banda http://blografando.splinder.com

lunedì 11 agosto 2008

Polemiche. Quei comunisti di Famiglia Cristiana.

(Insieme a sinistra) Sediziosi comunisti illiberali popolano le redazioni dei giornali. Questa è da sempre la teoria di Silvio sull’informazione italiana. Poco conta, per lui, che ne possegga una gran parte e ne controlli la quasi totalità.

Ed ecco che, a dare manforte alla sua teoria della cospirazione, sbuca un nuovo covo di pericolosi estremisti di sinistra: la redazione di Famiglia Cristiana.

Nell’anticipazione di un editoriale in uscita nel prossimo numero del settimanale, infatti, si leggono dure e pesanti critiche al governo in carica.

“Neanche fossimo in Angola” - scrive Famiglia Cristiana a proposito dei militari in strada - e prosegue: “La verità è che ‘il Paese da marciapiede’ i segni del disagio li offre (e in abbondanza) da tempo, ma la politica li toglie dai titoli di testa, sviando l’attenzione con le immagini del ‘Presidente spazzino’, l’inutile ‘gioco dei soldatini’ nelle città, i finti problemi di sicurezza, la lotta al fannullone”.

Mica male! Colpito ed affondato. In queste poche parole c’è la denuncia, netta ed incontrovertibile, dello stato di annichilimento mediatico in cui ci stanno conservando da tempo.

Il cuore della critica del settimanale cattolico è chiaro: il governo svia l’attenzione dai problemi economici in cui versa il paese inscenando un farsesco Far West urbano. “C’è il rischio di provocare una guerra fra poveri, se questa battaglia non la si riconduce ai giusti termini, con serietà e senza le ‘buffonate’, che servono solo a riempire pagine di giornali”.

La guerra dei penultimi conto gli ultimi. Cioè quello che la Sinistra denuncia da sempre, il peggiore dei mali perchè consente ai più ricchi di prosperare mentre i più deboli pensano semplicemente ad individuare un pericolo. Anzi, questo consente una inedita “alleanza” tra sfruttati e sfruttatori.

E il giornale fornisce i dati, sottolineando che a una crescita delle imprese corrisponde una diffusione del disagio tra le famiglie: “Alla fine della settimana scorsa sono comparse le stime sul nostro prodotto interno lordo e, insieme, gli indici che misurano la salute delle imprese italiane. Il Pil è allo zero, ma le nostre imprese godono di salute strepitosa, mostrando profitti che non si registravano da decenni. L’impresa cresce, l’Italia retrocede. Mentre c’è chi accumula profitti, mangiare fuori costa il 141% in più rispetto al 2001, ma i buoni mensa sono fermi da anni”.

Prosegue Famiglia Cristiana: “L’industria vola, ma sui precari e i contratti è refrattaria. La ricchezza c’è, ma per le famiglie è solo un miraggio. Un sondaggio sul tesoretto dei pensionati che sarà pubblicata su Club 3 dice che gli anziani non ce la fanno più ad aiutare i figli, o lo fanno con fatica: da risorsa sono diventati un peso”. Di qui la domanda dei cattolici: “E’ troppo chiedere al governo di fugare il sospetto che quando governa la destra la forbice si allarga, così che i ricchi si impinguano e le famiglie si impoveriscono?

Come non condividere? Parole sante! (il gioco di parole non è voluto, lo giuro…)

Insomma, questa uscita di Famiglia Cristiana è la palese dimostrazione che i problemi di questo Paese sono così drammatici da essere davvero sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo lottare con forza e fermezza, oltre che con grande convinzione, affinchè questi siano i temi al primo posto dell’agenda politica e sociale.

E’ incredibile che il Partito Democratico si faccia scavalcare a sinistra da Famiglia Cristiana. Avete mai sentito un esponente del PD esprimersi in questi termini?

Solo recuperando una forte capacità di opposizione della Sinistra possiamo evitare che questa destra spadroneggi come già sta abbondantemente facendo. E’ ormai evidente l’incapacità del PD di fare opposizione in maniera credibile.

Riportiamo al centro la questione sociale prima che sia troppo tardi.

Sphere: Related Content

Modena: Festa a luci rosse, transessuale rapinato.

(Quotidiano.net) Un festino a luci rosse a bordo piscina, nel giardino di un noto ristorante modenese, finito a bottigliate in testa. La polizia è stata chiamata, domenica sera, da un transessuale colombiano che ha denunciato di essere stato rapinato durante un incontro sessuale. Il tutto sarebbe avvenuto in un locale in provincia di Modena, dopo l’orario di chiusura. Vi avrebbero partecipato tre dipendenti, il pizzaiolo e due camerieri extracomunitari.

