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venerdì 26 ottobre 2007

Il socialista Grillini contro il Partito Democratico.

(Rosso di Sera) Bergamo, Consiglio comunale. Si vota per approvare il registro delle unioni civili. Risultato: il neonato Partito democratico si spacca e la proposta viene respinta. "Si trattava della prima prova sulla laicita' a cui era chiamato a rispondere il neonato Pd – afferma Franco Grillini, deputato socialista del Forum delle Libertà e presidente onorario dell’Arcigay – l’esito della seduta, come volevasi dimostrare, non e' stata ne' la tanto invocata mediazione ne' l'altrettanto invocato dialogo con la componente cattolica ma una spaccatura bella e buona”.

Una divisione per certi versi incomprensibile, visto che nei comuni la funzione dei registri è simbolica e nasce con l’obiettivo di favorire in Parlamento nazionale l’approvazione di una legge “che garantisca – aggiunge il deputato socialista – i diritti di tutti i nuclei familiari, compresi quelli omosessuali ed ogni volta che si discute di questo tema, in un qualunque Consiglio, registriamo voragini nel Pd sui temi della laicità”. L’episodio “conferma – conclude Grillini – quanto sosteniamo da sempre e cioe' che il Pd nasce sacrificando la laicita' e che per costituire il partito si e' accettato di rinunciare totalmente ad un discorso vero di modernizzazione in materia di diritti civili”.

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Brad Pitt chiede scusa: Imbarazzo per i suoi primi film.

(Mtv) Brad Pitt ha confessato di essere imbarazzato da alcune sue performance d'attore. Non solo: ha chiesto scusa ai critici cinematografici che hanno dovuto sopportarlo (e agli spettatori non pensa?).

Il problema, dice, è che era all'inizio della sua carriera e dunque ancora doveva imparare.
Vengono citate espressamente tre pellicole: "Il Ritorno Di Brian" (1989), "Sette Anni In Tibet" (1997) e "Vi Presento Joe Black" (1998).
Se avete visto il primo film è un miracolo che siate ancora vivi, perché fa venire i brividi non solo l'interpretazione di Brad Pitt: è un disastro anche tutto il resto. Gli altri due sono meno letali, anche se effettivamente non siamo di fronte a un modello di recitazione.

Nonostante il giudizio negativo, Brad Pitt riconosce a quelle pellicole di averlo aiutato a crescere: "Ora credo di essere bravo e in generale penso che le persone possano imparare a fare qualunque cosa. Io ne sono una prova. Il mio percorso d'apprendimento lo si può ripercorrere guardando i film. Adesso posso interpretare qualunque ruolo, riuscendo a renderlo vero e credibile e facendo un buon lavoro".

A riprova di questa crescita professionale c'è anche quel che è successo al recente Festival di Venezia: Brad Pitt è stato infatti premiato per la sua interpretazione di "L'Assassinio Di Jesse James".

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Udc Toscana alla carica: Francesco Bosi, «La Fiorentina non sia veicolo per l'hard».

Gli spot di Conto tv creano turbativa ai minori. Interrogazione di Bosi (Udc): le partite Uefa dei viola trasmesse su tv a carattere erotico, il governo intervenga.

(Il Corriere della Sera) Una campagna di moralizzazione del mondo dello sport. A cominciare dalle partite in pay-tv: . Troppo care? No, troppo indecenti. «Lo sport non può essere veicolo di accesso alla pornografia. Per questo, dopo l'increscioso episodio delle trasferte di Coppa Uefa della Fiorentina trasmesse dall'emittente Conto Tv, il governo assuma iniziative energiche presso le autorità nazionali e l'Uefa, per introdurre regole ferree nella gestione dei diritti televisivi».

LA RICHIESTA - È quanto chiede il deputato Udc Francesco Bosi, firmatario di un'interrogazione urgente al Governo. «Conto Tv - spiega l'esponente centrista - è un canale caratterizzato dalla trasmissione di film per soli adulti a carattere pornografico. Gli appassionati della squadra viola sono costretti ad acquistare una scheda dal costo minimo di 10 euro. Cinque vengono spesi per la partita, gli altri possono costituire credito per assistere a film pornografici». «Tale situazione - aggiunge Bosi - reca grave danno all'immagine della Fiorentina, che cerca con campagne promozionali di acquisire spettatori tra giovani e famiglie. La continua propaganda, nell'emittente, di formule per la visione giornaliera degli spettacoli per adulti, reca turbativa ai minori e viola le regole vigenti a loro tutela». «Il governo - conclude il deputato Udc nella sua interrogazione parlamentare - si faccia sentire in ogni sede perchè vengano introdotte norme chiare che inibiscano alle società sportive la cessione dei diritti televisivi a certe emittenti tematiche, che non hanno nulla a che fare con lo sport e i suoi valori».

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Giorgio Armani ospita nel suo emporio le opere d’arte di Georg Gerster.

Giorgio Armani ospita la mostra di Georg Gerster
Giorgio Armani ospita nel suo emporio le opere d’arte di Gerg Gerster. Dal 23 al 27 ottobre 2007 - in occasione della 60° edizione della TFWA World Exhibition - il negozio Emporio Armani di Cannes (52, la Croisette), ospita la mostra del fotografo svizzero Georg Gerster ‘Immagini del Mondo’ tratta dall’opera ‘70 immagini aeree dai 6 continenti’. Dopo il negozio Armani Casa di Parigi, all’inizio del 2007, Cannes è la seconda tappa di una mostra itinerante che interesserà altri negozi Armani tra cui Londra, New York, Madrid. Giorgio Armani ha il piacere di annunciare la sua sponsorizzazione, nel 2007, di una mostra itinerante dedicata all’opera di Georg Gerster, ‘Immagini del Mondo’.

Una selezione di foto tratte dall’opera ‘70 immagini aeree da 6 continenti’ dell’artista svizzero verrà infatti esposta in alcuni negozi Armani nel mondo. Un progetto dal profilo internazionale dunque, come peraltro è l’opera dell’artista Georg Gerster.
L’opera di Georg Gerster ‘Immagini del Mondo’ comprende una ricca e articolata serie di fotografie realizzate dall’alto in tutte le aree del pianeta, dall’Australia agli Stati Uniti, dalla Groenlandia al Sud Africa. Georg Gerster ha individuato, attraverso una meticolosa attività di ricerca, paesaggi che per la loro conformazione geologica o per le tracce lasciate dall’uomo, una volta ritratti dall’alto, si compongono in visioni di rara bellezza, a volte in immagini talmente astratte da sembrare veri e propri dipinti.

La mostra si compone di 15 immagini selezionate soprattutto in base ai loro rimandi estetici e cromatici. Nella seconda tappa della mostra, presso l’Emporio Armani di Cannes, 5 immagini installate nelle vetrine fanno da sfondo ai prodotti Emporio Armani; all’interno del negozio tutte le foto, che appaiono sospese, guidano il visitatore in un percorso visivo graduale e armonioso.

fonte: www.moda.it

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Neonato omosex e i blogger: La libertà, la volontà e la scelta.

(49 gol spettacolari blog) Il manifesto toscano col neonato gay apre un dibattito che coinvolge da decenni psichiatri, psicologi, sociologi e antropologi. Il merito dell' iniziativa c'è tutto se pensiamo (e la negazione dei diritti civili delle coppie gay ne è la dimostrazione) che qualcuno ritenga ancora l'omosessualità il frutto di una scelta volontaria dettata dalla viziosità e dalla perversione (come a dire mi scopo una persona dello stesso sesso perchè provo un piacere perverso che il rapporto eterosessuale non mi da).

Il merito c'è tutto ma la prospettiva è sbagliata, a mio parere. E' la stessa di certa morale cattolica recente laddove afferma la possibilità dell' omosessualità in quanto genetica e innata , ma che nega il rapporto omosessuale che "dispiacerebbe" a dio. C'è un sottofondo vittimistico come a dire "Se sono gay non è colpa mia". Rimane quindi l'idea della colpa che, anche se scaricata sulla natura e sui geni, sottende un' ombra scura sull' omosessualità. Infine c'è un che di eugenetico. Che si porta dietro l'idea che se un giorno dovesse esistere una cura per l'omosessualità chi scegliesse di non assumerla sarebbe "colpevole".

Il problema è di prospettiva. E lo dimostra il fatto che , nell' ambito dei comportamente, cerchiamo la causa solo di ciò che riteniamo sbagliato. Nessuno per esempio si chiede cosa causi l'eterosessualità. Non è domanda così scontata. Qualcuno potrebbe dire " la riproduzione della specie". Se accettassimo questa risposta ( e comunque non potremmo ma il discorso è lungo e complesso) questo spiegherebbe la ragione dell' accoppiamento eterosessuale e non del perchè tra un uomo e una donna possa nascere quel sentimento impalpabile chiamato amore. Per di più i gay e le lesbiche possono avere figli ( gli spermatozoi e gli ovuli ce li abbiamo anche noi ) e se spesso decidono di non averne è per paura della reazione sociale. Probabilmente in una società non basata sulla famiglia mononucleare e con un architettura diversa questa sarebbe una possibilità maggiormente praticata. E sempre secondo questa prospettiva dovremmo considerare "colpevoli" le coppie o le persone che decidono di non aver figli e , ancor di più, coloro che , per ragioni religiose, si votano alla castità.

