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venerdì 4 luglio 2008

Le idee scadute di sinistra vengono definite di destra.

(Pierluigi Magnaschi - Italia Oggi) Gianni Cuperlo, triestino, già responsabile della comunicazione dei Ds, capo fila dei “quarantenni del Pd” che dovrebbero prendere le redini del comando, per succedere, sempre secondo lui, alla generazione spompata dei Veltroni-Fassino-D’Alema, ha detto: “Di Pietro e Travaglio esprimono una cultura di destra”.
Il meccanismo è il solito. Ciò che della sinistra di un tempo non piace più alla sinistra diventata più potabile e, in ogni caso, omeopatica, viene sganciato definendolo di destra. Non si dichiara mai che si è sbagliato nel fare certe scelte (e perciò si cambia parere, del tutto legittimamente) ma si gira la scelta giudicata non più utile, sulle spalle inconsapevoli della destra , ma utili per la sinistra.
Sentire dire, oggi, da un componente di vertice dell’ex Pds e oggi personaggio rilievo del Pd, che “Di Pietro e Travaglio esprimono una cultura di destra” ha dello stupefacente, se il concetto viene espresso, dall’esponente di un partito, il Pd, che, dopo essersi dichiarato “a vocazione maggioritaria” ha deciso, come unica eccezione al suo programma di “correre da solo” nelle ultime elezioni politiche, di imbarcare nella sua lista, in modo esplicito, anche, e solo, il simbolo dell’Italia dei valori che adesso, per bocca di Cuperlo, si scopre essere un partito di “destra”.
La scelta, allora accettata da tutta la componente ex diessina del Pd, era stravagante.

Il Pd di Veltroni infatti aveva accolto, nella sua coalizione, un solo partito diverso dal Pd, l’Idv di Di Pietro, e aveva invece lasciato a piedi persino i simboli del partito socialista e del partito radicale. Il primo, rappresenta, quanto meno, la formazione politica alla quale la componente diessina del Pd aspira entrare a livello europeo (il Pse) , mentre i radicali avrebbero potuto dare, a una formazione con forti radici dirigiste, un supplemento di liberalismo di sinistra esplicito e non contestabile da nessuno. Per Cuperlo, anche Marco Travaglio, il collaboratore più corrosivo della prima pagina dell’Unità (che, oltre ad essere “il quotidiano di Gramsci” è anche quello sostenuto in modo determinante dai contributi dei Ds) sarebbe un editorialista di destra. Può essere che Travaglio, oggi, non piaccia più alla dirigenza diessina. Ma dire che Travaglio è di destra sarebbe come affermare che il quotidiano finanziato dal partito ha, come firma di punta, un collaboratore di destra. Non sarebbe meglio dire: su Di Pietro (anche se lo frequentavamo da più di dieci anni) ci siamo sbagliati e adesso le nostre strade divaricano. E Travaglio è l’esempio del partito delle procure che abbiamo usato ma che non ci interessa più perché ci fa deragliare il partito. Tutto qui, in chiarezza. Senza salti della quaglia.
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Leggi anche:
Gianni Cuperlo. Quei fratelli coltelli del Pd.

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Usa. Morto Jesse Helms, barriera repubblicana all'aborto, ai diritti dei neri e dei gay.

(Apcom) Lo chiamavano il "senatore no". Il repubblicano Jesse Helms è morto oggi a 86 anni dopo aver fatto la parte dell'alfiere di cause conservatrici, come la lotta al comunismo, all'aborto, ai diritti dei neri e degli omosessuali e all'arte giudicata scandalosa, contestando gli aiuti all'estero, l'operato dell'Onu, gli accordi del disarmo e Fidel Castro. Un portavoce dell'ex senatore ha dato la notizia affermando che la morte è avvenuta per cause naturali a Raleigh, in Carolina del Nord, lo stato di cui era senatore.

Dopo 52 anni di carriera e 29 al servizio degli elettori repubblicani, il suo nome è rimasto legato alla legge Helms-Burton che impone sanzioni alle aziende di paesi che commerciano e fanno affari con Cuba. Di fatto, la legge irrigidisce l'embargo americano con l'Avana. Come presidente della commissione Esteri al Senato, Helms ha bloccato per due anni i pagamenti arretrati degli Stati Uniti all'Onu e ha ostacolato la nomina di diversi ambasciatori dell'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.

Nel 2002, Helms ha scelto di non ricandidarsi per il suo sesto mandato da senatore e si è ritirato dalla politica, vista anche la salute debole e la necessità di una sedia a rotelle elettrica per spostarsi in Congresso. E' entrato in politica da democratico, ma negli anni Sessanta ha abbandonato il partito di John Kennedy e Lyndon Johnson per divergenza d'idee. Nel 1972 è stato il primo repubblicano ad essere eletto al Senato in Carolina del Nord, forte anche della sua abilità oratoria appresa dall'esperienza come commentatore radiofonico e televisivo. Durante la sua presidenza, il repubblicano Ronald Reagan lo ha apostrofato definendolo "una spina nel fianco".

Tra le "cause" più controverse di Helms, l'appoggio nei confronti dei paramilitari in El salvador, i Contras del Nicaragua; ha combattuto perché Panama non tornasse a essere padrona del canale interoceanico; si è opposto con forza, da ex politico, ai Giochi Olimpici 2008 di Pechino. Quello che più lo ha tenuto occupato, è stata decisamente la rivoluzione cubana. Di Castro ha detto: "Non mi importa se va in piedi o strisciando, purché se ne vada subito".

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La risposta di un cieco Grillini alle critiche di Barbagli sulle sconfitte del movimento.

Per Barbagli la rottura del rapporto con i partiti e la mancata approvazione delle leggi sui diritti rappreesentano una disfatta del movimento.

(Franco Grillini - Il domani di Bologna) Ogni anno in tutto il mondo dove esistono regimi democratici si tengono, nelle capitali e spesso anche nelle città minori, le manifestazioni del gay pride, poi ribattezzate semplicemente “pride” per consentire a chiunque vi partecipi di riconoscersi in quella che di fatto rappresenta dappertutto la principale manifestazione per i diritti, per le libertà, per la laicità dello Stato. La più imponente di queste manifestazioni è ormai senza dubbio quella di San Paolo del Brasile, dove in tre giorni di corteo ininterrotti hanno sfilato cinque milioni di persone, segno del clamoroso cambiamento che ha interessato negli ultimi decenni tutta l’area dell’America Latina. Anche in Italia le manifestazioni del pride sono andate via via crescendo, in termini numerici e di importanza politica, a partire da quell’eroico migliaio che il 28 giugno 1982 manifestò per le vie di Bologna arrivando a Porta Saragozza per inaugurare il primo “Centro di cultura omosessuale” dato in affitto da una amministrazione pubblica, fino alla manifestazione di Roma del 1994 voluta dal congresso dell’Arcigay di Riccione e che per la prima volta in Italia diede vita ad un pride di massa.

Da allora di strada ne è stata fatta moltissima e Marzio Barbagli ha perfettamente ragione quando dice che il movimento omosessuale ha “sfondato nella società”, perché non solo siamo riusciti a fare anche in Italia grandi manifestazioni di massa (dal world pride ai pride regionali come quelli di Padova e di Bari, per finire alla gigantesca manifestazione di un anno fa in risposta al family day) ma, quel che più conta, siamo riusciti a garantire a molte decine di migliaia di persone in tutto il paese una vita migliore, spesso anche un’integrazione serena e soprattutto quella “visibilità” che ha cancellato definitivamente secoli di omertà e di doppia vita. Mi convince invece assai di meno il ragionamento dell’amico Barbagli (autore insieme a Colombo del fondamentale testo “Omosessuali moderni”, il Mulino) sulla presunta sconfitta politica del movimento omosessuale per il quale sarebbe addirittura “annullato” il suo potere politico. È vero che si è ridotta drasticamente la rappresentanza parlamentare diretta del movimento Lgbt italiano in parlamento, la quale, però, rappresentava nella scorsa legislatura un caso quasi unico in Europa: in genere ad essere eletti nei parlamenti non sono i rappresentanti del movimento ma le lesbiche e gli omosessuali dei partiti. In realtà, quello che è venuto meno dopo lo tzunami elettorale non è soltanto la rappresentanza della sinistra alla Camera e al Senato, ma, con la fine dei partiti tradizionali della sinistra italiana, è venuta meno anche la rappresentanza del mondo laico, nel suo insieme. Se si esclude infatti l’opera benemerita della pattuglia radicale, le forze parlamentari del centro-sinistra rappresentano di fatto forze politiche neodemocristiane o comunque più di centro che di sinistra, per stessa ammissione dei loro leader. Pertanto il problema non esiste ovviamente solo tra gli omosessuali ma è comune ad una fetta assai rilevante di popolazione, che non condivide una politica sotto scacco della gerarchia, ma che non riesce ad essere efficacemente rappresentata nell’attuale parlamento.

In realtà, il movimento Lgbt italiano conserva una fortissima influenza politica e quindi anche un altrettanto rilevante ruolo politico, per diverse ragioni. La prima sta nella sua capacità di mobilitazione che appare assai rilevante, anche nella tornata dei ben cinque gay pride italiani di giugno che hanno già visto la presenza alle manifestazioni di centinaia di migliaia di persone, mentre anche il pride di Bologna si preannuncia imponente. Segno del permanere, nella società e nella politica, di un conflitto che è ben lungi dall’essere risolto. Si pensi ad esempio all’enorme ruolo politico avuto da quel milione di persone che un anno fa ha sfilato per oltre otto ore per le vie della capitale in risposta al family day, family day che, nelle intenzioni degli organizzatori, aveva il compito non solo di bloccare il disegno di legge governativo sui Dico (per altro già deceduto in culla) ma, soprattutto, di rappresentare la base per la costruzione del ruiniano “partito di Dio”, che doveva riunificare tutte le anime del cattolicesimo politico per ricostruire in Italia una grande democrazia cristiana, sogno e nostalgia senile della nostra gerarchia vaticana. È bastata quell’imponente manifestazione per cancellare questo progetto, e il mesto pensionamento del suo ideatore Ruini, avvenuto qualche giorno fa, rappresenta il suggello definitivo alla sconfitta di una grande progetto politico a causa e per merito del movimento Lgbt italiano.

