banda http://blografando.splinder.com

martedì 24 giugno 2008

Sale a livelli record il numero di lesbiche radiate dalle forze armate Usa.

(Il Messaggero) Lesbiche nel mirino del Pentagono. Nel 2007 le lesbiche in divisa radiate dai vertici militari ha toccato livelli record, sulla base della politica che impedisce ai gay dichiarati di servire nelle forze armate.

In particolare, l'anno scorso nell'esercito quasi la metà dei radiati per motivi sessuali erano donne (il 46 per cento) anche se il sesso femminile rappresenta solo il 14 per cento dei membri dell'Army statunitense. Nell'aviazione invece il 49 per cento delle persone cacciate perché gay erano donne, benché il sesso femminile rappresenti solo un quinto degli avieri.

La politica del Pentagono in materia è regolata dal principio "non chiedere/non dire": finché le preferenze gay dei soldati restano segrete non scatta alcun provvedimento. Questo non spiega però perché a fare le spese di questa politica, esistente da 14 anni, siano state soprattutto le donne. Il nunero complessivo dei radiati per tendenze sessuali gay è stato di 627 l'anno scorso.

L'ex-capo di stato maggiore generale John Shalikashvili ha spezzato di recente una lancia a favore dei gay in divisa ammettendo di avere avuto un ripensamento: «Sono adesso convinto che i gay e le lesbiche che servono senza segreti nelle forze armate Usa non costituiscano alcun danno per il Pentagono», ha scritto in un recente articolo sul New York Times. Il generale ha sottolineato che con le forze militari Usa impegnate in tutto il mondo ai limiti della loro capacità numerica «bisogna dare il benvenuto a qualsiasi americano disposto e in grado di prestare servizio militare».

Sphere: Related Content

Bulgaria. Per contrastare il gaypride indetta la "Settimana dell'intolleranza".

(Yahoo notizie) Proclamare la settimana dell'intolleranza. Questa l'esplicita iniziativa con cui l'Unione nazionale bulgara, partito ultranazionalista, intende rispondere al Gay Pride di Sofia, in programma sabato prossimo 28 giugno.

E' la prima edizione della giornata dell'orgoglio gay nella capitale bulgara, e in tutta l'area balcanica e non sembra destinato a cadere nell'indifferenza. Secondo le dichiarazioni riportate dalla Sofia news agency, il leader dell'Unione, Boyan Rasate ritiene che in Bulgaria "gli omossessuali godano di una forte protezione politica". In particolare "ci sono molti più omosessuali all'interno dei partiti politici di quanto si pensi".

Rasate è cosi' corso ai rimedi proclamando la settimana dell'intolleranza, che prevede una serie di iniziative compresa una tavola rotonda che studi "come restringere le idee omosessuali nella società". Secca la risposta di Aksiniya Gencheva (nella foto), del movimento omosessuale bulgaro "Gemini", che bolla l'iniziativa di Rasate come anticostituzionale e allerta "ci aspettiamo che attivisti di estrema destra organizzino una manifestazione di protesta nel giorno della parata gay".

Boyan Rasate e il su partito politico passarono già agli onori della cronaca nel 2007 grazie al piano di mettere in piedi una "guarda nazionale" parallela, con propri simoboli e divise, con lo scopo "di proteggere la maggioranza della popolazione dall'ondata criminale rom".

Sphere: Related Content

Ferzan Ozpetek: "A Venezia finalmente con un mio film.

"Innamorato del cinema grazie a Cleopatra".

(Dora Siani) Dopo l'esperienza nella giuria della scorsa Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Ferzan Ozpetek, 49 anni, è stato in questi giorni presidente della giuria della 54/a edizione del Taormina FilmFest. Tantissimi ragazzi hanno partecipato all'incontro con il regista turco che si è svolto al Palazzo dei Congressi dopo la proiezione del film La finestra di fronte e Ferzan ha spiegato che "tutte le storie da raccontare stanno lì davanti a noi. Magari sali su un autobus e seduto accanto a te c'è il film più bello della tua vita".

Allora non è un caso se i suoi personaggi riflettono in qualche modo la sua vita.
Racconto quello che percepisco dalla realtà. C'è stato persino un momento della mia vita in cui mi sono sentito un fallito, incapace di fare un film. Sono andato da un analista e mi ha aiutato molto. L'analisi ti scopre le tue fragilità, ti fa piangere per qualsiasi cosa, però è anche di grande aiuto. Ho smesso di andarci due anni fa ed ora sto bene.

Quando ha capito che il suo mestiere era quello del regista?
Avevo 7 anni quando vidi per la prima volta Cleopatra. Da allora in poi, cominciai a vedere tre film a settimana e l'unico pensiero che avevo era quello di rimediare i soldi per andare al cinema. Vedevo di tutto, è stato un amore a prima vista e quando ho capito di voler fare il regista, ho pensato di andare in America. Ma poi a 17 sono venuto in Italia, Roma è la mia città e ora non riesco ad immaginare di vivere altrove. Quando volevo realizzare Il bagno turco ho impiegato 5 anni per convincere Marco Risi. Ma se non fossi riuscito a fare il regista sarei diventato uno chef: amo la cucina e anche la pittura.

Quali sono i ricordi più belli della sua carriera?
Già, la memoria è stata molto rovinata da internet e dai telefonini. Si è perso il valore della memoria, delle cose raccontate a voce da un anziano. Qualunque cosa ora si vuol sapere non si va dai nonni, ma su internet. E così, non esiste più l'attesa di un incontro o di una telefonata perché siamo tutti reperibili in ogni momento. Massimo Girotti che ha girato con me per l'ultima volta in La finestra di fronte era un uomo molto elegante. Durante le riprese ci fu un'interruzione a causa dei suoi problemi di salute. In ospedale, volevo portargli il dvd del film che avevamo appena montato, perché lo vedesse, ma lui desiderava vederlo sul grande schermo: poco dopo, invece, le sue condizioni peggiorarono. Raoul Bova è un grandissimo attore, spesso sottovalutato. Con Giovanna Mezzogiorno abbiamo avuto delle discussioni, era troppo carica di recitazione. Ambra, invece, l'ho notata a Lecce, in occasione di un premio che mi è stato consegnato. L'ho vista così elegante che quando sono rientrato a Roma ho scritto un ruolo per lei ed è nata la Roberta di Saturno contro, il personaggio più bello degli ultimi dieci anni.

Quali sono stati i film più belli che ha visto al Festival di Taormina?
Mi sono piaciuti molto il film egiziano, lo sloveno e il turco. Ma tutti avevano qualcosa d'interessante. Non è facile essere presidente di una giuria: occorre tenere presente anche il gusto degli altri. Mi hanno accusato spesso, e soprattutto a Venezia, di essere troppo duro e severo nei giudizi. Ma credo sia importante affermare il proprio gusto artistico.

