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lunedì 31 marzo 2008

A Milano l’Expo 2015, vince il “Sistema Moratti”.

(Panorama) Una vittoria per l’Italia, per Milano, ma soprattutto per lei: il sindaco Letizia Moratti. Che in questa sfida ha messo ogni energia possibile ed è riuscita ad attrarre il sostegno di tutte le categorie e di tutte le parti politiche. Sarà il capoluogo lombardo a ospitare l’Expo 2015. Lo hanno deciso i delegati del Bureau international des exposition che hanno votato oggi. La città ha battuto la turca Smirne, aggiudicandosi un evento che vale quattro milioni di euro di investimenti e 70mila posti di lavoro.

Milano ha ottenuto la designazione a ospitare l’edizione 2015 dell’Expo mondiale con 86 voti, contro i 65 andati a Smirne. La votazione è stata preceduta da alcune prove, resesi necessarie perché qualche candidato non avevo dimestichezza con la pulsantiera elettronica per il voto. All’inizio si era anche diffusa la voce di una vittoria di Smirne, con i primi festeggiamenti in Turchia. “Sono contenta per Milano, ma sono contenta per tutto il mondo perché sarà un’Esposizione universale per tutto il mondo”: ha commentato a caldo il sindaco Moratti.

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Expo a Milano: Max Forte ed ora facciamo sentire la voce dei gay.

Max Forte, noto cronista milanese ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: !Non possiamo che essere felici dell'assegnazione da parte del Bie dell'Expo 2015 a Milano, E' il riconoscimento dell'eccellenza italiana, ora non possiamo che sperare che anche la comunità gay milanese e nazionale faccia la sua parte non chiamandosi fuori con scuse speciose ed ideologiche da questo evento. L'Expo porterà a Milano qualche milione di visitatori e tra loro parecchie decine di migliaia saranno gay. Un'occasione assolutamente unica per farci conoscere e per stendere nuove reti di relazioni e solidarietà, non solo tra Lgbtq, a livello internazionale".

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Assegnata a Milano l'Expo 2015.

Si è conclusa la votazione per l'assegnazione dell'Expo 2015. Dopo un nulla di fatto e, addirittura, l'annullamento (per motivi tecnici...) della prima votazione dei delegati del Bie (Bureau international des Exposition), chiamati a Parigi a decidere quale, tra Milano e Smirne, sarà la città ospite dell'Expo 2015, è stata quindi alla fine scelta Milano.
86 voti a favore contro i 65 assegnati a Smirne.

A tutt'oggi la comunità gay di Milano, peraltro molto debole in fatto di proposte culturali e civili di largo respiro e non riconducibili solo ed esclusivamente a motivazioni Lgbtq, si è chiamata fuori isolandosi in modo settario scegliendo una posizione inultilmente critica e sterile quasi di esclusivo scontro con l'attuale giunta di centrodestra.

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Glink Tv, canale Tv per gay online da oggi in Messico.

(Quo media) Ha iniziato le trasmissioni poche ore fa Glink Tv, il primo canale televisivo per gay del Messico. Le trasmissioni vanno in onda al momento su internet, ma è previsto che vada anche in Tv.

Il direttore del canale è Rodrigio Marquez, attivista dei diritti degli omosessuali e giornalista radiotelevisivo, conosciuto nel paese per avere condotto una trasmissione radiofonica divenuta un punto di riferimento della comunità gay, dal titolo Triple G.

I programmi del canale sono stati presentati ieri in un locale della cosiddetta Zona Rosa di Città del Messico, il tradizionale punto di incontro della comunità gay, lesbica, bisessuale e transessuale.

Dice Marquez: "La nostra linea editoriale è poter dire assolutamente di tutto, ma sapendolo dire. Non ci faremo inquadrare". In GlinkTV i messicani potranno trovare programmi rivolti ai gay, rassegne sull'arte e la cultura GLBT, guide di bar, locali notturni e altri posti di incontro, indicazioni utili per assistenza medica e legale specializzata e dibattiti sulla sessualità e la diversità.

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sabato 29 marzo 2008

GF8 sempre più hard. Gianfilippo bisex tra Roberto e Lina. La "prima volta" di Christine e Francesco: Sesso alla grande?. I video.

L'avevamo visto alle prese con Lina, o meglio avevamo visto Lina alle prese con Roberto, el "cummenda" della casa del Grande Fratello. Il voyerismo aveva ontagiato anche l'Ordine dei medici che ha aperto un procedimento disciplinare a carico di Lina, iscritta all'Ordine, per violazione etica del "decoro". Per fortuna che Roberto non è iscritto ad alcun ordine, perchè un ns lettore ci ha mandato questo video nel quale il suo rapporto con Gianfilippo è sempre più hot.
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La "dichiarazione" di Gianfilippo a Roberto e viceversa...

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Adesso è la volta di Christine e Francesco. Ecco il video della loro prima volta. Anche a rischio di affogaredi pettegolezzi, che però ci piace e costituisce un indispensabile ingrediente della vita e del nostro blog, ecco i video della serata:
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venerdì 28 marzo 2008

Rivelazioni. C'è un Gay ad X-Factor.

(Omoeros) Doveva essere un evento televisivo senza precedenti, una vera macchina da guerra capace di estrapolare da un mucchio di mitomani del microfono una vera stella, un cantante capace dis calare tutte le classifiche, un vero artista possessore di quel famigerato fattore X. In realtà si è dimostrato essere un programma moscetto, pseudo-clone del già flop Operazione Trionfo, basato sui litigi dei 3 capisquadra, con un presentatore peggiore del Miguel Bosè di cui sopra e davvero poco spazio per la musica costringendo i concorrenti ad esibizioni sotto i due minuti, condite con litigi e beghe varie.
Questo è finora X-Factor, il format acquistato da Raidue che conta sulla coinvolgente presenza di Simona Ventura nel cast come caposquadra e giurata e che presenta sicuramente ragazzi preparati e alcune belle voci si sono sicuramente sentite, ma di certo non sono state messe in risalto dalle giuste canzoni e dai tempi giusti.

Il tema che voglio toccare però è uno in particolare: per esperienza indiretta ma certissima, posso confermare che uno (beh, diciamo almeno uno) dei concorrenti di X-Factor è gay. Non sono uno di quelli che vuole costringere ai coming out e nemmeno mi va di sputtanare nessuno, non è nel mio stile, ma sono curioso di sapere se voi avete individuato questa persona oppure se è ancora avvolta in un'eterosessuale pellicola trasparente. Domani avrete addirittura un sondaggio per "smascherarlo", ma intanto potete già scrivere qualche vostra idea.

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Aids: A Brescia prima sperimentazione su vaccino terapeutico.

Parte da Brescia la sperimentazione clinica sull'uomo del primo vaccino terapeutico in Italia contro l'Aids.

(Agi) L'AT20 - questo il nome del probabile vaccino - e' frutto di uno studio ventennale condotto da un'equipe di ricercatori della cattedra di Microbilogia dell'Universita' di Brescia, diretta dal prof. Arnaldo Caruso, che nell'ambito del progetto "Imana" ha individuato una nuova molecola la quale permetterebbe di abbattere drasticamente la proliferazione del virus. Il vaccino sara' testato, a partire da settembre, su un campione di 60 persone sieropositive in quattro centri italiani: Brescia, Milano, Torino e Perugia.

La prima fase della sperimentazione, volta a misurarne l'innocuita', dovrebbe durare sei mesi, nel corso dei quali ai pazienti saranno inoculate fino a 5 dosi vaccinali.

Successivamente si passera' a una seconda e terza fase - per cui si devono ancora reperire le risorse finanziarie - per valutare la reale efficacia dell'AT20, anche su ceppi del virus dell'HIV diffusi in altri Paesi del mondo.

"La strada intrapresa dai bresciani e' una novita' - ha spiegato oggi il prof. Caruso a una conferenza stampa a margine di un convegno promosso dalla facolta' di Medicina, 'Nuove strategie preventive e terapeutiche anti-Aids' -. Finora si era lavorato piu' sul fronte della prevenzione che pero', paradossalmente, come hanno dimostrato molti tentativi americani, spesso possono incrementare i rischi. Il vaccino terapeutico ha come obiettivo quello di fare invece convivere il paziente con il virus, ripristinando una condizione clinica di portatore sano. L'idea e' concepire in futuro un sistema di cura intermittente con le terapie antiretroviarali, cosi' da alleggerire il malato dalla somministrazione continua di farmaci".

Il vaccino svolgerebbe la propria azione arginante del virus mediante il blocco dell'attivita' biologica di una proteina, la P17, che rilascia cellule infette e non viene riconosciuta dai normali anticorpi. Il progetto "Imana", che ha ricevuto il placet dell'Istituto superiore di Sanita', si affianca a un'altra sperimentazione vaccinale in corso, a cura della dottoressa Barbara Ensoli, sviluppato pero' su un versante preventivo e terapeutico insieme. "Lo studio bresciano ha raggiunto un risultato importante - ha commentato il presidente dell'ISS, Enrico Garaci - che cosi' si affianca alla sperimentazione avviata da noi (quello della dott.ssa Ersoli) creando una proficua alleanza. In Italia si fanno ancora pochi trial clinici, tanto che le fasi uno e due delle sperimentazioni vaccinali avvengono spesso all'estero.

L'Istituto superiore di Sanita' coordina un progetto di ricerca in cui sono coinvolti otto Stati".

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«Torno a Meno di zero e chiudo con i romanzi» Intervista a Bret Easton Ellis: a 44 anni è già ora di bilanci.