La seconda ragione per cui il movimento Lgbt italiano conserva un forte ruolo politico sta nella sua ragion d’essere, e cioè nella battaglia per i diritti e le libertà. Proprio in questo giorno mi è capitato di essere al centro di una polemica con “ringhio” Gattuso, a proposito della sua definizione dei matrimoni gay spagnoli come “scandalo” in occasione della partita Italia-Spagna. Si è visto come è andata a finire: non solo l’Italia è stata battuta a calcio, ma praticamente tutti gli indicatori economici e sociali ci danno ormai indietro rispetto alla Spagna di Zapatero. È appena il caso di dire che mentre “ringhio” faceva le sue battute tradizional-machiste, tra i diecimila tifosi spagnoli che hanno seguito la partita di calcio era stato ammesso ufficialmente un gruppo di tifosi gay, che ha seguito la partita nello stadio di Vienna. Il caso Spagna dimostra la superiorità politica, sociale ed economica, di un modello, quello libertario spagnolo, sul tradizionalismo clericale che domina il nostro paese e che rappresenta uno dei principali fattori di freno del suo sviluppo. È evidente, quindi, che il ruolo politico del movimento Lgbt italiano da questo punto di vista diventa molto rilevante, perché era e continua ad essere uno dei pochi movimenti politici capace di mobilitazione e di presenza costante sul territorio, ma soprattutto perché è, nei fatti, un importantissimo elemento della necessaria modernizzazione del Paese.
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Ndr. La risposta data da Grillini a Barbagli, che è forse il maggiore studioso del movimento gay e delle sue problematiche, è a dir poco grottesca. Con posizioni come queste, per quanti anni la sinistra sarà costretta a perdere? Ma soprattutto quanti anni ancora i gay dovranno attendere a veder riconosciuti i loro diritti con esponenti "ciechi" come l'ex on.le Franco Grillini che vede un movimento (quale?) in forma e che, secondo lui, sarebbe addirittura riuscito ad evitare il ripetersi del family day. Meno male che almeno questo l'han mandato a casa. (Apis)

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Pd, Udc, Udv, un'opposizione divisa ma soddisfatta.

(Sky Tg24) L'opposizione esulta per la scelta del governo di non approvare un decreto sulle intercettazioni. Per il Partito democratico si tratta di una vittoria della fermezza dimostrata da Walter Veltroni mentre l'Udc è pronta a dare il proprio contributo in sede parlamentare. Il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro è tornato ad accusare il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di occuparsi solo delle sue priorità.
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Bolognapride e polemiche a colpi di lunghissimi documenti. L'ultimo è del comitato organizzatore.

(Redazione) Ormai è guerra di documenti che, secondo l'estensore, rafforzano o smorzano le varie polemiche. Documenti lunghissimi e prolissi che certamente sono stati stilati con partecipazione e sudore in queste giornate di mezza estate. Documenti che spiegano, giustificano, accusano, difendono e che, a parer nostro, non portano nulla di nuovo alla discussione e che non entrano nel merito del disagio accumulato in questi anni di incompetenze, sciatto dilettantismo e mediocre governo del movimento Glbt.
Un movimento unitario che raccolga tutte le varie voci e correnti ideali e culturali del nostro paese, in sostanza non esiste e quello che esiste, a sinistra, nei fatti, diviso e lacerato.
Come si dice, si preferisce aggirare il problema ed utilizzare frasi fatte, slogan, ecc. ecc. Insomma, al solito tanta "bigiotteria"...


Tra Bologna e Catania.

(Arcigay) Con questo documento il Comitato Bologna Pride intende fare chiarezza su fatti, parole e intenzioni che dalla serata conclusiva del Bologna Pride a oggi si sono susseguite attraverso documenti, email, blog e strumenti di varia natura, dando luogo a interpretazioni e posizionamenti che vanno ben oltre gli accadimenti di sabato 28 giugno.

Desideriamo innanzitutto tenere separati in modo netto la vicenda che ha visto coinvolta Graziella Bertozzo e l’azione di Facciamo Breccia sia sul palco sia dopo il pride.

Posto che:

il Comitato Bologna Pride, come è ovvio, anche se, visto il tono di alcuni interventi degli ultimi giorni, evidentemente serve ribadirlo, possiede e si assume ogni responsabilità politica e organizzativa del pride verso terzi e non mette in discussione che l’intervento della polizia nelle manifestazioni di movimento debba essere assolutamente scongiurato, cercando, per quanto possibile, a meno di non correre rischi per la propria incolumità, di sciogliere le divergenze che sorgono, attraverso la dialettica politica;

la presenza della polizia e la sua collocazione, all’interno di un contesto di manifestazione, è imposta dalle norme di pubblica sicurezza, come noto a chiunque abbia mai organizzato una manifestazione, e il potere di contrattazione dell’organizzazione è limitatissimo, attenendo solamente ad aspetti logistici del corteo e non incide minimamente sul modo con cui l’autorità pubblica decida di controllare la manifestazione; ... continua

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Cercasi assistenti di volo ma gay.

(River-blog) Ricevo spesso email o commenti in cui mi si chiedono consigli su come diventare assistente di volo. Il miglior modo è quello di partecipare agli “open day”, giornate di recruiting organizzati dalle varie compagnie aeree. L’8 luglio, in particolare, ce ne sarà uno a Milano, per conto della Easy Jet, una delle compagnie low cost che preferisco. Perché? Sono gli unici ad aver mandato a vari Gay Pride una delegazione di assistenti di volo. Diciamo che sono considerati una compagnia aerea gay-friendly (cosa voglia dire, nel concreto, non lo so). Comunque, l’8 luglio appuntamento è alle 8.30 presso l’Ata Hotel Executive di via Don Luigi Sturzo 45. Si dovranno assumere 50 persone, da destinare al potenziamento dell’organico della base italiana (a Milano Malpensa), la più importante dell’Europa Continentale. La selezione si articolerà in prove individuali e di gruppo finalizzate a verificare il livello di padronanza della lingua inglese e le attitudini dei candidati. Quanti supereranno questo primo vaglio, saranno ammessi a sostenere un colloquio individuale in programma mercoledì 9 luglio. Per easyJet si tratta del terzo Open Day di selezione del personale organizzato nel corso del 2008. In totale gli aspiranti assistenti di volo selezionati durante i precedenti sono stati più di 100. Già oggi easyJet è il primo operatore nello scalo aereo milanese con il 19% di quota di mercato, 24 destinazioni domestiche e internazionali collegate e una flotta recentemente portata a 11 aeromobili, che diverranno 15 con l’arrivo del 2009. Attualmente i dipendenti easyJet a Milano Malpensa sono 340, ma è in programma di portare l’organico a 500 unità entro gennaio 2009. Inoltre, l’80% del personale di bordo è italiano. La compagnia opera attualmente con una flotta di 162 aerei su 385 rotte tra 103 aeroporti in 26 Paesi.

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Esercito e gay. Grillini a Giovanardi: "Vero dramma nazionale è cultura maschilista". E la Concia fa doppioni.

(Apcom) "Giovanardi mette sullo stesso piano, per quanto riguarda l'esercito italiano, un presunto esibizionismo omosessuale, con l'essere "puttanieri" degli eterosessuali". Lo afferma Franco Grillini della Costituente socialista.
"Francamente i termini non sono questi, perché, se c'è un problema nell'esercito italiano, non è certamente il presunto esibizionismo omosex, che, onestamente, non abbiamo mai visto - continua Grillini -. Il problema dell'esercito è un altro e cioè la permanenza di un fortissimo macismo, e di un altrettanto fortissimo maschilismo, con ciò che ne consegue per una libera convivenza nelle strutture militari di donne e omosessuali". "Sarebbe bene, da parte dello Stato e dei ministri, rendersi conto che molto più della presunta ostentazione gay, il vero dramma nazionale - conclude Grillini - è il permanere di quella cultura del maschilismo che sta alla base delle violenze tanto nell'esercito, quanto in qualunque altro luogo, famiglia compresa".
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Paola Concia (Pd): Bene Giovanardi, politicamente corretto su esercito.
"Ma omosessuali subiscono violenze e vessazioni".

(Apcom) "Apprezzo lo sforzo dell'On. Giovanardi di essere politicamente corretto: questo aiuta a portare il dialogo sul binario del rispetto". Lo afferma Anna Paola Concia, deputata Pd, commentando le considerazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sulla presenza dei gay nelle forze armate.

"Tuttavia, devo ricordare che gli omosessuali, che peraltro sono da sempre nelle forze armate, subiscono nelle caserme - afferma l'esponente democratica - il nonnismo omofobo e continue violenze e vessazioni. Anche a questo proposito - conclude Concia - serve dunque un ulteriore sforzo affinchè si giunga all'accettazione dell'altro e alla integrazione delle diversità".
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Ndr. Ormai questi due corrono a chi arriva primo a far pubblicare il proprio comunicato dalle agenzie.

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Franca Chiaromonte (Pd): La Carfagna sembra non aver capito nulla degli omosessuali.

"Se insisterà sulla famiglia-presepe bisognerà contrastarla".
(Raif) "Bisogna giudicare i ministri dalle loro parole e dai loro atti. Mara Carfagna ha presentato la famiglia come un presepe negando che i casi di violenza sulle donne avvengano per il 92% tra le mura domestiche. Mara Carfagna, al di là del fatto di non aver concesso il patrocinio per il Gay Pride, ai gay, sembra non aver capito nulla della condizione degli omosessuali", così la senatrice del Partito democratico, Franca Chiaromonte.
"Tutto questo - ribadisce - non c'entra con le allusioni alla sua sessualità e al fatto che è una bella donna. Nessuno se la prenderebbe con un ministro di sesso maschile".
Poi la presidente di Emily ha aggiunto: "Quanto alla bravura, vera o presunta, come ministra la giudicheremo dai fatti. Se manderà avanti il ddl sullo stalking (già proposto dall'ex ministra Barbara Pollastrini) saremo d'accordo con lei. Se insisterà sulla famiglia-presepe bisognerà contrastarla".

