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lunedì 17 dicembre 2007

Zac Efron è la celebrità più ricercata del 2007.

(Televisionando) E’ Zac Efron la celebrity più ricercata del 2007: secondo un sondaggio condotto da Contact Any Celebrity, società di ricerche californiana che ha chiesto informazioni sulle celebrità a fan, aziende, gruppi no profit e media, la star di High School Musical ha battuto il Re del Pop, Michael Jackson e altre personalità famose nella richiesta di autografi, raccomandazioni e richieste dei media e merchandasing.

“Anche se la sua imagine è un po’ appannata, ha spiegato Jordan McAuley, fondatore e presidente della Contact Any Celebrity, Michael Jackson è ancora il numero due, e sarebbe il numero 1 se non fosse per l’immensa popolarità raggiunta quest’anno da Zac Efron grazie ad Hairspray e la serie High School Musical”. Jackson a parte, Efron ha battuto Miley Cyrus, star di Hannah Montana, Oprah Winfrey, recentemente dichiarata da Forbes celebrità più potente, Emma Watson (Hermione nella saga di Harry Potter), la cantante Avril Lavigne, il wrestler John Cena, il musicista Chris Brown, Angelina Jolie e il cantante Enrique Iglesias.

Ed a proposito di Efron e High School Musical 3, è ufficiale: il terzo film della saga sarà girato nello Utah, come confermato da Lisa Roskelly portavoce del governatore John Huntsman Jr. Le riprese dureranno 41 giorni, partiranno il 21 aprile e si concluderanno il 13 giugno: secondo quanto riportato dall’ufficio governativo per lo sviluppo economico, è stata stanziata una cifra di 2 milioni di dollari per incentivare la Disney a mantenere la produzione nello Utah (stato che che ha già pagato $263,000 per il primo film e $500,000 per il secondo). Il Salt Lake Tribune riporta anche che la Disney (che però non ha confermato, mentre il regista Kenny Ortega ha persino predetto la “fine” della saga al terzo capitolo) avrebbe messo in cantina un quarto film della serie, dal titolo “Haunted High School Musical”: questo potrebbe però essere un errore del giornale, visto che “Haunted High School Musical” era il titolo di lavorazione di HSM3.

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Forza Italia si butta sull'erotismo.

(Universo news) Finalmente il panorama politico italiano si movimente un po' e naturalmente grazie al nostro amato cavaliere Silvio Berlusconi. Dopo aver lanciato la Brambilla alla guida dei Circoli della Libertà ora l'affianca con un altro pezzo da novanta .... in fatto di misure: Federica Zarri pornostar e pornodiva. A dire il vero non è una scelta originale considerata l'esperienza parlamentare della prima pornostar in assoluto la insuperabile Cicciolina. L'originalità sta nel fatto che la pornodiva degli anni 2000 sia stata assoldata nelle file del centrodestra piuttosto che in quelle più confacenti per spirito libertario e per ideali del centro sinistra o meglio ancora della sinistra estrema. Ma il cavaliere si sa quando si tratta di voti e di elezioni non guarda in faccia a nessuno, nemmeno agli ideali della sua coalizione .. ops. dimenticavo in quel settore non ci sono ideali da rispettare ma solo ideali da far rispettare una piccola sottigliezza ma fondamentale. Silvio dopo aver constatato la impercorribilità della corruzione, ha tentato di assoldare senatori del centrosinistra alla sua causa, ora si butta sull'erotico pornografico sperando di mietere piu' voti. Poco importa se la Federica, sul proprio sito del circolo delle libertà, dichiara il suo impegno per una nuova legge sull'editoria erotica. Un programma che forse si sposa male con uno schieramento che rifiuta i pax, che manda al diavolo una legge avanzata sulla procreazione assistita, che vorrebbe vedere gli omosesuali reclusi in un lager. Ma ormai gli italiani sono diventati esperti: una cosa sono i programmi un'altra cosa sono i mezzi per raccattare voti.

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Fabrizio Corona a "Uomini e donne". E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.

(Dave blog) Ingresso di Fabrizio Corona a Uomini e Donne: ovazione del pubblico (ah, bene). Gianni Sperti si alza dalla sedia per stringergli la mano. Maria de Filippi, per la prima volta in dieci anni, si schioda dalla scala per andargli incontro e schioccargli un bacio sulle guance (hai capito!). L’individuo si aggira per lo studio come un boss, il petto gonfio nella maglietta griffata “Corona’s”. Maria, con concitazione febbrile: “Dategli una seduta”. Il fotografo spacconeggia senza indugi: “Ho visto questa trasmissione per la prima volta quand’ero in carcere. Quindi il carcere a qualcosa è servito”.

La tronista Serena, subodorando l’attacco al suo preferito: “E non potevi starci un altro po’, in carcere?”. Risate: “Scherzavo, eh”. Continua, l’inquietante figuro, rivolgendosi ai corteggiatori: “Questa è la trasmissione più importante d’Italia (PUM!), perchè fa uno share altissimo. Se siete qui è perchè volete visibilità, altrimenti stareste a casa a cercarvi la fidanzata”. Segue il momento del materiale che scotta: una foto in cui il corteggiatore Giovanni, ex Cervia, scambia un casto abbraccio con una mora in discoteca. Niente di speciale, ma Corona la spaccia per la settantatreesima posizione del Kamasutra e precisa che i suoi uomini stavano là per seguire un personaggio più importante (“ecco perchè non lo abbiamo seguito a casa”). D’ora in poi però, si mettesse il cuore in pace, il corteggiatore verrà seguito ogni sera. Giovanni prima osa (“Non mi troverai mai”), poi ritratta (“Corona è un personaggio che mi è sempre piaciuto, ho pure la maglietta a casa”).

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Sex, sport & love. Luca e Laure, com'è finito male.

(Paolo Rossi - La Repubblica) E´ finita a piatti in faccia. Anzi, ad anelli in faccia. Esattamente quello di fidanzamento, lanciato a mezz´aria - nel bordo piscina di Debrecen - da Laure Manaudou all´indirizzo dell´ex Luca Marin. La campionessa francese davvero non ha mezze misure, peccato che sulla mira non sia precisa così come è veloce nell´acqua. «Ha colpito me» ha detto a ‘Radio Capital´un sorpreso ed imbarazzato Filippo Magnini, colpevole soltanto di trovarsi in mezzo ai due litiganti.

Non solo finisce senza gentleman agreement la separazione tra i due nuotatori, la cui storia d´amore aveva fatto il giro del mondo, ma anche a carte bollate. Pensare che era cominciata con lanci di baci. Ed è di nuovo Francia contro Italia. Perché la Federnuoto transalpina ha deciso di fare un esposto contro la successiva reazione di Marin. Cosa ha fatto? Dopo il lancio dell´anello (lui le aveva chiesto nei giorni precedenti la restituzione, come si usa in Sicilia), s´è infilato nella camera di chiamata, la stanza dove gli atleti attendono prima di gareggiare, e ha detto due parole non amichevoli all´ex fidanzata: in francese.

I testimoni che hanno assistito alla scena (tutti francesi) descrivono Marin incappucciato e nascosto da un asciugamano, manco fosse un rapinatore di banca. E cosa avrebbe combinato? «Le ho solo detto che tirarmi l´anello in faccia, davanti a tutti i miei compagni di nazionale, era stato un gesto di cattivo gusto» fa sapere Marin, e racconta anche la sua versione dei fatti. «Sono passato in camera di chiamata per salutare e fare in bocca al lupo a Pippo Magnini prima della sua gara. Nella stessa stanza c´era anche lei. Così, di passaggio, le ho semplicemente detto che il suo era stato un gesto di cattivo gusto».

Parole che hanno turbato la francese. Non lì per lì (l´intrusione è avvenuta durante le batterie), perché ci ha anche scherzato su e si è tranquillamente qualificata per la finale, ma nel pomeriggio, dopo aver perso i 200 sl: solo seconda dietro la Lillehage. «Avevo altre cose per la testa, ero tormentata ma non vi dirò perché», facendo intuire che Marin aveva avuto un ruolo nel suo perturbamento psicologico. Per questo è intervenuta l´allenatrice della squadra femminile francese, Patricia Quint: «Marin l´ha aggredita verbalmente. Ha molestato Laure». Apriti cielo: ecco allora Nicolas, il fratello (ed allenatore) recarsi all´ufficio reclami della Len (la federazione europea) per chiedere una sanzione «per comportamento antisportivo».

Tempo pochi minuti e risponde la Federnuoto italiana: «è stata Laure Manaudou a disturbare l´area italiana e a provocare la reazione di Marin». Un botta e risposta che rischia di far scivolare un caso assolutamente privato in un incidente internazionale, con un pizzico di comicità involontaria, tanto è vero che qualcuno si meraviglia come ragazzate del genere possano suscitare tanto clamore. Ma ancora in serata l´esposto era nell´aria, e di giudici della Len stanno valutando come comportarsi. Un caso come questo non s´era mai visto in Europa: è sempre più un nuoto da record, in tutti i sensi. Il video.

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Giorgio Armani a Giancarlo Giammetti: "Non ho un amico, un compagno. L’unica cosa che ho sono i miei gatti.”

