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giovedì 13 marzo 2008

Londra. Membri della Camera dei Lords contro l'estradizione del giovane gay iraniano. Sospesa l'estradizione.

Chiedono al governo di Londra di salvare il giovane.
(Apcom) Oltre 60 membri della Camera dei Lord hanno firmato una lettera inviata al ministro dell'Interno britannico Jacqui Smith, per chiedere al governo di Londra di fermare l'estradizione di Seyed Mehdi Kazemi, il giovane omosessuale iraniano che rischia di essere condannato a morte se verrà rimandato nel suo Paese d'origine. Lo riferisce oggi l'edizione online dell'Independent.

La Gran Bretagna non ha accettato la sua richiesta di asilo, nonostante i familiari di Kazemi abbiano informato il ministero dell'Interno britannico che l'ex fidanzato del giovane è stato impiccato in Iran per il reato di sodomia.

Questo caso sta attirando l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale, e ieri sera 63 membri della Camera dei Lord hanno inviato una lettera a Jacqui Smith invitando il governo a mostrare compassione e garantire al giovane asilo politico. Tra i firmatari ci sono Lord Woolf, Betty Boothroyd, Shirley Williams, Julia Neuberger e Paddy Ashdown.
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Iraniano gay: plauso del PR, di NTC, del gruppo Everyone e dell'Ass. Radicale Certi Diritti al Governo inglese.

Dichiarazione di Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti.


Il Ministro degli Interni britannico, Jacqui Smith, ha deciso oggi di sospendere la procedura che prevede la deportazione in Iran del ragazzo gay Medhi Kazemi dove lo attendeva la pena di morte. Quanto avvenuto oggi è il risultato della mobilitazione internazionale che ha visto in prima linea le Associazioni Nessuno Tocchi Caino, il Gruppo EveryOne, il Partito Radicale Nonviolento e l’Associaizone radicale Certi Diritti insieme a molte associazioni lgbt europee, media e network internazionali, in particolare la stampa di Spagna, Italia, Olanda e Gran Bretagna, che lottano per la libertà e la democrazia. Non possiamo che esprimere al Governo britannico i nostri più sentiti ringraziamenti per la scelta di salvare la vita a Medhi. Occorre ora garantire, e su questo vigileremo, che in tutti i paesi dell’Unione Europea venga applicata la Direttiva 2004/83/CE che impone il riconoscimento dello status di rifugiato anche alle persone perseguitate nel loro paese di origine a causa del loro orientamento sessuale

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Usa, la crociata contro il Viagra rosa. "Fa solo gli interessi di Big Pharma".

La pillola blu compie dieci anni e l'industria punta sulla versione femminile. Ma cresce il movimento di denuncia: "Si medicalizza il sesso per denaro".
(Alessia Manfredi - La Repubblica) "Sesso per il nostro piacere o per il loro profitto?" Diretto, senza troppi giri di parole è il grido d'allarme lanciato dalla New View Campaign, il movimento che, proprio quando il Viagra si appresta a compiere dieci anni di vita, fa sentire sempre di più la sua voce negli Stati Uniti contro l'eccessiva medicalizzazione della sfera sessuale e, in particolare, la versione in rosa della celebre pillola dell'amore.

Alla guida di questa campagna c'è Leonore Tiefer, psicoterapeuta e professore associato presso la New York University. La signora un'aria rassicurante, che però non deve ingannare. E' combattiva e non è sola. Come lei la pensano diversi psicologi, accademici ed esperti di salute - molti sono donne e femministe, come lei - convinti che dietro gli sforzi della ricerca per arrivare ad una pillola magica per le disfunzioni sessuali femminili ci siano solo gli interessi di Big Pharma e non l'attenzione al benessere del paziente.

Da quando venne introdotto sul mercato nel marzo 1998, il Viagra fu immediatamente salutato come il portatore di una nuova rivoluzione sessuale, paragonabile solo a quella della pillola anticoncezionale. La compressa azzurrina ha spopolato in tutto il mondo - in Italia ne sono state vendute 60 milioni - ed è partita la corsa per produrne una versione al femminile. Più volte annunciato, il Viagra rosa non è però ancora arrivato. E la conquista della pillola in rosa si è rivelata molto più sfuggente e scivolosa di quanto non si pensasse all'inizio.