La psichiatria , la psicologia e le altre scienze umane sono ben lontane dal fornire una dettagliata spiegazione dei meccanismi alla base dei comportamenti umani. Non solo per ciò che riguarda l'orientamento sessuale ma anche per ciò che concerne qualunque aspetto dell' essere. Non sappiamo perchè qualcuno ami la musica classica e qualcun' altro ascolti Britney Spears, perchè qualcuno odi il gorgonzola e qualcun' altro lo adori, perchè qualcuno ami vivere in campagna e un altro ci si impiccherebbe. La mia opinione è che alle scienze umane la metodologia statistico-matematica ha fatto più bene che male. Nella psiche umana entrano in gioco talmente tanti fattori che è impossibile dire che A è la causa di B che a sua volta discende da C. Ma una discriminante esiste: il benessere. Una condizione va modificata quando provoca sofferenza a se stessi o agli altri.

Spesso l'omosessualità produce sofferenza e per chi lavora per una società migliore il compito è eliminare il dolore, non l'omosessualità. A meno che non si vogliano emulare i genetisti nazisti che volevano plasmare la società in base alla "loro" idea della stessa. Nelle mie presentazioni dico sempre che l'omosessualità è un' opportunità. Mi ha insegnato ad avere una mente aperta, mi ha educato alla comprensione di tutte le condizioni altre, mi ha fatto capire che vivere la vita oltre i paletti imposti dalla società permette di sperimentare un senso di illimitata libertà, mi ha regalato un bellissima storia d'amore che vivo, con emozione, giorno per giorno. E se un giorno qualcuno mi proponesse quella cura gli direi di no. Non ho la presunzione di considerarmi arrivato al capolinea dell' accettazione di me stesso ( in senso globale). Ma voglio continuare su questa strada, lavorare per essere sempre migliore e sempre più a mio agio con ciò che sono. E l'obiettivo è che ciscuno di noi, ponendosi quella domanda risponda senza esitazioni : "No, quella cura, anche se esistesse, non la vorrei". A quel punto il lavoro sarebbe finito.

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Omosessualità, la foto choc, la mostra di Sgarbi e i dati di Ready.

La Regione Toscana lancia una campagna sull'orinetamento sessuale con una foto che ritraè un neonato che porta il braccialetto con scritto: "homosexual". Ne nasce un caso, per le polemiche che si sollevano tanto dai politici quanto dal Vaticano. Intanto sabato 27 apre la mostra di Sgarbi "Vade retro: arte ed omosessualità" che già a Milano ha creato molte polemiche. In oltre sempre sabato, nella due giorni di Ready, saranno presentati i dati di una ricerca realizzata in Rete sui giovani vittime di comportamenti omofobi.

(La Repubblica - Edizione di Firenze) La Regione Toscana realizza una campagna contro l'omofobia con la foto di un bebè, il cui volto è sfocato, che porta al polso il braccialetto con scritto "homosexual". Sul manifesto lo slogan: "L'orientamento sessuale non è una scelta". Le reazioni dal mondo della politica ma anche dal Vaticano non si sono fatte attendere. Anzi. L'onorevole Luxuria si riserva qualche dubbio, Toscani ne è entusiasta, la Cdl attacca, la Mussolini definisce la campagna "atroce". Manciulli e Bini (Pd) invece, difendono la scelta della foto. L'Arcigay si dice soddifatta. il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, ritiene che non si dovrebbe arrivare a fare uno spot di quel genere.
Il presidente della Regione Martini, che si definisce "casualmente eterosessuale" sostiene che il messaggio della campagna non è che quel bambino sia geneticamente omosessuale ma piuttosto che quando si scoprirà tale non sarà perché lo ha scelto ma perché ha deciso di vivere una parte importante di sé.

Intanto a Firenze, sabato 27 ottobre, arriva la mostra choc di Sgarbi "Vade retro: arte ed omosessualità". La mostra, già oggetto di polemiche per il contenuto, espone anche opere Miss Kitty di Paul Schmidlin, che scandalizzò il Comune di Milano tanto da far saltare l'evento.

Sempre sabato poi, nel corso della due giorni di Ready (la rete degli enti locali contro le discriminazioni sessuali), sarà illustrata l'indagine realizzata su alcuni siti a tematica gay, attraverso questionari anonimi cui hanno risposto cinquemila persone sui 30 anni di età media. I primi dati emersi parlano di un 20,7 per cento di lesbiche e di un 41,5 per cento di gay che racconta di essere stato vittima di episodi di scherno da parte dei compagni di scuola. Percentuali che aumentano se l'omosessualità dell'offeso è nota o dichiarata. Anche i dati sulla sicurezza danno un quadro preoccupante sui casi di aggressioni verbali o fisiche. E quello che fa riflettere è che il 91,4 per cento degli omosessuali che hanno subito aggressioni non si è rivolto alle forze dell'ordine per il timore di dover dichiarare il proprio orientamento sessuale.

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Gay: Quattro su dieci sbeffeggiati o isolati a scuola.

(Asca) Quattro omosessuali su dieci sono stati oggetto di scherno o isolati a scuola, nella quasi totalita' dei casi, l'insegnante che ha assistito e' stato indifferente o ha fatto finta di niente e quasi l'80% delle vittime di episodi di scherno non ne ha parlato con nessuno, il 60% neppure con i genitori. E' quanto emerge da una ricerca promossa dalla Regione Toscana e resa nota nel corso del Festival della Creativita' a Firenze, in apertura della due giorni promossa contro l'omofobia. La ricerca e' stata condotta su un campione di circa 5.000 persone, in prevalenza di sesso maschile, attraverso questionari somministrati sui principali siti internet gay italiani. Quattro i gruppi di eta' considerati: fino a 25 anni; da 26 a 30; da 31 a 40; piu' di 41 anni.
Il 27% del campione e' stato oggetti di aggressioni fisiche o verbali perche' omosessuale, ma nella quasi totalita' di questi casi, la vittima non ha fatto denuncia a polizia o carabinieri, principalmente perche' ha avuto paura di dichiarare il suo orientamento sessuale. Quando questo e' accaduto, secondo lo studio, non sono mancate reazioni ostili. Il 48% del campione si sente meno sicuro delle altre persone, a causa della sua omosessualita'.
Difficolta' vengono incontrate anche nella relazione con il sistema sanitario: l'80% non ha dichiarato il suo orientamento sessuale al proprio medico, che cosi' ignora un aspetto non secondario del suo paziente, il 7% di coloro che hanno dichiarato in ospedale il proprio orientamento sessuale ha avuto reazioni non positive, ritenendo di aver subito in alcuni casi un trattamento peggiore e il 90% del campione non ha mai percepito come 'gay friendly' i servizi sanitari e di cura cui doveva accedere.

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Ndr. Puzza di bruciato. Non citano i siti dove sono stati fatti i rilevamenti anche se poi sappiamo tutti quali sono. Ricordano tanto i poco attendibili sondaggi di Gay.it e visto chi gira attorno all'Assessore lo scetticismo è giustificato. Secondo noi sono più di quattro su dieci le vittime dell'omofobia e del bullismo scolastico. Chissà poi a chi sarà stata commissionata questa ricerca e quanto si sarà speso. E' sorprendente quale fiducia diano alle ricerche via internet.

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Rufskin per il 2008, la nuova campagna.

La nuova campagna Rufskin per il 2008
(Menchic.it) Ecco le prime immagini in anteprima della nuova campagna pubblicitaria Rufskin. Maurice Townsell, Danny Nunez, Michael Anderson e l’incredibile Christian Prelle fotografati da Justin Monroe.

Un estremismo della sessualità maschile, della moda che Rufskin interpreta ottimamente per la nuova collezione targata 2008. I modelli sembrano usciti dal tipico “beefcake americano” e c’è da dire che in quanto a fantasia questa marca non si è sprecata… Certo, in alcuni tratti un po’ eccessiva, ma abbiamo visto di peggio!

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Halloween, tante idee per una notte più italiana di quanto non si creda.


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(Panorama) Se non avete alcuna intenzione di recitare il mantra Trick or Treat o di travestirvi da vampiro, strega o scheletro perché considerate la festa del 31 ottobre un’insopportabile americanata, dovrete ricredervi. La tradizione della notte in cui i morti ritornano è la versione edulcorata del Capodanno celtico Samhain. E quindi affonda robuste radici nella civiltà contadina europea, come racconta Halloween. Nei giorni che i morti ritornano. Tanto che in appendice al libro c’è una raccolta di tutte le tradizioni italiane nei giorni da Ognissanti a San Martino. Riti di saluto all’estate, di attesa del riposo invernale per l’agricoltura, questue in omaggio ai defunti che hanno molto in comune con le celebrazioni Made in Usa.
Sistemata la questione filologica, c’è da pensare a come divertirsi la notte del 31 restando in Italia. Le più belle feste in piazza sono a Triora sulle alture imperiesi, delizioso borgo montano noto come il paese delle streghe. Gli eventi del festival Autunno Nero durano dal 21 ottobre al 4 novembre. Come anche a Corinaldo, nelle Marche; sei giorni di festa che culminano con l’elezione di Miss Strega. In molte città italiane torna Heineken Halloween Night con feste a tema in pub e discoteche e diversi locali di Milano e Roma si stanno già organizzando per party spaventosi.
Per una serata in casa, si fa incetta di gadget da negozi come Partyworld, ma anche di cioccolatini griffati a forma di zucca e fantasmini, come quelli Caffarel e Godiva. E si copiano ricette, travestimenti e giochi su Halloween Night e Halloween.it.


