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mercoledì 20 agosto 2008

GF8. Thiago dalla Casa...al muro. Con foto sensuali "Ecco il mio calendario per il 2009".

(Emanuela Sandali - TGCom) Sono passati pochi mesi da quando Thiago è uscito dalla porta rossa del Grande Fratello 8, ma è già tempo di bilanci. Tgcom ha incontrato il mouruzinho della Casa di Cinecittà che ha raccontato come sta andando la sua prima estate da vip. In barca a vela in Sardegna Thiago ha anticipato i progetti per l'autunno: "Uscirà un mio calendario per il 2009: le foto sono piuttosto sexy". Ma Benedetta lo sa? "Ancora mia moglie non le ha viste..."

Vacanza in barca a vela, calendario: insomma, non male come inizio di carriera
Si, in effetti sono molto contento: sto girando l'Italia, cosa che prima non ero riuscito a fare perchè d'estate dovevo lavorare, non avevo nè tempo, nè soldi. Adesso invece mi sto davvero godendo le bellezze di questo Paese. Sono stato in Puglia, in Sicilia, ora sto visitando la Sardegna: qui ci sono posti meravigliosi, delle spiagge vergini che mi ricordano le mie in Brasile: da bambino andavo sempre in un'isoletta di 52 spiagge. Vedendo la costa sarda mi sento a casa...

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La7, su "Omnibus" un dibattito sempre attuale. Family day, family gay, family mai.

(La7) Ospiti del dibattito di oggi condotto da Manuela Ferri il sen. Carlo Giovanardi (sottosegr. alla Famiglia), Miriam Mafai (La Repubblica), Barbara Alberti (scrittrice), Laura Laurenzi (scrittrice) e, da Bologna, Franco Grillini (Partito Socialista).
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La vita di David Beckham diventerà un musical.

David e Victoria Beckham
(Panorama) L’idea di creare uno show brillante basato sulla vita del calciatore più famoso del mondo è venuta al produttore Mark Archer che, su una base gospel rock, racconterà le peripezie di David e famiglia. Secondo Archer ci sono tutti i presupposti per sbancare i botteghini: “La storia di Beckham è una fiaba moderna a base di: eroi, villani, amore, calcio e di cosa significhi diventare il leader della tua nazione. David è emerso dall’anonimato ed è diventato una stella internazionale dello showbiz oltre che un campione sportivo. Il suo lifestyle hollywoodiano si presta molto bene a essere tramutato in una favola”. Secondo Archer il calcio oggi rappresenta quasi una religione e lo stadio è diventato come un luogo di culto, paragonabile a una chiesa, dove i fan, alla stregua di fedeli credenti, tifano con un pathos simile a quello religioso: “Football e celebrità sono diventate la nuova religione dei paesi dell’Ovest del mondo. The Theatre of Dreams è realizzato all’interno di uno stadio, la chiesa moderna dei giorni nostri. La musica è potente, un gospel rock che chiaramente identifica il Manchester United come una religione”.

Lo spettacolo comincia con un una canzone che ripercorre l’ascesa sportiva di David degli anni novanta:

Talk about football coming home,
And then one night in Rome,
We were strong, we had grown,
And now I see Ince ready for war,
Gazza good as before,
Shearer certain to score,
And Psycho screaming.

Mentre il primo incontro con Victoria, sarà rappresentato da un brano intenso, che recita versi d’amore:

A change has come around,
As I worship this ground,
With you in my life,
We’re turning the world upside down.

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David Beckham: The best ever

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Roma: omicidio architetto all'Aurelio, fermato un giovane romeno.

Oggi i risultati dell'autopsia. Il presunto assassino stava fuggendo in Spagna. Lunedì scorso il ritrovamento del cadavere di Alberto Falchetti.

(Il Corriere della Sera) Sarebbe prossimo ad una soluzione l'omicidio di Alberto Falchetti, l'architetto di 59 anni, art director del rotocalco «Grand Hotel», trovato morto lunedì scorso. Gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia avrebbero arrestato un romeno di 26 anni, clandestino, senza apparenti precedenti penali, che avrebbe confessato l'omicidio. Il giovane romeno è stato bloccato dagli agenti della Polizia ferroviaria mentre a Civitavecchia tentava di prendere un treno diretto in Spagna. Fermato anche un ricettatore a cui il presunto assassino aveva già venduto gli oggetti di valore rapinati all'architetto Falchetti.

