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domenica 27 luglio 2008

Pozzallo, un intero paese mobilitato per il gay day.

Tra gli appuntamenti: concerti, seminari, spettacoli teatrali, esibizioni di Drag Queen, rassegna di pittura ed un evento sorpresa.
(AdnKronos) Il 28 luglio 2008 Pozzallo, piccola citta' in riva al mare in provincia di Ragusa, vedra' le strade animarsi di artisti di strada, spettacoli e musica. Giornata colorata, in pieno stile "rainbow" per il primo Gay Day in questa parte di Sicilia dove la "cultura della diversita'" e' ancora lontana.

Lo comunica Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, che sottolinea: 'Per la prima volta in Italia un intero paese, le sue istituzioni ed associazioni patrocinano e sostengono un'iniziativa di questo genere promossa dall'Arcigay'.

Tra gli appuntamenti: concerti, seminari, spettacoli teatrali, esibizioni di Drag Queen, rassegna di pittura ed un evento sorpresa.

All'iniziativa parteciperanno, il sindaco di Pozzallo, il presidente della Provincia di Ragusa e diversi sindaci della zona, per la gran parte amministratori del centro destra.
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Nozze gay per Udo Walz il parrucchiere delle stelle. Da 14 anni vive con il compagno Carsten Thamm.

(Apcom) - Il suo motto è "La vita non è una prova generale", e così ha fatto il gran salto. Dopo 14 anni di amore e convivenza, a Berlino si è celebrata l'unione del celebre "parrucchiere delle stelle" Udo Walz con il compagno Carsten Thamm, manager della catena dei suoi negozi, di 25 anni più giovane; la festa di "nozze" si è svolta all'Hotel Brandenburger Hof, i due sposi si sono uniti con due braccialetti d'argento, dono dell'amica e modella Barbara Becker (ex moglie del tennista Boris). Testimoni anche l'attrice Bettina Zimmermann e la stilista Mads Roennborg.

Dopo il matrimonio civile i testimoni hanno innaffiato Walz e Thamm di riso; la serata del sabato è passata in celebrazioni con 200 ospiti al "Club Cina" della capitale. La star dei parrucchieri domani festeggerà di nuovo: compirà 64 anni.

Walz ha dichiarato che "non è cambiato nulla. Carsten e io sappiamo da 14 anni cosa c'è fra noi". Non è "un matrimonio" ma "il rafforzamento del nostro legame", e il motivo è sostanzialmente pratico. In aprile, Walz spiegava "Me ne andrò prima di Carsten. Voglio sistemare le cose perché non debba pagare tante tasse. E non voglio che scoppi una lotta sul mio patrimonio con mia sorella".

Nato a Waiblingen (Baden-Wuerttemberg), il celebre parrucchiere ha nove saloni con 90 dipendenti a Berlino, Potsdam, ma anche a Maiorca e sulla SM Deutschland, la "barca dei sogni". Fra i suoi 200.000 clienti del passato e di oggi anche Marlene Dietrich, Romy Schneider, Claudia Schiffer, Placido Domingo, l'attuale cancelliere Angela Merkel e il suo predecessore Gerhard Schroeder.

In Germania gay e lesbiche possono sottoscrivere una unione civile (Lebenspartnerschaftsrechts) che tutela i reciproci diritti pensionistici, ereditari, regola le separazioni e consente anche l'adozione del figlio del compagno o della compagna.

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Alessandra Mussolini: "Falso che mio nonno odiasse i gay". Li spediva al confino...

"Ricordo che la mia famiglia aveva tantissimi rapporti di amicizia con omosessuali".
(Agi) Benito Mussolini non odiava i gay. Ad assicurarlo e' sua nipote Alessandra che intervistata da Klauscondicio, e' categorica: "assolutamente, non li odiava. Ricordo che la mia famiglia aveva tantissimi rapporti di amicizia con omosessuali. Approfitto di questa occasione per rivelare che i piu' grandi amici di mia zia Edda erano gay".

