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domenica 10 febbraio 2008

Heath Ledger, le sue ceneri disperse nell'oceano.

Ieri a Perth, città natale di Heath Ledger, in Australia, almeno 600 persone tra amici e parenti si sono riunite per una cerimonia di commemorazione.

Nel corso del memorial molti hanno preso la parola per rendere omaggio e ricordare l’attore; tra queste c’erano anche Cate Blanchett e Michelle Williams e quest’ultima ha deciso di recitare un sonetto di Shakespeare (“Shall I compare thee to a summer’s day”). E’ stata inoltre suonata la canzone “Happily ever after in your eyes”, scritta due anni fa da Ben Harper (su commissione di Heath) per la nascita della piccola Matilda.

Alla fine della cerimonia è stato possibile vedere un bel po’ di sorrisi liberatori quando molti degli invitati, tra cui Michelle e la sorella di Heath, Kate, si sono diretti in spiaggia per disperdere le ceneri di Ledger che aveva espressamente richiesto ai genitori, mentre era ancora in vita, di essere cremato per disperderne i resti nel suo mare.

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Il comunicato politico numero uno di Beppe Grillo.

(Beppe Grillo)La democrazia può partire solo dal basso. Il nuovo Rinascimento avrà origine nei Comuni. Le liste civiche devono organizzarsi per le elezioni amministrative del 13 aprile 2008. Il blog sosterrà le liste civiche. Beppe Grillo sarà presente nelle città che presenteranno una lista civica. Le elezioni politiche di aprile sono contro la Costituzione. Il cittadino non può scegliere i propri rappresentanti. I concessionari dello Stato non devono fare politica. I referendum non possono essere cancellati. I referendum non possono essere rinviati. Il risultato delle prossime elezioni è nullo. L’informazione è nelle mani dei gruppi economici e dei partiti. La monnezza è di Stato. Beppe Grillo parteciperà al Monnezza Day a Napoli il 23 febbraio insieme a esperti e medici per il rilancio della raccolta differenziata e per la salute dei cittadini. L’informazione è deviata. Beppe Grillo depositerà tre proposte di referendum alla Corte di Cassazione in febbraio. Abolizione dell’ordine dei giornalisti. Abolizione del finanziamento pubblico all’editoria. Abolizione del Testo Unico sul sistema radiotelevisivo che prostituisce l’informazione agli interessi dei partiti e di Mediaset. Il 25 aprile si voteranno i referendum in tutte le piazze d’Italia. Le proposte di legge popolari per un Parlamento Pulito depositate al Senato sono state ignorate dai nostri dipendenti. Fuori i condannati. Due mandati. Votazione diretta del candidato. Hanno firmato 350.000 italiani. Firme certificate da pubblici ufficiali e dai Comuni di residenza. Mai avvenuto in Italia in un solo giorno. Un lavoro di mesi di migliaia di persone. I partiti hanno occupato la democrazia. I parlamentari non sono eletti, ma nominati. Per essere nominati basta pagare. Un milione di euro un deputato. Tre milioni di euro un senatore. Il conflitto di interessi è un conflitto con il Paese.
Per un nuovo Rinascimento. V-day 25 aprile.

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Israele: sì adozioni da parte coppie omosessuali.

(Agr) In Israele sono possibili le adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali. A dirlo è stato il consigliere giuridico del governo, Menahem Mazouz, con funzioni di avvocato generale dello stato, che ha annunciato che lo Stato non si opporrà più alle richieste di adozione di questo genere. "L'unico criterio da prendere in considerazione è il bene del bambino" ha detto Mazouz. Già nel 2006 Israele aveva riconosciuto lo statuto di genitori legittimi a una coppia di donne di cui una era la madre naturale dei figli che cresceva.

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La Chiesa mette i paraocchi per non vedere gli omosessuali.