Ora a Venezia ci andrà come regista per il film che ha appena ultimato, "Il giorno perfetto"?
Non c'è ancora nulla di ufficiale, ma i tempi ci sono e il film è stato già visto dalla commissione che seleziona le pellicole per la prossima Mostra del Cinema. Mi farebbe piacere andarci, anche perché ci andrei per la prima volta come regista, finora a Venezia ho solo fatto il giurato. Io non sono mai soddisfatto delle opere che realizzo, ma in questo caso sono molto contento della recitazione di Monica Guerritore e di Isabella Ferrari: interpretano due donne che diventano complici e amiche. Nel libro della Mazzucco, da cui ho tratto il film, il personaggio della Guerritore era in realtà un gay, ma non mi aveva convinto e allora l'ho trasformato in una donna. Quando le donne sono davvero amiche riescono a coltivare un rapporto stupendo di complicità. Poi, rispetto al romanzo ho chiaramente fatto emergere il mio sguardo nei confronti dei personaggi e della storia, più che quello della scrittrice.

Quest'anno il festival di Taormina era dedicato alla cinematografia della Turchia, quanto è cambiato il cinema turco negli ultimi anni?
E' cambiato moltissimo. Quando iniziavo la mia carriera, in Turchia si facevano pochisssimi film, ora invece si producono tantissime pellicole e il pubblico turco va a vedere i film turchi, come i francesi che preferiscono vedere le proprie opere. Questo invece in Italia non accade, ancora esistono dei pregiudizi da parte del pubblico italiano nei confronti dei registi italiani: spesso la gente mi dice che guarda i miei film perché sono turco. Ma è un errore e trovo assurdo che in Italia non esista un festival del cinema esclusivamente italiano, come accade negli altri Paesi. Oltre ai premi David, dedicati al cinema italiano, dovrebbe esserci pure un festival che alimenti la cinematografia nazionale.

Allora è d'accordo con il sindaco Alemanno che vuole trasformare la Festa di Roma in una rassegna soprattutto nazionale?
No, perché credo che la Festa di Roma sia nata come festival internazionale ed è giusto che rimanga tale.

Ha festeggiato ieri la vittoria della Turchia agli Europei di calcio?
Sì, è stato bellissimo e spero domani di festeggiare anche l'Italia. Amo questi due Paesi, vedo di entrambi i pregi e i difetti. Mi è dispiaciuto che l'artista milanese Pippa Bacca sia stata violentata e uccisa da un turco, come mi addolora sapere che un pirata della strada romano abbia ucciso due turiste irlandesi a Roma. Ma da questi episodi terribili non bisogna trarre conclusioni sbagliate su un'intera nazione, occorre invece pensare con un respiro maggiore e trovo sia ugualmente sbagliato cacciare via i romeni dall'Italia quando solo alcuni di loro sono dei criminali e non certo tutti.

Quali saranno i suoi prossimi progetti?
Sicuramente farò un altro film con Procacci. Ma non perché abbia litigato con Gianni Romoli e Tilde Corsi, ma solo perché con Domenico in questo momento mi trovo benissimo e in grande sintonia.

Sphere: Related Content

Bolognapride. C'è anche il Dante dei sodomiti letto dal cattolico Rondoni.

(Dire) Ci sarà spazio anche per la Divina Commedia di Dante il giorno del Gay Pride a Bologna. Sabato prossimo alle 12, sarà il poeta Davide Rondoni, leader del gruppo di intellettuali "40 per 40", a portare il suo "contributo culturale e poetico" alla manifestazione nazionale dell'orgoglio omosessuale. Nella piazzetta dietro le due torri, Rondoni leggerà e commenterà il Canto XV dell'Inferno, dove Dante incontra il suo maestro, Brunetto Latini, relegato nel girone dei sodomiti. L'atmosfera in città comincia dunque a riscaldarsi in vista del Gay Pride. Proprio ieri, dalle colonne di Bologna sette, il cardinale arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, ha lanciato un duro attacco contro il mondo omosessuale, giudicandolo una minaccia per la società. Ma Rondoni vuole fare chiarezza sul senso della sua iniziativa. "Non c'è nessun intento polemico - chiarisce subito il poeta, vicino a Comunione e Liberazione - Dante ha trattato molto seriamente la questione dell'omosessualità", vista dal Sommo poeta "non come un'identità, ma come una pratica". E su questo punto Rondoni costruirà la sua riflessione, senza dimenticare che lo stesso Dante "ha dato un giudizio molto affettuoso del suo maestro". Il canto quindicesimo si svolge nel terzo girone del settimo cerchio dell'Inferno, dove sono puniti i violenti contro Dio e contro natura. Sulla sabbia bollente, Dante incontra Brunetto che gli profetizza l'esilio da Firenze. Insieme al suo vecchio maestro, tra le anime dei sodomiti il Poeta vede anche Francesco d'Accorso, letterato bolognese del 1200.
---

Ndr. Ormai c'è di tutto al "Bordellopride". Ve lo ricordate Rondoni quando attaccò molto duramente dalle colonne di Avvenire la trasmissione "Amici"?

Sphere: Related Content

Fabio Capello e Lapo Elkann, la coppia più elegante del mondo.

(Panorama) Sul suo stile calcistico si può anche avere da ridire, su una cosa però devono essere tutti d’accordo: in fatto di vestiti, il ct della nazionale inglese Fabio Capello può dare lezione a tutto il mondo. E’ la verità, almeno secondo il mensile maschile americano Esquire, che lo ha incoronato l’uomo più elegante del 2008. Un gentleman che, ahimé, secondo i giornalisti anglosassoni ricorda un personaggio dei cartoni animati, il postino Pat. Al secondo posto dopo Capello c’è invece l’attore Christian Bale, che però è avvantaggiato perché è così bello “al naturale” che i suoi vestiti passano di solito in secondo piano.Poi, quando si arriva al terzo gradino del podio, s’infittiscono i dubbi sulla serietà della classifica, che come ogni anno fa il giro del mondo. La direttrice di Esquire Catherine Hayward ha piazzato al terzo posto un altro italiano, Lapo Elkann. E subito dopo il rapper Lupe Fiasco. La Hayward ha precisato che “gli uomini della lista hanno aggirato i trradizionali modi di vestire e hanno creato un proprio stile”: ineccepibile. Ma allora vogliamo cambiare il titolo della classifica? O quanto meno far avanzare quelli che si trovano all’ombra di Elkann, come Barack Obama?

Sphere: Related Content

In un libro gli atti del processo "Oscar Wilde".

(Roberto Barbolini - Panorama) «A Oscar Wilde, che posa da sodomita». Quando, giovedì 28 febbraio 1895, il portiere dell’Albermale club gli consegnò, con tanto di errore d’ortografia, l’offensivo biglietto del marchese di Queensberry, forse Wilde non immaginava di aver già profetizzato a rovescio la propria sventura in uno dei suo celebri paradossi: «La moderazione è una cosa fatale. Nulla ha più successo dell’eccesso». Smodato per partito preso estetico, oltreché per nascita irlandese, fu proprio a causa del suo successo nell’eccesso che Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde venne ipocritamente crocifisso ai valori del perbenismo e della moderazione da quella stessa società vittoriana di cui era stato il fascinoso animale da salotto, che lui divertiva con il suo spirito caustico e le pose da dandy anticonformista. A rovinarlo fu una passione travolgente, all’insegna di quella specie di amore «che non osa dire il suo nome», per un apollineo rampollo dell’aristocrazia: Alfred Douglas, Bosie per gli amici.