Sul fatto che 10.000 gay siano stati mandati al confino Alessandra Mussolini tiene a precisare che: "non nego affatto il dato storico ma dipingere la famiglia Mussolini come omofoba e' sbagliato".

Quindi alla domanda se fosse favorevole a gay e lesbiche nell'esercito, la Mussolini afferma: "Ci sono gia' i gay nell'esercito. Forse anche Generali. Ma penso che sia importante che dall'esterno non si possa capire chi e' omosessuale e chi no. La privacy delle persone deve essere rispettata, nessuno deve essere forzato a dichiararlo se non vuole".
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Rifondazione, Nichi Vendola verso il ritiro.

Ferrero verso l'elezione a segretario. I bertinottiani: «Non ci sarà scissione» Salta l'ultima mediazione, nessun accordo su documento comune. Migliore: «Faremo opposizione nel partito».
(Il Corriere della Sera) Sono ripresi in un clima di tensione e contestazioni i lavori della giornata conclusiva del congresso di Rifondazione. Ed è ormai rottura definitiva tra i due gruppi pro-Vendola e pro-Ferrero. Graziella Mascia spiega i motivi del perché voterà la mozione di Vendola e non appoggerà il documento sostenuto dalle altre quattro mozioni. Tensione alle stelle quando Giovanni Russo Spena, che sostiene la mozione di Ferrero, ha letto il documento nel quale si delinea la nuova rotta di Rifondazione. «In questo documento - ha contestato Mascia - ci sono cose molto gravi rispetto alla storia di Rifondazione. La mozione 2 presenta un altro documento e afferma che in questo congresso si è impedito di cercare una soluzione unitaria». Si litiga anche sui numeri: Alfio Nicotra della mozione 1 ha annunciato che la commissione elettorale aveva trovato l'accordo sul fatto che i componenti del comitato politico, che eleggeranno il segretario, sono 280. Ma dalla sala si sono subito levati brusii e critiche e Rosa Rinaldi ha preso la parola per dire che la mozione 2, guidata da Nichi Vendola, aveva dato il via libera a un "parlamentino" di 240 membri. L'esito delle contestazioni è stata l'immediata riconvocazione della commissione elettorale.

RIUNIONE NOTTURNA - Intanto non si esclude un nuovo colpo di scena nella giornata decisiva con l'elezione del segretario. L'estremo tentativo di trovare un accordo tra la mozione 2 che fa capo a Nichi Vendola e gli esponenti del documento 1 di Paolo Ferrero è saltato dopo una lunga riunione notturna della commissione politica. L'ala vendoliana, a quanto si apprende, ritiene inaccettabile il testo di un eventuale documento su cui convergano le altre quattro mozioni. A questo punto i delegati della mozione 2 si sono riuniti per studiare la risposta e come restare nel partito dopo l'ormai probabile elezione di Ferrero a segretario. A questo punto è ritenuto possibile il ritiro del governatore pugliese dalla corsa alla leadership anche se di fatto resta l'unico candidato.

CORRENTE 'SINISTRA' - Ma Vendola non sta con le mani in mano. Contro il documento messo a punto nella notte da Ferrero in accordo con esponenti dell'area politica di Claudio Grassi in direzione di una maggiore autonomia del partito (con tanto di uscita da alcune amministrazioni locali oggi governate assieme al Pd), il governatore avrebbe preparato la contromossa, dando indicazione ai suoi delegati di non sostenerlo più ma di votare soltanto contro Ferrero: «Così - spiegano alcuni delegati - l'ex ministro si troverebbe alla guida di una macchina senza però la struttura alla base». Contestualmente, l'area che fa riferimento al governatore della Puglia darebbe vita a una corrente ('La Sinistra') nella prospettiva più avanti di organizzare una vera e propria costituente.