(Rosso colore) Prosegue la campagna politica del Vaticano. Dopo l'attacco alla 194 adesso è il turno delle unioni di fatto. Benedetto XVI ribadisce che le differenze sessuali, mascolinità e femminilità, "iscritte nella natura umana", non sono "una costruzione culturale" e non possono essere eliminate o confuse.
Non è da ieri che la chiesa cattolica non approva le unioni omosessuali, ma la cosa non ha mai disturbato più di tanto: può sconsigliare questo tipo di famiglia umana ai suoi fedeli, ne ha il diritto, e la cosa non riguarda lo stao laico. E soprattutto non riguarda le leggi della Repubblica.
Da un paio d'anni però, questa Chiesa vorrebbe affermare il principio che vivendo semplicemente la loro esistenza, e chiedendo per essa allo Stato, non alla chiesa, un minimo di riconoscimento, le unioni gay" minano alla base la stabilità della nostra società". Questa non è un'opinione rispettabile di cui si possa discutere: è miope odio, e lo respingiamo come tale. Se chi reiteratamente fa questa affermazione ha le prove che la queste persone stiano compiendo atti eversivi tramite una semplice, personale e non sindacabile scelta di vita, è pregato di denunciarli alle autorità competenti; ma se non ne ha alcuna, faccia le sue scuse: pubbliche come sono pubbliche le dichiarazioni al proposito.
Non è rilevante che l'attuale gerarchia ecclesiastica ne prenda atto, ma scandalizza il fatto che per acquiescenza ad essa rifiuti di prenderne atto la classe politica italiana. Come può tale classe politica pretendere non dico di dare inizio a riforme, ma solamente di governare l'esistente? Per governare l'esistente bisogna almeno non rifiutarsi di vederlo.

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Dopo aver posato per Playboy la sexy guardalinee torna in campo. Le foto.

(TGCom) Ana Paula de Oliveira, 27enne guardalinee fermata per quasi un anno dopo l'annullamento di due reti che erano state causa dell'ingiusta eliminazione del Botafogo dalla Coppa del Brasile, è tornata in campo come assistente dell'arbitro in una partita della seconda divisione del campionato statale di San Paolo. Dopo la sospensione la guardalinee era salita agli onori delle cronache per avere posato nuda su Playboy.

Era stata bloccata per 245 giorni, ma non per le foto sexy apparse su Playboy. Ana Paula de Oliveira, 27 anni, fa la guardalinee. Il fatto che sia anche molto bella le ha giovato, ma solo dopo la sospensione arrivata dalla Cbf, la Federcalcio brasiliana. Il 24 maggio 2007 ha infatti involontariamente provocato l'eliminazione del Botafogo dalla Coppa del Brasile con l'ingiusto annullamento di due reti allo stadio Maracanà durante la partita contro il Figueirense (niente sorrisini ironici, per favore!).

Errore molto grave e sospensione da parte dei designatori brasiliani. Come accade in Italia, solo che da queste parti non abbiamo arbitri e assistenti molto sexy. E nessuno si sognerebbe di proporre ad Ayroldi o Tagliavento di posare su Playboy. Ana Paula invece lo ha fatto, ma ora torna a far notizia semplicemente perchè è tornata a 'lavorare' sui campi da calcio. E' accaduto nella Serie A2 del campionato di San Paolo, partita fra Sao José e Taquaritinga: "Sono felicissima, una cosa incredibile, non potete immaginare quanto - ha scritto la ragazza sul suo sito ufficiale -. Per me è stato come dirigere una finale del campionato".

La Federcalcio non l'ha mai punita per avere posato nuda, pur non avendo approvato la sua decisione: "Dal punto di vista professionale - ha detto Edson Resende, presidente della Commissione arbitrale - non mi sembra la cosa giusta da fare; un personaggio pubblico, come è un arbitro, dovrebbe mantenere un certo comportamento, ma è un suo diritto e sicuramente ha guadagnato un sacco di soldi". Speriamo però che Ana Paula sia tornata in forma, perchè in autunno non era riuscita a superare i test atletici della Fifa e della Federazione paulista di calcio. Ma di sicuro non ha perso le sue qualità fotogeniche.
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Le foto su Playboy.

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I campi di lavoro per "redimere" i gay furono un'invenzione di Che Guevara.

(Pupazzi) Quando nel 2004 Bernal interpretò il Comandante Guevara ne “I Diari della motocicletta”, anche chi di noi aveva guardato con più sospetto al mito di tanti giovani, rischiò seriamente, e per evidenti motivi, di innamorarsene. Quel film coglieva un momento esaltante della vita del “Che”, che assumeva tratti eroici addirittura quasi cristiani.

C’è dell’altro, però, nella rocambolesca storia di Ernesto Guevara e, con tutti i limiti di una ricerca condotta sulle libere e molteplici pagine di internet, ho cercato di approfondire un tema che, seppur spesso taciuto, è piuttosto noto e cioè la persecuzione sistematica degli omosessuali realizzata dal grande liberatore, il “Che”.