Si conobbero nel 1891, l’anno del Ritratto di Dorian Gray: l’attrazione di Oscar per Bosie sembra in effetti ricalcare quella di Basil per Dorian nel romanzo, inverando l’aforisma wildiano secondo cui la vita imita l’arte. Per Bosie, narciso bizzoso, lo scrittore perse subito la testa e, successivamente, la reputazione. Finché il padre del ragazzo, il rozzo marchese di Queensberry, si fece un punto d’onore di troncare quella relazione pericolosa. Dopo essersi presentato a una prima teatrale di Wilde con un allusivo mazzo di ortaggi, Queensberry gli spedì il famigerato biglietto in cui l’accusava di pose sodomitiche. Fu l’inizio della catastrofe.

Su istigazione di Bosie, Wilde querelò Queensberry e lo fece arrestare. Ma il dibattimento si ritorse contro di lui e, dopo due successivi processi, lo scrittore fu condannato per omosessualità a 2 anni di lavori forzati nel duro carcere di Reading. Wilde non sopravvisse a lungo alla sua dannazione sociale: morì a Parigi, il 30 novembre 1900, a soli 46 anni.

Ora gli atti del Primo processo di Oscar Wilde - Regina contro Queensberry sono resi disponibili in italiano dalla Ubulibri, a cura di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio, che si sono basati sui verbali del processo, ritrovati nel 2000 alla British Library. Le risposte del divino Oscar sono sempre brillanti, ma suonano a tratti altezzose. Arroccato sulla difensiva, sente progressivamente avvicinarsi la catastrofe per amore della quale ha incessantemente cospirato contro se stesso.

Bosie, in quanto aristocratico, fu tenuto lontano dallo scandalo, ma a caldo difese l’amico in un articolo sul Mercure de France in cui, citando la pleiade omosessuale da Platone a Cellini, da Shakespeare a Michelangelo, si proclamava «fiero di essere stato amato da un grand’uomo e fiero di aver sofferto per lui». Riemerso dall’oblio soltanto nel 2002, l’articolo esce per la prima volta in Italia in appendice a Io e Oscar Wilde, le inedite memorie di Alfred Douglas curate da Orlandelli per le edizioni della libreria Croce.

E tuttavia, qui, il filisteismo morale dà luogo a un autentico voltafaccia. Il Bosie del 1912, offeso dalle accuse rivoltegli da Wilde nel De Profundis, non esita a screditare il suo vecchio idolo con punte di astiosa volgarità: «Mancava di umiltà esattamente come mancava di blasone»; «La fortuna di Wilde è dovuta al fatto che è stato in prigione e che ha scritto delle sconcezze».

Lo accusa addirittura di averlo plagiato, salvo demolirne l’opera (eccetto la Ballata del carcere di Reading), o definire superficiali i suoi aforismi. Senza capire che c’è molta più verità nella cosiddetta superficialità del vecchio Oscar che in tanta falsa profondità. Ha detto bene Jorge Luis Borges: ci si deve arrendere al «fatto documentabile ed elementare che Wilde, quasi sempre, ha ragione».

Sphere: Related Content

MilanoModa uomo. Spazio al relax.

(Sky tg24) Domina la moda comoda ma elegante sulle passerelle di Milano. Gucci, Prada, Biagiotti e Richmond sinonimo di lusso, ironia e leggerezza. Questi i must per l'uomo della prossima primavera-estate.
---

Sphere: Related Content

Thailandia: Per evitare gli scherzi a Bangkok, in scuole bagni per trans.

(TGCom) Stanchi di essere presi in giro dai maschietti, gli oltre 200 studenti trans di una scuola thailandese hanno chiesto una toilette separata. Spaventati, usavano sempre quelle delle donne. Per superare l'inconveniente sono stati perciò introdotti altri bagni. Sulle porte un simbolo che sintetizza le classiche icone maschili e femminili e la parola thailandese "bandoh", che significa travestito.

"Quando usano il bagno dei maschi, vengono presi in giro. Per questo non vogliono usarlo. Sono un po' spaventati e così vanno in quello delle femmine con le amiche", ha spiegato il direttore della scuola, a circa 600 km a nord ovest di Bangkok. Il bagno per alunni travestiti è stato introdotto lo scorso mese. Agli studenti trans non sarà dunque più consentito usare il bagno delle femmine ma potranno continuare ad usare quello dei maschi, se lo vorranno.

La Thailandia è relativamente tollerante con gli omosessuali e Bangkok è un centro per la chirurgia per il cambio di sesso. Travestiti e transessuali sono comuni negli uffici, nelle scuole e nella tv thailandesi, nonostante il Paese resti profondamente conservatore e abbia ancora leggi discriminanti contro i non eterosessuali.

La lite Gardini-Luxuria
Anche in Italia si è litigato per l'uso dei bagni. A sollevare la questione fu Elisabetta Gardini, deputata di Forza Italia, dopo l'incontro alla toilette di Vladimir Luxuria, il parlamentare transgender del Prc.

Sphere: Related Content

Quando la chiesa era ignorante. La controversa figura del cardinale Siri: Il nazismo, le donne, l'aids.

(Chiesa cattiva) Giuseppe Siri è stato uno dei più importanti cardinali della Chiesa Cattolica del 900. Dal 1959 al 1965 fu Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e guidò la diocesi di Genova per oltre quarant'anni. Fu un estremo conservatore, aiutò numerosi criminali nazisti a fuggire in Argentina, era contro l'uguaglianza tra uomo e donna, considerava l'AIDS una punizione divina.
Terminata la seconda Guerra Mondiale, Genova divenne il punto di partenza verso il Sud America di numerosi e importanti criminali nazisti. Dalla città ligure iniziò la fuga di Joseph Mengele (il dottor morte), Adolf Eichmann (cordinatore dei campi di sterminio), Erich Priebke (protagonista dell'eccidio delle Fosse Ardeatine) e Klaus Barbie (il macellaio di Lione). Siri divenne arcivescovo della città nel 1946 e fondò due organizzazioni che fornirono le coperture necessarie ai gerarchi nazisti. A gestire la rete era il prete croato Karl Petranovic che si occupava di ottenere il benestare del Vaticano per ogni singolo criminale, i documenti falsi dalla Croce Rossa e di nascondere i nazisti nel conventi.
"Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore", Efesini 5,22. Siri era fedele a questo insegnamento biblico e predicava la subordinazione della donna all'uomo. Arrivò al punto di condannare l'uso dei pantaloni. "E' un castigo di Dio, evidentemente, perché prima non c’era. [...] È una malattia terribile che colpisce il peccato direttamente. Purtroppo la malattia si espande da costoro agli altri, innocenti, e così li hanno sulla coscienza. [...] Il mondo ha progredito soprattutto nei sette peccati capitali. Dio per risposta ci ha mandato l’AIDS". Questo era il pensiero del cardinal Siri, sulla scia della tradizione cattolica di Papa Leone XII che nel 1826 disse: "Chiunque procederà alla vaccinazione cesserà d’essere figlio di Dio: il vaiolo è un castigo voluto da Dio, la vaccinazione è una sfida contro il cielo".

