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lunedì 8 settembre 2008

Genova. Presidente provincia; "Genova è città di diritti anche senza il gay pride".

Il Presidente della Provincia di Genova, riaffermando il diritto di ognuno alla propria dignità, ritiene che una manifestazione come il Gay Pride finisca per nuocere alla sua affermazione.

“Condivido – ha dichiarato il Presidente della Provincia, Alessandro Repetto, a proposito della proposta di organizzare a Genova nel prossimo anno la giornata dell’orgoglio gay - la richiesta e l’esigenza di difendere i diritti di ogni singola persona e la necessità di vedere sempre più combattuti quei pregiudizi che creano discriminazioni ed emarginazioni. Non penso solo all’omosessualità ma alle diverse situazioni sociali complesse, spesso drammatiche e quasi sempre subìte in una connivente indifferenza generale.
Trovo pertanto legittimo combattere e difendere i valori della dignità, parità e laicità, valori che, tuttavia, non ritengo siano né difesi né rappresentati da una manifestazione provocatoria come il Gay Pride. Non è attraverso quel tipo di iniziativa che si possono ottenere rispetto e attenzione, a meno che non si desideri semplicemente porsi sotto i riflettori per qualche giorno, alimentando polemiche e disapprovazione generali.”
“Inoltre, - ha concluso Alessandro Repetto - aver scelto come data il giorno dedicato al Corpus Domini è irrispettoso verso le persone che credono, offende una sensibilità religiosa e spirituale che non è meno degna del rispetto che i manifestanti chiedono. Ritengo sarebbe più incisivo ed efficace dimostrare mantenendo la tolleranza nei confronti degli altri modi di pensare.
Genova resta medaglia d’oro della Resistenza e simbolo di una cultura laica, una città dove tradizionalmente hanno sempre trovato spazio popoli, culture e differenti individualità. Resterà una città dei diritti anche senza il Gay Pride.”

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Proposta Rotondi-Brunetta già sepolta dal Governo. Vale solo il matrimonio.

La notizia di una proposta di legge sulle unioni civili che tuteli anche quelle gay, firmata dai ministri Renato Brunetta e Gianfranco Rotondi, ha fatto appena in tempo a essere diffusa dalle agenzie, che subito arriva il secco "no" da parte della stessa maggioranza.

I "no" della maggioranza - Dopo il parere contrario di Carlo Giovanardi, ecco ora la posizione di Laura Bianconi, vicepresidente dei senatori del Pdl. La senatrice tiene a precisare la posizione del Governo e dice: "Nel programma presentato agli elettori dal presidente Berlusconi e, quindi, dall'attuale Governo non è prevista alcuna regolamentazione delle unioni civili, anche per questo siamo stati premiati dagli italiani, per la nostra chiara posizione nel ribadire che l'unica unione riconosciuta che vogliamo tutelare è quella della famiglia fondata sul matrimonio, così come prevede la Costituzione".

Niente Pacs ma diritti dei singoli - "Con questo - prosegue - non voglio dire che non si debbano tenere nel dovuto conto i diritti individuali delle persone e, quindi, anche di coloro che decidono di vivere come una coppia di fatto. Sono anni che invito le varie associazioni a farci un chiaro elenco dei diritti che come persone, e non come coppia, non vengono loro garantiti e poi andremo ad esaminarli. Ma essendo il loro obiettivo solo quello di vedersi riconosciuti come coppia convivente non ho mai ricevuto nulla. A questo loro scopo continuerò a dire il mio fermo no. Così come ho fatto nella precedente legislatura quando abbiamo seppellito definitivamente iniziative legislative come quelle dei Dico e dei Cus. Mi auguro che il nostro Governo non decida di aprire una porta in tal senso, la maggioranza degli italiani non lo vuole tanto che hanno deciso di bocciare il centro sinistra anche perché cercava di compiere un vero e proprio attentato minando le basi della cara famiglia tradizionale, perno fondante dei nostri valori e della nostra società".

Per An le priorità sono altre - Si fanno sentire anche le donne di An che, "nella riapertura del dibattito sulle unioni civili provocata dalla proposta dei ministri Brunetta e Rotondi ribadiscono con forza la necessità di avviare preliminarmente politiche tese al sostegno della famiglia e alla conciliazione dei tempi di vita e professionali per le madri lavoratrici". A loro nome parla Barbara Saltamartini, responsabile delle Pari opportunità di Alleanza nazionale. "Dinnanzi ad una situazione italiana che registra uno dei più bassi indici di natalità in Europa e una percentuale di abbandono del lavoro femminile, credo che non si possano avere dubbi su quali siano le priorità da affrontare". Un secco 'no', dunque, appena temperato dall'attenzione assicurata ai "diritti individuali delle persone componenti le coppie di fatto. Ci sembra sinceramente che la valorizzazione della famiglia, delle donne e dell'infanzia costituisca oggi il primo e più importante obiettivo di ogni riforma dello stato sociale".

Il commento di Brunetta - "Per il momento si tratta solo di una riflessione culturale, laica, fatta come persone non come membri di governo". Renato Brunetta, precisa la sua posizione e dice: "In ogni caso il riconoscimento di diritti e doveri di reciprocità nelle convivenze deve avvenire senza oneri per lo Stato". A questo punto il ministro ha illustrato meglio il suo pensiero in tema di diritti civili: "Io penso - ha detto - che l'unica unione degna di questo nome sia quella definita dalla nostra Costituzione, cioè la famiglia costituita da un uomo e da una donna. Su questo bene pubblico fondamentale la Costituzione dà la sua definizione cui io mi riconosco totalmente.

Un codice dei diritti e dei doveri - Poi ci sono una serie di altre realtà di convivenza, da buon laico voglio prescindere dalla dimensione sessuale. Queste situazioni di fatto, di tipo relazionale-solidaristico, che nulla devono avere a che fare con la famiglia, sono tutelate in maniera farraginosa dal diritto civile, ci sono diritti di reciprocità parziali". "Io vorrei cercare - continua il ministro della Pubblica amministrazione - questa è la riflessione fatta con l'amico Rotondi, di fare una sorta di codice, mettendo insieme i diritti e i doveri di reciprocità per le convivenze, che nulla abbiano a che fare con il sesso e la famiglia, però con un'altra clausola: tutto questo deve avvenire senza oneri per lo Stato. Le risorse dello Stato - puntualizza infine Brunetta - devono essere destinate unicamente alla famiglia come prevista dalla Costituzione, sul resto ci puo' essere una sorta di ricognizione di diritti e doveri in campo civilistico".