L'OMICIDIO - Falchetti era stato trovato in una pozza di sangue dalla colf intorno alle 18.40 di lunedì nell'appartamento messo a soqquadro. L'architetto avrebbe aperto la porta di casa al suo assassino dal momento che non ci sono stati segni di effrazione. Sarebbe stato percosso, strangolato e infine colpito a morte probabilmente a colpi di martello. Si attendono comunque i risultati dell'autopsia, prevista per oggi.
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Pietrasanta. Finisce a botte l’incontro su Almirante.

Alla Versiliana seggiolate e pugni agli antifascisti che contestavano. Volantini e cori partigiani contro il talk show sulla figura dell’ex leader Msi.

(Luca Basile Donatella Francesconi - Il Tirreno) Finisce in rissa e con due identificati l’incontro dedicato a Giorgio Almirante, leader storico della destra, ieri pomeriggio al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta. Un incontro duramente contestato da esponenti della sinistra e che è poi degenerato in calci, pugni e tafferugli davanti a una platea sconcertata e impaurita. L’episodio chiave è stato un’aggressione iniziale, anche a colpi di sedie.
C’era allerta per il tema dell’incontro, con carabinieri e polizia, presenti in discreto numero; il conduttore, Romano Battaglia, ha raccontato che intorno alle 17 la Digos aveva controllato palco e platea, dopo due telefonate anonime che annunciavano la presenza di una bomba.
Quando l’incontro è iniziato, su un lato si sono radunati una trentina fra attivisti di Rifondazione, Pdci e esponenti di Dada Viruz Project impegnati a distribuire volantini dove Almirante veniva definito «fascista, razzista e assassino», per un Caffè della Versiliana definito «sempre più nero». Poi il piccolo corteo si è trasferito a bordo palco, dove dibattevano il senatore Franco Servello, il giornalista Aldo Di Lello e il costituzionalista Paolo Armaroli, coordinati da Battaglia. A margine di un commento di Armaroli sul ruolo politico di Almirante si è levato un grido: «Questa è apologia di reato». Sull’istante, è parso l’annuncio dell’abbandono dell’incontro da parte della sinistra. Invece quelle parole hanno innescato una gazzarra.
Due spettatori si sono alzati dalla platea. Uno di questi, brandendo una sedia, si è scagliato contro uno dei contestatori. La sedia però ha colpito - come confermato dalla polizia - un poliziotto in borghese della Digos di Lucca. A quel punto il caos è degenerato in tafferugli sparsi; due persone sono finite per terra fra calci e pugni, poi divise dai poliziotti con fatica. Poi insulti, accuse reciproche, appellativi vari, “fascisti”, “comunisti di merda” e cori partigiani a conferma della delicatezza di un appuntamento che aveva lasciato i più perplessi, fin dal primo momento in cui era stato inserito in cartellone.
Alla fine del dibattito i due spettatori protagonisti dell’episodio iniziale sono stati identificati dagli agenti del commissariato di Forte dei Marmi.
Si tratta di due professionisti campani; uno di loro si sarebbe qualificato come un dirigente di An. Alla polizia ha detto: «Farò intervenire dei senatori che conosco bene». Dura la reazione dei due, davanti agli agenti: «Ci chiedete i documenti davanti a tutti - ha detto uno dei due rivolgendosi al dirigente di Ps - abbiamo dovuto ascoltare quelle insolenze e voi stavate a proteggerli...». Sull’altro versante, toni opposti. Secondo Dada Viruz Project, negli scontri un giovane dei contestatori è stato ferito al naso da un pugno.
Impegnato a Torre del Lago dove presiede il Festival Pucciniano, il presidente della Fondazione Versiliana, Massimiliano Simoni, coordinatore territoriale di An, è arrivato quando tutto era già finito. «Se a vent’anni dalla morte di Almirante non si può nemmeno parlarne in pubblico - è stato il suo commento - allora non mi preoccupa la deriva giovanile dei contestatori, ma il clima creato e sostenuto da persone come l’ex vicepresidente del Senato, Milziade Caprili, che con le sue dichiarazioni sulla stampa è il responsabile di quanto accaduto». Accompagnati dai poliziotti all’uscita, i contestatori hanno preannunciato una denuncia contro i due identificati. «Abbiamo ascoltato per 10 minuti, in silenzio: all’ennesimo intervento teso a celebrare la figura di Almirante, che - lo dice la storia - avallò le leggi razziali, ci siamo limitati a gridare “fate apologia di reato”. E’ bastato questo per scatenare la reazione di alcune persone presenti in platea e uno di questi ci ha aggredito. Questo è fascismo».(20 agosto 2008)Torna indietro