(Alessandra Farkas - Il Corriere della Sera) Sta lavorando al suo nuovo libro, Imperial Bedrooms, in uscita nel 2010: il seguito del suo primissimo romanzo Meno di zero (1985) — la cronaca delle vacanze di Natale del giovane Clay, eroe di un mondo materialista, infarcito di feticci ed estremo — che lo impose, appena ventenne, all'attenzione del grande pubblico. «Penso che questo potrebbe essere il mio ultimo libro, visto che ho esaurito tutte le idee e non ho più lavori nel cassetto», spiega il 44enne Bret Easton Ellis, autore di alcuni dei bestseller più significativi degli anni '80, quando l'autorevole «New York Times » lo ribattezzò «l'enfant terrible delle lettere Usa». La sua ultima fatica nasce dal desiderio di scoprire cosa fanno, oggi a Los Angeles, i personaggi che animavano le pagine di Meno di zero.

Ma non aspettatevi una satira anti hollywoodiana. «Con Glamorama penso di aver già immortalato gli eccessi della Mecca del cinema — racconta —. La cultura di Paris Hilton e Britney Spears oggi non mi interessa più». E, infatti, si è guardato bene volontario».

Ben più doloroso è stato lo sforzo per accettare la morte, nel gennaio 2004, di Michael Wade Kaplan, lo scultore di 10 anni più giovane, forse il più grande amore della sua vita. «Fu stroncato da un ictus mentre tornava nel suo studio di Brooklyn, dopo una visita a casa mia. All'inizio ero certo che fosse colpa della droga, di cui entrambi facevamo uso». Ma il rapporto del medico legale più tardi lo escluse. «I genitori di Michael si arrabbiarono con me quando in un'intervista suggerii l'ipotesi della droga». Nella stessa intervista Ellis rivelò al mondo, per la prima volta, di essere gay. E anche oggi non ama parlare della sua vita privata. «Dirò solo che sono legato alla stessa persona da 10 anni. Ma non si tratta di un rapporto esclusivo e infatti stasera esco con un altro». Che cosa pensa della letteratura gay? «Non so neppure cosa significhi quel termine. Quando vado in libreria noto l'esistenza di una sezione di "gay fiction", ma francamente non ci faccio molta attenzione. Mi piace David Leavitt. Ho letto tutti i suoi libri».
Il suo problema, oggi, è trovare il tempo per leggere ciò che vorrebbe. «Sono pagato dagli studios
hollywoodiani per leggere libri che i produttori vorrebbero adattare per il grande e piccolo schermo — afferma —. In altre parole sono costretto a leggere libri per decidere se possono essere rovinati diventando film». Negli ultimi tempi Ellis lavora praticamente a tempo pieno come sceneggiatore ad Hollywood. «Sono stato ingaggiato dal network tv Showtime per realizzare The Canyons, una nuova telenovela su un gruppo di giovani supereroi che vivono nelle colline sopra Los Angeles. Ci tenevo moltissimo ma purtroppo il progetto è naufragato».

L'insuccesso non l'ha demoralizzato. «La maggior parte delle sceneggiature non vedono mai la luce — spiega —. Conosco sceneggiatori che scrivono e scrivono da oltre 10 anni senza aver visto uno solo dei loro progetti trasformarsi in film». Ellis racconta che l'ultimo «grande romanzo» capitatogli fra le mani è Tree of Smoke di Denis Johnson, mentre l'autore che più lo ha ispirato fu Hemingway. «Avevo 12 o 13 anni e il professore di letteratura ci obbligò a leggere E il sole sorge ancora. Iniziai controvoglia e ne fui talmente folgorato da rileggerlo ben due volte nella stessa notte». Nelle antologie il suo nome oggi appare spesso sotto la voce «Brat Pack», un termine coniato negli anni '80 per designare la nuova avanguardia di scrittori- star della cosiddetta Generazione X (tra cui Jay McInerney e Tama Janowitz) diventati famosi durante l'amministrazione di Ronald Reagan. «I media mitizzarono, ingigantendola, quell'etichetta che odio — si schernisce —. In realtà non fu un vero movimento ma solo un gruppo di amici, tutti giovani e attivi nell'editoria che si ritrovarono a frequentare gli stessi locali. Un momento della storia oggi irripetibile». Come McInerney e la Janowitz, anche lui ha nostalgia di quell'era. «Gli anni '80 avevano una patina luccicante di glamour senza precedenti. Andavamo in giro vestiti come damerini e ci sentivamo belli, ricchi, famosi e immortali ». Quasi 30 anni più tardi ben poco è rimasto di quei gloriosi fasti. Persino le amicizie si sono dissolte. Tanto che in un'intervista al «Corriere» Tama Janowitz si è lamentata perché «Bret va in giro a sparlare alle mie spalle, sostenendo che i miei libri fanno schifo».

«Non ricordo di aver mai affermato nulla di simile in pubblico — si difende lo scrittore —. Non è vero, come dice Tama, che la nostra relazione è entrata in crisi, perché per entrare in crisi avrebbe dovuto esserci un rapporto». L'amicizia con McInerney al contrario non si è mai interrotta. «Ci sentiamo per email tutti i giorni. Adoro i sui libri e penso che sia uno scrittore geniale, oltre ad avere uno dei sensi dell'humour più sottili che conosca ».

Quando il suo bestseller American Psycho uscì in America, nel 1991, McInerney fu tra i pochi a difenderlo. «Gli attacchi violenti contro American Psycho furono causati dal mood ultraconservatore di un'era che metteva al bando i video di Madonna e chiudeva le mostre fotografiche di Robert Mapplethorpe. Fu un libro pionieristico — incalza — mi fecero a pezzi perché con la pretesa di scrivere della mia generazione, ero uscito dalla traiettoria trasformandomi in uno stomachevole Dr. Jekyll-Mr. Hyde. Se lo stesso libro fosse stato pubblicato da un'oscura casa editrice underground nessuno avrebbe fiatato».

Eppure rileggendolo oggi, Ellis confessa di sentirsi «accapponare la pelle». «Vede — si corregge subito —. Quel libro era un'allegoria della mia infanzia in una famiglia apparentemente perfetta che sotto la superficie covava alcolismo, follia e abusi». La violenza come artificio artistico per raggiungere la catarsi finale? «Mi rifiuto di conferire categorie morali alla violenza — ribatte —. L'unica cosa che mi turba enormemente è la violenza esteticamente improbabile. Se il sangue e gli ammazzamenti in un film non risultano autentici mi arrabbio da morire».

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Sesso, studenti e case. "Offro a studentessa una stanza doppia. Per il pagamento chiedo solo prestazioni sessuali".

Annunci esplici o velati, rivolti a chi deve pagarsi gli studi. Il caso scoppia in Francia. Un'inchiesta fotografa il fenomeno italiano. "Casa gratis in cambio di sesso" in Rete il mercato degli affitti hard. Il documento di Repubblica Tv: così attirano le studentesse.

(Laura Pertici e Fabio Tonacci - La Repubblica) C'è chi scrive "cerco un aiuto domestico". E invece vuole sesso in cambio di un tetto, una stanza. Perché desidera una ragazza che si muova per casa, che entri ogni tanto gli faccia compagnia. Una donna con la quale ridere davanti alla tv. "Offro a ragazza italiana o europea max 32 anni posto in camera doppia centro di Milano. Completamente gratis. Prestazioni saltuarie da concordare. Sono un professionista di 29 anni, sano e pulito".

Per avere quella ragazza si va su internet, ci si affida ad una bacheca virtuale, un portale di annunci. Si spera che dall'altra parte, davanti al computer, ci sia una studentessa, magari fuori sede, senza troppi soldi. Una disponibile. E la si trova. Perché se decine e decine sono i messaggi di maschi che cercano e che ogni giorno vengono pubblicati da portali conosciuti e rispettabili, parecchie sono le risposte delle ragazze.

"Ho bisogno di mini appartamento e persona discreta con cui condividere affitto in zona centrale. Sconto in cambio di sesso". Repubblicatv ha incontrato gli uomini che preferiscono la scorciatoia. Ha risposto ai loro inviti lanciati dai siti più comuni: Kijiji, Porta Portese, Bakeka. Da una mail è nata una telefonata. Poi un appuntamento al bar. Dopo diversi imbarazzi ecco l'appartamento, la stanza, il conteggio dei rapporti. "Quante volte al mese?". Dipende. Davanti ad una persona in carne ed ossa, gli uomini sembrano più impacciati. Sospettosi. Il video che testimonia gli incontri (girato con telecamera nascosta) è all'indirizzo web tv. repubblica. it. Qui vi raccontiamo come è nata e cresciuta questa inchiesta.

LO STUDENTE
Marco ha un altro nome. Ma viene davvero dall'Abruzzo, studia Giurisprudenza a Roma, ha 23 anni. Lui su internet è spavaldo. Da Bakeka. it annuncia: "Offro a studentessa una stanza doppia, costo 270 euro. Per il pagamento chiedo solo prestazioni sessuali". Rispondiamo al messaggio, ci manda una mail con il suo numero di cellulare. Telefoniamo. È mattina. Lui è a casa a studiare. "Vediamoci, così parliamo con calma". Sì, ma quante volte, non vorrei ci fossero equivoci. "Ora non so dirti, è meglio se ci incontriamo".

