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giovedì 21 agosto 2008

Strip Tease: A lezione di spogliarello ma...

Se il vostro sogno e’ quello di diventare spogliarellisti professionisti, in Italia esiste una sorta di scuola che propone un corso portato avanti da tale J.T. Stone, a suo dire fatto per non diventare strip men improvvisati e imparare tutto quello che c’e’ da sapere.

Si legge nella presentazione del corso: "Direttamente da "Porta a Porta" il primo ed unico stripman d'Italia ricco di esperienza, più di mille stripshow in Europa e negli States, impartisce lezioni di spogliarello maschile, femminile e strip tease, anche a domicilio. Ottimo per aspiranti professionisti e utile per sorprendere il vostro o la vostra partner!"

Ammettiamo di essere particolarmente dubbiosi circa il risultato finale del corso e le fotografie che campeggiano nel sito non ci aiutano a cambiare idea. Diciamola tutta se il rischio è quello di diventare "coatti"preferiamo non addentrarci in un corso del genere se invece anche voi, come qualcuno in redazione, ci accusa di avere solo dei pregiudizi e di essere snob, accomodatevi e cliccate qui per saperne di più. Noi ci teniamo i nostri dubbi...
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Arcigay Roma. Lunedì discussione sul programma di Federica Pezzoli.

Il Comitato promotore per Federica Pezzoli Presidente di Arcigay Roma informa che Lunedì 25 agosto 2008 dalle 18.00 alle 21.00, presso la Sala Parrocchiale della Chiesa Anglicana "All Saints", in Via di Gesù e Maria 27 (primo portone dopo ingresso della chiesa, attraverso il giardino e raggiungibile anche con la metropolitana, Linea A fermata Flaminio o Spagna), si terrà una riunione per la discussione finale del documento programmatico, e alla chiusura della lista relativi alle elezioni del nuovo presidente e del comitato direttivo dell'Arcigay di Roma.

La riunione è pubblica pertanto tutti gli interessati sono liberi di partecipare e con ciò dare un loro contributo per la chiusura del documento programmatico e la chiusura della lista che sostiene

I soci Arcigay Roma che hanno rinnovato o fatto la tessera entro il 22 luglio 2008, che approveranno il documento e le candidature espresse, sono vivamente pregati di rendersi disponibili fra le ore 16 e le ore 18 del giorno successivo per recarsi presso la sede Arcigay Roma in Roma, Via Goito 35b, per sottoscrivere il documento e presentare la lista.

N.B.: chi avrà difficoltà ad essere presente il 26 agosto, potrà predisporre la propria delega nella riunione del 25.

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Governo assente. Latticini a peso d’oro, pasta alle stelle: +30,4% rispetto al 2007.

Un carrello vuoto

(Panorama) Sempre più inarrivabile il vecchio e “caro” piatto di spaghetti. Continuano a salire i prezzi della pasta che, nei primi sei mesi dell’anno, hanno messo a segno un rincaro del 30,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un aumento enorme certificato dal Tesoro nell’ultimo documento sui prezzi, che mostra un dato ancora più allarmante di quello dell’Istat che a luglio ha evidenziato un incremento annuo intorno al 25%. Dal Dipartimento di Via XX Settembre arriva anche la conferma dell’allarme per tutti i generi di prima necessità: il costo del pane cresce del 13,2% e il latte registra un +11,8.

Quello della pasta è un rincaro da record, il secondo maggior aumento registrato nel primo semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2007. Solo il gasolio, che ha segnato un +31,9%, è riuscito a batterlo. Il piatto di spaghetti è aumentato molto di più anche del prezzo della benzina (+24,5%). Nei primi sei mesi - secondo i dati del Tesoro che esaminano l’indice dei prezzi del paniere delle famiglie e impiegati - mostrano un inflazione al 3,8%. Con una spinta che arriva dai prezzi dei prodotti liberalizzati. Sul fronte di quelli “controllati”, il Tesoro fotografa infatti un aumento del 2,8% mentre per i “liberalizzati” la corsa dei prezzi, in media è stata dell’8,1%.

Volano anche i pedaggi autostradali che sono lievitati del +7,7% e l’istruzione secondaria (+7,5%). Sono aumentati, anche a causa del caro carburanti, tutti i trasporti che hanno marcato un +9,2% per quelli urbani e un +6,2% per i traghetti. Seguono i treni (+6,4%). In netta flessione, invece, i medicinali controllati (-8,6%). Scendono per la prima volta in dieci anni gli alberghi: -0,8% contro il +1,6% del 2007 ed il 2,5% dell’anno prima. E i “servizi di deposito incasso e pagamento” (-0,8). Sostanzialmente fermi invece lo zucchero (+0,5%) ed i medicinali a prezzo libero (+0,7%).
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Nazismo e gay, quella terribile attrazione.

Un'inquietante dossier titolato: "Tendenze - Nazismi gay?" curato dal blog Noirpink, ci fa ragionare sulla fascinazione che subiscono molti gay da uno dei momenti storici più alti e terribili del sadismo e della criminalità umana.

Scrive l'autore: (...) "Nonostante il suo carico di odio e di morte, o forse proprio a causa di esso, il nazismo esercita su alcune persone una fascinazione erotica molto forte: nelle scorse puntate della nostra inchiesta abbiamo ricordato il successo avuto in decenni passati del genere porno-nazista eterosessuale e abbiamo conosciuto i feticismi omosessuali del nazismo. (...). Parole d'effetto, non c'è che dire, che fanno il paio con una serie di film realizzati negli anni '70 che portano alla ribalta proprio il nazismo e la fascinazione ambiguo-sessuale da esso esarcitato.
Vi citiamo quelli che secondo noi sono i più rappresentativi:

Portiere di notte di Lliana Cavani.

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Salon Kitty di Tinto Brass.

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La caduta degli dei di Luchino Visconti.

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Ricky Martin neopadre.

Mario Cirrito, direttore del mensile gay Babilonia, tramite Current ci informa che Ricky Martin è diventato padre.

"Si è spesso parlato dei gusti sessuali dell'artista portoricano. Oggi, pagando 10 mila dollari per un utero in affitto è diventato padre di due gemelli. La madre, assicurano, non saprà mai chi è il padre. L'artista, ricordiamo, esordì con i Menudo e fece anche l'attore a Broadway. Nato da genitori separati visse un po' col padre e un po' con la madre, crescendo senza problemi. Ha venduto oltre 34 milioni di dischi e il suo maggior successo che gli valse due premi MTV è stato La Vida Loca. L'artista da tempo è anche impegnato a sostenere molte associazioni benefiche. Auguri al neo babbo."

Ci uniamo agli auguri di Cirrito.

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Roma: chiuso il caso dell'omicidio Falchetti. Complimenti alla polizia da parte di esponenti Lgbt.

(Agenzia radicale) Il delitto di via Valiero è già un caso chiuso. In sole trentasei ore, come ha precisato il questore vicario di Roma Marcello Cardona, la questura ha rintracciato l'assassino. Lo hanno preso alle stazione di Civitavecchia mentre tentava di partire per Ventimiglia. Si chiama Iulian Muscocea l'uomo accusato dell'omicidio di Alberto Falchetti, architetto romano trovato morto nella serata di lunedì.

Insieme ai controlli sul traffico telefonico delle utenze intestate alla vittima, si sono rivelati fondamentali i rilievi effettuati nell'appartamento di Falchetti: il sospettato è stato infatti tradito da un'impronta digitale lasciata su una bottiglia di birra. Gli inquirenti lo hanno identificato grazie ad un confronto con le impronte presenti nella banca dati della polizia: nel luglio dello scorso anno l'uomo, romeno, era stato fermato durante un controllo alla Stazione Termini, la stazione centrale della capitale.

