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mercoledì 13 agosto 2008

Osservatore Romano, bene Lambeth, Anglicani diventano piu' 'chiesa'.

(Asca) L'impulso dato dalla Conferenza di Lambeth per risolvere la crisi che attraversa da anni e' sicuramente ''promettente'' e il processo adottato dagli anglicani in questa fase cosi' delicato e' assolutamente ''trasparente'': a valutare in maniera complessiva l'esito dell'incontro dei vescovi anglicani e' mons. Donald Bolen, responsabile del 'dossier' anglicano presso il Pontificio consiglio per l'unita' dei cristiani. Mons. Bolen pubblica oggi un ampio articolo nell'edizione inglese dell'Osservatore Romano su contesto, aspetti ecumenici e risultati della Lambeth Conference. Gli anglicani, a livello mondiale, sono da anni sull'orlo dello scisma per il contrasto tra alcune diocesi 'liberali' dei Paesi ricchi, soprattutto negli Stati Uniti, che hanno ordinate preti e persino un vescovo gay e permettono benedizioni di unioni omosessuali, e quelle 'conservatrici' del Sud del mondo, che hanno in larga parte boicottato la conferenza. Circa un quarto dei vescovi anglicani non sono andati a Lambeth, tra cui tutti quelli della Nigeria, la provincia anglicana piu' popolosa. Accanto a questo problema, c'e' la questione dell'ordinazione delle donne, come preti e come vescovi, che pero' non divide tanto (anche se i contrasti non mancano) gli anglicani al loro interno quanto, scrive Bolen, ''ha effetto sull'obiettivo del dialogo anglicano-cattolico'' perche' ''impedisce alla Chiesa cattolica di riconoscere la validita' delle ordinazioni anglicane''. E tuttavia, in un momento cosi' grave, Bolen osserva che dalla Conferenza (che non ha nessun potere decisionale concreto) e' emersa una ''direzione'', quasi una 'via d'uscita' dalla crisi, con l'indicazione di ''elementi a breve e lungo termine per un rafforzamento della Comunione anglicana''. Paradossalmente, gli anglicani stanno pensando di 'cattolicizzare' la loro Comunione (fino ad oggi un network guidato solo simbolicamente dall'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams): e' questo il senso del Covenant, un ''patto'' in via di perfezionamento che dovrebbe dotare gli anglicani a livello mondiale di strutture e procedure piu' chiare e efficaci. Se, scrive Bolen, gli anglicani andranno verso ''una maggiore stabilita' ecclesiologica e se si realizza una coerenza all'interno della Comunione Anglicana, questo sviluppo verra' con ogni probabilita' accolto e sostenuto dalla Chiesa cattolica''. Gli anglicani, per il Vaticano, non sono piu' ''allo stesso punto di prima della Conferenza. Sta emergendo un senso di 'direzione', che chiarira' qual e' il ruolo della Comunione anglicana''. L'articolo accoglie anche favorevolmente il modo in cui la Conferenza e' stata ''ecumenica''. In totale sono 15 i cattolici che hanno aprtecipato ai lavori in diverse fasi e, poiche' l'obiettivo di Lambeth era piu' 'spirituale', con l'accento sulla conoscenza reciproca e il dialogo in piccoli gruppi, e senza votazioni, i rappresentanti del Vaticano sono stati ''partecipanti attivi''. L'intervento del card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l'unita' dei cristiani, sara' ''suonato troppo duro a chi non e' abituato al rigore del dialogo ecumenico'' ma, aggiunge Bolen, gli ''anglicani hanno ringraziato il cardinale per la sua onesta' e la sua 'amicizia critica'''; d'altra parte, era stato lo stesso Williams a chiedergli di porre ''domande scomode''. In questo modo, conclude Bolen, ''i cattolici hanno sperimentato la serieta' degli anglicani a prendere sul serio le preoccupazioni espresse dai loro partner ecumenici''.

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Famiglia Cristiana rilancia: “Speriamo non rinasca il fascismo”.

Censimento dei nomadi

(Panorama) Mica si tira indietro Famiglia Cristiana. Al polverone sollevato dopo l’ennesimo “numero anti governativo”, alle accuse di “cattocomunismo” lanciate da esponenti del centrodestra, il periodico dei paolini risponde citando un rapporto dell’organizzazione Esprit, si augura che “non sia vero il sospetto” che in Italia stia rinascendo il fascismo “sotto altre forme”.