(Dagospia) Intervistato dal “New York Times”, lo storico socio di Valentino, Giancarlo Giammetti, parla di Giorgio Armani e della sua difficoltà a cedere la sua storica casa: “Ho parlato con lui due settimane fa a Londra. Entro in questa stanza e ci sono persone di Chanel, Versace, Valentino che fanno gli ultimi ritocchi prima della sfilata. Poi vedo Armani, in persona, sul pavimento, che metteva punti ad un vestito. Gli ho detto: ‘Giorgio, molti anni fa, quando morì Sergio (il suo partner Sergio Galeotti, ndr), mi dicesti: Ora dovrò fare tutto da solo. Ma sono passati 30 anni!, stai aprendo un negozio a Tokyo, segui personalmente anche quello?’, ‘Sì’, mi ha risposto.”
Poi ha proseguito: ‘Tu ti stai ritirando. Ma se lo facessi io, cosa farei?’. È colpa tua, dissi, perché non hai mai costruito nient’altro. E lui mi rispose: ‘è vero. Non ho un amico, un compagno. L’unica cosa che ho sono i miei gatti.”. È in trappola”.

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Amsterdam, addio alle vetrine a luci rosse. La città olandese si rifà il look.

(Tiscali notizie) Il comune di Amsterdam ha presentato un vasto piano di recupero del centro storico che prevede la chiusura di centinaia di vetrine del suo celebre quartiere a luci rosse di Wallen. "Diminuiremo il numero delle donne che si prostituiscono nelle vetrine, dei coffeeshops (dove si fuma la droga leggera) e dei ristoranti a buon mercato", ha dichiarato il sindaco laburista Job Cohen in una conferenza stampa, assicurando tuttavia che non intende bandire la prostituzione dalla città. Da alcune vie e piazze del più antico quartiere della capitale olandese sarà invece completamente off-limit il commercio del sesso.

Addio alle vetrine a luci rosse - Secondo il Centro d'Informazione sulla prostituzione significa che i tre quarti delle circa 400 vetrine di Wallen, sono condannate. "L'immagine romantica di Wallen è sorpassata", ha detto ancora Cohen, spiegando di voler combattere la tratta delle donne e le organizzazioni criminali attive nell'economia sommersa. Il sindaco non ha escluso che una parte della prostituzione, legale nei Paesi Bassi dal 2000, passi nella clandestinità ma ha assicurato che la polizia rafforzerà la sua azione.
Verranno chiuse le bettole - Oltre alle vetrine della prostituzione, Amsterdam vuole chiudere i negozi di souvenirs e le bettole. Al posto loro, la città vuole mettere dei negozi, dei "ristoranti di alto livello" o delle gallerie d'arte, ha detto ancora Cohen nella conferenza che si tiene simbolicamente all'hotel Krasnopolsky. Vicino al Wallen, l'hotel si è impegnato a versare 120 milioni di euro per costruire un parking sotterraneo. fine settembre, Amsterdam aveva annunciato di sbloccare fino t a 15 milioni di euro per partecipare all'acquisto di 51 vetrine del Quartiere a Luci rosse.

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Unioni Civili: Luxuria, Veltroni coerente in Campidoglio.

“Quello che accade qui temo possa essere emblematico e premonitore di quello che accadrà nelle aule parlamentari".

(Agi) Il sindaco di Roma Walter Veltroni, sia nel discorso al Lingotto di Torino sia in altre occasione si era detto favorevole ai Dico. Questa è una buona occasione per dimostrarlo”. Ad affermarlo è la deputata di Rifondazione Comunista, Vladimir Luxuria, presente oggi in Aula Giulio Cesare, in Campidoglio, per assistere alla discussione e al voto del Consiglio Comunale su due delibere e un ordine del giorno per l’istituzione del Registro delle Unioni Civili a Roma. “Vorremmo che Roma, come Gumaglia in provincia di Biella, amministrata da una sindaca della Margherita, possa avere un registro delle coppie di fatto per fare in modo ad esempio che nelle politiche per i diritti dei cittadini non vengano discriminate le coppie omosessuali”, ha aggiunto Luxuria, per la quale l’ordine del giorno presentato dal gruppo del Partito Democratico in Campidoglio e che cerca di rinviare la questione al Governo “è ridicolo. Anche perché non sono collegate le iniziative comunali con quelle nazionali: prendiamo ad esempio la dimostrazione di stabilità. Le persone già iscritte nei registri comunali, la dimostrazione di stabilità ce l’hanno automaticamente, perché in tutti i progetti di legge che sono in discussione al Parlamento prevedono che, per acquisire dei diritti, bisogna dimostrare di avere convissuto stabilmente già da un certo numero di anni”.

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Norme antiomofobia. Dl sicurezza, alt di Napolitano: «Farò esame attento e rigoroso».

Ma la maggioranza presentera' lo stesso testo alla camera anche se rischia la bocciatura. Risposta alla lettera di Matteoli (An) sui «riferimenti erronei» contenuti nella norma anti-omofobia.

(Il Corriere della Sera) Una precisazione che ha il sapore della bocciatura. «La questione relativa alla norma inserita nella legge di conversione del decreto n.181, e votata dal Senato in una dizione che contiene oltretutto riferimenti erronei, merita da parte mia, per la prerogativa attribuitami dalla Costituzione di promulgazione delle leggi, un esame attento e rigoroso, che certamente non mancherà». È quanto scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al capogruppo di An al Senato, Altero Matteoli, che ha diffuso il testo della lettera, in risposta all'iniziativa degli altri capigruppo dell'opposizione e ai senatori Pera e Mantovano sulla norma anti-omofobia inserita nel decreto sicurezza. Una norma, contro le discriminazioni sessuali, finita al centro della bufera causando la crisi di coscienza della senatrice teodem Paola Binetti al momento del voto di fiducia. Il ministro Mastella ha minacciato di «chiudere l' esperienza del governo» se la norma non sparirà dal decreto sicurezza.

MATTEOLI - «Apprezziamo la pronta risposta del Presidente della Repubblica. Non avevamo dubbi - è la replica di Matteoli - che Napolitano si avvarrà delle sue prerogative costituzionali. Averci ulteriormente assicurato un esame attento e rigoroso della legge di conversione del decreto legge sulla sicurezza, che contiene una norma estranea al provvedimento e riferimenti erronei, è apprezzabile e ne diamo volentieri atto al Presidente». Con la loro lettera aperta, gli esponenti del centrodestra sottolineavano al Capo dello Stato «le criticità contenute nel decreto legge sulla sicurezza e al contempo gli chiedevano di assicurare un'approvazione rispettosa della Costituzione». È a questa iniziativa che fa riferimento Napolitano nella risposta, spiegando di aver letto «appena rientrato dagli Stati Uniti, la lettera (peraltro aperta) indirizzatami da lei e da altri capigruppo e senatori della opposizione, e recapitatami ieri (13 dicembre 2007 ndr)», ringraziando «per gli argomenti che ha voluto sottoporre alla mia attenzione».

MAGGIORANZA - Dal canto suo la maggioranza non sembra voler tenere conto della precisazione di Napolitano e ha deciso di non modificare il decreto legge sulle espulsioni, che martedì affronterà la prova dell’Aula alla Camera. È questo l’orientamento che prevale nel centrosinistra: durante la riunione congiunta delle commissione Affari Costituzionali e Giustizia sarebbe emersa, infatti, la decisione di non toccare la norma anti-omofobia, che contiene «riferimenti erronei», ma di sottoporre il decreto espulsioni così com’è all’Aula.

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Sesso. Sono le russe le donne più calde del mondo... Terze le italiane.

(Affari italiani) Sono le russe le donne più "hot" del mondo. È quanto emerge da una ricerca internazionale condotta da Men’s Health su un campione di 22.496 lettrici di Cosmopolitan sulle fantasie più recondite del gentil sesso. Terze le italiane insieme a serbe e statunitensi

La ricerca è stata condotta in 13 paesi per scoprire i pensieri più intimi delle donne sul rapporto con gli uomini e la sessualità di coppia. Cercano “maschi” che conoscano il galateo, che abbiano un aspetto curato, che capiscano senza chiedere troppo: questi sono i desideri più diffusi e che accomunano le giovani donne di tutto il mondo.

La maggior parte di loro gradisce che il proprio compagno manifesti il suo affetto e soprattutto in pubblico, lo dicono nove su dieci. L’80% desidera che il proprio partner sia capace di resistere ad almeno quindici minuti di preliminari. Solo alcune, il 21%, hanno come serio ostacolo al raggiungimento del piacere la paura che i vicini sentano i loro gemiti. E, a sfatare la più grande delle fissazioni maschili, è una rassicurante bassa percentuale (circa il 2,4%) di donne che considera “importanti” per il rapporto sessuale le dimensioni del pene. Ne esce un’immagine di una donna sicura di sé, di ciò che vuole, disinibita ma soprattutto attenta ai dettagli.

Guidano la classifica delle donne più calde le russe con un 34%, le quali dichiarano che farebbero sesso tutti i giorni, seguite dalle portoghesi con un 27%, e in terza posizione troviamo con un 25% le italiane, a pari merito con serbe e statunitensi. Nell’estremo Oriente sembra invece che il desiderio non sia così forte.

Non uscirebbero mai con uomo maleducato le italiane, con un collerico le inglesi, con un timido le ucraine. Le spagnole invece non sopportano quelli che flirtano con le altre e le serbe quelli che restano legati alle ex. Le messicane chiedono ai propri uomini di essere più curati.

Cosa vorrebbe sentirsi dire una ragazza dal fidanzato? Il 39% i motivi dell’amore nei suoi confronti, il 33% i perché della sua unicità, il 16% che lei è la migliore compagna che si possa avere.