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I gay village al posto delle feste de L'Unità. Dopo Roma tocca a Padova.


Padova come Roma: La kermesse sarà allestita in corso Australia.
Gay Village per tutto agosto all’ex Foro Boario
Musica, teatro, mostre, ristorazione e tanti ospiti a sorpresa: Patty Pravo madrina d’apertura. Zan. «Una grande festa aperta a tutta la città senza steccati di sorta» dice il leader di Arcigay «e spero di vedere tantissime famiglie con i loro bambini».

(Filippo Tosatto - Il mattino di Padova) L’8 giugno di sei anni fa il Padova Pride cambiò, in modo irreversibile, il rapporto tra la città e la comunità omosessuale, strappando quest’ultima a un ruolo di semiclandestinità e assicurandole diritti di cittadinanza a lungo negati. Ora l’Arcigay - forte di 5 mila soci e di una rappresentanza istituzionale - lancia un nuovo segnale forte e annuncia un mese di festa, cultura, svago, dibattiti, spettacolo: è il Padova Gay Village e si svolgerà dall’1 al 31 agosto nei vasti spazi dell’ex Foro Boario, in corso Australia. E’ la seconda iniziativa del genere in Italia, preceduta soltanto dal maxi Village romano nel parco del Ninfeo.
«Ci pensavamo da tempo perché un evento di questo genere richiede uno sforzo straordinario rispetto alle nostre risorse e un grande impegno di volontariato», è il commento di Alessandro Zan, consigliere comunale indipendente e presidente veneto di Arcigay «noi pensiamo a una grande festa popolare, senza etichette né steccati. Ci sarà, naturalmente, attenzione alle battaglie per i diritti civili, ma proporremo soprattutto musica, teatro, spazi espositivi, spettacoli, ristorazione. Insomma, una nuova opportunità di svago rivolta a tutti i padovani. Nelle prossime serate d’agosto vorrei vedere passeggiare tra i nostri stand tante famiglie con i bambini al seguito, come avviene da anni al Village di Roma».
Le trattative con l’amministrazione comunale per la concessione dell’ex Foro Boario sono in fase avanzata. Gli unici ostacoli da superare (se così si possono definire) riguardano la compatibilità degli orari della rassegna e del suo livello di decibel rispetto alle norme di legge. Un iter comune a tutte le manifestazioni all’aperto in spazi pubblici. In questo senso, gli uffici tecnici di palazzo Moroni stanno svolgendo gli accertamenti del caso - e la risposta definitiva è attesa entro una decina giorni - ma lo stesso Zan valuta l’atteggiamento degli amministratori e del sindaco Flavio Zanonato come «ispirato a spirito di disponibilità e collaborazione». In altre parole, la concessione (magari con qualche aggiustamento di carattere tecnico in corso) sembra scontata. E l’ultimo incontro in municipio, presente anche il giovane leader padovano di Arcigay Claudio Malfitano, ha dissolto ogni dubbio residuo.
Filtra anche qualche anticipazione sugli ospiti di Padova Gay Village 2008. Madrina d’apertura, salvo sorprese, sarà Patty Pravo col suo fascino allusivo; e tra gli spettacoli in programma c’è un monologo teatrale di Paola Cortellesi, attrice di culto dopo il successo travolgente della piéce «Gli ultimi saranno gli ultimi». Spazio anche alla politica, un po’ anticonformista però, con due rifondaroli su tutti: il presidente gay della Regione Puglia Nichi Vendola e la trans Luxuria, deputato uscente.
«Vogliamo stare insieme, divertirci, conoscerci, discutere», riflette Zan «perché questa, a differenza del Pride, non sarà una manifestazione di orgoglio omosessuale ma una festa di popolo che Arcigay apre a donne e uomini, giovani e anziani, omo ed etero. A tutti insomma. A Padova ora possiamo farlo perché questa città, la prima d’Italia a introdurre l’anagrafe delle coppie di fatto, ha acquisito grande maturità sul terreno dei diritti civili. E gli steccati ideologici, i pregiudizi di ieri, oggi sono estranei alla coscienza della stragrande maggior parte dei cittadini».
Ultimi, ma non ultimi, i finanziamenti. Per allestire un mese di serate, occorrono fondi adeguati. I contatti con gli sponsor sono già a buon punto e i primi risultati vengono definiti «soddisfacenti».

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Difesa, Giovanardi dice si ai gay nell'esercito ma senza ostentazioni.

Vale lo stesso per un etero: non può fare il puttaniere...
(Apcom) "Oggi un gay può operare nell'esercito, ma con misura. Lo stesso vale per un eterosessuale, non deve comportarsi da puttaniere, per usare un termine brutale". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi.

"Nell'esercito - ha proseguito - verrebbe richiamato per condotta disdicevole. Non ci deve essere una manifestazione ostentata, vistosa ed invasiva dell'orientamento sessuale tale da turbare l'attività dei militari".

"Un importante Generale fece un'osservazione interessante - ha concluso Giovanardi - prima l'omosessualità nelle caserme era seriamente proibita, oggi è facoltativa, non vorrei che domani diventasse obbligatoria...Credo che tutti possano entrare nell'esercito".

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Un premier erotomane? Berlusconi diserta "Matrix". Forse domande imbarazzanti.

(Tiscali notizie) E' tregua. Il premier Silvio Berlusconi rinuncia ad andare in tv a Matrix e a portare in Consiglio dei ministri il decreto sulle intercettazioni. Si posano le polveri e nell'ordine del giorno della riunione del governo non c'é traccia del provvedimento urgente, che pure nei giorni scorsi il premier non aveva escluso. C'é, anzi, una nota ufficiale del presidente del Consiglio, che in poche righe fa virare la giornata vissuta fino a quel momento nell'attesa dell'annunciato 'redde rationem' sulla rete ammiraglia Mediaset.
"Il governo ha lavorato tanto e benissimo in questi due primi mesi di attività. Non mi pare opportuno e producente - fa sapere Berlusconi - intervenire sui temi proposti da Matrix (giustizia e intercettazioni), che farebbero passare in secondo piano le tante cose realizzate dal Governo per cedere il passo ad argomenti e gossip negativi, che inquinano ed ammorbano il dibattito politico e parapolitico di questi giorni, deviando l'attenzione del Paese dai problemi concreti e dai risultati dell'azione di governo". Otto righe soltanto che, per la prima volta e su carta intestata della Presidenza del Consiglio dei Ministri, portano alla superficie ciò che da giorni è oggetto di conversazione nel Palazzo e dei retroscena della stampa.

Da giorni infatti non si parla che di intercettazioni dai contenuti pruriginosi che riguarderebbero il privato del premier e sulle quali addirittura il Cavaliere, secondo alcuni, sarebbe stato pronto ad una sorta di 'outing' nella puntata serale di Matrix. Invece le diplomazie si mettono al lavoro. E' soprattutto Gianni Letta a spendersi in un'opera di mediazione, che alla fine dà al premier la garanzia (se non la certezza definitiva) che niente di ciò che è oggetto del 'gossip negativo' uscirà. E allora, ragiona Letta con Berlusconi, che senso avrebbe andare in tv con toni battaglieri, stracciare la rete di protezione tessuta dal Colle nelle ultime 48 ore con il sì al Lodo Alfano e con la continua 'moral suasion' sulle forze politiche? Che senso avrebbe, torna a ripetere anche Gianfranco Fini al premier in un colloquio telefonico, ostinarsi su un decreto che non potrebbe essere convertito in tempi utili ed irriterebbe Quirinale ed opposizione? Perché non contribuire invece a svelenire il clima, quando in fondo oggi anche il capogruppo Pd a Montecitorio Antonello Soro definisce "legittimo" porre un argine all'abuso delle intercettazioni e invita ad "occuparsene per trovare risposte concrete"?.

Berlusconi sceglie allora la linea del "wait and see', cioé dello stare a vedere che cosa accade: per ora niente show down a Matrix e niente decreto sulle intercettazioni, proprio per contribuire a quel clima di 'concordia' da più parti auspicato. Se poi dovesse avere il sopravvento il 'gossip negativo' - che oggi per il premier non deve oscurare la preziosa azione del governo -, allora c'é tempo per rimettersi in gioco con una reazione anche pesante e ricorrere al muro contro muro.

Per tutti al momento, perciò, fa testo il disegno di legge varato dal governo e firmato dal Capo dello Stato lo scorso 26 giugno, dove si punta arginare la diffusione incontrollata dei contenuti delle intercettazioni, anche in virtù del diritto alla riservatezza tutelato dall'articolo 15 della Costituzione e del diritto al privacy affermato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. "Peccato - chiosa a sera Enrico Mentana, costretto a cancellare la puntata di Matrix -. Un'occasione perduta. Ma forse è meglio così, se doveva essere onorata a metà. Evidentemente Berlusconi ha pensato che non gli convenisse.

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Grande fratello argentino. Dall'ex suora, lesbica con vibratore al porno.