La proposta di Brunetta e Rotondi - I ministri Rotondi e Brunetta, nell'illustrare il loro progetto, avevano parlato della proposta come un'iniziativa personale e non del Governo che non ha questo argomento tra i punti del suo programma. Secondo i due però la materia merita una riflessione e c'è la necessità, come ha sostenuto Rotondi, "di legiferare in ordine a un fenomeno che non è marginale e che riguarda le persone che a vario titolo convivono senza essere sposati. Spesso indipendentemente dal fatto sessuale". Rotondi e Brunetta pensano dunque a tutele basate su "alcuni diritti fondamentali" come "l'assistenza in caso di malattia, la successione, i diritti relativi all'alloggio, insomma tutti i diritti che rendono il convivente prioritario rispetto ai parenti e che per ora non esistono". E, hanno ribadito "Ci occupiamo anche delle coppie gay".

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Dal Circolo Mieli, precisazioni sull'EuroPride 2011.

Dopo il breve comunicato stampa di sabato 6 settembre, diffuso dal Circolo Mario Mieli, che ha annunciato la notizia dell'assegnazione dell'Europride a Roma per il 2011, ecco alcune notizie e considerazioni aggiuntive che potranno certamente essere utili e stimolanti. Come e chi sceglie la città dove svolgere un Europride? La scelta viene effettuata da un'organizzazione europea, l'EPOA, cui partecipano delle associazioni che hanno organizzato nei propri paesi dei Pride e che ovviamente risultino iscritti a tale struttura sovranazionale.
Dopo il breve comunicato stampa di sabato 6 settembre, diffuso dal Circolo Mario Mieli, che ha annunciato la notizia dell'assegnazione dell'Europride a Roma per il 2011, ecco alcune notizie e considerazioni aggiuntive che potranno certamente essere utili e stimolanti.

Come e chi sceglie la città dove svolgere un Europride? La scelta viene effettuata da un'organizzazione europea, l'EPOA, cui partecipano delle associazioni che hanno organizzato nei propri paesi dei Pride e che ovviamente risultino iscritti a tale struttura sovranazionale.

Esiste ovviamente un regolamento, sia per appartenere all'Epoa, sia per concorrere all'assegnazione dell'Europride, con una candidatura che deve essere posta tre anni prima dell'anno in esame. Inoltre va presentato un progetto tecnico, economico e di idee, fatto dall'associazione che si propone come organizzatore, e chiaramente delle motivazioni di opportunità politica, nonché vanno presentate delle lettere di intenti e di appoggio da parte di altre associazioni e di amministrazioni pubbliche. Per riassumere esistono regole, procedure, anzianità, esperienza ed affidabilità, cadenze temporali, rete di interconnessioni pubbliche e private.

Questo chiarimento è importante per evitare che si possa pensare che ci sia un'attribuzione casuale o misteriosa ad un organizzatore e che si scelga una città al posto di un'altra solo perché vi è oscillato sopra il pendolino di una maga.

Il Circolo Mario Mieli organizza Pride dal 1994, è iscritto all'Epoa sin dal 1996, ha ripetutamente fatto parte del direttivo (quest'anno compreso), ha già organizzato un Europride (il World Pride del 2000) e aveva già vagliato tempi e modi per una propria candidatura negli ultimi due anni, in vista delle date precedenti al 2011.

Quest'anno ci abbiamo riprovato, avendo costruito, con i due tentativi precedenti, una più proficua possibilità di successo; non a caso a luglio abbiamo inviato una e-mail alle associazioni italiane lgbt chiedendo lettere di appoggio. Sono giunte molte di queste dichiarazioni da parte di realtà che hanno così già dimostrato di essere interessate ed entusiaste rispetto all‘idea, e abbiamo raccolto anche le lettere d'intenti del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio.

Va chiarito che nessuna altra realtà d'Italia si è mai proposta né in passato né oggi, anche perché solo da quest'anno si è iscritta all'Epoa un'altra associazione lgbt italiana: il Comitato provinciale Arcigay di Milano.

C'è stato inoltre solo un interessamento verso una candidatura da parte di Torino, non realizzabile per il regolamento Epoa. Come dire: se c'era qualche possibilità di riportare l'Europride in Italia, tecnicamente lo poteva fare solo il Mieli, oltre al fatto che solo il Mieli si è dimostrato interessato e pronto a farlo.

Spiegato doverosamente l'iter, mi preme dire che il Mieli è elettrizzato dalla nuova avventura che si apre, con l'ulteriore certezza che questi anni antecedenti saranno preziosi e forieri di stimoli ed opportunità di ogni tipo, soprattutto politici ma anche culturali e sociali; inoltre si apre un'occasione ottima per chiunque ci vorrà credere ed è disposto a costruire insieme a noi l'appuntamento e gli anni da vivere prima. Due anni e mezzo che possono essere rivoluzionari sia all'interno del movimento, sia per la comunità; mesi che possono far tornare l'entusiasmo a chi oggi non vede molte prospettive o si sente depresso dalla politica italiana; giorni e giorni utili a chi vuole lavorare, lottare per i diritti e creare opportunità di ogni tipo alla comunità e alle persone lgbt; migliaia di ore da spendere per pensare ed agire, tralasciando le incrostazioni delle contrapposizioni e la vacuità del chiacchierare per se stesso.

A noi interessano i risultati, che siano fattibili, di successo e politicamente “con la schiena dritta”, e siamo certi che nella galassia lgbt italiana c'è una marea di singoli, associazioni e reti interessati a questo approccio e che si spenderanno con noi.

Noi ci abbiamo messo e ci metteremo le idee, la comprovata e riconosciuta esperienza, l'impegno e la responsabilità: chi vuole condividere è atteso con bramosia; chi pretende senza dare, ha sbagliato interlocutori ed epoca storica.

Che la strada fino al 2011 ci sia a tutti lieve ed elettrizzante, costruttiva e fattiva. Una scossa e una serie di orgogliosi obiettivi da realizzare.

Testardamente vostra.

Rossana Praitano
Presidente Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

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L'Arcigay, gli omosessuali e quell'antifascismo smemorato e di maniera.