Molte aziende hanno rinunciato, altre si dicono in dirittura d'arrivo con prodotti in fase avanzata di trial clinici, fra cui un gel che al momento viene sperimentato su decine di migliaia di donne e che potrebbe avere l'ok dall'FDA nel 2009.


Contro tutto ciò si batte la Tiefer, contraria all'idea che passi il messaggio che una donna che non prova desiderio sessuale debba sentirsi malata. Quello che le compagnie farmaceutiche comunicano alle donne è questo, denuncia Tiefer al Washington Post, che al tema dedica un lungo articolo: "Voi non avete bisogno di sapere nulla. Potete avere una vita sessuale soddisfacente, solo chiedendo al vostro dottore".

Eppure le cause dei problemi sessuali, continua la terapeuta, possono essere molteplici, da un partner non perfettamente in sintonia, allo stress, alla fatica di dover tenere dietro alla famiglia. Tutti motivi più che validi per un calo di desiderio, senza dover stare a scomodare per forza la medicina.

Tiefer e compagni accusano in sostanza Big Pharma di aver creato a tavolino una nuova malattia, motivati dalla conquista di una fetta di mercato tutt'altro che insignificante. "L'industria farmaceutica - si legge nel manifesto del movimento New View - vuole che la gente pensi che i problemi sessuali sono semplici e offre farmaci come costose cure miracolose, ma la sessualità è sempre diversa, i problemi sessuali sono complicati e nessun farmaco è privo di effetti collaterali".

Dall'altra parte della barricata, su posizioni opposte, ci sono altri medici fra cui la nemesi della Tiefer, il dottor Irwing Goldstein - direttore centro di medicina sessuale dell'ospedale Alvarado di San Diego - che definiscono i disturbi sessuali femminili un'epidemia silenziosa, che colpisce soprattutto dopo la menopausa, ed emerge a fatica perché molte donne non se la sentono di parlarne liberamente con il proprio medico.

Per loro considerare i disturbi sessuali come una questione da affrontare con la psicoterapia significa tornare indietro nel tempo di 30-40 anni quando il Viagra, invece, ha chiarito l'origine clinica della maggior parte dei casi di impotenza. Tiefer però insiste: qui sono le aziende farmaceutiche a dettare le priorità e a stigmatizzare le donne che non sono interessate al sesso. E per la cronaca, ci tiene a sottolineare che il numero di pazienti maschi in terapia presso di lei, non è certo calato negli ultimi anni. Anzi.

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Grecia. La prima coppia gay si sposa la prossima settimana ad Atene.

(ASCA-AFP) Due donne lesbiche approfitteranno di un vuoto legislativo per sposarsi e la prossima settimana sara' la prima coppia gay in Grecia. A renderlo noto e' stata la Olke, la principale associazione omosessuale in Grecia. Le due donne, stando alla legge del 1982 che non specifica che le unioni civili debbano essere fra uomo e donna, verranno sposate dal sindaco radicale, Spyros Tzokas, nel quartiere ateniese di Kessariani. ''Non ho nulla in contrario nel celebrare questa unione a condizione che la legge venga rispettata'', ha dichiarato il sindaco. Grigoris Vallianatos, un noto attivista che si batte per i diritti degli omosessuali, ha affermato che l'attuale decreto sui matrimoni viola la convenzione europea sui diritti umani e che se il sindaco si fosse rifiutato, la coppia avrebbe presentato un'istanza al Consiglio di Stato. (Piu'Europa).

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Fullin a Genova con il suo libro. "I gay vogliono far ridere".

'Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna' è l'ultimo libro del comico scrittore. Sabato 15 Michele Serrano lo presenta alla Fnac.

«Entrare nel mondo gay è l’esperienza più divertente che si può fare durante la prima settimana e la più noiosa per il resto della vita».