Se la scelta è un più tranquillo cinema, in attesa di vedere Halloween-The Movie, che sta sbancando i botteghini Usa (da noi è previsto per gennaio), c’è da puntare tutto sulla nuova versione in 3D di Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas presentata a Venezia, che uscirà nei cinema europei proprio il 31 ottobre, la notte di Halloween.
I più fortunati approfitteranno del ponte di Ognissanti per una gita o un viaggio. Ad esempio per provare il brivido (vero) di un salto nel vuoto proprio la notte delle streghe; Bungee.it organizza salti by night in cui ovviamente, ci si lancia mascherati. Più soft la paura a Gardaland, con sessioni di makeup gratis e sfilate a tema. Chi invece vuole approfittarne per una remise en forme ha a disposizione i pacchetti di Riolo Terme , con tanto di cena celtica e festa in paese, e delle Terme di Salvarola, con trattamenti viso e corpo alla crema di zucca.
Si rimette in forma soprattutto il palato con uno dei tanti weekend in Italia organizzati per il ponte, caratterizzati da relax e ottime cene. Caccia al fantasma in Puglia, alla Masseria Appidé di Corigliano d’Otranto, che pare animata da strane presenze, e caccia al tartufo al Country Resort Monsignor della Casa, nel Mugello. Splendido Gala Dinner a lume di candela del Mirabell di Valdaora, Bolzano, con menu a base di castagne, tartufo, filetto e strudel. Cena tutta arancione alla zucca e trattamenti golosi in beauty farm all’hotel Garberhof di Malles in Val Venosta: bagno alle mele e impacco al cioccolato. Al Castello di Monterone, vicino a Perugia, prima si impara a cucinare il risotto dentro una zucca svuotata e poi si gustano specialità deliziose anche se dai nomi insoliti: Code di topo, Occhi di rospo, Sangue di pipistrello, Barba di gnomo.

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Mostra/ Milano celebra Bruno Munari, pioniere della comunicazione visiva.

(Simonetta M. Rodinò - Affari Italiani) La leggerezza è la cifra stilistica di Bruno Munari, riconducibile alla sua aspirazione alla semplicità: la consistenza stessa di ciò che egli ha prodotto, dalla grafica editoriale alla scultura, dalla pittura al design, dalla scrittura alla didattica, era priva di elementi ingombranti o di eccessi.

“Complicare è facile, semplificare è difficile… Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare…”, sosteneva.

All’artista, che compirebbe in ottobre cento anni, è dedicata l’antologica “Bruno Munari”, da giovedì alla Rotonda della Besana di Milano, che raccoglie 200 tra oggetti di design, progetti di grafica e comunicazione, quadri. Il percorso espositivo è suddiviso in dieci sezioni scandite per aree tematiche. Accanto ai progetti di allestimenti degli anni Quaranta e Cinquanta, sono presentati gli interventi artistici su opere di architettura tra i Cinquanta e Sessanta; i lavori di grafica, la collaborazione con alcune delle realtà più significative per la cultura italiana del dopoguerra - Einaudi, La Rinascente, Olivetti e Danese - e quella con molte delle riviste italiane dedicate al progetto, alla comunicazione e all’arte.

Il “pensatore per immagini” esordisce sulla scena culturale italiana nella scia utopistica ed anticonvenzionale dell’avanguardia futurista. Nel 1927, ventenne, viene a contatto con i futuristi della seconda ondata, il cosiddetto Secondo Futurismo e ne illustra alcuni libri, tra cui “Il poema vestito di latte” di Marinetti.
Sullo sfondo di una profonda conoscenza della cultura e della disciplina Zen, più volte richiamate nei suoi testi, Munari manifesta la sua vocazione a far entrare l’arte nella vita: un qualsiasi oggetto d’arredo deve essere in grado di migliorare la qualità della vita, sia come funzionalità sia come estetica.

La sua passione poi per il mondo dell’infanzia, nutrita di curiosità, di delicatezza, di rispetto, di numerose iniziative e di metodi d’approccio, traccia una sorta di storia dentro la sua storia. In mostra una sezione è dedicata ai Laboratori didattici per le scuole e le famiglie secondo il Metodo Bruno Munari.
“Conservare l’infanzia dentro di sé per tutta la vita, affermava, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare”.
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“Bruno Munari”
Rotonda di via Besana - via Enrico Besana 15 - Milano
Durata: 25 ottobre – 10 febbraio 2008
Orari: martedì - domenica; 9.30 - 19.30 ; giovedì 9.30 - 22.30; lunedì chiuso
Ingressi: intero € 7,00 – ridotto € 5,00
Informazioni: tel. 02.43353522
servizi@civita.it
Catalogo: Silvana editoriale

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Richard Benson all'Alpheus: rinviata la Festa della morte.

Richard Benson_02(06 blog) Brutte notizie per i componenti della Richard Militia: il concerto di Richard Benson del 2/11/2007 non si farà. La festa della morte è stata infatti rinviata a data da definire e probabilmente l’evento avrà un altro nome.

Ho saputo della notizia questa mattina, proprio mentre stavo scrivendo il pezzo per segnalarvi il concerto. Insospettito dal fatto che l’evento non fosse più indicato dal sito della location, ho contattato la direzione della nota discoteca romana e con un’eleganza nel linguaggio non proprio in linea con i fan del mitico Richard ho esordito:

Buonasera saprebbe dirmi se è vero che il 2 novembre è previsto un concerto di…ehm… Richard Benson?
No guardi il concerto è stato annullato e rinviato a data da definire
Ah, la ringrazio per l’informazione, buonasera!

A parte il mio rincretinimento generale che mi ha fatto dire buonasera alle 11 del mattino, se fossi stato un componente della Richard Militia avrei concluso la telefonata con un blasfemo intercalare bensoniano.

Comunque tenetevi pronti perché appena ne sapremo di più vi faremo sapere. A proposito secondo voi perché hanno rimandato il concerto? Ordine pubblico? Richard non è ancora abbastanza puzzolente per l’evento?

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H&M contro l’Aids, Fashion against AIDS

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(Menchic.it) Il binomio celebrità e solidarietà in questo periodo è decisamente fiorente, così dopo il progetto Reds promosso da Bono Vox, che ha sposato la causa della lotta contro il virus dell’AIDS, il brand svedese H&M ha lanciato una particolare collezione d’abbigliamento per uomo e donna: si chiama Fashion against AIDS ed ha la finalità di sostenere sostenere la ricerca e la raccolta dei fondi.

foto gallery

Sono stati chiamati ad intervenire designer, illustratori, musicisti e artisti. Questi i nomi di chi ha partecipato al progetto personalzzando a proprio gusto i capi d’abbigliamento del brand: Chicks on Speed, Good Charlotte, Henrik Vibskov, Jade Jagger, Catherine Hamnett, My Chemical Romance, Rufus Wainwright, Scissor Sisters, The Cardigans, Tiga, Timbaland e Ziggy Marley.

La collezione sarà in vendita a partire dal mese di febbraio 2008 e il 25% del ricavato delle vendite sarà destinato all’associazione YouthAids fondata e diretta da Kate Roberts.

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Trieste: Il Festival latino americano ritorna con duecento film al Teatro Miela.

Dal 3 all’11 novembre a Trieste la ventiduesima edizione.

(Fulvio Toffoli - Il Piccolo) «Non è facile portare avanti un'iniziativa come la nostra a Trieste, che ha sì istituzioni scientifiche e culturali di assoluto livello internazionale, ma anche molti problemi strutturali, e che talvolta sembra non accorgersi che il muro di Berlino non esiste più». Con questa battuta in chiusura di presentazione, ieri a Roma (oggi a Trieste), del XXII Festival del Cinema Latino Americano, che si terrà al Teatro Miela dal 3 all'11 novembre, il direttore Rodrigo Diaz lascia intendere che non sempre i rapporti con le istituzioni cittadine sono stati semplici. Eppure, anche questa volta il miracolo si è compiuto e la più vasta rassegna europea sulla produzione cinematografica, video e televisiva del continente latino è pronta al via. Circa 200 titoli in programma, repliche della manifestazione a Milano e Roma, accordi con l'Istituto Cervantes per portarla a Madrid e altre città spagnole, nonché a Lubiana e Zagabria.
«Un cartellone che è un riflesso della ricchezza di temi e di generi cinematografici di tutto il subcontinente latinoamericano - osserva ancora Diaz, - e che non ha relazione alcuna col limitato ammontare dei finanziamenti che riceviamo». Ma, si sa, non siamo negli anni ’70, e l'America Latina non va più tanto di moda neanche nei festival, dove a stento riesce a piazzare qualche titolo. Eppure è una realtà estremamente viva e interessante, in continuo cambiamento, e non è possibile ignorare la tradizione e il peso che nello scacchiere mondiale hanno Paesi come Brasile, Messico e Argentina.
L'attenzione del festival non è rivolta solo a questi Stati, ma va anche e soprattutto a quelli più piccoli, che producono meno cinema, come Uruguay, Haiti, Colombia, Cuba e Cile, presenti tra i 14 titoli del concorso.
Tra le retrospettive e gli omaggi del 22.mo Festival del Cinema Latino Americano, spicca l'omaggio a Gabriel Garcia Marquez, in occasione del 40.mo anniversario della pubblicazione della prima edizione di «Cent'anni di solitudine» e a 25 anni dal Nobel. Un omaggio che acquista particolare significato tenendo conto dell'interesse che lo scrittore colombiano ha sempre avuto per il cinema. Tra la quarantina di film della rassegna dedicata a Marquez, che comprende trasposizioni di opere letterarie e sceneggiature, troviamo le due opere del grande regista messicano Arturo Ripstein, «Tiempo de morir» del 1966, e la più recente (1999) «El coronel no tiene quien le escriba», e i classici «Presagio» di Luis Alcoriza e «El gallo de oro» di Roberto Gavaldon.
A presiedere la giuria ufficiale del festival, che comprende anche l'italiano Gian Vittorio Baldi (regista e produttore, tra gli altri di Bresson, Godard e Pasolini), troviamo un personaggio storico del nuovo cinema latino americano degli anni ’60: il cileno Miguel Littin, al quale è dedicata una retrospettiva comprendente opere notissime come «Actas de Marusia», «La tierra prometida» e «Compañero Presidente», e che riceverà il Premio Salvador Allende. Nella sezione Informativa, da segnalare «Nzinga» di Octavio Bezerra, sulla presenza in Brasile della cultura africana, e «Tiro libre» di Marcelo Pina, documentario di coproduzione Cile-Usa-Egitto-Kuwait che descrive il dramma del popolo palestinese attraverso le traversie politico-sportive della sua nazionale di calcio.
Il Festival, come ogni anno, presta grande attenzione alle comunità che con la loro presenza e integrazione hanno arricchito culturalmente il continente. Nella sezione dedicata agli emigrati italiani, c'è un omaggio al pioniere del cinema d'animazione Quirino Cristiani (suo il primo lungometraggio animato della storia del cinema, «El Apostol» del 1917).
Da non dimenticare infine la rassegna dedicata al brasiliano Joaquim Pedro de Andrade e l'omaggio, nel centenario della nascita, a Gabriel Figueroa, direttore della fotografia di Buñuel, Ford, Gavaldon, e dell'«indio» Fernandez.