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Delitto all'Aurelio. Il solito sciocchezzaio sulla stampa "omofoba".

Che tempi, signora mia!

(Ivan Scalfarotto) Giornalismo che vorremmo vedere bandito da un paese civile. Il cumulo di pregiudizi, ignoranza e arretratezza mentale che contiene la notizia dal Corriere della Sera dell'omicidio di un architetto - probabilmente gay - a Roma, è il classico esempio di come l'omofobia trovi sempre terreno fertile in Italia e di come la stampa - in modo del tutto simile alla politica - si sia ormai completamente abbandonata ad una mentalità bigotta degna dei peggiori anni cinquanta. In una ventina di righe si trova tutto un bazar di luoghi comuni dell'omofobia che definire ributtanti è assolutamente un complimento.

Vediamo. 1. Il morto a 59 anni aveva una badante. Attenzione: non una colf. Una badante. Se sei etero, hai 59 anni e una signora ti stira le camicie due volte a settimana hai una colf; se sei gay, hai invece chiaramente bisogno di una badante.

2. Nonostante la pozza di sangue e la profonda ferita al capo la tesi dell'omicidio è per il momento solo "prevalente": e già, dato che si è escluso che il morto fosse parente di Wile Coyote, le probabilità che si sia staccato un pezzo di roccia del Gran Canyon precipitando addosso all'architetto che stava in realtà tendendo un agguato a Beep Beep sono, secondo gli investigatori, abbastanza remote. Si cercano ancora tuttavia possibili tracce di frenata di struzzo sul pavimento del soggiorno.

3. Il morto non era semplicemente omosessuale era invece, "secondo indiscrezioni", un omosessuale. Uno di un'altra tribù. Peccato che non siano neri come i negri questi omosessuali, sennò si potrebbero puntare anche loro con il dito ("mamma, mamma oggi ho visto un omosessuale!") e non servirebbero tutte queste sottili indiscrezioni così difficili da reperire.

4. "Il delitto quindi potrebbe esser maturato negli ambienti gay": sì, come tutti i milioni di omicidi, stupri, violenze e schifezze di ogni genere che si consumano negli ambienti eterosessuali senza che nessuno pensi di far passare eventualmente il messaggio che se sei un uomo eterosessuale ed entri nella casa di una donna eterosessuale (o viceversa) prima o poi uno dei due finirà per ricevere - in qualche modo meritandosela: la prossima volta stai più attento a chi ricevi in casa - una coltellata.

5. Ovviamente, essendo gay, l'uomo viveva da solo e - ma il giornalista non lo dice, si limita a suggerirlo - faceva una vita di merda. Ah, e da poco aveva cominciato a fare l'editore. Eh sì, molto meglio l'editore che l'architetto che, si sa, poi i gay fanno molto bene nelle professioni creative. Vero, anche il cugino di una mia collega pare che sia gay e da poco si è trasferito a Londra e ora fa lo stilista. Davvero? Un cugino omosessuale? Ma che disgrazia per la famiglia! Pensa la povera mamma! Ma sì, non me lo dica... che poi magari il morto non era proprio un architetto, magari in realtà faceva l'arredatore, il che alla fin fine spiegherebbe tutto... Certo, però che tempi, signora mia...

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Usa. Medici, vietate discriminazioni contro gay e lesbiche.

La Corte Suprema della California condanna due dottori che si erano rifiutati di inseminare artificialmente una donna omosessuale .