Alessandro Fullin

Alessandro Fullin, il comico divenuto celebre in tv come l’inventore del Tuscolano, sarà a Genova sabato 15 marzo 2008 alla Libreria Fnac (ore 18.00), per presentare il suo ultimo libro: Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna (Mondadori). Accanto a lui Michele Serrano, che commenta: «Per uno come me che non crede all’omosessualità (esiste solo la sessualità! Ognuno ha la sua), e che rifiuta i ruoli dovuti all’appartenenza di genere è un leggero smacco constare che la Mondadori mi chiama solo per presentare libri di contenuto omosessuale! Ma sono felice di conoscere Fullin e coglierò l’occasione per togliermi qualche sassolino dalla scarpa».

Con queste premesse l’incontro di sabato non rischia di diventare una presentazione alla Alain Elkan: quella famosa televisione non urlata, ma con un pubblico che sbadiglia di nascosto e lotta contro un colpo sonno tanto improvviso quanto fatale. È finita l’era di Philadelphia e Brokeback Mountain, ora più che di fare pena i gay hanno voglia di far ridere e ridere di sé, il libro del comico triestino ne è una testimonianza.
Una serie di ritratti paradossali, una sfilata irresistibile di tic e vizietti sui quali l’autore invita sorridere e fare spallucce piuttosto che deprimersi nell’impossibilità di aderire ad un modello di maschio virile che forse (a sentire le donne) non esiste nemmeno.

«Perché si diventa omosessuali è ignoto. La scienza sta ancora interrogandosi se il merito va alla mamma, all’ipotalamo, ai geni con le loro lampade o alla visione integrale di tutte le puntate di Milleluci. Tra tanti fattori a me piace sceglierne uno: il desiderio di diventare la reginetta del ballo».
Alessandro Fullin

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Interviste. Boselli: “Campioni di omofobia, dal Pd alla Destra”.

(River-blog) La campagna elettorale del Partito Socialista di Enrico Boselli non è facile, e la mission di entrare in Parlamento ha degli esiti tutt’altro che scontati, nel bene e nel male. Le sue posizioni, in tema di diritti dei gay, sono molto vicine a quelle dei radicali e della Sinistra l’Arcobaleno. Ed è forse qui il problema di un partito che rischia di rimanere “soffocato” dai blocchi più massicci, in termini di consenso elettorale, rappresentati dalla Sinistra e dal Pd. Ma un punto a loro favore i socialisti lo hanno giocato con i manifesti della loro campagna pubblicitaria: espliciti e “incazzosi”, dedicati alle categorie che oggi, secondo i socialisti, non sono adeguatamente rappresentate in Parlamento. I gay, i precari, le donne e i pensionati. A Roma puntano tutto su Franco Grillini, candidato sindaco. Una nota di colore: molti blogger gay si tormentano da settimane sul nome del bel protagonista del manifesto postato sopra. River-blog intervista stavolta il segretario Enrico Boselli – che ringrazia per la sua disponibilità.

Continua su Il voto gay.

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La MarKetta su 'Fabio Cannavaro, lo scugnizzo d'oro' più amato dai gay italiani.

(La7) La promozione della puntata, il libro scritto da Manuel Parlato, dedicato al campione del mondo Fabio Cannavaro (nuova icona gay). Segreti e ricordi del capitano della nazionale italiana campione del mondo.
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Prima parte.

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Seconda parte.

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"Naked News" parte alle 17 anche in Italia su internet. Il video del numero zero.

Qualche tempo fa, vi abbiamo parlato del canale di notizie Naked News, che presto sarebbe sbarcato anche nel nostro paese. Quel giorno è arrivato. Oggi arriva in Italia il telegiornale nel quale le conduttrici leggono le notizie spogliandosi piano piano: ogni notizia, viene tolto un capo di abbigliamento, fino ad arrivare anche al nudo integrale. Ecco allora le immagini del canale italiano.

Nakednews è un programma nato nel 1999 e ideato per internet e per i telefoni cellulari. Attualmente viene trasmesso in 172 paesi. E oggi anche nel nostro: sarà disponibile all’indirizzo wwww.nakednews.it tutti i giorni feriali alle ore 17. L’abbonamento mensile ha un costo di 9,99 euro, ma il primo mese è gratuito. Italia Nakednews, “il programma che non ha nulla da nascondere” è stato presentato a Milano. Le conduttrici sono ragazze dai 22 ai 27 anni.
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Video intervista a Rocco Siffredi al Mi-Sex: "Senza le donne non c'era il mio lavoro".