Sphere: Related Content

Un duro attacco di Famiglia Cristiana a Silvio Berlusconi.

(Il Mattino) Un altro duro attacco di Famiglia Cristiana contro i politici. E se l’ultima volta nel mirino del settimanale cattolico vi finì Veltroni, questa volta tocca al Cavaliere. Per l’ultima manovra economica approvata ma soprattutto per le norme del pachetto giustizia che «allontanano Berlusconi dal Colle». «Il Cavaliere ha un’ossessione: i magistrati. E una passione: gli avvocati. Naturalmente - scrive ironico il settimanale - i primi sono contro di lui, gli altri li fa eleggere in Parlamento». E fra questi ultimi «l’ex segretario personale, che mette come ministro della Giustizia». Ma i toni più duri arrivano dopo. «Il pacchetto sicurezza - è scritto nell’editoriale dell’ultimo numero - è inquinato dal ”complesso dell’imputato” (definizione di Bossi), e brucia il capitale di fiducia degli italiani (che l’hanno votato a larga maggioranza), assieme all’immagine di grande statista. Ma allontana anche il Colle più alto della politica». Per i Paolini, però, la questione giustizia è anche «un polverone capace di coprire la mancanza di misure a favore delle famiglie, soprattutto le più povere. La gente è satura di scontri e complotti, di trucchi e sotterfugi e il cambio di passo più volte promesso dal Cavaliere non c’è nella manovra che pure mette in fila provvedimenti per 35 miliardi». Immediate, è chiaro, le reazioni dal mondo politico. «Famiglia Cristiana è ingenerosa verso il ministro Alfano - dice il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi - e la parola segretario personale usata nei confronti del Guardasigilli come dispregiativo è prosa arrogante e priva di misericordia cristiana». Sorpreso Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e deputato del Pdl vicino a Cl, che spiega come «un attacco del genere me lo sarei aspettato da Liberazione o dal Manifesto e non certo da un giornale cattolico. Del nuovo editoriale colpiscono i toni aspri e i contenuti palesemente pretestuosi. Il settimanale è ondivago: un giorno attacca il Pd, l’altro il Pdl, insomma dà un colpo al cerchio e uno alla botte». In difesa del settimanale si schiera invece il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione: «L’intervento sulla Finanziaria - commenta - riprende le critiche che abbiamo esposto già al momento della presentazione delle prime misure economiche del governo».
---

Vedi anche:
Famiglia Cristiana contro il cavaliere. "L'anarchia dei valori non va bene". Baget Bozzo: "Accuse indegne".

Sphere: Related Content

Londra: Dimezzate le unioni civili tra omosessuali.

(Allnews) Il numero di unioni civili tra persone dello stesso sesso si è quasi dimezzato in Gran Bretagna lo scorso anno. Secondo i dati dell'ufficio nazionale delle statistiche (Ons) infatti, nel 2007 sono state 8.728 le cerimonie civili tra omosessuali, contro le 16.106 del 2006, il primo anno in cui tali unioni sono diventate possibili, in seguito all'introduzione del Civil Partnership Act nel dicembre del 2005.

Sphere: Related Content

L’ordinamento italiano non vieta in modo esplicito le nozze omosessuali e quel matrimonio si puo' fare.

Ecco perché si possono impugnare le motivazioni addotte per il rifiuto.
(Giovanna Dall'Ongaro - Galileo) A.A.A. coppie omosessuali cercarsi, scopo matrimonio. L’annuncio lampeggia sull’home page della neonata associazione radicale Certi Diritti, le cui iniziative sono state presentate a Lecce lo scorso 14 giugno. Tra le tante, una inedita campagna per introdurre nel nostro paese le nozze tra individui dello stesso sesso. Lanciata a pochi giorni dal gay pride di Bologna del prossimo 28 giugno, l’originale protesta partirà questa settimana in contemporanea dagli uffici comunali e circoscrizionali di molte città italiane. Qui verranno depositate le richieste per la “pubblicazione degli atti” (il passaggio che precede la celebrazione del matrimonio) delle coppie gay e lesbiche reclutate per l’occasione da Certi Diritti.

L’obiettivo è ottenere le prevedibili risposte di rifiuto con tanto di motivazione, e impugnarle (lo faranno gratuitamente gli avvocati della Rete Lenford) presso i tribunali competenti. Non esiste infatti nel nostro ordinamento alcun divieto esplicito al matrimonio tra individui dello stesso sesso. È questo il perno intorno al quale ruota l’“iniziativa di affermazione civile” - una strategia di lotta non violenta dello stesso stampo delle battaglie per l’aborto e l’obiezione di coscienza - di Certi Diritti, come spiega a Galileo il segretario dell'associazione Sergio Rovasio.

Quali sono le ragioni giuridiche che impediscono a una coppia omosessuale di sposarsi in Italia?
“Nel Codice civile non si afferma in modo esplicito che all’istituto del matrimonio possano accedere solamente un uomo e una donna. Il requisito della diversità di sesso è entrato nel nostro ordinamento solo come deduzione da altre norme, come quelle sulla filiazione. Che però, se interpretate in senso rigido, potrebbero impedire anche a coppie sterili o anziane di sposarsi, perché impossibilitate a procreare. Noi speriamo di ottenere una nuova interpretazione giurisprudenziale sollecitando i giudici a esprimersi sul comportamento di quegli ufficiali dello stato civile che negheranno la pubblicazione degli atti a gay o lesbiche”.

Vada per il Codice Civile, ma la Costituzione parla di famiglia naturale...
“Neanche la Carta contiene un richiamo esplicito al sesso dei coniugi. E il mancato riferimento ha dato adito a due interpretazioni, una restrittiva e una liberale: secondo la prima non era nelle intenzioni dei Costituenti, che davano per scontata la diversità del sesso, allargare l’accesso alle coppie omosessuali, mentre per la seconda proprio il fatto di aver taciuto l’indicazione di genere indicherebbe la volontà di non escludere altri tipi di unione. Nella Costituzione ci sono inoltre chiarissimi richiami al principio di non discriminazione, di rispetto della persona umana, di libertà e autodeterminazione secondo il quale lo Stato non può intromettersi nelle scelte di vita dei cittadini”.

Come si risolve questa incertezza interpretativa?
“Comunque stiano le cose, oggi non ha più senso accanirsi a ricostruire il principio ispiratore della nostra normativa. Ci sono direttive europee che non lasciano dubbi sulla strada da seguire. Ed è a queste che dovremmo ispirarci. Perché anche se il diritto di famiglia rientra nelle competenze dei singoli Stati, inevitabilmente la difformità di normative crea molti problemi. In Italia i tribunali stanno affrontando le prime richieste di trascrizione di matrimoni omosessuali contratti all’estero. Anche da questo fronte possono aprirsi nuove strade con sentenze innovative. Già una sentenza della Corte d’Appello del 2006 sul caso di una coppia sposata in Olanda, introduceva la possibilità di un’interpretazione evolutiva dell’istituto”.

