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martedì 6 novembre 2007

Mostra/ Quando Andy Warhol incontrò l'arte di Joseph Beuys. Grazie al terremoto dell'Irpinia...

(Simonetta M. Rodinò- Affari Italiani) Tutto iniziò da un violento terremoto che colpì la Campania e l’Irpinia nel 1980 e il gallerista napoletano Lucio Amelio ebbe la folgorazione: organizzare una mostra con autori internazionali che rappresentassero iconograficamente il tema della tragedia.
“Quella notte stessa - avrebbe scritto più tardi - ricevetti le prime telefonate. Gli artisti chiedevano: possiamo fare qualcosa? Subito ebbi l’idea che l’arte c’entrava in qualche modo… C’era dell’energia nell’arte, tanta energia da potersi contrapporre a quella scatenata dalla Terra”. Nacque così il progetto Terre Motus che raccolse la partecipazione di tantissimi artisti, da Rauschenberg a Kiefer, da Mapplethorpe a Schifano, da Kounelis a Pistoletto… tra loro anche altri due grandi Joseph Beuys e Andy Warhol.

E questa è la nostra storia, perché dall’incontro a Napoli di Beuys, uno dei più importanti artisti tedeschi d’arte contemporanea e Warhol, uno dei padri della pop art americana, si è creato lo spunto per la mostra “Warhol - Beuys. Omaggio a Lucio Amelio” dal 16 novembre alla Fondazione Antonio Mazzotta di Milano.

La rassegna, curata da Michele Buonuomo e che riunisce oltre novanta opere, di cui 30 di Warhol e 42 di Beuys, ha un duplice obiettivo. Da una parte ricostruire il rapporto tra due dei maggiori autori del XX secolo e il loro gallerista italiano, tra i più importanti mercanti del suo tempo e pioniere dell’arte durante la sua attività trentennale, dal 1965 al 1994, anno in cui morì.
Dall’altra presentare una selezione delle opere della collezione Terre Motus, ora custodita alla Reggia di Caserta. Tra queste il trittico “Fate presto”, del 1982, di Warhol: le tre grandi tele, con la riproduzione serigrafica della prima pagina del quotidiano “Il Mattino”, il giorno successivo il sisma, che amplificano all’infinito il titolo-urlo del giornale. E l’installazione di Beuys “Terremoto in palazzo” del 1981.

Nell’artista americano il fascino per la catastrofe raggiunge il punto massimo qualche anno dopo, quando, per una grande mostra nella Reggia di Capodimonte, realizza “Vesuvius by Warhol” (1985): una serie di quadri e lavori grafici in cui ripropone ossessivamente l’immagine ottocentesca del vulcano in eruzione. Un lavoro forte e spettacolare esposto in mostra.

Beuys col suo amore per la natura, per le piante, per gli animali e per tutti gli esseri umani era legato all’Italia dai ricordi drammatici dei mesi che, trent’anni prima, aveva trascorso in Puglia da aviere della Luftwaffe tedesca.
Le sue opere sono realizzate soprattutto da azioni concettuali, da happening e da installazioni che lo resero famoso specialmente negli Stati Uniti, dove trovò tra l’altro l’amicizia e la stima di Andy Warhol. Nella rassegna è esposta anche “Vitex Agnus Castus”. La semplice foglia di una pianta, con chiaro riferimento alle popolari foglie di marijuana, posizionata in mezzo ad un foglio di carta col nome scientifico scarabocchiato sopra, simboleggia l’isolamento dell’uomo di fronte al mondo della natura (Foto di Antonio Troncone, Warhol, Beuyse Lucio Amelio,1980).

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“Warhol - Beuys. Omaggio a Lucio Amelio”
Fondazione Antonio Mazzotta – Foro Buonaparte, 50 - Milano
Durata: 16 novembre - 30 marzo 2008
Orari: 10-19,30; martedì e giovedì 10-22.30
Ingressi: intero € 8,00; ridotto € 6,00
Infoline: 02 54913
informazioni@mazzotta.it
Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta

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