Avrebbero architettato, all’insaputa del titolare, una serata all’insegna del sesso invitando tre transessuali sudamericani conosciuti nelle ultime settimane. Il terzetto aveva cominciato a frequentare il locale da qualche tempo entrando in confidenza con il personale, finché non è scattato il festino. Il caldo, la musica, la piscina e l’accordo tra i partecipanti, in tutto sette persone, ha fatto presagire al figlio del titolare che tutto potesse filare liscio e senza che il padre sospettasse nulla. Invece l’arrivo della polizia ha scombinato i piani del ragazzo e il proprietario del locale, ascoltato suo malgrado ieri in questura, ha scoperto tutto. Rimanendo choccato nell’apprendere che cosa aveva architettato il figlio insieme ai dipendenti.

La chiamata alla polizia è arrivata in piena notte. La festa era cominciata all’una, quando tutti i clienti avevano lasciato il ristorante. Anche il titolare, chiusi i battenti, se ne era andato a casa con la moglie. Il figlio, invece, si è trattenuto con i tre dipendenti e i tre transessuali per prendere parte alla serata. Ma a un certo punto qualcosa è andato storto. Una borsa è sparita e il proprietario, il colombiano, è andato su tutte le furie anche perché all’interno c’era una grossa cifra in contanti, circa cinquemila euro. Qualcuno, insomma, aveva fatto sparire la borsetta e i soldi sperando di passarla liscia.

E' a questo punto che il transessuale e i dipendenti del locale hanno cominciato a litigare animatamente. Finché dalle parole non si è passati ai fatti e sono cominciate a volare bottigliate. In particolare sarebbero tre le bottiglie di vino ‘rotte’ in testa al transessuale, almeno secondo la sua versione dei fatti. Il trans ha quindi chiamato il 113 chiedendo aiuto e in pochi minuti è stato soccorso da una pattuglia della squadra volante. Quando sono arrivati sul posto, i poliziotti non credevano ai propri occhi. Hanno portato il colombiano in questura: il transessuale ha riferito di essere stato picchiato dal pizzaiolo per la borsetta. Ha poi rifiutato le cure del pronto soccorso. La polizia ha quindi cercato di ricostruire la serata di sesso, per capire come si siano svolti i fatti: le testimonianze sono discordi e non è chiaro se sia stato proprio il pizzaiolo a colpire il colombiano. Fatto sta che il pizzaiolo si è beccato una denuncia per rapina.

Ora il locale rischia di rimanere chiuso per la sospensione della licenza. I tre dipendenti, invece, faranno bene a trovarsi un altro lavoro.

Oggi l'avvocato Luca Brezigar, legale dei ristoratori, in una nota sottolinea che "il figlio del titolare mon c'entra assolutamente nulla con l'organizzazione di una serata di sesso all'interno dei locali del ristorante. L'antipatica e angosciosa vicenda - aggiunge il legale - è accaduta quando i locali ristorante erano assolutamente chiusi al pubblico, a seguito dell'iniziativa incontrollata e incontrollabile di personale alloggiato in una piccola ed attigua dependance"

Sphere: Related Content

XFactor, aperti i casting per la seconda edizione.

(Televisionando) Sono aperti i casting per la seconda edizione di XFactor, il talent show di RaiDue fortemente voluto da Simona Ventura e che ha portato al successo Giusy Ferreri. Sua la hit dell’estate 2008, Non Ti Scordar Mai di Me, scritta da Tiziano Ferro e di cui in alto potete vedere il video. Siete pronti per candidarvi?

XFactor sta per riaprire i battenti. Sono già in onda gli spot che invitano le aspiranti star della canzone italiana a candidarsi alla seconda edizione di XFactor, in programma per la primavera 2009. “Vi avevamo promesso un sogno, ne abbiamo realizzati due“: così si apre il promo di RaiDue riferendosi alla vittoria del quartetto vocale degli Aram Quartet, guidato da Morgan, e soprattutto al grande successo commerciale di Giusy Ferreri, entrata nel cast quasi alla fine del programma ed esplosa con il singolo firmato per lei da Tiziano Ferro.

In vetta alle hit parade da settimane, Giusy Ferreri è da considerarsi la vera scommessa vinta del talent di RaiDue, che nonostante gli ascolti mediamente al di sotto degli obiettivi di rete, ha poi conquistato la meta più importante, ovvero lanciare un concorrente nel mercato discografico.

Forte di questo risultato, XFactor si prepara con calma alla seconda edizione. Niente tour de force per i giudici, che l’anno scorso dovettero provinare a ranghi serrati migliaia di candidati. Ora si procede con tempi più lunghi. Per candidarsi basta chiamare lo 0423/733060 oppure caricare un video-provino nella sezione Casting Web del sito ufficiale, www.xfactor.rai.it.

Sphere: Related Content

La tragedia dei pedofili sposati. Molestie al figlio degli amici, arrestato.

In cella un uomo insospettabile. La vittima: abusi per due anni. Il giovane si è ribellato dopo l’ultimo approccio e lo ha denunciato.