Diamo uno sguardo oltre i nostri confini. Cosa accade nei paesi europei; e nel resto del mondo?
“Al di fuori dell’Europa l’istituto del matrimonio vero e proprio o in forme analoghe si ritrova in California, recentemente convalidato dalla Corte Suprema, Canada, Sud Africa e Nuova Zelanda. Mentre sono una ventina i paesi membri dell’Ue che hanno riconosciuto le coppie omosessuali. Belgio, Olanda e Spagna consentono le nozze, Germania e Inghilterra hanno introdotto soluzioni alternative. L’11 giugno scorso in Norvegia il Parlamento ha approvato il matrimonio e l’adozione per gay e lesbiche e il ricorso all’inseminazione artificiale per le coppie di donne. Tutte queste iniziative rispecchiano i principi sanciti in varie direttive antidiscriminatorie come quella sulla libera circolazione tra paesi (2004/38/CE), quella sull’asilo politico (2004/83/CE), quella sulla parità di trattamento in ambito lavorativo (2000/78/ CE). Siamo in attesa poi di un ulteriore segnale forte che arriverà il 2 luglio prossimo con l’approvazione da parte della Commissione della cosiddetta “Direttiva orizzontale” che sanziona gli atteggiamenti omofobici in tutti gli ambiti della vita sociale, educazione, accesso ai servizi e alle politiche di tutela. In quanto a riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali, l’Italia è agli ultimi posti insieme a Grecia, Irlanda, Bulgaria e Romania”.

Perché avete sentito il bisogno di promuovere la vostra azione?
“Fino a oggi le coppie dello stesso sesso non si sono mai rivolte alla giustizia convinte che non ci fossero spiragli per le loro richieste. E la sensazione è giustificata dal disinteresse dimostrato finora dalla classe politica. L’ultimo censimento ha volutamente taciuto i dati sulla presenza omosessuale nel nostro paese. Si calcola che siano spariti dal conteggio almeno un milione di persone. Ma recenti sondaggi dicono che il 65 per cento degli italiani è favorevole al riconoscimento di diritti per gli omosessuali. Quindi non è vero che i tempi non siano maturi per il grande passo. Speriamo di reclutare un centinaio di coppie entro dicembre per avere altrettante richieste di rifiuto da impugnare e costringere così i politici a prendere provvedimenti in merito”.

Sphere: Related Content

Tv: morto Capone, la voce di Ridge e di Super Quark.

(AdnKronos) Il doppiatore e attore Claudio Capone, voce italiana di Ridge di ''Beautiful'' e voce fuori campo di tanti documentari di ''Superquark'' di Piero Angela, e' morto improvvisamente ieri sera all'eta' di 55 anni mentre si trova in Scozia per lavoro. Capone e' stato doppiatore in molti film e telefilm, e ha prestato la sua voce (e spesso anche la sua immagine) in molte pubblicita' nazionali. Attualmente i suoi impegni piu' importanti erano il doppiaggio di Ronn Moss (Ridge) in ''Beautiful'' e di Stephen Collins, il reverendo Eric Camden in ''Settimo cielo'', oltre a essere la voce fuori campo in molti documentari trasmessi soprattutto dalla Rai. Nato il 18 agosto 1952, Capone ha doppiato, tra gli altri, Luke Skywalker nella saga di ''Guerre Stellari'', Stephen Fry nel film ''Wilde'', Francesco Giuseppe nella trilogia di ''Sissi'' e Don Johnson nel telefilm ''Miami Vice''. Celeberrima anche la voce fuori campo nel programma di divulgazione scientifica ''Superquark'' e in ''Geo e Geo''. In varie pellicole ha doppiato John Travolta, Alan Alda, John Malkovich, Martin Sheen e Chuck

Sphere: Related Content

Contro il Papa. Preservativi gratuiti alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney.

(Ansa) Ai pellegrini che si raccoglieranno a Sydney per Giornata mondiale della gioventu' del 15-20 luglio, saranno distribuiti preservativi. La No To Pope Coalition, che comprende membri di comunita' atee, gay e ambientaliste, ha annunciato che sfilera' a fianco dei giovani lungo il percorso di pellegrinaggio per protestare contro l'opposizione del Papa alla contraccezione. E intanto gli organizzatori della Gmg assicurano che sono in arrivo 197 mila giovani cattolici.

Sphere: Related Content

Decreto sicurezza, ok dal Senato. C’è anche il “blocca-processi”.

Aula del Senato

(Panorama) Governo blindato in Senato: sì al decreto sicurezza, incluso l’emendamento della discordia già ribattezzato “blocca-processi”. A Palazzo Madama la maggioranza vota compatta a favore: 166 voti da Pdl, Lega, Mpa. Voti contrari (123) da Pd, Udc, Idv. Si è astenuto l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Cossiga che ha esordito con un duro attacco all’Anm, definita una ‘’potente lobby politico-sindacale ai limiti dell’eversione”. Il suo dissenso dal decreto, ha spiegato Cossiga, viene dal suo essere ‘’un cristiano e un antirazzista'’, dunque contrario alle norme anti-immigrazione. Bagarre al momento del voto, con i senatori dell’Idv che si sono alzati in piedi e hanno esposto una decina di cartelli recanti le scritte ‘’Vergogna!'’ e ‘’Il caimano e’ tornato!'’.

Dai banchi della maggioranza, i senatori hanno risposto al grido di ‘’Buffoni'’. Soddisfatto il ministro Maroni, autore di gran parte delle proposte contenute nel decreto, che alla proposta presentata dall’Anm e fatta propria dall’opposizione di stralciare la norma che sospende i processi di minore gravità per un anno risponde che “il decreto sicurezza è un’altra cosa” e “la proposta è pretestuosa”. Il decreto ora va alla Camera per la conversione in legge.
Se si arriverà all’approvazione definitiva, (inclusa la firma di Napolitano), si bloccheranno per un anno i processi per i reati meno gravi e puniti con meno di dieci anni di reclusioni commessi entro il 30 giugno 2002.

Sphere: Related Content

Berlusconi ha paura della galera, lo dice Bossi. E Luigi Crespi spiega il perche'.

"Sui magistrati, a questo giro, Berlusconi ha ragione. Il problema è che lui poi esagera un tantino, è troppo ossessionato da queste cose, ha troppa paura di finire in galera…” Di chi sono queste parole?

(Luigi Crespi - Clandestino web) Forse del peggior nemico del Silvio nazionale, di un’infuriato Di Pietro o di un diffamatore che tenta di minare le fondamenta carismatiche della leadership del Premier?
Ma no! Queste parole sono di Umberto Bossi, amico e fedelissimo alleato che attraverso un apparente ed innocuo intercalare dice una verità spaventosa che condiziona la nostra storia e la nostra convivenza civile.
Il capo, il generale, il comandante ha paura nel momento di massima estensione della sua forza, espressa attraverso un consenso plebiscitario che non si limita alla sua persona e alla simpatia che può generare ma si estende alle sue scelte, al suo pensiero, a tutte le sue iniziative.

