblicitario per Armani che lo vede mettere le mani sopra ad una vera e propria icona maschile del nostro tempo, adorato ed osannato dalle donne, dagli sportivi per la sua straordinaria capacità di gioco e dai gay.
David Beckham sarà a Milano con ogni probabilità proprio a febbraio in occasione delle sfilate uomo.

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San Alfonso del Mar in Cile, ovvero la più grande piscina del mondo.

San Alfonso del Mar in Cile(Travelblog) Pensavo di averle viste tutte, ma questa mi mancava. Una piscina grande come 6.000 piscine standard, riempita di acqua salata, che copre una superficie di circa 8 ettari ed è lunga 1 Chilometri. Ovviamente si tratta della piscina più grande del mondo (per capire quant’è grande ho dovuto utilizzare Google Earth), che si trova a San Alfonso del Mar, a poco più di 90 chilometri da Santiago del Cile.

Quando arrivate qui, potete rimanere a bocca aperta, oppure sdraiarvi sulle sue spiagge di sabbia, fare un pò di vela o delle immersioni. In effetti San Alfonso del Mar è un centro residenziale, dove riposarsi, soggiornando in uno dei suo appartamenti, scegliendo tra una delle 8 diverse tipologie offerte. Il centro, oltre alla piscina, comprende ristoranti, sale conferenze, cinema, pub, un anfiteatro all’aperto, diversi campi sportivi (calcio, tennis, pallavolo..), una discoteca ed un acquario, tutto visionabile on line sul loro sito.

La fotografia è di seo2, che ha passato le sue vacanze qui nel gennaio del 2006.

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Calendari: Ci sono pure i "Casalinghi". Non proprio disperati. Anzi...


Non vi piacerebbe avere un "marito" carino che sappia cucinare, lavare, stirare e mettere in ordine la casa tutto per voi?

Potrete soddisfare le vostre fantasie (bhe accontentatevi) con il nuovo calendario dei "Casalinghi" realizzato da Urban Photography per beneficenza.


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Xi’an, presente e passato cinese con il fascino dell’esercito di terracotta.

[i](Credits foto: Daniele Marcheselli)[/i]
(Panorama) Xi’an è una meta obbligatoria di ogni viaggio in Cina: per ammirare i resti dell’esercito di terracotta. Prima di entrare nell’area degli scavi, la maggior parte dei visitatori si ferma a conoscere il contadino che ha scoperto per primo i guerrieri: in un anno di siccità, scavando un pozzo trovò una testa. Gli archeologi hanno fatto il resto, e fino ad oggi hanno riportato alla luce il 10% dei reperti. Il sito è composto da quattro padiglioni. Nel primo, quello principale, è stato riposizionato l’esercito che faceva da guardia al primo imperatore cinese della dinastia Qin, Shi Huangdi. I volti dei soldati sono tutti diversi, mentre le armature sono classificabili in base al grado dei guerrieri. Nel secondo sono stati scavati due carri da guerra in metallo, nel terzo lo Stato Maggiore, mentre il quarto è ancora inesplorato, ma i cocci sparsi qua e là testimoniano la difficoltà di riordinare e riassemblare i vari reperti. Sulla collina retrostante è stato costruito il mausoleo dell’imperatore. Si narra che Shi Huangdi giaccia alla confluenza di due fiumi, costruiti in argento per rievocare l’effetto dell’acqua. In realtà, sembra che la tomba nasconda ben altri segreti, rimasti inaccessibili poiché, come racconta la leggenda, una volta costruito il mausoleo l’imperatore radunò dignitari ed architetti per festeggiare l’evento, e li seppellì vivi per evitare che rivelassero informazioni riservate. Oggi, come in una maledizione, i vapori di mercurio che si sono nei secoli accumulati nel sito hanno reso l’intera area estremamente velenosa, quindi inaccessibile.
[i](Credits foto: Daniele Marcheselli)[/i]
Una volta arrivati a Xi’an, vale la pena fare un salto anche in città: quest’ultima conserva sia le mura sia il fossato che delimitano il centro “storico”, oltre ad una serie di pagode in ottimo stato, come la Torre della Campana e la Torre del Tamburo. Più a sud, dalla Pagoda Dayan si gode di una splendida veduta panoramica.