«NESSUNA SCISSIONE» - Ma l'ex gruppo dirigente che appoggia Vendola esclude in ogni caso l'ipotesi scissione. L'ex capogruppo alla Camera Gennaro Migliore: «Noi abbiamo fatto la storia di questo partito, non ce ne andiamo, faremo un'opposizione ampia e larga dentro il partito per portare avanti il nostro progetto di unità a sinistra». Amaro l'ex segretario Franco Giordano: «Ci abbiamo provato in tutti i modi, volevamo disperatamente recuperare l'ipotesi unitaria. Nichi ci ha provato con tutte le forze, ma c'è un documento di tutte le minoranze contro l'unica mozione che ha presentato un progetto per salvare Rifondazione». Di diverso avviso Ramon Mantovani, esponente della mozione 1: «C'è stata una riunione della commissione politica e la mozione 2 l'ha abbandonata. Li è stato elaborato un testo in cui si dice cosa deve fare Rifondazione. Sono molti i punti che ci uniscono anche con la mozione 2, se quest'ultima non avesse voluto impostare la discussione congressuale su una linea come se fosse l'unica possibile» ha detto in un'intervista a Radio Popolare. Mantovani insiste sulla necessità che per il partito vi sia «una gestione diversa rispetto a quella tenuta fino ad ora, solo a maggioranza».

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Lucca. Un arresto per ricatto a sfondo sessuale di carattere omosessuale.

Voleva spillare soldi all’amico protagonista di un video gay hard. Patteggia 2 anni e 2 mesi e il giudice gli prescrive l’obbligo di dimora.
(Il Tirreno) Un ricatto a sfondo sessuale nei confronti di un conoscente filmato quattro anni prima durante un rapporto omosessuale a pagamento con un italiano è stato sventato dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Castelnuovo che hanno arrestato l’estortore con in mano il denaro pattuito per evitare lo scandalo: duemila euro. Si tratta di Assad Saad, 22 anni, marocchino, residente a Gallicano e in regola con il permesso di soggiorno.

La trappola è scattata l’altra mattina dopo che la vittima del ricatto gay - un altro immigrato marocchino anche lui residente in Media Valle - ha denunciato l’estortore ai carabinieri. Secondo l’accusa Saad era entrato in possesso di una videocassetta girata da un altro immigrato nel 2004 e che lui aveva trovato in casa del connazionale, un coetaneo che frequentava da tempo. Nella pellicola si distingueva nitidamente la vittima dell’estorsione impegnata in un rapporto sessuale orale con un italiano ultracinquantenne residente in Garfagnana che avrebbe pagato per avere quella prestazione. Senza che il conoscente se ne accorgesse Saad si sarebbe impossessato della cassetta vhs e alcuni giorni dopo avrebbe contattato il connazionale minacciandolo di rivelare il contenuto del filmato a tutti quelli che lo conoscevano. Per evitare lo scandalo doveva preparare duemila euro in contanti.

Il marocchino senza indugio si è rivolto ai carabinieri che, di concerto con il sostituto procuratore Domenico Manzione, hanno preparato una trappola all’estortore. I militari hanno segnato il numero di serie delle banconote che la vittima doveva consegnare al ricattatore e stabilito il luogo e il giorno dell’appuntamento tra le parti si sono appostati nel centro di Gallicano a pochi metri di distanza dal locale scelto come luogo dell’appuntamento.

La vittima dell’estorsione è arrivata a bordo di un’auto e ha incontrato il connazionale. Dopo un breve colloquio i due si sono diretti verso la macchina. Lì il ricattatore ha mostrato la videocassetta all’altro immigrato ricevendo in cambio la mazzetta pattuita. In quell’istante sono piombati sul posto i carabinieri che hanno bloccato Saad. L’uomo, sceso dall’auto, stava cercando di fuggire, ma fatte poche centinaia di metri è stato ammanettato e condotto in camera di sicurezza mentre il denaro è stato subito riconsegnato alla vittima del ricatto.