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Caro Fabio... Caro Luca... Quando la destra cinguetta.

Caro Luca, come stai?
Leggo del tuo impegno e delle tue battaglie. Mi ha fatto piacere che tu mi abbia scritto perché il confronto è sempre positivo.
Personalmente ritengo che i diritti della persona non possono essere messi in discussione sulla base delle scelte sessuali.
Mi sembra, però, sbagliato coinvolgere i bambini in campagne di sensibilizzazione di qualunque tema, a maggior ragione su quelle di carattere sessuale con tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare ogni giorno in termini di molestie e pedofilia (non sto parlando dei gay, ma in generale).
Per quanto riguarda lo sguardo incontaminato, non mi riferivo al fatto che i gay possono contaminarlo, bensì, alle storture della vita: la disonestà, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, l’ipocrisia, ecc…
Rimango, però, del parere che una famiglia si debba riferire al diritto naturale e che, quindi, debba essere composta da padre e madre. Questo non toglie il diritto ad avere delle tutele giuridiche tra conviventi.

Pubblicherò la tua lettera sul mio sito http://www.dadati.it

A presto.

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Ndr. Ecco cosa gli aveva scritto Luca Maggioni coordinatore di GayLib Lombardia.
Carini vero? Non sembrano neppure i "nipotini" di Tremaglia e soci.
Eh si, anche la destra si evolve.

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Discriminati per l'orientamento sessuale.

 Un’indagine statunitense avverte che gli omosessuali sono ancora molto svantaggiati sul lavoro, ma solo se uomini.
Mentre le donne gay fanno più carriera dello loro colleghe etero.

(Galileo, giornale della scienza) Che gli uomini omosessuali siano discriminati sul posto di lavoro non è una novità. Ma forse lo è il fatto che le loro colleghe lesbiche fanno, al contrario, più carriera. La denuncia su queste forme di discriminazione arriva da una ricerca statunitense condotta alla Whittemore School of Business and Economics dell’Università del New Hampshire, appena pubblicata sul Journal of Labor Research.

Gli autori dello studio sono giunti a tale conclusione dopo aver analizzato la situazione professionale e salariale di oltre 91mila coppie etero e omosessuali, censite nell’ambito del Current Population Survey, indagine condotta dall'istituto di statistica statunitense. I dati mostrano che gli omosessuali che convivono con un altro uomo guadagnano in media il 23 per cento in meno rispetto ai colleghi eterosessuali sposati, e il 9 per cento in meno rispetto a quelli che convivono con una donna.

Le motivazioni di tale discriminazione, che appare più accentuata per le posizioni impiegatizie e manageriali di settori professionali tradizionalmente maschili, vanno ricercate nell’atteggiamento del datore di lavoro, spesso condizionato da evidenti pregiudizi. In generale, gli imprenditori appaiono poco propensi ad assumere omosessuali nelle loro aziende in quanto li vedono come una categoria meno produttiva o più costosa. Interpretando anche la sensibilità e le aspettative degli altri dipendenti, ritengono che la presenza di lavoratori gay possa influenzare negativamente l’ambiente professionale, peggiorando la produttività complessiva. Un altro aspetto critico riguarda il rapporto con i clienti che spesso preferiscono interagire con eterosessuali, condizionando così le scelte del datore di lavoro. Infine, un altro pregiudizio che favorisce la discriminazione è legato al problema dell’aids, in quanto il lavoratore gay viene percepito come un soggetto a maggior rischio e quindi come un potenziale costo per l’azienda.

La situazione appare invece completamente diversa per le lavoratrici lesbiche, le quali non solo non sembrano subire atteggiamenti discriminatori da parte dei datori di lavoro, ma talvolta risultano addirittura avvantaggiate rispetto alle colleghe eterosessuali. Molti datori di lavoro, infatti, ritengono che le donne gay siano maggiormente interessate alla carriera e meno disposte ad abbandonare il lavoro per la famiglia rispetto alle donne eterosessuali. Tale percezione risulta confermata anche dai dati raccolti dai ricercatori americani, che mostrano che solo il 18,1 per cento delle lavoratrici lesbiche ha figli, rispetto al 49,4 per cento delle colleghe etero.

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Lituania - Sindaco di Vilnius proibisce marcia gay.

(Peace Reporter) Juozas Imbrasas, sindaco della capitale lituana Vilnius, ha probito l'organizzazione di una marcia gay per le strade della città, adducendo come motivazione la presenza di lavori in corso nel centro, che renderebbero non sicura la manifestazione.
La decisione è stata criticata dalle associazioni omosessuali locali ed europee, le quali hanno ricordato che, per una simile decisione, la Polonia è stata recentemente condannata dalla Corte europea di Strasburgo.
Numerose associazioni per i diritti umani hanno accusato le autorità lituane di omofobia. Il governo sta vagliando una proposta di legge che bandirebbe dalle scuole film o libri che facciano "propaganda omosessuale" tra i minori.

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Sex symbol: il giovane Sean Connery.

Un ritratto di Sean Connery giovane, portato alla luce in occasione del centenario della Scuola d'arte di Edimburgo. Il dipinto, realizzato nel 1952 da Al Fairweather, un jazzista che studiava arte in Scozia, sarà in mostra al City Art Center di Edimburgo dal 27 ottobre al 19 gennaio 2008.

La foto che vi mostriamo in basso è dello stesso periodo del ritratto e ci mostra Sean Connery (il quarto da destra con il nr. 27) durante un concorso di bellezza maschile.

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Per avere un petto glabro ci sono nuove tecniche.

(TuLife.it) Per avere un petto glabro ci sono nuove tecniche. Infatti con le nuove tecniche di epilazione la ricrescita dei peli non avviene prima di un anno e mezzo. Poi però serve un altro ciclo di trattamenti. Ormai il petto villoso non piace più e la moda è quella dei petti senza peli che per molti sono più affascinanti. Se volete depilarvi sappiate che il numero delle sedute varia in base alla zona da trattare e alla quantità di peli presenti. In genere si va da un minimo di 5 a un massimo di 10 sedute. Il costo di ogni seduta è dalle 50 alle 150 euro.

In totale per depilarsi il petto bisogna mettere in conto che si arriva a spendere una somma totale di 500-750 euro.

Un’altra tecnica oltre al laser è quella che utilizza una luce particolare che colpisce solo la radice del pelo e del bulbo, ma a differenza del laser agisce su una zona più ampia e quindi richiede minor tempo.

Questo metodo è indicato per chi vuole un effetto glabro completa. Da ricordarsi che dopo la seduta si deve evitare l’esposizione al sole e alle lampade per almeno una settimana.

Le sedute durano dai 15 ai 30 minuti in base alla zona da trattare. Poi per le zone più estese possono servire dalle 10 alle 30 sedute.

Il costo è di 70 euro per le sopracciglia e fino a oltre i 400 euro per l’addome e la schiena.

Per le spalle invece si spende dai 280 ai 400 euro e infine per il petto si può arrivare fino a 900 euro.

Se alla vostra dolce metà piace il petto senza peli non avete che scegliere la tecnica di epilazione e soprattutto decidere il budget!

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Le qualità del bagno turco già dagli antichi egizi.

Le qualità del bagno turco già dagli antichi egizi. Infatti gli antichi egizi avevano scoperto gli effetti benefici del vapore: nasce così il bagno turco, che prende il nome dalla tradizione orientale di fare bagni di vapore in un vero e proprio rito della pulizia del corpo.

In occidente il bagno turco ha preso piede da qualche anno, e anche in Italia si stanno aprendo i primi centri specializzati. Il bagno turco è efficace per entrambi i sessi: non è infatti solo un modo per ottenere una pulizia profonda del corpo, ma anche un utile strumento per combattere lo stress, i dolori reumatici, le tensioni muscolari, l’insonnia e le infiammazioni alle vie respiratorie.

Caratteristiche e consigli
All’interno di un bagno turco la temperatura è compresa tra i 40 e i 60°
La percentuale di umidità raggiunge il 90-95%

Vi consigliamo di effettuare una visita medica prima di sottoporsi ad un trattamento, soprattutto alle persone che soffrono di pressione bassa o troppo alta , che hanno problemi cardiovascolari o hanno malattie renali.
Il primo effetto del calore è la dilatazione dei vasi sanguigni, che migliora la circolazione; è necessario fare molta attenzione al tempo massimo di tolleranza al calore.

Il nostro corpo ci segnala con il pulsare delle tempie che è il momento di uscire per rinfrescarci con una doccia fredda, per poi poter rientrare tranquillamente nel bagno turco.

Gli effetti benefici del bagno turco saranno visibili in poco tempo: la vostra pelle sarà subito più elastica e luminosa, il vostro metabolismo aumenterà e dimagrirete più facilmente!