E’ una storia che in pochi raccontano e che le stesse associazioni omosessuali solo a tratti hanno avuto voglia di sottolineare, perché stona con una certa idea di sinistra militante amica che, ahimè, nella storia si è spesso scontrata con una realtà di oppressione altrettanto atroce di quella esercitata dalle dittature di destra.

Con il passaggio di poteri da Batista a Castro, nel 1959, Ernesto Guevara assunse un ruolo di assoluto primo piano nel regime e venne nominato provvisoriamente Procuratore Militare con il compito di reprimere gli oppositori della rivoluzione.

Nelle maglie dei Tribunali finiscono per sua espressa volontà molti religiosi, tra cui lo stesso Arcivescovo de L’Avana, e moltissimi “maricones” cioè omosessuali. Guevara elabora una sorta di piano di razionalizzazione delle carceri, decidendo di specializzarne alcune nella rieducazione dei gay, tra i quali si contano innumerevoli artisti cubani. Il “Che” realizza campi di lavori forzati ed elabora personalmente i regolamenti penitenziari, che fissano le punizioni corporali per i più facinorosi: taglio dell’erba con i denti, immersione nei pozzi di raccolta dei liquami di fogna, lavori agricoli eseguiti nudi.

E’ su questi regolamenti che nascono le “Unità Militari per l’Aiuto alla produzione”, dei veri e propri lager, tra cui la “Nueva Carceral de la Habana del Est”, che ospita gli omosessuali, riconosciuti anche solo tramite delazione. Secondo le descrizioni che alcuni dissidenti hanno dato di queste prigioni i detenuti erano stipati in celle di 6 metri per 5 nelle quali venivano montate 22 brandine, ciascuna occupata da due detenuti. Venne persino realizzato un campo di rieducazione per i gay tra i 12 ed i 15 anni, allontanati dalle scuole per evitare contaminazioni della nascente gioventù rivoluzionaria.

Un noto poeta cubano omosessuale, Reinaldo Arenas, subì l’esperienza del carcere sotto la dittatura castrista, erede di questo sistema elaborato da Guevara, nel corso degli anni ’70. Ne racconta l’esperienza un film che ha avuto un certo successo nel 2000 “Before night falls”. Particolarmente agghiacciante è il ricordo della espulsione esemplare compiuta nelle scuole cubane nei confronti dei giovani scoperti a commettere atti omosessuali. Fatti loro raccogliere i propri oggetti personali, dovevano sfilare dinanzi ai propri compagni, che erano spronati a picchiarli ed offenderli, quindi venivano portati nei campi.

Arenas è poi porto suicida nel 1990, dopo lunghi anni di Aids. Nella sua lettera di addio scrive: “Voglio incoraggiare il popolo cubano in esilio o ancora sull’Isola a continuare a lottare per la libertà. Cuba sarà libera. Io lo sono già”.

Perché è così difficile sentir parlare di questo disumano Ernesto Guevara? Su internet alcuni reduci raccontano dei “maricones” uccisi personalmente, con colpi di pistola alla tempia, dal grande “Che”, ma se poi si leggono le sue biografie ufficiali di tutto ciò non resta traccia. Persino la libera Wikipedia glissa sul tema e afferma, con grande distacco, che esistono giornalisti e storici che hanno sostenuto che egli abbia avuto un ruolo nella creazione del sistema carcerario cubano e nulla aggiunge invece sulle atrocità di cui quel sistema si è reso protagonista anche contro i gay.

Soltanto di recente il regime castrista, pur non avendo abolito l’articolo 303 del codice penale che proibisce le manifestazioni pubbliche dell’omosessualità, appare ammorbidito nei toni nei confronti del tema gay, ma molti ritengono si tratti di un maquillage effettuato per intenti di buona pubblicità.

Di molto altro ci sono soltanto “rumors” (si parla di campi di raccolta delle persone sieropositive, realizzati negli anni’80 e ’90), che non potranno trovare conferme o smentite prima della fine della dittatura. Per il momento direi che è il caso di dimenticarsi il “Che” Bernal, e di goderselo nei film di Almodovar.

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La Procura di Roma apre l'indagine sul blog antisemita.

