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sabato 12 gennaio 2008

Pedofilia, finanziamente illetici, prostituzione, la Polizia postale indaga Secon Life.

(Assodigitale.it) Second Life entra nel mirino della polizia postale italiana che intende indagare su eventuali crimini connessi alla diffusione di immagini pedopornografiche, forme di finanziamento illecito e prostituzione digitale.

La Polizia Postale è allarmata dalla mancanza di controllo su Second Life che spesso è terreno vergine per consumare crimini quali diffusione di contenuti pedopornografici, adescamento e prostituzione digitale ed anche giri illeciti di denaro virtuale, i cosiddetti Linden Dollars, che poi si tramutano in denaro reale.

Queste indagini nascono anche sulla scorta di operazioni analoghe messe in atto in altri paesi dell'unione europea e negli usa, Maurizio Masciopinto, direttore della divisione investigativa ha inoltre affermato di avere infiltrato dentro Second Life alcuni agenti sotto copertura.

Le indagini sono all'inizio ma per eventuali segnalazioni di reati è attivo il sito del Commissariato di Polizia su internet raggiungibile all'indirizzo: www.commissariatodips.it

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Moda. A Milano i primi vip, da Versace Beyoncè e Jay-Z.

(Agr) Arrivano i primi vip per la quattro giorni sfilate dedicate alle collezioni autunno inverno 2008-2009. Stasera da Versace ospiti d'onore la cantante Beyoncè con il fidanzato, il rapper Jay-Z. Nel pomeriggio da Missoni c'era Jack Huston, nipote di Angelica Huston e nel cast di 'Factory Girl' con Sienna Miller. Per Dolce e Gabbana ha invece sfilato il modello inglese David Gandy (nella foto), già protagonista della campagna pubblicitaria per il profumo e calendario di D&G.

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Al via le sfilate della moda. Per D&G «a Natale le vendite sono andate malissimo».

(Il sole 24ore) Ora che l'hanno detto Dolce&Gabbana, quel che tutti sussurravano ma nessuno voleva dire con chiarezza diventa ufficiale: "Natale è andato malissimo, i negozi erano vuoti, in giro c'è stanchezza". Parola del più celebre duo del mondo fashion, durante la tradizionale conferenza stampa di anticipazione della sfilata uomo autunno-inverno 2008-09, punteggiata da enormi cappotti di montone antigelo - a dispetto dell'annunciato surriscaldamento del pianeta - indispensabili in quei Paesi, come la Russia e le ex-Repubbliche sovietiche, che sono oggi tra i più scatenati acquirenti del lusso made in Italy ("Molti di loro - hanno precisato Dolce&Gabbana - vogliono capi preziosi ma no logo"). A ben vedere, i pochi che, in via Montenapoleone o in via Condotti, camminano carichi di shopping bag durante il sempre più corto periodo degli acquisti a prezzo pieno.
Si confermano, quindi, anche le comunicazioni d'Oltreatlantico sulle vendite natalizie, in forte calo in tutti i più prestigiosi department store clienti della moda italiana. Ed è ormai evidente che ai consumatori, anche a quelli d'alta gamma, bisogna dare qualcosa di nuovo, che non sia già appeso nell'armadio o ripiegato nei cassetti. Ed ecco che, nella prima giornata di Milano moda uomo, Raf Simons per Jil Sander dà la scossa alla platea di buyer e stampa estraendo dal cilindro l'effetto marmorizzato, una sorta di omaggio all'eccellenza di Carrara, con "vene" e arabeschi che ricordano i rivestimenti dei bagni anni Sessanta, declinati in cappottini, imper e abiti blu, verdi e grigi. E poi giacche in tessuto jacquard o in plissé di lana e seta lavorato orizzontale oppure verticale o, ancora, a "finestre".
Certo, ci vuole coraggio. Anche per indossare i pantaloni di tartan rosso in angora proposti da Ennio Capasa per Costume National, giacchette-bomber e guantini con le dita fuori stile piccola fiammiferaia, ma con il papillon. Mentre Cp Company, alla sua prima passerella, ha presentato il suo classico uomo che ama soprattutto i tessuti hi-ch, sullo sfondo di un videowall-Babele sintonizzato su tutti i Tg del mondo, da un'idea di Tiziana Finzi, vicedirettore del Festival di Locarno, con il quale il marchio di sportswear ha una liaison pluriennale. Come colonna sonora, musica elettronica e pianoforte "firmati" da Ludovico Einaudi.
In serata Versace, con parterre de roi: Beyoncé e Jay Z. Siprevede l'assalto di fan e fotografi.

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Future film festival: Bologna fa spettacolo con il meglio dei cartoon e 3d.

(Panorama) Chris Wedge, il creatore di L’era glaciale (e doppiatore dello scoiattolo Scrat nella versione originale) sarà tra i protagonisti della decima edizione del Future Film Festival di Bologna. L’edizione 2008 dell’appuntamento per gli appassionati di cartoni animati e cinema d’effetti speciali, dove gli autori raccontano con quali tecnologie vengono realizzate le immagini da sogno di capolavori come Ratatouille o La bussola d’oro, si terrà quest’anno dal 15 al 20 gennaio.

Wedge mostrerà i trailer e racconterà la genesi del suo nuovo film d’animazione in 3D Horton Hears a Who, storia di un elefante che scopre un minuscolo mondo dentro un seme di dente di leone, in uscita nelle sale italiane in primavera. Per festeggiare i dieci anni del Future Film Festival, si terrà la tavola rotonda 10 anni di nuove tecnologie, con alcuni dei più grandi esperti mondiali di effetti speciali: Bruce Sterling e Matt Aitken della Weta Digital (l’azienda che ha realizzato Il signore degli anelli, fondata dal regista della saga Peter Jackson) e Vicki Dobbs Beck della Industrial Light & Magic di George Lucas, padre di Guerre Stellari.
Tra le oltre venti anteprime in programma spiccano il film di fantascienza Alien vs Predator 2, lo spassoso cartone animato spagnolo La crisis carnivora e The Pixar Story di Leslie Iwerk, documentario sulla casa di produzione che, in collaborazione con Disney, negli ultimi dieci anni ha sfornato, tra l’altro, Alla Ricerca di Nemo , Cars, Ratatouille. Di quest’ultimo film parleranno Jim Capobianco e Mark Holmes, rispettivamente registi di Your Friend The Rat (in italiano Il tuo amico topo, cortometraggio inedito e esclusivo che uscirà per la prima volta in febbraio con il dvd / blu-ray disc di Ratatouille e di Lifted, il cortometraggio che ha accompagnato il film nelle sale). Quest’anno il Future film festival cambia sede: le proiezioni si terranno in tre cinema del centro di Bologna: il Manzoni (via de Monari 1/2), il Jolly (via Marconi 14) e l’Europa (via Pietralata 55/a). Rimane invece invariata la sede del Future Village: lo storico Palazzo Re Enzo, in piazza del Nettuno, sarà infatti anche quest’anno il luogo di incontro per tutto il pubblico del festival e sarà animato da incontri, tavole rotonde, bookshop, workshop, aperitivi e dj set. Inoltre Casa Hera, spazio che sarà allestito presso piazza XX Settembre, ospiterà presentazioni di libri, aperitivi, laboratori e quiz.
Gli orari e i luoghi d’incontri e proiezioni sono sul sito www.futurefilmfestival.org.

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I Gesuiti stanno per eleggere il “papa nero”.

(Orazio La Rocca - La Repubblica) Sarà un indiano? Un cinese? Un asiatico? Incomincia a prendere forma, con questi interrogativi, l’identikit del successore di padre Hans Peter Kolvenbach al vertice della Compagnia di Gesù. Se ne sta parlando, riservatamente, da lunedì scorso tra i 226 delegati riuniti a Roma alla Congregazione generale dell’Ordine in corso nella sede della Curia di Borgo S. Spirito, a due passi dal Vaticano. Tutto si sta svolgendo a porte chiuse, come una sorta di Conclave (lo storico organismo pontificio a cui partecipano i cardinali per eleggere il Papa).

E proprio come un Conclave che si rispetti i delegati non possono avere contatti con l’esterno, né telefonare. In totale isolamento dovranno individuare il nome di colui il quale sarà chiamato a succedere al dimissionario superiore generale, l’olandese padre Hans-Peter Kolvenbach (nella foto) , che è stato il ventottesimo successore di S. Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia. Prima di Kolvenbach, c’era stato solo un altro superiore generale, lo spagnolo Padro Arrupe, a rassegnare anticipatamente le dimissioni contravvenendo alle disposizioni di S. Ignazio che aveva stabilito che il capo dei gesuiti doveva essere eletto a vita. Ma Arrupe fu costretto a lasciare la guida dell’Ordine per motivi di salute, in seguito ad un ictus, anche se - sotto sotto - il suo gesto fu accettato senza riserve dai vertici vaticani perché in contrasto con la sua “politica” pastorale, specialmente in materia di teologia della Liberazione.

Padre Kolvenbach lascia invece spontaneamente, dopo aver chiesto il placet di papa Ratzinger. E c’è da immaginare che anche il suo successore farà altrettanto, uniformando la durata della carica di superiore generale a quella dei vescovi, che devono rassegnare le dimissioni al compimento del 75esimo compleanno.