Ci troviamo in un bar sulla via Tuscolana, non lontano da Cinecittà. Marco si nasconde dietro agli occhiali neri. Ha l'aria un po' arrogante. Ordina il caffè, si siede. Alza le lenti. Racconta. "Ci sono dei miei amici che lo fanno, hanno delle ragazze in casa. Sono studentesse pure loro. Solo che facendo sesso risparmiano sull'affitto. Io sto in una camera grande. C'è un letto a una piazza e mezza. Se vuoi quello lo do a te, ne possiamo mettere uno più piccolo vicino. Ogni mese pago 270 euro, in casa c'è pure un coinquilino. Tu magari potresti trasferirti piano piano. Così non se ne accorge il proprietario". Non voglio diventare una fidanzata, cosa ti aspetti, due o tre volte al mese? "Non lo so, te l'ho detto. Ma non faccio beneficenza, all'annuncio hanno già risposto tre ragazze prima di te. Non voglio forzature".

Un caso isolato? No. "Non si può dire quanti siano gli universitari che alimentano questo mercato - dice Giulia Serventi Longhi, direttrice di Studenti Magazine - ma dal nostro sito Studenti. it abbiamo lanciato due forum per sapere se in ateneo c'è chi usa il corpo per fare soldi. Pensavamo ad una provocazione, ci hanno risposto in tantissimi. C'è chi ha l'amico gigolò, chi la compagna che fa la camgirl e si spoglia davanti alla webcam. Se non si hanno problemi di coscienza, l'affitto in cambio di sesso è una strada percorribile".

IL QUARANTENNE
In Francia a gennaio è stato pubblicato il romanzo-confessione Mes chères études ("I miei cari studi") della ventenne Laura D. Senza falsi pudori la giovane parla delle sue esperienze di studentessa costretta a prostituirsi, via internet, per pagare le tasse universitarie. Il quotidiano "Le Figaro" si è occupato di sesso in facoltà: citando uno studio del sindacato Sud etudiantes del 2006 ha registrato che 40mila giovani tra i 19 ed i 25 anni erano pronti a concedersi per pagare rette e affitti. E un altro giornale, "Liberation", si è interessato al fenomeno del "sesso per un tetto": pagamenti in natura in cambio di una stanza o un appartamento.

Notizie che hanno colpito un inserzionista napoletano di 45 anni. Su Vivastreet. it ha pubblicato questo messaggio: "Annuncio serio. Come a Parigi. Offro gratuitamente una stanza arredata indipendente con bagno in palazzo signorile zona Vomero a studentessa universitaria. In cambio di due prestazioni sessuali mensili". Non siamo arrivati all'incontro. Il signore aveva già trovato compagnia.

L'UFFICIALE DELLA FINANZA
Lui ha 30 anni. Una casa grande. Intorno troppo silenzio, Arriva in anticipo in un bar sulla via Prenestina, a Roma. Vuole spiegare. "L'appartamento me l'ero venduto, adesso però lo sto ricomprando. Vorrei qualcuno con cui ridere se vedo un film comico, una persona con la quale scambiare due parole. Questa cosa del sesso sì, l'ho scritta. Ma adesso non so quantificare. Tu come fai? Quattro volte al mese che vuol dire? Conosciamoci, proviamo a capire di più. Non ti sto chiedendo di fare le pulizie. L'importante è avere in casa una persona fidata. Una che se lasci un braccialetto non te lo fa sparire".

Tra i vialetti dell'università "La Sapienza" nessuno si scandalizza. Entriamo in diverse facoltà, spieghiamo dell'inchiesta. Non si sorprendono. Molti studenti dicono che "non si fa per necessità, ma per avere una vita più facile". Però non vogliono giudicare. "Ne ho sentite parecchie di queste storie. Ognuno è libero. L'importante è non essere sfruttati".

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Chace Crawford: il suo presunto compagno smentisce la loro storia. Ma sono sorpresi a fare sesso assieme.

Ieri mattina, J.C. Chasez è stato chiamato dalla 104.7 KISS FM, durante lo show mattutino di JohnJay e Rich per avere una dichiarazione sulla sua relazione con Chace Crawford. Ebbene lui ha risposto: "non sono gay e non siamo fidanzati. Siamo entrambi etero". Ma chi aveva parlato di fidazamento? Finora c'era stato solo un testimone che aveva detto che loro avevano fatto sesso in un hotel... non che erano fidanzati...

Chace Crawford, comunque, ha lasciato ufficialmente la sua presunta fidanzata Carrie Underwood (la cantante country americana che ha venduto di più nell'arco del 2006, vincitrice della quarta edizione del programma American Idol e già premiata con due Grammy Awards).

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Pdl. Gasparri: In futuro potremmo anche avere un leader donna o gay.

Dal Pdl «Ma resto contrario all'istituzionalizzazione di coppie dello stesso sesso». An apre: possibile un leader gay. E arriva il plauso degli omosessuali. «Strappo» di Gasparri: no alle discriminazioni. Il via libera di Fini.

Intervista a KlausCondicio: l'unica condizione è che sia una persona capace e che sia scelto dagli elettori.

(Roberto Zuccolini - Il Corriere della Sera) Lo dice con convinzione: «Potrebbe assolutamente accadere tra qualche anno che sia un gay a guidare il Pdl. A condizione che si tratti di una persona capace e che sia scelto dagli elettori». Firmato Maurizio Gasparri, uomo politico che proviene da un partito, An, che in passato non è stato certo tra i più aperti sull'argomento. E invece Gasparri lo afferma tranquillamente, intervistato da KlausCondicio, trasmissione internet che si trova dentro You Tube: «Non sono assolutamente omofobo anche se resto contrario all'istituzionalizzazione della famiglia gay. Non importa che il leader del Popolo della Libertà sia una donna, un eterosessuale o un gay. Conta che sia capace politicamente. Se dipendesse da me, le donne avrebbero il 90 per cento dei posti disponibili, sempre se capaci. Ripeto: se gli elettori dovessero scegliere un leader gay, non ci dovrebbe essere nessuna discriminazione ».

Non solo, l'esponente di An accetta di parlare di tanti altri argomenti e ad un certo punto sentenzia: «Quando si fa politica può capitare di avere anche lunghi periodi di astinenza sessuale. Durante la campagna elettorale il sesso per un politico diventa veramente una cosa secondaria». Applaude all'uscita di Gasparri sull'omosessualità anche il portavoce di An, Andrea Ronchi: «Per noi non ci può essere alcun tipo di razzismo: nè per il colore della pelle, nè per le inclinazioni sessuali. Ciò che conta è la qualità della persona». E a chi gli ricorda che nell'98 Gianfranco Fini fece discutere affermando che un gay non può fare il maestro, risponde: «Era un'iperbole per dire che a scuola ciò che conta è l'educazione, il fatto che chi esercita quel mestiere non deve mai dimenticare che ha davanti a sé bambini e adolescenti da formare. E comunque, lo ripeto: siamo da sempre contro ogni tipo di discriminazione ». Reagisce da sinistra che l'Arcigay.

Addirittura con una nota ufficiale: «Accogliamo con soddisfazione ciò che dice Gasparri, vale a dire che un omosessuale possa diventare leader del centrodestra italiano purché sia una persona capace». Ma, con il suo leader Aurelio Mancuso, sottolinea anche che il «vero problema » sono «i diritti negati alle persone lgbt» (lesbiche, gay, bisessuali, transgender): «Ci fa sempre molto piacere quando esponenti della destra italiana esprimono concetti di buon senso, per altro tardivi rispetto ai conservatori europei. Anche se occorre ricordare che nel nostro Paese ci sono già stati Presidenti del consiglio omos essuali, ma nulla hanno fatt o per le persone del loro stesso orientamento ». Si chiede quindi a Gasparri, «se dovesse diventare capogruppo del Pdl al Senato», di impegnarsi «a dare seguito con un'efficace azione politica al superamento degli steccati ideologici nei confronti degli omosessuali, come si addice a un partito popolare europeo ».
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GF8. L’omosessualità del Grande Fratello.

(Inchiostro digitale) Anche quest’anno come al solito ero riuscito a sentirmi estraneo al mondo dei Bufality della televisione, non avevo visto nemmeno un fotogramma del Grande Fratello, ma stando in casa di amici lo scorso lunedì qualcuno ha acceso la TV e tra tanti programmi quello stesso qualcuno ha scelto questo programmone.

E’ vero che non lo guardo e non lo seguo, ma la notizia della presenza della Transessuale Silvia era stra-trapelata è chiaro, quindi con l’occasione ho buttato un occhio per vedere chi fosse. Qualcuno mi ha detto che la cosa di Silvia è stata trattata con grande delicatezza, sono certo che sia così, ma la mia risposta è stata che comunque tutto fa audience, anzi più si nota e meglio è… ed in tempi come questi come lasciarsi sfuggire l’opportunità di spingersi ancora più in là sul discorso dell’omosessualità nel Grande Fratello?

Non sono contrario, anzi è bene che in qualche modo se ne parli, ma dopo Rocco (sul quale si sono fatte tanti ricami ma nessuna tela concreta) e Jonathan (che comunque non si è mai dichiarato gay) serviva qualcosa di più concreto, più lampante.. ed ecco arrivare niente popò di meno che una Trans. A me il messaggio suona chiarissimo: il grande pubblico vuole lo stereotipo.

L’omosessuale deve essere ambiguo, effeminato o che abbia le fattezze del sesso opposto al suo. Evidentemente alla gente non piace immaginare che i gay esistono anche tra le persone più moderate e comuni, gay deve sempre coincidere con ciò che si avvicina all’inconsueto, con ciò che non può evidentemente confondersi nell’eterosessualità. I ragazzi “normali” sono forse una minaccia?

E’ come se una perfetta identità maschile (o femminile ci mancherebbe) non possa essere concepita accanto ad una in tutto e per tutto simile, pur tuttavia contemplando il concetto stesso di omosessualità. Io non ho nulla contro le persone che hanno caratteristiche appartenenti al sesso opposto al loro, nè contro Silvia, l’omosessualità è composta da mille sfumature differenti, per favore rappresentiamole tutte!