In un editoriale firmato da Beppe del Colle, il settimanale cattolico torna a criticare aspramente le misure varate dal governo italiano in tema di sicurezza, soprattutto “la sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom” e ricorda come in Europa sia tornata alla mente, “come un simbolo”, la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss.
Tutto questo a meno di 24 ore dalla prima sassaiola partita da Famiglia Cristiana, che ha definito “gioco con i soldatini, neanche fossimo in Angola” le misure sulla sicurezza prese dalla maggioranza del “presidente spazzino”. “Ora basta”, si legge nell’editoriale sul numero in edicola di questa settimana che replica soprattutto al sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi. Giovanardi, scrive Famiglia Cristiana, “non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale. Nessuna autorità religiosa” puntualizza il settimanale “ci ha rimproverato nulla del genere. Siamo stati, siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi ‘eticamente irrinunciabili’: divorzio, aborto, procreazione assistita, eutanasia, dico, diritti della famiglia; abbiamo condannato l’inserimento dei radicali nelle liste del Pd. E ora basta”. “Non siamo mai cambiati” aggiunge del Colle “nel modo di affrontare le realtà del mondo con spirito di cristiani. Eppure, di tanto in tanto arrivano lettere: siete cattocomunisti. Perchè? Perchè critichiamo l’attuale Governo, come abbiamo fatto con tutti i Governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo”.
Nell’editoriale, Famiglia Cristiana ribadisce tutte le sue critiche alla “sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom, aggiungendo violenza alla loro esistenza già piena di violenze anche da parte dei genitori”. “Se ne sono accorti in tutta Europa, dove resta vivo l’orrore della discriminazione sociale delle minoranze: quella foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta” ricorda Del Colle “alla memoria come un simbolo. Per questo il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio europeo hanno protestato. Esprit ha scritto: ‘Gli italiani sono incredibilmente duri contro i romeni e gli zingari’. Sarà ‘incredibile’, ma è vero. Speriamo” conclude Famiglia Cristiana “che non si riveli mai vero il suo sospetto che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo”.
E la polemica torna a montare. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, che aveva tacciato Famiglia Cristiana di criptocomunismo, ha già annunciato querela al direttore del settimanale Don Antonio Sciortino per le espressioni ingiuriose usate nei suoi confronti. Un attacco che il capogruppo del Pdl definisce una “caduta di stile di una persona travolta da un crollo di vendite, oggi documentato anche dal Sole 24 Ore“. Il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli, infatti, pubblica oggi un’inchiesta che mette in luce la “crisi in edicola” per il settimanale dei Paolini. Per Gasparri inoltre nel settimanale “c’è una ridicola voglia di protagonismo da parte di chi dirige male un giornale che non rappresenta le gerarchie della Chiesa”.
La replica del direttore Sciortino è che il settimanale non ha come bersaglio preferito il governo Berlusconi, a cui, sostiene il direttore siciliano, “pure abbiamo dato credito, tant’è che ho definito l’illustrazione del premier alle Camere un discorso da statista”. Semplicemente la rivista si schiera, come recita il nome, al fianco delle famiglie (cristiane). Quelle che non arrivano a fine mese, quelle che “vanno nelle mense della Caritas anche alla metà del mese per mangiare”, si legge nell’intervista rilasciata La Stampa. Una crociata dunque non politica ma ideologica. Nel senso cristiano del termine. “Le nostre posizioni sono perfettamente allineate a quelle del cardinale Martino” si è difeso il direttore del settimanale. “Il quale invita a combattere la povertà, non i poveri che rovistano nei cassonetti”.
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In sala c'è «Sex and the city», coppia fa sesso nei bagni.

Gli spettatori li cacciano via: Durante l'intervallo della proiezione, alcune persone sono andate in toilette e hanno sorpreso i due in effusioni roventi.

