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martedì 19 agosto 2008

Olimpiadi. Michael Phelps, la gallina dalle uova d'oro per il marketing.

Sports Illustrated ha dedicato la copertina del suo prossimo numero a Michael Phelps, vincitore di ben 8 medaglie d'oro alle Olimpiadi di Pechino 2008.
Dopo l'ottava vittoria a Pechino 2008, che lo rende il nuotatore olimpico di maggior successo di tutti i tempi, Michael Phelps deve fare i conti con la gigantesca macchina di marketing che si è messa in moto alle sue spalle.

Gli strateghi del marketing che circondano l'atleta hanno infatti già pronta una strategia per capitalizzare la sua rinnovata fama, anche se Phelps, 23 anni, non è parso per nulla turbato dalla popolarità acquisita. "Non è una questione di soldi. Faccio quello che faccio perché lo amo e per questo sono qui", ha detto il campione in un'intervista a Reuters organizzata da uno dei suoi sponsor, la società erogatrice di carte di credito Visa. "Mi vedo come una persona normale, e lo stesso ragazzo che ero quattro anni fa, e sto vivendo un sogno".

Visa, che sponsorizza Phelps dal 2002, ha detto che il successo di Phelps alle Olimpiadi di Pechino ha aumentato la sua visibilità e consentirà una campagna mondiale con il suo nome.
"Michael Phelps lascia Pechino come un'icona mondiale dello sport. Ora è alla pari di personaggi come Michael Jordan, Tiger Woods e Roger Federer e si è meritato ogni briciolo del suo successo", ha detto Michael Lynch, che gestisce la sponsorizzazione di Visa.
Gli occhi del marketing sono puntati su Phelps da quando ha vinto sei medaglie d'oro ai Giochi di Atene nel 2004, ma il successo del 2008 lo ha elevato ad una categoria più alta, con un record di 14 medaglie, e Phelps sembra ben avviato a diventare il nuotatore olimpico più ricco di tutti i tempi.
Prima di Pechino, è stato stimato che gli accordi di sponsorship di Phelps gli fruttassero circa 5 milioni di dollari all'anno, anche se il consulente finanziario dell'atleta non ha confermato questa cifra. Alcuni esperti di marketing pronosticano che il valore del nuotatore potrebbe aumentare in futuro fino a 30 milioni di dollari all'anno.

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Cazzeggi di mezza estate. Il "Gayometro" di Channel 4.

Vi sottoponiamo il "Gay-o-meter" un simpatico test, interamente in inglese sul sito di Channel 4.
Scopri anche tu quanto sei gay? Calcolalo!
Gioca anche tu... Dai la tua preferenza alle domande e attendi il responso.

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Pensa lui & Pensa lei. Il mondo gay.

(Alessandro Bertirotti - L'Opinione) Il nuovo millennio ha aperto le porte ad una parte della società rimasta fino a qualche anno fa ghettizzata e biasimata: il mondo gay. Poche attenzioni reali, pochi riconoscimenti intellettivi (se non artistici…) e protagonista di crociate spesso esagerate. Abbiamo intervistato ragazzi e ragazze tra i 24 e i 37 anni rivolgendo loro le seguenti domande:


Cosa pensi dell’omosessualità?
Ti dà fastidio l’omosessualità?


Pensa lui
Il maschio, per quanto riguarda le aperture mentali, ha fatto e continua a fare un percorso molto accidentato rispetto alle femmine della stessa specie, tanto da indurre molti studiosi a ritenerlo una deviazione evolutiva di genere. Se su certi argomenti sembra essere dalla mente relativamente aperta, su altri si dimostra recintato e barricato dietro una sua presunta quanto invisibile potenza virile. Alla domanda: “Cosa pensi dell’omosessualità”?, il 68% degli intervistati risponde: “Io… l’omosessualità non la capisco, la accetto… ma non la capisco. Capisco di più quella femminile che quella maschile. Però non giudico in base a questo”. Tipico discorso inutile e cognitivamente strampalato: accettare e non capire. Come per le liste bloccate: si fa, ma non si capisce perché. Che anche le liste siano gay?

La restante percentuale, i più giovani intervistati, risponde: “Non ho nessun tipo di problema. Non mi interessa e anzi mi ci trovo molto bene con il mondo omosessuale perché molte volte è privo di pregiudizi”. Alla domanda: “Ti dà fastidio l’omosessualità”?, il 73% dei maschi biologici – cosa diversa da quelli rari di tipo culturale – risponde: “Un po’ di fastidio sì, ma solo la parte maschile. Le femmine omosessuali invece quasi mi piacciono”. Ovvio: il sogno erotico di tre quarti della popolazione maschile è fare l’amore con due femmine, meglio se lesbiche, perché più eccitante l’italica performance sessuale. Rimane la restante percentuale (32%, alta comunque) di maschi che non si fanno problemi e che sono forse la speranza. La speranza? Speriamo…

Pensa lei
La femmina del nuovo millennio ha sicuramente gli orizzonti più aperti di una volta, anche grazie all’utilizzo delle lenti a contatto. Il nome del femminismo che fu ed a causa della crisi del maschio contemporaneo, la femmina sapiens sapiens ha conosciuto la virtù dell’accoglienza piuttosto che la (triste) virtù presuntuosa della tolleranza. Alla domanda: “Cosa pensi dell’omosessualità”?, il 75% delle intervistate risponde: “Non penso nulla in particolare, ognuno è libero di amare chi crede. Non giudico le persone in base alle loro inclinazioni sessuali ma in base alle doti umane”. Sante parole ma non sante azioni. Per la femmina umana italiana, i gay maschi sono competitors agguerriti, e la fortuna che i transessuali hanno presso i “maschioni italiani stradali” lo dimostra. Vi è una piccola percentuale (25%) che è rimasta ancorata al modello “i panni sporchi laviamoli in casa ma fuori tutti radical schic comunisti per finta”.

Alla domanda: “Ti dà fastidio l’omosessualità”?, l’83% delle intervistate risponde: “No, anzi mi trovo benissimo, perché gli omosessuali sono dotati di una sensibilità e apertura mentale che normalmente il maschio etero, rudimentale e rozzo com’è, non possiede”. Il migliore amico di questo tipo di femmina umana è infatti il gay maschio. Egli è sempre più curato, dotato di attenzioni verso l’amica, sempre raffinato, di acume intellettivo pronto e fervido. Però, dulcis in fundo, l’esclamazione più quotata della parte femminile di fronte all’amico gay è sempre: “Tutta roba sprecata, sempre i migliori sono dall’altra sponda”! Già. La questione del pane, dei denti e della loro relazione. Peccato davvero: alle femmine etero restano gli uomini etero. Così è la vita e… per molti!

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Olimpiadi. Italiani a Pechino in cerca di divertimenti gay.

Pechino 2008 all’italiana. Le storie di chi potrà dire: “Io c’ero”.

(Panorama) Non hanno seguito la Via della seta, né i loro diari di viaggio passeranno alla storia. Ma nel Cathai moderno, i discendenti di Marco Polo sono più popolari del mercante veneziano.

Lo hanno scoperto gli italiani che sono sbarcati in città per le Olimpiadi e che vengono fermati per strada e fotografati insieme con intere famiglie cinesi, felici di portare a casa il ritratto di un occidentale. La battuta più declinata in italiano è “Ciao bello”. Vanno forte anche “Milan” e “pizza”. In Cina la rappresentanza tricolore più numerosa è costituita dalla carovana di amici e parenti al seguito dei 346 atleti in gara. Per esempio l’emozionatissima Gabriella Salomone, mamma di Mauro Gavotto, “opposto” ventinovenne della Nazionale di pallavolo. La futura cognata, Ilaria Nicolini, 30 anni, l’ha portata a fare shopping al Silk market, il bazar delle marche contraffatte. Qui Francesco Rauccio, casertano di 30 anni, davanti all’obiettivo di Panorama ha firmato decine di magliette con la scritta “Italy”. Tra i banchetti fumanti di Wangfujing è facile incontrare altri connazionali. Per esempio le sorelle casertane Paola e Laura Tramontano, 32 e 27 anni, alle prese con uno scorpione fritto. Gli italiani sono anche frequentatori assidui di locali per soli uomini, discoteche gay e centri massaggi particolari. Ecco le cartoline da Pechino di chi ha accettato di raccontare delusioni e piaceri. A volte proibiti.