E’ questa la robaccia che si guarda in TV?
Tenetevela, ma non venitemi a dire che l’argomento è stato trattato con delicatezza.
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Teatro. Stefano Accorsi è un prete cattolico pedofilo e gay.

Diretto da Sergio Castellitto, a Milano fino al 6 e a Genova dall'8 al 13 aprile.

(Apcom) Stefano Accorsi torna al teatro con 'Il dubbio', dramma dell'americano John Patrick Shanley che ruota attorno al tema della pedofilia nel mondo cattolico statunitense. Lo spettacolo - in scena al Teatro della Corte di Genova dall'8 al 13 aprile - è diretto da Sergio Castellitto, mentre la traduzione del testo vincitore del Premio Pulitzer 2005 è di Margaret Mazzantini.

La rappresentazione - che vede Lucilla Morlacchi al fianco di Accorsi - è ambientata a Brooklyn nel 1964. Il Concilio Vaticano II ha ridefinito i rapporti fra clero e fedeli e l'anziana direttrice di una scuola parrocchiale, Suor Aloysia, stenta ad adeguarsi alle novità. Quasi inevitabile, quindi, lo scontro con Padre Flynn, un carismatico prete in stile conciliare che ha modi seducenti e parla di tutto con i ragazzi. Fino a quando emerge il sospetto di una sua insana condotta sessuale nei confronti del primo e unico studente di colore della scuola. Il ragazzo subisce degli abusi in casa, da parte del padre, a causa delle sue tendenze omosessuali.
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Appello dei candidati Glbt della Sinistra arcobaleno al governo per Mohamed.

(Ansa) Il ministro dell'Interno intervenga sulla convalida del permesso di espulsione a un immigrato senegalese omosessuale a Torino che potrebbe essere perseguitato per questo nel suo Paese. Lo chiedono i candidati e le candidate della Sinistra Arcobaleno Titti De Simone, Vladimir Luxuria, Gianpaolo Silvestri, Paolo Hutter e Antonio Soggia. "Il Ministro dell'Interno - scrivono in una nota - intervenga immediatamente per riaffermare quegli obblighi e quei valori sanciti nell'articolo 10 della Costituzione. Il giudice di pace di Torino ha riconvalidato, dopo quasi tre anni e mezzo, il decreto di espulsione a Mohammed, un immigrato senegalese gay, pur avendone accertato l'omosessualità e riconoscendo i pericoli a cui andrebbe incontro se rimpatriato". "Si è compiuto - attaccano - un totale rovesciamento della logica che aveva portato un altro giudice di pace, tre anni fa, ad annullare l'espulsione dello stesso giovane. Era stata la Cassazione a disporre di rifare il processo, per meglio accertare sia l'orientamento sessuale sia la sua perseguibilità in Senegal". "La protezione umanitaria degli stranieri omosessuali che rischiano la persecuzione nel loro Paese - proseguono - dovrebbe essere un principio acquisito. La sentenza di Torino non tiene conto di questa legge e confidiamo che prima o poi sarà cancellata, ma, nel frattempo, il Ministero degli Interni dia disposizioni umane e legali alla questura. Lo chiediamo come candidati della Sinistra Arcobaleno, auspicando che anche le altre formazioni politiche facciano lo stesso.
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Immigrato gay protetto in Italia rischia il rimpatrio.
(L'Unità) Nel 2005 era stato protagonista di una sentenza senza precedenti. «Mohamed», 24 anni, cittadino senegalese irregolare, aveva ottenuto di poter restare in Italia per la sua dichiarata omosessualità. In patria, se scoperto, avrebbe rischiato fino a cinque anni di carcere. Oggi la sentenza è stata capovolta.

Tre anni fa il questore di Torino aveva ordinato l’espulsione di Mohamed ma il giudice di pace aveva bloccato il provvedimento facendo riferimento all’articolo 19 del Testo Unico sull’Immigrazione Bossi-Fini che recita: «In nessun caso può disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali».

Il legale di Mohamed, Maurizio Cossa, aderente all’Associazione studi giuridici per l’immigrazione, aveva dichiarato: « Per fortuna, ci siamo imbattuti in un giudice di pace, che ha interpretato con serietà e attenzione i codici. In Senegal, l’omosessualità, oltre ad essere punita per legge, è considerata una grave colpa anche in ogni ambiente. I gay e le lesbiche sono pesantemente discriminati, isolati, spesso subiscono angherie fisiche».

Dopo che la Cassazione ha disposto la revisione del processo per accertare sia l'orientamento sessuale del ricorrente sia la sua perseguibilità in Senegal, un altro giudice di pace ha ribaltato la vecchia sentenza e ora Mohamed rischia il rimpatrio forzato.

In una lettera firmata i candidati della Sinistra Arcobaleno Titti De Simone, Vladimir Luxuria, Gianpaolo Silvestri, Paolo Hutter e Antonio Soggia, definiscono «gravissimo» l’episodio.

Quest’ultima sentenza cita la legge senegalese che infligge “da uno a cinque anni di carcere a chiunque commetta un atto impudico o contro natura con un individuo dello stesso sesso” e ne trae la conclusione che essa colpisce un comportamento e non la “mera” condizione di soggetto omosessuale. Quindi non ci sarebbero gli estremi per includere il caso nelle eccezioni all’espulsione, previste dalla legge sull’immigrazione.

I firmatari della lettera chiedono al «ministero degli Interni di intervenire per evitare il rischio che Mohamed venga fermato, trattenuto e rimpatriato in Senegal».

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Sesso e matematica.

(Le scienze) Nel corso di una conferenza accademica, il rettore della Harvard University Lawrence Summers dichiara che una delle principali ragioni per cui le donne riescono meno degli uomini a raggiungere i massimi livelli della ricerca scientifica è che ci sono meno donne dotate di «capacità innate» per la scienza.
Una dichiarazione provocatoria, che scatena forti reazioni, costringendo Summers a dimettersi dalla presidenza di Harvard, ma che ha il merito di avviare una discussione pubblica sulle differenze intrinseche tra i sessi e la loro responsabilità della scarsa presenza femminile nelle discipline matematiche e scientifiche. Come contributo al dibattito, in queste pagine presentiamo un’analisi del vasto corpus di letteratura scientifica dedicato al tema, da cui emergono informazioni essenziali per capire le differenze tra i sessi e le proposte per attirare più donne nelle professioni scientifiche e matematiche.
Non esiste una risposta univoca o semplice al perché in alcune aree della scienza e della matematica le donne sono molte meno degli uomini. È possibile invece identificare vari fattori che influenzano le scelte professionali, tra cui le differenze cognitive tra i sessi, l’istruzione, le influenze biologiche, gli stereotipi, la discriminazione e i ruoli sociali.
Una ragione per cui il commento di Summers ha infastidito molti è l’implicazione che qualsiasi tentativo di colmare il divario sarebbe inutile. Se la maggior parte delle donne è vittima di una naturale deficienza nelle capacità scientifiche, non c’è molto da fare. Ma in questa interpretazione apparentemente semplice ci sono due vizi di fondo.
Per prima cosa, non esiste alcuna singola capacità intellettuale che possa essere definita «capacità scientifica». (Per semplicità, useremo spesso il termine «scientifico» per riferirci a capacità rilevanti nei campi della scienza e della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica). Gli strumenti necessari per avere successo in campo scientifico comprendono attitudini verbali come quelle necessarie per scrivere articoli complessi e comunicare in modo efficace coi colleghi; attitudini mnemoniche come la capacità di comprendere e ricordare eventi e informazioni complesse; attitudini quantitative nella creazione di modelli matematici e statistici, nonché nella visualizzazione di oggetti, dati e concetti.
In secondo luogo, se pure donne e uomini manifestassero differenze in queste capacità, ciò non vuol dire che si tratti di differenze immutabili. Se l’addestramento e l’esperienza non influissero sullo sviluppo delle nostre capacità accademiche, a che cosa servirebbero le università?
Un aspetto che può disorientare quando si parla di disparità tra i sessi è che si può arrivare a conclusioni molto diverse a seconda di come si sceglie di valutare le abilità. È chiaro che le donne hanno le carte in regola per avere successo nel mondo accademico. A partire dal 1982, rappresentano la maggioranza degli iscritti al college negli Stati Uniti, e da allora il divario rispetto gli uomini ha continuato ad allargarsi (la stessa tendenza si registra in molti altri paesi). Inoltre le donne ricevono in media voti più alti in tutte le materie scolastiche, comprese matematica e scienze.
A dispetto dei successi in aula, però, le donne ottengono punteggi molto più bassi in molti dei test standard per l’ammissione al college e ai corsi post-laurea. La disparità nelle iscrizioni maschili e femminili alle facoltà scientifiche diventa più marcata nei gradi di istruzione più avanzati. Per esempio alla fine degli anni novanta le donne erano il 40 per cento degli studenti di scienza al Massachusetts Institute of Technology, ma soltanto l’8 per cento dei docenti.

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In Brasile cresce l'Aids tra i gay. Un piano governativo.

A giugno prima Conferenza Nazionale Gay.

(Apcom) "Fallo come ti pare, ma fallo con il profilattico". Con questo slogan distribuito in mezzo milione di brochure il ministero della sanità guidato da José Gomes Temporao sferra un attacco all'Aids che secondo dati del ministero è in deciso aumento tra i giovani omosessuali maschi. In dieci anni, tra gli uomini dai 14 ai 25 anni colpiti dalla malattia, la percentuale di omosessuali, bisessuali e travestiti è quasi raddoppiata, dal 24 al 41%.