"Mi reputo fortunato: sognavo di diventare una star del porno, e ce l'ho fatta".
(La Voce d'Italia) C'era anche il "re del porno", Rocco Sifredi (al secolo Rocco Tano) tra i visitatori del Mi-Sex, giunto quest'anno alla quattordicesima edizione. La Voce lo ha incontrato tra gli stand della fiera dell'hard che si è svolta tra i palazzi del Centro congressi di Assago, alle porte del capoluogo lombardo.

Rocco, unico come sempre. Hai presentato una collezione di moda, il tuo cd, e oggi te stesso, così poliedrico.
“Bisogna esserlo. Credo che l’epoca porti ad interessarsi di tutto. Dopo 20 anni di film hard, interessarsi a qualcos’altro è divertente, anche se il mio lavoro è sempre questo. Non è l’inizio di un nuovo lavoro, è solo divertente”.

Se considerato un’icona: ti senti tale?

“Mi fa piacere sentirmi apprezzato. Io mi reputo fortunato: sognavo di diventare una star del porno, e ce l’ho fatta. La gente mi dice ‘bravo’. Vuol dire che ho fatto qualcosa con passione, e il riscontro sono i fans”.

Posso offrirti una patatina?
“La patatina è sempre la patatina. Non dimenticate che questa mi ha dato ciò che è la gioia della vita. Viva la patata!”
E se lo dice Rocco, c'è da credergli, visto il refrain del famoso spot pubblicitario di una nota marca di snack del 2006, che lo vedeva dichiarare: "Io di patatine ne ho viste tante. Gustose, fragranti. Non ce la faccio a stare senza, le ho provate tutte. Americane, tedesche, olandesi, grandi e piccole, con la sorpresa. Le prendevo così, senza tanti complimenti, anche tre alla volta. Ma nessuna è come questa. Fidati di uno che le ha provate tutte". E noi ci fidiamo. Così è Rocco Siffredi, uno che ha partecipato a più di 1300 film, e avuto rapporti sessuali con più di 4000 donne, prima di ritirarsi dalle scene per mettersi dietro la cinepresa.

Guarda l'intervista a Rocco Siffredi su MyVideos

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Roberto Bolle tra i grandi ospiti di "ParmaDanza 2008".

(Tuzone) Grandi compagnie, maestri della coreografia, spettacoli affascinanti e due prime nazionali caratterizzano il cartellone di ParmaDanza 2008. Sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma, dal 3 al 30 maggio, si avvicendano cinque titoli per ben tredici rappresentazioni, accompagnate da un ricco calendario di attività collaterali. L’onore di aprire il festival spetta al Balletto Mariinskij di San Pietroburgo, la storica compagnia fiorita sotto l’egida degli zar e sotto la guida del grande scenografo francese Marius Petipa. Il 3 e 4 maggio si potrà così assistere alla versione sovietica (la più fedele all’originale) del classico dei classici, il Lago dei cigni, sulle musiche di Piotr Ilich Chaikovskij eseguite dall’Orchestra del Regio. La compagnia pietroburghese, di scena per la prima volta a Parma, porterà poi lo spettacolo in tournée a Modena e a Ferrara. Altrettanto atteso il ritorno di Svetlana Zakharova, stella del Bol’šoj di Mosca e protagonista assoluta della scena internazionale. Il suo galà “Svetlana Zakharova and Friends”, in programma il 9 e 10 maggio, la vedrà esibirsi in passi a due e assoli, accompagnata dagli eccellenti ballerini incontrati negli ultimi anni. Il terzo appuntamento in cartellone (dal 14 al 17 maggio) porterà poi a Parma la migliore compagnia di danza contemporanea cinese, il Cloud Gate Dance Theatre di Taiwan: un ensemble di ventiquattro ballerini formati alle discipline orientali della meditazione, delle arti marziali, ai movimenti dell’opera cinese e alla calligrafia, ma anche alla danza classica e moderna occidentale. I ballerini del Cloud Gate Dance Theatre presenteranno in prima nazionale “Moon Water”, spettacolo di sorprendente fascino in cui oriente e occidente dialogano poeticamente in una raffinata cornice scenica, con i corpi dei danzatori accompagnati dalle note delle Suite per violoncello di Bach. Prima rappresentazione italiana anche per “Eau” (22 e 23 maggio), spettacolo per dodici ballerini del Centre Choréographique National de Roubaix Nord-Pas de Calais. “Eau” nasce dalla fantasia della coreografa (ed ex danzatrice) Carolyn Carlson, che dirige il Centre, ed è ispirato al più fuggevole degli elementi naturali: l’acqua. Chiusura affidata al Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e alla sua étoile Roberto Bolle, con un’ospite del calibro di Polina Semionova, prima ballerina della Staatsoper Unter den Linden di Berlino. Il duo Bolle-Semionova sarà protagonista il 29 e 30 maggio della “Serata Petit”, con un trittico di opere firmate appunto dal celebre coreografo Roland Petit: l’immortale Carmen e l’Arlésienne sulle note di Georges Bizet, e “Le Jeune homme et la Mort”, balletto esistenzialista nato da un’idea di Jean Cocteau.