Ospitalità italiana. È finito persino sulla copertina del settimanale Time, per un servizio sulle forze speciali italiane in Iraq. È stato in prima linea, dal Libano all’Afghanistan. Ma questa volta è caduto nell’imboscata del pacchetto turistico. “Ho pagato 4 mila euro per una settimana: temo di aver preso una cantonata” si lamenta Alberto Clemente, 41 anni, incursore della Marina di stanza a La Spezia. A Pechino il suo quartier generale è diventato quello di molti italiani: un hotel un po’ kitsch alla periferia est della capitale. Nella brochure è circondato da prati e laghetti. In realtà è in un’area industriale fatiscente. Ma l’agenzia che ha organizzato il viaggio era una delle poche a offrire pacchetti con i biglietti per le gare. “Ho pagato persino 45 euro per l’escursione a piazza Tienanmen dove si entra gratis praticamente dappertutto” conclude Clemente. Nella hall dell’albergo, Stefano Cagnolati, 58 anni, medico di Parma, rincara la dose: “Siamo in una zona così isolata che ho cenato sempre in hotel: 35 euro a pasto per mangiare italiano”. Emanuele Assumma, 32 anni, Federico Malerba e Nicola Marchitto, 34 anni, sono tre professionisti romani e stanno facendo il giro del mondo per vedere le sette meraviglie moderne. La muraglia cinese è la quinta che raggiungono. Ma il vero muro è quello che hanno trovato a Casa Italia, l’hospitality allestita dal Coni. I tre si sono presentati per vedere la partita d’esordio della Nazionale olimpica di calcio, ma l’inflessibile servizio d’ordine li ha rimbalzati. Sotto la pioggia di Pechino, Nicola, avvocato civilista, obietta: “Questo dovrebbe essere un punto di ritrovo per italiani e non una zona esclusiva”. E così alla fine i tre hanno chiesto asilo a Casa Olanda. Dove pare siano stati accolti festosamente.

Biglietti e bagarini. Il ritratto di Mao Zedong, di fronte alla Città proibita, domina imperturbabile la scena. Sotto un gruppetto di pechinesi fa la fila per fotografare tre giovani cosentini quasi fossero personaggi del jet-set. “Stiamo cercando i biglietti per il nuoto” spiega Stefano Muraca, 25 anni, istruttore in piscina e laurea in Scienze motorie. La fidanzata Cristina studia cinese a Pechino e da settimane tampina un bagarino che si presenta sempre con una valigia piena di biglietti. “Ma quelli per le finali di nuoto costano ancora circa 400 euro” confida Gaetano Sorcale, 25 anni, ricercatore. Il venditore abusivo ogni giorno mostra la mercanzia e dà le quotazioni, ma al momento gli unici prezzi abbordabili sono quelli per sport come badminton, pugilato o pallamano. I ragazzi, per ora, hanno acquistato a 100 euro i biglietti per Italia-Usa di volley.

E come cadeau il bagarino gli ha consegnato una bottiglietta d’acqua minerale. Nella città proibita gira con la macchina fotografica pure Marco Gualtieri, il fondatore di TicketOne, società specializzata nella vendita online di tagliandi per ogni genere di spettacolo. “L’idea mi è venuta mentre studiavo economia e lessi le lamentele per le code al museo degli Uffizi”. La trovata ha funzionato e lui ha rivenduto ad aprile la sua società per 36 milioni di euro. “Ma non ho partecipato alla gara per Pechino 2008: ero troppo impegnato con Torino 2006″ spiega. Ora è in Cina con l’amico Sergio Cocchi, consulente di una banca internazionale. Ovviamente, Mister Bigliettone ha il marsupio pieno di tagliandi: “Sono 16, alcuni li ho comprati, altri me li hanno regalati”.

Nel mondo di Suzie Wong. Nessuno ammette di essere in cerca di avventure, ma tutti a Pechino sanno dove trovarle. Per esempio al Mondo di Suzie Wong. Qui Cindy, 25 anni, labbra vistose, taglia corto: “Degli italiani amo solo i soldi”. Si mette in posa con lei Andrea Puleo, 38 anni, agente immobiliare, per hobby soldato napoleonico nelle ricostruzioni storiche. Non gli dispiacerebbe conoscere qualche bellezza locale: “Qua le ragazze mi sembrano ancora all’antica, ti danno l’indirizzo email, ma è difficile persino baciarle sulle guance”. E così c’è chi decide di evitare la fase del corteggiamento, come Giovanni, 48 anni, che ha passato una notte con Jenny, una ragazza del Suzie Wong: “A letto, all’inizio, sembrano timide, poi ti fanno sentire un imperatore”.

Gay pride. Il Destination è il locale gay più celebre della città. Sino a una settimana fa era semiclandestino, in vista delle Olimpiadi ha inaugurato tre nuovi piani: la discoteca è al primo (luci soffuse e pali per la lapdance), sopra il pianobar, al terzo i massaggi, all’ultimo un hotellerie. Salvatore è uno dei due italiani che Panorama ha incontrato nel locale. Ha 32 anni, fa l’informatico e grazie a una chat gay è entrato in contatto con un ventenne del luogo: appuntamento al Destination. La serata di Salvatore finisce in albergo con il giovane amico. Al bar c’è un altro ragazzo italiano, Alessio, 27 anni, giornalista di moda. È sorridente: “Vivo a Shanghai, ma sono venuto qui per le Olimpiadi. Nel 2000, quando ci sono stati i Giochi, vivevo a Sydney e in città era una festa continua. A Pechino il clima è più formale, ma ci si diverte lo stesso”. Un amico in shorts lo invita nell’atrio per una foto di gruppo. Un ragazzo mostra le natiche agli uomini della security, ma nessuno interviene. Anche questo fa parte del clima olimpico.

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Positano, festa gay per rievocare lo sbarco dei saraceni.

In una lussuosa villa di Positano uno sbarco dei saraceni versione gay per una festa a sopresa per un artista inglese in vacanza a Sorrento. Alla festa hanno partecipato vari Vip della Costiera Amalfitana, da Positano, Ravello, Amalfi e Penisola Sorrentina e Capri. La festa si doveva fare in spiaggia ma per le condizioni del mare è stata trasferita in una villetta di Positano per un artista e professionista della moda dell'Inghilterra England, che sembrava un normale inglese in vacanza in un residence fra i Colli, al confine fra Sorrento, Sant´Agnello e Piano. Costumi d´epoca, balli e per finire body painting, come racconta con dovizia di particolari il quotidiano Metropolis a firma di Fabio Orecchiuto, tutto è stato preparato alla perfezione con tanto di costumi d´epoca e un fine serata stile anni sessanta con una rievocazione dello sbarco dei saraceni avvenuto il 13 giugno del 1558 e festeggiato in quegli anni a Positano con una ripresa storica del regista Citto Maselli. L´episodio racconta di quando i saraceni assalirono alle spalle, dai colli, i sorrentini, ma anche Positano e Praiano, catturando 3.000 persone riducendole in schiavitù. Evento che è stato ricordato, dopo Positano, di recente anche a Meta di Sorrento. Intanto è attesa per l´evento gay dell´anno a Sorrento anticipato dalla agenzia di viaggi Travel Gay

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A grande richiesta alcune foto di Massimiliano Neri.

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Italietta. Sanremo, ordinanza choc: vietato parlare con donne provocanti.

Nella Liguria del "non si può" tacchi a spillo indizio di reato. E arrivano critiche dall´Inghilterra: "Se esiste qualcosa di divertente c´è una legge che lo vieta".