(Trentino) Due anni di abusi sessuali sul figlio degli amici, vicini di casa. All’ultimo tentativo di approccio, però, il giovane si è ribellato ed ha raccontato tutto prima ai genitori, poi alla polizia. Ieri mattina gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della procura si sono presentati a casa dell’uomo, in Valsugana, con in mano un ordine di custodia cautelare in carcere richiesto dalla pm Alessandra Liverani e firmato dal Gip Marco La Ganga. L’ipotesi dell’accusa è di violenza sessuale, aggravata dal fatto che le presunte molestie sarebbero iniziate quando la vittima aveva solamente quattordici anni.

La brutta vicenda è maturata all’interno di un contesto apparentemente «normale». L’uomo contro cui sono rivolte le pesantissime accuse - che dovranno trovare conferma nel corso delle indagini - è incensurato, sposato e padre di alcuni figli.

La storia è venuta a galla recentemente. L’uomo, secondo la denuncia presentata dalla vittima, avrebbe per l’ennesima volta avvicinato il ragazzo, figlio dei vicini di casa, amici di famiglia. Un legame rinforzato dal fatto che la presunta vittima è un amico del figlio dell’uomo arrestato ieri mattina. Insomma, un clima di grande fiducia reciproca.

L’indagato avrebbe avvicinato sessualmente il giovane, approfittando del fatto che quel giorno era a casa da solo. Questa volta, però, il ragazzo si è ribellato con forza. La rabbia lo ha sconvolto, tanto che, temendo di lasciarsi andare ad un gesto di violenza (vicino a lui in quel momento c’erano dei coltelli da cucina), ha deciso di chiamare il padre. A quel punto il vicino di casa, spaventato, avrebbe tolto dal portafoglio tutto il denaro contante, quasi duecento euro, per comprare il silenzio della vittima. Una reazione che non ha sortito alcun effetto.

Il giovane ha raccontato tutto ai genitori, descrivendo nei dettagli due anni di molestie sessuali subite da quello che ritenevano un amico. Poi, insieme al padre e alla madre, si è rivolto alle forze dell’ordine per la denuncia.

Nella ricostruzione dei fatti fornita dalla vittima, l’indagato avrebbe approfittato della fiducia dei genitori del ragazzo per invitarlo ad uscite piuttosto frequenti, e della durata di più giorni, cui era costretto per motivi di lavoro. Con la scusa di risparmiare qualcosa sul conto dell’albergo - questa è la versione del ragazzo - chiedeva sempre una stanza con letto matrimoniale, dove dormivano insieme. Durante la notte l’adolescente avrebbe subito le attenzioni sessuali dell’uomo, mai sfociate in un rapporto completo.

La vittima fino a poco tempo fa aveva confidato quelle attenzioni morbose solo alla fidanzata. Per paura, per vergogna, non aveva mai trovato il coraggio di denunciare quella situazione.
Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la pm Alessandra Liverani, con l’ipotesi di reato di violenza sessuale. Al termine degli accertamenti il magistrato ha chiesto una misura cautelare, eseguita ieri mattina. Incredula la moglie dell’arrestato, che difende a spada tratta il marito: secondo la donna si tratta di un clamoroso equivoco, determinato dal fatto che il coniuge ha un carattere particolarmente espansivo.

Nelle prossime ore l’uomo, che si trova in carcere a Trento, riceverà la visita del difensore, l’avvocato Francesco Moser. L’interrogatorio di garanzia si svolgerà nelle prossime ore: potrà essere la prima occasione per l’indagato di fornire la propria versione dei fatti.

Sphere: Related Content

Tele ospizio.Torna la Carrà con "Carramba", la mia erede? non e' La Ventura

(Scavicchia la notizia) Scoppiettante Raffaella Carrà, all'imminente partenza del suo Carramba che Fortuna, dopo tanto penare nel vedere improvvisati protagonisti del piccolo schermo presiedere oramai molte fasce orarie della televisione di Stato, è pronta a ritornare in video. Dopo che il suo show ha vissuto, ancora prima della messa in onda, un periodo di crisi, raggiante e motivata, la storica (non si offenda, intendo in senso celebrativo e non anagrafico) show-girl bolognese, Raffaella Carrà sembra essere pronta al ritorno in Rai. Meno sorprese e più intrattenimento è l'intenzione degli autori, seppur snaturando quello che è il vero e proprio marchio della "carrambata". Ed eccola in una intervista che ritroveremo integralmente sul prossimo numero di TvSorrisieCanzoni, in edicola nella giornata di domani. Ecco l'articolo:

Tv: Raffaella Carra', La Mia Erede? Non e' La Ventura
Roma, 10 ago. (Adnkronos) - Raffaella Carra' sta preparando il suo grande ritorno in tv con 'Carra'mba che fortuna', in partenza su Raiuno mercoledi' 17 settembre: ne anticipa le novita' in un'intervista esclusiva che ''Tv Sorrisi e Canzoni'' pubblica nel numero in edicola domani. ''A 'Carra'mba' sono molto affezionata, e'unprogramma che mi ha cambiata dentro e mi ha fatto vivere in diretta emozioni indescrivibili. Questo pero' sara' 'Carra'mba che fortuna!', legato alla Lotteria e quindi con piu' spettacolo, sorprese, distribuzione di premi. Avro' anche 40 'boys' - spiega - Ma se c'e' una 'carrambata', certo non mi tiro indietro''.Questo
non e' pero' l'unico progetto televisivo della showgirl: ''In autunno, realizzero' un altro progetto come autrice, il mio sogno nel cassetto: avvicinare i bambini alla
musica classica facendoli divertire. 'Il Gran Concerto', questo il nome delprogramma, e' firmato da me e da Sergio Japino: sara' condotto da Alessandro Greco, ogni domenica mattina su Raitre, dal 7 settembre. Ma non sono malata di video, non ne sento la mancanza. Mi piace fare televisione, ma se non trovo l'idea giusta, il progetto che mi emoziona, preferisco non lavorare e dedicare il mio tempo agli affetti''.La Carra' passa poi in rassegna alcune showgirl della tv italiana che sono state piu' volte indicate come sue eredi. ''Simona Ventura e' molto diversa da me e ha gia' una sua popolarita' ben definita. Maria De Filippi nasce come autrice, quella della show-woman e' una figura diversa. Michelle Hunziker l'ho indicata spesso come mia erede, ma lei, come la Ventura e la De Filippi, e' assolutamente unica. Solo questa e' la forza, non copiare nessuno''.
Una piccola stoccata, nemmeno molto piccante, alla Simona Ventura che recentemente l'ha tirata in causa in maniera poco carina nella sua biografia, definendola "fuori liceo, dentro museo"e la presentazione dello show, di cui lei curerà il solo dietro le quinte, che andrà in onda su RaiTre con la presentazione di Alessandro Greco. "Non esistono eredi", afferma. Ed è pur vero, è impossibile smentirla. Ogni artista, che sia definibile come tale, a mio parere, è dotato di quella personalità, di quel carattere che, si spera, lo renda unico ed indistinguibile. E quando ciò non accade, indipendentemente dalla professionalità, la carriera televisiva è a dir poco dura, non trovate?

Sphere: Related Content

California e matrimoni gay, la battaglia che divide gli americani.

La sentenza della Corte Suprema ha permesso a molti di coronare un sogno. Obama condivide il verdetto. McCain appoggia le crociate "pro-family".

(Mario Calabresi - La Repubblica) Quando nel 1952 Estelle Lau e Mason Gaffney si trasferirono a Columbia in Missouri, dopo essersi sposati all'International House dell'Università di Berkeley in California, scoprirono che il loro matrimonio era fuorilegge. Ci pensò l'agente che gli stava vendendo casa a farglielo sapere, spiegandogli che uno qualunque dei vicini, se non li avesse presi in simpatia, avrebbe potuto denunciarli. La loro colpa era di avere origini razziali diverse: erano entrambi cittadini americani ma Estelle era nata alle Hawaii da genitori cinesi mentre Mason era un bianco di origine anglosassone che aveva ottenuto un posto come professore di economia nell'università locale. Il loro matrimonio era stato possibile soltanto perché nel 1948 la Corte Suprema della California aveva annullato il divieto alle unioni interrazziali sostenendo che i cittadini dovevano avere "la libertà di sposare la persona che sceglievano". Per molto tempo a San Francisco si potè fare quello che in molti Stati rimase vietato fino al 1967, all'epoca della battaglia per i diritti civili.

Oggi quasi nessuno se ne ricordava, più ma sessant'anni dopo è stata nuovamente la Corte Suprema californiana a usare le stesse parole quando il 15 maggio ha annullato la legge che stabiliva che i matrimoni sono possibili solo tra un uomo e una donna vietando quelli tra persone dello stesso sesso.

A chiedere l'intervento dei giudici è stato Stuart, il figlio di Estelle e Mason, uno dei primi gay a sposarsi a San Francisco. E Stuart tiene nel suo ufficio, all'Aids Research Institute dell'Università della California, la foto in bianco e nero della madre in abito da sposa, con il bouquet tra le mani e un fiore tra i capelli: "La decisione della Corte fa riferimento proprio al precedente del 1948, un'altra volta il destino della mia famiglia è legato alle scelte dei giudici, di nuovo si ribadisce che il diritto di sposarsi non ha senso se non puoi farlo con chi ami".