(06blog) La Procura di Roma sta valutando il tipo di reato da configurare per la vicenda del blog anonimo su cui è comparsa una lista di 162 nomi di docenti ebrei rei, secondo i curatori del sito, di favorire la causa sionista. Oltre alla diffamazione e alla calunnia, il magistrato Giovanni Ferrara potrebbe decidere per la violazione delle norme di discriminazione etnica o religiosa.

Intanto la piattaforma che ospitava la pagina web, “Il Cannocchiale”, ha deciso per l’oscuramento del sito dopo la denuncia e la diffusione dei contenuti su altri media. Tale tardiva decisione è stata denunciata da Roberto Della Rocca, docente di storia all’Università Roma tre e uno dei 162 insegnanti citati nella lista nera dei professori ebrei: “A fine settembre chiesi al Canocchiale di cancellare il blog che mi minacciava. Ma niente è stato per impedire questa vergogna. Sono sicuro che adesso il materiale del blog passerà ad un altro sito sotto nome diverso come è già successo altre decine di volte in passato”.

Nel blog l’ateneo romano della Sapienza veniva definito “un’istituzione pubblica statale strumentalizzata da una minoranza etnica ideologizzata culturalmente e politicamente solidale a una entità politica extranazionale come Israele”. Firmato H5N1, sigla del virus dell’aviaria.

fonte | repubblica.it

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Rugby. Italia-Inghilterra per gli azzurri vincere è possibile.

Rugby: Italia, è missione possibile. Contro l'Inghilterra si cerca l'impresa.

(TGCom) E' grande sfida al Flaminio per la Nazionale italiana di rugby che affronta i vice campioni del mondo dell'Inghilterra. Dopo la sconfitta all'esordio, a Dublino, contro l'Irlanda dove l'Italia ha dimostrato comunque di essere competitiva, gli uomini di Mallet cercano l'impresa impossibile. Le speranze azzurre poggiano sulla
mischia guidata da Castrogiovanni. Sponda inglese Wilkinson vede il record dei mille punti.

Sognare è possibile e chissà mai che un desiderio possa realizzarsi. In questa frase possono essere riassunte le speranze della squadra di Nick Mallet che affronterà, sulla sua strada, nel secondo confronto del Sei Nazioni quell'Inghilterra che agli ultimi Mondiali ha conteso il titolo iridato al Sudafrica e che, uscita sconfitta dalla "prima" con il Galles, è in cerca di rivincite ed è imbattuta in 13 incontri al cospetto degli azzurri. La buona prestazione di Dublino nella quale l'Italia ha tenuto testa, sino alla fine dell'incontro, all'Irlanda induce a pensare che la Nazionale saprà farsi onore anche di fronte ai maestri inglesi. Dopo la sconfitta di Twickenham la formazione del ct Ashton è stata messa fortemente in discussione con Johnny Wilkinson, uno dei leader della squadra, pronto addirittura a rinunciare di buon grado alla sua maglia numero 10 qualora il tecnico lo avesse voluto. Non sarà così perché il potenziale recordman inglese, a quota 996 punti, sarà regolarmente in campo.

All'Italia, tuttavia, non resta che approfittare della sbandata "psicologica" dei bianchi d'Inghilterra nel tentativo di mandare, con la mischia guidata da un super Castrogiovanni, gli avversari in crisi. Inoltre la buona condizione di Mauro Bergamasco, che promette placcaggi altrettanto efficaci dopo quelli all'Irlanda e a O'Drscoll in particolare, lascia ben sperare per una gara che si preannuncia come missione impossibile ma potrebbe regalare anche una piacevole sorpresa. Qualche volta, in fondo, i sogni possono anche avverarsi.
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Eccoci al Flaminio finalmente.

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Ritratti: Martin Castrogiovanni.

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Dal Papa nuovo attacco ai gay. Debole difesa de L'Unità.

(L'Unità) O uomo o donna. Una differenza «originaria e complementare» che non ammette eccezioni, «voluta da Dio». L’ha ribadita Ratzinger ieri, accusando «correnti culturali e politiche che cercano di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali iscritte nella natura umana considerandole una costruzione culturale».

Parole scandite nello stesso giorno in cui proprio a Roma hanno sfilato i «No-Vat» - collettivo «Facciamo breccia», Cobas, associazioni gay, lesbo, trans e collettivi di sinistra - per contestare «l'ingerenza del Vaticano e del Papa nella sfera pubblica»: dalla procreazione assistita alla legge sull'aborto, tutto sul filo rosso del «restringimento degli spazi di laicità».

