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lunedì 17 settembre 2007

Chiesa - Frati Domenicani Olanda: Donne e gay dicano messa

Citta' del Vaticano, 17 set. - (Adnkronos) - I frati domenicani olandesi hanno lanciato una proposta choc: a presiedere l'eucaristia, cioe' la messa, siano anche i laici, uomini o donne, etero o omosessuali, senza alcuna limitazione. La notizia viene riportata oggi dal Sir, l'agenzia stampa promossa dalla Conferenza episcopale italiana che riferisce anche del giudizio severo espresso da mons. Huub Ernst, vescovo emerito di Breda, contro una proposta che viene stigmatizzata come ''in contrasto con la dottrina sociale della Chiesa''. Il Sir sottolinea anche che da parte della Conferenza episcopale olandese ancora non vi e' stata alcuna reazione. La proposta e' stata diffusa attraverso la brochure ''Kerk en Ambt'' (Chiesa e ministero) distribuita a fine agosto dai domenicani olandesi nelle 1.300 parrocchie del Paese. Il testo rifletterebbe, scrive l'agenzia dei vescovi, tesi vicine a padre Edward Schillebeeckx che negli anni '80 fini' sotto l'esame della Congregazione per la dottrina della fede, guidata dall'allora card. Ratzinger. L'opuscolo (38 pagine) propone che a presiedere l'eucaristia, in mancanza di sacerdoti, siano anche laici, ''non fa differenza che sia uomo o donna, omo o eterosessuale, sposato o celibe''.

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Intervista a Mario Sacconi / Sicurezza e libertà in Italia

di Antonio Arabia - L'opinione. E' polemica in Veneto dopo l’annuncio del sottosegretario all’interno Ettore Rosato del ritiro della task force delle forze dell’ordine giunta dopo il duplice omicidio di Gorgo al Monticano .Il rafforzamento delle volanti è stata un’antipatica operazione estetica. Nel periodo immediatamente successivo al delitto di Gorgo al Monticano c’è stato solo un potenziamento del servizio sulla base di forze già disponibili nell’ambito del Veneto. In un territorio così esposto ai fenomeni migratori la risposta ad una criminalità in continua ascesa non può essere costituita solo dal rafforzamento delle forze dell’ordine. Sarebbe infatti strategico realizzare, a partire da Treviso in via sperimentale, la cosiddetta Centrale Unica Interforze: un sistema di assoluta sinergia tra le polizie statuali al quale dovrebbero associarsi le polizie municipali e gli istituti di vigilanza privati. Dotando tutti i mezzi di un sistema satellitare sarebbe così possibile monitorare costantemente la presenza sul territorio delle forze capaci di svolgere, attraverso la vigilanza, un’importante azione deterrente nei confronti della criminalità. Controllare il territorio significa prevenire, disturbare i criminali.


La percezione dell’insicurezza nel Nordest è più alta che nel resto d’Italia e cresce a tassi preoccupanti. L’omicidio di Gorgo ha riportato alla ribalta l’annosa questione dell’immigrazione.
La recrudescenza dei reati nel nostro territorio è strettamente collegata ai fenomeni migratori e al fatto che essi continuino ad essere subiti sulla base di flussi migratori clandestini prodotti dalla logica delle sanatorie e delle promesse di facili provvidenze sociali anche ai parenti degli immigrati contenute nel disegno di legge Ferrero-Amato. Promesse che attraggono inevitabilmente flussi clandestini. Se il delitto di Gorgo al Monticano per la sua profonda violenza rappresenta un punto di svolta, deve trattarsi una svolta che scuote le coscienze e che spinge ad agire. Ma come? Attraverso una robusta politica della sicurezza e dell’immigrazione. Noi dimostriamo rispetto nei confronti delle vittime se non giochiamo sulla sofferenza di chi è rimasto: la politica deve reagire responsabilmente, con fermezza e concretezza. Agitare il cappio, chiedere una pena di morte che giustamente non verrà mai concessa, dal momento che all’unanimità abbiamo chiesto di eliminarla in tutto il mondo, non aiuta. Il dovere di chi ha la responsabilità non è quello di speculare sulla paura, ma farla venire meno. Per questo ho apprezzato le dichiarazioni del Sindaco di Verona Flavio Tosi che, a proposito di pena di morte, ha dichiarato: “Io non partecipo alla gara, il problema vero è quello di applicare la pena, renderla effettiva”.