(Tiscali spettacoli) Disinibite ragazze che dentro la Casa dichiarano di aver girato film pornografici, suore che abbandonano i voti e confessano di essere lesbiche e ancora nudi integrali e giochetti erotici per concludere con affermazioni razziste. Tra le mura del Grande Fratello inglese, il famoso Big Brother, è successo veramente di tutto.
Un esordio piccantissimo - Il popolare reality show vede la luce nel 2000 ed è un esordio con il botto. Nichola Holt, una 29enne insegnante d`arte di Bolton con i capelli cortissimi, dopo l`eliminazione si è fidanzata con l`amica Sada Wilkington per poi intraprendere una fortunata carriera nel cinema a luci rosse. Anna Nolan, che si piazza seconda, confessa di essere una ex suora, di essere lesbica e di aver portato nella Casa un vibratore.
Jade Goody, l`ignoranza al potere - Le acque si calmano con il BB2 che registra solo il solito siparietto di seni al vento e mutandine dimenticate. La terza edizione vede la vittoria, secondo molti pilotata, di Kate Lawler. Ma la vera protagonista della serie è Jade Goody, una biondina ignorante che definisce Rio de Janeiro "un uomo sudamericano" e attribuisce a Sherlock Holmes l`invenzione del wc. Goody ha riconquistato le pagine dei giornali nel 2007 per aver insultato in compagnia di Danielle LLoyd nel BB Celebrity la concorrente indiana Shilpa Shetty con affermazioni razziste.
BB5 e il trio da perdere la testa - Il Big Brother 4 è segnato da una crisi di idee tale che viene affiancato al parallelo Grande Fratello africano. L`unica nota piccantella dell`edizione del 2003 è la passione per girare senza vestiti di Tânia do Nascimento. La showgirl ha avuto anche una breve carriera televisiva prima di sposare un giocatore del West Ham e abbandonare le scene. Il quinto capitolo del Grande Fratello inglese segna una svolta nella storia del programma. Entra nella casa un transessuale portoghese, Nadia Almada, ma gli spettatori vengono incollati davanti al piccolo schermo per seguire un trio di spregiudicate ragazzine formato da Michelle Bass, Michelle "Shell" Jubin e Vanessa Nimmo.
Musambasi, nella Casa esplode la passione lesbo - La prosperosa infermiera di colore Makosi Musambasi è la grande protagonista del Big Brother 6. Bisessuale convinta, sedusse prima uno dei ragazzi della Casa, Anthony Hutton, per poi deviare le sue attenzioni sulla bella Orlaith McAllister e Samantha "Sam" Heuston. Un`altra grande protagonista di questa edizione è stata Saskia Rose Howard-Clarke.
BB7 nel segno dei sex tape -Big Brother capitolo 7 vedi la voce sex tape casalingo. Due inquiline della Casa infatti hanno legato in tempi diversi i loro nomi ai filmetti a luci rosse amatoriali. La prima è stata la pornostar Lea Walker, seguita poi da Imogen Thomas. Altre due inquiline della casa, Aisleyne Horgan-Wallace e Nikki Grahame sono divenute famose dopo l`eliminazione dal reality per alcuni flirt importanti. Aisleyne ha avuto una breve relazione con il pugile Mike Tyson e poi con il rapper P Diddy mentre Nikki è stata sedotta e poi abbandonata da Pete Doherty.
Chanelle Hayes la nuova Posh Spice - Il Big Brother 8, che ha occupato le pagine dei giornali per un episodio di razzismo. La concorrente in nomination, Emily Parr avrebbe attaccato la concorrente di colore Charley Uchea chiamandola "negra". Il volto sexy di questa edizione è stata sicuramente Amy Alexandra, prosperosa modellina con un passato ricco di servizi fotografici a luci rosse. Grandi consensi ha raccolto anche Chanelle Hayes, amata dal pubblico per la presunta somiglianza con Victoria Beckham. La ciliegina, ma sarebbe meglio dire le ciliegine, della torta però sono state Sam e Amanda ovvero le gemelline Marchant. Le due lolite dopo la fine del gioco televisivo si sono dedicate a servizi piccantelli, ovviamente in coppia.
Il Big Brother 2008 e gli scatti sexy - Il resto è storia recente, anzi recentissima visto che il reality è iniziato solo da 23 giorni. C`era grande attesa per la showgirl Stephanie McMichael, ma la biondina è andata fuori quasi subito. Si è consolata posando in lingerie per "Nuts". Le foto piccanti Lisa Appleton, quarantenne di Warrington, ha preferito realizzarle prima di entrare nel gioco e adesso sono ricercatissime sul Web.
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Fa sesso in modo troppo rumoroso, denunciato.

A Rovereto in uno stabile dell'Itea sono fioccate denunce e minacce a causa di una coppia che, a detta di un'anziana inquilina, è troppo rumorosa. La signora, infatti, si è lamentata perché sostiene che quando marito e moglie fanno all'amore gridano e provocano un tale fragore da impedire ai vicini il meritato e sospirato riposo quotidiano.

(L'Adige) La convivenza nei condomini è spesso e volentieri forzata e messa a dura prova dalle intemperanze di qualche abitante indisciplinato e con problemi, diciamo così, comportamentali. Altre volte, invece, la coabitazione sotto lo stesso tetto, ancorché in appartamenti diversi, è minata dall'intolleranza. In questo caso non c'entrano gli stranieri ma il sesso. Eh già, perché in uno stabile dell'Itea in centro storico sono fioccate denunce e minacce a causa di una coppia che, a detta di un'anziana inquilina, è troppo rumorosa. La signora, infatti, si è lamentata - in maniera tutt'altro che urbana - perché sostiene che quando marito e moglie fanno all'amore gridano e provocano un tale fragore da impedire ai vicini (solo la donna in questione, in verità) il meritato e sospirato riposo quotidiano. La denuncia per il sesso «caciarone», comunque, è solo l'ultimo episodio di una convivenza che rischia di scatenare una guerra senza precedenti. La pensionata, infatti, da mesi minaccia chiunque incontra sul giroscale e lancia strali a decibel «proibiti» perfino ai bimbetti che, non certo nelle ore deputate alla pennichella, giocano nel cortile. Il clima nella casa Itea del centro di Rovereto è diventato rovente. E non certo per le temperature elevate di questi giorni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, però, è stata proprio la lamentela seguita da denuncia della coppia che si... accoppia in maniera fracassona. Peccato, però, che nessuno degli altri condomini abbia mai registrato rumori insopportabili e, d'altro canto, che intimità sarebbe se si condivide con tutti? Comunque, dopo quest'ennesimo attacco della «tiranna» gli inquilini hanno deciso di passare al contrattacco. Hanno preso carta e penna ed hanno scritto una lettera alla direzione dell'Itea e al sindaco Guglielmo Valduga. La missiva è stata firmata da ben 50 persone ma, assicurano, «se non avessimo avuto fretta avremmo raccolto anche le firme dei residenti delle case vicine, pure loro presi di mira dalla signora». «Vi preghiamo di tutto cuore di prendere dei provvedimenti seri - si legge nell'appello all'istituto trentino di edilizia abitativa e al primo cittadino - nei confronti della condomina che ci sta portando all'esasperazione con le sue minacce e denunce orami giornaliere nei confronti di adulti, anziani e bambini del quartiere. Il clima è diventato insopportabile per chi esce di casa e la tensione dei condomini e vicini è altissima, anche perché le persone hanno paura a reagire quando la incontrano. Tutti abbiamo subito le angherie della signora». La speranza è che chi di dovere intervenga. Altrimenti? «Faremo un sit in di protesta».

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Scoperte. Difficoltà a letto? L’anguria meglio del Viagra.

(Medicina live) Si preannuncia un’estate bollente per gli amanti dell’anguria, che, oltre a confermarsi il frutto più amato e salutare della bella stagione, sembra che abbia proprietà simili a quelle del Viagra anche se, a detta degli esperti, i suoi effetti non sarebbero specifici come quelli della pillola blu.

Ricca di acqua e povera di calorie (solo 28 per 100 grammi), l’anguria contiene anche sostanze come licopene, beta carotene e citrullina, in grado di favorire la vasodilatazione al pari del Viagra col vantaggio di non avere alcun effetto collaterale. Ad affermarlo lo statunitense Bhimu Patil del Texas A&M’s Fruit and Vegetable Improvement Center in College Station.

In particolare, sarebbe la citrullina ad avere un ruolo fondamentale nella produzione di monossido d’azoto (NO) un vasodilatatore presente dopo l’assunzione della pillola dell’amore.

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Bolognapride. Il mondo gay in ebollizione.

Lettera a Mancuso
(Le fate) Insomma, è un casino. In questi giorni pare che ArciGay sia nell'occhio del ciclone. Da una parte il presidente Mancuso mi ha scritto, in seguito al mio reportage sul pride (che ho pubblicato anche su GayTV) per dire che GayTV sta conducendo una vergognosa campagna di disinformazione contro l'associazione. Veramente ce l'avevo con lui, ma tant'è. Riporto qui sotto in calce un estratto della mia risposta. Non bastasse, è scoppiato il casino della signora arrestata sotto il palco durante il comizio. Ora, nessuno sa come sono andate le cose. Il fatto è che durante la manifestazione lo stesso Mancuso è salito sul palco a urlare che pretendeva il rilascio della amica Graziella Bertozzo, leader storica, arrestata dalla polizia che non rispetta i nostri diritti. Due giorni dopo, ArciGay diventa protagonista dell'aggressione da parte di questa donna violenta e ArciGay esprime solidarietà alla polizia (si è rotto sto menisco oppure no l'agente in borghese che l'ha fermata? boh) contro questi facinorosi. Ora, la coerenza è una virtù degli stupidi ma a volte serve. Non si puo' aizzare la folla contro la polizia (cosa che ho disprezzato nel mio intervento) e due giorni dopo schierarsi contro l'arrestata che peraltro ha 10 giorni di ospedale come prognosi. E non sarà mai lo schiaffo dato al segretario di ArciGay a cambiare le cose. Avete presente il Grande Fratello di 1984? La storia si riscrive ogni giorno, a seconda delle convenienze. Ma così che fiducia dare a un'associazione che si comporta in questo modo? Ecco la mia risposta a Mancuso.