Il porporato non ha fatto nomi, ma ha significativamente indicato la possibile area di provenienza, a cui “potrebbero guardare” i 226 delegati presenti, ai quali un altro cardinale Franc Rodè a nome del Papa ha rivolto, nell’omelia inaugurale dei lavori, un forte richiamo “all’obbedienza al Pontefice e alla Chiesa”. Parole ferme e pesanti che hanno scosso la solenne celebrazione anche perché pronunciate accanto alla tomba di S. Ignazio a cui il cardinale ha fatto frequentemente riferimento. “Vedo con tristezza e inquietudine - ha ammonito Rodè - che va decadendo sensibilmente in alcuni membri il senso ecclesiale (Sensus Ecclesiae) di cui parla frequentemente il vostro Fondatore; ma vedo anche da parte di alcuni un crescente allontanamento dalla Gerarchia. La spiritualità ignaziana di servizio apostolico “sotto il Romano Pontefice” non accetta questa separazione”. Il prossimo Superiore generale è avvertito…

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Storie di ordinaria omofobia al centro.

(Elfobruno) Come qualcuno di voi sa, sono iscritto al forum della Casa del Popolo.
In questo forum ho trovato persone di grande spessore umano e culturale e anche in quello spazio conduco la mia lotta quotidiana contro l'omofobia. Nella sezione privata del forum in questione, oggi ho trovato quanto segue.

Gli omosessuali e la società

E' un thread che mai avrei pensato di aprire. E' un po' un'ammissione di colpa!
L'altro giorno mi trovavo a Siracusa in un centro commerciale nella pausa pranzo. Ho visto una cosa che mi ha fatto pensare a quando a volte considero Dario un po' troppo monotematico, perchè magari, in 8 post su 10, parla dell'omofobia dilagante. A volte l'ho considerato esagerato, ma l'altro giorno, mi sono ricreduto e gli ho chiesto scusa mentalmente (lo faccio adesso pubblicamente), perchè ho capito che siamo ancora lontani anni luce dal considerare un gay, una persona assolutamente come le altre e Dario ha ragione da vendere.

Come dicevo mi trovavo a Siracusa, entro nel centro commerciale e davanti avevo una coppia gay (non so se amici o se stavano insieme), ho preso la loro stessa direzione e ho praticamente assistito in prima persona agli sberleffi, risatine, sguardi insistenti, sfottò generali, dei quali sono stati vittime. Sono andati al bar e anch'io con loro, la cassiera li fissava come due alieni e aveva un sorrisino del cazzo stampato sotto i baffi e con la coda dell'occhio cercava la complicità dei colleghi come a dire :"Ehi, guardate cosa c'è qui!!!".
Neanche a farlo apposta sono entrati alla Feltrinelli come me e anche lì si è ripetuto il rito sguardi/sorrisini/sfottò. Loro bravissimi, evidentemente abituati, non hanno mostrato nessun disagio e continuavano per la loro strada, senza neanche essere scalfiti da questo medioevale atteggiamento, intorno a loro invece decine di imbecilli a mostrare la loro pochezza.

Sapevo di certi comportamenti, ero consapevole che ancora il problema dell'omofobia è lontano da una soluzione, ma non ci avevo mai fatto caso prima a quanto siamo messi male. Non pensavo fossimo ancora a questi livelli.
Scusa Dario.
Come ho già scritto a Luca - si chiama così l'amico che ha aperto il thread in questione - non credo che debba delle scuse a me o a chiunque altro per il semplice motivo che la situazione che ha visto non dipende da lui.

Se poi è riferita al fatto che io possa essere "monotematico", questo è vero e mi rendo perfettamente conto che soggetti che non appartengono a minoranze stigmatizzate (o a minoranze in genere) non sono "sensibilizzati" in modo adeguato, nel senso che non hanno strumenti culturali che permettono di vedere il problema prima ancora di affrontarlo.

Di questo siamo responsabili tutti, me compreso, perché la colpa è della società nella sua interezza. Per cui le sue scuse, pur apprezzando il pensiero, non hanno ragion d'essere.

Invece lo ringrazio io per questa doppia testimonianza.

Quella della povertà umana e culturale di certa gente.
E quella di una persona che ha saputo indignarsi di fronte a tutto questo.

Quella persona è proprio Luca e io lo ringrazio, pubblicamente, per aver sviluppato questa sensibilità.

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Concerto a Milano in memoria di Laura Alvini.

Laura Alvini era una talentuosa musicista, diplomata al Conservatorio di Milano, insegnante di musica d’insieme per strumenti antichi al Conservatorio di Verona, con una carriera ricca di successi come solista con il gruppo Galimathia Musicum, da lei fondato e con l’Ensemble Concerto di Roberto Gini. Un male incurabile l'ha stroncata tre anni fa, all'età di 58 anni.


Queste sera, nel terzo anniversario della sua scomparsa amici, colleghi e allievi si ritrovano in un concerto a lei dedicato alle 20.30 presso la Sagrestia Monumentale di San Marco in Piazza San Marco a Milano, con ingresso libero.

Il programma prevede l'esecuzione di musiche di J.S. Bach, C.Ph.E.Bach, Boccherini, Beethoven, Rossini, Scarlatti, Schaffrath, Schumann, Sphohr.

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Riparo: Un film sulle “diversità”. Presto nelle sale l'ultimo film dell'attrice, cantante e regista portoghese.

In uscita il 18 gennaio nelle sale, un film coraggioso, sul sentimento al di là dei pregiudizi e delle diversità. Amore lesbico, bisessualità, omofobia, rapporto con la famiglia, triangolo amoroso, immigrazione ed eros, queste le tematiche sfiorate nell’ultimo lavoro di Marco Simon Puccioni.

(Cinemagay.it) Nata da un soggetto finalista al premio Solinas di qualche anno fa, la pellicola è prodotta, con un budget di un milione e 300mila euro, da Intelfilm e dalla francese Adésif, con la collaborazione di Rai Cinema e con il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission, del programma Media e di Eurimages. Il film, le cui riprese termineranno nel mese di Agosto 2006, sarà pronto in febbraio, giusto in tempo per approdare al festival di Berlino o, poco più tardi, a Cannes.

"Anis tra di noi" è un film su come accettare le diversità" ha detto la De Medeiros.
"Anis tra di noi cerca di fotografare una situazione sociale senza pregiudizi - spiega il produttore Mario Mazzarotto - Oltre alla dimensione privata e sentimentale dei tre protagonisti, il film propone infatti uno sguardo sulla trasformazione della famiglia in provincia"
Marco Simon Puccioni racconta: "Con Anis tra di noi voglio indagare una pluralità di temi che mi sono cari: la famiglia, l'identità sessuale, il sociale e le zone di confine, come il Friuli, dove abbiamo scelto di ambientare il film".

La storia
I protagonisti di questa storia sono tre: Anna, una consulente finanziaria di trentacinque anni; Mara, un’operaia di venticinque anni di una fabbrica del nord-est; Anis, un adolescente clandestino. Di ritorno da una vacanza all’estero, Anna e Mara, che da tempo fanno coppia fissa e sono state ormai “accettate” in famiglia e nel lavoro, si rendono conto che un giovane immigrato si è infilato nel rimorchio della loro automobile e ne ha approfittato per superare la frontiera. Sulle prime non sanno come comportarsi, poi decidono di portarlo con loro. Anis, questo il nome del ragazzo, dice di aver perso i suoi genitori e di avere l’intenzione di raggiungere uno zio ristoratore a Milano. Poi però le cose non vanno lisce e il ragazzo torna dalle due donne; e lentamente, facendo leva sul desiderio inespresso di Anna di avere un figlio, si introduce sempre più nella loro casa e nella loro vita. Anna aiuta Anis trovandogli un lavoro presso il fratello Salvio, nonostante l’opposizione di Mara, alle prese con un padre malato e con un lavoro in fabbrica che sembra essere meno certo che in passato. La madre di Anna, infatti, che è tra i proprietari della fabbrica dove Mara lavora, sta decidendo di trasferire all’estero una parte della produzione per poter reggere una concorrenza sempre più agguerrita. Dopo l’iniziale diffidenza, ma solo per un breve momento, Anna, Mara e Anis trovano finalmente un equilibrio in cui riescono ad essere un sostegno l’uno per l’altro e a dare vita ad un anomalo eppure tenero ménage à trois. È un equilibrio precario e difatti non dura molto: Anis verrà licenziato perché sospettato ingiustamente di aver preso della merce (il motivo, in realtà, è la rinnovata dose di diffidenza nei confronti di un extracomunitario e per di più clandestino) e poi è inizialmente respinto da Mara di cui si è nel frattempo innamorato. La dolce intraprendenza di Anis, tuttavia, farà cedere Mara, causando una catena di gelosie e invidie nel gruppetto che si è creato. La scoperta della sessualità da parte di Anis, e di un rinnovato desiderio eterosessuale da parte di Mara (che, dopo un divorzio, era stata letteralmente “salvata” dalla compagna Anna), non è soltanto la goccia che fa traboccare il vaso da un punto di vista narrativo: rappresenta un simbolo di tolleranza, di accettazione delle diversità, di riscoperta di sé attraverso l’altro. Mara, a sua volta, dovrà fare fronte alle conseguenze della concorrenza globale e, dopo la morte solitaria del padre, rinuncerà al posto di lavoro, nonostante la protezione di Anna. Anna, che sembrava la più solida socialmente e psicologicamente, vedrà andare in pezzi il suo progetto esistenziale e professionale. Il film, con toni a volte amari a volte più leggeri, racconta anche delle trasformazioni che la società italiana e in particolare quella del nord-est sta vivendo in questo scorcio di inizio secolo. È la realtà complessa di una società fondata sul lavoro, a volte dinamica più spesso cupa e conservatrice. Il gioco di incastri e di rapporti personali – amore, compassione, fiducia, paura – esplora il piano umano di tre persone diverse fra loro e diverse anche dalla maggioranza, nell’attimo in cui, almeno in apparenza, si instaura un patto di mutua accettazione, prima che i casi della vita lo faccia sciogliere forse per sempre.
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Premi:
25mo FESTIVAL del Cinema Italiano di ANNECY 2007: Gran Premio e premio per l’interpretazione femminile ad Antonia Liskova.
FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO di LECCE 2007: Maria De Medeiros e Antonia Liskova hanno vinto ex aequo il premio come Miglior Attrice Europea (Premio SNGCI Festival Europeo di Lecce).
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Bellezze, modelli a Milano Moda 2008: Brandon Scott Volz.