(La Stampa) Vietata qualsiasi discriminazione contro gay e lesbiche nel trattamento medico, anche se le procedure sono in contrasto con le credenze religiose dei dottori. La Corte Suprema della California dà torto a due medici cristiani che si erano rifiutati di inseminare artificialmente una lesbica per motivi religiosi. Il sesso, secondo i giudici, non può essere una discriminante. La decisione trae origine da una querela presentata da Guadalupe Benitez, una lesbica di Oceanside che vive insieme a un’altra donna e che desiderava una donazione di sperma per restare incinta. Benitez si era rivolta a un legale dopo che la dottoressa Christine Brody, ostetrica e ginecologa presso il North Coast Women’s Care Medical Group, si era detta contraria a effettuare l’ inseminazione intrauterina. La Benitez ha affermato che Brody sosteneva che il suo credo religioso le impediva di effettuare il trattamento a una lesbica. Brody si è difesa sostenendo che lei si rifiuta di effettuare l’intervento sulle donne non sposate, indipendentemente dal fatto che possano essere eterosessuali o omosessuali. Guadalupe ora ha 36 anni ed è madre di tre figlie: “Questa non è solo una vittoria per me, ma per tutte le donne lesbiche - ha dichiarato – E’ una vittoria per tutti, perché i medici non possono decidere se intervenire o meno su certi gruppi di persone in base ai loro credo religiosi”.

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Olimpiadi. Ma i trans sono atleti "dopati"?

Niente affatto: la transizione dal genere maschile a quello femminile è un handicap, non un aiuto.

(Sandra Tognarini - Affari italiani) La trentesima puntata di “Generi” è dedicata alle Olimpiadi di Pechino. O, meglio, alla querelle che riguarda la partecipazione alle varie gare delle persone transessuali (molti giornalisti sportivi continuano a definirle, chissà perché, “ermafroditi”...).

C’è chi ritiene che la condizione transessuale costituisca un “aiuto”, una sorta di doping. Ciò non corrisponde alla realtà.
Se si considera l’abnorme sviluppo muscolare delle atlete della ex Germania Est, imbottite negli anni Settanta di testosterone (quasi certamente sempre contro la loro volontà), è ovvio che una donna genetica, sottoposta a una cura mascolinizzante, subirebbe uno sviluppo muscolare impensabile per la condizione femminile standard. Tale sviluppo, però, a parità di peso, sarebbe sempre inferiore a quello di un uomo genetico sottoposto allo stesso tipo di allenamento.
In occasione delle Olimpiadi di Pechino, si parla soprattutto dei casi della judoka brasiliana Edinanci Silva e della keniana Pamela Jelimo, regina annunciata degli 800 metri nell’atletica (che, dicono, non rilascia mai interviste perché “avrebbe” una voce da uomo).

Nel caso di Pamela Jelimo, si è in presenza di un pettegolezzo: l’ipotesi di transessualità si basa soltanto sulla sua voce. Un pregiudizio duro a morire, per il quale tutte le transessuali “devono” conservare una voce da baritono. Sì, certo, di voci baritonali se ne sentono ancora. Ma meno di prima. Chi transiziona in giovanissima età, ha adesso ottime possibilità di non scurire la voce. E poi ci sono dei nuovi corsi di fonetica che aiutano a femminilizzare la propria tonalità. Insomma, non è valida l’equazione trans = voce cavernosa. Anche perché ci sono moltissime donne genetiche con la voce più maschile di molte transessuali. E anche di molti uomini. Il “gossip” in questo caso è soltanto virtuale: Pamela Jelimo potrebbe essere vittima dell’invidia delle avversarie per i suoi successi sportivi. Con tanti saluti a De Coubertin.

La transizione di Edinanci Silva è invece stata ammessa dalla diretta interessata. Il fatto è che, dal punto di vista delle prestazioni sportive, la transizione dal genere maschile a quello femminile costituisce un handicap, non un aiuto. Almeno per quanto riguarda gli sport che richiedono sforzi prolungati.
Se un soggetto maschile (per DNA) viene infatti sottoposto a cura estrogenica, si assiste con il tempo a una redistribuzione dell’adipe, ma, se l’attività fisica rimane costante rispetto al passato, anche a una inevitabile riduzione della massa muscolare. Tutto questo su uno scheletro che non subisce alcun cambiamento. Ciò significa che una transessuale, a parità di peso con una donna genetica, ha una “zavorra” ossea maggiore e raggiunge con più difficoltà una massa muscolare tale da poter “tenere in piedi” lo scheletro.