LA MAGGIORANZA CON SILVIO La maggioranza degli italiani è convinta che stia facendo bene per la sicurezza e l’economia, che stia sistemando i rifiuti di Napoli e la questione Alitalia, la maggioranza si schiera con lui quando pretende il ritorno al nucleare, e addirittura quando bacchetta il Papa chiedendo l'eucarestia per i divorziati.
La maggioranza è con Berlusconi anche contro i giudici colpevoli di avere ordito nel tempo una vera persecuzione nei suoi confronti, e per questo chiede l’immunità, torna a fare la faccia cattiva, rompe con il suo “benefattore” Veltroni e la gente, anche in questo caso è con lui.
Ma il leader più amato d'Italia ha paura di andare in carcere e questo gli impedisce di utilizzare l'enorme consenso che ha nel Paese e la stragrande maggioranza parlamentare per determinare quelle riforme della giustizia indispensabili, come ad esempio la separazione delle carriere o il feticcio dell'obbligatorietà dell'azione penale, e si limita scongiurare il rischio di una condanna a oltre 5 anni che il processo Mills gli potrebbe riservare.

COME NEL 2002... Si ripropone la situazione del 2002 quando Berlusconi ha optato per una serie di leggi ad personam anzichè affrontare delle giuste ed eque riforme del sistema giudiziario. All'epoca però il clima politco era differente, la Magistratura vantava una fiducia maggioritaria nell'opinione pubblica che ha perso dopo vicende come quella di De Magistris, inoltre l'opposizione non era certamente nelle condizioni in cui si trova oggi ed il consenso del Premier non era ai livelli odierni.
Ma su una cosa certamente Berlusconi sbaglia: le toghe non sono nè rosse, nè gialle, non sono determinate da una ideologia politica ma rappresentano una visione della società di una casta di eletti, di chi per concorso sa cosa è giusto e sbagliato e soprattutto definisce chi sta dalla parte del bene e chi da quella del male, ben lontani da quelle figure atte a tutelare i diritti dei cittadini ed il rispetto delle leggi.

UNA TESTIMONIANZA, DENTRO LE COSE. La persecuzione nei confronti di Berlusconi è ormai un dato di fatto e lo testimoniano le migliaia di atti giudiziari posti in essere in questi anni che, al netto delle leggi ad personam, non hanno intaccato la fedina penale del Cavaliere, nè tantomeno la sua credibilità.
Ma se quella di Berlusconi è un'ossessione devo dire che anche i giudici ne sono a loro volta ossessionati e la mia esperienza diretta, personale, ne è una prova inconfutabile. Quando nel 2003 ero a capo della HDC e mi sono trovato in conflitto con i miei soci finanziatori della Banca Popolare di Lodi e nonostante tutte le carte, i documenti e le normative fossero a mio favore, tanto da far sperare in una rapida e soddisfacente chiusura della vicenda, ho avuto modo di verificare come la paura possa condizionare Berlusconi tanto da "consigliarmi" in quel caso di non procedere nell'azione contro la BPL e di cedere alla stessa il pacchetto azionario di tutte le mie società, in virtù del fatto che negli anni che avevano preceduto la vittoria del 2001 ero stato il gestore, cioè avevo incassato, pagato, gestito i soldi delle campagne elettorali di Forza Italia, lavoro tra l'altro svolto in modo ineccepibile e con ottimi risultati. Fu questo lavoro a legittimare e gettare le basi del successo temporaneo di HDC, ma al contempo rappresentava un potenziale pericolo, che io non vedevo, ma di cui è evidente Berlusconi aveva paura.
La paura spesso è compagna della viltà e così dopo aver "ceduto", il silenzio intorno a me è stato tombale, soprattutto quando la BPL non ha mantenuto nessuno dei suoi impegni. Io che ho sempre creduto, un pò ingenuamente, nella Magistratura e ho sempre ritenuto che Berlusconi esagerasse un pò, non ho esitato ha denunciare la banca per estorsione contrattuale e truffa, denuncia incardinata nel processo che mi auguro che prima o poi vedrà la luce.

OTTO GIORNI IN CARCERE, MA SENZA PAURA La vicenda, manco a dirlo e secondo me solo perchè coinvolgeva Berlusconi, mi è costata 8 giorni a San Vittore e un lunghissimo interrogatorio che sempre di più si allontanava dai fatti e dalle responsabilità oggettive che avevano determinato il dissesto dell'azienda, e sempre di più mi sono tovato nella condizione di dover spiegare ai PM e dimostrare cose per me inconcepibili, cioè che le mie aziende non erano una fonte di fianziamento illecito per le campagne elettorali di Berlusconi e che quel modello aziendale era stato creato per essere quotato in Borsa e non per costruire ingegnosi fondi neri. Ritenevo risibile che qualcuno potesse solo pensare che il rapporto tra me e Berlusconi fosse fondato sul fatto che gli passassi sotto banco dei soldi, eppure non è stato così.
Il fatto che io non avessi nomi o denunce clamorose da fare, mi ha reso debole, poco interessante, ma d'altronde nei 7 anni vissuti ad Arcore, non ho mai visto nulla di illegale e quindi il fatto che dopo di me non siano stati fatti altri arresti e che la vicenda non avesse i risvolti attesi, non ha certamente rafforzato gli anni di intercettazioni telefoniche che però hanno dilaniato la vita privata e pubblica di persone, spesso amici che magari nulla centravano con le indagini. Questo però alimentava bene l'idea preconcetta che tutto ciò che ha a che fare con Berlusconi rappresenti malaffare e intrigo, ben alimentata dai giornali come ad esempio il Corriere della Sera che in questo caso hanno agito come veri e propri amplificatori della Procura, senza mai degnarsi di sentire, nemmeno una volta quelle che erano le posizioni della difesa.