Il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini l’ha accusata di aver “armato”, con il suo voto al provvedimento dell’indulto, la mano degli assassini di Gorgo al Monticano. Un’accusa pesantissima che ha scatenato in questi giorni una forte bagarre politica.
Gentilini, in nome di un’ambizione personale, non riuscirà nel suo intento di dividere la Lega dagli altri partiti della Casa delle Libertà. Ha strumentalizzato l’emozione prodotta da questa vicenda che ci ha tutti indignati per un più modesto obiettivo personale che è quello di tornare a fare il sindaco.

In risposta alle richieste di sicurezza cittadini, avete organizzato per questa sera a Treviso un importante convegno dal titolo “Sicurezza e libertà in Italia e nella marca”. Di cosa si tratta?
Con il convegno di questa sera, alla presenza dell’Ex Ministro degli Interni, Sen. Giuseppe Pisanu, abbiamo voluto dare una risposta alle domanda di sicurezza dei cittadini attraverso il nostro esponente più autorevole, colui che ha retto con efficacia il Ministero degli Interni, che ha avviato la politica di controllo del territorio e che ha consentito di intercettare gli assassini di Biagi e D’Antona. Il convegno di questa sera darà inoltre l’opportunità di illustrare tutto il lavoro svolto dal governo Berlusconi per un’Italia più sicura e più libera, lavoro che è stato poi contraddetto ed interrotto da molte delle attività legislative ed amministrative del governo prodi. Esso costituirà peraltro l’occasione anche per una più puntale risposta alle odiose offese del prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che ha voluto strumentalizzare una vicenda che ha così profondamente indignato tutta la comunità trevigiana e che dovrebbe sollecitare una reazione alta e forte delle istituzioni e della politica.

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Quando l’omofobia è di casa – Una realtà sommersa

(da famigliafantasma.freewordpress.it/) - Omofobia in famiglia, una cosa diffusa, dunque. Ma se ne parla poco, a quanto pare. Cerca su google: un solo risultato. Da non crederci!

Purtroppo sono innumerevoli le notizie sugli atti di omofobia, e in Italia ormai sono sempre più numerose. Sono tutte denunce piene di una sacrosanta indignazione, ma purtroppo esercitano un effetto diluizione/assuefazione sulle coscienze. Anche volendo, quale persona normale può sopportare questo, questo e questo in un solo giorno? Come può un omosessuale pensare al domani se non cercando di dimenticare queste notizie?

Non so come dire, ma in tutte queste condanne di atti omofobici - tutte necessarie e preziosissime - c’è qualcosa di monodirezionale, di sclerotico, di non genuino . E finalmente ho capito cosa non mi quadra: queste notizie vengono riportate solo quando ad essere omofobo è uno sconosciuto o gente che non ci riguarda, in qualche modo “altra” o “lontana”: il datore di lavoro, qualche fasci stello di turno, i passanti di una piazza o di una spiaggia, i clienti di una pizzeria, degli sconosciuti.

Non ci sono mai denunce di omofobia quando questa è famigliare e tutta italiana.
Con gli atti di violenza o di soprusi omofobi familiari avviene un po’ come per gli stupri: se li compie un marocchino, allora il mostro è in prima. Se le fa il papà o la mamma, o un sacerdote, allora niente oppure – proprio per decenza – tutto si risolve con un trafiletto e un misurato sdegno di circostanza a scomparsa immediata. Di omofobia famigliare si sente parlare solo quando un giudice esprime una sentenza oppure quando c’è un tentato suicidio di mezzo. Dico suicidio: perché spesso gli omicidi per omofobia, appena possibile vengono insabbiati e depistati (intendo nei confronti dell’opinione pubblica), come se l’omosessualità della vittima (o comunque connessa con il movente) fosse più sconvolgente dell’omicidio stesso.

Se a picchiare o ad insultare due gay sono sconosciuti, magari fascisti, allora giù la notizia e l’indignazione.
Però se è mia cognata chissenefrega: non ci pensare e guarda altrove; mangia la foglia; sopporta.
Se è tuo padre, devi capirlo: e poi, non puoi mica sputare nel piatto in cui mangi.
Se è tua madre che ti sopporta e non ti ama più, devi capire che per lei è difficile pensarla come te.
Se tuo fratello ti toglie il saluto, non puoi farci nulla. Se non ti fa vedere i suoi nipotini, devi anche capire la sua paura che vengano contaminati.
E poi lui ha i figli, tu no. Lui ha la fede al dito, tu no.