Benedetto XVI insiste. Ricevendo in Vaticano i partecipanti al convegno «Donna e uomo, l'humanum nella sua interezza», promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici a venti anni dalla lettera apostolica «Mulieris dignitatem» di Giovanni Paolo II, papa Ratzinger ha voluto pronunciando il suo implicito «no» a ogni iniziativa in favore delle unioni omosessuali o delle adozioni da parte di coppie gay. «Di fronte a correnti culturali e politiche - ha scandito il Pontefice - che cercano di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali iscritte nella natura umana considerandole una costruzione culturale, è necessario richiamare il disegno di Dio che ha creato l'essere umano maschio e femmina, con un'unità e allo stesso tempo una differenza originaria e complementare». «Quando, pertanto - ha aggiunto -, l'uomo o la donna pretendono di essere autonomi e totalmente auto-sufficienti, rischiano di restare rinchiusi in un'auto-realizzazione che considera come conquista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale, sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente».

L'identità maschile e femminile, secondo Ratzinger, va anche difesa perchè è alla base della famiglia «comunità di amore aperto alla vita, cellula fondamentale della società». Per quanto riguarda poi il suo appello contro le discriminazioni e le violenze nei confronti della donna, il Papa ha sottolineato come «persista ancora una mentalità maschilista, che ignora la novità del cristianesimo, il quale riconosce e proclama l'uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all'uomo». Ci sono luoghi e culture «dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali». Nelle gerarchie eccelsiastiche le donne sono assenti.

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Esilarante dichiarazione dell'ex chitarrista dei Queen: "Non sapevo che Mercury fosse gay".

(Agi) Brian May non sospettava nulla. Il chitarrista dei Queen non credeva che Freddie Mercury fosse gay. Pensava piu' che altro che le abitudini della voce dei Queen fossero dettate dalla sua indole esibizionista. May lo incontro' per la prima volta negli anni Settanta, ma non prima degli anni Ottanta capi' le tendenze sessuali di Freddie, perche' - ricorda il chitarrista - fu solo allora che Mercury inizio' a portare nei backstage uomini con 'l'aspetto di Adone'. May ricorda ancora: 'Quando mi capitava di condividere una camera d'albergo con Freddie, posso assicurare che di solito erano le ragazze a fermarsi la notte'. 'Lui - continua May - era quello che oggi chiamiamo un 'metrosessuale', lo era nei suoi vestiti, nei suoi capelli e nel modo in cui amava adornarsi'. Il sessantenne May e' irremovibile su un punto: il cantante morto di Aids nel 1991 era molto piu' timido del personaggio che saliva sul palco. 'Tutti noi lo eravamo - aggiunge -. Il suo metodo per superare la riservatezza era quello di esibirsi come un Dio davanti al pubblico'.

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No Vat, cinquemila persone in corteo, troppo poche contro le ingerenze vaticane.

Laici e antagonisti In 5 mila al corteo dall'Ostiense. Il sabato dei «No Vat» Sfilano i collettivi a Campo de' Fiori.

(Edoardo Sassi - Il Corriere della Sera) La manifestazione si è conclusa sotto la statua di Giordano Bruno. Sarcasmo e slogan anticlericali in difesa di aborto e gay

Solo una fitta grata all'altezza degli occhi. Ragazze bardate dalla testa ai piedi con bandiere biancogialle — colori dello stato Vaticano — cucite e trasformate in impenetrabili burka.

Erano loro ieri pomeriggio il simbolo del corteo di protesta con circa 5.000 partecipanti, terza edizione della manifestazione «No Vat» che da piazzale Ostiense è giunta fino a Campo de' Fiori; un corteo organizzato dal movimento «Facciamo Breccia » contro le ingerenze della Chiesa nella sfera pubblica, e in particolare in tema di aborto, sessualità, unioni civili, fecondazione assistita.