A parlare con Stuart e con il suo neosposo John Lewis, avvocato cinquantenne, sembra tutto semplice e lineare, ma la loro storia potrebbe decidere l'esito delle prossime elezioni americane. Il 4 novembre i cittadini della California dovranno indicare non solo il presidente ma anche se sono favorevoli o contrari ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Una serie di gruppi "pro-family", con l'appoggio dei repubblicani, hanno presentato un referendum (chiamato Proposition 8) in cui si chiede di eliminare il diritto di sposarsi per le coppie omosessuali. Il partito di Bush spera di sfruttare la mobilitazione conservatrice per vincere non solo il referendum ma anche lo Stato, e chi conquista la California ha vinto le elezioni. John McCain lo sa e si è schierato per il referendum, Barack Obama invece è contrario e propone di lasciare intatta la libertà stabilita dalla Corte.

Già nel 2004 la mobilitazione sui valori fu determinante per la vittoria di George Bush: il suo stratega elettorale Karl Rove riuscì a far mettere al voto in molti Stati in bilico tra i due partiti una serie di referendum sui matrimoni gay, l'aborto e le cellule staminali che portarono alle urne in massa gli evangelici e la destra religiosa e trainarono la volata repubblicana. "Non penso che funzionerà di nuovo - sostiene John - perché in questi quattro anni il clima nel Paese è cambiato, la gente è stanca di crociate e divisioni e perché ha visto che i matrimoni celebrati a San Francisco non hanno avuto nulla di scandaloso ma sono stati un momento di gioia e di felicità non solo per le coppie ma anche per le loro famiglie e gli amici. E anche il rispetto delle scelte e della dignità di un'altra persona è un valore, e molti lo hanno capito".
I sondaggi al momento sembrano dargli ragione: il 51 per cento degli elettori di dice contrario al referendum e il 42 a favore e il governatore Schwarzenegger ha detto di rispettare la decisione della corte e si è congratulato con le coppie che si sono sposate.

Che il clima sia diverso lo dice anche il manifesto dei grandi magazzini Macy's, che pubblicizza le sue liste nozze e si congratula con le nuove coppie. Certo l'opinione degli elettori è cosa che muta in fretta e Stuart e John non sono tranquilli: "Se nel 1948 ci fosse stato un referendum - racconta Stuart - allora io non sarei qui perché i miei genitori non avrebbero potuto sposarsi: secondo un sondaggio Gallup solo il 4 per cento degli americani era favorevole ad un matrimonio tra un bianco e un nero o un cinese". E John ammette le sue ansie: "Guardo le persone per la strada e penso che ognuna di loro dovrà decidere della mia vita privata e mi chiedo se ci toglieranno il diritto che abbiamo conquistato".

Anche perché se vincesse il sì al referendum sarebbe la seconda volta che le loro nozze sono annullate: il 12 febbraio del 2004 il sindaco Gavin Newsom decise di permettere i matrimoni: "L'annuncio - racconta John - arrivò alla fine di una manifestazione per le pari opportunità, ero lì e chiamai Stuart sul cellulare e gridai: "Corri qui subito, abbiamo la chance che aspettiamo da una vita".

Da 17 anni vivevano insieme e quel giorno furono tra i primi dieci a sposarsi, Stuart aveva i jeans e una felpa blu, John un paio di pantaloni della tuta e una maglietta viola, non c'erano parenti e amici: "Ma per la prima volta nella vita ci sentimmo considerati come cittadini con pieni diritti". Dopo di loro furono celebrati altri 4000 unioni in un mese, poi la Corte suprema bloccò tutto dicendo che il sindaco non aveva l'autorità e sei mesi dopo tutti i matrimoni vennero annullati: "Ci sentimmo ricacciati indietro, eravamo di nuovo cittadini di seconda classe senza il diritto di sposare chi si ama".

Decisero di fare causa insieme con altre 14 coppie e a maggio hanno vinto la loro battaglia: questa volta alla cerimonia il 17 giugno c'erano i parenti, gli amici e le foto li mostrano vestiti con lo smoking e con un identico papillon blu elettrico. Poi c'è stato il ricevimento in un ristorante turco, come torta nuziale la baklava e i vecchi compagni di scuola che riempiono la macchina di schiuma da barba. Ma niente viaggio di nozze, per scaramanzia preferiscono stare a San Francisco fino al voto e darsi da fare per far fallire il referendum: "Sarebbe terribile tornare dal viaggio e vedere che tutto è stato cancellato di nuovo, ma se vinceremo allora potremo finalmente partire. Andremo a Kauai, l'isola giardino delle Hawaii".

"Comunque andrà - conclude Stuart - penso che faremo in tempo a vedere il giorno in cui ovunque sarà permesso sposare chi si ama, come è successo ai miei genitori".

Chi non può invece permettersi il lusso di aspettare sono Del Martin e Phillis Lyon, due donne di 87 e 84 anni, vivono insieme dall'inizio degli anni Cinquanta e hanno fondato la prima organizzazione lesbica d'America, anche loro si sono sposate due volte e sperano che questa sia quella buona: "Sarebbe la ciliegina sulla torta di una vita e ci direbbe quanta strada è stata fatta".

Sphere: Related Content

Gli omosessuali esposti ad un alto rischio-epatite C: uno studio Usa.