Muscocea è stato fermato la sera di martedì e nella giornata di ieri è stato sottoposto ad un lungo interrogatorio. Si trovava a Civitavecchia con un amico per tentare di partire per la Spagna ma la nave che cercava parte solo nei giorni dispari, di qui il tentativo di allontanarsi dall'Italia in treno.
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Felicitazioni per la straordinaria prova di efficienza alla polizia romana sono state espresse dalla portavoce del Comitato promotore per Federica Pezzoli Presidente di Arcigay Roma e dall'ex on.le Grillini.

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Olimpiadi. Il "voluminoso" pacco di Alexandre.







(Scorpioitalia) Lo stiamo vedendo in quesi giorni alle Olimpiadi di Pechino ed è una leggenda vivente. Sto parlando di Alexandre "Mr.Pacco" Despatie.

Alexandre è nato l'8 giugno 1985 a Montreal (Canada) ed ha cominciato a praticare tuffi dall'età di 5 anni. A soli 13 anni vince i Giochi del Commonwealth ed entra nel Guinnes dei Primati per la sua giovane età.

Quarto posto olimpico a Sydney 2000, medaglia d'argento ai Mondiali di Fukuoka 2001, medaglia d'oro ai Giochi del Commonwealth 2002 e a molte manifestazioni sportive che si sono susseguite.

Di lui colpiscono sicuramente il suo viso da ragazzino, i suoi dolci occhioni, le sue labbra carnose, la flessibilità e l'armonia dei movimenti del suo corpo ma, soprattutto, il suo vistosissimo pacco!!

Voi che cosa ne pensate? Vincerà qualche medaglia importante anche a queste Olimpiadi o comunque l'importante è partecipare? Di sicuro la sua presenza è un motivo in più per seguire le gare con molta attenzione ;).
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Aggiornamento.
PECHINO 2008: TUFFI, MARCONI FUORI DA FINALE TRAMPOLINO.
(Adnkronos) Nicola Marconi non e' riuscito a qualificarsi per la finale del trampolino alle Olimpiadi di Pechino. L'azzurro nelle semifinali ha totalizzato 444,55 punti, 14esimo punteggio complessivo. L'atleta romano si era qualificato con il 18esimo posto delle eliminatorie (430,90) e ha migliorato notevolmente il 26esimo posto ottenuto alle Olimpiadi di Sydney 2000. Dodicesimo ed ultimo degli ammessi alla finale, il tedesco Pavlo Rozenberg con 454,30 punti. Miglior punteggio con 547,25 del 21enne cinese Chong He, bronzo iridato a Montreal 2005 alla prima Olimpiade della carriera. Al secondo posto il 23enne canadese Alexandre Despatie, campione del mondo nel 2005, con 518,75 punti. Al terzo posto l'altro cinese, il 22enne Kai Qin, campione del mondo in carica con 508,50 punti. La finale e' in programma stasera alle 20.30 locali, le 14.30 italiane.

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Usa, messe in campo anche le tette per sostenere Obama.

Se anche le tette potessero votare Barack Obama avrebbe vinto da un pezzo. Mi spiego. Continua in America la campagna a sostegno di Barack Obama, il candidato democratico alle presidenziali USA, considerato da una parte dell'America il volto nuovo della politica del cambiamento.
In questi mesi le inziative pro Obama sono state innumerevoli, vedi l'Obama Girl, e alcune molto originali. Quella più stravagante di tutte, secondo noi, è stata la campagna "Boobs for Barack" (Tette per Barack")...

Continua su Sessi news

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Mamma quei turchi. La vita agra dei gay in Turchia.

Intimiditi, perquisiti, arrestati. Quando non minacciati, picchiati, violentati. O uccisi in delitti d'onore come Ahmet. L'inchiesta de "Il Manifesto".
Sono i lesbian-gay-bisexual-trans, quelli di Istanbul come quelli dei paesini in Anatolia. Costretti dall'esercito a esibire foto e video per certificare quella loro malattia chiamata omosessualità.

(Orsola Casagrande - Il Manifesto) L'appuntamento è nel pomeriggio alla sede di Lambda, l'associazione che riunisce gay, lesbiche, transessuali, transgender a Istanbul. In una stradina laterale, Lambda è a due passi dal cuore della città sul Bosforo, Istiklal Caddesi, la piazza Taksim. In un piccolo edificio dietro l'angolo di una stazione di polizia, all'ultimo piano con la porta di Lambda si apre un mondo che non è molto visibile. Anche se è estremamente attivo e vivace. Sorridente e molto cordiale, Ruzgar sarà un po' la guida dentro questa altra Istanbul. Che è fatta di determinazione, coraggio e tanta violenza e soprusi, da parte delle autorità come da parte di organizzazioni omofobiche e individui che coltivano il culto di una società macha, complice l'esercito che qui è più che una presenza pesante: tre colpi di stato in trent'anni, un servizio di leva obbligatorio lungo e violento, un battage pubblicitario insistente. Il culto della nazione, dello stato, del laicismo protetto dalle forze armate, il papà severo della Turchia. Disciplina e regole, pugno di ferro che significa repressione di quanti dissentono, e non solo politicamente. A farne le spese i kurdi e le altre etnie che popolano la Turchia, le donne naturalmente, e anche chi vive una sessualità altra. Le storie di abusi e violenze si moltiplicano.

A Lambda in questi giorni si parla di un omicidio che fa molto discutere. E' stato definito il primo caso di omicidio «d'onore» che ha come vittima un omosessuale. Ahmet Yildiz aveva 26 anni, studiava fisica all'università. L'anno scorso aveva rappresentato la Turchia a una iniziativa internazionale di gay a San Francisco. Stava uscendo da un caffè sul Bosforo, qualche settimana fa. Qualcuno gli ha sparato. Lo studente, anche se gravemente ferito, ha cercato di fuggire ma è svenuto. E'morto all'ospedale qualche ora dopo essere stato ricoverato. Per molti amici Ahmet è la prima vittima di quei crimini d'onore che riguardano le donne in Turchia (come in altri paesi mediorientali ma anche europei, non ultima l'Italia). Vittima di una guerra tra la vecchia mentalità omofobica e una nuova crescente cultura delle libertà civili, l'ha definito qualcuno. Perché se è vero che i gay in Turchia sono oggi più visibili (soprattutto nelle metropoli, diverso il discorso nelle zone rurali e nei piccoli centri) è anche vero che questa visibilità li rende più esposti alla violenza. Il coming out, cioè il dichiarare pubblicamente la propria sessualità altra, è ancora molto difficile in Turchia. Significa emarginazione, violenza, scherno, addirittura il licenziamento in alcuni posti di lavoro. Significa pressioni da parte della famiglia, spesso incapace di accettare un figlio o una figlia con un'altra sessualità. Che è considerata una malattia. Lo dimostra in maniera violenta l'umiliazione di chi, omosessuale, chiede di non fare il servizio militare.

Il nome di Mehmet Tarhan ricorre spesso sulle labbra di chi frequenta Lambda e non solo. E' un nome diventato noto anche a livello internazionale. Nel 2005 i vertici militari chiesero a Mehmet Tarhan, kurdo e obiettore di coscienza, di dimostrare la sua omosessualità - perché l'omosessualità è considerata una malattia e come tale va dimostrata. Le prove richieste erano fotografie o video di rapporti sessuali che provassero l'omosessualità del giovane. Tarhan aveva chiesto di non fare il servizio militare in quanto obiettore di coscienza e non in quanto omosessuale. Seguirono mesi di carcere e violenze inaudite che ancora, tre anni dopo, non si sono ancora esaurite.