Schegge di movimentismo anni Settanta, con qualche ruga di più e un'indomita voglia di lottare: «Non ci avete bruciate tutte», recitava il cartello portato al collo da una «strega » con qualche primavera alle spalle. Tanto, tanto femminismo ieri, declinato anche in forme piuttosto estreme, soprattutto da un gruppo di agguerritissime lesbiche engagées

e dai loro slogan anti-maschio. Ma ovviamente l'obiettivo polemico del corteo di ieri era il Vaticano. Erano soprattutto papa Ratzinger e il cardinal Ruini — «Fuori il Vaticano dalle nostre mutande» — a cui nessuno ha fatto sconti. Né la satira, né il sarcasmo, né l'invettiva radicale: «Le donne fanno i bambini, i preti se li f...»; «Ratzi sei divinaaa», «Benito XVI», «Pastore tedesco chiuditi la bocca-il corpo delle donne non si tocca», «Ma perché i preti odiano le donne se poi si mettono le gonne? »...

Bersagliatissimo anche il giornalista Giuliano Ferrara, con la sua effige accompagnata da un «M'illumino d'incenso» e dall'altra scritta, assai più forte, «Meglio un aborto oggi che un Ferrara domani». Anarchici, trans, gay, studenti dell'ultrasinistra, Cobas, collettivi, «bolscevichi», Sinistra critica anticapitalista, piercing, molti giovanissimi e qualche foulard di signore-bene: aveva tante e diverse anime il corteo di ieri, dove a un certo punto è comparsa anche la deputata di Prc Wladimir Luxuria. Tante anime e un filo rosso, riassunto dallo striscione che apriva la parata: «Facciamo breccia: laicità, autodeterminazione, antifascismo, liberazione, cittadinanza ». Tra false madonne e suore, mitrie di cartone, «papesse» in boa di struzzo, crocifissioni simulate e non (qualcuno si è davvero infilzato spilloni nelle braccia) e piccoli Gesù nati «da una coppia di fatto con fecondazione assistita», il corteo si è concluso con un dibattito sotto la statua di Giordano Bruno, ieri agghindata da striscioni tipo «10, 100, 1.000 Porta Pia» e toponomastica rivista e corretta in salsa anti-clericale: «Via Il Papa».

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Il Papa insiste, il diavolo esiste.

Il Papa:"Battere Satana dentro di noi". Angelus, Pontefice spiega la Quaresima.

(TGCom) La quaresima è il tempo in cui il credente s'impegna contro i mali del mondo, affronta la sua battaglia spirituale contro le cause che li generano. E' quanto ha affermato Benedetto XVI durante l'Angelus. Dobbiamo "guardare il male in faccia e lottare contro i suoi effetti, soprattutto contro le sue cause, fino alla causa ultima, che è Satana senza scaricare il problema sugli altri, sulla società o su Dio, ma riconoscere le proprie responsabilità".

"A questo proposito - rileva il Papa teologo - risuona quanto mai urgente, per noi cristiani, l'invito di Gesù a prendere ciascuno la propria croce e a seguirlo con umiltà e fiducia". Per i cristiani, infatti, ricorda Ratzinger, "la croce, per quanto possa essere pesante, non è sinonimo di sventura, di disgrazia da evitare il più possibile, ma opportunità per porsi alla sequela di Gesù e così acquistare forza nella lotta contro il peccato e il male".

Nella visione cristiana, "la via della Croce è l'unica che conduce alla vittoria dell'amore sull'odio, della condivisione sull'egoismo, della pace sulla violenza". E dunque "entrare in Quaresima significa pertanto rinnovare la decisione personale e comunitaria di affrontare il male insieme con Cristo". "Vista così - conclude il Pontefice - la Quaresima è davvero un'occasione di forte impegno ascetico e spirituale fondato sulla grazia di Cristo".

Il ricordo di Lourdes, "affidiamo i malati a Maria"
Ai fedeli in Piazza San Pietro Benedetto XVI ha ricordato che "quest'anno l'inizio della Quaresima provvidenzialmente coincide con il 150.mo anniversario delle apparizioni di Lourdes". "Quattro anni dopo la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione da parte del beato Pio IX - ha sottolineato il Pontefice -, Maria si mostrò per la prima volta l'11 febbraio del 1858 a santa Bernadette Soubirous nella grotta di Massabielle. Seguirono altre successive apparizioni accompagnate da eventi straordinari, e alla fine la Vergine Santa si congedò rivelando alla giovane veggente, nel dialetto locale: 'Io sono l'Immacolata Concezione'".