Le stime del ministero della Salute indicano inoltre che circa 1 milione e mezzo di brasiliani tra i 15 e i 49 anni praticano sesso con altri uomini. La campagna, che porta il curioso nome di "Piano nazionale di lotta all'Aids tra i gay, uomini che fanno sesso con altri uomini e travestiti" (includendo dunque anche chi non vuole assumere la propria omosessualità) ha l'obiettivo, entro il 2001, di facilitare l'accesso alla prevenzione e alla cura.

Comprese nel progetto ci sono la lotta all'omofobia e l'accesso più semplice dei sieropositivi e dei malati al sistema sanitario pubblico (Sus) che in Brasile garantisce farmaci anti-Aids gratuitamente. In Brasile, dal 1980 al giugno del 2007 sono stati registrati quasi mezzo milione di pazienti: il ministero stima però che la popolazione sieropositiva si aggiri intorno alle 600mila persone. Sempre secondo il ministero quasi 200mila sono attualmente in cura.
Secondo i dati elaborati dal ministero i più a rischio sono i giovani, spesso i giovanissimi: dal 1980 al 2006 tra i ragazzi in una fascia tra i tredici e i quattordici anni i morti sono stati quasi 16mila. Sotto i diciannove anni sono le ragazze a essere le più colpite, mentre in tutte le fasce di età il rapporto tra uomini e donne è di 13 a 10. Il libretto elaborato dal ministero reca disegni anche molto espliciti di carezze, baci e sesso orale tra uomini. Il ministro ha poiannunciato per il mese di giugno la Prima Conferenza Nazionale di Gay, Lesbiche e Travestiti. La campagna attuale giunge dopo quelle dedicate alle donne e alla trasmissione della malattia da madre a figlio.

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giovedì 27 marzo 2008

Amici di Maria. L’Adoc contesta il televoto: “pronti a fare esposto”.

(River-blog) Era da un po’ che non mi occupavo di Amici. Sarà che la sera crollo e che il sabato, causa assenza di L., non mi va più di seguire la trasmissione. Ne scrivo di nuovo perché l’Adoc, l’associazione dei consumatori, ha diffuso ora un duro comunicato sulla regolarità del televoto dell’ultimo serale. A parlare, per l’associazione dei consumatori, è il presidente, Carlo Pileri. La sua presa di posizione non va sottovalutata: a vigilare sulla regolarità della trasmissione Amici c’è un’altra associazione di consumatori, il Codacons. Ergo: se l’Adoc è scesa in campo, deve essere successo qualcosa di grave.

Il televoto è stato chiuso immediatamente dopo il ballo di Francesco Mariottini della squadra dei blu che, inspiegabilmente, si è esibito sempre per secondo lasciando meno tempo per il televoto a favore dei blu. Inoltre l’ultima prova non è stata annunciata come tale prima del suo svolgimento ma solo al momento di chiudere il televoto. Queste scelte degli autori certamente possono aver falsato il televoto, che comunque continua a non essere verificato da nessuno, benchè noi l’abbiamo chiesto come Adoc da molto tempo“. Ma si contesta anche l’esito delle votazioni: “E’ statisticamente quasi impossibile che la percentuale finale sia spesso del 49% a 51% per una delle due squadre – continua Pileri - ancora una volta c’è l’alternanza perfetta delle vittorie. Appare assolutamente non verosimile: pertanto chiederemo un intervento deciso dell’Autorità delle telecomunicazioni e valutereremo con i nostri legali se esistono i presupposti per fare un esposto alla Magistratura”.

Interpellato poco fa da river-blog, l’Adoc - sempre per bocca del suo presidente - rincara la dose: “Stiamo seguendo da tempo il fenomeno del televoto, che al contrario di altri paesi, come la Gran Bretagna che prevede limiti di sms dallo stesso numero di telefono, non è sottoposto a nessun controllo e a nessuna regola. La puntata di Amici di Maria de Filippi di ieri sera ha ancora una volta messo in evidenza come una attenta regia dello show e dei tempi del televoto possa creare problemi di credibilità sui risultati parziali e finali“. L’esposto, sottolinea l’Adoc, si farà quasi certamente: ”Abbiamo chiesto ai nostri avvocati di predisporre un esposto affinchè sia fatta chiarezza sui regolamenti della trasmissione“. Infine una proposta agli autori: “L’Adoc propone per la puntata finale la costituzione di una commissione di controllo formata da 10 telespettatori decisi dalle associazioni dei consumatori“.

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Vaticano. Trans rimane 'incinto', la condanna del Cardinale Barragàn: "Cambiare sesso è contro la natura".

(Papanews) "Non si può cambiare l'uomo in donna e viceversa. L'essere transessuale non va d'accordo con la morale cattolica e cristiana. E' anzi contro la natura umana. L'identità umana è uomo o donna, ma niente di intermedio". È netto il giudizio del Cardinale Javier Lozano Barragàn (nella foto), Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, una sorta di ‘ministro della salute vaticano', commentando il caso del transessuale statunitense Thomas, 'incinto' di 5 mesi. "Una cosa è la biologia, una è la morale - afferma il porporato vaticano - secondo la biologia se questa persona era donna, è rimasta donna e a livello biologico può anche rimanere incinta e procreare. La natura segue il suo corso, indipendentemente dalle decisioni culturali". Per Barragàn, "si tratta di una cosa di tipo culturale. Questa persona - osserva - ha adottato abitudini di un uomo, ma fisicamente è rimasto donna". "Quello che ci preoccupa è la morale. E non si può cambiare il sesso dell'uno e dell'altro. E' contro la natura umana e l'identità umana - conclude Barragàn - è o uomo o donna, ma niente di intermedio".

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Il sesso, il Grande Fratello e l'Italica Morale.

(Tvblog) Sesso al Grande Fratello. Per due volte. Consumatosi fra il cumenda e la dottoressa Lina Carcuro. E scrivo dottoressa non a caso, perché la dottoressa rischia di essere radiata dall’ordine dei medici (sic).

Perché sui suoi amplessi con il cumenda (ormai, non ha più un nome) - veri, mediati, mediatici che siano - si sono pronunciati prima i signori dell’Ordine dei medici, poi, come se non bastasse, anche i signori dell’Aduc (l’Associazione degli utenti e dei consumatori), che non hanno niente di meglio da fare che occuparsi del sesso altrui.

Ora. A me poco importa se sia sesso vero, mediato o mediatico. Mi importa persino poco che sia sesso. Questa edizione del Grande Fratello non mi fa impazzire, e non fa impazzire gli italiani. Ma quel che mi interessa, le reazioni dell’Ordine e quelle dell’Aduc, che non possiamo certo immaginare organizzate come una campagna pubblicitaria - utilizzate, dopo, questo sì. E ci mancherebbe altro! Bisogna farlo, il G.F. è uno show e si alimenta di tutti i meccanismi dello show, con ogni diritto -, anzi, che immaginiamo essere spontanee.

E’ troppo, su un blog televisivo, predicare il fatto che una persona possa far sesso senza che consumatori o ordini di sorta abbiano qualcosa da ridire in merito? Anche se questo sesso viene consumato in televisione? Io credo di no. Credo che non sia troppo. Credo che sia il caso di smetterla con questa ridicola italica morale.

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Usa. Transex rivela di essere al quinto mese di gravidanza.

La moglie ha subito un'isterectomia e non può avere figli.
(Apcom) Un uomo dell'Oregon, Thomas Beatie, è al quinto mese di gravidanza. Beatie è un transessuale: è nato donna e si è poi sottoposto a un intervento chirurgico per cambiare sesso, senza però ledere i suoi organi riproduttivi.
"Sono un transessuale - scrive lo stesso Beatie in un articolo pubblicato dalla rivista gay 'The Advocate' - legalmente un maschio, sposato legalmente a Nancy. Gli interventi di cambiamento del sesso non richiedono la sterilizzazione, per questo decisi di sottopormi alla ricostruzione del seno e alla terapia di testosterone, ma di tutelare i miei diritti riproduttivi. Volere avere un figlio naturale non è un desiderio nè maschile nè femminile, ma umano. Ho sempre voluto avere dei bambini. Tuttavia, a causa di una grave endometriosi avuta 20 anni fa, Nancy ha subito un intervento di isterectomia e oggi non può portare in grembo un bambino".

Se la gravidanza proseguirà senza problemi, la coppia darà alla luce una bambina attorno al prossimo 3 luglio. "La nostra situazione solleva incognite legali, politiche e sociali - conclude - abbiamo da poco conosciuto la contrarietà di persone sconvolte dalla nostra situazione. I medici ci discriminano, allontanandoci per via delle loro fedi religiose. Professionisti della Sanità si rifiutano di rivolgersi a me in quanto uomo o di riconoscere Nancy come mia moglie. Amici e familiari non sono di alcun sostegno; gran parte della famiglia di Nancy non sa neanche che sono un transessuale".
Per avere un figlio, Beatie ha fatto ricorso all'apporto di una banca del seme.

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Infibulazione: Il sesso negato ha 20.000 vittime in Italia.

(Fausta Maria Rigo - Fragmenta) Una cosa di cui pochissimi parlano, proprio perché in genere non se ne sa molto, è l'infibulazione. Tendiamo ad immaginarlo come un problema lontano, assolutamente rimosso dalla nostra realtà. Non è affatto così, in Italia ci sono più di ventimila donne infibulate, questo stando ai numeri ufficiali. Inoltre ci sono molte comunità che la praticano quotidianamente. Il dato sconcertante è che spesso sono proprio le donne a chiederla per non sentirsi indegne o diverse. A Roma c'è un centro che si occupa di questo, è molto conosciuto e si trova all'interno dell'ospedale San Camillo. Ho parlato con la Dottoressa Giovanna Scassellati, che opera in questo e in altri campi come ginecologa. La Dott.ssa Scassellati è molto famosa anche per le sue battaglie a favore della Legge 194 come per le sue infuocate interviste. Le sue risposte, in questo caso, mi hanno lasciata a dir poco stupita, è vero ne sapevo veramente poco.