In una ricerca condotta da Lambda, il 29% dei 27 uomini che avevano chiesto di non svolgere il servizio militare nel 2006 aveva dovuto fornire ai vertici militari «prova» della propria omosessualità. Il 62% era stato sottoposto a una umiliante visita anale. L'associazione diritti umani (Ihd) ricorda che l'omosessualità di una persona in Turchia deve essere determinata da uno psichiatra e che se ci si rifiuta di essere visitati da uno psichiatra si finisce con il dover svolgere il servizio militare. Che non è certo una passeggiatta per nessuno in Turchia, men che meno per i gay, costretti a subire le violenze dei commilitoni.

Oggi nelle grandi città come Istanbul, Ankara, Izmir gay, lesbiche e trans sono più visibili ma non certo più protetti, nemmeno legalmente. Negli anni Ottanta (subito dopo il golpe) e Novanta i bar frequentati dai gay venivano regolarmente perquisiti dalla polizia. Molti venivano arrestati, le conferenze omosessuali venivano vietate. La situazione un ventennio dopo non è migliorata di tanto. Quello che è inarrestabile è la capacità di organizzarsi dei Lgbt. Che non si arrendono, come ha dimostrato la grande manifestazione del Pride 2007 e 2008 a Taksim, nel cuore di Istanbul. Non una passeggiata, ma è stato fatto. In tribunale, associazioni gay e lesbiche ci finiscono regolarmente per offesa ai valori della famiglia, per offesa al pudore, per favoreggiamento della prostituzione. Riviste come Kaos vengono vietate un mese sì e un mese no. Ma continuano la loro battaglia per i diritti di tutti.

La Turchia ha discusso e rielaborato il codice penale per armonizzare le proprie leggi a quelle europee in vista di un possibile, per quanto ancora lontano, ingresso nella Ue. Ma la discriminazione nei confronti di Lgbt rimane alta. Anche se grazie al coming out di molte personalità del mondo dello spettacolo e della cultura si discute sempre di più di diritti delle persone a prescindere dai loro orientamenti sessuali. Curiosamente, tra i cantanti più amati in questa nazione macho-centrica ci sono due trans come Zeki Muren e Bulent Ersoy, quest'ultimo sotto processo per aver «diffamato le forze armate»: in una trasmissione televisiva molto seguita Ersoy aveva etto che se avesse avuto un figlio avrebbe fatto di tutto per non fargli svolgere il servizio militare.

L'ultimo rapporto di Human Rights Watch riporta alcuni dati preoccupanti. Per esempio da uno studio commissionato dal governo sulla violenza contro gay, lesbiche e trans si evince che il 37% degli intervistati ha subito violenza fisica, il 28% violenza sessuale. Soltanto il 26% delle vittime di questa violenza si sono rivolte alla polizia. La sensazione che chi commette violenza contro gli omosessuali goda di una impunità quasi totale è forte. E soprattutto non ci si fida della polizia. «Sono tante le storie che ascoltiamo qui dentro - dice Ruzgar - di maltrattamenti nelle stazioni di polizia, durante le perquisizioni nelle case».
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L'INTERVISTA
"Che umiliazione quelle prove alla visita di leva".

Ruzgar è una delle volontarie di Lambda.
Partiamo proprio dall'associazione. Quando è nata, cosa fate?
Lambda è stato aperto nel 1993 e io sono una volontaria dal 2004. All'inizio c'erano molti uomini gay tra i fondatori, poi con gli anni sono arrivate lesbiche e trans. L'idea era quella di aprire una associazione ma anche un centro culturale, in altre parole di fornire uno spazio dove la comunità gay potesse incontrarsi. Abbiamo cambiato un paio di sedi e ora siamo in questo ufficio che è anche centro culturale, biblioteca, videoteca. Nel 2006 abbiamo chiesto lo status legale e lo abbiamo ottenuto.

Ma la repressione contro di voi non è finita?
Tutt'altro. In questi anni sono stati aperti contro di noi diversi procedimenti penali. Questo ultimo è cominciato dicendo che gay, lesbian eccetera non erano termini turchi ma inglesi e quindi non potevano essere usati. Poi hanno cominciato a dire che si favoriva la prostituzione. Il pubblico ministero ha chiesto la chiusura dell'associazione perché siamo un pericolo per i valori tradizionali della famiglia.

Ritorniamo alle attività del centro.
Abbiamo una piccola biblioteca, una videoteca, organizziamo serate a tema, ma non vogliamo che questo diventi uno spazio di autoreclusione dei gay, quindi lavoriamo molto anche fuori dalla sede di Lambda. Per questo organizziamo numerose iniziative, manifestazioni colorate, di strada. E poi negli ultimi due anni siamo riusciti, non senza sforzi enormi, a organizzare un Pride qui a Istanbul. Inoltre abbiamo attivato da qualche mese anche una help line, Un servizio che sta riscuotendo grosso successo, nel senso che è molto utilizzata e questo ci ha confermato di quanto siano soli gli omosessuali in questo paese. Raccogliamo denunce da ogni parte del paese. A volte chiamano le famiglie e a volte sono giovani che vogliono sapere come vivere la loro sessualità, come parlare, uscire allo scoperto. Perché il grosso problema qui è uscire allo scoperto. L'altra grande questione, per gli uomini, riguarda il servizio militare. L'omosessualità è vista dall'esercito come una malattia. Bisogna sottostare a un trattamento davvero umiliante. Chiedono prove della tua omosessualità. Che vuol dire portare dei video o delle foto che provano la tua omosessualità.

La violenza però si registra anche in strada e a volte anche in famiglia.
Sì purtroppo c'è molta violenza anche per strada. Ti confesso che a volte anch'io ho paura a tornare a casa da sola, ti rendi subito conto che la gente ti guarda strano. Ma soprattutto ci sono gang di ragazzi organizzati che vanno a colpire i gay o i trans. Ecco, i trans sono oggi forse i più colpiti dalla violenza, perché se sei trans immediatamente ti associano con una prostituta. Anche la polizia usa molta violenza, raccogliamo molte denunce contro le forze dell'ordine, ma va da sé che questa violenza rimane impunita.

Che aria si respira all'università?
Dipende molto dall'università. Io ho studiato qui a Istanbul. Non mi sono mai nascosta, vivo la mia sessualità apertamente e sono stata fortunata perché nella mia università ho trovato gente pronta a ascoltare, se non a accettare. Certo mi rendo conto che la gente mi guarda strano, ma per esempio i miei insegnanti sono stati molto aperti. Rimangono molto pesanti invece le discriminazioni sul posto di lavoro. Si può essere licenziati se si è gay o lesbiche. E, di nuovo, se sei trans molto spesso non ti danno nemmeno il lavoro.

Fare «coming out» non è mai facile. Per te come è stato?
Intanto va detto che c'è una enorme differenza tra quello che avviene nelle grandi città e quello che avviene nei piccoli paesi. Pensa a un paesino o un villaggio dell'Anatolia: «uscire» è molto più difficile. Detto questo, il coming out non è mai facile, anche se la tua famiglia è aperta. E qui faccio un esempio personale. La mia famiglia è stata da subito molto aperta e solidale, mi ha sempre detto di vivere tranquillamente la mia sessualità, ma anche loro mi chiedono di non fare troppa... pubblicità. Comunque c'è il timore che qualcuno della famiglia, qualche parente sappia, ti veda. I miei sono solidali, ma mi continuano a dire che la mia sessualità è un fatto privato.

Com'è stato il Pride?
Molto bello, un'esperienza di crescita importante. E' stato difficile organizzarlo ma ce l'abbiamo fatta, la polizia ha cercato di vietarlo ma siamo riusciti lo stesso a farci vedere. Credo che la cosa più importante sia il fatto che ogni giorno ci sono nuove associazioni che nascono in diverse città. E' importante che la gente si organizzi e questo sta accadendo, non solo nelle grandi città.