Tutto questo non è solo un problema famigliare. Non è ignoranza. Non è una cosa che capita.
Tutto questo è omofobia. E abbiamo il dovere di denunciarla, tanto quanto è doveroso denunciare quegli atti omofobi che passano per la cronaca, oppure quegli atti omofobi che capitano sempre e comunque “agli altri”.



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Allarme intolleranza in Europa: aumenta la violenza contro ebrei, musulmani e omosessuali

(Il sole 24ore) - Non più continente modello per i diritti umani. In Europa i «crimini dell'odio» si stanno diffondendo con velocità preoccupante. Secondo la «Hate crimes survey», il rapporto pubblicato dall'organizzazione Human Rights First, l'Europa sta conoscendo un aumento degli atti di violenza motivati da intolleranza razziale, religiosa e sessuale: sono anche più numerosi di un decennio fa. E sono soprattutto i paesi dell'Europa dell'est, nuovi membri dell'Unione Europea, a destare le preoccupazoni più forti.

«La violenza scatenata dall'odio rimane un serio problema per l'Europa - ha affermato Maureen Byrnes, direttrice di Human Rights First - Solo pochi governi come quello di Francia, Germania e Regno Unito hanno organizzato dei sistemi di monitoraggio di questo genere di crimini, mentre molti altri non hanno statistiche sul problema, aspetto che ne testimonia la sostanziale indifferenza».

La ricerca evidenzia come in alcuni paesi ci siano dei veri e propri focolai di intolleranza: ad esempio, in Russia c'è stata una proliferazione di crimini contro le minoranze etniche e religiose, 54 solo nel 2006. In Germania, i crimini commessi da estremisti hanno raggiunto il numero più alto da quando il sistema di monitoraggio è stato inaugurato, nel 2001, e fra 2005 e 2006 sono aumentati del 20%.

Anche gli atti di violenza antisemita sono in crescita, e molto più frequenti rispetto a dieci anni fa: sotto questo aspetto, la situazione è preoccupante soprattutto nell'Europa dell'est, dove stanno aqcsuiendo importanza gruppi politici che si rifanno alle ideologie antisemitiche dell'Ottocento. Ma la religione ebraica è sotto tiro anche in Francia, dove fra 2005 e 2006 gli atti di violenza contro gli ebrei sono aumentati del 6,6%.
Sono invece in diminuzione, ma ancora numerosi, i crimini di natura islamofoba, dopo il picco che seguì gli attentati nella metropolitana di Londra nel luglio 2005: se però in Europa occidentale è la paura del terroprismo a scatenare la vioelnza contro i musulmani, nell'Europa orientale prevalgono le motivazioni ideologiche.

«Gli Stati europei - si legge nel rapporto - devono porre fra le priorità politiche la necessità di combattere i crimini legati all'odio razziale». Secondo Human Rights First, gli strumenti si trovano nelle mani dei governi europei: le conclusioni del rapporto invitano all'adozione di leggi che prevedano pene adeguate per tali reati, a stabilire dei sistemi ufficiali di monitoraggio dei crimini legati all'odio, e ad adottare una politica di tolleranza zero.


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David non sarà il gay di Desperate

(TGCom) - Eva Longoria: Beckham non sarà nel cast

David Beckham non si unirà al cast della nota serie tv americana Desperate Housewives: a confermarlo è l'attrice Eva Longoria, alias Gabrielle Solis, la casalinga disperata di origini messicane. Lo ha scritto la Bbc nel suo sito internet. Il mese scorso le indiscrezioni avevano dipinto il calciatore inglese in un duetto gay con la pop star britannica Robbie Williams nella serie televisiva statunitense.

"Ho parlato con Victoria (Beckham) l'altro giorno - ha rivelato Longoria - e stava ridendo. David si è fatto una bella risata. Non verranno allo show". A Wisteria Lane sbarcherà comunque una coppia gay - anche se non sarà la celebre accoppiata britannica - interpretata dagli attori Tuc Watkins e Kevin Rahm.