Egregio, dopo aver ricevuto la sua email mi sento in dovere di risponderle. Vede Signor Presidente (o segretario, a me i titoli onorifici altrui non mi hanno mai impressionato) Lei si sta rivolgendo a una persona libera. Si, libera, in quanto non stipendiata da nessuno, neanche da GayTV, per scrivere quello che pensa. E io penso che Luxuria, che in passato ho aspramente criticato, abbia fatto un bellissimo intervento, che la Di Folco avrebbe molto da insegnare a tutti noi quando sale sul palco a parlare di diritti e che il suo intervento sia da criticare. E così, come due settimane fa l'ho difesa a spada tratta nel forum di GayTV da un utente che dava del mafioso e inutile all'ArciGay proponendo nella mia risposta con il massimo sarcasmo di introdurre in Italia la stessa legge che c'è in Iran che vieta gli assembramenti con più di 5 o 6 uomini (non ricordo), oggi la critico apertamente. Premesso che la critica è sul suo operato ufficiale e non sulla persona di Aurelio Mancuso di cui nulla so, la critico perchè Lei, come presidente, o segretario che sia, di ArciGay mi ha deluso. Si, deluso. Deluso tre volte. La prima perchè il suo intervento, che doveva essere un intervento politico, non era all'altezza di quello della sua collega di ArciLesbica per il quale mi tolgo tanto di cappello. E questo non significa che ArciLesbica e GayTV complottano contro i gay, mi creda. La seconda perchè dal leader dell'associazione gay più vasta d'Italia ci si aspettava annunci su molte cose che non sono arrivate. Le faccio un elenco veloce: - una seria e efficacia campagna di prevenzione e informazione per le STD (le ricordo che nei suoi locali i preservativi sono ancora un optional nascosto e non una presenza costante e gratuita: chi ne risponde se non lei che è presidente dell associazione di questi locali?) - una serie di iniziative a livello parlamentare per avviare un dialogo difficile e forse impossibile con le forze di governo per chiedere un minimo di interventi legislativi a tutela dalle discriminazioni e per i diritti delle coppie di fatto - un appello fatto di umiltà e coraggio per creare un coordinamento nazionale tra le varie associazioni glbt e i media a tematica glbt per creare eventi e campagne culturali per cambiare la testa di questo paese - una spiegazione chiara di questa storia dei matrimoni a ottobre che sembrano l'ennesima messa in scena di tanti assessori che uniscono coppie senza alcun valore legale. Tanto che in Italia nemmeno l'Istat rileva le coppie di fatto omo e etero. Potrei continuare, ma non credo serva. Sa, Lei ha dato l'impressione (e questa è la terza causa) di voler fare tutto da solo, di ritenere che ArciGay sia l'unica e la sola titolata a parlare per i milioni di gay e lesbiche di questo paese per investitura divina, che le altre associazioni non contino un cazzo.

NON E' COSI'. Siamo milioni, di cultura superiore alla media e pensiamo con la nostra testa. E quando troviamo giusto criticare, lo facciamo. Anche verso Lei. Reato di Lesa Maestà, Forse, ma si ricordi che solo due settimane fa l'ho difesa a spada tratta, Lei e la sua Associazione e non se ne è nemmeno accorto. Per tornare al suo intervento, finisco con due osservazioni. La prima è che lei a livello umano ha comunicato a noi che la ascoltavamo una rabbia impotente e una arroganza del tutto fuori luogo. Non si pretende qualcosa dalle autorità di polizia, come le ho già scritto, ma si chiede il rispetto della Legge. Io non so se la Signora Bertozzo arrestata fosse colpevole di qualche cosa o se fosse una manovra per scaldare gli animi e dare una prova di forza. Ma di sicuro non serve fare annunci di forza se poi questa forza non la si ha davanti alle autorità. E questo fa il paio con le sue minacce di querela per l'utente che dice ArciGay mafiosa. Ora la minaccia è proprio l'ultima risposta che doveva dare e credo se ne renderà conto anche lei del perchè. Vede Signor Mancuso, è facile, troppo facile usare la forza bruta con i deboli o con chi dissente, o non usa la testa per ragionare. Vorrei che questa capacità la esprimesse invece verso coloro che tengono in scacco milioni di cittadini glbt rendendo la loro vita un inferno. Da lei l'anno prossimo mi aspetto un discorso fatto di visione e di speranza e impegno e iniziative concrete. Se le serve un ghost writer mi offro volontario. Di rabbia e di impotenza e di arroganza, ne vediamo già fin troppa nelle nostre vite quotidiane. E si ricordi: I segretari (e i presidenti) passano, ma noi siamo sempre qua fermi. Sperando di poterla applaudire presto.
Giorgio Lazzarini.
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Ndr. Bhe se Mancuso non ci fa una nella figura anche i redattori di Gay.tv non è che svettino ed anche la "Fata" Lazzarini rientra in questi parametri...
Scoprire oggi, quando ormai lo sfascio e la catastrofe sono evidenti, che le gestioni Del Giudice e Mancuso hanno portato al dissolvimento politico dei gay, lasciatelo al popolino disimpegnato e non a chi ha un osservatorio privilegiato qual'è quello di un giornalista. Ma quante banalità e come è caduto in basso il povero movimento o quel che ne resta grazie ai suoi rappresentanti ed ai pennivendoli come diceva la buon'anima Carmelo Bene .

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Harry Potter. Sesso, gay, pozioni e rock ’n’ roll Così il maghetto diventa grande.


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(Erica Orsini - Il Giornale) Trasgressivo, violento, spettacolare. Un po' Trainspotting, un po' The day after. Sarà così il sesto film della saga di Harry Potter. Parola dello stesso protagonista, Daniel Radcliffe che ha voluto anticipare l'atmosfera dell'ultimo episodio della fortunatissima serie in cui Daniel interpreta il maghetto più famoso del mondo. Un personaggio che l'attore porta sullo schermo ormai dal 2001 - anno in cui uscì Harry Potter e la pietra filosofale e che sembra essere cresciuto perfino più di lui. Di certo il clima in cui è ambientata la sua ultima avventura, Harry Potter e il Principe Mezzosangue, sembra essere molto più simile alla vita di una star del rock, sempre in bilico tra droga e sesso, che all’innocenza degli episodi iniziali.
«Mai avrei pensato di citare Trainspotting, un film su alcuni personaggi eroinomani a Edimburgo, per parlare del mio personaggio - ha confessato Radcliffe in un’intervista esclusiva alla rivista specializzata inglese Empire - ma la verità è che in questo ultimo film ci saranno molti richiami all’energia sessuale e agli stupefacenti». Insomma, questo Harry Potter e il Principe Mezzosangue potrebbe riuscire gradito perfino a Peter Doherty, la popstar britannica idolo delle ragazzine inglesi nonché tossico dichiarato oltre che celeberrimo ex della supermodella Kate Moss. E se già nei precedenti Harry Potter e il calice di fuoco e Harry Potter e l'Ordine della Fenice si avvertiva un cambiamento di tendenza, un chiaro passaggio dalle atmosfere fiabesche e ovattate della favola per l’infanzia a quelle del fantasy per ragazzini, l’ultima storia segna il passaggio dalla pubertà all'età adulta. Insomma il mago diventa grande e lo fa alla sua maniera che non è tanto quello della sua creatrice, la scrittrice Jo Rowling, quanto quella del regista del film David Yates e del produttore David Heyman. «Vogliamo essere ricordati per la spettacolarità» è quanto ha detto quest'ultimo al giornalista di Empire che ha intervistato il cast direttamente sul set del film in cui a quanto pare abbonderanno gli effetti speciali utilizzati soprattutto nelle scene catastrofiche.
«Il film comincerà con un grande attacco, faremo a pezzi un celebre monumento di Londra», ha assicurato il regista che già in precedenza aveva accennato alla distruzione di un ponte nella capitale britannica, probabilmente il Millennium Bridge, il lungo ponte pedonale che collega la Tate Modern alla cattedrale di St.Paul, fatto costruire nel 2000 e rimasto chiuso all’inizio per più di qualche mese perché considerato «insicuro» dal punto di vista strutturale. Yates promette una storia più divertente che toccherà tutti i temi legati all'adolescenza, compresi quelli più scabrosi. Ci sarà quindi, come sempre l'amore, ma non solo. Se nell’Ordine della Fenice c’erano la ribellione e la rabbia furiosa, qui faranno la loro apparizione «sesso, droga e rock’n’roll». O meglio, come ha spiegato durante le riprese Yates proprio a Radcliffe facendolo sogghignare, «sesso, droga, pozioni magiche e rock’n’roll...».
Una vera rivoluzione dunque per il maghetto occhialuto inventato dalla felicissima penna della Rowlings, meno di quanto si possa pensare invece per Daniel Radcliffe che non troppo tempo addietro aveva già tentato di scrollarsi di dosso l’eredità un po’ troppo ingombrante lasciatagli da Harry. L’aveva fatto a Londra, recitando completamente nudo in Equus, una piece teatrale controversa e scabrosa tratta da un fatto di cronaca. L'attore interpretava il difficile ruolo di un giovane stalliere squilibrato e a un certo punto mimava un atto sessuale sul palcoscenico. Con un simile precedente non deve essere stato poi difficile per Radcliffe, esprimere il nuovo lato dark del maghetto con gli occhialini tondi. Ora il giudizio finale rimane come sempre al pubblico.

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Sorpresa: non era di Karina Cascella il vibratore ma di Salvatore Agelucci! Paola Frizziero se la ride.

(Tutto quello che ci interessa) La rivelazione l'ha fatta uno degli infermieri presenti. Ricordate l'incredibile notizia di qualche giorno fa? Ebbene il caso si infittisce...

Uno degli infermieri averebbe rivelato che durante la delicata operazione per estrarre il vibratore, Karina si sarebbe lasciata scappare "accidenti a te e al tuo vibratore".
La frase era ovviamente diretta a Salvatore Angelucci. E adesso la domanda sorge spontanea: anche Sasà fa uso di falli finti? O lo aveva comprato per la sua ragazza? E, se la risposta è questa, perchè? Problemi di dimensioni o di perversione?