(Caterina Cossu ed Erica Manna - La Repubblica, edizione di Genova) State intrattenendo una conversazione con una donna fasciata da un abito provocante in bilico sui tacchi a spillo? Vietato. Potrebbe «esercitare meretricio», e per il "contrattatore" - nonché per la signorina - la multa salata è in agguato. I bambini si lanciano la palla nella piazza davanti al Municipio? Proibito, gli schiamazzi disturbano. Amate pedalare sulla passeggiata in riva al mare? Per carità, la pavimentazione si rovina. E guai a girovagare lontano dalla spiaggia a torso nudo o in bikini: la pubblica decenza ne risentirebbe. Benvenuti nell´estate del divieto. D´altronde, il ministro dell´Interno Roberto Maroni l´aveva detto: sindaci, siate creativi. Ebbene, anche in Liguria come fantasia non scherzano. E così, tra una proibizione e l´altra, per il turista l´estate in Riviera può diventare uno slalom. Tra cosa si può e cosa, invece, non si può proprio fare.
Ora ci si mette pure il londinese Independent on Sunday, a bacchettare il rigore nostrano: «Cari turisti, state attenti in Italia. Se esiste qualcosa di divertente, c´è una legge che la vieta». Certo, in Liguria siamo ben lontani dal proibizionismo di certe città del Nord-Est, dove persino le panchine hanno il bracciolo centrale per impedire lo spettacolo degradante di chi si addormenta all´addiaccio. Ma alcune ordinanze hanno fatto scuola anche in Riviera. Come quella del sindaco di Venezia Massimo Cacciari: per contrastare la vendita delle merci contraffatte, nei comuni di Ventimiglia, Alassio e Finale ligure è vietato passeggiare con un voluminoso borsone al seguito. Chi ne viene trovato in possesso deve giustificare alle autorità la provenienza della merce. Se avete una famiglia molto numerosa, poi, occhio a non affittare per le ferie un alloggio troppo piccolo: ad Albenga, il Comune ha stabilito il numero massimo di persone "al metro quadro", a seconda della tipologia abitativa.
Vita dura, poi, per chi esercita il mestiere più antico del mondo: a Chiavari, rischiano la multa sia le prostitute che i clienti. Motivo? Intralcio del traffico e offesa della pubblica decenza. Ma la palma del rigore va sicuramente a Sanremo, dove rischia di essere sanzionato chi si intrattenga su una strada pubblica, anche solo per chiedere informazioni, con chi «per le modalità comportamentali, manifesta l´intenzione di esercitare l´attività consistente in prestazioni sessuali».
Attenzione anche alla movida. Solo Bordighera tollera la musica alta fino alle 2 del mattino. E da Ponente a Levante sono sempre più numerosi i divieti di passeggiare con i contenitori di vetro. Alla Spezia, nel quartiere umbertino, fuori dai locali non si possono consumare alcolici dopo le 20. Nemmeno nei bicchieri di plastica. Tempi duri anche per gli amanti dei bivacchi nei parchi e nelle piazze: a Sanremo è vietato sdraiarsi per terra negli spazi pubblici consumando alcolici. Ad Albisola Marina, per contrastare l´abitudine diffusa ad abbandonarsi a pennichelle all´ombra, un´ordinanza vieta di sdraiarsi nelle aiuole comunali. E ad Alassio, nei giardini pubblici, non si può nemmeno mangiare. Orologio e calendario alla mano, poi, persino per la passeggiata di Fido. A Lerici i cani possono accedere alla scogliera sono in determinate fasce orarie: dal 13 agosto al 30 settembre solo dalle 20 alle 7.30 del mattino.

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E’ Antonio Di Ronza il ‘babbo’ più sexy. Fa il pizzaiolo, è sposato con due figli.

Il modenese ha vinto il titolo a Gatteo mare, nell’ambito del concorso il 'Babbo più bello d’Italia'. Fisico possente, tanti tatuaggi ed un piercing al sopracciglio sinistro, scoperti poco alla volta sulle note di '9 settimane e mezzo'.

(Il Resto del Carlino) Il babbo più sexy di Modena è Antonio Di Ronza, 34 anni, pizzaiolo, sposato con Cinzia, papà di Emily e Thomas, di 12 ed 8 anni. Di Ronza ha vinto il titolo a Gatteo mare, sulla Riviera romagnola, nell’ambito del concorso il Babbo più bello d’Italia che ha visto l’assegnazione di diversi titoli. Di Ronza, fisico possente, tanti tatuaggi ed un piercing al sopracciglio sinistro, scoperti poco alla volta sulle note di '9 settimane e mezzo', ha vinto appunto la fascia di Babbo sexy. Sorriso a 32 denti, tanto estusiasmo il bell’Antonio non si è dimostrato affatto emozionato nel ruolo di pizzaiolo - babbo sexy. Anzi ha fatto capire che lui, sul podio, si trova molto bene e che non disdegnerebbe altre occasioni.

E’ invece Fabio Tintori, 34 anni, di Nova Milanese (Milano), il ‘Babbo più Bello d’Italia 2008’: il titolo della 14/a edizione del concorso organizzato da Paolo Teti, Fabio Tintori se l’è aggiudicato sempre l’altra sera a Gatteo Mare sbaragliando in finale la concorrenza di altri 26 papà, grazie anche al risultato della prova di abilità, una sensuale ‘bachata’ ballata in coppia con la moglie. Fabio Tintori, operaio dal fisico possente (è alto 186 cm e pesa 82 kg), occhi azzurri e capelli castani, è sposato da quattro anni con Daniela Careddu ed è papà di Mattia e Gabriele, di tre e un anno. Si definisce un babbo premuroso e molto legato alla famiglia. "Mi sono iscritto per gioco, mi sono divertito molto ed è stata una bella esperienza, sono contentissimo di essere ‘Il Babbo più Bello d'Italia 2008’ - ha commentato dopo la proclamazione - Dedico la vittoria alla mia famiglia.
Io e Daniela saremmo felicissimi di poter dare una sorellina a Mattia e Gabriele, ci stiamo pensando e chissà che presto questo desiderio non possa diventare realtà. Auguro a tutti di poter avere una famiglia bella e unita come la mia".

Il titolo di ‘Babbo Sorriso’ è andato a Luca Zerbini, 34 anni, commerciante di Bologna, papà di Isea (7 anni). La fascia di Babbo Sexy è stata assegnata, come detto, ad Antonio Di Ronza; quella di Babbo Eleganza a Orfeo Gaudiano, 41 anni, imprenditore di Albanella (Salerno), sposato con Camilla e papà di Felicia, 6 anni. Per la ‘Categoria Gold’ (riservata ai papà di età fra 46 e 55 anni) la fascia è andata a Claudio Golino, 47 anni, commerciante di Pinerolo (Torino), coniugato con Santina e papà di Chiara e Alessia, 17 e 14 anni.

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E' boom di fratture del pene. E l'amore a letto fa crack.

(Affari italiani) Si scrive "frattura del pene", si legge maschi italiani troppo focosi in amore. Soprattutto dal ritorno delle ferie estive. Nella sola provincia di Treviso, stando ai dati diffusi dall'ospedale Ca' Foncello, ogni anno almeno 3-4 uomini vengono ricoverati d'urgenza per frattura del pene, ossia la lacerazione, più o meno grave, dell'involucro rigido chiamato tubica albuginea, dove si gonfiano i corpi cavernosi.

Ci sono dei casi che, pur avendo dell'incredibile, esistono e hanno portato nelle sale di Pronto Soccorso uomini con fratture del pene per "rotolamento nel letto sopra la propria erezione" oppure per "la caduta da una mountain bike" o ancora in seguito alla "caduta delle tavoletta del WC sul pene eretto fino al caso limite di "caduta accidentale notturna dopo essere inciampato sul cane che dorme a fianco del letto".

Storie fantastiche? "Direi proprio di no -spiega Edoardo Pescatori, responsabile dell'unità operativa di andrologia dell'Hesperia Hospital di Modena. - Le lesioni del pene possono avvenire in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza perche', non dimentichiamolo, l'organo genitale maschile, anche se 'rigido', è molto fragile e gli uomini non dovrebbero scordarlo". Se a questo si aggiunge che circa il 7% dei maschi italiani soffre di "curvatura del pene" si puo' notare quanto la sessualita' maschile italiana, nel Terzo Millennio, non brilli in serenità. Si tratta, tipicamente, di traumi derivanti da rapporti sessuali vigorosi nei quali l'uomo "perde il controllo" della situazione. In Italia, sono circa 100 i casi annui di fratture del pene che vengono riscontrati dalle strutture sanitarie. E in estate e' molto piu' facile che i maschi italiani si lascino andare molto piu' che durante l'anno.