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Il coming out di Richard Chamberlain

L’indimenticabile, e indimenticato, Padre Ralph di Uccelli di Rovo si è dichiarato.
Su Vanity Fair in edicola questa settimana, con la bellissima coppia Beckham in copertina, c’è una bella intervista all’ex Dr. Kildare in cui rivela la sua trentennale storia d’amore con il suo compagno. "Sono riuscito a dire la verità solo quando ormai sullo schermo non potevo più essere un eroe romantico. Sono nato nel 1934. Negli anni ‘40 e ‘50, essere omosessuali in America era molto peggio che essere traditori o assassini. Ho avuto paura. Il Coming out per dovere di cronaca. Finalmente, nel momento in cui ho scritto su quelle pagina la parola omosessuale, mi sono sentito leggero."

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A Milano proiettato il film vincitore del I° Queer Lion

A Milano, come ogni anno, la rassegna "Panoramica" propone una ricca scelta di film dell’ultima mostra di Venezia e tra quelli in programmazione c’è anche "The Speed of Life", vincitore del primo Queer Lion alla Mostra del cinema di Venezia. E' inoltre previsto anche Sleuth, di Kenneth Branagh, con Michael Cain e Jude Law che ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria queer. Entrambi saranno in originale con i sottotitoli.

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Vladimir torna nella sua Foggia e presenta l'ultimo libro

Nel libro “Chi ha paura di Muccassassina? Il mio mondo in discoteca e viceversa” c’è molto di Foggia e dei suoi abitanti

Lo scorso5 Settembre, nella sede de “L’altrocinema” di Via Duomo a Foggia, l’onorevole Vladimir Luxuria ha presentato il suo ultimo, chiaccheratissimo libro. Edito da Rusconi. All’incontro hanno partecipato l’assessore alla legalità del Comune di Foggia, Lino Del Carmine, e il presidente dell’Aci, Reno Rabbaglietti. Oltre ad un pubblico entusiasta che ha riempito la sala.
Nel libro c’è molto della città dauna, ed anche dei suoi abitanti. Luxuria infatti si lascia andare ai ricordi, e racconta del “Dirty Dixie”, il locale per omosessuali che aprì proprio a Foggia, in Via Manzoni. Racconta se stessa con grande umiltà e trasparenza. Quella che per la verità manca a parecchi politici.
Ma chi era Vladimir Luxuria prima di diventare parlamentare alla camera dei Deputati?
Lei stessa si definisce una “door queen”. A parte ogni inglesismo, Vladimir era una che apriva le porte di quel mondo sommerso e protagonista delle notti al villaggio globale di Testaccio, il famoso locale “Muccassassina” di Roma.
Il libro, edito da Bompiani e intitolato “Chi ha paura della muccassassina? Il mio mondo in discoteca e viceversa” parla senza pudore e mezzi termini di droghe, lesbiche, gay, trans, donne etero che frequentano esclusivamente gay, omosorelle, insospettabili personaggi amanti della trasgressione e chi più ne ha più ne metta. Ma i toni, per lo più autobiografici, sono di una delicatezza estrema e quasi viene da pensare che è assurdo oggi parlare di normalità e diversità. Concetti superati, ormai, nella testa e nel modo di vivere di tanti. Concetti relativi, che riescono solo in parte a rendere l’idea di quel che significano.
Bello sentire parlare Luxuria di temi scottanti, ma nel modo più naturale possibile. In pochi ci riescono, senza cadere nello scandalo o nel ridicolo. In un Paese come il nostro, dove la comunicazione punta al sensazionalismo a tutti i costi, Luxuria è un politico che fa parlare. Proprio perché non parla urlando, ma sussurra appena realtà che tendiamo ad ignorare.


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Inseminazione artificiale: Jessica Simpson vuole fare un figlio con il suo parrucchiere gay

La cantante/attrice americana ha talmente tanta voglia di diventare mamma, che starebbe addirittura pensando di fare un bambino con il suo parrucchiere gay. Jessica ha più volte dichiarato di volere in figlio ed essere pronta ad adottarne uno. Tuttavia, il desiderio di vederlo crescere dentro di sé e di partorirlo sta prendendo il sopravvento. Così l'attrice 27enne, attualmente single, sta prendendo in considerazione l'inseminazione artificiale. Il papà prescelto sarebbe il suo hair stylist Ken Paves, notoriamente omosessuale, che da tempo vorrebbe anche lui diventare padre, anche se il suo compagno non è della stessa idea. Jessica e Ken dovrebbero provare l'inseminazione nei prossimi sei mesi e apsettare i risultati.