Ieri mattina davanti al giudice Giuseppe Pezzuti si è svolta l’udienza di convalida nel corso della quale il legale dell’immigrato ha chiesto e ottenuto il patteggiamento a due anni, due mesi e 20 giorni di reclusione e 300 euro di multa. Subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza Assad Saad, incensurato, è stato scarcerato e nei suoi confronti è stata disposta la misura di sicurezza dell’obbligo di dimora a Gallicano.

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La Commissione giustizia dice no ad una legge di connessione tra stalking ed omofobia.

Pdl contro l'omofobia di competenza della commissione Affari costituzionali.
(Asca) L'ampio confronto sviluppatosi in Commissione Giustizia sul ddl governativo 1440 e sulle numerose pdl che prevedono l'introduzione nell'ordinamento del delitto di molestie insistenti ha confermato il no a connettere con le misure di contrasto dello stalking quelle relative alle discriminazioni per motivi di scelte sessuali ed identita' di genere. Lo ha ribadito la Presidente della Commissione, Giulia Bongiorno precisando le ragioni per cui la pdl presentata da Anna Paola Concia del PD, e gia' assegnata alla Affari Costituzionali e alla Giustizia in seduta congiunta, rientra nell'ambito della parita' dei diritti e dei divieti di discriminazione che sono di competenza della Affari Costituzionali. La Giustizia andra' avanti, quindi, nella definizione di un testo base o di un testo unificato dei numerosi progetti specificamente relativi alle molestie insistenti che gia' nella scorsa legislatura erano stati stralciati rispetto al testo allora approvato dall'Esecutivo per il contrasto della violenza sessuale. E proprio a quello schema normativo e alla messa a punto che era stata fatta con il testo unificato-stralcio proposto dall'ex Presidente della Giustizia, Pino Pisicchio hanno fatto riferimento vari deputati per formulare alcune riserve sul ddl presentato ora dal Governo.

Riserve espresse anche da Manlio Contento del PdL perche' nel testo governativo piu' che all'evento della sofferenza psichica suscitata nella vittima dal molestatore si fa riferimento alla idoneita' della condotta a cagionare un perdurante e grave stato di ansia.

Questa dizione non supera le obiezioni che erano state gia' affrontate nella scorsa legislatura per la indeterminatezza della formula usata e per l'esigenza di un chiaro nesso di casualita' necessario a configurare il reato. Anche l'ex Ministro Barbara Pollastrini ed altri deputati del PD hanno rilevato che occorre un piu' complessivo approccio al problema delle molestie e della violenza pur concordando con la urgenza di colmare il vuoto normativo esistente in materia di stalking. Marilena Samperi del PD ha sostenuto che resta valida l'impostazione che quasi tutti i gruppi avevano concordato nella scorsa legislatura disciplinando unitariamente il problema della violenza sessuale, della omofobia e delle molestie che sono imputabili innanzitutto a carenze culturali.

La Commissione, comunque, procedera' nella definizione del testo centrato sulle molestie reiterate ed insistenti. Punto essenziale - come ha sottolineato Manlio Contento - e' punire il nuovo delitto a querela della persona offesa e non procedendo d'ufficio perche' deve essere rimessa alla vittima la valutazione di affrontare un processo penale che puo' essere doloroso proprio per la parte offesa.

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Venezia. Cacciato da negozio perchè gay.

La testimonianza pubblicata da "Il Mattino de Padova".