"Una precisa casistica nazionale - continua Pescatori - non esiste perchè non vi è un monitoraggio condiviso di tutte le strutture sanitarie. Certo è che i casi di frattura del pene nei maschi italiani sono una realtà. Nella stragande maggioranza dei casi questi sono il risultato di rapporti sessuali vigorosi con bruschi disassamenti del pene durante il coito, piu' frequente in uomini non sposati. Ma, in generale, ogni trauma subito dal pene in erezione è a rischio per determinare una lacerzione dell'albuginea: il pene in erezione infatti è fragile se esposto a traumi: come un palloncino gonfio che, se pestato, esplode". Le soluzioni? "Anche se perdere il controllo durante l'atto sessuale, talvolta, puo' essere appagante, gli uomini non devono dimenticare mai di mantenere saldamente le briglie della situazione".

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Sergio Muniz: "Non approvo chi condanna le unioni omosessuali".

Senza 'l'Isola' non sarei un'attore.

(Adnkronos) "Devo tanto alla mia famiglia che mi ha dato dei principi. Devo tanto all'agente che ho avuto da modello. Ma senza 'L'Isola dei Famosi' non sarei un attore". Cosi', Sergio Muniz parla a "Tu", del suo successo e delle persone che hanno aiutato a raggiungerlo. Nato a Bilbao, in Spagna, Muniz approda in Italia come modello, la notorieta' arriva con la partecipazione alla seconda edizione del reality "L'Isola dei Famosi", che lo vede vincitore.

L'attore, che presto sara' su Raidue nella fiction "Terapia d'urgenza", un Er all'italiana, parla del suo personaggio cosi': "Mi riconosco nella sua etica. Anche io, come Nicola, mi ribello alle regole che non capisco. Quando la chiesa dice di non usare il preservativo, non ci sto! E non approvo chi condanna le unioni omosessuali". Fidanzato da due anni con Tillia, Muniz conclude: "Lei non c'entra con il mondo dello spettacolo, per fortuna". Infine sull'idea di un figlio: "Si -dice- ma rimando sempre".

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Sinodo valdese al femminile a Torre Pellice solo donne pastore.

(Andreina Fasano - la Repubblica, edizione di Torino) Non c´è nessun uomo quest´anno tra i candidati al ruolo di pastore nelle comunità protestanti valdese e metodista. E così, a conclusione del Sinodo che si svolgerà, come di consueto, nell´ultima settimana del mese di agosto a Torre Pellice saranno consacrate al ministero pastorale solo tre donne: Giuseppina Bagnato, Caterina Griffante e Joylin Galapon, che concluderanno il loro periodo di prova sottoscrivendo l´antica confessione di fede del 1655.
All´attenzione del Sinodo vi saranno diversi temi sociali quali le politiche migratorie, i diritti civili e la laicità dello Stato. "Su tutte queste questioni siamo ripetutamente intervenuti nei mesi scorsi - ha dichiarato la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese - per esprimere la nostra preoccupazione. Il Sinodo valuterà quindi il lavoro svolto e indicherà le linee guida per il prossimo anno ecclesiastico". Quanto ai rapporti con le altre chiese cristiane, per la moderatora stanno attraversando "un momento delicato e per certi aspetti difficile, tuttavia la storia del movimento ecumenico ha sempre avuto alti e bassi" ed anche ora "in molte realtà di base si vive una stagione interessante e fruttuosa". Ampio spazio sarà dedicato alla discussione sulla testimonianza evangelica nell´Italia di oggi, alla vita delle chiese locali e all´esame della gestione delle numerose opere sociali inserite nell´ordinamento dell´Unione delle chiese valdesi e metodiste.
L´Assemblea sinodale, a cui partecipano 180 membri con diritto di voto (pastori e laici in numero uguale), si concluderà venerdì 29 agosto con l´elezione delle varie cariche amministrative. Nel programma è previsto un dibattito pubblico sul tema: "Lo spazio del Protestantesimo, se ce ne è uno, nella società italiana" con lo storico Alberto Melloni, il filosofo Giulio Giorello, la giornalista Gabriella Caramore, e il teologo Paolo Ricca.

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Roma, scritte omofobe a San Giovanni. In tanti nel quartiere a cancellarle.

Ieri mattina si sono messi in tanti, tra residenti e commercianti, a cancellare quelle scritte nere con spugnette abrasive e acido.

(Beatrice Picchi - Il Messaggero) Si è affacciata al balcone e le ha viste: quelle scritte lasciate con il pennarello nero sulle panchine - gay nei forni subito, via i froci dal quartiere - erano più che un’offesa, riaprivano delle ferite, delle umiliazioni. La signora ha fotografato gli insulti e ha portato quelle immagini ai proprietari del locale proprio sotto casa, una coppia gay che gestisce la gelateria nell’ormai nota e affollata via San Giovanni in Laterano-gay street. «Non capiamo chi e cosa possa aver spinto a scrivere quegli insulti - dicono i gestori - abbiamo ottimi rapporti con i residenti, siamo qui da anni ormai e mai era successa una cosa simile». Secondo le prime ricostruzionie le scritte potrebbero essere state fatte nel finesettimana di Ferragosto.

E già ieri mattina si sono messi in tanti, tra residenti e commercianti, a cancellare quelle scritte nere con spugnette abrasive e acido. Una pulizia che riporta alla mente battaglie che Arcigay e altre storiche associazioni portano avanti da anni, battaglie contro pregiudizi e cattiverie, che possono cominciare anche creando una strada e facendola diventare negli ultimi sette anni un punto di riferimento per la comunità gay e lesbica di tutta la città, ma anche di quella straniera. Ogni sera la strada si anima, la gente si diverte, ci sono tre locali, una pizzeria, la gelateria, nemmeno duecento metri all’ombra del Colosseo dove la notte è più bello così stare insieme.

«Noi siamo una coppia gay - raccontano i giovani proprietari di Icecreamsbears - e ci rivolgiamo prevalentemente ad un pubblico gay è vero, ma abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con i residenti, queste scritte sono un chiaro attacco alla nostra attività, e speriamo che le istituzioni ci sostengano attuando un cambiamenti culturali nel quartiere, tramite eventi nella strada, in modo da evitare altri spiacevoli episodi come l'incendio del Coming Out o le aggressioni».

Per il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo, queste scritte «indicano come la strumentalizzazione politica della strada alimenti l'odio verso lesbiche, gay e trans, che non proviene dai residenti, che si sono anche espressi in modo favorevole alla pedonalizzazione della via». Già, la pedonalizzazione, anche questa è stata una delle tante battaglie delle associazioni, momentaneamente sospesa, «è vero che il presidente del primo municipio, Corsetti, ci ha dato il suo no alla pedonalizzazione di quei pochi metri di via San Giovanni in Laterano, ma noi ci riproveremo direttamente con il Campidoglio», assicura Marrazzo certo che chiudere la strada al traffico delle auto comporta solo vantaggi, anche ai residenti. Come un programma di serate culturali sotto le stelle, mostre o incontri che contribuirebbero anche ad aumentare il dialogo con la città e contrastare l’omofobia. Perché si può cominciare anche da una strada per cambiare

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Pdl. Per lo statuto se ne riparla a settembre. Lega gelida sui diritti lgbt da parte del Pdl.

Si parla di inserire nello statuto "diritti civili per i gay". Borghezio, per noi la famiglia sono un uomo e una donna.

L'incontro tra Forza Italia ed alleanza nazionale si è svolto nell'abitazione romana del coordinatore azzurro Verdini e rappresenta la prima riunione «informale» della commissione statuto del PdL.
All'incontro, oltre a Verdini, hanno preso parte il reggente di An ignazio La Russa, Niccolò Ghedini, il senatore Caruso e il ministro Rotondi in rappresentanza dei piccoli partiti che hanno deciso di aderire al progetto.