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Liverpool capitale europea della cultura. A metà tra i Beatles e il futuro.

(Panorama) La rinascita di Liverpool, prossima capitale europea della cultura, arriva dall’acqua. E non poteva essere altrimenti in una città così caratterizzata dal suo porto e dalla sua storia mercantile e marittima. Sarà sulle onde salmastre dei Salthouse Docks che verrà costruito un nuovo teatro da 25mila posti. Una struttura che darà l’impressione di galleggiare, da dove il 5 maggio 2008 partiranno le note del concerto che celebrerà l’investitura di Liverpool a regina d’Europa per un anno. Non a caso è stata scelta una zona strategica, collegata agli Albert Docks, ex magazzini ristrutturati, oggi salotto buono, sede della Tate Gallery, di numerosi ristoranti e patrimonio dell’umanità, come l’intera zona portuale. Ma c’è anche un film a contribuire al nuovo appeal della città nota soprattutto per aver dato i natali ai Beatles e ad averla trasformata, da grigia e uggiosa realtà commerciale, a destinazione privilegiata per weekend di tendenza. Across the Universe, love story scandita dalle melodie dei quattro baronetti e impreziosita da cameo di Bono Vox e Joe Cocker, ha fatto scoppiare una nuova Beatlemania, arrivata anche in Italia grazie a una mostra al Museo Archeologico di Aosta.

Mania che a Liverpool assume i contorni di vera ossessione, dato che la città sembra un mausoleo a cielo aperto, punteggiata da negozi di memorabilia e souvenir e percorsa incessantemente da tour organizzati che sciamano tra la statua di Eleonor Rigby, la Casa Museo di John Lennon e gli Strawberry Fields. Senza dimenticare il Cavern Quarter, nuova zona trendy per la vita notturna e la musica dal vivo, punteggiata da bar e locali notturni. Da non perdere una serata al Cavern Club ricostruito con i mattoni del locale dove i Beatles tennero i primi concerti negli anni Sessanta. Oggi le band fanno la fila per esibirsi, gratis, sul suo palcoscenico.
Tranquilli: c’è molto da fare e da vedere anche per chi magari all’epoca preferiva i Rolling Stones o non ama particolarmente le melodie degli scarafaggi. Ad esempio, fare shopping vintage all’Heritage Market, il mercatino di abiti second hand e paccottiglia varia che compete per dimensioni e affari d’oro con quello londinese di Camden Town. Oppure passeggiare sul lungomare della penisola di Wirral e visitare il centro storico dominato dalla gigantesca cattedrale anglicana, la più maestosa di tutto il Regno Unito.

Guarda la GALLERY
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Moda: A Milano in arrivo numerosi vip tra cui Jack Huston.

(Agr, nella foto Anjelica e Jack Huston) Modelli, vip, testimonial, eventi mondani: moda, si riparte. Da oggi a martedi 15 tornano in città le sfilate maschili dedicate al pret a porter autunno-inverno 2008-2009: 48 sfilate diluite su quattro giorni. Numerosi i vip: Jack Huston, giovane attore inglese, nipote di Anjelica Huston e già interprete di "Factory Girl" diretto da George Hickenlooper, sarà ospite alla sfilata Missoni Uomo Inverno 2008, prevista per domani al Palazzo della Permanente. Da Roberto Cavalli lunedi ci saranno le Spice Girls. Com'è noto i costumi della girl-band per il tour mondiale 'The Return Of The Spice Girls', sono stati creati dallo stilista fiorentino. Presenti anche i cinque componenti della 'Rock 'n roll' band, fenomeno parigino della nuova scena artisto-rock e protagonisti della campagna pubblicitaria di Cavalli Uomo per la prossima primavera-estate. Domenica, il bellissimo modello inglese David Gandy, già volto della fragranza Dolce & Gabbana Light Blue, sarà alla Rinascente di piazza Duomo, domenica per presentare alle 15 la nuova linea di intimo di Dolce & Gabbana, che ancora una volta lo ha scelto come proprio ideale di bellezza maschile.
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La prima volta di Johnny Depp in un musical.

(Daniela Grandi - La7) Anteprima londinese per il nuovo film di Tim Burton "Sweeney Todd". Debutto nel canto per il "pirata" Depp.
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I libri più venduti fino al 6 gennaio.

(Booksblog) Ecco la top 10 dei libri più venduti in Italia, la prima del 2008 aggiornata al 6 gennaio, secondo i dati di Arianna.org

Al decimo posto scende Mondo senza fine di Ken Follett, sequel de I pilastri della terra che in chiusura di 2007 occupava l’ottava posizione.

Al nono posto, L’arte del dubbio di Gianrico Carofiglio, sulle tecniche di interrogatorio nel processo penale moderno.

Scende all’ottavo posto della top 10 anche La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili di Stella e Rizzo, libro-inchiesta sulla sfacciata e paradossale corruzione dell’Italia moderna.

Al settimo gradino troviamo Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini, atroce racconto di violenza e riscatto ambientato in Afghanistan.

Ancora Khaled Hosseini in sesta posizione con Mille splendidi soli, storia di due afghane unite da un curioso destino.

In ascesa, alla quinta posizione, L’eleganza del riccio di Muriel Barbery. È il racconto di una portinaia super-colta che si nasconde dietro l’immagine di una portinaia super-burbera, e di una bambina di nome Paloma che, nello stesso palazzo, nasconde anch’ella la propria vera natura.

Scende al quarto posto Una giornata nell’antica Roma di Alberto Angela, libro divulgativo sulla vita quotidiana nell’antica Roma imperiale.

E andiamo ora alla top 3.

Se sul finire del 2007 si piazzava al terzo posto il succitato libro di Alberto Angela, adesso tocca invece a Il giorno in più di Fabio Volo, che precipita dalla prima posizione.

Al secondo posto resiste granitico, dopo oltre un anno di grandi e meritatissimi successi, lo spendido libro inchiesta di Roberto Saviano Gomorra (che da oggi trovate anche su Facebook), l’unico grande e vivido affresco della malavita campana e del sistema industriale contemporaneo.

Ed entra direttamente al primo posto, com’era ovvio, l’ultimo romanzo su Harry Potter di J. K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte. I lettori hanno fatto le file in libreria per acquistarlo già dalla mezzanotte del giorno di uscita. Un trionfo annunciato che chiude uno dei cicli più fortunati della storia dell’editoria di tutti i tempi.

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Spagna, chiesa arrogante. L'Arcivescovo di Toledo: La formazione morale degli alunni “non è competenza dello Stato”.

L’Arcivescovo di Toledo interviene sulla materia scolastica “Educazione alla cittadinanza” imposta dal Governo di Zapatero a tutti gli alunni: “lo Stato vuole trasmettere una visione dell’uomo dove Dio non conta, ispirata da un laicismo radicale”.

(Agenzia Fides) L'Arcivescovo di Toledo e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Spagnola, il Cardinale Antonio Cañizares (nella foto), in una conferenza sulla materia scolastica “educazione alla cittadinanza”, imposta dal Governo socialista a tutti gli alunni, ha ricordato che il rifiuto di questa materia non “è una questione di confessione religiosa, bensì di umanità”. Ha pertanto difeso il diritto inalienabile dei genitori a scegliere liberamente l’educazione morale e religiosa che desiderano per i propri figli.
Il Card. Cañizares ha quindi espresso la volontà “di difendere alcuni diritti fondamentali, di fronte all’imposizione di una determinata concezione dell’uomo e della morale”. Una difesa “che espone un pensiero unico e che non riguarda né le affermazioni dei partiti, né pretende di andare contro il Governo”.
L’Arcivescovo di Toledo ha poi aggiunto che la formazione morale degli alunni “non è competenza dello Stato”, diversamente si tratta di una “trasgressione innegabile” dei diritti dei genitori, dei centri educativi e degli insegnanti. Per il Vicepresidente della Conferenza Episcopale Spagnola, lo Stato tenta di trasmettere “una visione dell'uomo dove Dio non conta, ispirata da un laicismo radicale” ed una formazione morale che i cristiani non possono accettare poiché contraria alla loro fede. A tal proposito, ha ricordato che l’80 per cento dei genitori ha chiesto per i suoi figli l’insegnamento della religione.
Il Cardinale Cañizares ha anche ricordato che esiste il diritto dei genitori a scegliere l'insegnamento morale e religioso che desiderano per i propri figli, cosi come il diritto alla libertà di coscienza e religiosa.
Rispetto all’introduzione, in altri paesi europei, di una materia scolastica simile a quella spagnola, l’Arcivescovo di Toledo ha affermato che non vi è alcun paese dove sia accaduto ciò che sta accadendo in Spagna. Secondo il Cardinale, in altri paesi si insegnano i diritti fondamentali, la Costituzione e perfino l’urbanizzazione, ma non si pretende di formare una “identità personale"”. Ha infine affermato che non solo la Chiesa cattolica, ma anche altre confessioni religiose in Spagna sono contrarie all’“educazione alla cittadinanza”.