(Pagine mediche) I gay sarebbero esposti ad un più alto rischio-epatite C rispetto agli eterosessuali: a rivelarlo è uno studio condotto recentemente negli USA dall’Hepatitis C Trust. Il virus HCV viene trasmesso attraverso contatti ‘blood to blood’: rapporti sessuali, tatuaggi, condivisione di tubi o banconote per aspirare cocaina, utilizzo comune di rasoi o spazzolini da denti. L’epatite C è ritenuta un ‘killer silenzioso’ poiché per molti anni potrebbe non presentare alcun sintomo e ciò la rende più temibile di altri virus epatici.

Secondo Will Nutland, coordinatore dello studio e capo della Health Promotion presso il Terrence Higgins Trust, “il rischio-epatite C è un problema in aumento per gli omosessuali: negli USA, ad un crescente numero di uomini gay, infatti, viene oggi diagnosticato il virus dell’epatite C e ciò è presumibilmente collegato ai rapporti sessuali per via anale non protetti adeguatamente. Le lacerazioni dei tessuti possono, infatti, essere un veicolo privilegiato per il virus”.

Sphere: Related Content

La danza entra in carcere e sfida i pregiudizi.

Elegante e crudo: “Io non sono razzista ma però” piace e commuove.

(Dario Serpan - Il Tirreno) Due opposti che si incontrano, il mondo della danza entra in contatto con quello del carcere, e così nasce “Io non sono razzista ma però”, lo spettacolo organizzato dall’Arci solidarietà che sabato sera ha animato il palco di Piazza del Luogo Pio, dove una folta cornice di pubblico si è fermata a seguire i passi di un’opera che scomoda il tema del razzismo, portando un contributo in merito al rapporto che Livorno ha con chi viene da fuori.

Marco Solimano, presidente dell’Arci Livorno, apre il sipario leggendo un passo del Manifesto della Razza, che un gruppo di scienziati fascisti scrisse nel 1938 e poi il regime utilizzò come base teorica per le leggi razziali. Da lì si prende spunto per tracciare un filo storico fino al ricordo dei quattro bambini rom morti a Livorno nell’estate del 2007.

E’ a loro che si dedica lo spettacolo, è in nome loro che il corpo di danza dell’Atelier delle Arti ha incontrato un gruppo di detenuti, membri della compagnia teatrale della Casa Circondariale di Livorno. L’eleganza teatrale cede il passo alla crudezza dei linguaggi, per narrare una storia ispirata allo scheletro di “Edipo a Colono”, la tragedia di Sofocle centrata sul tema dell’accoglienza dello straniero: un vecchio cieco arriva nella piazza del mercato di Atene dopo essere stato bandito dalla sua città ed aver vagato a lungo, scatenando tra i cittadini una discussione sull’opportunità di dargli asilo, nonostante i rischi che ciò comporta.

Sulla piazza del mercato cittadino, Edipo, un cittadino rumeno ricercato nel suo paese, vive tutta la sua parabola, incrociando la voce in apparenza accogliente delle istituzioni con quella ostile dei cittadini, e la curiosità nasce da un’inversione delle parti, “perché in questo spettacolo - spiega il regista Alessio Traversi - i detenuti, molti dei quali di origine estera, fanno la parte dei cittadini, mentre le danzatrici indossano i panni dello straniero”. E così le ballerine inscenano il ballo dei lavavetri, quello dei mendicanti, e poi si fanno carico del corpo di Edipo, che dopo aver incontrato il rifiuto della città, lascia la piazza e anche la vita, “perché è meglio morire che vivere come un morto”.

Uno striscione con i nomi di Mengi, Eva, Danchili e Leonuca chiude lo show nel segno dei quattro bambini morti un anno fa: “A loro come ricordo - dice Marco Solimano - e come impegno, perché dopo quel fatto la città ha mostrato la sua fragilità intorno al tema dei processi migratori”. Maurzio Quintero, un detenuto colombiano che ha recitato nello show, dice invece: “Il carcere è un posto brutto, ma ci si trova gente normale, che lavora, studia e fa tante attività. Questo evento serve per lanciare un piccolo messaggio all’esterno, per dire che anche noi abbiamo un cuore”.

Sphere: Related Content

Ragazzo trovato morto nella piscina del "Pegaso" Catania.

(Agi) La squadra mobile di Catania ha avviato un'indagine sulla morte di un giovane di 29 anni, Luca Bonanno, il cui corpo e' stato trovato cadavere stanotte nella piscina del locale notturno Pegaso. Il giovane, che era in costume da bagno, sarebbe morto per un malore, ma la polizia vuole accertare le circostanze in cui e' avvenuto il decesso e se al giovane sia stato prestato soccorso. Il locale e' frequentato principalmente da omosessuali.

Sphere: Related Content

Riconoscimento alle coppie di fatto, sono più avanti le assicurazioni dello stato.