Nella riunione si sono svolti i passaggi preliminari per mettere a punto le norme dello statuto e definire le scadenze. Prossimo incontro il 9 settembre quando - è l’obiettivo - verrà formalizzato il testo base.

Intanto La Russa ha già chiarito, in un’intervista, che le porte restano chiuse per Casini e Daniela Santanché. Il senatore leghista Borghezio, in una intervista al volo ha ribadito che per la Lega la famiglia è composta da un uomo e da una donna, quello che pensano sui diritti Glbt a Forza Italia ed Allenza nazionale non lo interessano.

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Trevigiano inseguito e arrestato dopo aver rapinato un transessuale.

(Il Corriere del Veneto) Prima lo approccia chiedendogli una prestazione sessuale, poi lo aggredisce, gli ruba la borsa e scappa con l'auto ad alta velocità. La vittima della rapina è un transessuale di origine peruviana, l'aggressore un cittadino italiano incensurato di ventotto anni nato a Cuba ma residente nella Provincia di Treviso, poi arrestato dalla polizia. E' accaduto domenica notte, intorno alle tre e mezza, in via Fratelli Bandiera a Marghera: più o meno all'altezza del centro sociale «Rivolta», una volante di pattuglia nota nell'altra carreggiata una Golf che a fari spenti oltrepassa la colonna di automobili ferma al semaforo e a forte velocità prosegue verso Mestre. Gli agenti a quel punto si mettono ad inseguire l'auto che procede a tutto spiano e intanto apprendono dalla sala operativa che nelle vicinanze, sempre in via Fratelli Bandiera, un transessuale è stato appena malmenato e rapinato; la volante riesce poco dopo a fermare la Golf nei pressi di un distributore di benzina e procede al controllo di chi è alla guida: l'uomo corrisponde alla descrizione del rapinatore fornita dalla sala operativa, e nell'abitacolo dell'auto viene trovata la borsa gialla rapinata al transessuale. Il quale, nel racconto reso alla polizia, spiega di essere stato per l'appunto avvicinato da una Golf con un giovane a bordo che gli chiedeva di avere una prestazione sessuale con un altro transessuale che lui conosceva solo di vista; ma il ragazzo è poi sceso dall'auto e gli si è avvicinato aggredendolo e gettandolo a terra. Dopo avergli rubato la borsa si dà alla fuga; il transessuale, per le botte riportate, se la caverà con una prognosi di sette giorni, il giovane aggressore è stato invece arrestato.

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Claudia Cardinale: "Nella mia Tunisia per difendere i gay".

Salim Kechiouche.

Ad Hammamet l´attrice gira un piccolo film a basso budget, opera prima di un giovane regista tunisino su una madre e il figlio omosessuale.
Dopo quattordici anni Cardinale torna a girare in Tunisia. Il suo debutto nel cinema fu qui nel ´56 ("Goha" di Jacques Baratier prodotto dal governo tunisino), e nel ´94 girò "Un´estate alla Goulette" di un giovane regista tunisino, Ferid Boughedir.

(Laura Putti - La Repubblica) In una meravigliosa villa sulla spiaggia di Hammamet, Claudia Cardinale gira un film tunisino. Un piccolo film: il budget arriva a malapena a 700 mila euro. Un grande film: il soggetto è uno dei più vietati nel mondo arabo. Le fil, opera prima di Mehdi Ben Attia, è un film sulla libertà di vivere l´omosessualità. Il filo del titolo è quello che lega il protagonista a sua madre e a un certo tipo di condizionamenti sociali. Nonostante il luogo delle riprese e la nazionalità del regista (residente da anni a Parigi), della troupe, del produttore e degli attori, il film non ha connotazioni esclusivamente tunisine. La storia potrebbe accadere ovunque. È quella di Malik (Antonin Stahly, musicista e liutaio, attore a 10 anni per il "Mahabaratha" di Peter Brook) che, tornato a Tunisi dopo aver vissuto a Parigi, s´innamora di Bilal (l´algerino Salim Kechiouche, unico attore magrebino a non temere il ruolo di un gay). Non siamo, però, dalle parti di "Cus-cus". Malik non è un povero emigrante di ritorno al paese: appartiene all´alta borghesia tunisina, laureato in architettura a Parigi, ha deciso che la sua casa è quella dove è nato. Sara, la madre, l´accoglie a braccia aperte nella villa di famiglia circondata da un grande giardino che lambisce il mare. Anche lei dovrà fare i conti con la "diversità" di Malik. Sullo sfondo della villa, la medina di Hammamet con le sue mura che al tramonto si tingono di rosa.

Claudia Cardinale è raggiante come può esserlo una fille du pays che, anche lei, torna a casa. Ma sarà proprio il suo personaggio, la madre, l´ostacolo più grande all´"outing" di Malik. Scena dopo scena Sara aprirà gli occhi alla realtà, fino a comprendere le scelte del figlio, lungo un doloroso percorso che la porterà, dapprima, ad analizzare il suo matrimonio scandaloso per l´epoca (una ragazza francese con un uomo tunisino negli anni 60) e, in seguito, quelli che le sembreranno i suoi errori. Quando arriviamo sul set Claudia Cardinale-Sara sta parlando con il fantasma del marito Abdelaziz, padre di Malik (Lotfi Dziri), morto da tempo. Lui le appare e le conferma quello che ha appena scoperto. Lei piange. «Ti stava sempre in mezzo alle gonne. Come hai fatto a non capirlo? Non è la fine del mondo. Gli piacciono gli uomini? Non sarà il primo né l´ultimo» dice il marito. «Allora è colpa mia» dice Sara tra i singhiozzi.

Pensa anche lei, signora, che avere un figlio omosessuale sia una colpa?
«Dal 2000, come ambasciatrice dell´Unesco difendo i diritti di tutti. Soprattutto quelli delle donne. Mi sono battuta, ho lottato per tante donne, da Amina in poi. Da oltre dieci anni mi occupo di Aids. Figuriamoci se ho problemi con gli omosessuali. Ho avuto grandi amici omosessuali che mi hanno voluto molto bene. Primo fra tutti Luchino Visconti. Ero una ragazzina, avevo appena lasciato casa, la Tunisia, e nel ´63 ho girato "Il gattopardo". Ho accompagnato Luchino in molte occasioni, che bei viaggi ho fatto con lui. Era facile a vivere, colto, affascinante. Parlavamo in francese».

Tornando a Sara…
«All´inizio è devastata dalla scoperta. Ma anche lei, francese, borghese, cattolica, ha fatto la sua rivoluzione: ha sposato un arabo negli anni 60. Nel film racconta il matrimonio al figlio Malik e a Bilal, che è il suo compagno: "Gli uomini erano da una parte, le donne dall´altra. Le donne mi guardavano e mi sono sentita un pezzo di carne. Mi sono alzata, sono andata a sedermi sulle ginocchia di mio marito e l´ho baciato. I vecchi sono usciti dalla sala". Alla fine, però, Sara difenderà Malik e Bilal. Loro se ne vogliono andare, lei li trattiene. Li accetta, li difende».

Che effetto le fa lavorare nel suo paese?
«Ogni volta è un ritorno a casa. Qui siamo nati io e i miei fratelli: Blanche, Bruno e Adrien; qui ho studiato, ho vinto un premio che mi ha portato come spettatrice alla Mostra del Cinema a Venezia e qui ho iniziato la mia carriera di attrice. Qui è emigrato mio nonno dalla Sicilia e qui sono nati i miei genitori. Mio nonno fabbricava barche. Poco tempo fa un signore si è avvicinato a me e a mio fratello con una pietra in mano. "È quel che resta del cantiere di vostro nonno" ci ha detto. Siamo scoppiati a piangere come bambini».