Ed ecco anche tre consigli per gli uomini...
Seduzione:
il 54% di donne vogliono essere conquistate molto lentamente magari iniziando con un bacio sul collo, il 24% in modo spontaneo ad esempio strette con un abbraccio da dietro, l’11% con un sussurro nell’orecchio ma si raccomanda che sia adeguatamente “hot”.

Orgasmo: il 33% del campione risponde che ha bisogno di una persona capace di saperla stimolare nei punti erogeni giusti come clitoride e capezzoli, un 17% richiede una forte vicinanza emotiva col partner, 13% sono quelle a cui piace percepire l’eccitazione del maschio, 12% di donne cercano una situazione “piccante” e l’11% va sempre alla ricerca della posizione giusta.

Qualità ideali di un uomo: il 33% delle intervistate conferma che vuole ridere e divertirsi, insomma il senso dell'umorismo è indispensabile; il 27% ama la dolcezza nell'approccio; l'intelligenza poi è assolutamente imprescindibile, lo dice il 24%, e invece solo il 6% richiede abilità a letto, il 5% un bell'aspetto e il 4% un gran conto in banca.

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La sindrome di down porta in tavola il sorriso alla Locanda dei girasoli.

(Panorama) A Roma, al quartiere Quadraro, ormai la conoscono tutti. La Locanda dei girasoli è tutta colorata, offre pizze e piatti della cucina laziale, toscana e siciliana. Un posto accogliente e quasi ci si dimentica del perché si è sentito parlare di questo ristorante nato nel 2000 dall’idea dei genitori di un ragazzo affetto da sindrome di Down.

Tra i tavoli, come soci della cooperativa sociale “I Girasoli” e insieme a sei colleghi, lavorano Claudio, Valerio, Viviana e Anna, che con le famiglie hanno deciso di provare a dimostrare che il loro posto è tra la gente, con professionalità e tanta voglia di fare. “Esperimento riuscito”, dice Antonio Anzidei, direttore della locanda, “qualche tempo fa abbiamo rischiato di chiudere, ma ora le cose vanno bene. Se la gente continuerà a darci fiducia, coinvolgeremo nel progetto altre famiglie”.

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I mercanti del tempio cacciati dal Vaticano.

(Uaar) “Non cederò mai, da domani mattina ritorno con la mia cassa di souvenir a piazza San Pietro”. Settimio Limentani è furioso, pronto a sfidare Benedetto XVI e la polizia vaticana. E con lui, gli altri dieci venditori ambulanti cui è stato intimato, lunedì scorso, di lasciare quei posti dopo decenni di pratica e quattro secoli e mezzo di tradizione. Quelli che vengono chiamati “urtisti” - “quelli che urtano”, perché appunto urtano i pellegrini con i loro contenitori pieni di oggetti - sono in effetti gli eredi degli ebrei romani costretti ad esercitare questi mestieri modesti (come la vendita di oggetti sacri presso le basiliche romane) da papa Paolo IV che confinò, nel 1555, la comunità ebraica nel ghetto. “Io lavoro dal 1975 a San Pietro; e prima di me mio zio! Se mi cacciano, è la fine. Non ho nient’altro”, s’indigna Limentani, 45 anni e padre di due figli. Ogni giorno, si apposta con le sue immagini pie, i suoi rosari e le sue medaglie nel confine tra Italia e Vaticano, sotto il colonnato del Bernini, in una sorta di limbo amministrativo. “Non c’è mai stata una vera regolamentazione” spiega. “Prima del 1978, le nostre casse venivano a volte sequestrate. Sotto Giovanni Paolo II, ci hanno lasciati tranquilli. Perché di punto in bianco questo nuovo papa che parla di famiglia, di lavoro e di virtù ci mette in mezzo alla strada?” Ufficialmente, per il decoro del luogo. Alcuni urtisti minacciano di incatenarsi a San Pietro. I responsabili della comunità ebraica sperano in “una mediazione”.

Fonte: Libération

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Un firma è il divorzio è fatto. La Francia lancia la "separazione light".

Parigi rompe un'altra tradizione del diritto di famiglia.
In caso di consenso ci si divide evitando carte bollate, spese e lunghe attese.

(Anais Ginori - La Repubblica) Dopo i Pacs, la Francia rompe un'altra tradizione nell'ambito del matrimonio: nasce il divorzio lampo. In caso di consenso di entrambi i coniugi, una nuova legge allo studio permetterà di sancire la separazione con una firma dal notaio, senza passaggi in tribunale. "Per le coppie sarà una procedura più semplice, rapida e meno traumatica", spiega Eric Woerth, il ministro dell'Economia che sta negoziando la riforma con i notai.

I casi di divorzio consensuale sono circa la metà dei 140mila divorzi consumati ogni anno. I promotori della legge, che verrà esaminata a gennaio, fanno notare che la possibilità di rinunciare all'avvocato comporterà un grosso risparmio (le parcelle possono arrivare fino a 4mila euro). E anche il ministro della Giustizia, la battagliera Rachida Dati, è a favore della misura, che solleverebbe un grosso carico di lavoro per i tribunali civili, dove i divorzi rappresentano il 13% delle cause.

Gli avvocati hanno già dichiarato battaglia alla riforma. Secondo i rappresentanti del foro, la nuova procedura è una minaccia per il rispetto dei diritti civili. "Nelle separazioni c'è sempre una parte forte e una debole", ha spiegato Violette Gorny, specialista del diritto di famiglia intervistata da Libération. "Il magistrato serve proprio a verificare che l'accordo è veramente alla pari". Anche quando c'è il consenso sulla separazione, possono rimanere controversi molti punti, dai beni in comune all'affidamento dei figli.

"Il divorzio che si conclude felicemente per entrambi in coniugi è una rarità - conclude Gorny - per questo servono figure di mediazione e garanzia". Inoltre, fanno notare gli avvocati - che già hanno indetto uno sciopero per mercoledì - il risparmio sul fronte legale sarà probabilmente bilanciato dall'onorario dovuto al notaio.

Il "divorzio light", scrive oggi Libération in prima pagina, è la conseguenza di un paese che non crede più al matrimonio: il tasso delle unioni civili secondo la vecchia promessa suggellata davanti al sindaco è tra i più bassi d'Europa (4,5 ogni mille abitanti, contro 4,8 di Spagna, e 6,7 della Danimarca) e quasi la metà delle coppie prima o poi si separano. D'altro canto, il matrimonio "light", ovvero i Pacs inventati dal governo socialista nel 1999, e che prevedono proprio un unico passaggio davanti al notaio, stanno crescendo di anno in anno. Dai 6mila patti firmati nel '99, la Francia è arrivata ai 75mila del 2006. E contrariamente a quello che molti pensano, i Pacs non sono stati inventati per gli omossessuali, almeno non unicamente. Oggi più del 90% dei Pacs suggellano convivenze tra eterossessuali.

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L'Arcigay non si fida del suo governo. Mancuso: "Ma davvero Chiti e Mastella possono pensare che ci possiamo fidare?''.

"Serve un gesto vero, che attendiamo da questo governo da quasi due anni".

(Ansa) ''Ma davvero Chiti e Mastella possono pensare che ci possiamo fidare?''. E' quanto afferma Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, commentando le novita' in merito alla norma sull'omofobia contenuta nel decreto sicurezza.
''Hanno cambiato opinione una volta al giorno, hanno persino confessato pubblicamente che si erano accorti dell'errore contenuto nel decreto sicurezza, quindi avrebbero potuto corregerlo prima del voto. Ora - e' detto in una nota - dovremmo credere che sono diventati di colpo buoni e assolutamente pronti a far approvare le norme anti discriminatorie? Ci dispiace ma noi non ci fidiamo! E rilanciamo: come mai il governo Prodi, pur sapendo delle rimostranze dell'Europa rispetto al recepimento della direttiva 78/2000 contro le discriminazioni sul posto di lavoro (stravolta dal governo Berlusconi) non ha fatto nulla?''.

''Eppure - ha concluso Mancuso - basta un atto dell'esecutivo, senza che si debba passare dalla difficile e dominata dai teodem maggioranza parlamentare. Insomma serve un gesto vero, che attendiamo da questo governo da quasi due anni. Purtroppo, viste le prese in giro e le false rassicurazioni, manteniamo una sana e doverosa incredulità''.

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La sessuologa Heba insegna l'amore secondo il Corano.

Nel suo ufficio al Cairo e ogni sabato in tv, la dottoressa Kotb fa lezione alle coppie sposate conciliando scienza e morale islamica.