(Max Forte) Questa non vuol'essere una polemica ma un'accusa.
L'accusa che voglio formulare all'Arcigay e agli omosessuali di quella comunità Lgbt che gestiscono portali, portalini e portaletti, blog e siti a carattere omosessuale, sia esso d'incontri che d'opinione o d'informazione è di omissione.
Sempre capaci al momento buono a tirar fuori i valori della resistenza e dell'antifascismo quando si tratta di usarli come un "ariete politico" contro quello o quell'altro soggetto pare che il mondo Lgbt, al momento di testimoniare al di fuori dai riti e dalle liturgie ideologiche o partitiche, dimenticano quegli stessi valori di democrazia, libertà e solidarietà.

La data di nascita della resistenza probabilmente si deve retrodatare al 5 settembre 1938, giorno in cui entrarono in vigore le leggi razziali in Italia. In quella data molti italiani presero coscienza di quale spaventosa piega degenerata avesse preso il fascismo grazie a quella terribile allenza con il nazismo hitleriano.

Un quadro del disagio, della repulsione, della rivolta e quindi della resistenza che provocarono tali leggi nel popolo italiano spesso sono riscontrabili in opere letterarie e cinematografiche. Ne citiamo solo due per tutte:"Il giardino dei Finzi Contini", romanzo di Giorgio Bassani e poi film di Vittorio De Sica e abbastanza recentemente il film di Ettore Scola, "Concorrenza sleale". Due opere diversissime tra loro ma che colgono il segno di quanto gli italiano fossero in disaccordo con le leggi razziali e di quanti fra loro nascosero, aiutarono e protessero gli ebrei perseguitati da leggi fasciste. La vera prima prova di resistenza appunto al fascismo.

La persecuzione ebraica probabilmente risale agli stessi tempi in cui la religione cattolica, trionfante, iniziò a preseguitare i "sodomiti". Anch'essi scacciati, incarcerati, torturati, massacrati ne più ne meno come gli ebrei. Ecco dunque che non è blasfemo dire che ebrei ed omosessuali si ritrovarono ad essere accomunati dalla persecuzione cattolica (per onor del vero, gli omosessuali furono perseguitati anche dagli integralisti ebraici) cultura all'epoca unica, come una dittatura.

Raggiunta la piena e totale libertà, nonchè uguaglianza, sotto l'Italia unita dal Risorgimento (formidabile la figura del sindaco Ernesto Nathan di Roma) con le leggi razziali gli ebrei si ritrovarono ad essere di colpo sbalzati indietro di una settantina di anni e privati di tutto dall'Italia del duce. Quella libertà gli omosessuali in Italia la raggiunsero molto tardi, perlomeno una svolta la si può datare al '68 ed alla sua rivoluzione sessuale, ma resta una libertà monca, una libertà che si potrà dire compiuta quando saranno riconosciuti e pieni diritti civili al popolo Lgbt.

Era un impegno dovuto ed importante da parte degli omosessuali, ma anche da parte dell'intero corpo Lgbt, ricordare i settant'anni dalla vergogna delle leggi razziali, eppure tutti (o quasi) se ne sono totalmente dimenticati. Perchè ce ne siamo ricordati solo noi, che, in fin dei conti, non siamo nessuno? Dov'era l'Arcigay? A trovare una motivazione ideologicamente decente per i suoi militanti (...Genova è medaglia d’oro alla Resistenza...) per giustificare l'ennesimo colpo di mano di decidere in proprio data e città in cui fare il gaypride nazionale?

Non si fa alcun cenno nel sito istituzionale di Arcigay, come non se ne trova in quello romano, milanese e non se ne trovano in quelli di quei militanti tanto attenti ed attivi nella difesa della propria libertà da dimenticare quelle altrui di questa triste ricorrenza. Il giorno della memoria non centra e non tiratelo fuori inutilmente: a noi italiani per esprimere la nostra vicinanza e solidarietà al popolo ebraico per la Shoah, non deve bastare, noi dobbiamo espiare anche per quello che ha portato alla Shoah: Le leggi razziali fasciste.
In Italia c'è un'emergenza: il neofascismo, dichiarazioni provenienti da personalità del centrodestra sono inquietanti. Occorre vigilare e ricordare, sempre e comunque. Perchè il popolo Lgbt ha dimenticato questa bruttura?

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Sesso all'Isola? Forse si. Tra Veridiana e Leonardo è già amore.

(Gossipblog) In ogni reality che si rispetti (ehm, si fa per dire!) c’è una storia d’amore che crea interesse e fa aumentare l’auditel. La nuova edizione dell’Isola dei Famosi ancora non è cominciata, ma a quanto pare una coppia si è già formata. A svelarlo è il settimanale Star+Tv, che oltre a pubblicare le foto della presunta coppia, riporta alcune dichiarazioni rivelatrici dei due...

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Gay Pride 2009 a Genova, è già nato il comitato "No grazie".

Dopo l'annuncio che il Gay Pride 2009 si farà a Genova il prossimo anno, a giugno, arrivano le prime reazioni politiche. Gianni Plinio, capogruppo regionale di An, ha annunciato stamattina che promuoverà un comitato denominato “Gay Pride a Genova? No grazie” e di aver chiesto al sindaco e al Presidente della Regione di non concedere i rispettivi patrocini alla manifestazione. “E’ una carnevalata oscena e blasfema che mortifica la città – dice Plinio - Occorre impegnarsi per tempo alfine di impedire per le vie genovesi una sconcia esibizione che, nelle più recenti edizioni, si è contraddistinta per becera immoralità e gratuite offese al Papa e alla Chiesa Cattolica . Secondo Plinio la scelta di organizzare a Genova la “Giornata dell’orgoglio omosessuale” è stata fatta come "provocazione nei confronti del Presidente della Cei Angelo Bagnasco che è anche l’Arcivescovo della città". "Sono certo che al Comitato per dire No al Gay Pride genovese - spiega il capogruppo di An - aderiranno tanti cittadini che, al di là delle singole appartenenze politiche, ritengono che una siffatta parata scollacciata di esibizionisti non giovi assolutamente alla causa gay che è tutt’altra cosa”. Sul fronte opposto interviene Antonio Bruno, capogruppo di Rifondazione Comunista in consiglio comunale a Genova: "Appena si è diffusa la voce che l'evento si svolgerà a Genova - dice Bruno - subito si sono levati alti strilli da parte di fondamentalisti e pruriginosi uomini politici della destra". "Per quanto ci riguarda - dicono da Rifondazione - riteniamo che Genova sia in grado di poter gestire una manifestaizone politica come il Gay Pride, come negli anni passati è riuscita agestire adunate di alpini e la visita del Pontefice. Tutto il resto fa parte di una concezione autoritaria, perbenista e un po' complessata".