Mi chiamo Ivan, ho 28 anni, sono un disc jockey padovano e il mio nome d’arte è Ivan dal Monte. Sono omosessuale, non ho nulla da nascondere e vivo tale condizione con naturalezza. Ho deciso di scrivere questa lettera al mattino per denunciare un episodio grave che mi è accaduto in una delle città più turistiche del mondo. Martedì scorso ero a Venezia con il compagno. Nel pomeriggio decidiamo di entrare in un negozio di oggettistica in terracotta che si trova vicino alla stazione Santa Lucia. Premetto che il mio compagno ed io non davamo assolutamente nell’occhio, non siamo persone che esternano la loro sessualità. Il titolare, o comunque un impiegato del negozio, che avrà avuto intorno ai 30 anni, prima ancora che mettessimo piede nel negozio ci dice che è chiuso. Erano le 14, più o meno. Allora continuiamo il nostro giro per Venezia e al ritorno, intorno alle 18.30, decidiamo di tornare a visitare quel negozietto. Passando abbiamo notato delle persone dentro e la porta era spalancata: era evidente che il negozio fosse aperto. Non facciamo nemmeno a tempo a superare lo scalino d’ingresso che la stessa persona di poche ore prima ci dice nuovamente che il negozio è chiuso. Sono rimasto stupito poichè altre persone venivano fatte entrare senza problemi. Allora deciso di affrontare il problema e chiedo chiarimenti al giovane titolare o commesso che sia. E quello per tutta risposta mi intima di andarmene sostenendo che nel negozio fa entrare chi vuole aggiungendo: «Fuori dai coglioni, froci». Ci ha così sbattuto la porta in faccia. Non ho reagito perché quella persona non mi pareva molto intenzionata a chiarire. Ho pensato di scrivere al mattino perchè ai giorni nostri si fa ancora viva la voce dell’omofobia. Mi è parso di tornare indietro alla seconda guerra mondiale quando fuori dai negozi venivano affissi i cartelli «Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei». «Vietato l’ingresso ai cani e ai froci»! Tali comportamenti non sono accettabili e intendo andare in fondo a tale cosa, anche chiedendo udienza al sindaco di Venezia Massimo Cacciari o a chi di dovere.

Ivan dal Monte

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Cinema. A Venezia il porno low-cost. Fara' scandalo l'esplicito rapporto omosex?

(Michele Anselmi - Il Giornale) Costa 980 euro il film-scandalo di Venezia 2008. Sì, avete letto bene: 980 euro. Più che un low-budget un no-budget. Un altro pianeta di Stefano Tummolini non figura nella selezione ufficiale italiana che sta mettendo a punto il direttore Marco Müller, ma vedrete che se ne parlerà, eccome, quando passerà al Lido, all'interno della sezione autogestita «Giornate degli autori». Per varie ragioni. Costo inesistente e storia stuzzicante fanno tutt'uno in questa curiosa opera d'esordio che Tummolini e il suo attore protagonista Antonio Merone hanno covato per due lustri, con varie false partenze, prima di riuscire a realizzarla, appunto con neanche mille euro, confidando sul sostegno gratuito degli interpreti e dell'operatore. Naturalmente, in vista della «prima» veneziana, il sopraggiunto distributore, la Ripley's Film, dovrà investire qualche migliaia di euro per convertire il formato da video in pellicola, ma resta l'eccezionalità dell'esperimento, in verità non unico nel suo genere. Due anni fa, sempre a Venezia, destò un certo scalpore La rieducazione, girato a Guidonia con 500 euro, senza attori professionisti, in una chiave di presa diretta sulla realtà. L'inflazione pesa...
Non che il no-budget debba diventare un modello. Il cinema è industria, ha bisogno di capitali certi e idee chiare, sicché l'introduzione di tax-credit e tax-shelter fa ben sperare per il futuro. Ma fanno simpatia questi cineasti ruspanti: invece di battere cassa allo Stato o fare il giro delle sette chiese, passano all'azione in economia, nella speranza che, a prodotto finito, qualcuno si faccia avanti. Esattamente quanto è successo a Tummolini. Il quale ancora ieri, alla presentazione della rassegna pilotata da Fabio Ferzetti, sembrava non credere all'evidenza dei fatti, e cioè che il suo film figura accanto agli altri dieci titoli, tra i quali l'esordio alla regia di quel famoso Uberto Pasolini che fu produttore di Full Monty.
Quanto allo scandalo annunciato, be', ogni anno a Venezia come a Cannes appare un film che stuzzica l'appetito dei giornalisti sul versante del sesso. I lettori del Giornale ricorderanno la querelle legata alla controversa erezione di Elio Germano in Nessuna qualità agli eroi di Paolo Franchi: una sequenza di neanche dieci secondi, che però finì col «mangiarsi» tutto il resto sul piano mediatico, facendo molto arrabbiare il regista e suscitando qualche ironia. Nel caso di Un altro pianeta già molto si chiacchiera dell'incipit, che mostra un esplicito e frettoloso rapporto omosex tra le dune di Capocotta, sul litorale romano. Per chi non sapesse, Capocotta è da anni meta abituale di gay e naturisti, diciamo un'oasi per uomini e donne che amano mettersi al sole come mamma li fece. Lì, su quella spiaggia, avviene l'incontro tra un bagnante solitario, s'intende col bigolo al vento, e tre giovani donne, con regolare costume, in cerca di compagnia. Incuriosite dal contesto disinibito, il terzetto fa amicizia con Salvatore, che noi sappiamo essere gay ma le fanciulle no.
Spiega il regista, che ha girato tutto in una settimana, con ritmi da soap-opera: «Fra chiacchiere e confidenze, bugie e mezze verità, comportamenti espliciti e sentimenti contorti, alla fine della giornata nulla sarà come prima». C'è di mezzo l'elaborazione di un lutto, letteralmente, ma il film, spregiudicato nel linguaggio, intenderebbe gettare «una luce schietta e insieme affettuosa su un mondo molto meno “a parte” di quanto non si creda». Lo prendiamo in parola.