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Ma com'è un delitto gay?

(Paesanini land)Si segue la pista gay per l'omicidio dell'architetto, trovato morto ieri sera a Roma. (...) L'omosessualita' dell'architetto, insieme agli altri elementi, induce la polizia a non escludere che l'omicidio sia maturato negli ambienti gay della Capitale.(Corsera)
È stato prima picchiato, strangolato e poi colpito con un oggetto alla testa un architetto italiano di 59 anni (...). E gli investigatori seguono la pista dell´omicidio gay: la vittima era omosessuale. (...)

E mentre gli agenti della mobile sono ancora impegnati nelle indagini, i primi accertamenti sembrano far propendere gli investigatori per un omicidio in ambienti gay. Ma è ancora presto per dire che cosa sia andato storto nell´appartamento di via Valiero, che cosa abbia potuto condurre a una tale violenza. (Repubblica)

A quanto si e' appreso l'uomo, nel momento in cui e' stato colpito, era vestito. La pista prevalente che seguono gli investigatori della squadra mobile e' quella di un delitto maturato negli ambienti omosessuali. Gli inquirenti dovranno ora ricostruire le ultime ore di Alberto Falchetti, individuare i suoi amici, conoscenti e soprattutto le persone che stava frequentando negli ultimi tempi. La modalita' del delitto e soprattutto l'arma usata fanno supporre che si sia trattato di un omicidio ''di impeto'', magari al culmine di una lite.(Ansa)

A quanto appreso dagli inquirenti il 59enne era omosessuale e aveva da poco intrapreso una nuova relazione. Non si esclude che il delitto possa essere maturato negli ambienti gay. (Il Giornale)

Ci si bacia sulla bocca in un delitto gay?
Ci si veste da donna in un delitto gay?
E si pratica della penetrazione durante un delitto gay? (Come non è quello il delitto?!?)
Chi fa l'uomo e chi la donna in un delitto gay?
Come muore un morto ammazzato in un delitto gay? Gesticolando moltissimo???
Ma negli ambienti gay ci si ammazza sempre nello stesso modo?
Perché ci si ammazza negli ambienti gay?
Ma tutti quelli che vengono ammazzati sono gay o solo quelli che vengono ammazzati negli "ambienti gay" sono gay?
Ma questi "ambienti gay" sono come gli appartamenti normali?
Le tendine sono sempre rosa?
Ma se i gay lo sanno che negli ambienti gay vengono uccisi perché ci vanno?
Questa pista che si segue da dove parte e, soprattutto, dove porta?
I gay lo sanno che negli ambienti gay si viene uccisi?
I gay sanno di essere gay?!?
Ma se i gay sono gay dove la trovano tanta forza per essere violenti?

Già. Questi squallidi e torbidi ambienti omosessuali… Peccato che spesso a uccidere siano marchette eterosessuali, frustrate e arrabbiate con quel corpo che si trovano davanti, e che hanno appena dovuto soddisfare. (...) Gli omocidi vengono quasi sempre commessi dai ragazzi che battono i marciapiedi (...)rimorchiati nei viali di valle Giulia, disposti a tutto per rubare qualche euro in più. Sono omicidi dettati da un raptus (i casi di cadaveri col cranio fracassato da un corpo contundente sono moltissimi). E protetti, spesso, dall’omertà che circonda questo genere di incontri, di cui non si parla neanche agli amici più stretti. (Notiziegay)
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1 commenti:
Anonimo ha detto...
aggiungerei anche un'ulteriore domanda più che un'osservazione:

- ma un "omicidio gay", è più giustificabile di un omicidio "normale"? -
Quanto danno che fanno questi miserabili giornalisti da quattro soldi. Anche in questo caso il livello della comunicazione è quello di "Cronaca Nera"; settimanale tanto in voga nei barbieri di paese, e dove la scusa della cronaca invece soddisfa i pensieri più incoffessabili di tanti...
Anto

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Sergio Cofferati: "Questo Pd è senz'anima". Colloquio con il candidato sindaco.

Veltroni non si discute. Ma senza congresso il partito non ha programma e valori definiti. Parola di sindaco.

(Gigi Riva - L'Espresso) Ci vorrebbe un congresso. Anzi, si doveva farlo subito dopo la disfatta elettorale di aprile. Perché un congresso disegna la struttura del partito, ne definisce i valori e il programma: cose che oggi nel Partito democratico sono molto confuse. Sergio Cofferati lo chiede in questa intervista con 'L'espresso', però non si illude. Gli diranno di 'no' perché si è preferita la formula dell'assemblea programmatica, dopo la quale non ci sarà più il tempo: troppo vicine le scadenze elettorali, amministrative ed europee.

Cofferati, un congresso serve, talvolta, a mettere in discussione il leader. Walter Veltroni è sotto pressione. Si fanno i nomi di possibili successori (Enrico Letta, Pier Luigi Bersani) e quelli dei congiurati (il solito Massimo D'Alema).

"Non è in discussione la leadership. Il segretario è Veltroni. È stato scelto con la validazione più ampia ed efficace possibile. Detto questo io sono convinto che un congresso avremmo dovuto organizzarlo subito dopo il voto per poterlo chiudere entro l'anno e affrontare le prossime scadenze elettorali avendo risolto il problema".

Se non è in discussione la leadership, che cosa merita un chiarimento?
"Un partito di massa ha bisogno di una struttura flessibile ma ben definita. E radicata nel territorio. Un partito deve avere una presenza in tutti i luoghi. Quando si esamina il fenomeno Lega e si resta sorpresi dai suoi risultati in certe zone, si trascura il fatto che in quelle zone la Lega è capillare e strutturata".

Come un tempo la Dc e il Pci.
"Appunto. Il Pd non può pensare di essere un partito di massa senza un punto di partenza che sia il partito di modello novecentesco. Quello è il punto più antico ma indispensabile. Poi ci sono altri livelli più flessibili dove dibattere, Internet, la tv, la stampa. Io vado in sezione e discuto con gli altri. Poi i militanti si confrontano con chi la pensa come loro, o anche no, attraverso gli altri strumenti. Ciascuno dei quali non è risolutivo in sé, vanno usati insieme".



Insomma la modernità inserita su una struttura classica. Andrebbe bene se non fosse che alla sinistra pare venire meno quella base volontaristica che era l'anima delle sezioni e che ora pare appartenere alla Lega.

"È vero. Ma una struttura la si costruisce solo con un congresso. Perché è in quella occasione che si contano gli iscritti, si definisce un programma fondamentale, la Magna Charta che è poi la ragion d'essere per la quale si sta insieme. Il congresso poi stabilisce cosa fare in coerenza col programma e a quel punto possono nascere opzioni diverse perché condividiamo gli stessi valori ma pensiamo a un modo diverso per attuarli. Le mozioni danno origine alle correnti in un percorso trasparente e limpido".

Le correnti, invece, sono nate prima...
"Oggi soffriamo perché siamo nati di corsa, non abbiamo una struttura definita o l'abbiamo solo vagamente annunciata. E allora ci portiamo dietro le correnti dei Popolari (neanche della Margherita, dei Popolari) o dei Ds, che si sono tra loro affiancate e sovrapposte".

La fusione fredda tra il riformismo post comunista e cattolico presenta crisi di rigetto?
"La fusione fredda andava fatta. Adesso non ci si può fermare ecco tutto. E allora le mozioni per un congresso sarebbero servite a rimescolare le carte oltre le posizioni date di partenza. La Conferenza programmatica a cui andiamo incontro è importante ma non risolutiva per questi problemi".