NON SAI NIENTE DI BERLUSCONI, MA ALMENO DI SACCA'... Certo, i PM devono scoprire reati, ma una persona che sta in carcere, privata della sua libertà, quanto può essere attendibile, e quanto può essere giusto chiedergli di denunciare reati? E quanti hanno la schiena dritta e non hanno mentito sulle responsabilità altrui solo per riconquistare la libertà?
Io non ho mentito nemmeno su Agostino Saccà che da direttore generale della Rai, mi affidò, dopo la vittoria di una gara, l'appalto dei dati elettorali, proiezioni ed exit, e non può essere sfuggito che l'ultimo lavoro decente in Rai è stato proprio firmato dal sottoscritto e chi ha preso il mio posto spesso si è reso ridicolo. Ma i PM queste cose non le guardano loro vanno a caccia di reati, ed in quel caso l'idea era che io avessi ottenuto il lavoro grazie a Saccà e a funzionari resi compiacenti da sollecitazioni economiche, ignorando che in quel caso era stata fatta una gara, con tanto di commissari e che è stata la prima volta che questo lavoro è stato assegnato con questo metodo, confrontando gli istituti per il rapporto qualità/prezzo e che la quantità di denaro che la Rai avrebbe speso era inferiore a quella che aveva speso nel passato affidando senza gara, sempre ai soliti, questo appalto.
Le indagini hanno poi dimostrato la trasparenza di quella vicenda e allora non dico che bisognerebbe dare un premio a Saccà perchè ha fatto risparmiare milioni di euro alla sua azienda, ed è giusto indagare su qualsiasi cosa, ma allora perchè non indagare anche sulle assegnazioni fatte in passato senza l'espletamento di nessuna gara?
Ma esisteva un pre-giudizio che nel caso di Saccà non è rimasto circoscritto solo a Milano. Immaginate cosa sarebbe successo se io avessi testimoniato nel senso in cui stavano indagando i PM per la mia libertà personale, i protagonisti sarebbero finiti nel tritacarne mediatico e forse solo dopo i tre gradi di giudizio sarebbe emersa la verità, ma sarebbe stato troppo tardi.
L'IDEA DEI PM Quello che ho tratto dalle oltre 40 ore di interrogatorio è che i PM abbiano un'idea criminogena dei rapporti tra le persone e questo per uno come me che si è sempre fidato della giustizia e che mai in questi anni ha parlato di questa vicenda personale per rispetto delle indagini in corso, oggi chiuse e che ben prima di questa storia aveva lasciato Berlusconi perchè aveva smesso di credere in lui come leader politico, diventa un elemento di sofferenza civile e di perdita di fiducia nelle istituzioni.

OLTRE LA PAURA Ma è tempo che Berlusconi vada oltre le sue paure e metta in opera quelle riforme attese e condivise dall'opinione pubblica, non tanto per determinare la sua salvezza ma per garantire una giustizia giusta a tutti i cittadini italiani, è paradossale per uno dei massimi esponenti delle istituzioni temere il giudizio in un processo, a cui dovrebbe sottoporsi con serenità anche perchè la magistratura non è fatta solo di PM in cattiva fede e ossesionati da Berlusconi, questi sono una minoranza sempre meno presenti nelle aule dei tribunali e sempre di più invece negli studi televisivi e nelle aule del Parlamento. L'unico giudizio che è giusto temere, ma per rispetto non certo per paura, è quello della Storia.

Sphere: Related Content

Isola dei famosi. Rocco Siffredi e Luxuria dicono no.

Confermati Heather Parisi, Giucas Casella, Massimo Ciavarro, Veridiana Mallman, Antonio Cabrini e Belen Rodriguez.
(Il Corriere della Sera) Forse ci sarà Heather Parisi tra i naufraghi della sesta edizione dell'Isola dei famosi, in programma su Raidue il prossimo autunno, il lunedì in prima serata. Ma non ci sarà Vladimir Luxuria, che smentisce le indiscrezioni - rimbalzate negli ultimi giorni - su una sua possibile partecipazione al reality show condotto da Simona Ventura. «Non sono stata contattata, nè ho fatto alcun provino», spiega l'ex parlamentare di Rifondazione comunista. «L'unica isola che mi aspetta - scherza - si chiama Barc, si trova in Croazia e ci andrò in vacanza con mia sorella».

Si chiama fuori anche Rocco Siffredi, citato nei toto-naufraghi di queste ore: «Sono tre anni - dice il talento del cinema porno - che si parla di me sull'Isola, ma non sono stato contattato. L'unica telefonata l'ho ricevuta due anni fa da Simona Ventura, ma le ho spiegato che non c'era la possibilità né pratica né teorica per una mia partecipazione, perché il reality non era tra i miei progetti. Comunque mi fa piacere essere citato: vuol dire che sono ancora amato dalla gente». A patire la fame in Honduras - secondo quanto ha anticipato «Tv Sorrisi e Canzoni» - dovrebbero essere, invece, oltre a Heather Parisi, il mago e ipnotizzatore Giucas Casella, l'attore Massimo Ciavarro, l'ex velina di Striscia la notizia Veridiana Mallman, l'ex calciatore Antonio Cabrini e la showgirl Belen Rodriguez.

Sphere: Related Content

Bartolomeo Sorge e le unioni tra persone dello stesso sesso: Un’occasione per ragionare di laicità dello Stato.

(Sardegna e libertà) La rivista Aggiornamenti sociali, diretta dal gesuita Bartolomeo Sorge, ha pubblicato un saggio di grande importanza sulle unioni tra persone dello stesso sesso, siano essi omosessuali o no. Il dato per me rilevante è che, finalmente, in ambito cattolico, non si ragiona sulle abitudini sessuali di chicchessia, ma sulla natura sociale e civile dell’unione, sui suoi effetti civili, ampliando i ragionamenti su fattispecie di rapporti diverse dal matrimonio in tanti aspetti, ma non in quello della convivenza e della mutualità. Ho sempre pensato, infatti, che né la Chiesa né lo Stato si debbano occupare di sesso, mentre devono occuparsi di famiglia. La mia opinione, come quella di tanta gente, cattolica e no, è che il matrimonio sia tipicamente eterosessuale, ma che anche altre unioni devono essere disciplinate nei loro effetti civili dalla legge.

Sphere: Related Content

La gaya Turchia.

(Sguardi diversi) Ho conosciuto questo paese grazie a Murat, uno dei miei migliori amici, un ragazzo turco che conosco ormai da quasi due anni.
Una di quelle conoscenze fortuite che caso vuole si trasformino in una solida amicizia.
Questa conoscenza mi ha permesso di conoscere questo paese dall'interno, grazie agli occhi di chi c'è nato e cresciuto e vive appieno la realtà del proprio paese.
Ho visitato Istanbul e la costa dell'egeo e mi sono innamorato di questo paese affascinante e della sua gente estremamente ospitale.
La Turchia è un paese che agli occhi delle persone è conosciuto attraverso mille pregiudizi, ma come paese mediterraneo è eccezionalmente simile all'Italia in moltissimi aspetti.
Innanzi tutto è giusto puntualizzare che è si un paese a stragrande maggioranza islamica ma non è un paese arabo ed è popolato da etnie e popoli molto diversi tra loro.
Come in Italia tutti sono stati educati nella religione, per cui le persone si riconoscono nell'islam come da noi tutti ci riconosciamo bene o male nel cattolicesimo.
Certo l'Italia è molto cambiata negli ultimi trent'anni per cui per certi aspetti la Turchia assomiglia all'Italia degli anni '70
E' un paese giovane dove i ragazzi costituiscono una forza enorme, è un paese di grande storia e tradizioni, sicuramente è anche un paese violento e profondamente machista e dove il pregiudizio anti-cristiano è altrettanto forte quanto qui da noi quello anti-islamico.
Dal punto di vista omosessuale la Turchia è l'unico paese islamico in cui sia presente un movimento forte ed organizzato, ad Istanbul e nelle principali città turche ci sono parecchi locali gay.
Logicamente come in tutti i paesi mediterranei e fortemente religiosi è forte il pregiudizio omosesssule; come nel mondo antico è ampiamente tollerata la parte “attiva” e gli uomini che hanno rapporti di questo tipo spesso non si sentono né bisessuali ne tantomeno gay, è solo un modo per accrescere la loro virilità.
Nonostante i divieti imposti dall'islam, nel passato non si era riuscito ad impedire che molti sultani fossero apertamente omosessuali e nel corpo dei giannizzeri, le guardie imperiali che erano costrette al celibato, fossero ampiamente tollerati i rapporti sessuali tra commilitoni.
La Turchia è comunque uno stato fortemente laico e la legislazione in questi anni ha fatto molto, anche per aprirsi alle richieste della comunità europea, per togliere le restrizioni a cui erano sottoposti gli omosessuali e oggi godono di un clima decisamente più favorevole che un passato.
È possibile vedere diversi personaggi apertamente gay ma soprattutto transessuali sulle televisioni turche, il personaggio più famoso di tutti è Bulent Ersoy, uno dei più popolari cantanti ed attori turchi che divenne donna nel 1981 pur mantenendo la sua voce maschile visto che la sua notorietà era dovuta alla musica tradizionale ottomana.
Tempo fa leggendo un articolo dell'internazionale nel quale si parlava della vita notturna di Istanbul ho trovato alla fine una curiosa notazione, il pezzo infatti si concludeva dicendo che la vera differenza tra un turco etero ed uno omosessuale stava nel numero di bicchieri di raki, una specie di grappa locale.
Questo è solo un piccolo compendio di informazioni sulla Turchia.. per qualsiasi altra curiosità o approfondimento sono a vostra disposizione:)
---