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Su Alemanno (”Il fascismo non fu male assoluto”) si scatena la polemica.

(Panorama) Hanno scatenato forti polemiche le dichiarazioni sul fascismo del sindaco di Roma Gianni Alemanno (”Le leggi razziali sono state il male assoluto, non fu così tutto il fascismo”). Secco il commento del leader del Pd Walter Veltroni: “Ricordo ad Alemanno che il fascismo, ancor prima delle leggi razziali, cancellò la libertà dei cittadini che non la pensavano allo stesso modo, per questo morirono Antonio Gramsci e Giacomo Matteotti”. Veltroni si dimetterà oggi dal comitato per il museo della Shoah in rottura con le affermazioni di Gianni Alemanno. Veltroni spiegherà le motivazioni del suo gesto in una lettera al comitato del museo. Il leader del Pd era stato da sindaco tra i promotori del comitato del museo romano e, dopo le sue dimissioni da primo cittadino gli era stato chiesto di rimanere, ma ritiene inaccettabile restare in un organismo in cui siede chi non condanna in modo inequivocabile il fascismo e le leggi razziali. “Mi auguro che Veltroni ci ripensi” ha detto Alemanno, al termine della cerimonia di celebrazione del 65mo anniversario dell’inizio della Difesa di Roma. “Capisco la posizione di Veltroni, ma mi auguro che ci ripensi e ci possa essere un chiarimento” sostiene il presidente del Museo della Shoah di Roma, Leone Paserman, ex presidente della Comunità ebraica romana.

Lapidario sulla frase di Alemanno è stato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna: “Le leggi razziali furono emanate dal regime fascista”. Più cauto invece il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: “Ho motivo di credere, alla luce dei molti incontri privati di questi mesi, che il pensiero espresso dal nostro sindaco volesse arrivare a conclusioni diverse”.
Di fascismo parla il deputato del Pd Emanuele Fiano: “Forse non tutti sanno cosa fu il fascismo nel nostro Paese, un ventennio di repressione culturale, l’alleanza con i nazisti, l’uccisione e la tortura di migliaia di partigiani e di antifascisti. Le leggi razziali furono elemento essenziale della storia del fascismo”.
Il centrodestra difende Alemanno appellandosi alla complessità del pensiero espresso dal sindaco. “Alemanno ha categoricamente definito come male assoluto il fascismo”, ha detto il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro, “strappargli di bocca un giudizio o un atto di plenaria indulgenza verso il fascismo sarebbe un’operazione mistificante e menzognera”. Chiede di smetterla con “speculazioni meschine e inutili” il senatore del Pdl Andrea Augello, mentre per il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello “la sinistra è a caccia di fantasmi”. Il deputato del Pdl Vincenzo Piso sostiene che quella di Alemanno “non è un’assoluzione storica del fascismo, quanto piuttosto una volonà di distinguere tra alcuni aspetti ed alcuni periodi del regime fascista”.
Oggi il sindaco Alemanno ha parlato dell’ 8 settembre del 1943, dal palco allestito a Porta San Paolo in occasione del 65mo anniversario della Difesa di Roma e dell’inizio della guerra di Liberazione. “Se nei momenti piu’ bui si accende una luce questa rischiara piùche in altre circostanze” ha detto. Alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Alemanno ha parlato di ‘’un giorno indicato come quello della morte della Patria, per l’abbandono in cui furono lasciate le truppe e le strutture statuali italiane di fronte alla reazione tedesca all’armistizio'’.
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La Russa rende omaggio ai “patrioti” repubblichini. Siamo all’apologia del fascismo.
La Russa, ministro della Difesa, ha reso omaggio ai militari dell’esercito della Repubblica sociale italiana (Rsi) che combatterono credendo nella difesa di Roma “meritando quindi il rispetto pur nella differenza di posizioni”. Nel suo discorso durante la cerimonia per il 65.mo anniversario della difesa di Roma.

L’ha motivato così:
"Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell’esercito della Rsi, oggettivamente e dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani, e meritando quindi il rispetto pur nella differenza di posizioni di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d’Italia."

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Il disco più 'gay' di tutti i tempi? E' di David Bowie.

Il suo album è al primo posto.
Dopo aver intervistato cento omosessuali famosi tra critici, musicisti e attori, il magazine 'Out' ha decretato i successi discografici più amati. Il favorito è proprio 'The Rise and fall of Ziggy Stardust', al secondo posto l'album d'esordio del gruppo di Morrissey e Marr seguito da 'Tracy Chapman'.

(Quotidiano.net) È 'The Rise and fall of Ziggy Stardust' di David Bowie il disco più omosex di tutti i tempi: a dirlo è il magazine 'Out' dopo aver intervistato cento gay famosi tra musicisti, critici e attori, tra i quali Boy George, Rufus Wainwright e Jake Shears.

Il capolavoro del 1972 del Duca Bianco precede 'The Smiths', album di debutto della band di Morrissey e Johnny Marr e 'Tracy Chapman', il disco che rivelò al mondo il talento dell'artista di 'Talkin about a revolution' e 'Fast cars'.

Quarta piazza della graduatoria di 'Out' per le Indigo Girls, quindi Judy Garland con 'Judy At Carnegie Hall' e di nuovo gli Smiths con 'The Queen Is Dead'.

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Forse transgender la prossima top model Usa.

Si chiama Isis e parteciperà all’edizione di quest’anno del programma di Tyra Banks.

(Corriere Canadese) È il momento dei transgender in tv: se Vladimir Luxuria è pronto a sbarcare sull’Isola dei Famosi, ecco Isis (in foto) protagonista di “America’s Next Top Model”, la trasmissione che l’ex modella nera Tyra Banks dedica, con grande successo, alle future star delle passerelle.

Secondo il sito web della Abc, la nuova edizione della popolare trasmissione della Cw Television Network, avrà tra i suoi protagonisti Isis, 22 anni, scovata per caso in un rifugio per senzatetto.

L’undicesima stagione di “America’s Next Top Model” è iniziata il 3 settembre e secondo l’Abc scegliere un transgender rappresenta una nuova tappa per lo show che, un po’ in perdita di audience, vuole avvicinarsi ai reality.
Il produttore Ken Mok spiega: «Abbiamo voluto ridefinire la nozione di bellezza: puoi essere alta, bassa, un po’ rotondetta o anche trasgender. Non devi per forza corrispondere a quello che l’industria tenta di importi. Questa è sempre stata una delle missioni primarie di Tyra», per anni considerata la pendant americana di Naomi Campbell, ora più rotonda (ma anche più tranquilla e manageriale) della venere nera.