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Il delitto dell'Aurelio. La misteriosa domenica dell'architetto.

Ucciso come nel giallo di Fruttero & Lucentini.

(Raffaello Masci - La Stampa) C’è un silenzio gravido di sorprese, forse di segreti, intorno ad Alberto Falchetti, l’architetto trovato ucciso lunedì nel suo appartamento a Roma, nel quartiere Aurelio.

Al quarto piano del civico 12 di via Agostino Valiero, la porta di quella casa dove lunedì pomeriggio la colf Silvana ha trovato il professionista per cui lavorava in una pozza di sangue, reca i sigilli della Questura di Roma: timbri, firme, «ai sensi della legge», eccetera. Il portoncino è pulito e lucido, le due serrature di sicurezza appaiono del tutto intatte: chi era con Alberto al momento della morte, deve essere entrato come ospite noto, e forse gradito.

L’atmosfera in quello stabile elegante, tranquillo, con ampie terrazze piene di fiori, è spettrale: le scale, gli androni, il bel giardino condominiale, sono deserti. Le vacanze hanno sfoltito i ranghi e i pochi residenti che escono con i sacchetti della spazzatura, si attengono ad un tacito patto del silenzio: «Una persona perbene, così elegante - racconta un signore che si appoggia a un bastone -. Rumori? No, mai nessuno si era lamentato. L’architetto faceva una vita molto riservata, riceveva anche poca gente. O almeno così sembrava». Buongiorno e buonasera, grazie e prego: convenevoli, insomma, niente di più. O comunque, in questo luttuoso pomeriggio d’estate, nessuno sembra voler andare oltre questo racconto.

Alberto Falchetti lavorava per una popolare rivista nelle «location» per i fotoromanzi. Si sapeva che era omosessuale, perché non ne faceva mistero con quelli che lo conoscevano, che proveniva da una famiglia di professionisti di Siena e che aveva a Roma un fratello farmacista.

Ma si sa anche che da tempo era malato e ultimamente aveva fatto la spola tra gli ospedali: cose di una qualche gravità, a quanto si dice, dato che a 59 anni doveva appoggiarsi non ad una ma a due badanti che si alternavano. Tuttavia anche di questa cagionevolezza nessuno dei suoi coinquilini si era reso conto.

Il gioco erotico
Un amico assiduo che potrebbe sapere di più sulla sua vita, si trova attualmente in Argentina e si ha qualche difficoltà a contattarlo. Per il resto, a parlare di Alberto Falchetti sono solo il suo corpo affidato ai medici legali dell’obitorio di Roma e i reperti prelevati dagli inquirenti in casa.

Anche se non esiste ancora un referto, sembra ormai appurato che l’architetto sia morto nella notte tra domenica e lunedì, che sia stato prima picchiato duramente, poi colpito con un corpo contundente cilindrico (così si dice) sull’osso frontale e sulle tempie, infine che ci sia stato un tentativo di strangolarlo.

Ieri è emerso anche un ulteriore dettaglio inquietante: le sue mani erano state immobilizzate con un nastro adesivo di quelli larghi e marroncini, utilizzati per sigillare i pacchi. Basta questo per parlare di un gioco sessuale incautamente condotto? Quel che è certo, invece, è che la porta di casa non presentava segni di effrazione. La vittima, quindi, conosceva bene l’assassino e l’aveva fatto entrare normalmente in casa sua.

Quanto agli oggetti all’attenzione della scientifica, ci sarebbero un posacenere, dei bicchieri, un certo numero di posate. La casa, con ogni probabilità, doveva aver accolto più ospiti nel weekend di Ferragosto, e le stoviglie non erano state lavate, forse in attesa che provvedesse la signora Silvana, il lunedì successivo.

Ma anche la macchina, una Lancia Y, parcheggiata sotto casa, è stata portata via dal carro attrezzi per essere accuratamente ispezionata. La chiave di tutto, però, potrebbe essere in due strumenti anch’essi acquisiti dalla polizia: il pc di ultima generazione trovato aperto in casa, e il cellulare. Con chi ha parlato Alberto in quegli ultimi giorni? E quali siti Internet ha visitato? La polizia ha parlato subito di una «pista gay».