(Il Corriere del mezzogiorno) Galeotto è stato il film questa volta. Così è successo che a Minori, in Costiera Amalfitana, mentre una coppia assisteva a un film, fra l'altro normalissimo, "Sex and City", ha pensato bene, presi da improvviso desiderio, di appartarsi nei bagni del cinema. Così, all'intervallo della proiezione, alcuni spettatori si sono recati in bagno. E così hanno sorpreso la coppia intenta in effusioni roventi. Addirittura alcuni astanti, dopo aver bussato con insistenza alla porta del bagno della sala...

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Sciatteria e disorganizzazione. Quel "Mardi gras" tenuto nascosto in Versilia.

Concerti e show, ma l’evento non è pubblicizzato.

(Il Tirreno) Il Mardi Gras (ribattezzato dagli organizzatori “Friendly Versilia Night”) ha aperto i battenti domenica sera. La festa ha ospitato anche volti noti della politica (in primis l’ex parlamentare Franco Grillini) e del pentagramma italiano e internazionale, da Ambra Angiolini (che si è esibita ieri sera) a Paola e Chiara, oltre ad un simpatico mercatino e varie iniziative di contorno, tutte ideate e realizzate dai locali del lungomare torrelaghese.

Ma di tutto questo, lo scopriamo ieri, perfino gli abitanti della frazione pucciniana ne sanno poco o niente. Lungo le strade non ci sono manifesti o volantini che pubblicizzano l’evento, il sito che da sempre rappresenta la base telematica della manifestazione (www.friendlyversilia.it) riporta addirittura date errate (9-12 agosto) e indica un art-director, Fabio Canino, che tale non è più da parecchio tempo, come confermano gli stessi organizzatori. I vigili di Viareggio, in servizio ogni sera sul posto, non ricordano serate particolarmente intense dal punto di vista del traffico, e anche i cittadini confermano che di movimento, rispetto alle edizioni precedenti del Mardi Gras, sembra ce ne sia molto meno.

«Non abbiamo i numeri di una volta - conferma Regina Satariano - e avevamo già messo in preventivo un’edizione in tono minore. La stessa decisione di non presentare le serate con il marchio Mardi Gras, ma come Friendly Versilia Night, conferma ulteriormente la nostra volontà di fare del 2008 un’annata di transizione, per rilanciare la manifestazione con tutti i crismi il prossimo anno».

La gestazione del Friendly Versilia Night, in effetti, è stata parecchio travagliata: le date ufficializzate solo a luglio, la corsa last minute agli sponsor, qualche intoppo interno (Gay.it, che gestisce il sito di Friendly Versilia, ha chiuso il 1º agosto senza aggiornare le pagine del Mardi Gras) e la burocrazia del caso da risolvere in fretta. «L’amministrazione ci ha dato una grossa mano - aggiunge Regina - il rischio vero era non riuscire a fare la manifestazione, perché dalla Campania, dall’Emilia Romagna e dalla Sicilia in molti avevano già prenotato da tempo per partecipare alle serate». Stasera si chiude con “Il meglio di Miss Drag Queen”, esibizione delle protagoniste dell’ultimo concorso.

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Unioni civili. 60 sindaci puntano sui registri anche se il numero degli iscritti resta ridotto.

L'intervento dei sindaci non elimina le criticità.

(Il Sole 24ore) Eleonora Della Ratta Michela Finizio) Il primo è nato quindici anni fa nel Comune di Empoli, in Toscana,l'ultimo lo scorso 23 luglio a Napoli, nella Municipalità del Vomero. Sono i registri delle unioni civili a cui si possono iscrivere le coppie di fatto (637mila secondo i dati Istat del 2006). A oggi se ne contano quasi 60, ma non esiste un coordinamento nazionale che raccolga le iniziative.

In mancanza di una legge nazionale che riconosca la convivenza more uxorio molte città hanno deciso di anticipare il legislatore, istituendo un elenco per dare un riconoscimento alle coppie di fatto iscritte. Si tratta di un riconoscimento che non implica alcun diritto specifico e non modifica lo stato civile dal punto di vista anagrafico.

Ogni anno si allunga la lista delle giunte comunali che votano per l'approvazione del registro. Tra le grandi assenti emergono soprattutto Milano, Roma e Torino, in particolare dopo la recente decisione di Napoli. Tra gli ultimi arrivati c'è l'amministrazione di Sesto Fiorentino, che ai primi di luglio ha approvato l'istituzione dell'elenco.