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Amici di Maria, ormai resta in piedi grazie alle polemiche. E questa è la volta di Garrison contro la Celentano. I video.


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(Televisionando) Gli Amici di Maria De Filippi sono rimasti in otto: i Blu si riportano in parità e conquistano credibilità anche grazie la prova di canto sostenuta con Jurman. In studio compare anche Maria Volpe, del Corriere della Sera, che approfitta della serata per fare qualche domanda ai ragazzi e alla conduttrice. In alto le esibizioni dei professori.

Sette le prove cui si sono sottoposti gli allievi, quattro di canto e tre di ballo. Niente coreografia di Steve questa volta, che ha lasciato il passo a Garrison, Maura e Alessandra Celentano. Francesco, unico ballerino superstite dei Blu, ha dovuto ancora una volta sostenere i giudizi “leggermente” di parte di Garrison, che continua a dirgli che nel suo stile pecca dell’elemento più importante, ovvero il “cuore“. La tecnica da sola non basta, il fisico da solo non esprime - queste le note posizioni del trio Maura-Steve-Garrison -, ma questa volta il bel e buon Francesco non si limita ad incassare ma rilancia. Chiede, con tanta umiltà ma anche con molta amarezza, se per lui sarà mai possibile “riuscire” nello stile di Garrison e Maura, o se alla fine i giudizi dei docenti, condizionati dalle simpatie di squadra, lo condanneranno all’insufficienza fino al termine della trasmissione. L’accorato appello del ragazzo apre forse un po’ gli occhi a Garrison, talmente impegnato a difendere Giulia e Susy dagli attacchi della Celentano e di Iancu da non vedere i suoi miglioramenti. Miglioramenti, invece, che pur tra mille distinguo Maura gli riconosce. In basso la sua esibizione sul ballo di Garrison e il suo sfogo.
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Stanco delle solite discussioni, Garrison apre una nuova piccola polemica con la docente Celentano, accusandola non solo di montare le coreografie ad uso e consumo di Francesco, penalizzando le donne (storia vecchia questa, ma ricordiamo che i ballerini in gara sono solo tre, Francesco per i Blu e Susy e Giulia per i Bianchi), ma anche di essere discriminante nei confronti dei ballerini professionisti. “Perchè fai ballare sempre Anbeta e Josè? Allora per te Francesca e Maria non sono ballerine, visto che non sono altissime e slanciate come Anbeta!” le dice Garrison e Alessandra scatta come una molla, rifiutando l’insinuazione e riconoscendo alle due bravissime ballerine doti e talento. In basso il filmato.
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Ma non è bastato, la polemica ha finito per estendersi anche al corpo di ballo professionista e ha coinvolto anche Leon, al quale la Celentano ha trovato un difetto fisico. “ha le spalle troppo larghe” dice Alessandra e Leon, che non ne lascia scappare una, entra in studio per rispondere: “Ho ballato alla Scala, negli Usa, e nessuno mi hai mai detto nulla. Non vorrei che adesso questa tua opinione passasse per una verità inconfutabile. E’ la tua opinione, non quella del mondo della danza”. “Gioca coi fanti, ma lascia stare i santi”, recita un vecchio adagio e così Leon rimette a posto anche la Celentano, spezzando indirettamente una lancia a favore delle due piccole “calimere” della danza.