Come racconta la Abc, né Mok né la Banks avevano in partenza l’intenzione di fare sfilare un transgender accanto ad altre 13 aspiranti modelle provenienti da tutti gli Stati Uniti. Ma le foto inviate ai responsabili della trasmissione da Isis erano le più convincenti tra le migliaia di immagini ricevute e nessuno ha avuto dubbi sulla scelta.

Isis è tecnicamente ancora un maschio, ma ha l’intenzione di cambiare sesso appena ne avrà i mezzi finanziari, che i produttori della popolare trasmissione potrebbero presto fornirgli, se la modella finirà tra le finalisti.

La Abc ricorda che Isis non è il primo trasgender del mondo della moda. Negli anni Ottanta Teri Toye e Billy Beyond sfilarono rispettivamente per la Chanel e per Todd Ondham.

E un’altra star della tv (anche italiana), Amanda Lear, ha per decenni giocato sull’ambiguità del suo sesso, pur proclamando con decisione di essere stata sempre una donna (ma i rumour parlano di cambiamento di sesso).

L’ambiguità sessuale è spesso presente sulle passerelle, dove non di rado le modelle hanno un aspetto androgino e il seno appena abbozzato.

Fatto sta che far sfilare un trasgender in una trasmissione che fa audience è un rischio negli Stati Uniti, uno dei Paesi più bacchettoni (almeno in tv).

E l’eco del seno scoperto (per poco più di un secondo) di Janet Jackson durante l’intervallo del Super Bowl del 2004 non si è ancora spenta dal tutto.

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Parla Brunetta. Si' a legge riconoscimento diritti reciprocita'. Ma se va in parlamento mancheranno i voti del Pd.

Che si chiamino Dico, Cus o Pacs, una cosa e' certa: le unioni di fatto non sono nel programma elettorale del centrodestra e quindi l'appuntamento con i diritti delle coppie conviventi non e' in agenda politica a palazzo Chigi. E' una dichiarazione a suo tempo fatta dalla Lega e nonostante questo due ministri del governo, Gianfranco Rotondi, per l'attuazione del programma, e Renato Brunetta, titolare della funzione pubblica, preparano un testo ''laico'' per riconoscere diritti e doveri di reciprocita' per le convivenze. ''Da buon laico voglio prescindere dalla sfera sessuale, e dico che le convivenze sono tutelate in maniera farragginosa dal diritto civile'', spiega Brunetta a radio 24. L'idea nata insieme a Rotondi e' quella di studiare e poi eleborare ''una sorta di codice dei diritti e doveri di reciprocita' per le convivenze che non abbia nulla a che fare con la famiglia e con il sesso. L'unica unione degna di questo nome e' la famiglia, fatta da un uomo e una donna e sancita dalla nostra Costituzione'', precisa Brunetta. Il progetto, che ''per il momento e' solo una riflessione culturale'', prevede l'assistenza in caso di malattia, la successione e i diritti relativi all'alloggio. Diritti che rendono prioritario il convivente rispetto ai parenti e che ora non sono riconosciuti. L'unica condizione imposta da Brunetta e' ''che tutto dovra' avvenire senza oneri per lo Stato le cui risorse devono essere destinate solo ed esclusivamente alla famiglia, come previsto dalla Costituzione''. Ma ciò che allarma è che se la legge dovesse approdare per l'approvazione in parlamento, non otterrebbe i voti sufficienti. Questo grazie alla trasversalità dell'integralismo cattolico presente nei vari gruppi parlamentari, soprattutto nel Pd dove la compagine capitanata dal duo Binetti-Carrà darà certamente una fiera e dura battaglia come già avvenne nella scorsa legislatura.

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Altri figli di "una sega". Un figlio per Portia de Rossi ed Ellen DeGeneres?

(Gossipblog) Con alle spalle un matrimonio da favola (soprattutto il vestito di Portia, capperi!) e davanti la riapertura del celeberrimo show, Portia de Rossi ed Ellen DeGeneres stanno parlando di figli.

Non è qualcosa di immediato, nè di certo, ma un desiderio espresso più volte da entrambe, che ora si sentirebbero pronte a realizzare. Anche se alle domande in merito entrambe le donne rispondono seriamente che sanno benissimo quanto una maternità (anzi, due!) aggiunga ad una vita, sia in termini di ricchezza, che di impegno, poi aggiungono scherzando… “Se l’hanno fatto pure Angelina Jolie e Brad Pitt…”.

E pensando ai nomi? Ellen se ne esce con un “Jumbo Shrimp non è male” che inquieta un pò… Ellen, fai tutti i figli che vuoi, ma chiamali John ed Anne, ti prego…

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Isola dei Famosi, parla Luxuria: "Spero di aver visto più risse in Parlamento che in questa edizione dell’Isola...”.

(da Tvblog) Come affronti questa esperienza particolare all’Isola dei Famosi?

Siamo un gruppo molto assortito, proveniamo da esperienze diverse. Cercherò di essere me stessa e di non prevaricare sugli altri. Sarà soprattutto gioco e divertimento.”

Hai qualche concorrente preferito o col quale hai già più feeling rispetto ad altri?

Non ho preferiti. Sono tutti allo stesso piano. Tra l’altro ci hanno fatto dormire non da soli in un lettone, ma insieme a qualcuno e stamattina, l’idea di svegliarmi e di dire buongiorno ad una ragazza mi ha fatto tornare in mente il passato quando stavo con mia sorella. Sembra un flashback infantile e la cosa è decisamente gradevole.”

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Moratti, il petrolio, l'Inter e l'antipatia.