Ora, dato che il corpo dell’architetto era perfettamente vestito, se non ci sono tracce biologiche che portino in questa direzione, è da intendersi che siano i tabulati del telefonino o la «cronologia» dei siti Internet a orientare gli inquirenti in questo senso? Si sa, per esempio, che molti gay, specialmente non più giovanissimi, si servono di siti specializzati per reclutare escort da contattare poi per telefono e invitare a casa a fronte di una cospicua remunerazione. Tutto questo, se mai fosse vero, telefono e pc potrebbero raccontarlo agevolmente.

Venti delitti
C’è un ultimo particolare su cui riflettere: non sono state diffuse foto della vittima. L’Arcigay di Roma, allarmato dai circa venti omicidi di omosessuali avvenuti nella capitale negli ultimi tre anni, ha chiesto di poter avere una foto dell’ucciso, per diffonderla e raccogliere attraverso questo tam tam capillare ogni possibile informazione utile. Invece niente.

Gli inquirenti hanno fatto sapere - peraltro sibillinamente - che preferiscono non diffondere immagini della vittima, e questo riserbo è stato letto come funzionale alle indagini. Dunque ancora un silenzio, che potrebbe però proteggere l’inchiesta, evidentemente in una fase delicata. Se non a una svolta.
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Fruttero & Lucentini "La donna della domenica".

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Un reality per superdotati, al via le audizioni.

222 by you.

(River-blog) Monster Hunt Live è un nuovo reality online, lanciato da una casa di produzione di film porno, che vedrà competere, tra di loro, ragazzi superdotati. I provini sono già partiti, e saranno aperti fino al 31 agosto: il tutto si svolge via internet. Bisogna spedire un proprio video al sito: ogni utente potrà votarlo; per ogni voto, si ricevono 0,75 centesimi di dollaro. Gli otto ragazzi che avranno collezionato il maggior numero di voti faranno parte di uno spettacolo teatrale. Il vincitore si porterà a casa altri 10mila dollari. “Lo scopo di questo reality - viene spiegato sul sito - è di garantire maggiore visibilità a chi è fiero delle proprie misure. Vogliamo anche mostrare al pubblico com’è avere tra le gambe quello che che sognano uomini e donne”.
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Milano, a scuola un decalogo anti-pedofili.

Darà agli insegnanti le regole per riconoscere le vittime di abusi. Sarà studiato da psicologi in una elementare di Quarto Oggiaro dove l´anno scorso fu arrestato un maestro accusato di violenza.

(Franco Vanni - La Repubblica, edizione di Milano) Combattere la pedofilia sui banchi di scuola. Fare un elenco dei segni di disagio che manifestano i bambini vittime di abusi sessuali, affinché le maestre possano riconoscerli e intervenire subito. Questo lo scopo del progetto che partirà alle elementari di Quarto Oggiaro dove l´anno scorso un maestro fu arrestato con l´accusa di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti di nove bambini di una quarta, fra cui una ragazzina disabile.
Da settembre un gruppo di psicologi della Asl lavorerà nella classe, con le maestre e con i bimbi (se autorizzati dai genitori), per poi stilare un decalogo dei comportamenti che possono assumere i ragazzini vittime di abusi. E delle possibili risposte che può dare l´insegnante. Un documento sintetico, che dopo l´approvazione del consiglio d´istituto sarà inviato alla Direzione scolastica regionale. Il direttore Annamaria Dominici annuncia: «Il decalogo sarà messo a conoscenza di tutte le maestre della regione, attraverso il nostro sito internet e tramite i provveditorati. Il progetto è utile e intelligente, bisogna impedire che episodi simili si ripetano». Dominici prevede anche un secondo passo: una serie di incontri rivolti ai presidi con psicologi preparati, che indichino alla scuola come attrezzarsi per intervenire in caso i bambini subiscano o abbiano subito abusi.
Nella scuola elementare di Quarto Oggiaro, sarebbero passate diverse settimane fra l´inizio delle presunte molestie da parte dell´insegnante e quando la scuola se ne è accorta. La maestra che per prima venne a conoscenza dei racconti dei bambini, riportati da una mamma, è convinta dell´utilità del progetto con la Asl: «Noi insegnanti abbiamo bisogno di strumenti per capire cosa vivono i ragazzi. Il nostro cruccio è di non esserci accorti subito di quello che stava succedendo. I segnali di disagio c´erano: i bambini erano diventati nervosi, a volte violenti, avevano un comportamento scostante. Tutti indicatori che non siamo riusciti a cogliere, perché nessuno ci ha mai insegnato a farlo».
Il maestro accusato, un 42enne arrivato a scuola nel settembre scorso per una supplenza, da dicembre è agli arresti domiciliari nel Napoletano, sua terra di origine. E´ indagato anche il preside, con l´accusa di non avere subito fatto denuncia dopo essere venuto a conoscenza della situazione, e anche per truffa ai danni dello Stato, in quanto avrebbe consigliato al maestro di mettersi in malattia dopo l´accaduto. Oggi il preside, mai sospeso dal suo incarico, sostiene l´utilità dell´intervento degli psicologi: «Se la scuola imparerà a riconoscere nei comportamenti dei bambini un possibile disagio, si potranno evitare storie tristi come quella che ha riguardato il nostro istituto». Il pm Marco Ghezzi ha formulato nei confronti del maestro e del preside la richiesta di rinvio a giudizio, l´udienza preliminare è fissata per il 18 settembre.