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Le "quote" del Festival di Sanremo.

Baudo e Chiambretti(TVblog) Che lo si ami o lo si odi, un’occhiata al Festival di Sanremo la si dà quasi sempre, anche solo per criticarne la conduzione o le canzoni in gara. E se le prime critiche sul cast artistico sono già arrivate, non manca però anche chi ha già iniziato a farsi la più classica delle domande: chi vincerà?

Il gruppo è, come al solito, molto variegato. Vecchie glorie, nomi nuovi, stili diversi si alterneranno sul palco del teatro Ariston a partire dal 25 febbraio e capire a priori quali potrebbero essere i favoriti, è davvero difficile. Ci “aiuta” però la Sisal, che, come ogni anno, ha iniziato con largo anticipo a diffondere le prime quote per le scommesse.
Nonostante queste quote siano soggette a variazioni, è interessante dare loro uno sguardo, visti gli “studi” alla base dell’elaborazione delle quote stesse.

Eugenio Bennato 36,00
Loredana Berté 20,00
Sergio Cammariere 10,00
Toto Cutugno 30,00
Giò Di Tonno e Lola Ponce 20,00
Finley 20,00
Frankie Hi NRG 12,00
Max Gazzé 10,00
Gianluca Grignani 12,00
L’Aura 20,00
Little Tony 36,00
Paolo Meneguzzi 10,00
Mietta 16,00
Amedeo Minghi 16,00
Fabrizio Moro 12,00
Anna Tatangelo 10,00
Tiromancino 6,00
Tricarico 26,00
Mario Venuti 12,00
Michele Zarrillo 6,00

Vediamo che Michele Zarrillo (con L’ultimo film insieme) e i Tiromancino (con Il rubacuori) sono quotati entrambi a 6.00 per la vittoria finale, quindi al momento attuale sono dati per favoriti. Quota leggermente superiore, ma ugualmente interessante, quella di Anna Tatangelo, Paolo Meneguzzi, Sergio Cammariere e Max Gazzè, tutti in tabella a 10.00.
Che ne pensate?

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Synthravels, alla scoperta dei mondi virtuali. Con un occhio alla Cina.

[i](Credits: [url=http://www.flickr.com/photos/cosmickitty/]Cosmic Kitty[/url] by Flickr)[/i]
(Panorama) Il mondo virtuale più atteso del 2008 è China recreation district, un gigantesco centro commerciale dove le persone potranno fare shopping nei negozi senza muoversi da casa, utilizzando servizi sicuri per i pagamenti online. Gli spazi del nuovo colosso delle vendite online saranno una vetrina globale dedicata soprattutto all’elettronica, all’abbigliamento e ai servizi “made in China”. Anche aziende straniere, però, potranno aprire una loro sede. È un progetto sostenuto dal governo di Pechino: l’inaugurazione è prevista per il prossimo giugno.

Gli avatar di Second Life, insomma, sono sempre meno soli sul web. Altre comunità crescono rapidamente: There, The Sims, Entropia. Chi non è troppo esperto dei paesaggi artificiali nati su internet può rivolgersi a Synthravels, un’agenzia di viaggi virtuali dove guide esperte accompagnano i turisti tra le stanze e i sentieri delle galassie digitali, ancora isolate l’una dall’altra. “Second Life è la meta più richiesta dai nostri utenti” sottolinea Mario Gerosa, uno dei fondatori di Synthravels “ma c’è molto interesse anche per il gioco World of Warcraft. I turisti che viaggiano con noi imparano che in ogni mondo si possono scoprire personaggi e culture locali”. Finora un migliaio di persone ha preso parte all’iniziativa, completamente gratuita: tra le località più gettonate di Second Life, le isole dei grandi marchi (come Dior, Gabetti, Ibm) e quelle new age come Svarga. “La difficoltà principale e più comune è quella di agire in questi spazi: tanti pensano che sia difficile muoversi. Chi ha già giocato con i videogame, però, è molto facilitato” osserva Gerosa.

Per ora gli edifici e gli oggetti dei mondi virtuali somigliano a quelli reali. Ma stanno nascendo culture locali creative: l’ultima tendenza di Second Life, per esempio, sono i ritratti di avatar: l’anno scorso a Brescia è stata organizzata una mostra con una galleria di queste immagini provenienti da Second Life. E si è dimostrata interessata anche la Tate Gallery di Londra.

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Avn Awards a Las Vegas. Tutto pronto per la 25esima edizione dell'Oscar del porno. 27 le nomination per il nuovo gay video di Michael Lucas.

Gli Avn Awards (Adult Video News), meglio noti come Oscar del porno, compiono 25 anni. La cerimonia di premiazione, con conseguente after party ricco di star è prevista per oggi sabato 12 gennaio a Las Vegas, al Mandalay Bay Events Center. Ce n'è per tutti i gusti: si premia la miglior attrice di film a luci rosse, il miglior attore, la miglior scena hard o gay, per un totale di 100 categorie legate al mondo dell'industria pornografica.

I riconoscimenti, paralleli agli Oscar, premiano le migliori pellicole del cinema per soli adulti poichè, inutile negarlo, il porno è una fetta sostanziosa del cinema mondiale che nel 2006 ha raccolto proventi per circa 13 milioni di dollari.

Le categorie in lizza sono tantissime: si va dal classico Miglior Film, Attrice, Attore fino a Miglior Scena Anale, Miglior Transessuale, Miglior scena in tre, Miglior Scena Orale e, naturalmente miglior film dell'anno in termine di vendite.

In perfetto stile Academy, con i giornalisti assiepati sul red carpet, i protagonisti del cinema hard mondiale si danno appuntamento per la cerimonia che, negli anni scorsi, ha premiato il nostro Rocco Siffredi e l'ex pornostar Jenna Jameson (che l'anno scorso vinse il titolo di "Crossover Star" dell'anno, prima di convertirsi al cinema tradizionale).

Nel 2006, alla 24esima edizione degli Oscar, a vincere il titolo di miglior attrice protagonista è stata Jessica Drake, attrice che debuttò nel porno nel 1999, dopo aver lavorato per diversi anni in uno strip club del Texas. Interprete di pellicole hard-core così come di soft-core, ha recitato a lungo a fianco del porno divo Evan Stone, al quale è stata sposata fino al 2002.

27 le nominations per Michael Lucas per il suo nuovo gayvideo "Gigolò" che dopo i due video "La dolce vita" si preannuncia come "l'asso pigliatutto" del settore gay della cinematografia porno. Una vera e propria consacrazione per Michael Lucas a cui la rivista Genre (foto a fianco) ha dedicato la copertina del suo ultimo numero con il titolo "L'America ama Michael Lucas".

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Bellezze, modelli a Milano Moda 2008: Caleb Lane.


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Vittorio Messori: "Grazie Ferrara, ma ..."