Mi può spiegare quanti tipi di infibulazione ci sono?
Ci sono quattro tipi di infibulazione, veramente ce ne sono anche di più, in alcuni casi, invece delle incisioni, si usano sostanze come corrosivi. Comunque quando noi parliamo di infibulazione intendiamo il grado tre. Il primo grado che si chiama sunna consiste nella asportazione del clitoride, il grado due si asportano anche le piccole labbra, nel grado tre si asportano piccole e grandi labbra chiudendo tutto. Queste ultime pratiche hanno degli effetti particolarmente negativi perché prevedono l'asportazione di porzioni dove normalmente risiedono ghiandole come quelle di Bartolini. Il tessuto rimane di tipo cicatriziale. L'infibulazione viene praticata da ostetriche o donne anziane dei villaggi. Il problema è che nei villaggi c'è una vera tradizione, le donne non infibulate vengono discriminate.

A che età viene fatta di solito?
L'età cambia in continuazione, diciamo che oramai è una pratica vietata dalle grandi organizzazioni mondiali, quindi in questi paesi lo fanno clandestinamente. Però è una cosa che le donne sanno di dover fare. Una ragazza non infibulata non trova marito, nessuno la vuole, perché la credenza che la donna debba essere infibulata è radicata nei secoli.

Quali sono i problemi più gravi causati dall'infibulazione?
Nel caso del livello tre, la donna è cucita quasi completamente, quindi soffre di grandi disturbi per il trattenimento delle mestruazioni. Inoltre sono frequentissime le infezioni urinarie, possono avere cisti, cheloidi cicatriziali.

Scusi se la interrompo: abbiamo capito che l'infibulazione è la negazione del piacere, ma come fanno, se sono completamente cucite a generare dei figli?
Questo è un problema successivo. Da ragazzine loro devono essere infibulate altrimenti vengono considerate impure. Uno dei motivi si pensa che risalga al tempo in cui la maggior parte delle tribù viveva nuda. L'infibulazione era considerata igienica per le donne. Dava loro la possibilità di non preoccuparsi della sporcizia che poteva entrare, la terra, o la sabbia del deserto ad esempio, è chiaro che questa è un'idea errata, sappiamo benissimo che la vagina è chiusa naturalmente, non ha alcun bisogno di essere cucita. In verità dietro a tutto questo c'è un'idea radicata di controllo della sessualità e della donna come proprietà dell'uomo. Durante i saccheggi che avvengono tra le tribù, avere delle donne infibulate assicura che queste non vengano violentate e che successivamente non generino figli di altri.

Ecco, come fanno queste donne a partorire?
In Italia noi medici abbiamo cominciato ad avere pazienti infibulate attorno agli anni Ottanta. All'inizio le facevamo partorire col parto Cesareo. Poi abbiamo cominciato a chiederci se ci fosse un altro modo: avevamo paura che queste donne, magari tornando in Africa potessero avere difficoltà con i secondi parti, così come può succedere a quelle che hanno subito parti Cesarei. Nei loro paesi si deve essere in grado di partorire più che altro naturalmente dato che di ospedali ce ne sono pochissimi. Tenendo conto che in media gli africani fanno dai cinque ai nove figli. Da qui l'esigenza di trovare una soluzione per fare partorire queste donne nel modo più naturale possibile.

Come è iniziata la sua ricerca in questo campo?
Ho fatto una ricerca su tutto quello che si era fatto, prima in Italia e poi ho cominciato a leggere i testi stranieri. In particolare, ho trovato del materiale interessante su degli studi fatti dal dottor Gordon di Londra. Sono partita e sono andata a verificare di persona. In effetti questo dottore, in un ospedale di Londra, è stato uno dei primi ad accogliere e studiare i casi delle donne infibulate in modo da poterle aiutare. In Inghilterra l'emigrazione africana è iniziata da molti anni e comunque, prima di questa, c'erano le colonie britanniche, quindi questo problema è sentito da tempo. La tesi del dottor Gordon era che a queste donne andava insegnata una modalità di iniziazione differente dall'infibulazione.

Vuole dire che Gordon tentava di sostituire l'infibulazione con una pratica meno truculenta?
Esatto. Il problema è che non era per niente facile. L'idea della menomazione è molto radicata, è sentita in maniera molto forte. Non sarà per niente facile che si smetta totalmente di praticarla. Ricordo che ad un congresso, una donna rivendicò con vigore il diritto a continuare questa pratica su chi la volesse. Disse che lei andava fiera di essere infibulata perché lo era sua madre e sua nonna prima di lei. Per alcune di queste donne riconoscere quanto questa cosa sia sbagliata equivarrebbe ad accettare che la propria madre ha agito male nei loro confronti. Non è facile accettare che tua madre ti abbia fatto consapevolmente una cosa sbagliata, preferiscono negare la realtà. Il cammino è lungo, la maggior parte delle donne africane non conosce la anatomia vera di una vagina, non sanno come sarebbe se non fossero state mutilate. Perché questa cosa viene fatta loro quando sono bambine. Inoltre un altro problema sono gli errori. Questi che praticano l'infibulazione, operano con strumenti di fortuna, lamette sporche ad esempio, che oltre a portare infezioni possono sfuggire di mano e fare un disastro. E infatti questo succede, i risultati sono devastanti quando non sopraggiunge addirittura la morte. Il clitoride è irrorato da un'arteria che si chiama appunto clitoridea. Se questa arteria viene incisa è difficile fermare il flusso, si muore dissanguati. E i casi purtroppo sono tanti.

Nei Paesi occidentali ovviamente questa pratica è vietata, secondo lei c'è gente che infibula clandestinamente?
Guardi, non lo so. Noi non ne abbiamo idea anche se sospettiamo di sì, ovviamente negli ospedali pubblici c'è un controllo massiccio, però chissà cosa succede in alcuni studi privati. Sicuramente ci sono molte comunità che spingono perché questa cosa venga accettata in Italia. Mi pare che a Firenze un ginecologo somalo avesse proposto di sostituire questo rito con una iniziazione fatta con una iniezione di liquido fisiologico. Per me è una totale sciocchezza, una cosa comunque inaccettabile.

Ci sono donne infibulate che chiedono di essere operate per tornare ad una normale funzionalità del loro corpo?
Certo, soprattutto quelle che, essendo completamente cucite, non riescono ad avere nessun rapporto. Un po' di tempo fa ho avuto una paziente che era addirittura una dottoressa. Ultimamente le mie pazienti, anche essendo chiuse, hanno ancora il clitoride, evidentemente si tende a non menomarle completamente, ma forse è soltanto perché, come le ho detto, è molto rischioso asportare il clitoride non essendo medici e non avendo attrezzature adatte. Quello che nessun medico italiano fa, è richiuderle dopo i parti, sono moltissime le donne africane che lo chiedono. Noi non possiamo, né vogliamo farlo, eppure non è facile convincerle di quanto sia dannoso.
Tra l'altro, le donne infibulate dovrebbero essere aperte molto prima del parto, diciamo alcuni mesi prima, per evitare una infinità di problemi legati anche al cambiamento di dimensioni dell'utero, oltre a quelli di una ferita aperta così grande. Sarebbe meglio partorire con la ferita già rimarginata. Noi consigliamo sempre loro di operarsi prima, ma solo di rado lo fanno, e così rischiano anche la vita
.

Quindi questo è un problema profondamente culturale.
Esatto, calcoli che i dati ufficiali parlano di diciannovemila donne in questo stato in Italia, invece i numeri sono di gran lunga più alti. Il problema non è affatto da sottovalutare. Per adesso Roma e Firenze hanno dei centri che si occupano, prima di tutto, di informare queste donne e di aiutarle a decidere come vivere soprattutto la gravidanza. Quello che dico è che ce ne dovrebbero essere molti di più, come minimo in ogni regione italiana, come avviene negli altri Paesi. Noi abbiamo, oltre ai ginecologi, psicologi e assistenti sociali che lavorano con noi.

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L'organizzazione del Gaypride bolognese attacca Il Cardinale Caffarra: "Si faccia i fatti suoi!".

La Curia replica: su questi temi il nostro pensiero è noto. Lo Giudice: "Via Altabella non è un obiettivo, chiediamo una legge sui Dico".

(Micol Lavinia Lundari - La Repubblica, edizione di Bologna) Mancano ancora tre mesi alla data del 28 giugno, quando a Bologna tornerà dopo tredici anni il Gay Pride, ma è già polemica. Con un attacco al cardinale Carlo Caffarra gli organizzatori provocano un terremoto politico. Imbarazzo nella giunta Cofferati, anche perché l´assessore all´Istruzione Milli Virgilio ieri era presente alla conferenza stampa nella quale Marcella Di Folco del Mit - movimento identità transessuali - ha avuto parole durissime contro la Curia: «Il cardinal Caffarra? Che si faccia i fatti suoi. Non ha il diritto di dire che il suo è un amore di serie A e il nostro uno di serie B». Via Altabella fa sapere che su questi temi «la dottrina della chiesa è nota», ma non aggiunge altro per non dare ulteriore risalto alla vicenda. La Di Folco è a capo del comitato organizzativo della sfilata di lesbiche, gay, bisessuali e trans che attraverserà Bologna e promette di portare in città almeno 30mila persone. Seduto allo stesso tavolo anche Sergio Lo Giudice, consigliere comunale del Pd e presidente onorario dell´Arcigay, che qualche ora dopo dichiarerà, a proposito delle critiche al cardinale, «di non ricordare quella frase, e comunque non si trattava di un attacco, ma di una risposta alla provocazione di una cronista. Non è certo la Curia l´obiettivo primario della festa del 28 giugno, ma le istituzioni della Repubblica che hanno il compito di legiferare. Il mio scopo è quello di ottenere riforme su un piano giuridico, normativo e di lotta ai pregiudizi sociali».