Non si riscontra, però, molto successo da parte della cittadinanza visto lo scarso numero di iscrizioni. A Padova in poco più di un anno hanno chiesto la registrazione 28 coppie, delle quali due omosessuali: «I certificati rilasciati valgono tre mesi ma spesso non vengono rinnovati alla scadenza –spiegano dal Comune – Sul mancato rinnovo incide il costo delle marche da bollo, oltre al fatto che il certificato non ha alcun valore legale».

Anche in Toscana il numero degli iscritti cala di anno in anno. A Firenze si sono iscritte 57 coppie in sette anni (tra cui sette omosessuali).

Nei due Comuni toscani di Scandicci e Campi Bisenzio rispettivamente 15 e 3 in nove anni. Alcune amministrazioni, inoltre, dopo la delibera del consiglio comunale, non hanno ancora redatto il regolamento necessario per dare il via alle iscrizioni.

Recentemente, invece, i riflettori si sono accesi sul tema dei figli e del loro rapporto coni genitori conviventi. La parlamentare Alessandra Mussolini, presidente Pdl della Commis-sione per l'Infanzia, alcune settimane fa ha invitato la politica ad autorizzare le adozioni anche per i single e le coppie di fatto.

L'Italia ha già recepito convenzioni internazionali in materia, tra cui quella di Strasburgo del 1967, che estendono le adozioni anche ai single, ma solo in casi particolari,e l'eventuale revisione della norma infiammerebbe subito il dibattito politico.

Intanto è la giurisprudenza a fare i primi passi: per la prima volta l'anno scorso la Corte d'Appello di Roma (17 luglio 2007) ha riconosciuto la possibilità a due genitori conviventi e non sposati che avevano scelto di separarsi di decidere, con accordo consensuale, l'affido dei figli, così come avviene in caso di divorzio. Una possibilità finora negata: in caso di coppie di fatto la decisione spetta di norma al Tribunale dei Minori.

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Per soldi? Chiambretti va a Mediaset: "Tv virtuosa".

L'ironia del conduttore: sognavamo tutti di morire comunisti.

(Il Corriere della Sera) Sempre più vicino a Mediaset Piero Chiambretti. Tv Sorrisi e Canzoni nel numero in edicola oggi rivela che il conduttore e anima di Markette sta chiudendo in questi giorni il contratto che lo legherà alle reti di Cologno Monzese per i prossimi anni.

«Con La7 il mio contratto è scaduto — conferma Chiambretti —, ma ci sono ancora alcune piccole questioni da sistemare e di questo si sta occupando il mio agente. Non voglio fare come quei calciatori che giocano con due maglie, rischiando una brutta fine. Per il resto, posso aggiungere: sognavamo tutti di morire comunisti. E in ogni caso, "in Mediaset stat virtus"». Se sono quasi certi l'orario di messa in onda (la seconda serata) e la collocazione (Italia 1), poco si sa ancora del nuovo format che segnerà il debutto del conduttore sulle reti del Biscione. Si tratterà quasi sicuramente di un talk show che potrebbe avvicinarsi più allo stile di Chiambretti c'è che non al trasgressivo Markette. Del resto i segnali che portavano a questa soluzione negli ultimi tempi non erano mancati. A giugno l'annuncio che l'esperienza su La7 poteva dirsi conclusa, dopo il cambio al vertice della rete che però, a dire del conduttore, non influiva nella sua decisione. «Markette ha realizzato un suo percorso — raccontava Chiambretti, 52 anni compiuti lo scorso 30 maggio — e io avevo deciso di chiudere il programma ancor prima che arrivassero i nuovi amministratori. Una trasmissione di quella forza ed efficacia deve chiudere al massimo, come una "leggenda", non tirata per i capelli. A marzo ho avuto la chiara e netta sensazione che Markette aveva chiuso».