(Andrea Tornielli - Il Giornale) I media cattolici sono stati presi in contropiede dalla proposta di moratoria sull'aborto di Giuliano Ferrara? Vittorio Messori, autore di best seller e intervistatore di Papi, in Emporio cattolico, il suo ultimo libro, definisce «il giornalismo cattolico, per sua origine e natura, di opinione», aggiungendo che se «proprio l'opinione si intiepidisce... anche i media che la veicolano diventano irrilevanti».
Perché Ferrara è riuscito a innescare un dibattito sull'aborto?
«Mi pare evidente. Mentre i cattolici leggono la stampa cattolica e quella laica - il cattolico è il vero libero pensatore e il vero intellettuale globale - i laici leggono solo quella laica. Ferrara è riuscito a sdoganare una battaglia, a portarla fuori dal ghetto dei mass media cattolici. I quali negli ultimi anni vivono una crisi, talvolta determinata da un venir meno della chiarezza del messaggio. Ma non tutta la stampa cattolica è tiepida: le stesse cose dette da Ferrara, scritte per decenni su giornali e settimanali, non hanno sfondato, non hanno provocato alcuna reazione. Purtroppo la prospettiva cattolica non riesce a bucare la coltre sotto cui l'ha circoscritta la cultura laica».
Colpiscono le lettere di sostegno alla moratoria che giungono ai giornali. C'è forse un popolo che non si sente rappresentato?
«Sì, credo ci sia un popolo cattolico che non si sente rappresentato e che si è identificato con la proposta di Ferrara. E di questo sono contento. Ma ripeto: di lettere e di testimonianze simili ne ho lette molte in questi anni sulla stampa cattolica, senza che nessuno le degnasse di uno sguardo».
Come giudica la proposta di Ferrara?
«Voglio dire innanzitutto che gli sono grato. Come insegna San Tommaso, qualunque cosa buona sia detta e chiunque sia chi la dice, viene dallo Spirito Santo. Quindi, ben vengano i Ferrara che dicono cose come questa. Ho anche qualche perplessità. Innanzitutto, sono poco portato a confidare negli intellettuali, a causa della loro instabilità. A Torino avevo conosciuto Ferrara comunista, poi l'ho visto craxiano, quindi berlusconiano, ora alla corte di Benedetto XVI. Mi auguro ovviamente che questo sia il suo approdo finale. Ho ben presente, inoltre, la storia dell'Actión Français di Charles Maurras e il suo ateismo devoto, che propugnava l'unione fra trono e altare e ha finito per essere condannato dal Papa. Già vent'anni fa, nel mio libro Scommessa sulla morte , parlavo di una triade inseparabile, composta da divorzio, aborto, eutanasia. Sostenevo e sostengo che quella triade non è rifiutabile sul piano della mera razionalità, mentre lo è sempre e comunque in un'ottica di fede».
Scusi, ma la novità del dibattito attuale non sta proprio nel fatto che laici non credenti s'interrogano su questi argomenti mettendo in dubbio certe «conquiste»? Come la mettiamo con la morale naturale?
«Io sono stato discepolo di Norberto Bobbio, il quale diceva: "Ricordino signori che la morale cosiddetta laica non è ragionevole". Non è ragionevole perché manca del chiodo alla parete a cui può essere appesa. Nessuno è in grado di dare una risposta ragionevole alla domanda: "Perché fare il bene e non il male se facendo il male me ne viene un vantaggio e non sarò punito?". Trovo inutile appellarsi alla coscienza, che è una realtà cristiana. Qual è la "coscienza" dell'indigeno antropofago? Perché Gesù è venuto sulla terra se fosse bastato un intellettuale per indicarci l'etica da seguire? Perché il Vangelo non sia svuotato dobbiamo pur segnalare dei comportamenti che ci sono richiesti proprio dal Vangelo. Se la ragione bastasse per stabilire l'etica, a che pro la rivelazione cristiana? Non sarebbe superflua? Non sarebbe bastato un Socrate qualsiasi?».
Non è che in lei c'è un po' di invidia per il fatto che un laico come Ferrara sia riuscito a provocare un dibattito simile?
«No, nessuna invidia. Ho detto che sono grato a Ferrara per ciò che ha fatto. Io mi sono occupato poco dei temi legati all'etica e alla morale. Ho lavorato invece sulla fede, sulla storicità dei Vangeli, sull'annuncio. Su quel chiodo, senza il quale neanche la morale può stare in piedi...».

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Spagna. Anche i Popolari non ascoltano i Vescovi.

(Laura Eduati - Liberazione) Spagna, anche i conservatori chiudono ai vescovi
Una mossa a sorpresa che non mancherà di amareggiare i vescovi spagnoli all’indomani della massiccia manifestazione organizzata a Madrid in favore della famiglia tradizionale (eterosessuale) e contro le misure del governo socialista sul divorzio-rapido, i matrimoni gay e l’aborto. Il leader del Partido Popular Mariano Rajoy (nella foto), l’avversario di Zapatero alle elezioni generali del prossimo 9 marzo, ha dichiarato che in caso di vittoria lascerà intatta la legge sulle nozze omosessuali né toccherà la normativa sulle interruzioni di gravidanza (inalterata dal 1985) e sul divorzio express.
Il candidato conservatore, che già aveva perso contro Zapatero nel 2004, si ripresenta con un profilo decisamente “light” sulle questioni eticamente sensibili, tanto care al Vaticano. E preferisce attendere il responso dei giudici del Tribunale costituzionale al ricorso presentato dallo stesso Partido Popular contro le unioni tra persone dello stesso sesso: il partito che fu di Aznar chiede che questo tipo di unioni non vengano chiamate “matrimonio”, lasciando che l’etichetta sia utilizzata soltanto per le coppie eterosessuali. Se il tribunale darà torto Rajoy, non ci sarà motivo per i conservatori di abrogare una legge che dal 2005 ha sposato circa 8mila coppie gay.

Nessun cambio di marcia: semplicemente lo scontro elettorale non si basa sui diritti civili, entrati prepotentemente nell’agenda politica soltanto dopo la manifestazione dei cattolici a Madrid il 30 dicembre.
Pur essendo cattolico praticante e a favore delle politiche per la famiglia - tanto da aver promesso un ministero della Famiglia e importanti concessioni economiche ai nuclei famigliari - Rajoy decise di non partecipare alla mobilitazione. Invano, per il momento, la piattaforma ultracattolica Hazteoir , attivissima nel web, spedisce migliaia di e.mail al candidato del Pp chiedendo l’abrogazione del matrimonio omosessuale in cambio del voto.
Nel sito del Partido Popular, colorato di un blu puffo e ricco di pulsanti fosforescenti come un cartone animato, le promesse della campagna elettorale sono ben altre: alzare le pensioni, abbassare le tasse e modificare la legge sull’immigrazione per impedire l’arrivo dei clandestini. Di aborto o di divorzio nemmeno l’ombra.
I conservatori hanno capito che a nulla vale combattere Zapatero sul terreno dei diritti civili, con il rischio di un clamoroso autogol. Molto più efficace, invece, colpire il premier socialista sul vero, grande fallimento dell’intera legislazione: la fine del dialogo con l’Eta e la ripresa della violenza basca. Oppure sulla concessione delle ampie autonomie al governo regionale della Catalunya, vero grattacapo per i nazionalisti che vogliono una Spagna unita sotto la monarchia.
E dopo Zapatero, tocca alla battagliera vicepresidenta Marìa Teresa Fernàndez de la Vega rimandare al mittente le accuse dei vescovi: questa società, ha dichiarato ieri al Congreso durante una audizione, «non ha bisogno di tutele morali, e nemmeno ne ha bisogno il suo governo». Non è tollerabile per De la Vega che le gerarchie ecclesiastiche «manchino di rispetto al governo e al parlamento».
Prima che scoppiasse la diatriba con il Vaticano, i socialisti avevano espunto dal programma elettorale l’ampliamento della legge sull’aborto e il diritto all’eutanasia. Una mossa per riconquistare parte dell’elettorato cattolico e i moderati, nonostante la legge spagnola sulle interruzioni di gravidanza sia tra le più arretrate d’Europa in quanto prevede una lunga procedura burocratica e gravi motivazioni.
Le donne spagnole abortiscono principalmente nelle cliniche private poiché nelle strutture pubbliche l’obiezione di coscienza raggiunge percentuali bulgare. E sono state proprio le cliniche private a scioperare nei giorni scorsi, con la richiesta di adeguare la legislazione al resto dell’Unione Europea. Nei mesi scorsi numerosi medici sono finiti tra le maglie della giustizia con il sospetto di aver permesso aborti facili.

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Esclusivo! Le carte segrete di Walter V. dopo l'incontro con Benedetto.

“Vorrei esprimere al Santo Padre la mia gratitudine per le parole pronunciate questa mattina, che rappresentano un riconoscimento al lavoro ed all'impegno profuso in questi anni dall'Amministrazione Comunale, dalle altre istituzioni locali e da tutte quelle forze sociali che hanno collaborato a far crescere la città, a migliorarne la qualità della vita senza perdere mai di vista i bisogni ed i diritti dei più deboli, delle fasce più disagiate. Ho definito pubblicamente il discorso pronunciato ieri dal Pontefice, durante l'incontro con gli amministratori di Roma e del Lazio, come uno stimolo ulteriore per il nostro lavoro. Oggi si possono chiudere le polemiche causate da odiose e strumentali reazioni politiche al discorso del Papa”.