Andrete alle prossime scadenze elettorali senza aver definito questa benedetta struttura.
"Ed è un guaio. Il segretario nazionale e quelli regionali sono stati eletti in un modo, gli altri livelli di direzione in un altro, in qualche caso si è preceduto per cooptazione. Se eleggi il segretario nazionale con le primarie anche gli altri devono avere la stessa legittimazione. E invece per il Parlamento non l'abbiamo fatto. L'anno prossimo i cittadini andranno a votare candidati alle amministrative sottoposti alle primarie e candidati alle europee che non avranno fatto lo stesso percorso. Non va bene".

Lei cita le amministrative. Il caso Chiamparino e le polemiche seguite dimostrano come, fatta la tara di tutto il resto, c'è un problema di rapporto tra il centro del partito e la periferia.
"Il problema del rapporto che i livelli istituzionali, come i sindaci, devono avere col partito è vecchio come il mondo. Chi esercita un ruolo istituzionale credo debba avere e utilizzare la necessaria autonomia. Il che non vuol dire essere in disaccordo col proprio partito, ma che le decisioni a livello locale hanno sedi proprie".

Lei è sempre un fautore del Partito del Nord?
"Sì. Ci sono degli elementi che identificano dei confini socio-economici. Il Nord, compresa l'Emilia Romagna, hanno le stesse dinamiche di rapporti economici e sociali che andrebbero riconosciuti. Non per creare un altro partito e il suo leader, idea che non mi ha mai sfiorato, ma per orientare delle scelte che servano a un determinato territorio".

Un territorio cui la sinistra non sa più parlare.
"È parzialmente vero. In Emilia Romagna il rapporto tra istituzioni e mondo delle imprese è sempre stato fecondo. E nessuno può sostenere che non succedeva altrettanto a Genova-Torino-Milano per citare il triangolo industriale classico".

Trapassato remoto. Poi qualcosa si è rotto.
"La grande impresa è entrata in crisi. Il fenomeno della piccola e media impresa emergente non è stato osservato con sufficiente attenzione dalla sinistra".

Se da una parte il Pd è accusato di non aver capito la 'modernità' di alcune aree del Paese, dall'altra gli si imputa di non essere di sinistra o di non esserlo sufficientemente.
"Io non credo. La nostra radice è il riformismo di sinistra che in Italia è sempre stato forte almeno come quello cattolico. Quella radice non deve scomparire".

Un po' generico. Di quali valori si riempie di contenuti il Pd?
"Il riformismo ha come obiettivo il cambiamento della società, dunque della vita delle persone. Ciò avviene in un sistema di diritti riconosciuti e rispettati. L'emancipazione delle classi più deboli arriva quando si coniuga il miglioramento delle condizioni materiali con la dignità e i diritti".

Caliamo nel pratico l'assunto teorico.
"Bisogna agire per dare ai ragazzi la prospettiva di un lavoro stabile e culturalmente ricco. Ma se a quel lavoro non fosse riconosciuta la giusta mercede, per usare un termine antico, e i necessari diritti, ecco che si lederebbe la dignità di quella persona e di quel lavoro".

Una volta risolti i problemi interni, poi il Pd si deve porre il problema di come vincere.
"Stabilito un programma, bisogna poi essere coerenti e rigorosi, pochi punti ben definiti. L'obiettivo deve essere quello di vincere e governare. Non semplicemente di vincere come è successo in passato. Il limite dell'Unione è stato proprio quello: ha vinto ma non è stata in grado di governare. Allora la coerenza. Non si possono tenere insieme protezionismo e mercato, welfare e filantropia, che sono, ad esempio, le contraddizioni che esploderanno nella coalizione attualmente al governo".

Insomma la base è un programma. Da attuare con chi? Guardando al centro di Casini, aprendo di nuovo a sinistra?
"Il Pd è il più forte partito di opposizione. Semmai sono gli altri che devono guardare a noi. Il centro del campo dell'opposizione è nostro. Partiamo da lì".

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Cascini (Anm): "Sarebbe bene se magistrati omosessuali facessero coming out".

Magistratura è più avanti rispetto alla politica.

(Apcom - Giuseppe Cascini, nella foto a sinistra) "Sulle unioni di fatto la gran parte dei diritti riconosciuti alle persone nelle relazioni di fatto vengono dalla giurisprudenza. Mentre la politica discuteva ancora di una eventuale legge sui pacs, la maggior parte dei diritti civili sono stati accettati e riconosciuti dalla magistratura": lo afferma Giuseppe Cascini, magistrato e segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati, intervistato da Klaus Davi su YouTube.

"La distanza tra la realtà e il dibattito politico è preoccupante. La questione su cui si è diviso il parlamento è stata puramente ideologica. Molto spesso la magistratura è perfettamente capace di anticipare e dare forma a nuove tendenze sociali", aggiunge Cascini.

Ad un'altra domanda di Klaus Davi, il segretario dell'Anm risponde: "Ci sono magistrati omosessuali e se facessero coming out sarebbe una cosa buona e consentirebbe di evitare o limitare casi, se ce ne sono, di discriminazione. Inoltre - aggiunge Cascini - credo che non ci sia bisogno, come accade in America nel caso dell'International Association of Lesbian and Gay Judges, di creare da parte di Magistratura Democratica una sezione separata di magistrati gay, anche perché in Magistratura Democratica è già attiva nelle lotta contro le discriminazioni".
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L'opinione: Prelati in movimento. Si cambia alla Cei?

(Lo Svizzero - Vivicentro) Se ne parlava, ma sottovoce, da qualche tempo, sia in Curia sia fuori. Dicevano, i così detti bene informati, che tirava aria di cambiamenti ai piani alti della Conferenza episcopale italiana per motivi piuttosto vaghi, forse per nascondere quello che inevitabilmente pensavano coloro che bene informati non lo erano affatto. E come per un effetto domino, monsignori e previtoccioli si guardavano bene dal fare le solite inevitabili deduzioni. Se n’è compreso il motivo quando si è saputo nome, cognome, incarico di colui che in qualche modo poteva essere sulla graticola delle sacre chiacchiere sul nome così inopinatamente tirato in ballo. Che era nientemeno che quello del segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori. È stato per lunghi e agitati anni l’'ombra del cardinale Camillo Ruini, che aveva presieduto il vertice episcopale d’Italia. E dunque, quei tali boatos tiravano inevitabili somme prefigurando chissà quali interpretazioni dalle suddette; le fantasie insomma che tengono banco anche in coloro che vestono il clergyman hanno cominciato a mulinare come trottole impazzite poiché ipotizzavano l’esistenza di un qualche repulisti fra coloro che avevano dato più che tutte e due le mani quando il “Grande Vicario” faceva il bello e il cattivo tempo non soltanto nel mondo ecclesiastico, ma perfino in quello politico, italiano s’intende.

Conclusioni di siffatte elucubrazioni: si cambia registro, riverite eccellenze. La possibile soluzione l’hanno tirata fuori quei “cervelli” di Curia che sono maestri nel risolvere i “pasticciacci brutti” che di tanto in tanto riemergono anche dietro il Portone di bronzo. Costoro hanno colto al volo una occasione tale da fare una frittata senza rompere le uova. Sapevano che il cardinale arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli, è stato ritenuto un porporato sin troppo “buonista” verso qualche pretino della sua diocesi accusato di trascorsi sia pure presunti di pedofilia, così come è capitato a non pochi vescovi e perfino a un cardinale statunitensi, quest’ultimo trasferito poi in Curia a Roma; dunque, un eventuale trasferimento per l’attuale arcivescovo fiorentino non dovrebbe provocare soverchie sorprese. Quanto al suo presunto successore, quegli stessi “cervelli” avrebbero pensato al segretario della Cei Betori, il quale potrebbe legittimamente ambire al cardinalato. Ma siamo ancora alle ipotesi del “cambio della guardia” al vertice della Conferenza dei vescovi italiani, soprattutto perché non si sa se papa Ratzinger sia stato informato dei maneggi nell’intera e complicata questione, per risolvere la quale ci vuole obbligatoriamente il suo placet. Per ora comunque non se ne parla neanche a livello di voci: mezzo Vaticano è in ferie e tutto il resto è silenzio. Da cui emerge la “mano tesa” verso un’Italia “diversa” dai soliti schemi tradizionali, oggi tale da indurre Ratzinger ad affrettare la visita ufficiale al Quirinale del 4 ottobre. È un segnale inequivoco che annuncia l’arrivo di un Tevere più stretto.