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Neonazisti, in corso blitz della Digos Scattate perquisizioni nel Centro-Nor

Nel mirino fondatori, promotori e partecipanti al "Movimento dei Lavoratori Nazionalista e Socialista", di chiara ispirazione nazista

Dalle prime ore dell'alba è in corso un'operazione della polizia di Varese nei confronti del movimento politico che ha presentato proprie liste alle elezioni tenutesi nel 2006 e 2007 in alcuni comuni delle province di Varese, Como, Lecco e Milano. Attualmente sono 47 le perquisizioni effettuate dalla Questura, coadiuvata dalle Digos di Milano, Roma, Rieti, Novara, Vercelli e Piacenza, con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia. (TGCom)

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Madonna criticata dai gay israeliani

GERUSALEMME - I gay israeliani sono in rivolta contro il loro idolo per la sua partecipazione a Tel Aviv a una conferenza della Kabbalah i cui leader religiosi sono senza se e senza ma contrari all'omosessualità. I religiosi si sono spostati molto a destra negli ultimi anni lasciando il giudaismo liberale e conservatore per spostarsi verso quello oltrodosso e opponendosi ai recenti pride in Israele e a Gerusalemme. Lo scorso anno il rabbino Basri, capo della Kabbalah di Gerusalemme, ha incolpato i gay per lo scoppio di epidemia di influenza aviaria. Basri ha definito la punizione messaggio di Dio per i matrimoni omosessuali. Assieme a Madonna erano presenti alla conferenza Demi Moore e il marito Ashton Kutcher. Le star si trovavano in israele per il capodanno ebraico.

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Cecchi Paone "In missione sull’Isola per conto della scienza"

di Alessandra Comazzi (La Stampa)

Allora, questo copione ce l’hanno o no, i protagonisti dei reality? «L’isola dei famosi» torna su Raidue mercoledì 19, ma i concorrenti si trovano in Honduras già dal venerdì. «Prima di scomparire, ultima cena da Simona Ventura», dice Alessandro Cecchi Paone, uno dei partecipanti. Gli altri sono: Francesco Coco, appena confermato, Debora Caprioglio, Miriana Trevisan, Nicola Canonico, Lisa Fusco, Paul Belmondo, Debora Salvalaggio, Cristiano Malgioglio e Manuela Villa. Più altri sei, ufficialmente «non famosi». Più Francesco Facchinetti, ex naufrago in proprio, inviato sull’isola. A cena dalla Ventura, dunque. Molto carina, molto umana.

Sarà per indottrinarvi, per chiarire la vostra parte in commedia?
«E’ perché vuole partire bene, in armonia: non per bontà d’animo, ma per convenienza. Lei, e il produttore Gori e il direttore Marano, hanno la certezza che se non cambiano, se non abbassano i toni, i reality si autodistruggono. Certo, gli autori hanno in testa per ognuno di noi un ruolo: però un copione vero e proprio, e nemmeno un canovaccio, no, non ce lo abbiamo».

Avrà già in compenso qualche antipatia?
«Ho incontrato tutte persone civili, educate; non mi pare che il tratto caratteristico, per nessuno, sia la volgarità. Antipatie no, simpatie sì: per il figlio di Belmondo, Paul. Mi sembra che possa avere qualche chance di vittoria, lo vedo come un buon alleato. Poi mi è piaciuta tanto Debora Salvalaggio, la fidanzata di Simone Inzaghi. E’ di una bellezza folgorante, ma non aggressiva da vallettopoli: è "normale", dolce, affettuosa. Mi ha molto colpito, quella ragazza lì, l’ho trovata meravigliosa».

Se non fosse gay...
«Ma lo sono. Sono il primo gay dichiarato che partecipa a un reality, gli altri hanno sempre scelto un comportamento ipocrita».

Ragiona già in termini di alleanza: sta cominciando a elaborare una strategia di vittoria?
«Ho elaborato che cosa farei dei soldi, 200 mila euro: metà li darei alla fondazione Veronesi; metà li userei per ricomprarmi il marchio della Macchina del tempo che Mediaset non mi fa più fare da due anni e che potrei proporre alla Rai, a La7».