(Viviana Mazza - AetnaNet) «È normale per una donna nubile provare desiderio sessuale?». «Cosa faccio se mio marito mi fa richieste intime?». «Sono sposato ma mi piace tanto la pornografia: è un problema?». «E se gli orgasmi di mio marito precedono sempre i miei?». Al Cairo, nel quartiere bene di Mohandessen, la sessuologa Heba Kotb, una trentanovenne velata e molto religiosa, sposata e madre di tre figlie, si sente porre giornalmente simili domande da coppie di egiziani, per lo più benestanti e spesso devoti. Alcuni anni fa solo in pochi si rivolgevano a lei. Oggi c'è una lista d'attesa di due mesi per parlarle. E ogni sabato, come conduttrice di uno show sul sesso alla tv egiziana, la dottoressa risponde alle domande di telespettatori giovani e anziani, con un approccio che combina scienza occidentale e moralità islamica.
Laureata in medicina all'Università del Cairo, con un dottorato in sessuologia dalla Maimonides University in Florida, Kotb è una pioniera in questo settore in Medio Oriente, dove parlare di sesso è da molti considerato tabù. Non c'è educazione sessuale nelle scuole e i genitori spesso esitano ad affrontare il tema coi figli. «Ma ciò non dipende dalla religione islamica che invece vede i rapporti sessuali come sacri e altamente raccomandati», dice la sessuologa. Kotb è cresciuta in una famiglia liberale, passando i pomeriggi a giocare a calcio con coetanei maschi e le estati spesso in Europa. Ha messo il velo per scelta nonostante lo scetticismo della madre che lo considerava un'usanza da «classi inferiori». E ha deciso di fare la sessuologa nonostante lo scetticismo del papà che proponeva un titolo professionale che non includesse la parola sesso.
Da una donna così indipendente non bisogna, però, aspettarsi l'esaltazione dell'amore libero, l'approvazione dell'omosessualità o della pornografia. Kotb insegna la scienza di fare l'amore secondo il Corano. La sua missione è «aggiustare le crepe nell'edificio del matrimonio che rischia di crollare per colpa di rapporti sessuali insoddisfacenti» e far sì che i giovani non cadano preda delle informazioni inaccurate o «devianti» diffuse dalla tv, dal web o dagli amici. Ma almeno la dottoressa offre un orecchio a tutti e consigli senza condanna. Meglio concentrarsi sulla moglie che sulla pornografia, meglio evitare che i giovani si incontrino soli in privato prima del matrimonio, suggerisce. Ma assicura sempre che ogni dubbio è normale e che a nessuno è impossibile avere una buona e giusta vita sessuale.
Nella religione islamica il sesso non è solo finalizzato alla procreazione, spiega Kotb: è anche piacere. A chi ispirarsi nell'arte dell'amore? Nessuno è meglio di Maometto. «Il Profeta istruì gli uomini a soddisfare le mogli prima di se stessi. Il diritto della donna al piacere sessuale è uguale a quello dell'uomo», dice. Eppure «gli uomini tendono a essere egoisti nel sesso, pensano solo ai propri bisogni e ignorano quelli delle donne. La donna tende invece a due estremi: a essere completamente sottomessa e a non rivelare i propri desideri oppure a ribellarsi». E allora Kotb spiega agli uomini che il buon sesso non sta nel fare tutto in fretta e furia come quando si masturbavano di nascosto prima del matrimonio, alle donne timide chiede «vi sentite migliori di Aisha (la moglie del Profeta, ndr) che invitava lei stessa il marito a letto?». E se la noia prevale sulla passione, la dottoressa assegna nuove posizioni da sperimentare come «compiti a casa».
Queste lezioni d'amore non piacciono a tutti. Alcuni accusano Kotb di fornire troppi dettagli: dovrebbe limitarsi a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato nell'Islam. Ma le critiche non sono state particolarmente aspre e la dottoressa è anzi sommersa da richieste di partecipare a conferenze nei Paesi più conservatori della regione. «Le persone sentono di aver bisogno di questo tipo di risposte», dice.

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Trenitalia: non è tutto un MiTo quello che viaggia.

Lavori per l'alta velocità in Pianura Padana
(Panorama) Da Milano a Torino (180 km circa) in 50/60 minuti. Col treno. Ad alta velocotà. È un sogno che si realizza, dice l’amministratore delegato di Fs Mauro Moretti, a Panorama: “Un MiTo che diventa realtà”. Gioco di parole azzeccato.

Di certo, una bella scommessa per il domani del gruppo ferroviario italiano. Anche perché l’oggi non è poi così roseo, fatto com’è di treni datati e in ritardo, servizi scadenti, sporcizia. E di proteste dei pendolari. Le ultime riguardano l’annunciato aumento, da gennaio 2008, delle tariffe dell’ordine del 15 per cento: “La situazione è curiosa” risponde Moretti. “Le nostre tariffe sono metà di quelle francesi e quasi un terzo di quelle tedesche, però si chiede qualità tedesca e francese ma prezzi polacchi”. Una posizione che non è piaciuta associazioni dei consumatori: “Prima di aumentare i prezzi bisogna migliorare i servizi, a partire dalla pulizia e dalla puntualità”, hanno risposto. La tratta Catania-Torino, fanno notare, costa oggi in prima classe 154 euro e 108 euro in seconda: “un’enormità” che, con il rincaro, arriverà a 178 euro in prima classe e 125 euro in seconda. Molto di più, denunciano le associazioni, “dei circa 80 euro che si riescono a pagare prenotando un volo low cost”, a cui Moretti ha lanciato il guanto di sfida.
Vero che i prezzi dei treni italiani sono assai più bassi di quelli della media europea. Altrettanto vero che l’ultimo ritocco è scattato all’inizio del 2007 ed è assai difficile per qualsiasi azienda proporre un rincaro delle tariffe a fronte di una qualità delle prestazioni particolarmente scadente come attualmente è quella ferroviaria. A meno che l’azienda non conti sul fatto di agire praticamente in monopolio come succede con le Fs e quindi parta dal presupposto che, qualsiasi scelta venga effettuata, i clienti non possano far altro che adeguarsi. O, al massimo, protestare, costituendo anche dei comitati, che tra una storia e l’altra buttano lì anche un sospetto: che Trenitalia voglia mettere le mani avanti sia in vista della liberalizzazione del mercato delle rotaie che dal 2009 vedrà il consorzio privato guidato da Montezemolo e Della Valle farle concorrenza sulle tratte più redditizie; sia per tentare di porre almeno un limite alle spese del gruppo che perde 2 miliardi su 6 di ricavi. Su questo, Moretti si dice sicuro di poter “raggiungere l’utile nel 2009″. Purché, è sottinteso, il governo approvi nelle prossime settimane il piano industriale che il manager ha messo a punto e che prevede nei prossimi 4 anni investimenti nelle infrastrutture per 25 miliardi da parte dello Stato, e investimenti da parte di Trenitalia per 10 miliardi, di cui 6,4 per l’acquisto di treni e vagoni per il trasporto locale.
Ma la battaglia per i fondi si sta facendo ardua. A mettersi di traverso il ministro Antonio Di Pietro: “Se gli do dei soldi per gli investimenti e Moretti li utilizza per ripianare il deficit della holding, fa bene dal suo punto di vista ma non dal mio che faccio infrastrutture. Così non si può andare avanti: o prendono soldi dallo Stato e fanno ciò che dice lo Stato o sono del tutto autonome”. Il ministro delle Infrastrutture ha anche ricordato che la Finanziaria 2007 ha stanziato circa 7,8 miliardi per le Ferrovie. Un atto di grossa generosità da parte dell’esecutivo Prodi. Ma adesso basta, ha tuonato in sostanza Di Pietro. E infatti: i tagli nella manovra 2008 hanno già costretto Trenitalia a rinviare l’acquisto di mille nuovi treni che dovevano sostituire i malandati convogli del traffico regionale (quello che più interessa allo zoccolo duro dei clienti). Forse, godendo di amici nel Pd, Moretti riuscirà a spuntare qualcosa al governo. Magari con l’aiuto di Legambiente, che ha promosso una petizione on-line per chiedere al governo di ripristinare le risorse oppure di trovarle togliendole dal Fondo della Legge obiettivo per la costruzione di autostrade.

Se così non fosse, saranno i soliti pendolari a pagare: viaggiando in dribbling tra ritardi, rincari e guasti.

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I giovani di Forza Italia e la libertà per gli studenti e gli omosessuali Iraniani.

(Sit tibi terra levis) Il 21 dicembre Forza Italia Giovani organizzerà una manifestazione su questo tema, caro alla coordinatrice nazionale Beatrice Lorenzin e a tutti noi degli esteri o interessati agli human rights. Molti non lo sanno, ma Forza Italia Giovani è impegnata anche su questo fronte… Riporto allora il comunicato stampa e un articolo interessante pubblicato su “L’Occidentale” sul tema: ovvero sulle terribili violazioni e repressioni che subiscono gli studenti iraniani tutti i giorni, senza che la comunità internazionale se ne renda più di tanto conto…

Beatrice Lorenzin, Coordinatore Nazionale di Forza Italia Giovani, in una nota dichiara:
“Ad un anno dalle contestazioni studentesche per la libertà di espressione in Iran continua la repressione sanguinaria del regime del Presidente Ahmadinejad.
Arrivano notizie terribili riguardo alla violazione dei diritti umani e civili degli studenti di Teheran, così come le persecuzioni nei confronti degli omosessuali che finiscono sul patibolo. Nei giorni scorsi altre 5 persone sono state arrestate.
I ragazzi continuano a sparire e soltanto le foto mostrate durante le manifestazioni non autorizzate danno un volto alla dissidenza iraniana.
I Giovani di Forza Italia e gli Studenti per la Libertà danno il loro sostegno a quanti in Iran stanno lottando per la conquista della libertà di espressione a rischio anche della propria vita.” “Bisogna aiutare i giovani iraniani a liberarsi degli ayatollah”