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Cambiare sesso è un diritto. Il Brasile approva la nuova legge.

Da oggi il sistema sanitario garantirà "cure complete" e libere da "discriminazione". La decisione era stata anticipata dalla sentenza di un tribunale di Porto Alegre.

(La Repubblica) Da oggi in Brasile si potrà cambiare sesso a spese dello Stato. Lo sancisce un decreto del ministero della Sanità pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale: le operazioni potranno ora essere fatte nel sistema sanitario pubblico che si farà carico di ogni spesa. E dovrà garantire cure "complete" e libere "da ogni discriminazione", ha sottolineato il ministro della salute Jose Temporao che ha firmato il provvedimento.

Già lo scorso anno un tribunale di Porto Alegre aveva deciso in tal senso in una sentenza e il ministero aveva annunciato che non avrebbe fatto ricorso. Ora la cosa è divenuta legge.
L'Organizzazione mondiale della sanità descrive il transessualismo come una malattia psichica. Studi in Brasile indicano che i transessuali siano uno ogni 10 mila uomini e una ogni 30 mila donne.

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Argentina: Ai gay viene concesso il diritto alla pensione di reversibilità.

(L'Unione sarda) L'Argentina ha concesso martedì anche agli omosessuali il diritto di ottenere la reversibilità della pensione del partner in caso di morte di uno dei due componenti la coppia. Il dipartimento della previdenza sociale ha affermato in un comunicato che intende dare a tutte le coppie di fatto lo stesso status, nel quadro di un'iniziativa del governo di centrosinistra di garantire i diritti umani. I componenti di coppie gay che hanno perso il loro compagno o compagna dovranno provare di aver vissuto con i loro partner per almeno cinque anni, di aver avuto conti correnti bancari o proprietà comuni, o di aver condiviso le spese di menage. La capitale argentina, Buenos Aires, è stata la prima città dell'America Latina ad aver legalizzato nel 2003 le unioni di coppie omosessuali, aprendo un registro che "riconosce diritti civili alle coppie di fatto, indipendentemente dall'orientamento sessuale". Sono poi seguite Città del Messico e, l'anno scorso, l'Uruguay.

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Venezia. Tinto Brass nudo il 2 settembre per la giornata dedicata all’orgasmo al femminile.

In anteprima mondiale sugli schermi di Circuito Off .
“La pornografia sta all’erotismo come la pippa alla masturbazione”: esordisce così Tinto Brass per introdurre il suo ultimo cortometraggio Kick the Cock, che verrà presentato in anteprima mondiale la sera del 2 Settembre a Circuito Off. Un’altra grande occasione, dunque, che il Festival offre agli amanti del Cortometraggio, arricchendo un già nutrito e variegato programma di proiezioni, retrospettive e side events.