Per l’alloggio, consiglio l’hotel Shangri-La: si trova a est, poco fuori dalle mura, quindi comodissimo per visitare sia il centro di Xi’an che il sito dei guerrieri di terracotta. Mentre per chi si stufasse presto della cucina cinese, i piatti de “Il satiro danzante”, al numero 88 di Nanguanzheng Street, a sud, possono essere un sano ristoro.

Informazioni e link utili:
Per entrare in Cina è necessario un visto d’ingresso, rilasciato dai consolati cinesi in Italia.

Nel Paese, le condizioni di sicurezza sono ottimali, mentre si consiglia di viaggiare sempre con una scorta di medicinali per cautelarsi contro ogni tipo di infezione o disturbo.

Guida turistica di Xi’an

I suggerimenti della guida della Lonely Planet sulla Cina

La scheda sulla Cina della Farnesina

[i](Credits foto: Daniele Marcheselli)[/i]

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«Preti casti? E’ falso». Don Sante firma gli autografi.

(Gianni Biasetto - Il Mattino di Padova) Anziché distribuire particole, come ha fatto nella chiesetta di San Bartolomeo fino a qualche domenica fa, don Sante ieri mattina a Monterosso ha distribuito autografi. Incredibile, ma si è arrivati a questo. Subito dopo aver tagliato il traguardo del percorso di 12 chilometri della marcia «Dea foja morta», che ha portato a termine ansimante in compagnia dell’assessore allo Sport di Abano, Claudio Calvello (ma il Comune non aveva preso le distanze negandogli il Kursaal?), il «prete superstar» si è fermato tra i podisti a firmare autografi, proprio come un vero divo.

Un paio di signore gli sono anche corse incontro per abbracciarlo. «Ti ricordi di me don Sante», gli ha gridato una giovane donna col fare di chi vede la Madonna. La popolarità dell’ex parroco sospeso «a divinis» è salita alle stelle proprio alla vigilia dell’uscita del suo libro: «Il mio amore non è peccato», che sarà nelle librerie domani mattina (prezzo 13 euro).

Le numerose apparizioni televisive e le anticipazioni date alla stampa dei passaggi più svabrosi del volume, quelli dove il religioso confessa le eccitazioni provate a contatto con il corpo di una donna, sono il frutto di una attenta strategia di marketing curata dal manager delle veline, Francesco Chiesa Soprani. Ieri don Sante nel sito dell’associazione «Chiesa cattolica dei peccatori» ha pubblicato un altro passo dell’instant book. Si tratta di un passaggio meno hard di quelli dei giorni scorsi. Questa la frase: «Dov’è lo scandalo? Fingere che tutti i preti siano casti perché la gente comune continui ad avere un’immagine positiva, ma falsa del clero, o mostrasi per quello che si è veramente?». Si tratta di un’ammissione che il suo amore non è casto come ha sostenuto finora

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Icona o baraccona?: Fenomenologia dell’icona gay.

(Queerblog) Valeriano Elfodiluce (ndr già questo nome la dice lunga) ha tracciato un convincente identikit dell’icona gay in un articolo su gay.it affermando che, per assurgere a tale oneroso ruolo, la donna di spettacolo deve rispettare i seguenti parametri:

1) Il look, che deve essere camp (nel senso di eccessivo e ostentato), trasgressivo, ambiguo, sessualmente carico o perlomeno audace;
2) Una vita privata difficile, costellata da difficoltà, traversie, amori sfortunati e magari qualche tragedia;
3) La riprovazione e la condanna da parte della società perbenista;
4) Canzoni (o altre performances artistiche) che possono essere interpretate anche in chiave omosessuale;
5) Vicinanza affettiva ed effettiva a persone omosessuali (siano essi fratelli, amici, colleghi o persino “mariti”);
6) Un’esplicita presa di posizione a favore della causa omosessuale.

Considerato che bastano tre parametri per diventare icona, praticamente qualsiasi baraccona sufficientemente cretina può essere accolta dal pubblico gay come degna rappresentante delle sue identificazioni. Tra i sei parametri, infatti, non si menziona affatto la dotazione di talento o d’intelligenza, qualità del tutto irrilevanti. Ma entriamo nello specifico.

Le icone più grandi, ovviamente, rispondono a tutti e sei i parametri, o almeno ci si avvicinano: prendiamo ad esempio Madonna (forse si salva dal punto 2, se si trascurano un divorzio e la mamma morta prematuramente) e Mina (non credo che il punto 6 valga per lei, ma non sono un esperto minomane). In più, va detto, non si può certo dire che la prima sia stupida né che la seconda non abbia talento.