Le continue polemiche, i giudizi di parte, la scarsa obiettività ha finito per minare irrimediabilmente la credibilità dei docenti, cui ha contribuito anche la prova di canto di gruppo nella quale si sono cimentati, con le rispettive squadre, Grazia Di Michele, Fabrizio Palma e Luca Jurman. Difficile non notare il diverso spessore dei brani e delle esecuzioni presentate dalle squadre, cui hanno contribuito, in maniera non trascurabile anche le immagini che nel frattempo sono scorse sul ledwall. In apertura di articolo potete rivedere questa prova.

Per un incomprensibile riguardo nei confronti dei docenti, Maria esita a mostrare le carte della sfida tra i docenti, che per fortuna non pongono ostacoli a rendere pubblico il risultato del televoto, che ha premiato i Blu. Non brillano per simpatia, ma a questo punto la simpatia non premia nessuna delle due squadre, ma hanno dato sicuramente una prova migliore.

Inascoltabile, invece, la prova di “canto obbligato”, ovvero la prova che ha sostituito il guanto di sfida: questa settimana è stata data ai Blu la possibilità di scegliere un brano e contestualmente il membro della squadra Bianca che avrebbe dovuto sostenerla. Marco ha scelto Certe Notti e ha proposto Pasqualino (si veda il nostro precedente articolo), ma la Commissione non ha accettato, per non togliere a Giuseppe l’unica esibizione della serata. Mah, il commento viene spontaneo: si sapeva che Marco avrebbe scelto Pasqualino e la valutazione della Commissione non avrebbe dovuto tener conto dell’attribuzione delle prove decisa dalle squadre; insomma, che la date a fare questa prova se poi non l’accettate? In basso le due esibizioni.
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In conclusione diamo l’andamento delle prove e i risultati, decisamente a favore dei Blu:
prima prova, canto, Don’t Cry For me Argentina, Roberta contro Cassandra, vince Cassandra (Blu);
seconda prova, ballo, coreografia di Garrison, Fever nella verisone di Micheal Bublè, Francesco contro Susy, vince Francesco (Blu);
terza prova, canto obbligato, Certe Notti, Marco contro Giuseppe, vince Marco (Blu);
quarta prova, ballo, coreografia di Alessandra Celentano, Giulia contro Francesco, vince Giulia (Bianchi);
quinta prova, canto di gruppo, vincono i Blu;
sesta prova, ballo, coreografia di Maura, Susy contro Francesco, carte nascoste;
settima e ultima prova, canto, With or Without You, Marco contro Pasqualino, carte nascoste.

Alla fine vittoria per i Blu che pareggiano il conto delle serate vinte con i Bianchi (3 a 3): la squadra fa massicciamente il nome di Giuseppe, solo sesto in classifica che non viene salvato dalla commissione e si commiata con Your Song, dedicata a famiglia e a tutti i professori. L’ultima in classifica per i Bianchi era Giulia, col senno di poi si può dire che il sacrificio di Giuseppe è servito a non far uscire Giulia. Peccato per Giuseppe, l’unico entrato in finale con la maglietta bianco-dorata, quella assegnata proprio dalla Commissione. In basso l’ultima esibizione di Giuseppe e la classifica finale della puntata.
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Per tutti un monito: insistere sulle polemiche alla fine fa perdere le simpatie del pubblico. Eccezion fatta per Marco, sempre saldamente in testa alla classifica, Giulia ha evidentemente patito la settimana di lamentele pomeridiane verso la Celentano e Anbeta. Il troppo stroppia, è evidente.

Intanto ci si avvicina alla finale: stando ai palinsesti, l’ultima puntata andrà in onda mercoledì 2 aprile e durerà fino all’una, con la benedizione di Enrico Mentana. Mancano dunque due serali prima della finale e con molta probabilità nelle prossime due puntate si assisterà ad una doppia eliminazione che permetterà una finale a cinque, come avvenne nella scorsa edizione. Il gioco a questo punto si fa davvero duro: poche chiacchiere e a lavorare!

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