Di seguito L'Intervista ad Amir Abbas Fakhravar di Emiliano Stornelli:
"Tra i dissidenti che hanno animato la Conferenza di Roma “Fighting for Democracy in the Islamic World”, l’iraniano Amir Abbas Fakhravar è quello che più ha attirato l’attenzione dei media e di quanti hanno partecipato all’evento. Per la sua giovane età, 32 anni, e soprattutto per la sua vicenda personale: leader del movimento studentesco in lotta contro il regime degli ayatollah, è stato il primo prigioniero politico iraniano a subire la cosiddetta ‘tortura bianca’, una forma particolarmente efferata di tortura che lo ha costretto - per 222 giorni - in una cella acusticamente isolata, con fortissima illuminazione al neon costantemente accesa e disposta in modo da riflettere tremolante il color crema delle pareti. Privato pure del sonno, il cibo non era altro che riso, servito in piatti anch’essi bianchi. Eppure Amir Abbas è riuscito a sopravvivere e a riprendersi la libertà. Dopo essere entrato alla facoltà di legge, vincendo dal carcere il concorso d’ammissione, ha fatto perdere le sue tracce durante un permesso ottenuto per dare un esame. Le autorità gli hanno dato la caccia per dieci mesi, la polizia aveva persino l’ordine di sparare a vista contro di lui. Alla fine Amir Abbas ce l’ha fatta ed è riuscito a raggiungere gli Stati Uniti, da dove continua a combattere la teocrazia khomeinista, con l’obiettivo di unificare l’eterogenea opposizione iraniana per muoverla come un solo uomo contro il regime oppressore e sanguinario di Teheran. Nella sua testimonianza alla Conferenza di Roma ha spiegato come gli ayatollah, servendosi dell’istruzione pubblica, abbiano dato vita a un sistema educativo che fin dall’infanzia (de)forma le menti e i cuori degli iraniani all’odio verso l’Occidente, incarnato dagli Stati Uniti, gli ebrei e Israele.
Di questo ha parlato anche all’Occidentale. A quale dottrina si ispira il sistema educativo iraniano? Subito dopo la presa del potere nel 1979, Khomeini diede avviò alla cosiddetta ‘rivoluzione culturale’. Le università rimasero chiuse per quattro anni, il tempo di fare piazza pulita dell’educazione precedente, procedere al cambiamento degli insegnanti (molti dei quali furono espulsi o uccisi) e introdurre nuovi libri di testo. I nuovi libri erano pieni d’odio verso le altre religioni, quella ebraica in particolare, e l’odio nei confronti degli Stati Uniti e Israele era il nostro pane quotidiano. Molti libri si aprivano con la frase di Khomeini “il vero leader è il ragazzo di 12 anni che cinge attorno a sé una granata e con essa si fa esplodere. Sarà costui a bere il vino puro del paradiso”.
Quali erano i metodi d’insegnamento? La scuola elementare in Iran inizia a sette anni. Ricordo che dovevamo raderci a zero i capelli e che eravamo costretti ad indossare uniformi scure. Era proibito giocare, andare a scuola era come essere in una caserma militare. Dovevamo cantare “Morte all’America! Morte a Israele!”. Ogni giorno, in continuazione, i maestri ci ripetevano che gli Stati Uniti erano il ‘Grande Satana’ e li rappresentavano come una creatura malvagia, dalle unghie lunghe e insanguinate; un dracula dai denti affilati che indossava una bandiera a stelle e strisce. Ma noi non avevamo la minima idea di cosa fossero gli Stati Uniti. Ci dicevano che quella terribile creatura era assetata del sangue dei giovani, specie dei giovani iraniani. Anche gli ebrei erano dipinti come esseri dalla natura malvagia. Sui muri delle scuole c’era spesso scritto “Israele deve essere cancellata dalla carta geografica”.
Poi cos’è accaduto nelle università? Nei campus si diffuse la consapevolezza dell’inganno cui eravamo tutti sottoposti. Le domande, le richieste di chiarimenti, le nostre curiosità rimanevano tutte senza risposta. A quel punto, cominciammo a comunicare con l’esterno grazie a internet. Il potere magico di internet ci venne in soccorso, aiutandoci a capire che il mondo esterno non era quello che ci veniva descritto dalle autorità.
Quale fu il ruolo di internet nella contestazione al regime? Internet divenne un formidabile strumento di lotta contro il regime. Gli ayatollah non avevano ancora compreso le potenzialità di questo strumento cui gli studenti avevano accesso. I messaggi che circolavano nella rete non erano sottoposti al rigido sistema di filtri che c’è oggi. Capimmo allora di poter sfidare l’educazione fondamentalista e mettere il regime in difficoltà. Fu così che si costituì il movimento studentesco e iniziò la contestazione.
Perché la rivolta fallì? Era il 9 luglio del 1999. Frequentavo la scuola di medicina, ero in ospedale quando vidi un mio compagno volare giù dal tetto del palazzo della polizia; vidi poi altri amici e studenti arrestati. La rivolta durò sei giorni, potevamo davvero rovesciare il regime. Molti esponenti della teocrazia avevano già preparato la fuga, ma ci venne a mancare il supporto internazionale e quello dei mezzi di comunicazione: non riuscimmo a far sentire alla gente la nostra voce. Un anno dopo ero in carcere.
Il sistema educativo di oggi è cambiato? Sì, e in peggio. Con Ahmadinejad è iniziata la ‘nuova rivoluzione culturale’, su spinta del religioso Mesbahe Jazdi, mentore del presidente iraniano. Il lavaggio del cervello è diventato ancora più pericoloso che in passato. I nuovi libri elevano la cultura del martirio a cardine del sistema educativo. Considerando che il 75 per cento della popolazione è sotto i 35 anni e che gli studenti sono circa 20 milioni (2 milioni gli universitari), avremo una nazione popolata da potenziali terroristi suicidi. Questo è l’obiettivo del regime e se non verrà fermato lo raggiungerà. Il mondo libero deve intervenire per il bene dei giovani iraniani.
Che può fare la comunità internazionale per liberare l’Iran? Deve accrescere la pressione internazionale sul regime e deve dare maggiore sostegno all’opposizione interna. Le organizzazioni internazionali e i paesi democratici devono stringere la corda delle sanzioni politiche ed economiche, mentre i mezzi di comunicazione occidentali devono penetrare maggiormente in Iran, così da convincere la popolazione che è davvero possibile rovesciare il regime dall’interno."

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Bologna gay. Cassero: Continua la polemica. Sicurezza sotto accusa.

Lo Giudice: "La Salara è in crescita. Ma con serate così affollate crescono anche i guai". "C´è troppa discoteca ecco perché i buttafuori". Il Cassero in crisi d´identità . Marco Geremia: non ci sono spazi di liberazione per lesbiche e omosessuali.

(Eleonora Capelli - La Repubblica, edizione di Bologna) «Il Cassero è vissuto da molti come l´ultima discoteca aperta nel centro di Bologna, ma è una percezione sbagliata, perché la nostra attività è culturale e politica. Però non è facile informare tutti e 800 gli spettatori di una serata che si tratta di un posto gay e lesbico. I buttafuori ora sono assolutamente necessari». Così Maurizio Cecconi, attivista del Cassero e per anni membro del direttivo, riassume le contraddizioni del «centro gay e lesbico più attivo e produttivo d´Italia»: un luogo di battaglie politiche, un centro di documentazione e studio, una sede espositiva. Un posto che in certe sere cambia faccia, a tal punto da richiedere la presenza costante dei buttafuori, in questi giorni al centro delle cronache dopo che sono stati accusati da due ragazzi di averli picchiati per sedare una rissa in modo violento. «Il Cassero ha dovuto affrontare un profondo mutamento cambiando sede - dice Sergio Lo Giudice, consigliere comunale del Pd e presidente del Cassero dal 1993 al 1998 - la discoteca prima coinvolgeva poche centinaia di persone, oggi alla Salara è in crescita, come crescono i guai di serate così affollate. Io non ci vado più, ma per questioni d´età». Le serate arrivano a toccare 1000 presenze e una grande partecipazione di «variegata umanità». Cioè eterosessuali di ogni tipo: universitari che non sanno dove andare a ballare, lavoratori a fine turno, giovani che non conoscono la storia e le conquiste che il Cassero rappresenta. «E vero, i gay e le lesbiche "duri e puri", quelli che frequentavano il circolo per starsene tranquilli, al riparo dagli sguardi "etero" sono più disagio che nel vecchio Cassero - dice Elisa Manici, presidente di Arcilesbica Bologna - anche le donne lesbiche spesso cercano feste dove sentirsi a casa, per contrastare un problema di visibilità. Ma tutti siamo consapevoli di quello a cui ci troviamo davanti al sabato sera: un locale vario e aperto». Una crisi di identità «temporanea», che capita qualche sera alla settimana? «E un processo lento, il Cassero ha cambiato atteggiamento negli anni - dice Marco Geremia di Antagonismo Gay, collettivo che si ritrova a porta Santo Stefano - c´è una frequentazione sempre più spuria, con serate che hanno un grande richiamo, ma non sono spazi di liberazione per gay e lesbiche. Il sabato sera, ad esempio, è visto da tutti come una situazione molto mista, i gay e le lesbiche ci vanno quando ci sono iniziative mirate». Iniziative di ogni genere: il centro di documentazione, che offre anche un servizio per scaricare on line i libri, gli incontri di Liberamente, lo sportello legale, l´intrattenimento dello spettacolo Gaywatch!, il progetto scuola, il forum politico e gli incontri della Luo, oltre a vere e proprie produzioni teatrali come «Burlesque!». Ancora, il festival artistico Gender Bender, evento che sta acquistando sempre più forza, l´elezione di Miss Alternative, ormai appuntamento di riferimento della stagione bolognese. Però anche sul sito, vetrina dell´attività del Cassero, dove si reclutano i volontari per il prossimo Gay Pride a Bologna il 28 giugno 2008, resta una traccia dello scontento per questa contaminazione tra cultura omosessuale e buttafuori. «Le serate della Salara non sono più momenti di aggregazione Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) - scrive un utente del sito, in polemica con le scelte della direzione - ma l´obiettivo principale è la realizzazione di serate in cui i contenuti artistici sono diventati lo scopo delle attività».