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Marco Travaglio e Famiglia Cristiana.

Foto di intiquilla da flickr.com
Famiglia Censoria
Ora d'aria
l'Unità, 20 agosto 2008


I giornali seri non sposano nessun partito, o movimento, o governo, o leader. Hanno una propria linea editoriale, in base alla quale leggono e giudicano l’attualità, plaudendo a chi è più vicino e criticando chi è più lontano. Famiglia Cristiana è un giornale cattolico serio, diretto da un sacerdote serio come don Antonio Sciortino che ne rappresenta la linea editoriale insieme agli editorialisti, a cominciare da Beppe Del Colle, giornalista di lungo corso e di specchiata onestà, morale e intellettuale. Sulle questioni di fede è allineata al magistero della Chiesa. Sulle scelte politiche risponde al cervello e alla coscienza dei suoi editori (la Compagnia di San Paolo) e giornalisti. Ha criticato il governo Prodi sui Dico, ora critica il governo Berlusconi per le tendenze fascistoidi e xenofobe, oltrechè per le violazioni della legalità e della Costituzione (che persino in Pakistan portano alle dimissioni forzate del presidente). Insomma è un’ottima cartina al tornasole per misurare il rapporto fra i nostri politici e la libertà di stampa. Che, per lorsignori, corrisponde alla libertà di applauso. La critica non è ammessa, né a destra né a sinistra.

Il 9 giugno scorso F.C. critica il Pd per le ambiguità sulle questioni etiche. Franco Grillini la tratta come serva del Vaticano: “F.C. si allinea alle posizioni più reazionarie della gerarchia vaticana sposando la politica della diffamazione e dell'insulto verso gli omosessuali”. Zanda: “Espressioni cattive, violente e ingiuste. Non le usa nemmeno il più duro degli avversari politici. Sono mortificato e addolorato”. Soro: “Editoriale inaccettabile, settimanale fazioso, non fa un buon servizio ai cattolici”. Marini: “La posizione di F.C. è sbagliata, ingenerosa e inaccettabile. Noi cattolici democratici non siamo sotto tutela”. Fioroni: “Non vorrei che F.C., rimpiangendo vecchi schemi, chiedesse il restauro di una corporazione cattolica bonsai”. Vita: “Che senso ha un attacco così aspro? Anche F.C. partecipa alla contesa politica?”. Vita non spiega che c’è di male se un giornale partecipa alla contesa politica. Poi, due mesi dopo, difende F.C. quando la stessa accusa - “fare politica” - la lanciano i berluscones a proposito dell’allarme sul “nuovo fascismo” e il Vaticano la scomunica: “La libertà d'informazione non può essere messa in discussione. Neanche dalla Chiesa. E' alquanto discutibile che vi sia stato un intervento che, al di là delle intenzioni, non può che apparire come censorio. Tra l'altro le opinioni liberamente espresse da F.C. riflettono evidentemente un sentimento diffuso in ampi strati del Paese, sia tra i credenti che i non credenti. E' curioso che spesso F.C. venga presa come esempio editoriale, ma quando fa riflessioni un po’ scomode va ridotta al silenzio”. Ecco, appunto.

La stessa smemoratezza mostrano i berluscones, a parti invertite. Quando F.C. criticava Prodi, Il Giornale della ditta titolava compiaciuto: “Anche F.C. contro il governo”. Ora, forse per dimostrare che il fascismo sta tornando davvero, sbatte in prima pagina il seguente titolo: “Famiglia cristiana sfruttava i figli dei poveri”. James Bondi; ancora cinque mesi fa, scioglieva peana: “F.C. ha il merito di prendere atto che in Italia esistono i centristi, ma non esiste un centro cattolico. Il che equivale da un lato a riconfermare la fine di ogni residuale idea di partito unitario cattolico, e dall'altro lato ad apprezzare l'evoluzione bipolare indelebile per la discesa in campo di Berlusconi e le scelte del Pd” (12 marzo 2008). Ora invece sostiene che F.C. è “catto-comunista”, ha “un’antipatia viscerale per Berlusconi”, “ha perso il rapporto con il popolo, credenti e parrocchie”, “prende lucciole per lanterne”, insomma “danneggia la Chiesa”.

Poi c’è Maurizio Lupi, l’onorevole ciellino che la sera di Pasqua scortava Magdi Allam per la conversione a favore di telecamera. Il 19 maggio F.C. chiede di rivedere la legge 194. Lupi si spella le mani: “Condivido pienamente l'appello lanciato da Famiglia Cristiana”. Poi F.C. critica il governo Berlusconi e riecco Lupi, riveduto e corretto: “F.C. ha un continuo pregiudizio contro il nostro esecutivo… Un attacco come questo me lo sarei aspettato da Liberazione o dal Manifesto, non da un giornale cattolico… Spiace che un simile orientamento sia espresso da un settimanale cattolico che sembra sempre più allineato sulle posizioni dell’Unità o del Manifesto invece di trasmettere messaggi per la costruzione del bene comune… Il settimanale è ondivago: un giorno attacca il Pd, l’altro il Pdl, insomma dà un colpo al cerchio e uno alla botte”. L’idea che sia semplicemente un giornale libero non lo sfiora neppure. E’ la Casa delle Libertà.

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Arcigay Roma, mobilitazione dei bloggers. Cambiare i vertici di Arci Gay Roma.

(Anelli di fumo) Le associazioni politiche, al pari dei partiti, hanno ogni tanto dei congressi. In questi congressi si confrontano di solito almeno due progetti politici differenti, e si propongono almeno due presidenti in lizza fra loro per portare avanti il proprio progetto. Questo, nel mondo ideale. Nel mondo reale, sappiamo come spesso i congressi siano pilotati dall'interno, in modo che prima dell'apertura dell'assise si sappia già non solo quale sarà la mozione vincitrice (ammesso ce ne siano almeno due) ma anche il nome del presidente e la composizione del resto delle cariche.

Tuttavia, ogni tanto occorre tentare di credere che un congresso possa avere un andamento democratico. Accade quando l'associazione o partito è abbastanza spaccato in due da consentire una conta interna più o meno veritiera.

Arci Gay Roma non è importante come un partito politico. E' una piccola associazione che, in teoria, si batte per i diritti delle persone LGBT. Da quando Arci Gay Roma esiste è stata però colpita dalla maledizione di Tutankhamon, e ha sempre prodotto presidenti che hanno fatto più danni che altro al movimento LGBT italiano. La presidenza attuale, di tal Fabrizio Marrazzo, non ha fatto purtroppo eccezione. Il duo Marrazzo-Guarino si è comportato in modo sbagliato, sgradevole e controproducente in una miriade di situazioni differenti. Alcune di queste riguardano anche la mia candidatura al Comune di Roma per la Rosa nel Pugno nel 2006. Ma non vi sto a tediare con questo argomento, chi è interessato potrà leggersi il post dell'epoca. I risultati sottozero di Arci Gay Roma sono, comunque, sotto gli occhi di tutti, non solo di chi vive a Roma. E' pertanto necessario un ricambio ai vertici dell'associazione.