Sphere: Related Content

Intervista a Jónsi Birgisson leader gay dei Sigur Rós.

(Hoppipolla) La band islandese sarà presto in tour in Italia in tre date, 11 luglio al Giardino di Boboli, 12 all'Auditorium Cavae di Roma e 13 all'Arena Civica di Milano. Il leader racconta il successo del gruppo e la sua rivincita sulla vita

Quelle atmosfere eteree e sognanti che sanno creare i Sigur Rós sono state definite in tanti modi: dream pop, post rock, psichedelia narcotica, suoni onirici. Ma la definizione più bella è opera di un giornalista del settimanale inglese Melody Maker, che qualche tempo fa scrisse: «La loro musica è come il suono di Dio che piange lacrime d'oro in Paradiso».
Oggi la band islandese pubblica il suo quinto cd, un disco dal titolo impronunciabile: «Med sud í eyrum vid spilum endalaust» (vuol dire «Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all'infinito»). Il nuovo tour mondiale invece è già iniziato (prima tappa il 5 a Guadalajara, in Messico) e presto suoneranno anche in Italia: il primo dei tre concerti previsti si svolgerà l'11 luglio nel Giardino di Boboli di Firenze, a seguire Roma e Milano. Rispetto ai quattro che lo hanno preceduto, tutti concepiti e registrati in Islanda, questo nuovo album è stato inciso in varie località: parte del lavoro è stato fatto a New York, poi si sono spostati a L'Avana, quindi a Londra, e infine sono tornati a casa: a Reykjavik hanno lavorato sia negli studi di loro proprietà, sia in una chiesa. Da segnalare anche che questa è la prima volta che Jón Thor Birgisson detto «Jónsi» canta una canzone in inglese (il resto, come al solito, è in islandese).
«Questa volta - racconta Jón - ci siamo presi più licenze del solito. Le 11 nuove canzoni sono ispirate dalla libertà delle esibizioni acustiche filmate durante il tour di ‘Heima'». Da quelle riprese ricavarono l'omonimo film, presentato con successo all'ultima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il nuovo album lo hanno realizzato assieme a Flood (produttore molto quotato, già a fianco di Depeche Mode, U2 e Smashing Pumpkins). «Di comune accordo - dice Jón - prima di iniziare il lavoro abbiamo deciso di passare un paio di settimane assieme per capire se eravamo compatibili. Così abbiamo affittato una casa nel centro di Reykjavik e ci siamo andati a stare tutti assieme». Evidentemente la prova di compatibilità l'hanno superata, dato che hanno deciso di co-produrre il disco. Hanno scelto di non eliminare tutte le imperfezioni: un orecchio attento coglierà alcune note sbagliate o il rumore delle dita sulle corde della chitarra. «Ma era quello che volevamo: questo disco contiene la musica più gioiosa che abbiamo mai registrato. Durante la lavorazione ci sono stati momenti molto belli, per esempio quando abbiamo inciso in presa diretta «Ára bátur»con la London Sinfonietta e il London Oratory Boy Choir: 90 persone che suonavano contemporaneamente».
La band si è avvalsa anche della collaborazione delle Amina, quartetto d'archi islandese tutto al femminile, di una sezione di fiati ed ha usato per la prima volta il mellotron, in particolare in uno dei brani più intensi del disco, «Fljótavík». La canzone che apre l'album, «Gobbledigook», caratterizzata da arpeggi di chitarra acustica e vari cambi di ritmo, è stata messa in rete e i fan hanno potuto scaricarla gratuitamente. Questa volta i Sigur Rós hanno deciso di puntare molto su Internet: gli iscritti alla mailing list del loro sito ufficiale (www.sigurros. com) hanno diritto a diverse agevolazioni, per esempio tutti coloro che hanno prenotato l'album, dal 9 giugno hanno avuto accesso allo stream di tutto il disco. Inoltre agevolazioni sull'acquisto dei biglietti per i concerti e la possibilità di vedere video esclusivi: quello di «Gobbledigook» è molto divertente ed ha un sapore hippy.
Stavolta, insomma, i Sigur Rós sono un po' meno crepuscolari rispetto al passato. Ma la loro musica resta carica di magia: le loro armonie celestiali così cariche di pathos mettono d'accordo critica e il pubblico più sofisticato, esattamente come succedeva 40 anni fa con i Pink Floyd. Le cronache hanno raccontato che Apple, la primogenita del frontman dei Coldplay Chris Martin e di Gwyneth Paltrow, è venuta al mondo con la loro musica diffusa in sala parto. E l'attrice Gillian Anderson (“X Files”) li ascolta quando fa yoga. A ricordargli episodi del genere, Jón se la ride: «Fa piacere a tutti sapere che in giro ci sono persone che apprezzano quello che fai».
Per lui, in particolare, deve essere una sorta di rivincita sulla vita: suo padre morì all'improvviso e la sua adolescenza è stata solitaria e infelice. In più è cieco da un occhio e il fatto di essere gay ha contribuito ad accentuare la sua sensibilità e il suo carattere introverso. «Come tutti i musicisti - dice - ritengo che il silenzio sia fondamentale, anche nella vita di tutti i giorni. Posseggo un piccolo appartamento a Reykjavik, è nella strada principale quindi è molto rumoroso. Questo a volte mi eccita. Ma ci sono momenti in cui sento il bisogno di isolarmi in una vecchia casa di campagna, dove il silenzio è totale. Questi due estremi si rispecchiano nella nostra musica: credo che la realtà che ci circonda influenzi tutto quello che facciamo».

Sphere: Related Content