«Ribadirò a Caffarra quello che indirizzai a Biffi tredici anni fa, perché nulla è cambiato» insiste invece Marcella Di Folco che ironizza sull´atteggiamento della Chiesa rispetto alla diversità sessuale, tirando in mezzo anche monsignor Ernesto Vecchi: «Ha detto bene, (i preti, ndr) non sono omofobi visto che tra loro si vogliono bene». A smorzare i toni, parlando della manifestazione più che dei messaggi, diretti o trasversali, che verranno lanciati, ci prova Lo Giudice (nella foto), che è anche presidente della commissione per i diritti di gay e lesbiche del ministero delle Pari opportunità. «Questo appuntamento vuole essere un momento di rottura degli schemi in sé, la provocazione si limita a questo. Vuole essere un´occasione di visibilità festosa per persone che storicamente sono rimaste invisibili. Né muri imbrattati, né degrado, né sporcizia. E i partecipanti del Pride non sono soltanto quegli individui vestiti di piume e pailettes che finiscono sempre sui media: loro costituiscono solo una piccola parte del nostro movimento, che è fatto di persone comuni e molto diverse fra loro». Sono trentacinque le organizzazioni che hanno stilato il programma del Pride 2008. Si tratta di una battaglia fra il politico e il civile, insiste Lo Giudice, «che vuole riaffermare con orgoglio la laicità dello Stato, la pari dignità e i pari diritti civili e sociali di tutte e di tutti». Una battaglia combattuta sul campo di Bologna, città che «per anni fu un nostro punto di riferimento» e che ora, come ha affermato Di Folco, «oggi si confronta duramente con una Curia e con forze di destra e di centrodestra che per affermare la propria identità contrastano i movimenti, primo fra tutti quello Lgbt».

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Amici di Maria. Serale di ieri . puntata riuscita male, falsata o pilotata?


(Amici il blog) Buona sera a tutti , vista la puntata di ieri sera abbastanza ricca di colpi di scena ho deciso di esaminarla e di fare luce su alcuni punti fondamentali che hanno reso la serata poco comprensibile sotto molti aspetti che potrebbero o (possono) farla sembrare falsata o pilotata per qual dir si voglia.

VOTI AI RAGAZZI
: " BIANCHI "

Roberta : 7 (brava ma non al top delle sue performance)
Susy : 7.5 (bravissima nel musical , veramente una scoperta)
Pasqualino : 6.5 (bravo nel canto , bravo anche nel musical )

Media di squadra : 7

VOTI AI RAGAZZI : " BLU "

Marco : 5.5 (esibizione niente male ma farebbe bene a tenere la bocca chiusa)
Marta : 6 (esibizione buona e gradevole , meno acida del solito)
Francesco : 7.5 (finalmente si è sciolto o per lo meno ci prova , bravo!)
Cassandra :7.5 (esibizioni fatte bene , molto bene , peccato avrebbe potuto dare ancora molto al programma)

media di squadra : 6.75

COMMENTO ALLA VITTORIA

BIANCA
la vittoria è stata meritata ma non pulita al 100% , essendo fan bianco devo sottolineare per forza la non chiarezza autoriale nel definire o meglio nell 'avissare che la nona prova sarebbe stata l'ultima.
Nessuno si sarebbe aspettato che con 25 minuti di tempo ancora a disposizione non ci fossero state più prove. Per forza c'era qualcosa sotto.
La percentuale irrisoria che ha dato la vittoria ai bianchi 51% a 49% nel caso di una decima sfida sarebbe potuta restare a favore bianco o diventare a favore dei blu , quindi sotto c'è una vittoria premeditata dei bianchi.

COMMENTO ALL' ELIMINAZIONE DI CASSANDRA

Eliminazione non meritata anche se sotto certi punti di vista quasi annunciata.
La colpa della sua eliminazione non può essere data a Susy o a pasqualino perché loro in qualche modo iniziano a sperare un'ipotetica vittoria quindi il loro ragionamento è stato lo stesso dei blu nel caso di giuseppe ( meglio marta che cassandra in finale più papabile alla vittoria della prima).

L'unica colpa è attribuibile alla commissione che nonostante il 4 posto (quindi non salva per un pelo , caso molto simile a quello di simo) ha deciso di non salvarla . Ed è quì che casca l'asino : Chi non ha salvato cassandra? O per lo più centra Zanfo con sua eliminazione?. Restando nel primo caso Secondo me tutti e 3 i prof di canto l'hanno salvata anche perchè non avrebbero avuto motivo di non farlo , i 4 di danza non l'hanno salvata , rimangono i 3 di recitazione e il personal trainer.

ELIMINAZIONE PROGRAMMATA?

Questo secondo me è il caso di eliminazione più programmato nella storia di amici. Tornando indietro allo scorso lunedì nonché giorno di pasquetta , i superstiti blu stavano provando il nuovo musical per la prossima settimana "dirty dancing" e il caso volle che la parte di protagonista fosse affidato a marta. Quì possiamo vedere un scelta pulita o maligna da parte della mari. Infatti se vediamo la questione in modo pulito viene spontaneo da dire . Marta non HA mai avuto una parte da protagonista quindi diamole la . Sotto l'aspetto maligno invece vediamo la Mari che dice a steve : Ho dato la parte di protagonista a Marta perchè non sappiamo se Cassandra ci sarà , cioè non sappiamo chi uscirà la prossima settimana.

COMMENTO ALL'ABBRACCIO FRA CASSY E ROBERTA

L'ascia di guerra è già stata sepolta , per una volta l'amicizia è riuscita a scavalcare gli rvm di zanfo & co. L'unico cruccio che non riuscirò mai a togliermi dalla testa sarebbe stato quello di vedere cassandra e roberta in squadra insieme.

VOTO FINALE ALLA SERATA :
esibizioni 7
+ astensione da polemica 8
+ chiarezza della serata 5
+ eliminazione cassandra 3
--------------------------------
= voto finale 5 non sufficiente

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Scandalo in Danimarca. Sesso con una 15enne, via il deputato.

«Condotta immorale», il parlamentare si dimette. Pubblico «mea culpa» di Jeppe Kofod, stella dei socialdemocratici.

(Maria Serena Natale - Il Corriere della Sera) «Ho dato prova di scarso giudizio ». Stringe i denti. «Ho tenuto una condotta moralmente inappropriata». Serra i pugni. «Sono il solo responsabile dell'accaduto». China il capo. «Mi dispiace profondamente». Mr. Gentleman se ne va. È la caduta in diretta del più amato (e lanciato) dei socialdemocratici danesi.

Colletto sbottonato e occhi tristi dietro le lenti da primo della classe, Jeppe Kofod si dimette dalla carica di vice presidente della Commissione Affari Esteri del partito per aver avuto rapporti sessuali con una ragazzina di quindici anni. «Venerdì scorso ero stato invitato a parlare nel corso di una riunione dei giovani socialdemocratici e durante la festa ho intrattenuto una relazione moralmente inappropriata», ha ammesso appena quattro giorni dopo il deputato di Copenhagen, 34 anni, studi ad Harvard, single. Passione e redenzione nella liberal-protestante Danimarca, dove la legge garantisce il diritto di avere relazioni sessuali dai quindici anni in poi (se la ragazza era consenziente Kofod non rischia alcun procedimento giudiziario) ma covano conflitti non risolti, recepiti e spesso amplificati nei riti della politica. «Il partito ha deciso di far cadere la testa di uno dei suoi personaggi di più alto profilo per evitare un scandalo di proporzioni ancora maggiori — spiega al Corriere Pjanre Steenseeck, editorialista del Berlingske Tidende, il più antico quotidiano nazionale —. In questi anni "Mr. Gentleman" Kofod si è conquistato la stima di colleghi ed elettori lavorando sodo e tenendo una condotta esemplare. La reazione collettiva all'episodio è stata di una violenza inaudita. Ieri i giornali gridavano allo scandalo, ma il tema che da domani tutti dovremo affrontare, è la pervasività di un puritanesimo del tutto scollegato dalla modernità. Non è stata violata la legge, ma il paradossale codice morale dei danesi, tra i primi negli anni Settanta a legalizzare la pornografia, chiama vendetta».

È la condanna della Danimarca che medita sull'oscura forza del peccato con i film di Lars von Trier e del più giovane Per Fly (la cui ultima opera, Gli innocenti, indaga proprio il senso di colpa e la fragilità di qualsiasi leadership morale attraverso la storia d'amore tra un professore di Scienze sociali e un'ex studentessa), ma che sa anche dubitare di se stessa. Il Paese che va fiero del proprio Welfare e di livelli di disoccupazione tra i più bassi d'Europa, convinto di un euroscetticismo tenace che continua a preferire la corona all'euro e nel 2005 ha portato alla bocciatura referendaria della Costituzione Ue.