Non avrà accettato di andare sull’Isola perché il suo personaggio si sta appannando?
«Non posso dire che Simona Ventura e io siamo amici, perché non ci siamo mai frequentati. Però la considero un elemento di garanzia, di lei mi fido. Giudizio condiviso dalla mia ex moglie, che non compare mai in tv, ma che invece questa volta ha accettato di andare in studio, per sostenermi. Dunque se la Ventura, Gori e Marano, sono venuti da me dicendomi: abbiamo bisogno di te, non ho motivo di dubitare di loro. Il mio personaggio non è appannato, e la mia posizione sui reality resta la stessa: negativa. Se però attraverso l’Isola potranno passare contenuti seri, mi ricrederò. Bisogna dare a tutti un’ultima chance, anche ai programmi».

Un reality che parla di cose serie: appunto, siamo seri. Non le sembra fantascienza?
«Vado a verificare di persona. Il peggio che i reality potevano dare l’hanno dato. Adesso possono solo risalire, oppure chiudono. Io il mio ruolo ce l’ho».

Sarebbe? Quello del gay ufficiale ma serio contro il folkloristico Malgioglio?
«Il mio ruolo, discusso e accettato dalla Ventura e dagli autori, è quello di affermare la centralità della scienza. Io voglio dimostrare che la vita senza scienza e tecnologia è una schifezza. Che non c’è fascino nel bel tempo andato, che non è divertente non poter accendere il fuoco, che non possiamo combattere Tav e Ogm senza nemmeno sapere che cosa sono. Voglio parlare di libertà della scienza e libertà delle persone omosessuali: libertà, di corpo e di spirito, osteggiate soprattutto in Italia».

Attaccherà anche la Chiesa?
«In Italia siamo più bloccati che altrove, col Vaticano in casa. Per questo, dopo l’Isola, con Veronesi andremo nelle scuole a raccontare la scienza».

Lei davvero crede che potrà parlare di tutto questo?
«Credo di sì e spero di vincere. E di dimagrire: ma prima del digiuno, una bella mangiatona e una bella bevutona tutti insieme per il mio compleanno, oggi. Tanti auguri a me».

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Florence Queer Festival

Firenze capitale della cultura queer, ovvero gay, lesbica e trans nella 5/a edizione del Florence Queer festival al via il 22 settembre. Tra gli appuntamenti, Vladimir Luxuria in un omaggio a Pier Vittorio Tondelli, una mostra sul percorso gay e lesbico a Firenze dagli anni '70, una rassegna di cinema di genere che mette a confronto le produzioni italiane con quelle straniere. L'evento e' soprattutto, spiegano gli organizzatori, una rassegna del miglior cinema gay e lesbico degli ultimi anni.
Il FLORENCE QUEER FESTIVAL e' la piu' importante rassegna toscana dedicata alla cultura QUEER (gay, lesbica, transgender, ... e non solo), organizzata dall' associazione IREOS di Firenze. L' obiettivo specifico del Festival e' quello di raccontare e descrivere, attraverso cinema, video, fotografia ed altre arti, prevalentemente indipendenti, il variegato universo gay, lesbico e transgender, fatto di emozioni e di sentimenti, di stili di vita e di visioni del mondo, di sogni e di quotidianita'. FQF e' realizzato in collaborazione con Eventi srl e Arcilesbica Firenze. All' interno del FQF trova spazio VIDEOQUEER, concorso dedicato a giovani videomaker, che propongono cortometraggi, dalla durata massima di 3 minuti. 180 secondi per raccontare il presente, tra quotidianita' e voglia di affermazione, desideri e fantasie, stimolare il confronto interculturale tra condizioni e punti di vista diversi. Al video vincitore 500 euro di premio. Durante il resto dell' anno IREOS propone incontri, mostre e aspettando il Florence Queer Festival (proiezioni video il secondo ed quarto giovedi' del mese).

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Mafioso e gay?

Secondo l`FBI il killer della mafia Whitey si trova in Italia. Ma a differenza di quanto prescritto dalla Mafia frequenta locali gay.
Ora è stato avvistato in Italia secondo alcune segnalazioni. L'ufficio dell'Fbi ha rilasciato immagini di James "Whitey" Bulger, 77 anni e la sua compagna Catherine Greig, 56. In aprile l'uomo era a Taormina. Sono 30 anni che l'Fbi gli da la caccia e su di lui c'è una taglia di un milione di dollari. Negli anni 60 e 70 era proprietario a Boston di due gay bar e ne frequentava un terzo.

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Condy è lesbica?