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Luxuria all'Isola, «rivolta» su Liberazione.

Il caso Proteste dei lettori. La Armeni: ora Vladimir sta esagerando. «Guadagnerà l'equivalente di 300 anni di lavoro di un operaio che magari ha fatto eleggere proprio lei».
(Lorenzo Salvia - Il Corriere della Sera) Ieri il problema erano i diritti della popolazione garufina. Scriveva il Collettivo Italia Centro America che lì in Honduras le misure di sicurezza per L'Isola dei famosi impediscono agli indigeni di pescare. E da quelle parti pescare non è un passatempo da riccastri ma un modo per sopravvivere. Oggi Paola Nardi da Vicenza abbandona il metodo etnografico: «E chi se ne frega! Guadagnerà l'equivalente di 300 anni di lavoro di un operaio che votando Rifondazione magari ha fatto eleggere proprio lei». Sarà anche spaccata a metà tra la mozione Vendola e quella Ferrero ma su un punto la base di Rifondazione comunista è unita come un sol uomo: Vladimir Luxuria al reality di Simona Ventura non ci deve andare. Sono giorni che la questione campeggia sulle pagine di Liberazione. E sono giorni che in redazione arrivano decine di lettere contro la decisione dell'ex onorevole che a settembre se la vedrà all'ultima nomination con Antonio Cabrini e Giucas Casella. Oggi il quotidiano del partito pubblica una piccola parte di quelle lettere. Andrea Tanucci dice che non vuole avere la tessera dello stesso partito di un partecipante all'Isola, il «punto massimo della tv spazzatura», secondo un altro lettore.

Tutti contrari, qualcuno anche in modo pesante. Luxuria mantiene la calma: «Reazioni come queste le avevo messe in conto. Figuriamoci se, con la mia storia, posso criminalizzare il dissenso». Dice che tra una prova di sopravvivenza e l'altra farà politica: «L'accordo con la Ventura — spiega — è che io possa parlare di tutto. Magari anche dei diritti della popolazione garufina, su cui in effetti non ero informata». La politica in un reality? La stessa spiegazione che dà Angela Azzaro, il caporedattore di Liberazione che oggi si prende la briga di rispondere alle lettere di protesta: «Sono proprio quelle trasmissioni che formano il consenso e stabiliscono un contatto diretto con quei cittadini che ci hanno voltato le spalle». Se le elezioni sono andate male tante vale buttarsi dalla Ventura. «Vladimir può fare quello che vuole — commenta la giornalista Ritanna Armeni — ma dire che va lì per difendere la causa comunista mi sembra esagerato». «Lei — aggiunge l'ex parlamentare Rina Gagliardi — viene dallo spettacolo. Dov'è il problema?».