Per il risarcimento o la polizza si deve dimostrare l'esistenza del rapporto.
(Eleonora Della Ratta e Michela Finizio - Il sole 24ore) Il riconoscimento delle coppie di fatto, circa 640mila in tutta Italia, è più avanti nella pratica che nella legge. La giurisprudenza ha in parte colmato il vuoto normativo esistente e, in alcuni ambiti, l'avvicinamento alle tutele previste per le famiglie è già realtà.

Recentemente hanno fatto scalpore i casi di un uomo al quale l'assicurazione ha riconosciuto il danno morale in seguito alla morte del convivente per un incidente stradale e del risarcimento di una donna la cui compagna è deceduta a causa di un errore medico (si veda il Sole 24 Ore del 27e del 30 luglio). Ma non si tratta di casi isolati. I giudici, già da alcuni anni, riconoscono ai conviventi il diritto di beneficiare del risarcimento dei danni morali, in caso di morte del partner per illecito (articolo 2043 del Codice civile).

Le compagnie assicurative, spiegano i legali dell'Ania,si stanno adeguando: in assenza di una norma ad hoc, sono libere di riconoscere direttamente il risarcimento, ma nel dubbio spesso si ricorre in via giudiziale. «In teoria possono chiedere il risarcimento – afferma Giuseppe De Luca di Toro Assicurazioni – tutti i terzi che dimostrino di aver subito un danno, provando il nesso causale tra il fatto e il danno subito». E il vincolo della convivenza a questo punto diventa centrale tanto che, diversi anni fa, i frati di un convento furono risarciti in seguito alla morte di uno di loro per incidente stradale.

Più complessa, invece, la posizione del convivente in relazione al danno patrimoniale: in questa ipotesi il risarcimento viene riconosciuto solo se si prova che il partner contribuiva in modo costante al soddisfacimento dei bisogni dell'unione (non sarebbero sufficienti elargizioni episodiche).

Diventa difficile invece, se non impossibile, cercare di far valere i diritti della coppia di fatto su una polizza infortuni: se non è stato indicato espressamente un beneficiario, prevale il diritto successorio a favore dei legittimi eredi o di quelli testamentari. «Anche in loro assenza – spiega De Luca – difficilmente si riconosce il diritto al convivente. Il rischio che un legittimo erede si presenti anche in un secondo momento frena le assicurazioni». Un discorso che vale anche nel caso di infortunio sul lavoro: secondo il regolamento dell'Inail i conviventi non possono in alcun modo beneficiare delle rendite per i superstiti. Lo ha confermato a febbraio il direttore generale dell'Istituto in risposta a un'interrogazione parlamentare sul caso del mancato risarcimento della convivente di uno dei sette operai morti nel rogo della Thyssen.

Pure in ambito sanitario i diritti vengono estesi alle coppie di fatto: quasi tutte le Casse sanitarie permettono agli iscritti di chiedere prestazioni e rimborsi anche per i familiari, conviventi inclusi. La prima a prendere questa decisione è stata nel 1977 la Casagit dei giornalisti, che undici anni fa ha esteso gli stessi diritti anche alle coppie omosessuali. È la certificazione anagrafica, cioè avere la stessa residenza, che dimostra l'effettivo stato di convivenza, che interessa quasi il 12% degli iscritti. Stessa regola anche per il Fasdac, per i dirigenti delle aziende commerciali, che dal 1994 ha riconosciuto pari diritti alle coppie di fatto (il 6% del totale). Ugualmente per Fis Eni, per la cassa dei lavoratori dell'industria chimica ( ma solo per le coppie eterosessuali) e, recentemente, per il Campa degli artisti.

Diversa la posizione dei fondi per i dirigenti Fasi e Fisdaf, ma non per motivi etici: «In mancanza di una legge per noi è difficile stabilire se effettivamente esiste un legame affettivo e di mutua assistenza – spiegano dal Fisdaf –; per questo limitiamo l'estensione dei servizi solo al coniuge».

Anche per quanto riguarda la casa la fede al dito non è determinante: in caso di morte il diritto di subentro nell'affitto spetta pure al convivente; i regolamenti regionali sull'edilizia popolare riconoscono anche le coppie di fatto come nucleo familiare, purché conviventi da almeno due anni prima del bando.

Sphere: Related Content

Veronica e Silvio, l'estate del gran ritorno «Rimasto male chi credeva divorziassi». Ma le foto tradiscono...

Parenti serpenti? Questa foto con il sorriso "tirato" di Veronica Berlusconi qualche domanda la pone..

La telenovela "I Berlusconi's".

Le foto della coppia mano nella mano e il cambio di look della riservatissima first lady. Sono più o meno quindici anni che Silvio Berlusconi sacrifica l'agosto per tutti noi. Per noi che lavoriamo nei giornali, intendo. Un'estate si offre, forse inconsapevolmente, ai fotografi in compagnia di una bella squadretta di amici. Tutti in candida divisa, tutti di corsa sul curatissimo prato di Bermuda.