Per il resto basta davvero poco. A vestirsi da strappona (per i non romani, dicesi “strappona” una donna conciata in maniera appariscente e tendenzialmente volgare, anche detta “rizzacazzi”) son capaci tutte. Ad avere una vita sfigata non ci vuole granché, soprattutto se per sfiga si intende il non riuscire a trovare uno straccio di uomo che sopporti l’aspirante icona. La società perbenista si scandalizza anche per un’ascella mal depilata, quindi figuriamoci. Tutte le canzoni di questo mondo possono essere interpretate in chiave omosessuale, basta un po’ di fantasia e di tendenziosità. Gli amici gay per le donne di spettacolo sono come il dentifricio per lo spazzolino da denti. Sposare la causa omosessuale è spesso l’unico modo per vendere dischi, dato che gli etero non spenderebbero un euro per certa roba.

Per saperne di più e per scoprire l’ultima icona nazionalpopolare in ordine di tempo, andate a vedere questo blog. Intanto noi proviamo qualche possibile incrocio di tre dei suddetti parametri: i punti 1 + 4 + 6 fanno Paola e Chiara. La somma 1 + 2 + 3 fa Dalida. 1 + 2 + 5 fa Kylie Minogue. 1 + 3 + 4 fa la Carrà. Volete provare altre combinazioni?

---
Ndr. Concordiamo nella critica con Queerblog, sempre arguto e critico. E ci poniamo una domanda: quindi altri personaggi non facenti parte del cosidetto mondo dello spettacolo non sono organici al rosario composto da "icone gay"? E quindi, tanto per citarne solo uno e cioè Beckham, un calciatore, uno sportivo, ora fa schifo ai gay?

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Gay e sinistra: Lo specchio per le allodole si rompe.

(La famiglia fantasma) Per Montecitorio si aggira un mostro politico anti-omosessuali: è un gigante che fa paura. Ma ha i piedi d’argilla.

Basta una botta nel posto giusto, e tutto crolla in un attimo, e nessuno lo rimpiangerà mai più.
La sinistra ha tutto l’interesse di farlo rimanere in piedi. Ecco perché collabora incessantemente con la Chiesa: per presidiare questa zona debole, cara ad entrambe.

Finché questo gigante resta in piedi, su 10 gay, 7-8 voteranno a sinistra. Uno scarto strategico e totalmente gratuito, che il Partito Democratico non può assolutamente permettersi di perdere. Gratuito, perché i gay e le lesbiche votanti si nutrono di mere speranze politiche. E la speranza, si sa, non costa niente. Indispensabile perché gli ha permesso di vincere le elezioni.
Se la sinistra darà piena dignità agli omosesusali, perderà automaticamente un bacino di voti ed automaticamente le prossime elezioni.

Tutti sanno la verità: i gay non sono di sinsitra. Quella dei gay è una categoria coatta stigmatizzata solo dalla discriminazione: sociale e politica.
Il concetto gay-sinistra esiste solo nella dimensione utilitaria, ovvero finché la gente comune penserà: “solo la sinistra ci riconoscerà i nostri diritti”.
Ma finalmente questo specchio delle allodole, che dipinge la sinistra come paladina dei diritti dei gay, si è incrinato irreparabilmente, e io voglio che si spezzi del tutto, mostrando la cruda verità. Per il bene della sinistra stessa, che sta affogando e perdendo nella sua ipocrisia. Per il bene degli omosesusali. Per il bene di tutti gli italiani.

Se un omosessuale avesse il diritto al matrimonio e fosse tutelato dalla legge, che motivo avrebbe di votare pregiudizialmente la sinistra? Nessuno. Veltroni perderebbe metà dei suoi voti, voti di cui ha troppo, troppo bisogno.

Cari gay e lesbiche communistoidi, smettetela di sognare e di essere ingenui. E se vi serve un po’ di fantasia per vedere quello che nessuno dice mai, allora vi spiego io come avverà che la destra ci concederà il diritto al matrimonio….

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Continua il gossip sulle presidenziali Usa: "E' lei, Huma, l'amante di Hillary" e non sono i primi rumors.