(Riccardo Bonacina - Vita) Lo scorso 1 settembre, alle 24, è finito il calciomercato con suo seguito di spese folli per la compravendita di giocatori e i relativi ingaggi. Tutti contenti? Tutti sintonizzati con 90° minuto e le varie trasmissioni che ci informano minuto per minuto? Sì, però qualche chiosa è opportuno farla. Allora, in un mese il prezzo del petrolio è calato di 42 dollari al barile. Il problema è, come notano giustamente le associazioni di conumatori, è che noi cittadini non ce ne siamo accorti, alla pompa di benzina i prezzi restano quelli di un mese fa, o pochissimo meno.Quindi, i petrolieri continuano ad ingrassare sulle nostre spalle. Anche il petroliere made in Italy, Massimo Moratti che è anche presidente dell'Inter.
Moratti, come è noto, ha ereditato dal padre Angelo la Saras, gruppo che opera nel settore della raffinazione del petrolio (15 milioni di tonnellate l'anno di petrolio grezzo trattato) e oggi nei è amministratore delegato. È anche proprietario dell'azienda Sarlux, con sede a Cagliari, la cui attività si concentra sulla produzione di energia elettrica proveniente dagli scarti petroliferi che beneficia di copiosi finanziamenti statali grazie al famigerato provvedimento Cip6 per cui tutti noi paghiamo sino 10% in più in bolletta pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. Invece l'80% di quei contributi finisce a impianti come quello dei Moratti. Che così si intasca più di 3 miliardi di euro l'anno. Ovvio che i conti delle due società vadano benissimo con incrementi di utili del 40-50% negli ultimi tre anni.
Soldi che, per buona parte, Massimo Moratti butta nel suo personalissimo giocattolo: l'Inter. Società che è quest'anno responsabile di più di 1/3 del debito prodotto dal calciomercato appena chiuso (61 milioni di euro su 164 di rosso). In 14 campagne acquisti, Moratti (ci informava ieri un'inchiesta ben fatta di Repubblica) ha “buttato 675 milioni di euro raccogliendo magri risultati”. Altrettanti li ha buttati in ingaggi d'oro agli effettivi giocatori della rosa e a quelli sparsi in giro in prestito di cui continua ad accollarsi gli oneri, magari per anni e anni). Mancini, cui è subentrato Mourihno, tanto per dire continua a percepire 12 milioni netti d'ingaggio dall'Inter. Insomma, quasi 1,5 miliardi di euro sperperati in 15 anni di presidenza.
L' Inter, ci informa un sondaggio Demos per La Repubblica sulla radiografia aggiornata del tifo al via del campionato 2008/09, ha ormai di gran lunga superato la Vecchia Signora nella graduatoria delle antipatie. Te credo!

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Pedro Lembel un nuovo romanzo ed una terribile intervista "scheccante".

(La Gazzetta di Mantova) In arrivo dal Cile e per la prima volta in Italia. Fenomeno della letteratura latino americana contemporanea, Pedro Lemebel è uno scrittore originalissimo e «personaggio simbolico amatissimo dalla sinistra e dalla comunità omosessuale internazionale» come sottolinea la nota di presentazione a cura di Marcos Y Marcos. Nato a Santiago negli anni Cinquanta, Lemebel ha rivelato mondi sommersi attraverso le sue cronache pubblicate sui giornali dell'opposizione e trasmesse da Radio Tierra, e ha conquistato definitivamente i lettori con il suo primo romanzo "Ho paura torero". L'opera, vale la pena ricordarlo, è stato il libro più venduto in Cile nel 2001 ed è tuttora un romanzo di culto in Italia e nel mondo.

Proprio in coincidenza con il Festivaletteratura il 4 settembre uscirà il suo nuovo libro, "Baciami ancora, forestiero".

Una raccolta di cronache urbane, testimonianze politiche e bizzarri racconti di viaggio.

Nel 1987 ha fondato insieme a Francisco Casas il Collettivo artistico "Yuegas del Apocalipsis" che «realizza memorabili eventi pubblici, mescolando performance provocatorie, trsformismo, fotografia, video e installazioni, per rivendicare il diritto alla vita, alla memoria, alla libertà sessuale».

Lo stile dell'autore è una "variante ludica del barocco" «come se la realtà si potesse trasmettere solo attraverso una rielaborazione sottilmente comica o assurda, con il distacco ironico che merita uno spettacolo ricolmo di elementi profondamente discordanti».
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Caricatura omosessuale in salsa RadioTre.
(Mr scorreggia) Radio Tre in collegamento diretto da Mantova trasmette interviste con alcuni degli scrittori presenti.... Bene, anzi male. È appena finita l'intervista a Pedro Lemebel che ha pubblicato in Italia "Ho paura torero".

Scusa, Pedro ma non ti sembra di fornire una dimensione leggermente caricaturale della tua omosessualità, rivendicata ogni due parole, sbiascicata nel tuo modo di parlare alla Vizietto di Tognazzi? Forse questo è davvero il tuo modo d'essere e quindi sei sincero nel presentarti così al pubblico ma perché io ho sempre più la sensazione che molte persone omosessuali finiscono sempre più col corrispondere e presentare l'idea che gli eterosessuali incollano addosso ai gay?

La dimensione caratteriale fino a che punto è originaria e fino a che punto è il frutto d'una
mediazione tra ciò che siamo e ciò che gli altri vogliono farci essere?

No, non fraintendermi, non ce l'ho con gli omosessuali né, tanto meno, ce l'ho con te, è solo che se mi metto nei panni d'un omosessuale forse proverei un po' di imbarazzo nel dare di me un'immagine che sembra un collage di tutti questi stereotipi che GLI ETEROSOSSEUALI hanno incollato da sempre addosso ai gay.

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A Genova è scontro sul Gay Pride 2009. E anche il movimento Lgbt non è unito.

Cattolici e centrodestra contro la manifestazione.

La decisione annunciata dal presidente di Arcigay Aurelio Mancuso, di tenere il Gay Pride 2009 a Genova il prossimo 14 giugno, ha già suscitato numerose prese di posizione. Finora, secondo quanto riporta il Secolo XIX, l'unica forza politica che si è pronunciata a favore dell'evento è stata la Sinistra arcobaleno: in un comunicato ha dichiarato: "Genova dimostrerà ancora una volta la sua spinta democratica e multiculturale".

La maggior parte delle altre prese di posizione sono però negative: a cominciare da quella durissima del consigliere regionale di An, Gianni Plinio: "Ho subito scritto al sindaco Marta Vincenzi chiedendo di vietare quella che, come abbiamo sempre visto altrove, è una carnevalata oscena farcita di ingiurie nei confronti del Santo Padre e della Chiesa in genere". Toni ben diversi, ma sostanzialmente negativi, anche nel giudizio del senatore del Pd, Claudio Gustavino: "Questo tipo di manifestazione a mio avviso fa torto a quelle persone che tanto si prodigano per aver riconosciuti diritti civili legati alla loro sessualità". Nel Gay Pride, aggiunge poi Gustavino, tutto è messo in mostra in stile quasi circense, di qualcosa che invece necessità di ben altro tipo di atteggiamento.