(Walter il biancorosso - Imgpress) Ecco, caro diario. Il mio dovere l’ho fatto. Sono stato solerte e beneducato come di solito faccio. Sono stato garbato ma anche deciso. Sono stato riconoscente ma ho anche ribadito il mio impegno per l’amata città che sto governando. Sono stato diplomatico ma anche caparbio nel rivendicare i risultati della mia gestione di Roma. E adesso, qui nel privato, davanti alla splendida vista sui Fori Imperiali che Benedetto si sogna pure, tiè (allego gesto apposito con braccio), posso pure sfogarmi. Questa il Papa non me la doveva fare. Dirmi in faccia al mondo che il degrado della mia amata città è “gravissimo”! Non capisco quale sia il complotto che sta dietro alle sue parole. Ma come! Io mi sono opportunamente defilato quando in Consiglio Comunale hanno fatto quella bagarre sulle unioni civili, pacs, dico o cus o come diavolo si chiamano. Io mi sbatto da mattina a sera per inaugurare asili nido ad Acilia, strade all’Infernetto, centri culturali al Tiburtino, nuovi ponti a Tor Vergata e il teatro a Tor Bella Monaca. Io devo combattere con quella masnada di tassisti che bloccano piazza Venezia e con le truppe di turisti che – per carità, ben vengano – occupano il suolo pubblico e i pubblici autobus diretti a San Pietro senza versare neanche un obolo ai miei concittadini, che non sempre mi amano ma di sicuro impallidiscono quando vedono frotte di pellegrini invadere l’autobus 64 per andare all’udienza papale. Io ho fatto il Miracolo, nel vero e maiuscolo senso della parola, quando milioni di persone si sono riversate a Roma per andare a salutare le spoglie di Giovanni Paolo II: acqua e accoglienza e nessuno che s’è sentito troppo male e soprattutto nessun attentato. Ah, quanto rimpiango adesso le parole di Giovanni Paolo II: “Volemose bene. Semo romani”. Sono io ad avere il fardello del vero Messia, non Silvio che si dichiara il mio Salvatore sorseggiando thè davanti ai mari dei Caraibi e conquistando uno spottone sul Corriere nazionale manco fosse la reincarnazione di Cristo. Io devo combattere ogni giorno con i miei detrattori dichiarati e con quelli nascosti. E Benedetto che fa? Mi fa la predica sul disagio e sul degrado e sulla mancanza di sicurezza della Mia città! La Mia città, hai capito? È come se io andassi da Benedetto e gli rimproverassi di trascurare i Musei Vaticani o la cura delle anime smarrite. Caro diario, sono furibondo. Sono così incazzato che ho attaccato il telefono in faccia a Dario Franceschini, ho appena mandato a quel paese Goffredo Bettini che sta organizzando un mega festival internazionale del cinema, del teatro e della fotografia e ho sbroccato con Romano Prodi dicendo che tanto il prossimo presidente del Consiglio sarò io e, se riesco a ottenere i superpoteri, farò fuori mezza classe dirigente per promuovere solo donne, che sono più brave e affidabili. Ho pure sbattuto la porta in faccia a Giuliano Ferrara, perché mi sono rotto le palle di predicare il dialogo con l’anima cattolica quando l’anima cattolica viene a rompere le palle proprio a me. Caro diario, hai presente quando ho vinto le elezioni comunali contro quel poveraccio di Gianni Alemanno, che aveva le possibilità di vincere pari a nulla virgola zero? Ecco: ho lo stesso pallore di quel giorno. Solo che allora stavo male ma ero felice. Adesso invece accuso il colpo perché ho consumato tutte le energie per non svenire davanti a Benedetto. Quasi quasi stringo un patto con quei testardi laicisti di Pannella. E intanto mando un biglietto di ringraziamento a Fausto per le parole che ha detto: “Se il Pontefice parla di Roma, ne parla come un suo abitante. E va ascoltato come qualsiasi altro abitante”. E poi chiedo la restituzione dell’otto per mille. Chiedo a Benedetto di pagare l’ICI. Chiedo di ospitare nei Giardini Vaticani i poveri clochard della Stazione Termini e i vagabondi delle periferie. A proposito: ma c’è già stato, Benedetto, in qualche periferia?

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Pd e tavolo gay. Statuto preveda struttura per i nostri simpatizzanti. Una riedizione di GayLeft?

Proposte per la commissione valori e codice etico.

(Apcom) - Oggi (ieri, ndr) si è riunito il tavolo delle lesbiche, gay, bisex e transessuali (lgbt) del Pd. Il tavolo, spiega una nota, è il luogo in cui si delinea la strategia e la piattaforma politica delle persone lgbt sulle questioni relative ai diritti civili. Alla commissione Statuto, che si riunirà domani e della quale fanno parte Ivan Scalfarotto e Rosaria Iardino, componenti del tavolo, si chiede che venga formalizzata all'interno dello Statuto la presenza di una struttura che rappresenti le istanze dei sostenitori e degli aderenti lgbt del Pd, in analogia con quanto previsto dalla bozza di Statuto della Conferenza permanente delle donne democratiche.

Il tavolo ha inoltre elaborato proposte che provvederà a presentare anche alle Commissioni Valori e Codice etico.

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«Il prete mi ha molestato». Accuse di un giovane pastore ad un sacerdote di 61 anni del paese, che è anche titolare di cattedra in una scuola media.

Un giovane pastore del Brindisino ha denunciato un sacerdote per presunte violenze avvenute nel 2001 quando aveva solo 15 anni, e pascolava il gregge nelle campagne di Erchie.

(ViviCentro) Avrebbe molestato in più occasioni un pastorello che col suo gregge si aggirava nelle campagne di Erchie, fino a quando il giovane, diventato maggiorenne, non ha denunciato tutto ai carabinieri. Ora un sacerdote di 61 anni del paese, che è anche titolare di cattedra in una scuola media, rischia il processo per violenza sessuale e atti osceni. La notizia è pubblicata nelle pagine di cronaca di Brindisi della «Gazzetta del Mezzogiorno».

Il sostituto procuratore presso il tribunale di Brindisi Pierpaolo Montinaro ha chiesto infatti il rinvio a giudizio del sacerdote. I fatti risalirebbero al 2001, quando il pastorello aveva 15 anni, ma le indagini sono state avviate nel gennaio del 2006, dopo la denuncia della vittima.

Il pastorello sarebbe stato avvicinato più volte dall’uomo, che avrebbe cercato di convincerlo ad avere con lui rapporti sessuali e in una circostanza lo avrebbe fatto assistere ad un rapporto con una persona di colore. Il ragazzo avrebbe saputo solo anni dopo che il molestatore era un sacerdote, quando cioè ha fatto denuncia ai carabinieri e questi sono risaliti all’identità dell’uomo attraverso la targa della sua auto.

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Milano Moda Uomo: il programma della settimana della moda milanese.

(Stylosophy) La moda ha ritmi frenetici. Oggi salutiamo, infatti, Pitti Immagine Uomo, che ci ha presentato la moda maschile e femminili, con W_Woman Precollection, che vedremo nei negozi il prossimo autunno-inverno 2008/09. Ma non abbiamo neanche il tempo di riprendere il fiato, che ecco che in un’altra città vengono presentate le collezioni dei più grandi stilisti. Oggi apre a Milano la settimana della Moda Uomo.

Milano Moda Uomo è sicuramente uno degli appuntamenti più attesi. Vediamo nel dettaglio quali saranno le sfilate più importanti di questa settimana della moda milanese, divise per data, con il nome dello stilista, l’orario e il luogo dove sfilerà con la sua collezione.

Sabato 12 gennaio 2008

  • ore 10 Gaetano Navarra in via San Gregorio 29
  • ore 11 C.P. Company in via Savona 54
  • ore 12 Costume National Home in via Tortona 27
  • ore 14 Jil Sander in via Feltrami 5
  • ore 15 Missoni in via Turati 34
  • ore 16 Burberry Prorsum in via Melegari 3
  • ore 17 Les Hommes Homme in Corso Italia 58
  • ore 18 Gianni Versace in piazza Vetra 1
  • ore 19 Romeo Gigli in via Fumagalli 6
  • ore 20 Roen in via Pompeo Leoni 3
  • ore 21 Denis Simachev in via Vittor Pisani 6

Domenica 13 gennaio 2008

  • ore 9.30 Bottega Veneta in viale Piceno 15/17
  • ore 10.30 Antonio Marras in viale Alemagna 6
  • ore 11.30 Frankie Morello in via Palermo 10
  • ore 12.30 Gianfranco Ferrè in via Pontaccio 21
  • ore 13.30 Salvatore Ferragamo in piazza Affari 6
  • ore 14.30 Vivenne Westwood in piazza Duomo 12
  • ore 15.30 Emporio Armani in via Bergognone 59
  • ore 16.15 Neil Barrett in via Valenza 2
  • ore 17.00 Byblos in via Tortona 15
  • ore 17.45 Haute in via Tortona 27
  • ore 19.00 Alexander McQueen in via Mecenate 84
  • ore 20.00 Prada in via Fogazzaro 36

Lunedì 14 gennaio 2008

  • ore 9.15 Enrico Coveri in via San Barnaba 48
  • ore 10 Carlo Pignatelli Outside in piazza Affari 6
  • ore 11 Biagiotti in via Rivoli 6
  • ore 12 Dirk Bikkembergs in via Turati 34
  • ore 13.30 Roberto Cavalli in via Burigozzo 2
  • ore 14.30 Johm Richmond presso i Giardini di Porta Venezia
  • ore 15.30 Moschino in via Bezzecca 5
  • ore 16.30 Krizia Uomo in via Manin 21
  • ore 17.30 Gucci in piazza Oberdan 2b
  • ore 18.30 Alessandro Dell’Acqua in via pergolesi 8
  • ore 19.30 Giuliano Fujiwara in via San Gregorio 29
  • ore 20.30 Andrew Mackenzie in via Mecenate 84

Martedì 15 gennaio 2008

  • ore 9.30 Marni in via Al serio 22
  • ore 10.30 Iceberg in via Palermo 10
  • ore 11.30 Dsquared2 in corso Italia 58
  • ore 12.30 Fendi in via Sciesa 3
  • ore 13.30 Etro in via Piranesi 14
  • ore 14.30 Messori Largo Marinai d’Italia
  • ore 15.30 e 16.30 Giorgio Armani in via Bergognone 59
  • ore 16.30 M+F girbaud in via Tortona 27
  • ore 17.30 Calvin Klein Collection in viale Umbria 37
  • ore 18.30 Belstaff in piazza Affari 6
  • ore 19.30 Gazzarrini in via Turati 34
  • ore 20.30 Evisu in via Cino del Duca 8