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L'assicurazione risarcisce il convivente omosessuale.

L'avvocato: ho scritto alle Generali, non c'è stato bisogno di una causa. La transazione dopo la morte del compagno per incidente a Venezia. L'accordo raggiunto qualche giorno fa, il «vedovo» ha lasciato Venezia ed è tornato a vivere in Francia.
(Elvira Serra - Il Corriere della Sera) Il messaggio in segreteria telefonica non è stato cambiato: «Ciao, siamo Georges e Marcel, in questo momento non possiamo rispondere... ». Georges e Marcel, fino a sei mesi fa, erano una coppia omosessuale ultrasettantenne che si amava da quarant'anni e che in Francia, dove risiedeva, aveva legalizzato l'unione con il Pacs. A gennaio Georges Gaston Lillemant è stato travolto e ucciso da un automobilista al Lido di Venezia, dove si era trasferito con il compagno ormai da tempo, fin dalla pensione, per trascorrere la maggior parte dell'anno. Due uomini amanti dell'arte e della cultura: ex capoufficio alle Poste francesi Marcel, ex dirigente in una impresa privata Georges. Sempre insieme ai vernissage, alle mostre, alle cene con gli amici. Discreti e solidali.

Generali, la compagnia assicurativa dell'investitore, ha riconosciuto Marcel come «prossimo congiunto» di Georges e per il danno morale subìto gli ha versato un risarcimento «assolutamente congruo ». La transazione è avvenuta qualche giorno fa. E il «vedovo» ha appena lasciato la casa nella Laguna per ritornare in Francia: «Troppi ricordi qui».

Augusto Palese, l'avvocato del foro di Venezia che è stato nominato dall'Associazione familiari vittime della strada per seguire il caso, è molto soddisfatto. «Non è stata necessaria una sentenza, l'assicurazione ha riconosciuto senza obiezioni il mio ragionamento: se l'incidente fosse avvenuto in Francia, dove la coppia aveva contratto il Pacs, il convivente sarebbe stato risarcito. Poiché le Generali sono presenti anche lì, il caso andava equiparato a quanto già previsto dalla stessa compagnia Oltralpe. E la direzione italiana, infatti, ha accolto positivamente la mia istanza», spiega. Aggiungendo che «il risarcimento è stato assolutamente congruo in relazione alla dinamica dell'evento e senza alcuna discriminazione sulle tendenze sessuali: sarebbe stato inammissibile un risarcimento di serie A e uno di serie B».

«Niente potrà ridarci Georges, con il quale ho trascorso tanto tempo apprezzandone l'intelligenza e la gentilezza», racconta Pierina Guerra, presidente della sezione veneta dell'Associazione dei familiari che ha promosso l'iniziativa legale. «Però per noi è una grande vittoria, e costituisce un precedente unico in Italia », prosegue.

Anche Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, manifesta entusiasmo. «Si tratta di una decisione importantissima, che dovrebbe essere seguita da tante imprese, banche, assicurazioni italiane. In questo senso chiederemo alle aziende di riconoscere il nostro registro autogestito dei gay, che partirà in settembre, per accordare alle coppie omosessuali regolarmente iscritte gli stessi benefit di quelle eterosessuali».

Tuttavia l'onorevole Franco Grillini, ora presidente di Gaynet-Associazione gay d'informazione, è prudente. «La decisione delle Assicurazioni Generali è certamente un segno di intelligenza e di sensibilità. Ma va ridimensionata per due motivi». Il primo: «L'assicurazione è un'azienda privata e può fare quello che vuole». Il secondo: «I due conviventi della vicenda sono tutelati dalla legge francese. La compagnia non ha fatto altro che applicare regole già previste, tenendo conto del grande exploit avuto dai Pacs in Francia. Semmai sarebbe ora che il nostro parlamento discutesse di questa materia».