Sulla stessa falsa riga l'esponente dell'Udc, ex segretario regionale della Margherita e attuale vicepresidente del consiglio regionale, Rosario Monteleone: "Non ho mai condiviso e non condivido che si organizzino e si mettano in piazza manifestazioni di questo genere in qualsiasi parte d'Italia, tutto crea, un Gay Pride, tranne la comprensione da parte della gente delle istanze avanzate dagli organizzatori. Mi auguro quindi che questa manifestazione non si tenga a Genova". Si aspetta ora una presa di posizione del sindaco Vincenzi, non ancora tornata dal suo viaggio in Spagna.
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Dopo l'annuncio da parte dell'Arcigay di tenere il gaypride nazionale a Genova nel giugno 2009 qualche mugugno si è già levato sia tra i militanti che nell'ambiente delle organizzazioni e dei circoli Lgbt. Al momento nessuno ha preso una precisa posizione pro o contro la decisione dell'Arcigay che, a parere di tutti ha operato l'ennesima mossa unilaterale, una scelta operata senza nessun tipo di consultazione a largo raggio.
Sono attese le dichiarazioni ad esempio del Circolo Mieli di Roma ma anche di molti esponenti che da parecchio tempo sono dell'opinione che il pride nazionale non deve essere trattato come una madonna pellegrina e che la sua sede politica naturale sia Roma, sede del potere legislativo e cattolico. Ancora una volta, l'Arcigay ha mostrato un volto arrogante e prepotente appropriandosi di una manifestazione rappresentativa libera e democratica e per questo aperta a tutti e che quindi dev'essere unanime.

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Dopo Raz anche Sperti risponde alla Barale: "Paola? Mi dispiace".

(TGCom) Un "Un calendario? Perchè no". Gianni Sperti si racconta a Tgcom e rivela: "Sono più single che fidanzato, del resto non è facile trovare la persona giusta". Della ex moglie, Paola Barale, tornata single, preferisce non parlare: "Non ci sentiamo da sei anni, mi spiace se ha sofferto". Poi dice la sua sugli amori nati sul trono: "Ci credo come in quelli reali. Le coppie nascono e scoppiano anche lontano dai salotti tv". Gianni ne sa qualcosa. Nel 2002, dopo 4 anni di matrimonio, è finita bruscamente la sua relazione con Paola Barale. Lei si è consolata con il bel Raz Degan, lui ha tenuto la sua vita privata lontana dai riflettori. Ma niente ...

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Unioni civili, Della Vedova: pieno sostegno a Rotondi e Brunetta.

"Per centrodestra sarebbe segno di maturità politica e modernità".

(Apcom) Pieno sostegno da Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato del Pdl, all'iniziativa dei ministri Gianfranco Rotondi e Renato Brunetta che hanno annunciato la presentazione di una proposta di legge sulle unioni civili.

"Va salutata con estremo interesse l'intenzione di Rotondi e Brunetta di presentare una proposta di legge sulle unioni civili, che affronti in modo diretto anche la questione dei diritti delle coppie omosessuali (che oggi non dispongono di alcun istituto attraverso il quale suggellare, in termini di doveri e di diritti, la loro convivenza), senza forzature ideologiche e senza introdurre surrettiziamente nuove forme di assistenzialismo pubblico", afferma Della Vedova.

"La mancanza di uno strumento di riconoscimento giuridico di centinaia di migliaia di coppie - spiega il deputato del Pdl - rende la nostra legislazione deficitaria rispetto a quella della maggior parte dei grandi paesi europei. E' importante che il Pdl, come partito, prima che come forza di maggioranza, affronti l'argomento scegliendo una via pragmatica e non ideologica, seguendo le orme dei grandi partiti moderati e liberali che aderiscono al Ppe, che hanno promosso strumenti concreti di riconoscimento delle coppie omosessuali".

A giudizio di Della Vedova, "la via indicata da Rotondi, un dibattito parlamentare aperto all'opposizione e 'sganciato' dalle logiche di governo, è l'unica via percorribile ma anche la migliore possibile: sui Dico, un disegno di legge governativo sarebbe inutile e dannoso. La discussione può tranquillamente (e immediatamente) iniziare in Parlamento, senza obbedire alla logica degli schieramenti costituiti di maggioranza e opposizione. Per il centrodestra sarebbe un segno straordinario di maturità politica e di modernità civile".

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Berluscono ha salvato il mondo dalla guerra. Lo dice Kaladze del Milan.

Il mondo non lo sa, ma è stato Silvio Berlusconi a fermare la guerra in Georgia. Per questo gli dico grazie.”
Nel secondo giorno del vertice straordinario dell’Unione Europea sulla crisi Russia-Georgia, il difensore del Milan e capitano della nazionale caucasica, Kakha Kaladze, interviene sul ruolo del Presidente del Consiglio italiano nelle trattative di pace.

Berlusconi è da sempre molto vicino al primo ministro russo Vladimir Putin - ha spiegato all’ANSA il giocatore rossonero, in partenza per raggiungere i compagni di nazionale in ritiro per la gara casalinga con l’Irlanda, che precede quella del 10 a Udine con l’Italia di Lippi. - I due sono molto amici. E’ stato proprio l’intervento di Berlusconi a fermare la guerra tra la Georgia e la Russia. So che il premier italiano ha trascorso oltre cinque ore al telefono con Putin per cercare di mediare questa delicatissima situazione. Anche in questa occasione - conclude Kaladze - il presidente Berlusconi si è dimostrato persona sensibile e abile nei rapporti diplomatici, un vero ambasciatore di pace che non smetterò mai di ringraziare.”

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La Talpa. Il mistero del cast. Solo questione di pubblicità?


(Scavicchia la notizia) L’odissea mediatica dell’estate 2008, il più grande interrogativo del mondo dei morenti reality show sorto negli ultimi anni che è riemerso e al quale è stata offerta risposta minima solo nel momento in cui Paola Perego ne aveva ufficializzato il ritorno direttamente dalle poltrone di Buona Domenica. Pochi spot preannunciavano la sua riproposizione, indicanti informazioni ad oggi inutili, come ad esempio la partecipazione di gente non famosa. Gli stessi che da alcuni giorni, seppur sporadicamente, il che farebbe pensare ad un ulteriore ed ennesimo ripensamento sulla sua trasmissione, tra pathos ed emozione ...

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A Napoli An è d'accordo con la Iervolino sul no al registro unioni civili a Vomero.

"Approvato registro fittizio"
Sono felice di vedere che il Sindaco Jervolino finalmente è intervenuta a rispondere alla gravissima violazione di competenze consistente nell'istituzione di un fittizio Registro delle Unioni civili>>.