Paolo Valentino per il Corriere della Sera. Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, possiede una casa in comproprietà con un'altra donna, insieme alla quale, nel 2005, ha anche ottenuto una linea di credito da un istituto finanziario. Lo rivela Glenn Kessler, corrispondente diplomatico del Washington Post, nel suo libro, appena uscito in America, «The Confidante: Condoleezza Rice and the creation of the Bush Legacy». La signora, che si chiama Randy Bean e fa la regista, conosce la Rice dal 1980 ed è la sua migliore amica dal 1985, quando l'allora provost di Stanford la ospitò a casa sua per oltre quattro mesi. La madre della Rice era appena morta e Bean fu preziosa nell'aiutarla a superare quel trauma: «Condoleezza — ha raccontato nel libro Bean a Kessler — non è tipo da far trasparire facilmente le sue emozioni, ma pensando a quel periodo mi ha detto: "Mi hai salvato la vita"». Il giornalista del Post ha scoperto l'acquisto dell'immobile spulciando dei registri catastali di Stanford, in California. Ma Bean, che attualmente vive nella casa, non ha avuto difficoltà ad ammetterlo in una delle sue numerose interviste con Kessler, durante la stesura del saggio: «Ero finanziariamente rovinata», ha detto la regista, che si vide subito offrire aiuto da Condoleezza. La casa venne acquistata con la firma di entrambi nel 1998, insieme a una terza persona, il professore Coit Blacker, a tutt'oggi il miglior amico della Rice, nonostante sia un democratico, abbia lavorato nell'amministrazione Clinton e sia stato consigliere di Al Gore nella sfortunata campagna presidenziale del 2000. Nel 2003 Blacker, che è apertamente gay, vendette la sua quota a Rice e Bean. Due anni fa, le signore firmarono insieme i documenti per un prestito di 50 mila dollari, che sono stati investiti per ristrutturare la casa, il cui valore nel 2006 è stato stimato in 670 mila dollari. Randy Bean, fondamentale per Kessler nell'aiutarlo a decifrare il personaggio Rice, dice che lei e la Rice «sono più di ogni altra cosa una famiglia » e che Condoleezza «si butterebbe sotto un autobus per me». Anche se aggiunge ironica: «Mi chiedo se non sarà in giro per il mondo, quando avrò bisogno di lei sotto quell'autobus ». Le rivelazioni di Kessler hanno messo in agitazione il mondo dei blogger gay, che ne hanno subito approfittato per riprendere le voci, da anni in circolazione, sulle preferenze sessuali del segretario di Stato. Nel suo libro, Kessler ricorda come la mancanza di un compagno o di un marito e la sua irresistibile ascesa al potere «si siano tradotti in maligni attacchi alla sua sessualità». Attacchi, precisa l'autore, «che non sarebbero mai stati lanciati contro un uomo non sposato». Parlando dell'argomento in una radio privata venerdì scorso, nel talk show di Michelangelo Signorile, un noto autore gay, Kessler ha detto di «non sapere se nella relazione tra Rice e Bean ci sia qualcosa che vada oltre l'amicizia». Ma la comunità è in fibrillazione. Anche perché rimprovera al segretario di Stato di non aver mai preso posizione in seno all'Amministrazione, sul controverso tema se i gay possano essere ammessi nell'esercito americano. «Non ha mai preso le distanze da un governo che attacca i gay per vincere i voti della destra fondamentalista religiosa», spiega Andy Humm, un giornalista che nel 2005 sfidò la Rice a pendere posizione sui due adolescenti omosessuali iraniani, impiccati dal regime di Teheran. L'amicizia con Blacker prova che quantomeno sul piano privato, la Rice non abbia alcun pregiudizio verso i gay. Kessler nel suo libro racconta che dopo essere stata nominata segretario di Stato, all'inizio del secondo mandato di George Bush, Condoleezza Rice andò a festeggiare a una festa a casa del professore gay: «Si tolse le scarpe e ballò tutta la notte al ritmo del rock'n roll. Blacker voleva mostrare al suo partner quanto fosse sodo il sedere di Condi, spiegandogli che se le avesse tirato contro una monetina questa sarebbe rimbalzata come un missile. Aveva ragione. Rice, che stava ballando, non si accorse di quello che il suo amico aveva fatto, fino a quando tutti scoppiarono a ridere come pazzi. Ma lei ne fu fiera e lusingata». Definito magistrale da molti esperti, scritto dopo lunghe interviste con la Rice e i suoi collaboratori, il libro di Kessler offre il primo ritratto completo, pubblico e privato, di uno dei più controversi ed enigmatici personaggi dell'era Bush. Kessler mette a fuoco la straordinaria traiettoria di Condoleezza, il suo rapporto personale e specialissimo con George W., cui fece da tutor in politica estera, del quale condivise, e secondo Kessler in parte ne ispirò con le sue valutazioni gli errori più gravi, fin poi a ritrovarsi alla guida del Dipartimento di Stato, da dove ha cercato di sciogliere i nodi che lei stessa aveva contribuito a creare. Uno sforzo, quest'ultimo, in cui «la sua vicinanza al presidente è stata allo stesso tempo la sua carta migliore, ma anche la sua critica debolezza», facendone la potente «Confidante», ma anche impedendole di essere critica quando occorreva esserlo.