Polemiche intestine a parte, on line c´è anche chi fa notare che «si dovrebbero ridurre le serate per disco e feste, per un incontro di confronto di idee, magari anche in orari comodi ai lavoratori». «Per queste attività non c´è bisogno di buttafuori - sorride Elisa Manici - come per lo spettacolo teatrale del giovedì. Ma oggi non siamo più "quelli di una volta", siamo un centro grande e complesso».

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Calorie "natalizie" fuori controllo: Rischi e rimedi.

(Tulife) Davanti ad una tavola imbandita siamo tutti più buoni e indulgenti, anche con noi stessi. E così, quando arriva il momento del cenone, ci si scatena sugli antipasti, poi sul primo. In pochi evitano il doppio secondo, i contorni e la consueta sfilata di dolci. Il totale di calorie è da capogiro.
Facciamo un po’ di conti. Un antipasto che comprende un misto di salumi (300 calorie per 100 grammi) e tartine con maionese (330 calorie per 100 grammi) vale ben 630 calore; mangiando due primi, come gli spaghetti ai frutti di mare e i tagliolini, si arriva a 900 calorie (500 gli spaghetti e 400 i tagliolini con parmigiano).
Una faraona con funghi, invece, conta 300 calorie per circa 150 grammi. Se si preferisce la faraona farcita allora l’apporto calorico raddoppia (560 calorie), mentre 200 grammi del più classico cotechino aggiungono al nostro pasto 545 calorie. E gli alcolici? Sono sempre a portata di mano sia sul tavolo dei giochi di carte natalizi sia su quello da pranzo. Un bicchierino di whisky vale 270-300 calorie mentre un calice di vino 120.

L’immancabile frutta secca poi è il vero colpo di grazia. Cento grammi di noci e nocciole apportano oltre 600-650 calorie (se si parla di datteri). Per non parlare delle specialità dolciarie regionali che ormai compaiono sulle tavole di tutta la Penisola: dal pandoro (540 calorie una fetta da 200 grammi) agli struffoli (500 calorie per cento grammi), dal babà (200 calorie per cento grammi) al panforte (408 calorie per cento grammi), passando per la cassata alla siciliana (il dolce meno calorico con 220 calorie) al panettone (668 calorie una fetta).
In una dieta regolare bisogna pensare ai grassi che non devono superare il 30 per cento. Per duemila calorie al giorno non devono esserci più 65 grammi di grasso. Per cui a Natale è molto facile superare il limite. Ci nutriamo di molta carne, latticini e carboidrati e assumiamo troppi grassi saturi, come burro e maionese, a discapito dei polinsaturi, contenuti nel pesce e nelle carni bianche.
Come muoversi dunque per arginare i danni? “Bisogna cercare di godersi i giorni di festa evitando però di mangiare fuori pasto”, spiega la dottoressa Debora Giannini. Passino la vigilia, Natale, Santo Stefano, la notte di Capodanno, il primo gennaio e la Befana, ma negli altri giorni sarebbe bene mantenere, in ogni caso, un’alimentazione qualitativamente controllata. “Ricordiamoci però che le malattie non vanno in vacanza ne conoscono feste – continua la Giannini – chi soffre di diabete, pressione alta, malattie cardiovascolari, lieve insufficienza renale, non può sottrarsi al conteggio di zuccheri, sale, grassi e proteine, perché rischia comunque problemi acuti. Se comunque si può indulgere con la pasta, almeno non lo si faccia con i dolci, mentre se gustiamo un alimento “saporito”, compensiamo con la scelta di uno insipido”.

Anche se la tradizione, infatti, impone panettone, pandoro, torrone, panettone, frutta secca, cioccolata, è consigliabile assumerli con moderazione. È consigliabile preferire il pesce alla carne, servire tanta frutta e verdura per incrementare l’apporto di minerali, vitamine e fibre che tendono, in parte, a sequestrare, i grassi in eccesso.
Bere molta acqua, spremute e limitare al massimo l’assunzione di alcolici. È bene però ricordarsi che Natale non è il periodo ideale per la dieta. Infatti, se è certo consigliabile limitare gli eccessi, è anche preferibile adottare un regime di dieta durante l’anno e non durante le festività. Del resto dicevano i romani “Semel in anno licet insanire” (Una volta ogni tanto eccedere è lecito).

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Prima Svizzera per la flat rate tax.

Obvaldo sarà il primo cantone ad introdurre, nel 2008, la flat rate tax, l'aliquota fiscale uguale per tutti i redditi. Con questa decisione del popolo, diventa anche il cantone fiscalmente più vantaggioso.

Anche a Ginevra si è votato domenica. L'elettorato ha bocciato due iniziative della sinistra sulle tassazioni, mentre ha approvato la nuova legge sulla disoccupazione.
L'innovazione fiscale obvaldese nella votazione di domenica è stata plebiscitata dal popolo, con una maggioranza schiacciante del 90,7% (6840 voti contro 702).
Dal prossimo primo gennaio, Obvaldo avrà dunque un'aliquota d'imposizione unica dell'1,8% per tutti i redditi a partire da 10'000 franchi (quelli inferiori saranno esonerati).
L'aliquota fiscale sugli utili delle società sarà inoltre ridotta dal 6,6 al 6%.

Dall'inferno... al paradiso fiscale
Obvaldo rafforzerà, assieme ad Appenzello Esterno, la sua posizione di cantone più vantaggioso in campo fiscale. Oltre all'aliquota unica dell'1,8%, la flat rate tax obvaldese prevede una deduzione di 10'000 franchi annua per tutti i redditi. Essa dovrebbe favorire le persone con bassi salari, che trarrebbero altrimenti pochi vantaggi dall'imposizione non progressiva. La particolarità della flat rate tax obvaldese è che si applica a tutti i redditi. Altri cantoni, come Sciaffusa, utilizzano già questo tipo di imposizione, ma soltanto a partire da un determinato livello di reddito e di sostanza.

Sorti contrastanti per altri due oggetti in votazione
Gli obvaldesi hanno d'altro canto respinto, con 4044 contro 3502 voti, un'iniziativa denominata "Per l'ospedale cantonale" che voleva ancorare tale struttura nella legge cantonale sulla sanità. L'obiettivo era di impedire eventuali fusioni o una chiusura del nosocomio di Sarnen. Con 5968 suffragi contro 1185. è stata infine approvata una modifica costituzionale che estende il principio di incompatibilità per vincoli di parentela nelle cariche pubbliche alle unioni domestiche registrate. In concreto: il principio secondo il quale marito e moglie o stretti parenti non possono sedere nel governo o in altre autorità varrà in futuro anche per le coppie registrate di omosessuali o per le coppie di conviventi.

Tasse d'attualità anche a Ginevra
Anche gli elettori del canton Ginevra erano chiamati alle urne domenica. Con una proporzione del 58,6%, hanno respinto l'iniziativa della sinistra per sopprimere gli sgravi fiscali accordati attualmente ai redditi superiori a 240mila franchi. Pure bocciata - nella misura del 64% - la seconda iniziativa, che proponeva l'introduzione di un contributo di solidarietà a carico delle persone con un patrimonio superiore a 1,5 milioni di franchi. I ginevrini hanno invece accettato, con una maggioranza del 57,3%, l'agevolazione fiscale a favore delle nuove imprese. Le nuove aziende saranno dunque esonerate dall'imposta sul capitale durante i primi tre anni di attività. Gli elettori del cantone lemanico hanno pure dato il nullaosta, con il 60,4% dei suffragi, a un abbassamento delle tasse di circolazione per i furgoni, che erano state rincarate del 60% nel 2002.

Un sì che mette fine a un diverbio con Berna
Oggetto molto discusso, anche la nuova Legge sulla disoccupazione ha superato l'esame delle urne. la normativa, che prevede tra l'altro la soppressione degli impieghi temporanei cantonali, ha ottenuto una maggioranza del 68,5%. Si pone così termine al conflitto sulla questione sorto con la Confederazione, che chiedeva l'abrogazione degli impieghi temporanei, ritenuti contrari al diritto federale. Gli elettori hanno inoltre accettato di fornire una base legale, ancorandoli nella Costituzione cantonale, agli attuali monopoli pubblici sulla distribuzione dell'acqua e dell'elettricità. Nel primo caso, la proposta - praticamente incontestata - ha raccolto il 75,9% di adesioni. Il monopolio sull'elettricità, combattuto dalla destra, ha invece riunito una maggioranza del 59%. I votanti, infine, hanno plebiscitato con il 93,7% di voti favorevoli la nuova legge sull'alloggio, che impone al Cantone di applicare elevati standard di risparmio energetico alle costruzioni degli stabili pubblici e degli alloggi sussidiati.

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Milena Gabanelli vince il premio "E' Giornalismo 2008".

Milena Gabanelli(Tvblog) Milena Gabanelli si aggiudica il premio E’ Giornalismo 2008.