Mentre leggeva la sceneggiatura non ha pensato che sarebbe stato difficile girare un film del genere in Tunisia?
«Leggendo il copione non pensavo al dopo. Mi ci sono perduta. Era talmente ben scritto. Poi ho incontrato Mehdi Ben Attia e mi è piaciuto molto. Ma ho anche scoperto che budget aveva e con quanta fatica lo aveva messo insieme. Ho pensato che Pasquale (Squitieri, suo compagno da oltre 30 anni, ndr) nel ´70 ha fatto "Io e Dio", il suo primo film, grazie ai soldi di De Sica che per lui aveva impegnato al Monte i gioielli di sua moglie. Allora ho accettato. Siamo tutti pagati pochissimo. Gli abiti, le borse, le scarpe, i gioielli che indosso nel film sono tutti miei. Vesto Armani da vent´anni, a Mehdi è andata bene!».

È vero che il governo tunisino ha concesso il permesso di girare un film con un argomento così tabù solo perché lei è tra i protagonisti?
«Così sostengono il regista e il produttore».

Un argomento difficile e un film di un esordiente: ci vuole coraggio...
«È così divertente avere accanto Malik e Bilal che ci vorrebbe coraggio a non lavorare con loro. Ho girato talmente tanto, niente nel cinema mi fa più paura. Da piccola ero un maschiaccio e quel coraggio, da adulta, l´ho conservato. Visconti diceva: "Claudia sembra una gatta da accarezzare; in realtà è una tigre che divora i suoi domatori"».

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Calcio, Tabloid Inglese: Milan Vende Kakà per 102 Mln.

(Agi) Il Milan non considera più incedibile Ricardo Kakà e se Roman Abramovich metterà sul piatto 70 milioni di sterline, ovvero 102 milioni di euro, il magnate russo se lo porterà al Chelsea: è quanto scrive il tabloid inglese "Daily Star", secondo il quale però Felipe Scolari preferirebbe al fuoriclasse rossonero un altro brasiliano, ovvero Robinho del Real Madrid, prima scelta per il nuovo manager dei Blues. Sempre secondo il "Daily Star", però, la pista Robinho è quella più praticabile, nonostante il Real attraverso il presidente Calderon lo abbia tolto dal mercato rifiutando l'offerta di 35 milioni di sterline (circa 51 milioni di euro) presentata da Abramovich.

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Love & sex. Quelle fantasie inconfessabili che non oseremo mai mettere in pratica o rivelare.

(Img press) L'orgasmo clitorideo non è un orgasmo. Non fa media. Gli uomini che durano poco, vogliono punire le donne non facendole godere. Lo fanno perché hanno dei conflitti irrisolti con la mamma. Quest'anno va di moda farlo con psicologia. E sono guai. Che se già è difficile a cose normali con tutte queste improvvise e bizzarre rivelazioni diventa ancora più complicato. Lesbo, gay o banalmente etero sono in aumento single e coppie che si sdraiano sul lettino dello psicanalista alla ricerca del perché e per come nella propria vita qualcosa non quadra. E la causa ultima è sempre quella: il sesso. C'è anche chi essendone già consapevole salta lo specialista e si butta nel fai da te. Abbuffate su abbuffate di manuali con spiegazioni e consigli pronti all'uso. Le premesse sono sempre quelle: meglio per amore, se ti fa soffrire, non è quello giusto e nell'intimità è fondamentale essere rilassati. L'effetto contrario in pratica di quello che suscitano questi libri. Ansiogeni per definizione e a volte anche un po' moralisti. Del tipo che non c'è piacere se non c'è sentimento. E poi attaccano con una serie infinita e anche un po' sconsolante di divieti che mettono all'indice tutto ciò che si fa più spesso. Per esempio pensare a qualche fantasia erotica particolare durante la penetrazione. Che non significa immaginare di farlo con qualcun altro, ma mettere a fuoco location o posizioni o contesti particolari capaci di scatenare l'eccitamento. Fantasie inconfessabili che non oseremmo mai mettere in pratica o rivelare ad anima viva. Eppure o forse proprio per questo fanno uscire fuori di testa. Soprattutto le donne, che si autocensurano di più e sono anche molto più cerebrali. Hanno sempre bisogno di uno stimolo mentale. Fra i più gettonati c'è il pensiero (stupendo) di fare sesso con più uomini insieme, a pagamento (il mito della donna oggetto che non sempre dispiace), con uno sconosciuto o magari con un lui e una lei insieme a ruoli interscambiabili. C'è anche chi sostiene che l'orgasmo vero sia quello vaginale. Mentre quello clitorideo non conta. Ovviamente a dirlo sono degli uomini. Una donna non potrebbe mai farlo. In primo luogo perché la maggior parte di quelle già fortunate che ci arrivano, provano solo quello. E poi perché è già un patire godere nell'intimità che quando ci si riesce non si va tanto per il sottile. O l'uno o l'altro fa lo stesso. Basta che ci sia. È innegabile e chi lo conosce lo sa, che quello vaginale sia di livello nettamente superiore. Ma da questo a scrivere che il clitorideo di fatto vale zero, ce ne corre. Ci vogliono anche insegnare quali sono i punti in cui dobbiamo avere più sensibilità. Quando la cura è peggiore del problema. Si cerca di dire addio ai tabù con l'aiuto dell'esperto e ci si ritrova impantanati in paranoie e complessi mai sperimentati prima. Che ti fanno passare direttamente la voglia di sesso o che ti portano a farlo come un robot. Tentando invano di scacciare pensieri erotici e concentrando tutta l'attenzione sulle zone del tuo corpo in cui ti senti in dovere di essere particolarmente ricettivo. Altro che rilassamento e piacere. E il bello è che a chiusura di tutti questi discorsi, dicono anche che è assolutamente out ricorrere ai tempi supplementari. Lui non deve portarti manualmente al dunque, se tu non hai quagliato durante la penetrazione. Se queste sono le vie per il piacere di coppia, si capisce perché sempre più persone scelgano l'autoerotismo. L'unica via (pare) per essere liberi di dire, fare e pensare quello che ci va. E ci fa godere

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Si allunga la lista degli “omocidi” romani. Aggiornamento sul delitto al quartiere Aurelio.

Il palazzo in cui viveva la vittima

(River-blog) E’ stato trovato dalla sua badante in un lago di sangue, nella sua abitazione, con una evidente ferita alla testa, segno che era stato colpito con un corpo contundente. Mi bastano questi pochi elementi per intuire che si possa trattare di un “omocidio“, termine che va ad indicare quella particolarissima categoria di omicidi ai danni degli omosessuali. Ne ho visti diversi, di casi così. Lui (Alberto Falchetti) aveva 59 anni, era un architetto, e recentemente aveva iniziato un’attività di editore. Il suo cadavere è stato trovato stasera alle 20 in via Agostino Valerio, nel quartiere Aurelio, dalla sua badante (nella foto la polizia davanti al portone del palazzo). Oltre al cranio fracassato, aveva dei lividi sul collo. Secondo alcuni vicini aveva da poco iniziato una relazione. Come si fa a dire, in questo caso, che si trattava di un gay? In due modi:

Ansa: “La vittima, secondo indiscrezioni, era un omosessuale”
SkyTg24 e Corsera: “L’omicidio potrebbe essere maturato negli ambienti omosessuali”

titolocadavere by you.

Già. Questi squallidi e torbidi ambienti omosessuali… Peccato che spesso a uccidere siano marchette eterosessuali, frustrate e arrabbiate con quel corpo che si trovano davanti, e che hanno appena dovuto soddisfare. Gli omocidi - suggerisco la lettura di questo libro - vengono quasi sempre commessi dai ragazzi che battono i marciapiedi. Spesso ragazzi dell’Est, rimorchiati nei viali di valle Giulia, disposti a tutto per rubare qualche euro in più. Sono omicidi dettati da un raptus (i casi di cadaveri col cranio fracassato da un corpo contundente sono moltissimi). E protetti, spesso, dall’omertà che circonda questo genere di incontri, di cui non si parla neanche agli amici più stretti.

Aggiornamento/ Già domani dovrebbe essere eseguita l’autopsia sul corpo dell’uomo. Terminati i rilievi della polizia scientifica nell’appartamento dell’uomo, si saprà (difficile che lo sappiano i giornalisti in questa prima fase di indagini) se ci sono delle impronte “buone” o se sono stati lasciati altri segni. Saranno anche sentiti gli amici della vittima e si controlleranno i tabulati del suo cellulare, per vedere le chiamate in entrata e uscita le ore prima del delitto. La polizia ha anche sequestrato l’auto dell’uomo, una Lancia, alla ricerca di eventuali indizi (foto sotto).