Se desiderate dare un tocco in più al vostro “hammam”, vi consigliamo di applicare sul corpo ancora umido degli oli essenziali (potete anche aggiungerli al vapore durante il bagno).

Come rendere ottimali i risultati?
1. Prima di entrare, fate una doccia tiepida per predisporre al meglio la pelle al trattamento
2. Vi consigliamo anche di bere una tisana calda per favorire la sudorazione durante il bagno turco
3. Quando sarete avvolti dai vapori benefici del bagno turco, sappiate che per favorire la circolazione è preferibile stare sdraiati o, se siete seduti, mantenete comunque le gambe più in alto rispetto al busto
4. Fate delle frizioni con un guanto di crine, questa operazione stimola la circolazione ed elimina le cellule morte.

Procedimento
1. Entrate nel bagno turco e scegliete una posizione rilassante e comoda.
2. La permanenza non deve superare i 20 minuti. Ma, attenzione, se vi pulsano le tempie smettete prima.
3. Uscite e fate una doccia fredda (meglio con idromassaggio)
4. Rientrate nel bagno turco per altri 15 minuti
5. Fate un’altra doccia fredda o meglio ancora immergetevi completamente per mezzo minuto nella vasca di acqua fredda (meglio se gelata!)
6. Una volta finito, asciugatevi con calma per riabituare il corpo alla temperatura ambiente.
7. Sdraiatevi coprendovi con una coperta e rilassatevi per almeno 20 minuti
8. Ricordatevi di reintegrare i liquidi persi con la sudorazione!

E vi sentirete subito dopo un bagno turco pieni di energia!

fonte: www.bellezza.it

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Amici di Maria De Filippi: Coming out di Luca Barbagallo a Radio 101. Un lapsus o no?


Incalzato da Luca Zanforlin, durante un'intervista a Radio 101, Luca Barbagallo alla domanda "Sei fidanzato", ha risposto di getto e senza problemi "No, l'ho lasciato un anno e mezzo fa" (...)

Si, avete letto bene, dice l'ho lasciato.
Un lapsus dovuto all'emozione del momento oppure il simpatico Luca ha deciso di lasciare ad altri l'ipocrisia. Quell'ipocrisia che nella trasmissione si taglia con un coltello.
E' talmente piena di gay, tra insegnanti, spettatori e concorrenti, da sembrare un circolo dell'Arcigay...

E bravo il nostro ragazzo coi tacchi e se abbiamo capito bene oltre che bravo anche coraggioso. Da imitare, fatevi sotto Amici di Maria de Filippi.

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Omosessualità e disabilità: la doppia invisibilità.

Sarà presentata oggi a Bologna la prima ricerca nazionale su omosessualità e disabilità.

(Vita) Omosessuale e disabile uguale doppia discriminazione.
Lo dice la prima ricerca nazionale su disabilità e omosessualità, condotta da Arcigay, Centro Documentazione Handicap di Bologna, Centro Bolognese di Terapia della Famiglia, Lgd - Abili di Cuore, HandyGay Roma. Un binomio che sconta ancora una doppia invisibilità: la sessualità delle persone con disabilità e l'identità delle persone omosessuali. L'analisi è stata condotta attraverso interviste approfondite a un campione di 25 persone, puntando soprattutto su quattro contesti di vita: socio-sanitario, famigliare e sociale, associativo e comunitario, affettivo/sessuale e di coppia.

"Quello che è risultato chiaro fin da subito - spiega a Superabile Matteo Marliani, responsabile nazionale Diverse abilità di Arcigay - è la poca conoscenza dello stato di fatto della situazione, misteriosa la percezione di sé delle persone con disabilità, e misteriosa anche la percezione all'interno della comunità Lgbt delle persone con disabilità. Difficilmente, all"interno della nostra comunità, come del resto anche in quella eterosessuale, c'è una vera comprensione delle esigenze reali dell'altro. La poca comprensione è data sia dalla poco conoscenza, sia dai luoghi comuni, che spesso dipingono la persona disabile, come priva di bisogni affettivi o sessuali, ma bisognosa solo di un 'compassionevole' amore".

Obiettivo della ricerca, oltre a fotografare la situazione attuale, è quello di mettere in campo e portare avanti progetti specifici. "Numerose persone, dopo il termine della raccolta delle interviste e fino ad oggi - spiega l'autrice della ricerca Priscilla Berardi - hanno continuato a contattare il numero di telefono e l'e-mail aperti con il progetto, anche per richiedere sostegno, pratico o psicologico. E' nato quindi un gruppo, Abili di Cuore". Per questo motivo sono state definite alcune attività future, seguendo gli spunti forniti dagli intervistati stessi: formazione di operatori delle associazioni Lgbt e dei servizi pubblici dedicati sui temi della disabilità, della sessualità e dell'omosessualità; divulgazione più ampia delle conoscenze acquisite per rompere il tabù della sessualità in generale; incontri periodici di auto-mutuo-aiuto; miglioramento delle capacità delle associazioni di rispondere a bisogni e aspettative.

I risultati della ricerca verranno discussi in occasione del dibattito "Abili di cuore", in programma oggi a Bologna (Sala riunioni del dipartimento di Scienze dell'educazione, via Filippo Re 6, ore 15). Partecipano Luca Pietrantoni, dipartimento di Scienze dell'educazione (coordinatore del seminario), Raffaele Lelleri, supervisore dello studio, la ricercatrice Priscilla Berardi, rappresentanti del gruppo Lgd (Lesbiche e gay disabili) - Abili di Cuore, Valeria Alpi, Caporedattrice di Hp-AccaParlante, Laura Girasole, responsabile nazionale Politiche sociali di Arcigay, Massimo Matteini, direttore del centro bolognese di Terapia della famiglia, Marina Pirazzi, consulente sulle discriminazioni etniche, razziali e religiose.

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Rudolph Giuliani potrebbe barattare il matrimonio gay con i conservatori.

(Queerway) Finora i componenti del Log Cabin Republicans, che rappresenta i gay del partito repubblicano americano, hanno considerato Rudolph Giuliani il rappresentante del partito più aperto verso le questioni omosessuali e l'unico candidato alle presidenziali ad aver aperto ai gay.

Le cose però stanno per cambiare almeno a quanto scrivono su The Hill, magazine di Washington, che in un articolo che sta facendo molto parlare di se sostiene che l'ex sindaco di New York sarebbe pronto a votare l'emendamento alla Costituzione che prevede il divieto di matrimonio per le persone dello stesso sesso.

Minacciato nei sondaggi di popolarità l'ex sindaco repubblicano Giuliani, candidato all'investitura del suo partito per le elezioni presidenziali, si augura di rassicurare la destra conservatrice e religiosa che rappresenta in America un terzo dell'elettorato di destra.

Quella fetta di elettorato gli è sfavorevole per le sue posizioni pro-aborto e Giuliani potrebbe allora sacrificare alcune delle proprie convinzioni in favore dei diritti della comunità omosessuale per cercare di recuperare consensi tra i conservatori.

Senza fare alcuna dichiarazione pubblica Rudolph Giuliani avrebbe confidato a Tony Perkins, presidente di Family Research Council, tale intenzione e in merito a questa intenzione lo stesso Perkins si è dichiarato rassicurato da tale dichiarazione.

In poche parole i repubblicani della frangia più conservatrice e religiosa sarebbero pronti a sostenere e votare un candidato che anche se apertamente non contrario all'aborto facesse una sorta di abiura pubblica nei confronti dei diritti della comunità Glbt.

Resta da vedere quanti, al contrario, sarebbero pronti a rinunciare a dare il proprio voto ad un candidato conservatore con idee più aperte del presidente uscente che oltre tutto è in caduta libera nei consensi del paese che rinunciasse pubblicamente ai propri principi per cercare consensi in una fetta di elettorato apertamente e rigidamente conservatrice.

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Marco Travaglio su L'Unità: "Telesclerosi multipla".

Non so cosa si dirà oggi di Annozero, che ieri sera s’è occupato del caso Catanzaro. Ma ho come l’impressione che se ne dirà tutto il peggio possibile. In compenso mercoledì sera abbiamo avuto una doppia prova della buona e giusta informazione, quella che non suscita mai proteste né polemiche. A Otto e mezzo l’ottimo Filippo Facci, spalleggiato dal Platinette Barbuto (ndr Giuliano Ferrara), additava al pubblico ludibrio le peggiori «degenerazioni della magistratura»: i pm Henry John Woodcock e Luigi De Magistris. E perché mai sarebbero “degenerati”?

Risponde Facci: «Per i loro rapporti distorti con la stampa». In teoria, per definire degenerato qualcuno, bisognerebbe dimostrare che l’interessato ha fatto qualcosa che non va. Ma, al momento, né Woodcock né De Magistris sono stati condannati o rinviati a giudizio per alcunchè. Le condotte di De Magistris sono all’attenzione del Csm. Quelle di Woodcock lo sono già state due volte, e i due procedimenti disciplinari si sono conclusi con la piena assoluzione. Al massimo, i pm potrebbero essere accusati di «rapporti con la stampa» (anche se la libertà di espressione è un diritto costituzionale riconosciuto a tutti, pm compresi; il fatto che siano proprio dei giornalisti a dimenticarlo ha del cannibalesco). Ma a una condizione: che i due abbiano rapporti con la stampa. De Magistris ne ha, avendo concesso alcune interviste per difendersi dalla campagna che lo colpisce da anni. Woodcock non ne ha, visto che si lascia insultare in silenzio: mai rilasciato una intervista in vita sua. E allora in che senso sarebbe un «degenerato» per i suoi «rapporti distorti con la stampa»? Il fatto che un pm che dà interviste e uno che non le dà subiscano la stessa accusa, dimostra ciò che dice Davigo: «Non ci attaccano per quello che diciamo, ma per quello che facciamo». Chi non dà fastidio può rilasciare tutte le interviste che vuole. Chi invece dà fastidio, se parla con i giornalisti è un farabutto; e se non parla con i giornalisti è un farabutto lo stesso.