Papa Ratzinger ha evidenziato che "il messaggio che la Madonna continua a diffondere a Lourdes richiama le parole che Gesù pronunciò proprio all'inizio della sua missione pubblica e che noi riascoltiamo più volte in questi giorni di Quaresima: 'Convertitevi e credete al Vangelo', pregate e fate penitenza". Ha quindi esortato i fedeli ad accogliere l'invito di Maria e a vivere il tempo di Quaresima "con gioia interiore e generoso impegno".

Benedetto XVI ha inoltre affidato alla Vergine "i malati e quanti se ne prendono amorevole cura", ricordando che domani, giorno della Madonna di Lourdes, si celebra la Giornata Mondiale del Malato.

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Piepoli: Il voto di aprile è una formalità, "Berlusconi e Fini hanno già vinto".

(Il Giornale) Professor Piepoli, allo stato attuale Berlusconi avrebbe vinto?
«Non avrebbe, ha». Tutte le novità di questi giorni (Veltroni che corre da solo, Forza Italia e An in lista insieme) non cambiano niente? «Partiamo dal dato di oggi: la somma di An e Forza Italia è 40 per cento, 16 milioni di voti. Con questo tipo di configurazione politica, Berlusconi ha vinto le elezioni».

La lista unica di centrodestra non penalizza i due partiti?
«Non muta nulla. I voti non si muovono, non si inventano. Per ora sono semplicemente trascinati. Stiamo votando con la peggiore legge elettorale, e la gente si aggrappa ai partiti».

L'azzardo di Veltroni non lo ripagherà?
«Il Pd è al 30%, 12 milioni di voti. Siamo a 16 milioni per il centrodestra berlusconiano-finiano contro 12 milioni del centrosinistra veltroniano».
Da qui ad aprile nessuna variazione?
«Ci potrebbe essere un 6% di voti portato al nuovo partito se ipoteticamente fosse sponsorizzato dalla Chiesa cattolica, ma non si espone la Chiesa e non si espone il nuovo partito».
E l'Udc?
«L'Udc è un po' debole, soprattutto con questa configurazione di nuovo conio che è la Rosa Bianca, che prenderà voti non sappiamo ancora precisamente a chi. Dopo la conferenza stampa d'esordio, le ricerche le danno un minimo di 400mila voti, 1%».

È bastata l'idea di Baccini per indebolire il partito di Casini?
«Credo che l'Udc paghi la mancata chiarezza».

Che percentuale ha?
«Un 6% scarso. Ma è prevedibile una crescita della Rosa Bianca». Veltroni da una parte e Berlusconi dall'altra si sono mossi con chiarezza. «E la gente lo apprezza. In questo momento se dico chiaramente quello che voglio la gente mi segue di più».

Fino a che punto il Pd si rafforzerà correndo da solo?
«Il Pd sta salendo lentamente, è in assestamento al 30%. Ma il centrodestra ha vinto. Certo tutto è possibile: può darsi che ci sia un improvviso crollo, non so, se Fini viene trovato a rubare la marmellata. Le rotture di trend sono difficili, non le ho quasi mai viste».

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Presidenziali Usa. Solo Obama potrebbe battere McCain. Sondaggio della Cnn.

(Agi) Un testa a testa con John Mccain il candidato democratico che ha piu' possibilita' di spuntarla e' Barack Obama. Lo scenario emerge da due sondaggi, condotti rispettivamente dalla CNN e da Time. Nel primo, Hillary Clinton batterebbe il candidato repubblicano, guadagnando il 50 per cento dei consensi contro il 47 per cento dell'avversario.

Il margine tra loro e' solo del tre per cento e se si tiene conto del margine di errore dei sondaggi la certezza di una vittoria dell'ex first lady svanisce. Nel sondaggio di Time Clinton e McCain sono addirittura appaiati, con il 46%. Obama, secondo i dati, emergerebbe invece con una vittoria netta. I due sondaggi gli danno, rispettivamente, 8 e 7 punti percentuali di vantaggio sull'avversario. A fare la differenza in sarebbe, in particolare, il voto maschile, che in un duello Clinton-McCain andrebbe in maggioranza a quest'ultimo. Sarebbe cosi' anche nel caso in cui fosse Obama a gareggiare, ma quest'ultimo riuscirebbe a guadagnare un consenso maschile del 46% invece del 39% di Hillary. Obama, alla fine, vincerebbe perche' la percentuale di donne che vota per lui e' assai simile a quella di Clinton.

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