Una segretaria troppo particolare. Infuria il pettegolezzo sulla bella collaboratrice dell'ex first lady. E non sono i primi 'rumors' sulla sessualità della candidata democratica alle presidenziali.

(Giampaolo Pioli - Qotidiano.net) PORTA SEMPRE i pantaloni perché ha le gambe corte e piuttosto grosse. E’ fredda verso gli uomini perché «forse ha cambiato genere». L’ultradestra americana si è rimessa a pescare nel torbido e affibbia un’amante a Hillary. Incapaci di staccarla nei sondaggi o spietati nel demolirne le credenziali umane, nemici e finti amici di Hillary Clinton a meno di cinquanta giorni dalle primarie riattivano i pettegolezzi sulla sua sessualità e le attribuiscono una relazione con la sua assistente personale, un’affascinante ragazza sui trent’anni di origini indo-pachistane, nata in Michigam e laureatasi alla Georgetown di Washington, che la segue come un’ombra e dicono «risponde anche al suo telefono di casa prestissimo la mattina e tardissimo la sera».

Si chiama Huma Abedin, ha un’età non rivelata tra i venti e i trenta, ma per tutti i blog conservatori è diventata «il segreto di Huma».

SE CON OLTRE 100 milioni di dollari già raccolti per la corsa alla presidenza, oltre 20 punti di vantaggio su Obama a livello nazionale per le primarie democratiche, un Bill sempre più al suo fianco pronto a fare il «vice-presidente», Hillary Clinton, ambiziosa e calcolatrice, dopo aver superato per una vita, sulla soglia del traguardo, avesse deciso di veder sfumare il suo sogno americano per rincorrere una storia d’amore lesbico sarebbe la notizia del secolo.
E’ innegabile invece dopo la stagione del sexgate e il pessimo regno di George Bush che l’arma sessuale contro la Clinton, con un’amante donna di 30 anni più giovane, potrebbe diventare una rivelazione «atomica» per il perfido e spietato mondo politico americano che pretende di conoscere anche la cartella clinica del candidato presidente.

Va detto che le attenzioni su Huma iniziarono durante l’estate quando i settimanali si occuparo di «tutte le donne di Hillary» e apparve chiaro che lei era la «rivelazione». La senatrice è riuscita a far sapere molto poco della sua più stretta collaboratrice, ma una entusiastica descrizione che fece per Vogue Magazine ha dato il via ai pettegolezzi.
«Huma — disse la Clinton — possiede l’energia di una ventenne, la sicurezza di una trentenne, l’esperienza di una quarantenne e la grazia di una cinquantenne». In altre parole avrebbe qualità assolute, quasi superiori a quelle di Bill e sicuramente sufficienti per guadagnarsi il posto di «traveling chief of staff», che equivale ad una sorta di super capo di gabinetto della senatrice-candidata che rimane circondata da molte giovani e brillanti donne tutte parte del suo staff.

E’ BENE non dimenticare però che i primi «rumors» sulla sessualità di Hillary, appena arrivata alla Casa Bianca nel 1992, riguardavano l’avvocato Foster, il brillante legale dell’Arkansas, vice responsabile del team giuridico del presidente, suicidatosi misteriosamente in un parcheggio di Washington proprio quando cominciò a circolare la voce di una sua relazione con la first lady.
Per ora solo il Los Angeles Times e il Village Voice hanno insinuato che il rapporto tra Hillary e Huma non è solo professionale. La «demolizione a tappeto» la fanno invece i blog ultraconservatori che considerano una manna dal cielo la possibilità di indebolire i Clinton con l’ipotesi di un nuovo «scandalo» alla Casa Bianca. Sperano nella ripetizione al femminile del sexgate dal momento che Huma di fatto iniziò anche lei con Hillary come stagista prima di diventare il suo capo di gabinetto e consigliera più ascoltata.

QUESTA VOLTA però anche il più accreditato rivale repubblicano Rudy Giuliani ha un passato e un presente di frequentazioni controverse. Tre mogli, diverse amanti e amici gay con i quali ha vissuto per 6 mesi. Se ci si infilasse su questo filone personale e di discredito più che sui programmi per giudicare e eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti, la leadership americana nel mondo subirebbe un altro duro colpo.