Qualche ora dopo, su Rai1, ecco Porta a Porta. Un puntatone sul testamento di Pavarotti e la sclerosi multipla che affligge la moglie, Nicoletta Mantovani. In studio, fra gli altri, l’autore dello scoop sanitario: il direttore di Chi Alfonso Signorini. La lesione della privacy della vedova era talmente plateale, scandalosa, ributtante, che uno spettatore dotato di un minimo di umanità non poteva non augurarsi l’intervento di qualcuno per metter fine alla vergogna. Tipo, che so, il Garante della Privacy, così solerte quando escono le foto del portavoce del governo con un viado sotto il lampione e le foto del capo dell’opposizione, reduce dal Family Day, con cinque squinzie sulle ginocchia.

Stavolta il Garante dev’essersi distratto, così la televisita medica alla Mantovani prosegue fino a notte fonda. Signorini sostiene di aver sbattuto in prima pagina la malattia della signora perché «la gente deve sapere la verità»: certo, quando ha preavvertito l’interessata di cui si proclama «grande amico», lei «non era proprio entusiasta». Ma il «dovere di cronaca» alla fine ha vinto. Anche perché - ha proseguito il campione della libera informazione - «giravano voci su suoi incontri con amanti in Central Park» e bisognava smentirle: la signora andava a New York per curarsi. A questo punto intervenivano altri squisiti ospiti, appartenenti alle nuove professioni nata da una branchia delle pompe funebri: l’amico di Pavarotti, il confidente di Pavarotti, il notaio di Pavarotti, il vicino di casa di Pavarotti, persino il dietologo di Pavarotti.

Quest’ultimo e la sua signora, che non ama la Mantovani, erano collegati da casa e si abbandonavano a eleganti considerazioni sui rapporti tra il tenore e la moglie e sulla scelta di Nicoletta di avere un bambino «nonostante la grave malattia che già l’aveva colpita». A qualcuno sarà forse venuto in mente che in quello studio, da anni, si tuona contro i pm che osano intercettare i galantuomini che intascano mazzette, aiutano la mafia, scalano illegalmente banche, truccano campionati; e contro i giornalisti che osano parlarne. Ecco, sono quelle le vere violazioni della privacy. Sfrucu- gliare nelle cartelle cliniche dei privati cittadini è roba da Pulitzer.

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Festa del Cinema di Roma: Reservation Road, recensione in anteprima!

(Spetteguless) Altro film in concorso in arrivo dalla Festa del cinema di Roma, Reservation Road!

Diretto da Terry George, regista di Hotel Rwanda, tratto dalla novella di John Burnham Schwartz, dall’omonimo nome, Reservation Road è un drama-thriller, una storia di rabbia, vendetta, giustizia, una storia di due padri, delle loro famiglie e di come un tragico incidente, una tragedia senza fine, finirà per farli incontrare, stravolgendo la loro vita…
Una sera uggiosa l’avvocato Dwight Arno, Mark Ruffalo, accompagna il figlio undicenne dalla ex moglie Ruth Wheldon, Mira Sorvino, dopo aver visto con lui alla tv una partita di baseball.
In un attimo, in un istante, una terribile fatalità cambierà per sempre la loro vita… la macchina di Dwight sbanda, colpisce in pieno un bambino, scaraventandolo al suolo.

Spaventato a morte Dwight scappa, lasciando sul bagnato asfalto il corpicino inerme del bambino.
Ethan, Joaquin Phoenix, il padre del piccolo assiste inerme a tutta la scena. La polizia inizia le indagini, ma nulla si scopre dell’omicida fuggito senza nemmeno fermarsi.
La rabbia e la voglia di vendetta, di giustizia cominciano a montare dentro Ethan, che inizia così una caccia solitaria all’uomo, fino al momento in cui lo rintraccia, fino alla resa dei conti finale…

Terry George realizza un film discreto, ben interpretato, senza però riuscire a fare quel salto di qualità che differenzia un film simile da un’ottima pellicola.
La storia è struggente, drammatica, una famiglia distrutta dal dolore, incapace di riprendersi da una morte tanto dura da digerire quanto assurda, con un padre incapace di uscire dal tunnel della vendetta in cui entra, grazie anche alla lentezza della giustizia “ordinaria”.
Dall’altra parte abbiamo un uomo distrutto dal rimorso, padre di famiglia, insicuro sul da farsi, in bilico su una decisione tanto difficile quanto coraggiosa: confessare o continuare a mentire.
Chi sorprende sono i due attori protagonisti.

Un ingrassato Joaquin Phoenix e un trasformato Mark Ruffalo rubano letteralmente la scena, confermandosi ottimi attori anche in ruoli fortemente drammatici.
Jennifer Connelly si conferma in una parte che oramai a lei è a dir poco congeniale, mentre Mira Sorvino è indubbiamente rilegata a “fondo sala”, rispetto agli altri tre.
Peccato per un finale inconsistente e poco chiaro, tirato via in fretta e furia, che non osa, che lascia un’alone di mistero, di dubbi, di grosse perplessità.

In conclusione un film discreto, reo di dare quel senso di “già visto”, di scontatezza che ne mina le fondamenta sin dal principio.
Apprezzabile e nulla più, sufficente, sicuramente non in corsa per la vittoria finale della Festa del Cinema di Roma.

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Grazia: Quando le donne prendono in giro gli uomini. "No maschy, no parti"

Ricordo a tutti(/e) che per partecipare alle selezioni del nuovo Stronzolendario è necessario mandare una foto (almeno 1.000×1.500 pixel e 300 dpi) a piustronzepertutti@gmail.com.

Nella foto dovrà comparire la rivista Grazia.
Il 15/11/2007 si sta avvicinando. Vi volete muovere?
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Ndr. Non abbiamo capito se dobbiamo ridere e a cosa serve.
Forse siamto stati superficiali. o abbiamo trovato l'argomento poco interessante.

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Feste di Halloween a Roma: Radio Rock, Muccassassina e le altre.

Sul 06blog l’argomento Halloween è già “caldo”, ma gli eventi previsti per il prossimo 31 ottobre sono talmente tanti e vari che probabilmente prima della notte delle streghe sarà diventato bollente.

A proposito di eventi bollenti, ecco alcune delle feste più allettanti previste per la notte del 31 ottobre:

- Si comincia con la festa di Radio Rock Italia, che festeggia in casa al circolo degli artisti, con un halloween party a partire dalle 22 e tutta la musica di questa ormai storica emittente radio.

- Immancabile festeggiare al Muccassasina, che quest’anno intitola la festa: Mucca Halloween Queen. Mettete in conto una serata trasgressiva e folle, con zucche, travestimenti, vampire e uomini lupo. Come nella tradizione, a fine serata sarà premiato il vestito più creativo e bello. Quindi si consiglia di lasciare a casa le inibizioni e scatenare la fantasia. Nella storica location del Qube, tre piani con musica black, commerciale e house.

- Al Geronimo’s pub, halloween party e serata cover con gli Oak Living in the past, così come al Morrison’s Pub dove si esibirà una cover band dei Red Hot Chili Pepper.

-S i festeggia Halloween con un Burlesque Show al Jailbreak e all’Alien, dove sono graditi abiti in tema alla serata. Un mix di spettacolarità, erotismo, sarcasmo ed ironia per festeggiare la notte più misteriosa dell’anno. Anche al Micca club, un pizzico di sensualità con un burlesque show di Amber Topaz e un party che vede uno scontro tra Barbarella e Diabolik.

-S erata halloween anche al Magic Fly, al Kill joy e al Quincy, con concorsi per la maschera più originale, gadgets e animazione horror.

Presto altri appuntamenti!

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Neonato omosex e Alleanza Nazionale: GayLib, d'accordo... cioè no.

Lettera aperta a Fabio Dadati (An)

Mi sento in dovere di dare una risposta alla tua lettera su "La Provincia" comparsa in questi giorni. Inizio con l`essere d`accordo con te che l`immagine utilizzata per la campagna contro le discriminazioni dalla regione Toscana e` forte e potrebbe ottenere l`effetto opposto.
Sono con te anche sull`affermazione che in molti casi queste iniziative sono piu` premianti per l`ideatore del progetto che non per l`iniziativa che si vuole promuovere.
Ma iniziative cosi` clamorose sono l`unico modo per far parlare dei diritti negati a moltissimi cittadini, gli omosessuali, le lesbiche e i transgender.
Puo` essere che per te queste persone non siano degne di essere rappresentate ed avere diritti, ma esistiamo, facciamo parte di questo bel paese e chiediamo a gran voce DIRITTI, anche se a volte la voce e` stridula e fuori da coro.
Ottenere qualcosa in questo paese, soprattutto in termini di diritti civili, e` sempre stato una lotta all`ultimo sangue, il nostro cammino e` ancora lungo, temo, ma noi omosessuali, lesbiche e transgender sentiamo il dovere di proseguire con rinnovata carica e maggiore forza, fino all`ottenimento del risultato sperato.
Il non vedere riconosciuti diritti che altri hanno mi impone di combattere anche contro amici con i quali ho condiviso battaglie politiche, e mi spiace che tu sia tra quelli contro i quali dovro` lottare, conoscendoti e stimandoti, avrei preferito averti al mio fianco per una battaglia di giustizia e legalita`.
Da lombardo ti dico che sono contento che la nostra regione sia una forza trainante dell`economia nazionale, lo fosse anche nel campo delle liberta` individuali sarei ancora piu` felice, anche perche` la tradizione del liberalismo e del cattolicesimo illuminato e` un patrimonio anche della nostra regione. Concludo concordando con te che i bambini sono un dono, una gioia e una speranza per il futuro, che la loro innocenza va preservata, ma sei cosi` sicuro che nei loro occhi vedi la purezza non contaminata e poi contaminata da che ?