Questo il suo ragionamento: «La trasmissione poteva andare avanti per anni, essendo ogni sera diversa, ma lo spirito che la animava, il gruppo che si era formato, aveva raggiunto la maturità. Quattro anni, per un totale di otto serie, sono un ottimo lavoro. Sono convinto che il programma abbia incrementato la visibilità della rete e dunque raggiunto la "mission" che ci eravamo dati con Antonio Campo Dall'Orto (l'ex direttore di rete)». Chiusa l'esperienza di La7, pareva naturale che per Chiambretti si riaprissero le porte della Rai dove il conduttore ha lavorato per vent'anni. Dal direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce solo elogi: «Su Raiuno finché ci sarò io è sempre il benvenuto. Deve solo decidere lui». Ma ai primi di luglio Chiambretti lascia la strada che porta a Viale Mazzini e vira su Cologno Monzese. Alla presentazione dei palinsesti Mediaset il direttore generale Contenuti Alessandro Salem rivela: «Stiamo parlando con Chiambretti. Non abbiamo ancora chiuso, ma c'è un contatto importante». L'epilogo è prossimo.

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Allarme: la Apple controlla a distanza gli i-phone.

C'è addirittura la possibilità di rimuovere dalla casa madre software indesiderati.

(Cronacaqui) La possibilità per Apple di rimuovere software in remoto dai propri telefoni esiste, ha affermato Jobs, giustificandola come un estremo rimedio all’eventuale distribuzione di un programma dannoso attraverso l’Apple App store, il negozio online al quale è necessario ricorrere per scaricare e installare programmi sul telefono: “Speriamo di non aver mai bisogno di tirare quella leva”, ha aggiunto, “ma sarebbe irresponsabile non avere una maniglia come quella da tirare in caso di necessità”.

La discussione sull’esistenza del “kill switch”, l’interruttore killer, era iniziata da una settimana sui forum degli appassionati in rete e nei siti specializzati in software e telefonia. Ad accenderla era stato Jonathan Zdziarski, uno sviluppatore di codice indipendente che, esaminando i file all’interno del telefono, si era reso conto che l’apparecchio di tanto in tanto scarica dalla casa madre un file di “applicazioni non autorizzate” inserite in una lista nera, che potrebbero poi essere eliminate in automatico dalla memoria del terminale. Il fatto, precisava lo stesso Zdziarski, non significa che Apple abbia la capacità di spiare i telefoni per sapere cosa contengano, ma vuol dire che potrebbe invece cancellare dai terminali - se presente - software inserito in una lista nera e ritenuto indesiderato.

L’esistenza di una tale facoltà solleva comunque una serie di dubbi sulla possibile violazione di diritti dei consumatori. Innanzitutto per la mancata trasparenza, considerato che si tratta di una informazione che un acquirente potrebbe voler conoscere prima di acquistare il telefono. In secondo luogo per la possibile falla alla sicurezza: che accadrebbe se qualcuno utilizzasse tale funzionalità per danneggiare i terminali degli utenti?

Infine, e soprattutto, per la discrezionalità lasciata ad Apple: chi decide quali sono le applicazioni potenzialmente dannose? Mentre la cosa è ovvia per un software che ad esempio ruba i dati personali degli utenti, la questione non è altrettanto chiara per programmi ritenuti da Apple illegittimi per ragioni commerciali o di politica industriale. E’ facile immaginare, ad esempio, il fuoco di indignazione che sarebbe divampato se una cosa analoga l’avesse fatta Bill Gates su tutti i pc equipaggiati con il sistema operativo Microsoft.

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Coppie e filmini hard: adesso va di moda parlare di Sindrome di Amsterdam.

Nuove tecnologie e vecchie perversioni si sono fuse insieme. Prosegue la conquista della Rete da parte del mondo, infatti sempre più persone sono presenti in Rete grazie a blog, portali e social network. La parte hard di questo discorso riguarda l'escalation di voyerismo che sta colpendo internet. C'è chi vuole essere guardato e chi vuole vedere. E qui entra in gioco la "sindrome di Amsterdam".

Di cosa si tratta è presto detto. Sempre più coppie si riprendono in atteggiamenti molto spinti. Tantissimi mariti e fidanzati utilizzano telecamera o videofonino per riprendere la propria compagna lanciata in performance "very hot" per poi metterla in vetrina su Youporn e in qualche caso (molto soft) su Youtube. Perché? "Perché lì tutti la possono vedere, ma nessuno la può toccare" spiega Chiara Simonelli, sessuologa dell'Università La Sapienza di Roma.

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E' sempre tempo di divismo? Si, ma, forse... comunque è sempre più difficile.