Che si possa quindi parlare di «precedente» per l'Italia è tutto da verificare. La compagnia, del resto, ha commentato la notizia con poche parole: «Evidentemente è stato ritenuto dai nostri tecnici che ci fossero i presupposti di risarcibilità che hanno condotto ad una transazione».

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Roma. Aggrediti all'uscita del Gayvillage un gruppo di ragazzi gay.

«Io sono stato strattonato violentemente - racconta Salvatore, 23 anni - e mi è rimasto un occhio livido per i pugni».
(Andrea Bernabeo - Metro) L’auto si è fermata all’improvviso, provocando un forte stridore di gomme. Erano le cinque del mattino, all’Eur, all’uscita del Gay Village: sei ragazzi appena usciti stavano cercando una fontana per rinfrescarsi. Dall’auto, una Fiat 600 blu con a bordo quattro persone, ne scendono due, di corsa. Una questione di secondi. E arrivano le botte. «Io sono stato strattonato violentemente - racconta Salvatore, 23 anni - e mi è rimasto un occhio livido per i pugni». È andata peggio a Federico, 19 anni, «a cui hanno tirato un pugno nello stomaco, prima di filare via e sparire, insultandoci». Federico è caduto a terra, riverso, battendo il fianco: non ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto perché non ha mai dichiarato la sua omosessualità e quindi teme di esporsi. «Secondo me non c’è un aumento di questi fatti, che putroppo ci sono sempre stati: c’è un aumento delle denunce », spiega a Metro Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay. In particolare, secondo Grillini, nella capitale sono in crescita «le aggressioni agli omosessuali da parte di gruppi politici. E questo è allarmante ».

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Su Liberazione tante proteste, lettere contro Luxuria all'Isola dei famosi.

Tante proteste in redazione. Se fosse invece un'occasione? Lettere contro Luxuria all'Isola. Ma così restiamo minoritari.
«Da Luxuria mi aspettavo altro». «Voi di Liberazione dovete pubblicare cose più serie. Come ad esempio quelle che vengono dette al congresso». «Ma per favore che c'entra Shakespeare». Dopo l'articolo di Vladimir Luxuria, in cui spiegava perché parteciperà all' Isola dei famosi , sono arrivare in redazione moltissime lettere. Quasi tutte, anzi tutte, un po' incazzate con lei perché parteciperà al reality, ma anche per le motivazioni che aveva proposto a noi e alle nostre lettrici e lettori. L' Isola è come La tempesta di Shakespeare, diceva l'ex deputata del Prc. In fondo, questi della tv non si sono inventati niente. I lettori le hanno risposto e chiesto: ma perché non dici la verità e cioè che lo fai per denaro?
Le lettere ce l'hanno anche con noi di Liberazione perché pubblichiamo articoli frivoli, invece di occuparci delle cose serie. «Caro Sansonetti, mi ha sorpreso non poco la prima pagina di venerdì...».
Abbiamo risposto. E se il conflitto, quel conflitto tanto evocato, cercato, amato, passasse anche attraverso la possibilità di entrare nelle case degli italiani e delle italiane? Per dire loro cose che vengono taciute o negate come i diritti di gay, lesbiche, trans. E' una scommessa. Che Luxuria è sicuramente in grado di tentare.

Vedi i servizi su Liberazione.
Da un ex deputato,mi aspetto altro.
Su "Liberazione" di venerdì 25 luglio ho letto l'istruttivo articolo con cui Vladimir Luxuria spiega la sua partecipazione all'"Isola dei famosi"


Botta e risposta con i lettori sulla partecipazione dell'ex deputata del Prc al reality condotto da Simona Ventura.
«Luxuria, non andare all'Isola dei famosi». «Vai, anche così si cambia la società».

Buona fortuna, Vladimir

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