Con immutata stima, ti saluto cordialmente.
Luca Maggioni
coordinatore Lombardia
Gaylib gay liberali di centrodestra
http://www.gaylib.it

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L'ennesimo appello sull'Unità dei gay di sinistra alla sinistra.

Un partito nuovo, che non abbia paura dei diritti.

(Andrea Benedino - Anna Paola Concia - L'Unità) Cari costituenti, ormai è fatta. Il Pd è nato e non si può più fare gli «gnorri», girarsi dall’altra parte, fare finta di non sentire, fischiettare distrattamente quando ci chiedono quali saranno i valori del Pd. Sarà un partito laico e rispettoso di tutti? Su temi spinosi, come i diritti civili e i temi eticamente sensibili quali saranno (a grandi linee!) le sue posizioni? Le domande cominciano a diventare incalzanti. Come quelle di Miriam Mafai ieri nel suo bell’articolo. E un partito deve dare delle risposte. Deve avere il coraggio di stare nel mondo, mescolarsi con la realtà e dire cosa pensa. Semplicemente. Perché questo è quello che le persone vogliono: chiarezza. Oggi, per esempio, in Toscana si è aperta una polemica feroce contro l’Assessore Fragai che ha lanciato una campagna sincera, vera: «l’omosessualità non è una scelta». Ha detto la verità. E di verità abbiamo tutti bisogno. Perché ci permette di guardare il mondo per quello che è, senza finzioni. E di trovare le risposte. Noi, vorremmo che il Pd fosse questo: un partito che non ha paura della verità. E quindi, oggi che la fase costituente del Partito Democratico si è aperta e Walter Veltroni è stato eletto a furor di popolo segretario, oggi è il tempo della verità. E a partire dalle scelte della prima riunione dell’assemblea costituente, come ad esempio l’elezione delle Commissioni sullo Statuto e sul Manifesto dei Valori, si capirà se la scommessa sulla costruzione di un partito davvero nuovo e laico potrà essere vinta oppure no. Se prevarrà un’impostazione di «partito melting pot» in cui le diverse culture di provenienza di ciascuno riusciranno ad amalgamarsi e a fondersi in una sintesi nuova ed avanzata, oppure se prevarrà un’impostazione vecchio stampo in cui le vecchie burocrazie dei partiti che furono si limiteranno a giustapporsi le une alle altre, rivendicando ciascuna i propri spazi e le proprie quote. Non è una differenza da poco per chi guarda al nuovo partito dal punto di vista della battaglia sui diritti civili, perché nel primo caso si scorgerebbe all’orizzonte la prospettiva di sintesi nuove e risolutrici sulle questioni più spinose, mentre nel secondo a prevalere sarebbero soltanto i veti incrociati.
Si prospettano quindi di fronte a noi mesi di intenso impegno politico e civile per costruire la prospettiva di un partito che sappia essere davvero rivoluzionario per la politica italiana, imponendole di sciogliere quei nodi sui temi etici e sui nuovi diritti che da troppi anni ci costringono agli ultimi posti nella classifica della modernità delle democrazie europee.
Nel corso di questa campagna elettorale ci si è limitati ad accennare a queste questioni. Spesso si sono usati i Dico per conferire o negare improbabili patenti di laicità a questo o a quel candidato, sfuggendo il confronto nel merito delle questioni che da anni il movimento lgbt pone ad una politica italiana troppo sorda. Si sono usati questi temi in modo ideologico per dividere anziché per unire. Walter Veltroni ha avuto se non altro il merito, a differenza di altri, anche attraverso lo scambio epistolare con i sottoscritti pubblicato sulle pagine di questo giornale, di affrontare queste tematiche con un linguaggio nuovo, senza troppe reticenze ed assumendosi impegni precisi. Ora però siamo giunti al momento in cui alle promesse devono seguire i fatti. Siamo alla vigilia della discussione decisiva in Senato sui Cus. Contemporaneamente la Commissione Giustizia della Camera discuterà in sede legislativa entro la fine dell’anno le norme contro la violenza omofobica. Di qui a gennaio verranno predisposti e poi sottoposti al voto dell’Assemblea Costituente Nazionale lo Statuto del nuovo partito ed il suo Manifesto dei Valori. Su tutti questi temi cosa è lecito attendersi dal nuovo Partito Democratico di Walter Veltroni?
Miriam Mafai ieri ci sollecitava su un punto importante: attenzione alle parole del Papa e di Mons. Bagnasco sul lavoro precario. Attenzione, diciamo noi, a non riesumare la vecchia formuletta tanto cara alla cultura comunista secondo cui «i diritti civili sono diritti borghesi, individuali e vanno messi da parte, mentre i diritti sociali, quelli sì che sono importanti!». Attenzione al ritorno di una cultura vecchia come il cucco, della quale nessuno sente la mancanza. Attenzione perché in tutto il mondo, dall’America ad Angela Merkel, i diritti sociali e i diritti civili non sono più considerati in contrapposizione o in un ordine di priorità. Insieme vanno affrontati e insieme vanno risolti, perché solo insieme possono contribuire a costruire società inclusive, giuste e moderne. Le società di domani. Quelle società che il Pd deve impegnarsi a costruire se vuole essere davvero nuovo, moderno, di tutti, nessuno escluso. Noi, questo Pd vogliamo. Per questo Pd ci batteremo. Siamo i soli? Qualcun altro la pensa come noi? Siete 2800, battete un colpo.

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Il sistema elettorale lo scelga il popolo,

(Affari italiani - Libero.it) E' ampiamente riconosciuto che tra i fattori chiave della nostra crescente marginalità economica e industriale nello scenario europeo e mondiale, sta l'obsolescenza del sistema istituzionale e, in particolare,del sistema elettorale che produce, come ben si vede, ingovernabilità: non è possibile che l'esponente di un partito che vale l'1,5% minacci la crisi di governo se il premier non gli conferma la sua fiducia in una storia molto opaca.

Andare al voto con il ‘porcellum’ riprodurrebbe gli stessi difetti e grippaggi del processo di governo e legislativo che non possiamo permetterci. Guardando all'Europa che sta facendo molto meglio di noi, abbiamo tre modelli tra cui scegliere: spagnolo, tedesco e francese. Andrebbe contato anche quello di Veltroni che non si capisce cosa voglia e perché lo voglia.

Mentre uniamo la nostra voce a quella autorevole di Giovanni Sartori – modello tedesco e trasparenza nel CdS di oggi – nel chiedere a Veltroni di far trasparire il suo pensiero, ci spingiamo anche più in là con una proposta molto semplice. Una proposta poco costosa e perfettamente coerente con il tono di novità, di prossimità alla gente nonché con il decantato coraggio politico che Veltroni sostiene di possedere e di voler brandire appena possibile: 'vi stupiremo con le nostre proposte!'.

La proposta è che Veltroni lui stesso chieda al consiglio di amministrazione della Rai di realizzare una trasmissione a reti unificate per spiegare al popolo i tre diversi sistemi elettorali (e magari anche il suo se proprio non gli andasse bene nessuno dei tre) con una scheda di 5 minuti, anche illustrata da Sartori e da altri eminenti costituzionalisti che non mancano, a cui aggiungere una critica e una difesa di ciascun sistema per non più di 5 minuti. Così in 30 minuti, prima che calino l’attenzione e gli zuccheri, i telespettatori unificati avrebbero un quadro chiaro delle alternative.

A questa presentazione ‘neutra’, cioè molto simile a una lezione condotta da brillanti professori, dovrebbe seguire un dibattito tra tre o quattro politici in modo da avere anche la lettura squisitamente politica della questione elettorale, capire perché questo partito appoggia quel sistema e quell’altro no. Qui ovviamente bisogna tenere il collare stretto e chiudere la discussione entro la mezz’ora se no ci perdiamo l’audience.

La serata termina con una votazione del pubblico via sms a pagamento. Costo del voto: un euro destinato a finanziare una giornata di voto tipo quella per il partito democratico della settimana scorsa. Una giornata anche questa a basso costo, basata sulla prestazione volontaria gratuita dei cittadini e utilizzando le strutture organizzative dei partiti (gestione dei seggi, gazebo, registrazione dei votanti, raccolta e conta dei voti, ecc...) che vorranno aderire per mettersi in ascolto del popolo, il tutto senza costi per lo Stato.

Ovviamente i partiti che partecipano all'evento – una vera e propria delega al popolo da parte della Casta litigiosa e spendacciona – si impegnano a sostenere in Parlamento il sistema elettorale vincente senza, questo è il punto, modificarne una virgola con mediazioni ed accordi partitici dell’ultima ora.

Lo abbiamo conosciuto e sappiamo che possiamo sperare in Veltroni.

"Chi non spera l’insperabile non lo scoprirà, poiché è chiuso alla ricerca, e a esso non porta nessuna strada"

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Milano: Arriva Halloween mostri e streghe pronti a far paura.

(Lucia Galli ' Il Giornale) Tremate, tremate: Jack O' Lantern e compagni sono tornati. Halloween è alle porte con il suo carico di brividi e shock. E se temete lo scherzetto, la notte di ognissanti può essere anche molto dolce. La veglia, fra feste e scorpacciate al gusto di zucca, comincia già questo fine settimana.