Caro Sasà qui vogliono tutti sapere la verità... perchè quest'estate non ti mostri con un bel nudo integrale? Del resto la gente deve sapere. La gente ha il diritto di sapere!!

Questa storia si fa sempre più divertente...

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La “caccia alle streghe” gay.

(River-blog) Il cantante Pete Wentz non è uno dei miei personaggi preferiti - un anonimo dal viso neanche troppo espressivo, diventato popolare. Ma nell’intervista concessa alla popolare rivista gay “Out” dice cose che non sono proprio insensate. Il ragazzo 29enne, che aspetta un figlio dalla compagna Ashlee Simpson, si dice vittima di una “caccia alle streghe gay”. Tutto il gossip sulla sua omosessualità nasce da alcune dichiarazioni, rese dallo stesso Wents, in cui si definiva “mezzo gay”. Nel maggio del 2007 ammetteva a “The Advocate” di essere sessualmente attratto dagli uomini, ma di non aver fatto sesso con un uomo, perché non era “un fan dei peni”. Ma ora non ne può più. “Quando esco per strada - dice - mi chiamano frocio. E’ la stessa cosa che mi capitava quando avevo 13 anni”. “C’è un clima da caccia alle streghe. Non so se serva a sconfiggere l’omofobia, oppure a ottenere più attenzioni. E’ come se non si vedesse l’ora di dire: ‘Quella persona è gay’”. Tornando alle sue vecchie confessioni: “Dire di aver dormito con degli uomini era una sorta di ribellione sessuale. L’ultima volta che ho fatto sesso con un ragazzo avevo 22 anni”.

Il bisogno di dare etichette sessual/sentimentali, di vedere il mondo in bianco o (senza ‘e‘) nero è qualcosa di intrinseco alla comunità gaya mondiale.
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Il Bolognapride visto da destra. Ed ora vogliamo il battona pride!

Dopo il successo del Gay Pride, un nuovo happening trasgressivo.
(Michele Ugliola - L'Opinione) Grande consenso a Bologna e grande successo di immagine della Amministrazione per il Gay Pride. Sabato pomeriggio per ore la città si è mobilitata in appoggio al mirabolante happening trasgressivo omosessuale che periodicamente viene riproposto con sempre maggior seguito e partecipazione da ogni parte d’Italia e dintorni. Bloccato per ore il centro vitale e commerciale della città dalla sfilata dei carnascialeschi carri, ove lesbiche e gay esibivano il meglio del loro repertorio, con finti ed enormi falli folcloristici, tette rifatte e natiche sode, abbronzate o “biancheggianti” al sole della calda giornata, con la luce che rendeva indecifrabile se si trattasse di natica di uomo (all’anagrafe), o di donna. Molte le esibizioni lascive con interminabili slinguate a colli, labbra e padiglioni auricolari, compresi quelli, ripresi in Tv, di Niky Vendola (Governatore della Regione Puglia), uno degli ospiti di peso con Pecoraro Scanio e altri nomi illustri, come Miss Luxuria, quasi tutti ex della passata legislatura, in cerca forse di nuovi futuri consensi (diversamente dove potrebbero prenderli?). Se la città è femmina i pubblici amministratori dovrebbero essere denunciati al telefono rosa, proprio per la violenza che la città, femmina appunto, ha subito.

Nessuno, in questa città, permissiva e tollerante, nutre sentimenti di discriminazione e disprezzo per chi si sente parte di queste “diversità di genere”. L’omosessualità non è elemento per discriminare chi ha cultura, chi la fa valere, o chi lavora seriamente come tutti gli altri, chi produce benessere, rispetta le regole, dimostra altrettanta tolleranza e generosità. Dei miei tanti amici (maschi e femmine) ne ricordo alcuni certamente omosessuali. Ma ne ricordo soprattutto la loro sensibilità umana ed etica, la loro cultura eccelsa, la loro professionalità nel lavoro e il loro senso del prossimo e del dovere civico, la loro educazione e gentilezza, il loro parlare sapendo ascoltare. Altrettanto volentieri ricordo Oscar Wilde, lo straordinario romanziere e saggista, così arguto e pure così spontaneo e trasparente nella sua diversità in un’epoca in cui tale condizione costituiva motivo di arresto. Così vado a Catullo e alla sua Lesbia , ma purtroppo il mio maestro di critica letteraria di allora, Rodolfo Quadrelli, autore di inapprezzati ma dotti saggi su Dante Alighieri, non mi chiarì mai se Catullo soffrisse più per il libertinaggio di Lesbia, o per la sua “diversità di genere”. Il gay pride è tutt’altro che un inno alla diversità. E’ solo un rumoroso, affollato, volgare ed esibizionistico happening di soggetti che con la cultura e la rivendicazione sacrosanta della diversità hanno poco a che spartire.

Ripeto fracasso, volgarità e sterilità culturale, che la città subisce, come se non ne avesse abbastanza di civis, vigili, multe, norme urbanistiche, regolamenti sanitari e scolastici, delinquenti di tutti i tipi, stupratori , teppisti e vandali. Così parimenti proponiamo il battona pride. Convochiamo per mesi le meretrici d’Italia affinché si radunino a Bologna e rivendichino la loro condizione di lavoratrici discriminate, spesso oggetto di violenza (argomenti standard di certa sinistra). Che si esibiscano sui carri a gambe aperte, o con il simbolo femminista eseguito con le mani, che insultino i passanti in dissenso, che vengano ricevute nella “Sala Rossa”, omaggiate dal Sindaco. Che vengano illustrate le loro qualità e i loro disagi, la loro funzione sociale, che si ricordino come “una realtà che non può essere ignorata”. Grazie Sindaco per questo nuovo evento, la città ne sarà grata.

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Rendez-vous a luci rosse. Al ristorante sesso filmato e polverina.

Amplessi con la telecamera. Nei videotape le performance su un divano con signore consenzienti. Se l’analisi della sostanza confermasse i sospetti degli inquirenti, per il titolare del «Cenacolo» potrebbero arrivare nuovi guai giudiziari.

(La Nuova Sardegna) Sesso e videotape. Visto così sembrava un affare privato, increscioso per i protagonisti che non prevedevano sarebbe diventato di dominio pubblico. Guardando bene, però, qualcosa ha attirato l’attenzione degli inquirenti. Tra una performance e l’altra, infatti, sarebbe saltata fuori una polverina che dava nuovo slancio alle coppie. Una volta stabilito se la sostanza è ciò che sembra, per Antonio Saba potrebbero arrivare nuovi guai giudiziari.
Perché se il consumo di sostanze stupefacenti non è reato, lo è la loro cessione. Parte da qui l’interesse degli inquirenti per le avventure amorose del ristoratore. E mentre i carabinieri lavorano, si accende la curiosità sulla identità delle disinibite donne che tra il primo e il secondo si concedevano piacevoli intervalli in compagnia di Saba.
Diventa pruriginosa e potrebbe coinvolgere alcune signore, forse ancora ignare di essere state riprese mentre facevano sesso nel retrobottega di un ristorante di tendenza, l’inchiesta sul quarantatreenne accusato di avere avuto una storia d’amore proibita con una tredicenne. Dal materiale sequestrato l’8 aprile nell’ufficio de «Il Cenacolo» dopo l’arresto di Antonio Saba sono saltati fuori alcuni filmini amatoriali che sembrano realizzati dal ristoratore. Non fosse altro perché lui è il protagonista maschile di performances su un divano sovrastato da uno specchio in posizione strategica. Una telecamera fissa ha ripreso gli amplessi di Saba con partners femminili consenzienti e adulte. Non certo ragazzine minorenni, insomma, come quella che con la sua denuncia aveva fatto scattare una inchiesta che ad aprile aveva fatto finire dietro le sbarre il ristoratore. Ora le signore saranno chiamate a spiegare la natura della polvere comparsa tra un abbraccio e l’altro e, soprattutto, chi abbia fornito il fuoriprogramma. Non sembra saranno ammesse risposte vaghe perché le immagini, assicura chi le ha viste, parlano chiaro e mostrano (anche) i volti delle protagoniste dei festini.
Antonio Saba, che sta aspettando agli arresti domiciliari la conclusione della inchiesta principale, dovrà imputare alla sua vanagloria virile l’eventuale nuova disavventura giudiziaria. Perché sarebbe stato proprio lui a mettere, inconsapevolmente, nelle mani degli inquirenti le eventuali prove filmate del consumo di sostanze vietate.
C’erano anche quelle videocassette, oltre ad alcune cassette di film porno recitati da attori professionisti, tra il materiale consegnato dalla Procura della Repubblica al consulente informatico che ha passato al setaccio la memoria del computer e del telefonino di Antonio Saba. Le relazioni conclusive dell’esperto sono state messe a disposizione dell’avvocato Giuseppe Conti, difensore del ristoratore. Una copia degli atti è stata notificata anche all’avvocato Agostinangelo Marras, che assiste in qualità di difensore di persona offesa i genitori della minore.
L’ingegnere incaricato dal sostituto procuratore Gianni Caria cercava tracce di mail, telefonate o sms intercorsi tra Saba e la ragazza che ha detto di essere stata indotta da lui ad avere due rapporti sessuali. Uno nella Bmw del ristoratore (dove però non sono state trovate tracce di Dna umano) e un altro nell’ufficio del suo maturo spasimante. Locale all’interno del ristorante di via Ozieri che la quattordicenne (ma non aveva ancora compiuto gli anni quando avrebbe consumato il primo rapporto) ha minuziosamente descritto ai carabinieri della stazione e della compagnia.
Non è un caso che, dopo avere notificato all’indagato l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Salvatore Marinaro, l’8 aprile i carabinieri abbiano videofilmato ogni angolo del ristorante, dedicandosi con scrupolo soprattutto all’ufficio di Saba. La descrizione del locale fatta dalla ragazza prima di questo accertamento coincide con lo stato dei luoghi accertato dai carabinieri. Questo dettagliatissimo racconto di un ambiente non visibile dai frequentatori del ristorante rappresenta, al momento, il principale riscontro probatorio a carico dell’imputato. Ci sono poi gli sms che l’uomo avrebbe mandato alla tredicenne, compreso quello di auguri per il suo quattordicesimo compleanno. Messaggio che, se confermato, rappresenterebbe la prova del fatto che Antonio Saba fosse consapevole dell’età della ragazza.
Sull’ormai famoso divano dell’ufficio de «Il Cenacolo» non sono state trovate tracce del Dna della ragazzina. E non c’è la tredicenne nei filmini amatoriali sequestrati nell’ufficio di Antonio Saba. Le donne riprese dall’occhio della videocamera del ristoratore sono adulte, consenzienti e, sembra, anche molto soddisfatte. Lo saranno meno nei prossimi giorni.