DIFFICILE dubitare che Hillary non smentisca tutto. L’unica cosa impegnativa da ottenere però sarebbe un intervento di Bill Clinton sulle televisioni Usa alle 7 di mattina per dire, come fece lei a suo tempo, «Amo mia moglie e starò sempre al suo fianco. L’attribuzione di un’amante lesbica è solo un complotto della destra».
Huma intanto rimane la donna del mistero, bella, determinata, stakanovista e senza fidanzato. «Hillary e Huma», sempre insieme, come una «Thelma e Louise» in un saloon della politica quasi tutto maschile.

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David Beckham, nudo si....ma per beneficenza.

Una prima foto di David Beckham nudo comparve attorno al 2007 e le cronache raccontarono che il calciatore inglese, completamente nudo con il "davanti" in bella vista e scopo è puramente benefico.

La notizia era nell'aria da tempo e quell'immagine arrivava da un sito spagnolo secondo il quale Beckham aveva deciso di "donare tutto se stesso" alla causa di "Childreen in Need".

Da qualche giorno in rete circola un'altra foto, che vede sempre il nostro bel David mostrare i tatuaggi che avrebbe sui glutei. Mirabolanti non c'è che dire. Per vedere le due foto clicca qui

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A letto con la testa. Calcola il tuo QI sessuale.

(TGcom) Per fare del buon sesso e riuscire sotto le lenzuola ci vuole cervello. Ebbene sì non bastano passione e istinti animali, per garantirsi e garantire orgasmi stellari bisogna studiare e dimostrare di avere un buon quoziente di intelligenza sessuale. Anche a letto insomma bisogna usare la testa.
Parola di Philip Martin McCaulay professore di matematica americano e autore di "Sex IQ Tests for Increasing Sexual Intelligence and Becoming a Sex Expert", un manuale ad hoc per calcolare il proprio QI in fatto di sesso.
McCaulay, che a numeri e formule ha dedicato la vita, e che ha scritto molti manuali sugli argomenti più diversi, da quelli per superare gli esami per agenti immobiliari a quelli per diventare broker finanziari, si è voluto cimentare con un argomento meno serioso ma altrettanto serio, e per il quale valgono gli stessi metodi di apprendimento come per altre professioni: il sesso.
Secondo la sua tesi per fare sesso bene possono essere utili dei quiz e tutta una serie di istruzioni che potrebbero fare diventare anche il più impacciato degli impacciati un vero e proprio maestro tra le lenzuola.
Per ottenere i risultati promessi, secondo quanto promette il prof, basta studiare e rispondere alle 500 domande che compongono il libro.
E come hanno fatto in passato altri prof per il quoziente intellettivo McCaulay ha sviluppato una formula per calcolare il livello di "intelligenza sessuale".

Tra le materie nelle quali applicarsi per eccellere nell'alcova ci sono la sessualità in generale, il rapporto completo, il sesso tantrico, l’orgasmo, l’eiaculazione in tutte le sue nuancers, il punto G, il sesso orale, la masturbazione, i sistemi riproduttivi maschile e femminile, la fertilità, la gravidanza, i preservativi, il sesso over 60 e ancora quello fetish e sadomaso, quello lesbico e gay...

Per calcolare invece il proprio QI, basta rispondere alle 500 domande di cultura sessuale generale, che si trovano in fondo al libro. Una sorta di preparazione all'esame di Stato o a quello della scuola guida per ottenere il Dottorato in sessualità e il patentino per "guidare" sotto le lenzuola.
I temi sono i più disparati e naturalmente, solo chi ha studiato le materie di cui sopra, ha qualche chance di ottenere risultati soddisfacenti.

Il QI sessuale si ottiene moltiplicando la percentuale di risposte corrette, su un campione di 50 domande, per 200. Un risultato del 50% (cioè 25 risposte corrette su 50) dà un totale di 100, che è considerato un punteggio medio. Che tradotto significa "non sei proprio da buttare ma c'è da lavorare". Un risultato del 70% (cioè 35 risposte corrette su 50) dà un totale di 140, che per l'autore significa essere sulla strada per diventare luminari del sesso. Dei geni insomma. Tutte le domande sono sintetiche e formulate con il metodo della scelta multipla, con una rosa di quattro risposte possibili.

Non resta che provare e cimentarsi nei test, dopo aver studiato con serietà gli argomenti prposti dal professor McCaulay e, nel caso di insuccesso, rimandati a settembre con ripetizioni obbligatorie, sotto le lenzuola, naturalmente.

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