La vita tormentata dei divi di Hollywood.
Infanzia difficile, incontro con il cinema e poi il successo: è il destino di molte star del passato e del presente.
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Il riscatto di Amy e Britney.
Dopo tanti i problemi degli ultimi tempi per laWinehouse e la Spears, le due star sembrano esserne uscite.

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Madonna festeggia i suoi 50 anni sull'orlo di una crisi di nervi.
Un infoturnio alla caviglia ha fatto rimandare i festeggimaneti del prossimo 16 agosto.

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Una iniziativa di Mario Cirrito: "Giusto detassare i premi olimpici?".

Qualcuno dice che dovrebbero zittirli; che i loro emuli francesi incassano 50 mila euro a medaglia aurea, i tedeschi 15 mila miseri euro e gli americani 25 mila dollari che fan più o meno 20 mila euro. E invece la Vezzali, D'Aniello e Quintavalle lamentano quella decurtazione a metà sui 140 mila euro incassati dopo la vittoria. "Non siamo mica calciatori", dicono in coro. E scoppia la polemica. Se ne dovrebbe occupare il Parlamento, magari con un fondo speciale del Tesoro a lasciare più soldi nelle tasche degli atleti, loro che affermano di portare in alto l'Italia. Qui in Italia paghiamo tutti più tasse di quel che dovremmo o vorremmo e se ne lamentano perfino chi le tasse non le paga o le paga un quarto.
Insomma, una polemica tutta italiota e gli italiani che si appassionano alle discipline olimpiche una volta ogni quattro anni.
Che fa li detassiamo questi ori, argenti e bronzi? Sì, ma poi, queste maledette tasse chi le paga? Solo io e il mio portinaio e la pensionata della Bovisa?
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Ndr. Chissà cosa cerca Cirrito... noi non l'abbiamo capito. Vuol, forse essere ironico? Che fatica... Per quel che ci riguarda troviamo scandaloso tassare gli atleti olimpici, o meglio, i campioni olimpici.

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Jake Gyllenhaal, il principe è nudo.

Il sito Just Jared ha pubblicato le prime foto dal set di Prince Of Persia, tratto dal celebre videogame.

Tra i progetti che più entusiasmano e preoccupano i nerd di tutto il mondo in questi mesi, messo da parte Watchmen su cui si concentra gran parte della loro attenzione, c'è sicuramente Prince of Persia: The Sands of Time. Il film è tratto infatti da un videogame della Ubisoft uscito qualche anno fa, che però è la versione "reinventata" di uno dei giochi per console più popolari e amati di sempre. Appunto Prince Of Persia, nato nel 1989 dalla mente di Jordan Mechner per la Brøderbund.

Il film sarà prodotto dal produttore-typhoon hollywoodiano Jerry Bruckheimer e diretto da Mike Newell, eclettico regista inglese di Quattro matrimoni e un funerale e del quarto capitolo di Harry Potter. E nel ruolo del protagonista Dastan, un principe persiano del sesto secolo all'inseguimento delle "Sabbie del Tempo" (un dono degli dei in grado di controllare il tempo) è stato scelto Jake Gyllenhaal.

Il film uscirà il 28 Maggio 2010, ma le riprese sono già iniziate. E proprio sul set il sito Just Jared ha scovato una serie di fotografie che mostrano un Jake Gyllenhaal seminudo e sporchissimo, assai muscoloso e un po' tamarro. Una veste inedita per l'attore, che nelle foto vediamo accompagnato dalla sua inseparabile compagna Reese Whiterspoon.

Jake Gyllenhaal è uno degli attori più richiesti e impegnati del momento. Oltre a Prince Of Persia, nei prossimi due anni lo vedremo infatti in almeno altri tre film. Il primo è Brothers di Jim Sheridan, in arrivo quest'anno: si tratta del remake del film danese Non desiderare la donna d'altri di Suzanne Bier, dove Jake reciterà accanto a Natalie Portman. Il secondo, l'anno prossimo, sarà Nailed: una commedia romantica dai risvolti politici in coppia con Jessica Biel e diretta da David O. Russell, il regista di Three Kings. Infine, nel 2010 dovrebbe uscire un action movie fantascientifico ancora senza titolo diretto da Doug Liman (Mr. and Mrs. Smith) e ambientato su una colonia lunare.