Queste sono le dichiarazioni del consigliere alla Municipalità Arenella Vomero di Alleanza Nazionale, Andrea Fonsmorti, a seguito del venire a galla di una nota indirizzata a Coppeto da parte del Sindaco per dichiarare la votazione sull'argomento del tutto priva di valore.

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Bolzano. I vicini dicono basta alla trans prostituta e fracassona. Padrone di casa un politico.

Le critiche non danno fastidio alla prostituta: «Fatevi gli affari vostri».
La denuncia Disperati gli abitanti del condominio. L'appartamento è di proprietà di un noto politico tedesco. I vicini di casa: basta con le urla e con il via vai di uomini ogni notte. Cade dalle nuvole l'amministratore.

(Susanna Petrone - Alto Adige) La notizia fa sorridere chi la legge, ma non tanto i vicini di casa, che notte dopo notte sono costretti a sentire le «urla di passione» che provengono dalla camera da letto di una residente al piano terra.

Siamo nei quartiere Piani- Rencio. L'edificio, nuovo di zecca, contiene sedici appartamenti. Famiglie felici, che finalmente hanno realizzato il sogno di acquistare un'abitazione, in una zona più o meno tranquilla del capoluogo altoatesino. Invece è proprio la tranquillità che sta venendo a mancare agli abitanti dell'edificio. Come riportato dal quotidiano di lingua tedesca Tageszeitung, infatti, in uno degli appartamenti vive un transessuale, che dalle 22 alle 5 di mattina, «invita» tra le propria lenzuola uomini di ogni età. La «passione» è udibile da tutto il condominio, che ora non ce la fa più e che per questo motivo ha denunciato il fatto sul quotidiano. Dopo alcune verifiche sull'identità della vicina «fracassona » gli abitanti del condominio si sono rivolti all'amministratore. Alcuni genitori, infatti, sono stanchi di dover spiegare ai propri figli la provenienza delle urla, così come sono stanchi del via vai di uomini che non cessa mai.

Le critiche rivolte al transessuale, che vende il proprio corpo notte dopo notte, però, non sembrano disturbare l'inquilino chiassoso, che messo alle strette dai vicini avrebbe risposto loro di «farsi gli affari loro». Che in quell'appartamento si fosse trasferito una prostituta sembra che non lo sapesse né l'amministratore del condominio né il proprietario dell'abitazione, il quale è un noto politico tedesco di Bolzano. Quest'ultimo, infatti, avrebbe dato l'incarico ad un'agenzia, ignaro di chi alla fine gli paga l'affitto.

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La mappa del cruising gay savonese, tra anziani e vigili urbani.

Il ritrovo "storico" di via Trento e Trieste, teatro dei recenti casi più piccanti , è solo la punta dell'iceberg .

(Marco Gervino - Il Secolo XIX) La lista inizia senza dubbio con il Prolungamento a mare e poi prosegue con la zona davanti alla stazione Mongrifone (nella foto), i giardini e il parcheggio di piazza del Popolo, il piazzale vicino al casello autostradale e perfino qualche punto sul lungomare Matteotti. Sarebbe questa la mappa dei principali ritrovi gay della nostra città, cui vanno aggiunti ad esempio la zona industriale di Vado Ligure, lo spiazzo presso l'uscita dell'Autofiori ad Albenga e diversi luoghi, più o meno appartati, in Valbomida.

Un vero e proprio elenco - probabilmente incompleto - di zone "calde" dove molti (solitamente la notte, ma a volte pure di giorno) cercano avventure trasgressive con persone dello stesso sesso o anche con coppie. Nella maggioranza dei casi si tratta semplicemente di luoghi d'incontro: un cenno d'intesa, due parole per accordarsi e poi si va altrove. Talvolta però questi luoghi diventano lo scenario ideale per consumare subito il rapporto, come hanno nei giorni scorsi testimoniato i casi ripetuti nella zona del Prolungamento e in particolare in via Trento e Trieste. Un luogo dove gli incontri omosessuali sono addirittura una "tradizione" che dura ormai da molti decenni come confermano diverse testimonianze.

«Con gli episodi che sono accaduti in questi giorni sembra di essere tornati a quaranta anni fa - commenta il signor Angelo - quando avevo una ventina d'anni la zona del Prolungamento era costantemente piena di persone che cercavano rapporti omosessuali»«Fin qui non ci sarebbe stato nulla di grave - prosegue - il fatto è che alcuni provavano anche ad adescare i ragazzini, ricordo ad esempio che venivamo con gli amici a giocare al pallone e dietro le siepi c'era sempre qualche signore che ti chiamava e ti invitava ad avvicinarsi a lui».

«Il Prolungamento è sempre stato un ritrovo per gay - afferma Pier Luigi De Zordo, titolare del Sexy Shop "L'Insolito"- mi ricordo quando ero bambino io, quindi circa cinquanta anni fa, che quella è sempre stata la zona preferita per gli incontri omosessuali, soprattutto via Trento e Trieste». De Zordo, complice anche la particolarità della sua attività commerciale, rivela che spesso gli è capitato di essere "abbordato" da uomini. Inviti a cui ha sempre risposto cortesemente, ma fermamente, con un bel "no grazie" e che confermano Savona come città ricca di ritrovi per fugaci avventure gay.

«Tempo fa stavo attaccando un volantino promozionale del mio negozio a un palo davanti nei pressi della stazione ferroviaria - racconta De Zordo - e un signore mi ha adescato, prima chiedendomi se ero sposato e poi offrendomi una prestazione»«Poi questo tizio me lo sono ritrovato in negozio e lì mi ha oppure offerto dei soldi - conclude - alla fine l'ho dovuto cacciare fuori, ma non è il primo che viene nel mio sexy shop per trovare un luogo d'incontri»

Tornando al Prolungamento, anche la polizia municipale conferma che la zona è un autentico ritrovo:«Adesso c'è un tam tam con queste persone che si danno appuntamento lì - spiega il comandante Igor Aloi - c'è un continuo passaparola e si sa che quello è un giro dove si trovano facilmente persone dello stesso sesso disponibili a questi rapporti»

«Dopo i recenti fatti però stiamo intensificando i controlli e abbiamo messo nuovi cartelli che segnalano la presenza delle telecamere nella zona - aggiunge Aloi - dobbiamo evitare queste situazioni specie in un giardino pubblico dove ci sono i bambini: noi continueremo a fare sopralluoghi in zona per rassicurare soprattutto le mamme».

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