Un filo di novità in questo senso ora si vede. Una parte di Arci Gay Roma sta mettendo assieme una candidatura alternativa a quella di Marrazzo, quella dell'avvocato Federica Pezzoli. La blogosfera LGBT ha deciso di appoggiare questa candidatura alternativa e quindi vi incollo il messaggio che mi giunge dall'ottimo Stratex alias Lampi di Pensiero:

Arcigay Roma ha convocato il proprio congresso per l’elezione delle cariche sociali per il 13 settembre prossimo. La dirigenza uscente sta attuando una vera e propria strategia di boicottaggio, per minimizzare l’informazione e la partecipazione. Si tratta di un’associazione cruciale nel panorama glbt di Roma e nazionale, dalla quale potrebbero partire segnali importanti per una nuova fase storica del movimento per la rivendicazione dei diritti delle persone che subiscono discriminazione e violenza a causa delle loro scelte affettive e sessuali.

Potranno partecipare alle elezioni solo i soci che risultano regolarmente iscritti al 22 luglio 2008 e che si registreranno preventivamente mandando un’email

ENTRO IL 6 SETTEMBRE ALLE ORE 12:00 a partecipa@arcigayroma.it, con nome, cognome, numero di tessera, luogo e data di nascita, numero di telefono (ovvero chiamando il 3479578585 dalle 18 alle 20 dal lunedì al venerdì).
A questo congresso sarà presentata, in contrapposizione alla dirigenza uscente (presidente Marrazzo, vice Poto, consiglieri Ambrogetti, Guarino, Murdica, Stocco - puoi leggere alcune opinioni su questa dirigenza qui e qui) la candidatura di Federica Pezzoli, con un nuovo documento programmatico e con l’intenzione di cambiare aria: più trasparenza, più partecipazione, più apertura alla comunità glbt di Roma e provincia, maggiore integrazione con le altre associazioni glbt romane. Se ti interessa sapere di più delle idee e delle iniziative del comitato ed essere aggiornato sulla situazione, puoi iscriverti o contattarlo (comitato-promotore-per-federica-pezzoli-presidente@googlegroups.com ). Oppure potresti venire alla riunione del 25 agosto, dove il programma sarà discusso ed analizzato insieme alle candidature e se ti convince, aiutarci a presentarlo sottoscrivendolo presso la sede dell’Arcigay (Via Goito 35b) il giorno dopo (26 agosto). Ti ringrazio per la tua attenzione e per tutto il sostegno che darai a questa iniziativa,

Guido Allegrezza

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The Guardian, sul neofascismo Famiglia Cristiana ispirata da Papa.

Italia: Silvio Berlusconi sotto attacco dopo che il Papa sembra lanciare l’allarme sul ritorno del fascismo.
I ministri sulla difensiva dopo la condanna al razzismo dell’angelus.
Una rivista critica gli attacchi ai Rom ed agli immigrati.

(John Hooper - The Guardian | via Italia dall'estero)) Ieri il governo di Silvio Berlusconi è stato molto occupato nel limitare i danni, dopo che papa Benedetto si era mostrato propenso a condividere come autorità morale i timori riguardanti il pericolo di un ritorno del fascismo in Italia, sotto la guida della politica fortemente orientata a destra del magnate.

Nella sua tradizionale omelia domenicale, il pontefice cattolico ha espresso la preoccupazione nei confronti dei “recenti esempi di razzismo” ed ha ricordato ai cattolici che é loro compito guidare il prossimo nella società lontano da “razzismo, intolleranza ed esclusione [degli altri]“.

In un qualsiasi altro momento le sue osservazioni avrebbero potuto essere considerate come nient’altro che una riaffermazione della dottrina cattolica. Ma sono capitate proprio nel bel mezzo di un furioso dibattito riguardante un editoriale pubblicato dal settimanale cattolico più venduto in Italia, Famiglia Cristiana.

Nell’editoriale di venerdì, dove si condannavano le recenti azioni del governo contro gli immigrati ed i Rom, il settimanale ha detto che bisogna sperare che il fascismo non stia “riemergendo nel nostro paese sotto nuove forme”. La critica è stata accolta come un’offesa dai sostenitori di Berlusconi, molti dei quali sono ferventi cattolici.

Il capogruppo parlamentare al Senato, Maurizio Gasparri, ha annunciato di voler fare causa al sacerdote e direttore resonsabile di Famiglia Cristiana, mentre il sottosegretario alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, ha accusato la rivista di “pregiudizio” ideologico.

In uno sforzo per calmare le acque il portavoce del Vaticano ha sottolineato che Famiglia Cristiana non era autorizzata a parlare a nome del papa o della la Conferenza Episcopale Italiana - cosa che il giornale non ha mai preteso di fare, come riporta lo stesso editore. Le osservazioni del Papa sono state interpretate dai critici di Berlusconi come un segnale che indica come il Vaticano non voglia prendere le distanze dalle opinioni di Famiglia Cristiana. Benedetto ha citato nel suo angelus la storia tratta dai vangeli che racconta del’incontro di Gesù con una donna pagana e di come egli superò le sue esitazioni iniziali compiendo un miracolo per sua figlia.

Il Papa ha detto: “Una delle più grandi conquiste dell’umanità è il superamento del razzismo. Purtroppo, però, di esso si registrano in diversi paesi nuove manifestazioni preoccupanti, legate spesso a problemi sociali ed economici, che tuttavia mai possono giustificare il disprezzo e la discriminazione razziale”.

Il sottosegretario alle politiche per la famiglia di Berlusconi, Giovanardi, ha respinto l’idea che le parole di Benedetto fossero dirette al governo. “Il Papa ha una prospettiva globale” ha detto. “Non stava parlando dell’Italia”.

Il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, ha ammesso che il Papa “stava senza dubbio parlando al mondo intero”. Ma ha aggiunto: “E quindi anche all’Italia in cui, mi spiace dirlo, ci sono molti segnali di razzismo che ci turbano e che non si possono nascondere”.

Incalzato dagli alleati della Lega Nord anti-immigrazione, Berlusconi ha ordinato la linea dura contro il crimine e contro coloro che il suo Governo ritiene principalmente responsabili per esso, gli immigrati clandestini. Questo mese il governo di Berlusconi ha inviato le truppe per le strade per combattere una presunta ondata di crimine di cui ritiene responsabili soprattutto gil immigrati clandestini ed i Rom. Le cifre del Ministero degli Interni indicano che più di un terzo degli arresti effettuati dalla polizia lo scorso anno erano di stranieri.

L’immigrazione clandestina è stata resa un reato, ai sindaci sono stati dati nuovi poteri sulla sicurezza e le espulsioni sono state aumentate. In giugno Famiglia Cristiana ha definito “indecente” il programma di governo per rilevare le impronte digitali dei bambini Rom. Finora i rappresentanti della chiesa sono stati molto più schietti del partito di opposizione di centro sinistra nel criticare le politiche del governo.

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Il bidello diventa bidella. E la scuola lo appoggia.

(River-blog) Brian Bonin è un bidello che, il prossimo autunno, si trasformerà in Brianna Bonin. Dopo 55 anni vissuti da uomo, Brian, che ha due figli, ha deciso di diventare donna. La scuola del Massachusetts in cui lavora lo ha supportato dall’inizio alla fine del suo processo. “E’ stato un impiegato modello per molti anni, e crediamo che continuerà a esserlo anche dopo questo cambiamento”, ha detto il preside dell’istituto. Lo stesso ha anche messo in guardia i genitori dei bambini: “Li abbiamo informati in tempo, per non farli trovare impreparati. E’ la vita di Brian. Non tollereremo alcun tipo di pregiudizio, perché noi insegniamo ai nostri bambini tolleranza e comprensione”. Chi non l’ha presa bene è l’ex moglie di Brian, che ha deciso di trasferirsi in Florida. “Si sente ferita - ha detto l’ex marito - ma deve capire che Brian non esiste più”.