FUORIPORTA
Basta andare a Selvino, in provincia di Bergamo dove anche quest'anno il Comune (info 035-763362) organizza un «antipasto» di Halloween per palati davvero forti: si comincia domani pomeriggio alle 14 per le vie del paese. È gradito l'abito scuro (o macabro) per aggirarsi fra le vie e i negozi che saranno decorati a tema. In piazza, bancarelle e stand offriranno il più tipico nightmare drink, di cui è sconsigliato chiedere la ricetta, abbinato a frittelle e vin brulé. Nel frattempo prenderà il via la gara di taglio della torta, che naturalmente sarà alla zucca. Chi non avesse trovato nulla di abbastanza terribile con cui agghindare il proprio pupo, non ha da temere: in piazza ci sarà anche l'occorrente per il perfetto mostro e la provetta strega. Il sabba pomeridiano prosegue fino alle 22 quando andrà in scena una versione ad hoc del Rocky Horror picture show. La notte è libera, ma domenica si riprende: alle 15 i bimbi inizieranno a scorrazzare per le case ponendo il fatidico interrogativo: Trick or treat - dolcetto o scherzetto? -, mentre alle 18 il più brutto travestimento verrà premiato. Per soggiornare a Selvino in questo fine settimana ultimi posti con temavacanze.it, 035-761440, ma la festa e le offerte proseguiranno anche fino a martedì e al successivo fine settimana: alcuni hotel propongono pacchetti a 30 a persona che include cocktail di benvenuto, cena a lume di zucca con specialità dal mondo dei vivi e... dei morti e camera a disposizione fino alle 13 del giorno dopo.

IN CITTÀ
Chi preferisce restare a Milano troverà comunque brividi per i suoi denti: martedì 31 all'Atelier Gluck Arte al 45 di via Gluck, alle 21, 10 euro, tel 380-4603676) va in scena Classic Halloween: un sabba fra opera lirica, letteratura e paura che si annuncia come un viaggio nella paura attraverso la lettura di prosa ottocentesca. Non mancheranno brani da Dott. Jekyll e Mr Hyde, Frankenstein e compagni di paura, mentre arie dal Mefistofele, Un ballo in maschera e anche Don Giovanni faranno da contrappunto musicale.
Per chi spera invece di cavarsela con un cinema, sempre martedì 31, lo spazio T35 in via Tortona 35, dalle 22, da 20 euro, telefono 02.48955144, ospita una carrellata di cinema horror del Novecento. Chi preferisce un festino a base di hard rock e atmosfere dark può recarsi invece a Mezzago alle porte di Milano, al Bloom, un locale a mezza via tra centro culturale e disco pub che promette musica e sonorità degne della serata (telefono 039-623853, bloomnet.org).

IN COPPIA O CON BAMBINI
Anche Gardaland, gardaland.it, si attrezza per le streghe: da martedì 31 a domenica 4 novembre (apertura fino alle 22, biglietti scontati 21-25 euro) l'allestimento arancio zucca promette di lasciare senza fiato quanto le numerose performance previste nei teatri del parco compresa quella nel palaghiaccio dove farà la sua comparsa anche Dracula a bordo di una motocicletta. Per chi voglia pernottare, molte le possibilità anche negli hotel fuori dal parco: un pacchetto di 3 notti in B&B costa dalle 40 euro a persona, per esempio cliccare in www.hoteldogana.it.
Un buon indirizzo per festeggiare Halloween «guancia a guancia», sconfinando in Svizzera è invece, a Lugano, il Villa Sassa Hotel, villasassa.it, residence e spa, 0041-919114111. Il lago sarò ancora più scuro martedì sera quando dalle 22 scatterà un dopocena da brivido fra musica rock e dolcetti spaventosi. Buon sabba!

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Padre Pio: Santo o mentitore? Messori: «Padre Pio? Ho visto prodigi».

Quello esposto nel libro di Sergio Luzzatto non è l'unico punto di vista possibile. Ai sospetti hanno già dato risposta da decenni gli agiografi del frate e le perizie cliniche.

(Il Corriere della Sera) Il Padre Pio di Sergio Luzzatto è un libro importante e serio. Per questo, non gli rendono giustizia certe anticipazioni giornalistiche che — dalle oltre 400, fitte pagine — estrapolano «rivelazioni » e «gialli», come le richieste da parte del frate di acido fenico e di veratrina, quasi fossero le sostanze con cui procurarsi stigmate truffaldine. A questi sospetti — provenienti soprattutto da ambienti clericali — hanno già dato risposta da decenni non solo gli agiografi del frate, non solo perizie e controperizie di illustri clinici, ma anche le inchieste implacabili delle commissioni vaticane che hanno portato alla beatificazione del 1999 e alla canonizzazione del 2002. Libro serio, dicevo, che non merita presunti scoop da rotocalco; libro nato da anni di lavoro, da ricerche a tutto campo, non solo negli archivi (da cui sono emersi molti documenti inediti) ma anche nel fall out mediatico e magari spettacolare del «fenomeno padre Pio». Una serietà di indagine — unita a un gusto gradevole per la divulgazione che non disdegna l'aneddoto e la curiosità — di cui sarebbe sleale sospettare, basandosi solo su sviste sorprendenti: ad esempio, la veggente di Lourdes, Bernadette, indicata sempre e solo come Soupirous e non Soubirous, come sanno non gli specialisti, ma tutti i milioni di pellegrini alla grotta dei Pirenei.

Ci voleva, dunque, un ancor giovane ma già temprato studioso di tradizione ebraica per riempire una lacuna di informazione sul francescano che Luzzatto stesso (pur parlando di boutade, ma non troppo) definisce «l'italiano più importante del secolo scorso». In ogni caso come risulta da ogni indagine, il più pregato, accanto a Giovanni XXIII, oggetto anch'egli di un vastissimo culto popolare. È uno dei paradossi o, se si vuole, dei molti enigmi di questa storia: sono accomunati nella devozione della gente — e nella quasi contemporanea elevazione agli altari — il «Papa buono » e «lo stigmatizzato del Gargano», i cui rapporti furono o nulli o, addirittura, di «persecuzione» da parte di un pontefice dal polso ferreo sotto l'aspetto bonario. Luzzatto non ha torto nel rivendicare di avere colmato un vuoto: da una parte una vastissima, ripetitiva, spesso acritica produzione editoriale di devoti; dall'altra, gli scherni e le sbrigative liquidazioni di un anticlericalismo come quello dei pamphlet che vanno oggi per librerie. E dai quali Luzzatto prende subito le distanze, indicando esplicitamente, come esempio da evitare, le invettive goliardiche di un ex seminarista enragé come Piergiorgio Odifreddi.

Un vuoto riempito, dunque. Ma come? Certamente non solo con un lavoro lungo e tenace, ma con una pietas e un rispetto lodevoli. Ci sarà tempo e luogo per confrontarsi, e magari dissentire, sulla documentazione, di prima mano ma utilizzata secondo un taglio «politico» (che si annuncia sin dal sottotitolo) che fa l'interesse del libro per i laici, ma che è estraneo alla prospettiva del santo e della folla dei suoi devoti. Una incomprensione di un certo modo di sentire e di vivere la fede cattolica che, peraltro, non è certo rimproverabile a uno storico della formazione di Luzzatto. Sembra poco presente, qui, la consapevolezza della «ambiguità» necessaria nelle cose cristiane dove, per preservare la libertà di accettare o di rifiutare, sempre vige la dialettica rilevata da Pascal: «Abbastanza luce per credere, abbastanza buio per dubitare». Alter Christus secondo i devoti, Padre Pio condivide la sorte di Gesù stesso, considerato dalla nomenklatura del tempo un impostore, un falso Messia, oltre che «un ghiottone e un bevitore».

In ogni caso, Luzzatto si è accorto e, lo scrive, che «padre Pio è ormai ovunque», che non possiamo più prescindere dalla presenza enigmatica di un frate che pur non si mosse, per mezzo secolo, da un disadorno convento nel Sud più profondo. È ovunque: nelle gigantografie dei Tir sulle autostrade e nelle cornicette d'argento sui tavoli dei Vip, nel borsellino della massaia e nel portafoglio del professore. C'è, qui, il mistero di una presenza carismatica che stringe da vicino una infinità di vite. La mia stessa, alla pari di innumerevoli altre, magari con piccoli prodigi dove brillano l'attenzione e la misericordia per le cose quotidiane. Se è lecito, dunque, (e per capire), un aneddoto personale. Una spastica grave che non ho mai visto di persona ma con la quale intrattengo da decenni un rapporto epistolare, molto imparando dal suo sensus fidei. La sua desolazione, anni fa, per il ritardo nel ricevere posta, a causa di miei viaggi e di superlavoro, il suo rivolgersi a padre Pio, di cui è ovviamente devota, e l'immediato, forte profumo di fragola che è per lei il segno di essere stata ascoltata. Il mattino dopo, ecco la lettera. Ma, dall'annullo sul francobollo, risultava spedita il giorno stesso, soltanto un'ora prima: e tra le nostre case corrono più di 300 chilometri. L'esclusione, da parte del direttore dell'ufficio, che fosse possibile un errore nel timbro, errore impensabile ma che, comunque, avrebbe portato a un ritardo, non a un anticipo della data. Poco tempo dopo, una mia visita a un convento lombardo di cappuccini, l'incontro con un vecchio frate che fu a lungo segretario del Santo, sul Gargano. Al racconto dell'episodio, nessuna sorpresa ma un gesto di condiscendenza: «Roba normale, niente da stupirsi. Quando aveva una lettera che gli stava a cuore, mi diceva di metterla nella buca in piazza: ma al recapito provvedevano gli angeli custodi. Un'ora dopo, puntualmente, arrivava».

Che fare, con un tipo così? Studiarne la storia, certo, ma consapevoli che c'è, qui, una meta-storia che, per dirla col Vangelo «è rivelata ai piccoli e ai semplici ed è nascosta ai sapienti del mondo».

Vittorio Messori

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