L'auto della vittima.


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Alle donne inglesi piace alto, spalle larghe, proporzionato. "E' questa la formula del macho".

I ricercatori britannici hanno provato a individuare gli elementi che ci rendono attraenti. Con l'aiuto di un super scanner. I parametri? 24. E una indicazione: piccolo non è poi così bello.

(Benedetta Perilli - La Repubblica) Nella botte piccola non c'è il vino buono. E se vi siete consolati per anni con il famoso detto popolare, sfoggiandolo ogni qual volta un aspetto fisico non proprio giunonico veniva messo in discussione, ora anche la scienza dice la sua. Il partner perfetto è alto, ha le spalle larghe, il fisico tornito, le proporzioni equilibrate e le movenze sinuose. Secondo uno studio della Brunel University West London condotto dal dottor William Brown in collaborazione con i dipartimenti di scienze sociali e di ingegneria e design, quello che rende un corpo umano attraente all'altro sesso sono forme e caratteristiche fisiche armoniche, proporzionate e ben visibili.

Ben vengano allora i seni grandi, le curve mozzafiato e le dimensioni statuarie per quanto riguarda le donne, mentre per gli uomini ci vogliono toraci sviluppati, braccia possenti e spalle larghe ma contano anche l'ampiezza di nuca e avambraccio. Basta donne scheletriche e modelli efebici, il partner ideale, quello capace di portare alla riproduzione perfetta, deve essere ben visibile, e conquistare l'attenzione dell'altro sesso con un fisico accattivante.

Lo sapevano già le belle Monica Bellucci e Angelina Jolie, più volte indicate come donne più sexy del pianeta, così come era già noto alle tante fans di Brad Pitt e Daniel Craig, ma ora a confermare la teoria che forme, altezza e muscoli rendono un corpo assolutamente irresistibile arriva lo studio dell'Università inglese di Brunel.

Per affermare che l'uomo è bello se muscoloso e la donna sexy se formosa il team di ricercatori britannici ha messo a punto uno speciale scanner ottico tridimensionale capace di catturare a grandezza naturale le caratteristiche topografiche di un corpo umano. Immaginate dunque un macchinario molto simile ai comuni scanner da ufficio ma grande come un uomo. Al suo interno non passano fogli e documenti ma volontari. Per la precisione quaranta uomini e trentasette donne che hanno prestato i loro corpi per la ricerca. A stabilire quanto fossero attraenti ci hanno pensato ottantasette volontari impiegati nella visione delle immagini, tutte riprodotte in colori neutrali (così da cancellare ogni tipo di colorazione della pelle) e senza la presenza della testa, catturate dal super scanner.

Come risultato della ricerca gli scienziati hanno messo a punto una particolare formula che, definendo un "indice di mascolinità", include una serie matematica di circa ventiquattro parametri: dalla maggiore altezza all'ampiezza delle spalle ampie, dalla grandezza dei seni piccoli alla lunghezza delle gambe. Per i volontari esaminati sono dunque più attraenti le donne che hanno sviluppato misure corporee più lontane da quelle dell'indice di mascolinità, mentre gli uomini che sfoggiano misure vicine ai parametri dell'indice sono, per le donne esaminate, molto attraenti.

Rispetto agli studi condotti in precedenza quello del dottor William Brown può vantare, proprio grazie al prodigioso macchinario, una precisione assoluta nei dati di misurazione dei corpi, soprattutto per quanto riguarda le dimensioni e i contorni. "È ormai dimostrato che gli esseri umani sono attratti l'uno dall'altro in base ad una serie qualità genotipiche e fenotipiche - ha spiegato William Brown - in altre parole gli uomini, proprio come molte altre specie animali, individuano come possibile partner quello che può garantire una migliore riproduzione".

Ecco spiegato dunque perché altezze e forme piacciono tanto. Gli essere umani, proprio come gli animali, al momento della scelta del partner pensano alla prole e preferiscono un compagno le cui caratteristiche fisiche possono garantire una genia sana e robusta. Ma non tutto quello che è perfettamente visibile è anche attraente. Secondo William Brown un altro aspetto importante dell'attrazione corporea è la simmetria: "I miei studi precedenti - spiega - dimostravano che la simmetria non era propriamente l'aspetto più rilevante dell'essere attraente. Ora però, con questi dati più precisi, possiamo affermare che ci sono delle relazioni tra forma del corpo e attrazione: le proporzioni, la forma, la statura sono segnali che comunicano all'altro un buono sviluppo fisico e buone condizioni di salute. In molte specie la simmetria è associata a sviluppo, salute e successo nella riproduzione".

Ma, dato che la simmetria corporale non è un aspetto facilmente percepibile ad occhio nudo, William Brown conclude: "Per decifrare le qualità del partner, l'evoluzione ha messo così a punto un sistema di segnali più prominenti, come la larghezza delle spalle, la sinuosità delle curve e dei movimenti e l'ampiezza dei fianchi".

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Pdl: Riunione della commissione Statuto. Inserimento riconoscimento dei diritti Glbtq? Forse.

Prossimo appuntamento fissato per il 9 settembre.
Prima riunione per la commissione Statuto del Popolo della liberta', a Roma, in casa del coordinatore nazionale di Fi, Denis Verdini. All'incontro hanno partecipato La Russa, Ghedini, Caruso e Rotondi, che rappresentava i piccoli partiti che hanno deciso di aderire al progetto del Pdl. Tra le tante notizie anche quella relativa all'inserimento dei diritti civili per gay e lesbiche nella bozza di statuto ma non c'è niente di sicuro. La riunione e' stata dedicata 'ai preliminari per mettere a punto le norme fondamentali dello statuto del Popolo della liberta' e per definire le prossime scadenze'. Nuovo incontro il 9 settembre.

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Se "compagno" vuol dire "gay". Ecco come la Cina cambia slang.

(Stenio Solinas - Il Giornale) Modi di dire antichi e nuovi, vecchie parole che hanno cambiato significato, neologismi e slang. A volte si capisce più un popolo da come si esprime, che non leggendo ponderose indagini sociologiche in materia. Dopo tre settimane, lo straniero che vuole comunque cercare di comunicare, si ritrova con un vocabolario piccolo, ma a suo modo significativo. Lo abbiamo suddiviso in quattro gruppi, ciascuno con un titolo riassuntivo. Ecco, dunque, il nostro dizionarietto pechinese. Buona lettura.

LA NUOVA GIOVENTÙ
Tongzhi. La traduzione corretta, quella dei tempi di Mao, è compagno: indicava la militanza, incarnava la fede nella dottrina comunista. Sere fa, al locale L'Oriente è Rosso, ho chiamato così il ragazzo che mi spiegava il senso nazional-maoista di uno spettacolo in cui finte Guardie rosse cantavano per la gioia di un pubblico caloroso quanto alticcio. «Sei un compagno» gli ho detto per fargli capire che avevo capito. «No, mi piacciono le donne» è stata la risposta. Oggi tongzhi sta per omosessuale, e questo è quel che resta del marxismo...
Xi xin zenlei. È la nuova-nuova generazione. Si definiscono così i ventenni con i capelli corti che il gel tiene dritti sulla testa. Le ragazze hanno lo smalto nero sulle unghie, rossetto marrone, borsetta di Vuitton. Molti anelli alle dita, telefonino Nokia giallo, Swatch al polso.
Ziwoydai. È la Me Generation, visto che in Italia Generazione Io non lo dice nessuno. Sono i figli unici, viziati e coccolati, su cui genitori e nonni ripongono speranze di gloria che loro però non ritengono di dover soddisfare.
Sanpei xiaojie. Una sera finisco al Cargo, nel quartiere di Chaoyang, ovvero il tempio del karaoke cinese: un megaclub dove si balla, si gioca, ci si ubriaca, si spende. Il mio anfitrione mi introduce a una Sanpei xiaojie, ovvero «la Signorina dei tre accompagnamenti»: canta con te, danza con te, beve alla tua salute in cambio di una piccola mancia. «C'è anche il quarto accompagnamento» mi viene detto, e insomma tutto il mondo è paese...