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Poliziotto gay, carcere e disonore in Francia

Quando il sindaco [Nelly Olin] ha saputo che sono gay, mi ha convocato nel suo ufficio con un’aria da catastrofe per essere sicura che le cose stessero così. Ero sposato all’epoca: alcuni colleghi hanno detto a mia moglie della mia omosessualità. Sono stato poi accusato di rubare materiale dall’ufficio e di segnare ore di straordinario false, pur autorizzate dai superiori. Quando un’immagine di pedo-pornografia è stata trovata su un computer non mio dell’ufficio, sono stato accusato formalmente. Ho perso famiglia e lavoro». Il calvario di Christophe Bridou, 41 anni, già capo della polizia municipale di Garges-lès-Gonesse in Francia, comincia nel 2001. Al suo coming out seguono una cascata di eventi che ne decretano addirittura l’incarcerazione, con pesanti accuse di pedofilia, inefficienza lavorativa e occultamento di prove. Sei anni di processi e lunghi soggiorni dietro le sbarre. Oggi la sua innocenza è stata pubblicamente affermata: la Corte d’Appello di Versailles lo scagiona definitivamente. Ma per sei anni non ha potuto avere una vita: prigione, niente visite del figlio, pubblico accanimento da parte dei media. Gli ex-colleghi poliziotti e l’ex-sindaco di Garges tacciono.

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Il Comune di Bologna fa credito anche alle coppie gay

Il Comune di Bologna, attraverso le Ipab, fa credito alle coppie di fatto. Non solo cioè a quelle sposate, ma anche a quelle di conviventi. E «senza escludere a priori» le coppie gay. La piccola rivoluzione è passata ieri in giunta, con una delibera firmata dalla vicesindaco Adriana Scaramuzzino Duecentomila euro il plafond completo di fondi, stanziato da due Ipab, Istituti Educativi e Ipab Bertocchi, da distribuire a chi presenterà al Comune un «progetto concreto»: ad esempio il canone d´affitto o le spese sanitarie. Prestiti agevolati che variano dai 1500 ai 5000 euro a famiglia quindi, da restituire entro due anni senza interessi (che restano a carico delle Ipab). Potranno fare domanda ed accedere a bando e graduatoria - entro il prossimo anno - le famiglie con anziani e disabili a carico, le coppie con figli in arrivo o inserite nel percorso scolastico fino a 25 anni, e le cosiddette «famiglie di nuova costituzione». Vale a dire le coppie, con meno di 35 anni, che si impegnano ad andare a vivere insieme entro 6 mesi, o che stanno insieme da non meno di 24 mesi. «Non necessariamente sposate - specifica la vicesindaco - ma semplicemente coppie che si impegnino a fare la residenza congiunta. Cioè che vivano insieme stabilmente». E le coppie gay allora? Nella delibera non è specificato il «sesso» della coppia. «Noi ci rifacciamo agli statuti delle Ipab, che certo non comprendono le coppie omosessuali». Tuttavia, aggiunge la vicesindaco «anche se non c´è una considerazione specifica di queste situazioni, non c´è nemmeno una esclusione a priori. Non c´è preclusione». Improbabile che il coupon arrivi tra le mani di una coppia gay quindi, ma non impossibile, se quella coppia avrà i requisiti e parteciperà al bando. A suo modo innovativo, soprattutto in tempi di Dico. La vicesindaco glissa e preferisce sottolineare il valore sociale dell´iniziativa, «che è aperta anche alle coppie extracomunitarie con permesso di soggiorno da almeno due anni e che assegna il massimo punteggio nella graduatoria alle famiglie con un solo genitore» Roberto Russo. (da L'espresso)

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