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Statuto Pdl, Della Vedova si auspica un salto di qualità democratico.

"Sia aperto, plurale, che comprenda lavoratori dipendenti e autonomi, imprenditori, credenti e non credenti, omosessuali ed eterosessuali, persone del nord e del sud".

(Dire) La ricetta per il Pdl? "Serve costruire non un partito che punta ad una identita' definita, confessionale o altro, ma un 'partito paese', che sia aperto, plurale, che comprenda lavoratori dipendenti e autonomi, imprenditori, credenti e non credenti, omosessuali ed eterosessuali, persone del nord e del sud". Lo spiega il deputato del Pdl e leader dei Riformatori liberali Benedetto Della Vedova, al microfono di Radio radicale.

Della Vedova si augura "che non vada perso l'impianto e l'imprinting berlusconiano sul nuovo partito: raccogliere energie, consensi, voti, che si basavano su una leadership forte e su un programma di governo che tendeva a includere e non ad escludere. Costruire un partito plurale e inclusivo e non identitario e chiuso. Fare diversamente- avverte- scegliere i valori e l'identita' valoriale, sarebbe un'operazione sbagliata e miope. Perche' in Europa i grandi partiti sono aperti". Per esempio, aggiunge Della Vedova, "nel Ppe certo ci si confronta innanzitutto con la Chiesa cattolica e i suoi valori, ma anche con la gran parte dell'elettorato, che spesso la pensa diversamente".
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Ndr. In pratica Della Vedova si auspica che oltre alla libertà il Pdl acquisisca anche democrazia? La vedo dura con i postfascisti e la chiusura della Lega, il vero azionista di maggioranza di questo governo.

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Polemiche estive. Omicidio architetto, Arcigay accusa: i media stigmatizzano.

Il presidente dell'Arcigay Aurelio Mancuso attacca gli organi di informazione, accusandoli di aver usato toni e titoli stigmatizzanti nel trattare la vicenda dell'omicidio dell'architetto romano Alfredo Falchetti.

(Apcom) "Non sono ancora precisi i contorni dell'omicidio dell'architetto romano Alfredo Falchetti, art director di Grand Hotel, che come sempre appaiono i primi titoli sui giornali e servizi tv, che parlano di 'festino gay' ", sottolinea Mancuso in una nota. Come a dire, sintetizza Mancuso, "insomma l'architetto se l'è cercata, ha invitato un rumeno e forse un nord africano e poi dopo il festino sessuale è scattata la furia omicida. Come sempre gli omosessuali possono contare un trattamento di favore da parte di certa stampa, che non manca mai di ricordare, come in altri episodi, come i delitti nascano dai 'torbidi ambienti omosessuali' ".

"In questo paese - prosegue Mancuso - i gay devono subire un trattamento sociale e politico davvero tremendi: alcun diritto, massima emarginazione sociale, stigmatizzazione dei loro amori, pubblico ludibrio se soli, anziani, non visibili e quindi più esposti". "Non stupisce - conclude il presidente nazionale dell'Arcigay - se migliaia di gay negli ultimi anni hanno preso la via dell'estero, soprattutto quella spagnola, in Italia forse non c'è davvero futuro per noi, quindi, per le libertà civili".

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Omicidio Aurelio. Com'è andata: Massacrato di botte da un romeno dopo l’incontro gay.

(Stefania Scarpa - Il Giornale) Sì, la vittima conosceva il suo assassino. Ma da poche ore: quelle trascorse tra il primo incontro, avvenuto domenica sera in un cinema nei pressi della stazione Termini, e la morte di Alberto Falchetti, l’architetto omosessuale di 59 anni trovato cadavere lunedì pomeriggio dalla donna di servizio nel suo appartamento in via Agostino Valiero all’Aurelio. Falchetti sarebbe stato ucciso da Iulian Muscosea, un romeno di 26 anni, che ieri è stato fermato dalla polizia e sottoposto a un interrogatorio nel corso del quale avrebbe ammesso alcune responsabilità.
Secondo la ricostruzione fatta dagli agenti della squadra mobile, e illustrata dal vicedirigente Giovanna Petrocca, Falchetti dopo l’incontro con il giovane e aitante romeno (è alto 1,85 e molto muscoloso) lo avrebbe invitato a casa sua per un rapporto sessuale, forse in cambio di denaro. Una volta nell’appartamento di via Valiero, i due avrebbero litigato, non si sa se dopo aver consumato il rapporto. La stazza e la giovane età del romeno avrebbero facilmente avuto la meglio di Falchetti, che sarebbe stato ripetutamente colpito con calci e pugni, senza uso di corpi contundenti. Vedendo Falchetti esanime, Iulian M. avrebbe pensato che era svenuto e ne ha approfittato per svaligiare l’appartamento, rubando un personal computer, denaro contante, macchine fotografiche, un braccialetto. Poi avrebbe messo la refurtiva in un borsone e sarebbe fuggito. Nelle ore successive al delitto, il giovane romeno si sarebbe prima di tutto liberato della merce rubatan vendendola a una moldava per 550 euro e quindi, avendo saputo della morte dell’architetto, avrebbe deciso di cambiare aria, lasciando Roma in compagnia di un connazionale a cui aveva confidato il delitto. I due avrebbero voluto imbarcarsi per la Spagna a bordo di un traghetto in partenza da Civitavecchia. Ma ieri traghetti per Barcellona non ce n’erano, e i due anno deciso di dirigersi a Nord con un treno. Ed è proprio nella sala d’attesa della stazione della città portuale che Iulian e il suo amico sono stati visti martedì sera e il presunto assassino riconosciuto sulla base della foto e delle generalità alle quali le forze dell’ordine erano risalite grazie a un’impornta digitale rinvenuta su una bottiglia di birra ritrovata in casa dell’architetto. Il giovane romeno era incensurato, ma le sue impronte digitali erano state rilevate lo scorso anno dagli agenti della polizia di Stato nel corso di alcuni controlli alla stazione Termini, dove Iulian M. era stato sorpreso in atteggiamenti ritenuti sospetti.
La posizione dell’altro romeno e della moldava sono ancora al vaglio degli inquirenti e i due sono stati a lungo interrogati dagli inquirenti. «L’indagine è stata risolta in meno di 36 ore - ha detto il vicequestore vicario Marcello Cardona - e questo solo grazie alla sinergia nata tra gli operatori della polizia di Stato che hanno lavorato ininterrottamente per due giorni. Determinante è stato il controllo del territorio. Da quando si è avuta la certezza che sulla scena del crimine era stato presente anche un cittadino romeno, preziosa è stata anche la collaborazione della polizia romena».
Preoccupato per l’ennesimo «omocidio» è Franco Grillini, il presidente dell’associzione dei giornalisti omosessuali. «Con l’ennesimo efferato assassinio di un omosessuale Roma si conferma capitale europea degli ”omocidi“ e dell’emergenza omofobia. Da tempo il movimento ha proposto una serie di misure preventive che però faticano ad essere adottate. In primo luogo una legge anti omofobia che metta l’Italia sullo stesso piano degli altri paesi europei con una normativa che preveda l’aggravante per i reati commessi in base all’orientamento sessuale. Occorrerebbe inoltre, in collaborazione con le istituzioni, rilanciare una seria campagna di prevenzione per allertare gli omosessuali romani a maggior rischio, quelli cioè che si rivolgono al mondo della prostituzione degli extracomunitari, in particolare da quelli provenienti dall’Est europeo».
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