Il premio sarà consegnato alla giornalista di Report a marzo, in quel di Milano. La giuria, composta da Giancarlo Aneri, Giorgio Bocca, Curzio Maltese, Gianni Riotta e Gianantonio Stella, esprime attraverso le parole di Bocca le motivazioni di questo meritatissimo riconoscimento:

è l’ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare.

E’ giornalismo è stato fondato nel 1995 da Indro Montanelli. Nel 2003 è stato vinto da Antonio Ricci: era la prima volta per un personaggio televisivo. Poi toccò a Fabio Fazio, quattro anni dopo; nel corso degli anni hanno ottenuto il premio anche Curzio Maltese, Gianni Riotta, Gian Antonio Stella, Ettore Mo, Claudio Rinaldi, Natalia Aspesi e Francesco Tullio Altan, Barbara Spinelli, Bill Emmott e Francesco Giavazzi.

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Cappellano esibizionista infetta decine di marines.

(Trotzky) Di preti predatori se ne scovano tutti i giorni in tutte le chiese, che possano contrarre l'AIDS è comprensibile, ma è inconcepibile che contagino i loro partner per il semplice piacere di esibirsi.
Il cappellano della marina John Lee - riporta il "Baltimora Sun" - si è riconosciuto colpevole di undici capi d'accusa - tra cui quelli di violenza aggravata, sodomia forzata, attività predatoria e abuso di potere - ed è stato condannato a dodici anni di galera. solo due dei quali dovranno essere effettivamente scontati.
Il reverendo ha confessato pure di aver chiesto di lavorare come cappellano su una nave con il preciso obbiettivo di costringere un marine a riprenderlo mentre faceva sesso con un ufficiale.
Un ufficiale ha testimoniato che una sera l'esibizionista lo aveva invitato in un appartamento, per assistere ai suoi tentativi di violentare uno studente, il quale però, imbarazzato dalla sua presenza, gli aveva resistito.
Un altro ufficiale ha riferito ai giudici che una volta si era recato nel suo studio per un consiglio, che il cappellano lo aveva convinto a riprenderlo mentre faceva sesso con un altro prete con cui era solito scambiarsi e.mail appassionate e che, per coinvolgerlo nel gioco, gli aveva preso la mano e l'aveva appoggiata sui genitali del partner.
La Corte lo ha dichiarato un irresponsabile, perché non si era mai degnato di dire che aveva contratto l'AIDS facendo sesso con i suoi subordinati e quando qualcuno gli chiedeva se era siero-positivo, risponfdeva: "Non preoccuparti. Non c'è problema".
Un giornale locale ha scritto: "Se un nemico infettase segretamente il nostro personale militare, lo condanneremmo al massimo della pena. Non si capisce allora perché a un sessuomane sfrenato come John Lee è stata inflitta una sanzione così leggera.

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Rushdie: "I preti devono essere inascoltati, le loro predicazioni sono favole per bambini che si rifiutano di crescere".

(Linea gotica) "...i preti devono essere inascoltati, le loro predicazioni sono favole per bambini che si rifiutano di crescere e ingombrano i cieli di improbabili divinità che offuscano la ragione e lacerano le coscienze anzichè pacificarle con la vita..."

Salman Rushdie è uno scrittore indiano, sulla cui testa pende una fatwa (ritirata o mai ritirata non si sa) a causa del suo libro "versetti satanici", ritenuto blasfemo dall'Islam.
In un articolo riportato su Repubblica, Rushdie critica fortemente gli esponenti religiosi, rei di essersi appropriati con la forza di testi quali il Corano e la Bibbia. Rushdie invita a non ascoltare i Preti, gli Imam e tutti i predicatori religiosi in generale, che vogliono imporre le loro idee e spesso fomentano la violenza.
Le Religioni hanno senso di esistere, ma devono essere vissute in modo più intimo, e non politico. La Religione non deve imporre, ma vivere all'interno della società, nel rispetto del pensiero altrui. Nella storia, la maggior parte delle guerre hanno avuto fondamenti o benedizioni religiose. Ancor oggi si parla di Guerre Sante, di lotta contro gli infedeli.
Io invece vorrei vivere in un mondo laico, dove nessun esponente religioso, di qualsiasi religione, voglia impormi con la forza le sue idee e i suoi dogmi. Io voglio vivere in un mondo libero, dove convivano pacificamente tante culture, tante società, tante religioni, nel rispetto reciproco.
Per questo non ascolterò mai, come invita a fare Rushdie, tutti quegli esponenti religiosi che vogliono imporre la loro idea e pretendono di essere portatori della Ragione.
L'unica vera Ragione è il rispetto dell'Idea altrui e la tolleranza.

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Veltroni rischia il divorzio per le unioni gay.

(Francesco Angeli - Il Giornale) Oggi il colle del Campidoglio potrebbe trasformarsi in quello del Calvario per Walter Veltroni. Il consiglio comunale discuterà e dovrà pure votare riguardo a tre provvedimenti di natura diversa che ruotano intorno alla stessa materia: le unioni civili, le coppie conviventi etero ed omosessuali.
Tema scabroso per il centrosinistra e sul quale, anche se indirettamente, il governo Prodi è andato in minoranza due volte in Senato. E dato che Veltroni ancora mantiene il doppio ruolo di sindaco di Roma e di leader del Partito Democratico (di cui fa parte anche la senatrice teodem Paola Binetti) per lui il problema raddoppia. La contrapposizione tra laici e cattolici, vincolati ai «principi non negoziabili» riaffermati due giorni fa anche in una nota del Vicariato, imbarazza Veltroni su entrambi i fronti.
Sul tavolo del consiglio due delibere e un ordine del giorno. Una di iniziativa popolare promossa dai radicali che hanno raccolto le 5mila firme necessarie ad «obbligare» il Campidoglio a prendere in considerazione la proposta, che prevede un Registro delle coppie, realizzato attraverso un atto formale e una dichiarazione congiunta della coppia. L’altra di iniziativa consiliare, sostenuta da Rifondazione, Pdci, Verdi, Sdi e Rosa nel Pugno, prevede comunque un Registro. Per cercare di superare il problema nel modo più indolore possibile il Partito Democratico ha messo a punto un ordine del giorno che impegna il Parlamento a darsi da fare per varare al più presto una legge nazionale che regolamenti le unioni civili, perché gli enti locali non possono procedere da soli varando norme «fai da te». Un modo per rimandare il problema. Non è detto però che questo gioco riesca.
Certamente nessuna di queste proposte piace all’ala cattolica del consiglio. In testa il presidente Mirko Coratti che non intende derogare dalle indicazioni del suo partito, l’Udeur di Clemente Mastella, che vede la regolamentazione delle convivenze come il fumo negli occhi. E Coratti non è solo nel centrosinistra: anche l’assessore capitolino alle politiche delle risorse umane, Lucio D’Ubaldo, ha più volte ribadito le sue perplessità sulla legittimità dell’istituzione di un Registro delle unioni civili presso l’anagrafe, visto che non esiste una legge nazionale di riferimento.
I consiglieri comunali che nell’aula Giulio Cesare affronteranno la discussione avranno puntati addosso molti occhi. Quelli della Chiesa che non si rassegna all’idea che a due passi dalla Città del Vaticano si possa dare un via libera, anche se soltanto simbolico, alle unioni gay. La posizione dei vescovi è nota da tempo ma due giorni fa il Vicariato ha di nuovo fatto sentire la sua voce attraverso le pagine del quotidiano Avvenire. «I cattolici che siedono in Consiglio comunale, e tutti coloro che considerano la famiglia fondata sul matrimonio come la struttura portante della vita sociale, da non svuotare di significato attraverso la creazione di forme giuridiche alternative - dice la Chiesa - saranno presto chiamati a mostrare la propria coerenza e la propria determinazione». Insomma fate come la Binetti e votate contro.
Appello subito condiviso da tutto il centrodestra, dall’Udeur e dai cattolici dell’Unione. La sinistra però non ha intenzione di mollare e ha già organizzato un sit-in in piazza del Campidoglio nel pomeriggio. Comunque andrà in consiglio, dice il radicale Massimiliano Iervolino, la battaglia per le unioni civili proseguirà.

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Caccia ai nazisti: Parte l’Operazione Ultima Chance.

Efraim Zuroff,capo del Simon Wiesenthal Center, presenta una fotografia del criminale nazista Aribert Heim a Berlin il 26 gennaio 2005
(Panorama) Dopo l’Europa è il turno dell’America Latina, dove tanti criminali nazisti dopo la seconda guerra mondiale hanno trovato rifugio. L’Operazione Ultima Chance, lanciata nel vecchio continente nel 2002 dal Centro Simon Wiesenthal per stanare dietro compenso gli ultimi carnefici dell’Olocausto, non ha fatto in tempo ad arrivare nel continente latinoamericano che già si vedono i primi frutti. E un sospettato è stato localizzato nella provincia di Buenos Aires.
Intanto un numero di telefono cellulare (153-590-4100) e un indirizzo e-mail (operacionultimaoportunidad@gmail.com) sono stati messi a disposizione del pubblico. Tra gli obiettivi principali di questa versione latinoamericana della tradizionale caccia ai criminali nazisti da parte del Centro Wiesenthal la cattura di Aribert Heim, chiamato anche il “Dottor Morte” o “il Macellaio”, accusato di aver ucciso migliaia di persone su cui ha praticato esperimenti medici nel campo di concentramento Mauthausen. Il “Macellaio” si troverebbe a Puerto Montt, in Cile, dove risiede anche una delle sue figlie che, tuttavia, non ha mai fatto nulla per recuperare i due milioni di dollari che ancora oggi sono depositati su un conto corrente a Berlino intestato allo stesso Heim.
Chiunque darà informazioni utili alla cattura dei circa 300 criminali nazisti che dopo la Seconda Guerra Mondiale trovarono rifugio in Argentina, Cile, Brasile e Paraguay sarà ricompensato con 10mila dollari ma l’importo sale sino a 454mila dollari nel caso si arrivi alla cattura del Dottor Morte che oggi avrebbe 92 anni. Per ora l’Operazione Ultima Chance è stata presentata dal Centro Simon Wiesenthal in Brasile e in Argentina e nei prossimi giorni sarà il turno di Uruguay e Cile, dove si sta stringendo il cerchio attorno a Aribert Hein, il Macellaio di Mathausen alias Dottor Morte.