(Maria Latella - Il Corriere della Sera) Qualche anno dopo, sempre d'agosto, non più amici ma sempre e comunque in compagnia. Passeggia (altro curatissimo prato) nel parco di villa Certosa con la prima graziosa fanciulla di una serie che presto diverrà numerosa . Passano le estati, ma Berlusconi continua a lavorare per noi: c'è la bandana che fa sgranare gli occhioni di Cherie Blair, ci sono le festone sarde però con ballerine cubane, c'è insomma sempre e comunque una notizia, una foto, una novità in arrivo da Berluscolandia. Succede anche st'estate, naturalmente e lo scoop è Silvio marito e nonno. Dopo il presidente operaio di un'indimenticabile 6 per tre (campagna elettorale 2001), il presidente pater familias è davvero la più stupefacente carambola mediatica del Cavaliere. Siamo di fronte al solito lavoro d'immagine, indispensabile per riequilibrare il Berlusconi devoto alle raccomandate a Saccà? O invece, dietro il photoshop, c'è, come si dice, anche un po' di sostanza? Un indizio darebbe un po' credito alla seconda ipotesi. Perché, stavolta, l'estate non è del solo Silvio. È, a sorpresa, piuttosto di Veronica. Tornata accanto al marito nelle foto ufficiali di Chi ma anche in quelle diciamo paparazzate. E se «la casalinga di Macherio» lascia il suo eremo, una qualche sostanza ci dev'essere. Considerando dunque lei, e non lui, protagonista di quest'estate, ecco qualche commento all'album dell' agosto 2008.

A come Alessandro Per lei è il primo nipotino, per Silvio il quarto. Al fine di presentare il piccino, Veronica è tornata davanti all'obiettivo di Enrico Labriola. Il medesimo non la fotografava dai tempi del lancio di Tendenza Veronica. Più di un lustro, oramai.

B come Berlusconi La famiglia prima di tutto. Riuniti a villa Certosa per il cinquantaduesimo compleanno di Veronica, così come a Pasqua si erano visti tutti a Valbonne, in Provenza, nella villa di Marina Berlusconi. I Berlusconi versione Magnum costituiscono ormai un'impressionante task force: erano presenti figli di primo e secondo letto, nipotini, compagni e compagne. Tra loro ovviamente non si chiamano così: papà non gradirebbe. Perciò Marina dice di Vanadia «mio marito», Piersilvio della Toffanin «la mia fidanzata» e Barbara di Valaguzza «Giorgio». Il boyfriend americano di Eleonora è, al momento, soltanto: «my friend». L'imponente gruppone ha inviato urbi et orbi il seguente messaggio: «Piantatela di seminare zizzania. A differenza di altre grandi famiglie, non abbiamo intenzione di massacrarci per l'eredità».

C come caftano
Anche Veronica, del resto da tempo sedotta dall'Oriente, manifesta passione per la moda del momento. Numerosi caftani (il prediletto, verde acqua, è di Blumarine) sono arrivati con lei a Villa Certosa. Restano appesi alle stampelle di metallo, quelle che trovi nei negozi. In camera sua, in Sardegna, Veronica non aveva, e forse non ha ancora, un vero armadio. Per sottolineare la precarietà della presenza?

C come capelli
Ferve, tra Forte dei Marmi e Sabaudia, un appassionante dibattito: Veronica sta meglio liscia o gassata? Le scelte tricologiche derivano talvolta da moti dell'anima, talaltra da necessità. L'impressione è che la blanda permanente esibita nelle più recenti sedute fotografiche sia effetto della necessità. Consente il fai da te, elimina il passaggio dal parrucchiere e in effetti comparve già nella scorsa primavera, proprio mentre nonna Veronica si dava, con entusiasmo, alle pappe di Alessandro.

D come divorzio Da anni la signora Berlusconi raccoglie notizie sul suo imminente divorzio. Quest'estate, in coincidenza con le note telefonate intercettate, l'ultimativo gesto era dato per certo: «Chissà come ci saranno rimasti male» ha commentato lei pensando ai tanti e accorati appelli rivoltile da più parti e da più prime pagine.

L come lago Parafrasando il fortunato film, potrebbe essere lei la nuova «ragazza del lago». Tra le notizie in arrivo da Berluscolandia, figura infatti anche una nuova annessione al patrimonio: la decima (undicesima? Dodicesima? Ah saperlo) villa del Cavaliere. Sul lago Maggiore, questa volta. Veronica, per ora, c'è stata una sola volta. Pare la trovi bellissima ma così perfetta, e così perfettamente arredata dai precedenti proprietari, che a dormirci si sentirebbe un po' a disagio. Più ospite che padrona di casa. «Magari le prime volte preferirei dormire in albergo», ha confidato alle amiche.
---

Sphere: Related Content