Una formidabile galleria di foto

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Un anno fa il delitto di Chiara Poggi.

(Sky tg24) Un anno fa l'omicidio di Garlasco. Stasera, in duomo, una messa ricorderà Chiara Poggi, uccisa la mattina del 13 agosto 2007. L'assassino non ha ancora un nome. La Procura di Vigevano, nelle prossime settimane, chiuderà l'indagine. Probabile il rinvio a giudizio di Stasi. Troppe, secondo gli inquirenti, le contraddizioni nel suo racconto. Ma i legali del ragazzo, che a settembre fu arrestato e poi scarcerato per inconsistenza delle prove, ritengono di poter dimostrare che quel giorno, nella villetta di via Pascoli, c'erano due persone, di statura inferiore al loro assistito.
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Secondo uno studio il marchio Apple è tra i più "gay friendly".

Apple è un'azienda apprezzata dai gay.
L’agenzia di pubblicità Prime Access e la "media company" PlanetOut, che raccoglie diverse testate orientate al mondo omosessuale, hanno condotto un’indagine a campione per individuare i marchi considerati più "gay friendly" dai consumatori americani, omosessuali e non.

Nella classifica generata dall’indagine, Apple si posiziona al secondo posto con il 39 per cento delle segnalazioni della parte omosessuale del campione (scende al 23 per cento se si considera tutto il campione). E’ preceduta solo dalla rete televisiva Bravo Network, che ha avuto il 52 per cento delle segnalazioni, e a sua volta precede altre due reti televisive - Showtime e HBO - e altri marchi ben noti come Absolut, Levi’s e American Express.

I risultati dell’indagine non possono che far piacere a Cupertino: gli stessi commentatori di Prime Access sottolineano che i consumatori omosessuali sono fortemente portati ad acquistare dalle aziende che ritengono "amichevoli" e che, rispetto alla media generale, sono consumatori più fedeli e con una maggiore propensione all’acquisto.

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Elton John invita a combattere l'omofobia.

(Reuters) Elton John ha dato il suo sostegno agli attivisti che difendono di diritti dei gay e ha spinto tutti nel mondo ad "alzarsi e parlare" contro l'omofobia.
Il cantante britannico, che si è sposato con il compagno David Furnish in una cerimonia civile, ha detto che la gente deve difendere i diritti degli omosessuali.
"Nel dicembre 2005, mi sono legato legalmente all'uomo che amo", ha scritto Elton John sulla rivista New Statesman.

"E' un mio diritto legale e mio diritto umano. E volevo che tutti lo sapessero, volevo urlarlo. In alcuni paesi, la mia voce sarebbe stata annegata. Magari anche schiacciata".
"Uomini e donne sono perseguitati e attaccati ogni giorno in tutto il mondo, solo a causa di chi amano", ha aggiunto il cantante.
Il cantante ha reso omaggio a William Hernandez, un attivista per i diritti dei gay a El Salvador.
Amnesty International ha spiegato che Hernandez e altri della sua organizzazione Entre Amigos hanno ricevuto minacce di morte per il loro lavoro.

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Usa, la legge che vieta ai malati di Aids di entrare nel Paese sarà abrogata.

(La Stampa) Sieropositivi, sì ai viaggi negli Usa. Gli Stati Uniti stanno per abrogare la legge, conosciuta da pochi specialmente al di fuori del Paese, che vieta ai sieropositivi e a i malati di Aids di varcare il confine ottenendo il permesso di soggiorno.
L'abrogazione della legge, vigente da oltre venti anni, è prevista in un pacchetto che stanzia cinquanta miliardi di dollari in cinque anni per la lotta all'Aids in Africa e nei Paesi del terzo mondo e varato la scorsa settimana dal presidente Bush. Ancora oggi, infatti, non è possibile per i soggetti colpiti dal virus dell'Hiv visitare gli Stati Uniti e ottenere la cittadinanza.