Altri eventi collegati a Milano Moda Uomo che si terranno nella città di Milano:

Sabato 12 gennaio 2008

  • dalle ore 21 alle ore 23 presso viale Alemagna 6, Men’s Fashion Week, serata a cura di Wall Street Journal, Camera Nazionale della Moda e Saks Fifth Avenue

Lunedì 14 gennaio 2008

  • ore 21 Divina Maria Callas, tra moda e mito: serata organizzata in via Sant’Andrea 6

    Martedì 15 genaio 2008

  • dalle ore 21 La Chimica delle emozioni, serata Extè, in via Lambruschini 36

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I rapporti tra il Cicolo Mieli e Arcigay. Libera l’Italia, le riflessioni del Mieli

Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto da Arcigay varie comunicazioni rispetto alla manifestazione Libera Italia, con l’invito a fornire contributi da parte di chiunque fosse interessato. Riteniamo importante da parte del Mieli fornire ai promotori, e non solo, le nostre riflessioni in merito, anche perché la manifestazione si svolgerà a Roma, la qual cosa evidentemente ci riguarda. L’avvertenza a considerare il tutto come franca e sincera espressione di pensiero politico, e non come critiche o peggio, dovrebbe essere pleonastica, ma meglio prevenire interpretazioni sbagliate; del resto potremmo tenercele per noi e agire di conseguenza, ma già troppi si tengono inutilmente le cose per sè…..

E’ evidente che dopo il Pride di Roma di giugno e l’incontro autunnale al Cassero di Bologna il movimento lgbt si è lasciato con un programma di questo tipo: 1) ognuno per sé, con la possibilità aperta di collaborazioni; 2) consapevolezza della necessità di contenere le litigiosità intergruppi; 3) presenza di due o tre Pride nel 2008; 4) l’importanza di incontri successivi: prossima volta Napoli; 5) valutazione sulla situazione politica esterna come particolarmente critica per omosessuali e trans; 6) nel movimento si produrranno autonome iniziative, autonomi momenti di lotta, autonome valutazioni politiche, con la consapevolezza del minimo comun denominatore del motto del Pride: Parità, Dignità, Laicità.
Il programma, o meglio la consapevolezza unanime dello stato dell’arte e le dirette conseguenze operative si stanno ovviamente attuando; nessuno può dunque permettersi di indicare quali modalità qualunque altro debba seguire, purchè queste non travalichino il programma suddetto.
E così sia anche per noi del Mieli; è evidente però che si possono esporre anche delle valutazioni o delle perplessità sugli effetti, che gli autonomi percorsi possono produrre anche sugli altri. Così non si rompe affatto lo schema riassunto sopra, ma si è funzionali all’esistenza stessa di un movimento che è di idee, prima ancora che di associazioni e singoli.

Entro brutalmente nel merito. Al Mieli non abbiamo capito cosa sarà la manifestazione Libera Italia promossa da Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno. O meglio per come è stata esposta nelle varie e-mail, e nel breve scambio di idee fra me e Aurelio Mancuso, potrebbe essere cose molto diverse tra loro, non per questo meno interessanti.

Se tale manifestazione riguarda i temi indicati nell’appello, cioè “libertà sociali e civili, cultura, formazione, precariato, convivenza interculturale e ambiente” e se si vogliono convogliare anche altre soggettività non lgbt, evidentemente almeno qualcuna di queste andava coinvolta prima di indire la manifestazione, affinché vi fossero contributi, elaborazione e partecipazione. Non a caso l’appello tratta poi solamente di libertà e diritti civili, limitati a loro volta a questioni lgbt, femminili e di laicità. Difficile dunque che ci saranno mobilitazioni “altre”. Se invece il richiamo a quei temi più generali vuole dare l’indicazione di un’affinità rispetto a un quadro politico più vasto, il messaggio non è irrilevante, e per esempio trova il Mieli pienamente in sintonia. Ma c’è la consapevolezza che la manifestazione darebbe indicazioni profonde di un posizionamento, quanto meno ideale, a sinistra, in un’Italia dove per esempio la sinistra e il Pd stanno facendo di tutto per dimostrare che non sono propriamente la stessa cosa? Forse non vuole essere nemmeno questo, ma quei temi sono posti solo come un richiamo di sensibilità etica e di contiguità concettuale; va benissimo anche questo, ma è un riferimento che però non avrà molti effetti concreti e di affluenza di manifestanti.

Se la manifestazione aspira invece ad essere l’inizio di un percorso per la formazione di una soggettività nuova, siamo dinanzi a una prospettiva completamente diversa. Ma quale soggetto? Un embrione di lobby? Un embrione di partito? Un embrione di gruppo di pressione? Un embrione di sinergia con movimenti individuati, tipo quello femminile? Le quattro cose sono straordinariamente differenti, come è facile intuire, ed è altrettanto ovvio che non tutte e quattro possono piacere alle stesse persone, promotori compresi suppongo. Dunque è necessario esplicitare a cosa si è pensato, dato che le frasi dell’appello e delle altre e-mail sembrano fare alternativamente riferimento alle varie ipotesi (“autonomia dai partiti e decisione, a tempo opportuno, se indicare formalmente delle formazioni politiche a fini elettorali” - “ colleghiamo le battaglie lgbt con le battaglie delle donne contro il maschilismo” - “ mettere in campo un soggetto politico e sociale di diretta rappresentanza d’idee, percorsi e rivendicazioni rispetto a tutele e diritti non riconosciuti” etc.) E’ulteriormente indispensabile chiarire, perché sulle quattro diverse ipotesi molto si parla, si parteggia, si rifiuta, e a volte c’è solo confusione. Se Libera Italia vuole dare un’indicazione e necessario lo faccia e in modo più comprensibile, se si vogliono ulteriori adesioni e promotori, sempre che vi sia consapevolezza su quale specifico vaso di Pandora si pensi di aprire. In tutti casi una manifestazione non è il luogo ideale per lanciare un soggetto politico nuovo senza che ci siano state discussioni e confronti precedenti, nel momento in cui tale soggetto voglia andare oltre i proponenti. A meno che la manifestazione non voglia essere proprio l’occasione per indicare quale sarà il futuro approccio politico dei proponenti stessi, ma in tal caso l’intento e il contenuto specifico vanno comunque esplicitati chiaramente, altrimenti non capiranno nemmeno i singoli associati delle realtà in esame. Se così fosse, non sarebbe affatto peregrina la motivazione di Arcigay etc della opportunità di svolgere una manifestazione con lo scopo di affermare un proprio percorso identitario nuovo; è chiaro però che la tal cosa lascerebbe tutti gli altri soggetti del movimento e della società, non interessati a un apparentamento, nella posizione di semplici spettatori, più o meno incuriositi, ma con scarse motivazioni per la partecipazione.

Se infine la manifestazione vuole essere semplicemente un’occasione in più per portare in piazza le rivendicazioni lgbt e i temi dei diritti civili e della laicità, per il Mieli e di sicuro per tanti altri potrebbe andare bene ugualmente, purché si chiarisca che semplicemente di questo si tratta. Una manifestazione in più non farà certo male, anzi, purché si stia attenti a muovere un numero cospicuo di partecipanti, considerando la scelta di dargli un valore nazionale, nella consapevolezza immagino “universale” che non ci si avvicinerà nemmeno lontanamente ai numeri da Pride. In tal caso Libera Italia assomiglia nei contenuti per taluni aspetti a No Vat, per altri ai Pride in genere, e questo può rendere la manifestazione facilmente condivisibile per coloro che a No Vat e ai Pride aderiscono, ma fatica a dare dei valori aggiunti rispetto a queste. Non a caso l’elenco delle rivendicazioni è quello generale che grosso modo si pone nei Pride, presumibilmente anche in quelli di quest’anno. Analogamente il forte richiamo alla laicità è il fulcro di No Vat e un elemento dei Pride. Le “consuete manifestazioni nazionali che Arcigay e Arcilesbica promuovono in inizio primavera a Roma”, cui si fa riferimento nell’appello di Libera Italia, negli anni precedenti erano settorizzate rispetto a richieste specifiche e alle vicende politiche del momento (tutte legate ai Pacs-Dico). Potevano più o meno piacere, il Mieli per esempio ha sempre aderito, mentre altri no, ma sicuramente avevano una logica politica individuata e individuabile, utile, e diversa da tutte le altre manifestazioni lgbt. Quest’anno invece manca l’indicazione di un target specifico, o di determinati antagonisti, o di un tema o di un evento catalizzatori, quindi è diversa dalla “consueta manifestazione a Roma in primavera promossa dagli”Arci”, e rischia per tutto quello detto sin ora di diventare solo la necessità di non mancare un appuntamento. Con tale impostazione si rivelerebbe un po’ uno spreco e un po’ una fotocopia blanda di quello che si sarà svolto prima, NoVat, e soprattutto di quello che si svolgerà dopo, i Pride.