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Lo diceva anche Gullit: Il sesso prima della partita fa benissimo.

La conferma da recenti studi scientifici.
(Alessandro Sichera - Cronaca qui) Rudd Gullit, il tulipano coi treccioni, che faceva sognare il Milan di Arrigo Sacchi, è entrato nella leggenda per la sua abitudine di fare sesso prima delle partite. Prima erano solo dicerie, ora è ufficiale.

La conferma, infatti, da recenti studi condotti da due urologi, l'austriaco Christian Kratzik e l'americano K. Montagne.Tutta l'attività fisica in generale fa bene al corpo. Dunque anche quella sessuale, fa bene agli sportivi professionisti

"Il sesso può rappresentare un momento di assoluto relax in cui scaricare l'angoscia, non solo a livello fisico ma anche psicologico. Una sana attività sessuale - dice la dottoressa Francesca Romama Tiberi - dà la possibilità ad un atleta che soffre fortemente l'ansia pre-gara di abbassarla e, quindi, di affrontare la prestazione sportiva in modo più lucido e funzionale".

Attenzione però, sottolineano gli esperti, il sesso deve essere fatto intelligentemente e non dopo i bagordi di una notte. Infatti, un incontro breve, ma coinvolgente sul piano affettivo-sessuale può migliorare addirittura le prestazioni.

Il calo di rendimento si osserva proprio a seguito di incontri sessuali di natura occasionale, caratterizzati dalla mancanza di tutte quelle componenti psichiche che nutrono lo spirito e bilanciano il dispendio energetico.

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Europa. Gaypride, è l'ora di Budapest blindata dalla polizia.

Nella giornata di ieri Gabor Szetey ha lanciato un appello a partecipare numerosi sabato alla parata.
(Ansa) In un cinema del centro e in alcuni pub frequentati da gay della capitale ungherese e' cominciato ieri a Budapest il Festival degli omosessuali. La tradizionale manifestazione si chiudera' sabato con la parata del gay pride, mentre parallelamente si svolgera' una contro-dimostrazione di estremisti che vogliono impedire la sfilata gay. Alcuni giorni fa in un locale gay del centro e' stata lanciata una bottiglia incendiaria causando solo danni materiali. La polizia indaga, e vuole garantire con un servizio di emergenza la sicurezza dei partecipanti della parata di sabato. All'inaugurazione del Festival, l'eurodeputata socialista Katalin Levai ha detto che vent'anni dopo il ritorno della democrazia in Ungheria, la discriminazione, il razzismo e l'omofobia sono piu forti che mai. ''Ogni giorno vediamo sulle strade, le piazze, gli stadi o sui giornali i segni delle ideologie razziste, dell'odio contro gruppi etnici o diversita' sessuale'', ha detto la Levai. Alla cerimonia e' stata letta anche una lettera del presidente del gruppo socialista del Parlamento europeo Martin Schulz in cui si condanna la discriminazione e la diversita' sessuale. Un anno fa, all'inaugurazione del Festival, l'allora sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gabor Szetey, aveva dichiarato pubblicamente la sua omosessualita': il primo caso di 'outing' in Ungheria di un personaggio pubblico. Oggi Szetey ha lanciato un appello a partecipare numerosi sabato alla parata.

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La Carfagna deve dimettersi: non si diventa ministro perchè piace a Berlusconi.

(Filippo Facci - Il Riformista) Mi spiace, continua a non andarmi giù, e non m'interessa quel che si dice in giro, vorrei che non fossero necessarie intercettazioni o schifezze varie perchè Mara Carfagna debba dimettersi da ministro: lo stato dell'arte mi pare più che sufficiente. Abbiamo un governo che prosegue la sua favolosa luna di miele coi propri elettori e abbiamo un ministro che resta agli ultimi posti per popolarità: e una ragione ci sarà pure, forse più d'una. Ho anche difficoltà a scriverne: mi sembra di sparare sulla croce rossa e, d'altra parte, ho il terrore che lei possa nuovamente rispondermi come già fece su questo stesso giornale, mettendomi in imbarazzo e peggiorando la sua situazione.

D'accapo, dunque. Mara Rosaria Carfagna dovrebbe dimettersi perchè tutto sommato è un danno per il governo cui appartiene. Dovrebbe dimettersi non per ciò che intrinsecamente è (non ci permettiamo giudizi personali) ma per come è dimostrato che venga recepita da chi l'ha indirettamente votata, oltre che da chi non l'ha votata. Se altre ministre-outsider svettano, rispetto a lei, è perchè il suo è probabilmente un caso limite, il punto di non ritorno per un elettorato cui puoi propinare quasi tutto ma non tutto. Mara Carfagna ha cominciato a fare politica nel 2006 e a metà del 2008 è diventata ministro: è troppo, punto. Fosse anche vero che «le pari opportunità devono essere garantite anche al ministro che deve difenderle», come ci disse cortesemente lei, a tutto c'è appunto un limite, e questo limite per qualche ragione è diventato lei.

Probabilmente a tanti italiani non importa niente che il Parlamento (recepito ormai come una camera di compensazione burocratica, più che democratica) ridondi di belle signorine la cui apparenza non inganna: ma per un ministero è diverso, perchè le pari opportunità che portino un qualsiasi cittadino a diventare ministro dovrebbero ossequiarsi a percorsi più riconoscibili e meno apparentemente casuali. Forse la scarsa popolarità di Mara Carfagna è a suo modo un segno di maturazione del Paese.

Per farla breve: diventare ministri perchè si piace a Berlusconi dev'essere possibile a condizione che non lo si sappia, o a condizione che anche senza saperlo non venga da pensarlo. Mara Carfagna, nella lettera che scrisse al Riformista, diceva tra l'altro: «Temo che negli anni passati. mentre io suonavo la "Patetica" di Beethoven al Conservatorio, danzavo nel "Lago dei Cigni" di Cajkovskij, gareggiavo agonisticamente nel nuoto stile libero, divoravo la letteratura francese dell'Ottocento e mi laureavo a pieni voti, Facci fosse fisso con lo sguardo sullo schermo di Piazza Grande a guardare le mie scollature. Non avrei mai immaginato che un uomo intelligente come lui fosse caduto così in basso fermandosi all'apparenza». La verità era anche più terribile: io non mi ero fermato neppure all'apparenza. Prima del 2006 non avevo neppure mai sentito nominare Mara Carfagna in vita mia, e faccio il giornalista da più di vent'anni.

Infine: se volessimo cedere alla retorica di giudicare il ministro Carfagna solo per il suo operato, ecco, a mia personalissima opinione andrebbe anche peggio. Le sue dichiarazioni sulle coppie omosessuali e sul gay pride sono state dannose e soprattutto inutili. Da eterosessuale senza tentennamenti (oggigiorno occorre ancora specificarlo) mi è difficile non condividere quanto pensa per esempio un pidiellino come Benedetto Della Vedova: un partito che rappresenta il 40 per cento degli elettori (tra cui giocoforza moltissimi omosessuali) dovrebbe cominciare a chiedersi perchè partiti appartenenti al Ppe di grandi paesi come la Francia, la Germania e la Spagna diano pieno riconoscimento giuridico delle convivenze omosessuali: il che non comporta né l'estensione dell'istituto del matrimonio né l'estensione di costosi benefici di welfare. Comporta solo fare uno sforzo di modernizzazione del Paese, anche di questo.

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Si cerca di superare il caso Bertozzo. La proposta e' farla parlare al pride di Catania.

La comunità glbt lacerata dall'arresto dell'attivista di Facciamo Breccia.
(Benedetta Aledda - Liberazione) La coda spiacevole e inaspettata del festoso Pride di Bologna, il fermo dell'attivista di Facciamo Breccia Graziella Bertozzo, continua a far discutere il movimento lgbt. Secondo il Comitato promotore, «la signora Bertozzo» durante la manifestazione di sabato scorso «ha ripetutamente e arrogantemente tentato di accedere al palco rivendicando una titolarità che non aveva» e «ha assunto atteggiamenti pesantemente offensivi e fisicamente violenti (...) costringendo una delle volontarie a richiedere il supporto delle forze dell'ordine». Affermazioni a cui Marcella Di Folco, una dei portavoce del Pride, non ha apposto la propria firma: «E' un comunicato troppo duro», spiega la presidente del Mit che, come organizzatrice, dice di sentirsi in parte responsabile per un episodio sfuggito di mano al servizio d'ordine.

Si dicono stupiti e addolorati dell'atteggiamento di Di Folco Aurelio Mancuso e Francesca Polo, i due presidenti nazionali che firmano una «presa di posizione di Arcigay e di Arcilesbica nei confronti di Facciamo Breccia»: l'accusa a Bertozzo è di aver «creato un incidente di cui è la sola responsabile»; le negano ogni solidarietà e annunciano di chiudere ogni rapporto politico con Facciamo Breccia, a sua volta accusata di comportamenti sleali.