Il senatore John Kerry e il repubblicano Gordon Smith si sono fatti portavoce del movimento per la caduta della legge in questione: "Non ci sono scuse per una legge che stigmatizza una particolare malattia", dicono. La legge, promulgata nel 1987 e confermata nel 1994 dal Congresso Americano, ha causato alcune spiacevoli conseguenze segnalate in una lettera da centosessanta associazioni: esperti del virus dell'Hiv, a loro volta sieropositivi, non hanno potuto presenziare a conferenze tenutesi sul suolo americano, e molti studenti stranieri non si sono sottoposti ai controlli per la paura di essere espulsi dal Paese.

La legge è attualmente in vigore in pochi altri Stati tra cui Russia, Sudan, Libia e Arabia Saudita.

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Newsweek: ''Il miracolo dei 100 giorni di Berlusconi''.

Per il settimanale del gruppo Washingon Post giudizio positivo per il cavaliere!

(Agenzia radicale) Il settimanale statunitense Newsweek elogia l'operato del premier italiano che con ''un'approvazione più alta di Sarkozy, Brown e Zapatero'' è riuscito ad avere ''un controllo di questa apparentemente ingovernabile nazione a un livello senza precedenti'' , mentre l'opposizione è ''impanata nei bisticci interni''. "Nei suoi primi 100 giorni al potere - scrive l'Adnkronos - Silvio Berlusconi può aver compiuto l'impossibile: ha stabilito un controllo su questa apparentemente ingovernabile nazione a un livello senza precedenti nella moderna storia italiana".

Cosi il settimanale giudica l'operato del governo in un pezzo intitolato 'Miracolo in 100 giorni'. "I partiti dell'opposizione - continua - sono impantanati nei loro bisticci e Berlusconi, primo ministro per la terza volta dal 1994, ha un'approvazione del 55% degli italiani. Il settimanale sottolinea - scrive ancora l'Adnkronos riportando i contenuti dell'articolo - che il governo Prodi era ostacolato da una esile maggioranza al Senato e da una coalizione di nove partiti ma Berlusconi "ha saputo sfruttare una legge elettorale del 2005 che ha cancellato i piccoli partiti" portandolo a una "sorprendente vittoria a valanga dalla quale l'opposizione sta ancora cercando di riprendersi".

"Dopo dieci anni di crescita economica vicina allo zero", continua il settimanale del gruppo Washingon Post "chiedono sicurezza finanziaria e di altro genere. E Berlusconi lo sta facendo con una competenza da pugno d'acciaio in guanto di velluto".

Mentre gode della "sua luna di miele con l'elettorato" scrive Newsweek parlando del Lodo Alfano, Berlusconi "ha perso poco tempo nel consolidare la propria autorità" e commenta: "Che in questa nuova legge fosse un possibile conflitto di interesse non è passato inosservato, ma gli Italiani si sentono troppo poveri per darci troppa attenzione".

"Emblematica - sottolinea - è stata la sua capacità di pulire le strade di Napoli". Inoltre "con la stessa determinazione ha affrontato la percezione che il crimine violento sia in crescita" scrive ancora, citando anche lo scontro con l'Europa sui Rom e lo spiegamento dei militari nelle città. "Tattiche così dure potrebbero dare a Berlusconi la copertura per affrontare alcuni dei problemi più profondi dell'Italia", conclude Newsweek.

Dopo aver ricordato che gli Italiani pagano fra le tasse più alte in Europa il settimanale scrive che Berlusconi, contrariamente alla volta scorsa, "ha promesso di ridurre la spesa" ma farlo "renderà più difficile mantenere la sua promessa di tagliare le tasse per stimolare la crescita. Ora agli italiani lui piace ma quello che vogliono davvero è stabilità economica. Pulire le strade e perseguitare gli immigrati non sarà sufficiente".
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Ostia: Un trans accoltellato in pineta dai "clienti".

(Il Giornale) Un transessuale argentino di 27 anni è stato accoltellato ieri mattina a Ostia da due «clienti» dell’est europeo. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri della compagnia lidense i due aggressori avrebbero approcciato l’argentino per un incontro sessuale nella pineta di viale del Lido e poi lo avrebbero accoltellato, ferendolo in modo grave. Il giovane è stato poi soccorso e trasportato all’ospedale Grassi di Ostia, dove i medici gli hanno riscontrato varie ferite all’addome e al polmone sinistro, ma non sarebbe comunque in pericolo di vita.

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