Attraverso il gioco tra una maliziosa soubrette e il suo burbero boss, interpretato dal regista stesso, Tinto Brass si mette a nudo per la prima volta nel vero senso della parola, giocando con se stesso e con il concetto di autoerotismo: “un puro esercizio di stile per non perdere la mano, propedeutico al mio prossimo lungometraggio, una burlesca botta di allegria” - queste le parole del regista. Il maestro dell’erotismo all’italiana, famoso in tutto il mondo, sarà dunque ospite del Festival di Cortometraggi più conosciuto in Italia e tra i più rinomati in Europa, e la sua presenza si innesterà in una giornata interamente dedicata all’erotismo.

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Il porno sbarca sul palmare.

(Il Tempo) Devan Cypher, che ha condotto una ricerca per la società Sin City Entertainment a San Francisco sull'utilizzo degli smart-phone per navigare su internet, definisce l'iPhone «il miglior amico del porno», dal momento che sarebbe in atto un vero e proprio boom di siti a luci rosse ottimizzati per la visione sul mini schermo e per la navigazione al tatto.

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Inghilterra. Gay è bello, i grandi gruppi se li contendono.

(Ansa) I tempi della discriminazione sul posto di lavoro per via delle abitudini sessuali sono acqua passata in Gran Bretagna. Anzi. Essere gay ultimamente si sta persino configurando come un vantaggio: i grandi gruppi hanno infatti abbandonato ogni diffidenza e corteggiano apertamente i professionisti omosessuali presentandosi come aziende all'avanguardia sul terreno delle pari opportunità. E tutto in nome del profitto: visto il clima di frenetica competizione che imperversa nei mercati, le aziende non possono più permettersi il lusso di scartare talenti sulla base di obsoleti pregiudizi - preferenze sessuali, razza, genere. E' il quotidiano britannico 'The Independent' - sull'onda della clamorosa 'apertura' del servizio di sicurezza interno britannico (MI5) che ha annunciato di voler reclutare agenti omosessuali - a svelare quanto sono cambiate le cose nel Regno Unito. "Un tempo le persone temevano di poter perdere il posto di lavoro se veniva fuori che erano gay", ricorda Angela Mason, storica leader di Stonewall, la più importante associazione per i diritti degli omosessuali britannici. "Se venivi scoperto - continua - era la fine". Cosa è cambiato, quindi? Sotto la sua direzione Stonewall ha abbandonato la strategia del muro contro muro ed è passata ad un approccio più pragmatico: blandire il mondo del business. "Il trucco - spiega David Shields, responsabile del settore lavoro di Stonewall - è di mostrare il lato economico ai datori di lavoro. Non ha senso avere una reputazione di chiusura nei confronti d'impiegati gay: semplicemente porteranno le loro competenze al servizio di un'altra azienda". Con una media di 15mila neo-laureati omosessuali sfornati ogni anno dalle università britanniche e un totale di 1,7 milioni di gay in età di lavoro - fa notare l'Independent - la discriminazione può rivelarsi fatale per la competizione nell'accaparrarsi le migliori risorse. E non è quindi un caso che nella periodica classifica delle migliori 'aziende amiche dei gay' stilata da 'Stonewall' sempre di più compaiano ai primi posti nomi di peso del settore privato: nel 2007, ad esempio, aziende come IBM, KPMG, Goldman Sachs e LloydsTSB figuravano nella top ten. "Credo che oggi gli stessi clienti vogliano vedere una forza lavoro più eterogenea", ha detto Ashley Steel, unica lesbica dichiarata a sedere nel consiglio di amministrazione di una società (la KPMG) della City di Londra. Anche se, fa notare, c'é ancora molta strada da fare: nessun omosessuale, dice, siede nel consiglio di amministrazione di un'azienda quotata nell'FTSE 100 - le 100 società che rappresentano circa l'80% della capitalizzazione di mercato dell'intera Borsa londinese. Tra le figure di spicco che sono arrivate ai piani alti di note compagnie nonostante i gusti sessuali, l'Independent cita i casi di Sir Michael Bishop, capo della compagnia aerea BMI - seconda, per ampiezza, solo alla British Airways -, Robert Taylor, amministratore delegato della Kleinwort Benson Private Bank e Charles Allen, ex ad di ITV e ora 'signore della radio' nel Regno Unito grazie alla sua Global Radio.

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