Per il Comitato promotore del corteo di Bologna, invece, i due episodi, il fermo di Bertozzo e la corsa dei suoi compagni per srotolare lo striscione durante l'intervento di Porpora Marcasciano (che parlava per il Mit), sono distinti. Il primo viene letto come «improvvisa e incomprensibile violenza (...) espressa da una lesbica all'interno di un contesto pacifico come il pride»; il secondo come una scelta «incoerente, irrispettosa e prevaricante» da parte di chi non ha condiviso il documento politico della manifestazione. Il presidente Flavio Romano e i portavoce Paola Brandolini ed Emiliano Zaino si dicono certi che «entrambe le situazioni avrebbero potuto essere discusse e risolte con modalità diverse», senza il ricorso alla polizia e alla presa del palco. «Falso parlare di polzia sul palco», ribattono a Facciamo Breccia, perché gli agenti erano «nel backstage». I No-Vat replicano dal loro sito: «L'uso della polizia per la gestione del dissenso interno ad un movimento è la fine della politica, significa scivolare verso lo stato di polizia». Il risvolto più grave della vicenda è dal loro punto di vista l'attacco personale a una lesbica tramite l'arma tipica della repressione misogina: «l'accusa di isteria violenta».

Perché c'era la polizia in borghese vicino al palco e perché l'agente che ha bloccato Bertozzo non si è identificato come poliziotto? Sono le domande che i parlamentari del Pd Marco Beltrandi e Matteo Mecacci porranno al ministro degli Interni, chiedendogli di verificare cosa sia successo in piazza VIII agosto.

In una lettera Porpora Marcasciano si dichiara incredula che il servizio d'ordine abbia preso una esile donna cinquantenne per Schwarzenegger. «Questo il clima dell'Italia che dà i suoi frutti», prova a interpretare Marcasciano: la voglia di festeggiare viene intepretata come un pericolo.

Sul sito di Fb si moltiplicano gli attestati di solidarietà a Graziella. All'interno delle associazioni che hanno organizzato il Pride emerge qualche posizione dissonante: Eva Mamini, della segreteria nazionale di Arcilesbica, per esempio, si dissocia dal comunicato ufficiale sostenendo che la critica legittima al comportamento di Fb non giustifichi il ricorso alla polizia e non debba far venir meno la «solidarietà a una lesbica arrestata durante un pride».

Sabato 5 l'orgoglio omosessuale e transessuale sfilerà a Catania, dove il comitato promotore alla fine ha ottenuto di concludere, come tradizione, nella piazza dell'Università, inizialmente negata dal Comune. Perché non invitare Graziella Bertozzo a parlare dal palco di Catania, a chiarire quello che è successo a Bologna? E' l'invito rivolto al comitato catanese da Saverio Aversa, responsabile nazionale Diritti e culture delle differenze del Prc, e Sergio Rovasio, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti: sarebbe un modo, si augurano, «per riprendere serenamente e rafforzati la difficile e lunga battaglia per i diritti negati».
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Ndr. Incredibile, fatti, parole e slogan che ci riportano indietro di almeno trent'anni, al periodo degli anni di piombo e dei movimentini extraparlamentari sempre in lotta tra loro. Siamo ancora alle "piattaforme" ed ai documenti politici e poi pretendiamo di portare a casa qualcosa con quest'aria di omostalinismo. Quando andate a casa?

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Fiocco rosa per l'uomo incinto. Thomas ha partorito una bimba.

Usa, Beatie aveva cambiato sesso ma ha conservato i genitali femminili. La moglie, che non può avere figli, lo ha aiutato nell'inseminazione artificiale. "Un figlio non è un desiderio femminile, né maschile. E' un bisogno umano".

(La Repubblica) L'uomo incinto ha partorito una bambina. Thomas Beatie, il transgender che aveva fatto molto parlare di sé negli ultimi mesi, ha dato alla luce una bambina domenica. La notizia è stata diffusa dalla Abc news. Il parto, avvenuto nell'ospedale di Bend, nell'Oregon, è stato naturale. "La bambina sta bene ed è molto graziosa" ha affermato una fonte dell'emittente americana.

Beatie, 34 anni, hawayano, ha cambiato sesso legalmente dieci anni fa, quando il suo nome era ancora Tracy Lagondino. Un'operazione chirurgica in cui si era fatto rimuovere il seno e una lunga terapia ormonale, hanno cambiato il suo aspetto estetico, che adesso è quello di un uomo. Nonostante questo, aveva scelto di mantenere gli organi genitali femminili, per potere partorire un figlio. L'annuncio della gravidanza, diffuso lo scorso aprile, lo ha reso celebre in tutto il mondo.

E' stata la moglie Nancy, 45 anni - che non poteva più avere figli perché aveva subito un'isterectomia - ad aiutare Beatie a rimanere incinta. La tecnica è stata quella dell'inseminazione artificiale. Quando i due hanno preso la decisione, nessuna clinica aveva accettato di assisterli. Per questo l'operazione è stata fatta in casa con una siringa e lo sperma di un donatore esterno. La prima volta è rimasto incinta di due gemelli ma era una gravidanza extrauterina: ha perso i feti e una tuba di falloppio. Al secondo tentativo tutto è andato per il meglio. "Avere un bambino non è un desiderio femminile, né maschile - aveva dichiarato Beatie - E' un bisogno umano. Sono una persona e dunque ho diritto ad un figlio biologico".
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La Commissione Ue vara la direttiva contro le discriminazioni.

E' basate su età, disabilità, tendenze sessuali, e convinzioni.
(Apcom) La Commissione europea ha a approvato, oggi a Bruxelles, una proposta di direttiva che instaura un regime generale di tutela contro le discriminazioni, al di là di quelle sul posto di lavoro, oppure basate su sesso, razza e origine etnica, che sono già sanzionate dall'attuale legislazione comunitaria. In questo caso, la protezione riguarda invece la discriminazione fondata sull'età, le disabilità, le tendenze sessuali e la religione o le convinzioni personali, in tutte le circostanze della vita sociale, e in particolare quando un cittadino deve accedere a beni o servizi.

La direttiva, che è stata illustrata in una conferenza stampa del commissario europeo responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, Vladimir Spidla, mira ad assicurare la parità di trattamento negli ambiti della protezione sociale (compresa la sicurezza sociale e l'assistenza sanitaria), l'istruzione e l'accesso a beni e servizi commercialmente disponibili al pubblico, compresi gli alloggi. Le nuova normativa vieterà la discriminazione diretta e indiretta nonché le molestie e la vittimizzazione.

Ad esempio, non sarà più possibile per i gestori di un albergo rifiutare una camera a una coppia di omosessuali, e il vincitore di un viaggio 'con partner' in un concorso a premi non dovrà per forza portare con sé una persona di sesso diverso dal proprio. Allo stesso modo, per i disabili la non discriminazione comporterà un principio di accessibilità generale, e le barriere architettoniche che impediscono a migliaia di loro di condurre la propria vita in modo normale dovranno essere rimosse, se è ragionevolmente possibile farlo, evitando di imporre un onere sproporzionato agli erogatori di servizi, e tenendo conto delle loro dimensioni e risorse. Un altro esempio è quello dei contratti d'assicurazione, che non potranno essere negati per principio a disabili o ad anziani; anche se, comunque, l'età e le condizioni di salute saranno prese in conto nell'analisi del rischio per quantificare il premio di un'assicurazione vita.

Alcuni Stati membri dispongono già di una protezione antidiscriminazione molto estesa su scala nazionale, ma per altri la direttiva sarà l'occasione di migliorare i propri standard; si creeranno così condizioni eque in tutta l'Ue. L'iniziativa era stata ripetutamente sollecitata dal Parlamento europeo, e il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, è stato praticamente costretto a metterla nell'agenda dell'Esecutivo comunitario durante il processo di conferma del nuovo commissario alla Giustizia, il francese Jacques Barrot, per evitare che insorgessero con gli eurodeputati della commissione Libertà pubbliche problemi simili a quelli che portarono alla bocciatura di Rocco Buttiglione, tre anni fa. Barroso, che pure si era impegnato per la direttiva, temeva le reticenze di alcuni Stati membri, in particolare la Germania (che teme che le nuove norme comporteranno nuovi costi per le imprese) e la Polonia. Ci sarebbero già, comunque, 22 paesi su 27 favorevoli.

La direttiva si applicherà ai privati soltanto nella misura in cui espletino delle attività commerciali. Gli Stati membri rimarranno comunque liberi di mantenere misure atte ad assicurare la laicità dello Stato (come il divieto del foulard o di altri simboli religiosi nelle scuole e negli edifici pubblici) o a tutelare lo status e le attività delle organizzazioni religiose (per cui una scuola religiosa cattolica potrà rifiutare l'iscrizione di un musulmano, se lo consente la legge nazionale). La direttiva, inoltre, non avrà effetti su prassi invalse quali ad esempio gli sconti per i cittadini anziani (ad esempio tariffe agevolate sugli autobus, i treni e nei musei) ovvero limitazioni d'età per l'accesso a certi beni (ad esempio le bevande alcoliche per i giovani) per ragioni di salute pubblica. Le nuove norme, infine, sono del tutto neutrali rispetto alle questioni di diritto di famiglia, come i matrimoni omosessuali, ha precisato Spidla.

"Il diritto a un trattamento equo è fondamentale, ma milioni di persone nell'Ue continuano a scontrarsi contro la discriminazione nella vita quotidiana. Dobbiamo assicurare una parità di trattamento contro tutti i tipi di discriminazione" ha affermato il commissario durante la conferenza stampa. E ha concluso: "Le misure che proponiamo sono proporzionate e ragionevoli, e assicurano la certezza del diritto per le imprese e gli utilizzatori di beni e servizi, rispettando nel contempo le esigenze specifiche dei diversi settori nonché le diverse tradizioni nazionali".

Secondo le inchieste d'opinione dell'Eurobarometro una grande maggioranza di cittadini europei è a favore di una simile normativa: il 77% è a favore di misure volte a tutelare i cittadini da discriminazioni nel campo dell'istruzione e il 68% plaude a misure in materia di accesso a beni e servizi.

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