Nel 2001 i danesi hanno posto fine a cinquant'anni di pressoché ininterrotto governo socialdemocratico e si sono affidati ai liberali di Anders Fogh Rasmussen («il primo ministro più bello d'Europa — scherzò nel 2002 l'allora premier Silvio Berlusconi —, anche più bello di Cacciari. Penso di presentarlo a mia moglie...»); per confermare, con il terzo mandato consecutivo decretato dalla vittoria alle elezioni dello scorso 13 novembre, la fiducia alla sua coalizione liberal-conservatrice rafforzata dall'appoggio esterno dell'estrema destra. Dopo aver visto montare la ferocia dello scontro inter-religioso per la pubblicazione delle vignette sul Profeta Maometto, riedite in febbraio in seguito all'arresto di tre estremisti che pianificavano un attentato al disegnatore Kurt Westergaard, il regno di Margherita II sembra sull'orlo di una crisi di nervi.

Jeppe Kofod ha già ceduto. Tornerà, prevedono gli analisti; non subito, ma tornerà. Nessuna dichiarazione, finora, dai socialdemocratici, qualche pacata apertura dalla maggioranza, disposta a considerare l'eccessiva durezza della pena. Alla France Presse il portavoce personale ha dichiarato: «Kofod sta riflettendo sul suo avvenire politico».

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mercoledì 26 marzo 2008

GayLib sceglie il voto disgiunto. Un colpo al cerchio ed uno alla botte...

L’associazione gay di centrodestra appoggia il candidato socialista al Campidoglio e tutti i candidati nei municipi sensibili alle necessità della comunità glbt romana.

GAYLIB LAZIO: A ROMA VOTO DISGIUNTO. GRILLINI SINDACO E MASSIMO ERASMO (MPA) AL CONSIGLIO COMUNALE.
GayLib Lazio alle elezioni comunali di Roma sosterrà tutti i candidati glbt ed eterosolidali che si faranno carico di rappresentare i cittadini glbt e le coppie omoaffettive nei vari ambiti di competenza comunale.
Nello specifico chiediamo a tutti i candidati dei vari municipi che intenderanno avere la simpatia e il sostegno di GayLib Lazio che si curino di ampliare tutte le delibere di ambito assistenziale e socio-sanitario (accesso alla graduatoria per le case popolari...

Continua su Il voto gay.

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Euro a luci rosse. Pornoattrici sulle banconote.

(Hai sentito) In tempi di magra, tutti i soldi che possono essere spesi nei negozi sono una manna del cielo. Anche se non portano stampate le immagini che siamo abituati a vedere su monete e banconote. E così perchè non utilizzare il Sexy Euro che potete vedere nella nostra galleria di immagini? Chissà, magari il suo potere di acquisto è maggiore…

Sexy Europe, un’azienda grafica molto nota, ha deciso di prendere i normali euro, sia monete sia banconote, per trasformarli in oggetti a luci rosse. Per le banconote sono state scelte alcune famose pornoattrici, che vanno a sostituire i simboli attuali, molto più casti e dal sex appeal pari a zero. Per le monete, invece, è stato scelto il kamasutra.

Perché quello che è già molto sexy “davanti”, può essere ancora più bello “da dietro”!“: questo il motto del lancio di questa sexy moneta.


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Nicolas Vaporidis guadagna soldi solo ora?

Nicolas Vaporidis(Gossipblog) In un’intervista rilasciata al settimanale “A”, Nicolas Vaporidis fa una confessione molto poco comune tra i professionisti dello spettacolo, parlare di soldi. Ecco cosa dice rispetto ai suoi esordi:

“Per Notte prima degli esami non ho preso un centesimo. Non le dico la cifra perchè riderebbe. Col sequel è andata un poco meglio, ma i soldi veri sto iniziando a guadagnarli solo adesso. Se ne sono andati tutti nell’acquisto di una casa e ho dovuto fare un mutuo, altrimenti non mi sarei mai potuto permettere di ristrutturarla”.

Quindi, riassumendo: fino a pochi anni fa non guadagnava molto poco. I soldi veri li guadagna ora e quelli che aveva gli hanno permesso l’apertura di un mutuo. Sbaglio, o la sensazione che la sua percezione del “non ho preso un centesimo” e del “un poco meglio” sono un tantino falsate?

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Il Pride nazionale a Bologna in giugno. Si teme bassa partecipazione per una connotazione politica troppo di parte e strapaesana.

La manifestazione nazionale confermata. Dai giardini Margherita a piazza VIII Agosto. Sfilando per i viali, poi giù per via Don Minzoni e via dei Mille. E’ l’ipotesi di percorso, quasi definita.

(Luca Orsi - Il Resto del Carlino) Dai Giardini Margherita a piazza VIII Agosto. Sfilando per i viali, poi giù per via Don Minzoni e via dei Mille. E’ l’ipotesi di percorso, quasi definita nei dettagli, su cui stanno lavorando la Prefettura e gli organizzatori del Gay Pride nazionale di sabato 28 giugno. Una manifestazione omosessuale che, secondo le prime stime, potrebbe superare il tetto delle 25mila presenze. Anche per questo è stata scartata l’idea iniziale di fare passare il corteo per il centro, con chiusura della manifestazione e festa finale in piazza Maggiore. Prefettura e Comune hanno voluto minimizzare l’impatto della manifestazione sul centro storico. Visto l’afflusso di gente previsto, piazza VIII Agosto è stata ritenuta anche dalle forze dell’ordine la scelta migliore, in termini di sicurezza e controllo.

Da quanto si sa, le proposte alternative sono state accettate senza troppe difficoltà. «Gli organizzatori del Gay Pride hanno dimostrato la massima ragionevolezza. Nessuno vuole creare problemi alla città e ai bolognesi», aveva detto al Carlino il prefetto Vincenzo Grimaldi. «Il rapporto con le istituzioni è stato assolutamente positivo, di dialogo e reciproco ascolto — conferma Emiliano Zaino, presidente del Cassero —. In questo modo si sono trovate sempre soluzioni utili, nel rispetto dei luoghi e dei cittadini».

Chi invece dovrà fare buon viso a cattiva sorte sono gli ambulanti della Piazzola, che si tiene proprio in piazza VIII Agosto. Per sabato 28 giugno il Comune ha intimato lo sfratto al mercato. Per ora si sta cercando un accordo per fissare una giornata ‘di recupero’.

Se i commercianti non accettassero questa soluzione, «dovremo emanare un’ordinanza urgenze per ragioni di sicurezza», fanno sapere da Palazzo d’Accursio. In questo caso, agli ambulanti non sarebbe concesso alcuna giornata supplementare di mercato.

In Comune, il Gay Pride non sembra togliere il sonno. «Nessuna preoccupazione — afferma il sindaco, Sergio Cofferati —. E’ una manifestazione politica come tante altre. E noi, quindi, non abbiamo un ruolo diretto nella preparazione della manifestazione, che spetta a Prefettura e Questura».

Franco Grillini, deputato socialista, presidente onorario dell’Arcigay, candidato sindaco nel 2009, sarà in prima fila. La manifestazione di giugno, anticipa, «avrà una forte connotazione politica». Se alle elezioni del 13-14 aprile vincerà il Pdl, il Gay Pride «sarà una manifestazione contro la destra omofoba al governo». Se vincerà il Pd, «sarà una manifestazione di rivendicazione».

L’ultimo Gay Pride nazionale ospitato a Bologna data luglio 1995. Secondo gli organizzatori, arrivarono oltre 20mila persone. Da mesi gli organizzatori sono al lavoro per reclutare volontari, dalla segreteria alla ricerca fondi, dai trasporti al servizio hostess, dal volantinaggio alla security. Con l’obiettivo di «superare il risultato di 12 anni fa, nel giorno esatto in cui il Cassero festeggia i 25 anni di vita».
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FORZA NUOVA: NO AL GAY PRIDE, Sì ALLE LISTE CIVICHE PER IL COMUNE.
Dall'annuncio di iniziative «beffarde» contro il Gay Pride del 28 giugno alla disponibilità a un accordo con i civici di Guazzaloca per le amministrative del 2009.

(Erica Ferrari - Il Resto del Carlino) Dall'annuncio di iniziative «beffarde» contro il Gay Pride del 28 giugno alla disponibilità a un accordo con i civici di Guazzaloca per le amministrative del 2009, a patto che si resti nell’ambito del civismo. C’è spazio anche per le questioni bolognesi alla conferenza stampa di presentazione dei candidati di Forza Nuova per le politiche del 13-14 aprile. La formazione ha liste indipendenti per Camera e Senato, guidate in Emilia Romagna dal vicepresidente nazionale Gianni Correggiari e da Ugo Bertaglia.

L’indipendenza dai partiti sarà anche il must per le amministrative del 2009, per cui «escludiamo accordi con i partiti, non escludiamo invece accordi tra liste civiche», dice Correggiari. Dunque, se quella dei sostenitori di Guazzaloca sarà una lista civica «potremmo aderire o appoggiare». Quanto al Gay Pride - «una cosa che ai bolognesi non interessa» -, Correggiari promette «pressione per far in modo che sia spostato il più possibile lontano da Bologna».

L’illustrazione del programma politico di Forza Nuova spetta al candidato premier Roberto Fiore, ieri a Bologna per un tour elettorale e a San Giovanni in Persiceto per una cena con i simpatizzanti. Che il partito si ponga come alternativa a Pd e Pdl lo mostra lo stesso manifesto, raffigurante un fondoschiena (con scritto sopra ‘destra’ e ‘sinistra’) nell’atto di schiacciare un uomo, e lo slogan ‘il potere ti schiaccia’. Tra i punti salienti, l’irrigidimento della legge sull’immigrazione Bossi Fini, la statalizzazione di sanità e autostrade e la difesa dei valori cristiani.

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