Ci sorge uno speranzoso dubbio, che però non trova in effetti nessun riferimento nei vari “lanci” di Libera Italia. Che i promotori abbiano colto la necessità di non perdere la “manifestazione di primavera romana” e di farla con convinzione e impegno, al di là delle incongruenze dell’appello, anche a seguito dei noti eventi della bocciatura del registro delle unioni civili al Comune di Roma, che palesemente ha avuto rilevanza politica nazionale e ha dato chiari segnali sull’impossibilità di raggiungere qualsivoglia risultato utile in Parlamento sui temi lgbt. E’ anche risultato chiaro che il tappo principale di tutta la vicenda è il Partito Democratico e le sue contraddizioni interne. Del resto l’attenzione proficua che il Vaticano rivolge agli amministratori del Lazio, come si è visto anche con l’ultimo incontro del Pontefice con costoro, deriva specificatamente dal fatto che il Sindaco di Roma è il leader del Pd, principale partito della maggioranza. Se quindi la manifestazione volesse scegliere il suo fulcro in questa bruciante attualità pseudo-romana, dovrebbero però emergere in modo esplicito tutte le singole responsabilità della fase politica attuale e bisognerebbe denunciare l’episodio “comunale” in tutta la sua ampiezza e pesantezza.

Tutto questo permetterebbe anche alle associazioni romane di essere meno sole ad affrontare l’anomalia della politica locale trasformata totalmente in politica nazionale. Soprattutto le realtà come il Mieli che testardamente da mesi hanno puntato il dito sulle omissioni, incongruenze, dimenticanze, depistaggi e scelte negative di Veltroni, consapevoli che non si tratta affatto dell’impazzimento di una persona. Ci lascia stupiti però il fatto che, dopo la famosa bocciatura del consiglio comunale, il Mieli abbia effettuato una scelta politica indubbiamente forte uscendo dal Tavolo di Coordinamento lgbt del Comune di Roma e sia stato seguito solo da Nuova Proposta, e ci sia un silenzio totale delle altre associazioni romane, anche semplicemente in termini di commenti, come se la cosa fosse irrilevante. Questo fatto non ci fa molto ben sperare, anzi diciamo che ci turba. Comunque se Libera Italia volesse assumere il taglio che stiamo qui esponendo, il Mieli ne sarebbe entusiasta; se invece si rientrasse nelle altre varie ipotesi sopra esposte, la nostra adesione o il nostro coinvolgimento dipenderanno dai tipi di chiarimenti che ci saranno.
Ci auguriamo che questa lunga missiva possa essere utile e costruttiva per il lavoro dei promotori di Libera Italia, e per il successo della manifestazione, ma anche per le riflessioni di tutti gli altri.
Un saluto a tutti.


Rossana Praitano
Presidente Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

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Regno Unito. Bocciato emendamento sostenuto dai vescovi a legge anti-omofobia.

(Radio Vaticana) Il Governo britannico ha bocciato un emendamento a una nuova proposta di legge che punisce i reati di omofobia. L’emendamento alla Criminal Justice and Immigration Bill è stato presentato da un deputato laburista cattolico Jim Dobbin con il sostegno dai vescovi cattolici e anglicani, che nel novembre scorso avevano presentato un memorandum congiunto per chiedere modifiche al testo, giudicato eccessivo anche negli ambienti omosessuali britannici. Il provvedimento, infatti, punisce il reato di incitamento all’odio contro gli omosessuali con un massimo di sette anni di carcere, una pena superiore a quella prevista per lo stupro. A preoccupare in particolare la Chiesa cattolica e anglicana è il fatto che le nuove misure non distinguono tra attacchi contro gli orientamenti sessuali delle persone e diritto a criticare condotte sessuali non conformi alle proprie convinzioni etiche, ma sempre “nel pieno rispetto di chi le pratica ”, come sottolineava il memorandum. Più voci si sono levate nel Regno Unito contro il testo evidenziando come esso si presti facilmente ad abusi.

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Teatro. Uno spettacolo sulla persecuzione di gay e lesbiche. "La spiaggia dei senza dio".

In occasione della Giornata della Memoria 2008, il 19 gennaio viene portato a Mestre, sul palcoscenico del cinema-teatro ex-GIL di via Sernaglia, lo spettacolo "La spiaggia dei senza dio", realizzato dalla Compagnia "Lamanicatagliata" di Modena. Nella pièce teatrale il confino degli omosessuali durante il fascismo è raccontato attraverso gli occhi di un giovane deportato e della maitresse di un locale frequentato abitualmente dai gerarchi. La storia di una persecuzione dimenticata, ma anche il racconto del perverso rapporto tra potere e sessualità.

Migliaia di omosessuali vengono perseguitati nell'Italia fascista: retate, arresti, pestaggi, confino si susseguono per tutto il ventennio e si fanno ancora più feroci con l'introduzione delle leggi razziali, perché il "mito della razza" contiene anche il mito della virilità fascista. I vicini nazisti fanno ancora di più e cuciono triangoli rosa per gay e lesbiche e li spediscono nei lager e allo sterminio. Una pagina di storia e di memoria collettiva per lungo tempo dimenticata e su cui solo di recente saggi, ricerche, produzioni culturali ed artistiche stanno indagando con opere e divulgazione al grande pubblico.

Scritto e diretto da Ennio Trinelli, "La spiaggia dei senza dio" vede in scena Andrea Calabrini, Sergio Lo Gatto, Michelangelo Spinella, Hassen Tlili e Massimiliano Sozzi. "Lamanicatagliata" è una associazione e una compagnia teatrale di Reggio Emilia, organizzatrice dell'omonimo prestigioso festival di teatro a tematica lesbica e gay che si tiene ogni anno in Emilia Romagna.

Lo spettacolo arriva ora in città, su iniziativa dell'Osservatorio LGBT e dell'Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Venezia, in collaborazione con il Coordinamento cittadino per la giornata della Memoria e l'Assessorato alla produzione culturale.
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Sabato 19 gennaio, ore 21
Cinema teatro ex-GIL, Mestre (Ve), Via Sernaglia.
L'ingresso è libero. Lo spettacolo inizia alle ore 21.

Info:

041.2747671/8320
differenze@comune.venezia.it

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Legge choc in Canada. Vietate le donazioni di organi ai gay.

Per il Ministero della salute gli omosessuali rappresentano un fattore di rischio per le malattie a trasmissione sessuale.

(Agi) Il governo canadese, guidato dal conservatore Stephen Harper, ha interdetto agli omosessuali la donazione degli organi.
La decisione, che ha gia' sollevato un polverone di critiche da parte dell'opposizione, riguarda gli uomini che hanno avuto almeno un rapporto gay nei cinque anni precedenti alla donazione.
Secondo la nuova direttiva emessa dal Ministero della salute canadese alla fine del 2007, gli omosessuali rappresenterebbero un 'fattore di rischio' per la trasmissione di malattie infettive.
"Sono sorpreso dalla normativa canadese perche' priva di fondamento scientifico", ha commentato Rafael Matesanz, coordinatore del organizzazione nazionale trapianti spagnola, a El Mundo. Intanto in Canada e' scoppiata la polemica: "Il governo ha dimostrato ancora una volta che agisce furtivamente", ha detto Robert Thibault, portavoce del Partito Liberale, che ha sottolineato come questo divieto sia stato messo in atto senza aver fatto un annuncio ufficiale. Alcuni esperti intervistati dal canale pubblico canadese CBC hanno detto di non esser stati informati dell'applicazione di questo regolamento che potrebbe limitare il numero di donazione di organi in Canada.

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Ever Banega nudo in internet. L'argentino mostra il pene in cam, club spagnolo senza pace. Scandalo a Valencia.

(Tulife) Nel Valencia dilaniato dalle polemiche interne con pochi risultati tra Champions e Liga ci mancava solo lo scandalo a luci rosse. Il protagonista è il gioiellino argentino Ever Banega, ultimo acquisto pagato la bellezza di 18 milioni di euro al Boca Juniors avversario del Milan nella finale del mondiale per club a Yokohama. Chiariamo subito: non c’entrano le squille alla Cristiano Ronaldo, tanto per intenderci, ma un filmetto che sta già impazzando sul web (vedi il video sotto) e che ha fatto morire dal ridere persino la stella delle furie rosse Joaquin. Nei 5 minuti registrati da un anonimo internauta e messi in rete dal sito argentino subiteya.com (già quasi 900.000 proiezioni) il centrocampista è impegnato in una sessione di sesso virtuale, con espliciti interventi dimostrativi verso la webcam accesa e pronta a registrare ogni particolare. Non è la prima volta che Banega finisce su internet con un video autoprodotto: figurava tra i protagonisti, insieme ad alcuni compagni della nazionale argentina, della distruzione di una camera d’albergo durante l’ultimo Mondiale Under 20.
Insomma al Valencia di tutto avevano bisogno tranne che di un nuovo caso extra-calcistico, visto che al già poco edificante quadro sportivo (una sola vittoria in Liga, eliminazione da Champions League e Uefa, 3 punti nelle ultime 6 giornate) va aggiunta la rissa di Manuel Fernandes, centrocampista portoghese, arrestato, insieme al fratello, in un locale notturno per il presunto furto di un orologio.
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