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Pottering invita il Papa all'Europarlamento. Attese contestazioni dai movimenti anti-clericali e dai sostenitori dei diritti dei gay.

(Ivo Caizzi - Il Corriere della Sera) Da tempo nell'Europarlamento le componenti anticlericali e, soprattut­to, la potente lobby trasversale dei gay prevalgono nei ripetuti scontri con il movimento egual­mente trasversale degli eurode­putati filo-Vaticano, arrivando a far passare nette prese di po­sizione a favore delle coppie omosessuali o della ricerca con l'uso di embrioni.
Ma il recente tentativo dei ra­dicali e della sinistra estrema di far eliminare dall'Unione eu­ropea i benefici fiscali naziona­li sulle proprietà immobiliari della Chiesa, in tutti i 27 Paesi membri, va oltre il tradizionale ambito politico-ideologico. Tocca ingenti interessi economico-finanziari e apre il ri­schio di perdite miliardarie. Il Vaticano ha così deciso di rea­gire mobilitando gli eurodepu­tati di riferimento.
Un ulteriore sostegno è arri­vato dal presidente dell'Euro-parlamento, il leader dei cri­stiano-democratici tedeschi Hans-Gert Pottering, che ha in­vitato papa Benedetto XVI a te­nere un discorso nell'aula di Strasburgo nel 2008. La data non è stata ancora fissata. Le al­te gerarchie vaticane vogliono prima valutare attentamente tutti i problemi politici e di opportunità. Pottering ne ha di­scusso con il suo connazionale papa Ratzinger in un'udienza privata del marzo scorso in Va­ticano.
Secondo alcune indiscrezio­ni, si starebbe ragionando per­fino sull'attenzione popolare che convergerebbe sulla sessio­ne di Strasburgo, ricordando ai contribuenti europei il costoso andirivieni con la sede di Bru­xelles (provoca un esborso sup­plementare stimato in oltre 200 milioni di euro annui). Non sarebbero poi da esclude­re contestazioni di movimenti anti-clericali e di sostenitori dei diritti dei gay.

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GayLeft. Benedino a Binetti: Basta crociate contro gli omosessuali.

(Ansa) 'Invito la senatrice Binetti a smetterla al piu' presto con le sue crociate contro gli omosessuali'. Lo afferma Andrea Benedino, gia' portavoce dei gay dei Ds e componente della Commissione per il Manifesto dei Valori del Pd.
'La richiesta della senatrice Binetti - sostiene Benedino - di modificare la norma contro l'omofobia inserendo un piu' generico riferimento all'art. 3 della Costituzione e' nient'altro che un patetico tentativo mascherato di cancellare qualsiasi riferimento esplicito all'orientamento sessuale e all'identita' di genere dalle cause di discriminazione previste nella legge Mancino e per questo va respinta'.
'La senatrice Binetti, non paga di aver rischiato di far cadere il governo Prodi pur di portare avanti le sue crociate ideologiche, a quanto pare ha deciso di continuare imperterrita nella sua strada. Mi auguro - conclude l'esponente del Pd - che i tanti laici del Pd che in questi ultimi giorni paiono aver perso la voce, la recuperino prontamente e reagiscano ai tentativi di questa signora di spingere il PD verso una deriva clericale'.

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Francia, Sarkozy fotografato con l'ex-modella Carla Bruni.

(Reuters) - Il presidente francese Nicolas Sarkozy è stato fotografato nel fine settimana con l'ex-top model Carla Bruni, alimentando le voci di una loro relazione a solo due mesi di distanza dal divorzio del presidente dalla sua seconda moglie.
Le foto di Sarkozy e Bruni, in visita a Disneyland Paris, sono oggi su tutti i quotidiani francesi e con tutta probabilità conquisteranno le copertina di diversi settimanali. L'Eliseo non ha voluto fare commenti.

Il quotidiano Le Figaro, considerato vicino a Sarko, titola in prima pagina "Carla Bruni, la fidanzata del presidente" sopra una foto della sorridente 38enne in pelliccia.
Le Parisien pubblica in prima pagina una foto della coppia insieme a Disneyland Paris circondata da tre bambini non identificati con la didascalia "Il capo di stato e la sua fidanzata Carla".
Non è la prima volta che l'aristocratica Bruni finisce in prima pagina per i suoi fidanzati di alto profilo. E' stata legata in passato a Mick Jagger, Eric Clapton e Donald Trump.
Bruni, originaria di Torino, vive da molti anni in Francia ed è stata tra le celebrità che hanno partecipato ad un concerto ad ottobre per opporsi ad una controversa legge sull'immigrazione proposta da Sarkozy.

Sarkozy e la sua seconda moglie, Cecilia, hanno divorziato lo scorso luglio dopo 11 anni di matrimonio. Cecilia e Sarkozy hanno un figlio insieme e due figli a testa dai loro precedenti matrimoni. La liaison non sarà una sorpresa per la madre del presidente 52enne, che a una rivista francese all'inizio del mese aveva detto che per il figlio non sarebbe stato un problema trovare una nuova donna dopo il divorzio. Ma niente matrimoni, ha aggiunto Andree Sarkozy a Point de Vue: perché lei ne "ha abbastanza delle nuore".

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Fantascenari? "Se un milione di gay e lesbiche non andasse a votare, sarebbe il centrosinistra a perdere".

Piddi: Attento alla rabbia dei gay.

(Francesca Schianchi - La Stampa) Nelle sale austere della Pontificia Università Gregoriana, espressioni simili non si erano mai sentite. «Accade che, anche a sinistra, qualcuno dica “Che palle ‘sti froci, ma cosa vogliono?”», tuona Cristiana Alicata, 31 anni e un cognome importante (Mario Alicata, storico dirigente del Pci, era fratello del nonno), eletta nella Costituente romana del Pd. «Se decidessimo di fare il gay pride nel giorno delle elezioni, se un milione di noi non andasse a votare, sarebbe il centrosinistra a perdere», minaccia. Applaude la platea riunita ieri all’assemblea promossa dagli eletti della lista “A sinistra per Veltroni”.

Ci sono i ministri Fioroni, Turco, Pollastrini; il veltroniano Giorgio Tonini, l’economista Giorgio Ruffolo. Si parla di lavoro, ambiente, ma soprattutto laicità: perché nel partito «è urgente e necessario uno sguardo laico e liberale», s’accalora il ministro Pollastrini, e fa un po’ effetto che campeggi di fronte a lei un imponente crocifisso. Arriva l’attacco della giovane Alicata: è lesbica serena e dichiarata, si dice «delusa» da D’Alema contrario al matrimonio gay, cita Fioroni guardandolo negli occhi, in prima fila, colpevole di aver difeso la Binetti sulla norma antiomofobia: «Al pacchetto sicurezza si è aggiunto il riferimento al trattato di Amsterdam – lamenta - sapendo che era un’imprecisione normativa e sarebbe stato abrogato» (è un rischio: ma la soluzione potrebbe essere un decreto che ripristini la legge Mancino contro l’odio razziale). Chiede l’istituzione di una consulta omosessuale nel Pd, e un incontro sul tema, da tenersi entro fine febbraio. «Invitiamo anche la Binetti: sono convinta che lavorandoci la possiamo convincere», scherza.

Perché la senatrice dissidente è ormai un simbolo della distanza tra le anime del Pd sui temi eticamente sensibili. Li definisce «idee che si tirano un po’ troppo come fossero un elastico» il ministro Pollastrini; invoca «un luogo in cui poterne discutere» il ministro Livia Turco. Che nel suo intervento specifica come «il Pd non deve essere una brutta copia di Forza Italia, al contrario dobbiamo coltivare i nostri anticorpi al populismo e alla demagogia». La diessina parla la stessa lingua del cattolico Fioroni: «Non facciamo il Pd per fare la brutta copia di Forza Italia», aveva detto lui. Un partito dove non stia «tutto e il contrario di tutto. Non un partito dell’”eppure” né del “ma anche”». Che guarda caso è la battuta di Crozza su Veltroni. Anche se il ministro nega sornione. E sulla Binetti e i temi eticamente sensibili, neanche una parola.
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Ndr. Cara Cristina, non credo ci sia la necessità di organizzare l'ennesimo "circo gay" per non far andare gli omosessuali a votare. Stai tranquilla che se le cose vanno avanti di questo passo non sarà necessario organizzare qualcosa, ci arriviamo noi stessi a non rivotare centrosinistra o sinistra. Si può essere presi in giro una volta, due ma la terza no... (Aspis)

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