USI E COSTUMI
Chi le ma? Il buon giorno cinese si dice così, e letteralmente vuol dire: «Hai già mangiato?». La passione, l'ossessione, quasi, dei cinesi per il cibo ha a che fare con l'incubo della fame che gli sconvolgimenti del Novecento e le carestie dell'epoca maoista hanno contribuito a radicare nelle menti, ma anche con una tradizione millenaria. Nel 1976, quando Mao morì, c'era un ristorante ogni tre milioni di cinesi, oggi ce n'è uno ogni quattrocento. Ai tempi della Cina imperiale, nella Città proibita, più della metà dei quattromila servitori era addetta al cibo e al vino dell'imperatore. In linea di massima, qui si mangia qualsiasi cosa abbia le gambe, eccetto i tavoli, che voli, tranne gli aerei, che si muova nell'acqua, escluse le navi.
Li le ma? Hai già divorziato? È un altro modo di salutare che racconta benissimo la modernizzazione cinese.
Xiao mi. Significa piccolo segreto. È quello di uomini d'affari, manager, politici, tutti regolarmente sposati e con famiglia. Li accomuna, appunto, il «piccolo segreto» di avere un'amante... Pur nella modernizzazione, la Cina spesso conserva verbalmente un'antica pruderie rivoluzionaria.
Xiaozi. È invece il piccolo borghese. Non è ricco, ma è attento alle mode occidentali e, dove può, le segue.
Sizhu bupa zeshuitang. È il detto con cui si definisce chi non bada ai giudizi altrui. Significa: i maiali morti non temono l'acqua bollente. Ovviamente non vale per chi ha il suo «piccolo segreto».

NOI E LORO
Yang ren. Sta per Popolo dell'Oceano, ovvero lo straniero, detto anche Waiguozen, naso lungo.
Jia yangguiz. È il falso popolo straniero, ovvero il cinese troppo occidentalizzato persino agli occhi di chi comunque è già molto occidentalizzato...
Haigui. Vuol dire tartarughe di mare e indica chi torna da oltre Oceano con un master, un inglese fluente, un buon lavoro.

VECCHI E NUOVI IMPERATIVI
San zhongyu. Erano le tre lealtà. Verso Mao, verso il Partito, verso il socialismo.
San Zhuan. È ciò che negli anni '80 le ha sostituite, ovvero «le tre ruote»: una bicicletta, una macchina da cucire, un orologio da polso.
Siyou. Sono «i quattro averi» degli anni Duemila, in forma di desideri: un appartamento, una macchina, la salute, la bellezza.
Bazong bachi. Da un paio d'anni sono i Comandamenti socialisti che trovi affissi nei luoghi pubblici a mo' di campagna contro la corruzione e l'immoralità. Indicano Gli otto Onori e le Otto Vergogne. Per esempio, Onora chi lavora sodo, Vergogna sul nullafacente; Onora gli onesti, Vergogna sui disonesti...

COSTRUZIONE E CORRUZIONE
Cha ne. Sta per demolire. «Se non demoliamo, come possiamo definirci cinesi?» dice il mio interprete giocando sull'assonanza fra cha e China in inglese... Già come possono?
Lan wei. Letteralmente, coda marcia. Indica tutti quei palazzi, centri commerciali, complessi alberghieri mai finiti di cui la Cina è piena, un buon dieci per cento del mercato edilizio. Sono figli della speculazione, dell'imbroglio, della corruzione e della crisi economica fine anni '90. Adesso lo Stato si sta industriando con nuovi incentivi da un lato, leggi più severe dall'altro.

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Olimpiadi, caccia al gay. Solo 10 atleti dicono di esserlo e Mitcham entra in semifinale.

Solo 10 su 10.500 atleti in gara alle Olimpiadi di Pechino sono apertamente gay, secondo uno studio di un sito omosessuale.

(Reuters) Alcuni atleti gay temono che fare coming out possa portare loro la disapprovazione dei fan e dei compagni di squadra, spiega Outsports.com. Anche l'attenzione dei media su questo aspetto potrebbe distogliere l'attenzione dalle loro performance, aggiunge il sito.

Nove degli atleti gay citati da Outsports sono lesbiche e i loro sport variano dalla scherma al ciclismo. C'è solo un uomo, il tuffatore australiano Matthew Mitcham (passato alle semifinali nei tuffi ndr).

Outsports dice che il bilancio dei gay è lontano dal dato vero e sostiene che una stima più accurata possa raggiungere i 1.000.

"Per quello che sappiamo, c'è un canottiere o un giocatore di badminton da qualche parte conosciuto come gay all'interno del suo sport ma non in un contesto sportivo più ampio".

Outsports sostiene che il dato sia deludente, soprattutto dopo gli sforzi di tenniste come Martina Navratilova e Amelie Mauresmo di essere più aperte sulla loro sessualità.

Ma Eli Portnoy, del Portnoy Group, società americana di consulenza specializzate nel branding, spiega che essere apertamente gay possa ancora causare danni agli atleti.

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L'ultimo regalo di Veltroni. Assegnato all'associazione un locale di 460 mq a Testaccio con un canone mensile di solo 230 euro.

(Rita Smordoni - Il Giornale) Come pagare 230 euro al mese per un megalocale a Testaccio e vivere felici. Ovvero la vicenda di uno spazio commerciale di ben 460 metri quadri in centro storico assegnato senza gara all'Arcigay. La quarta puntata dell'inchiesta sull'Ater di Roma tocca da vicino una delle tante pagine paradossali della gestione del patrimonio immobiliare di proprietà dell'ente.
L'episodio inizia a fine anno 2007, quando il consiglio d'amministrazione dell'Ater, presieduto dall'avvocato Petrucci, a ridosso delle festività natalizie vara (in giorni diversi) due delibere. La prima per consentire allo stesso cda di assegnare direttamente senza bando locali di proprietà Ater ad associazioni che si siano distinte per attività meritevoli in campo sociale. Quindi a discrezione del cda. La seconda per assegnare all'Arcigay i locali di via Nicola Zabaglia, al civico 14-16, a Testaccio.
Quattrocento metri quadrati nel piano terra, più un seminterrato di altri sessanta. L'ideale per la nuova, futura sede dell'Arcigay. In una via centralissima nel cuore di un rione molto frequentato, accanto a decine di pub, ristoranti, spazi musicali. L'operazione, però, non passa sotto silenzio. «Un regalo di fine anno», lo definisce subito Alessandro Cochi, consigliere di An al Comune di Roma: «Non si può fare una assegnazione del genere senza che sia stato fatto un regolare bando pubblico - contesta il consigliere -. È un vero e proprio regalo di natale che l'Ater e la sinistra fanno, contravvenendo alle regole di trasparenza e di una corretta gestione. Inoltre, "scavalcando" le richieste di assegnazione fatte dalle associazioni sociali e di volontariato del territorio e,per di più, non tenendo conto di nessuna graduatoria». Ragioni per la quale, Cochi presenta un'interrogazione al consiglio comunale: «La mia non è omofobia - dichiara - ma la difesa dei più elementari diritti in materia di regole e di trasparenza».
Veltroni però dopo un mese si dimette, il consiglio comunale si scioglie, nessuno risponde al consigliere di An. Passa acqua sotto i ponti. Il 4 agosto 2008 la maggioranza di sinistra in Regione Lazio approva l'assestamento di bilancio. Compreso l'emendamento che taglia, fino all'80 per cento, gli affitti a partiti, onlus e circoli culturali nei locali commerciali dell'Ater. Il famoso super-sconto. E ora c'è chi fa i conti in tasca all'Arcigay.
«Il canone di via Zabaglia è di 4mila euro al mese - calcola il consigliere comunale del Pdl, Marco Di Cosimo -. Esattamente 3300 euro più Iva. Ma l'Arcigay ha rivendicato nel contratto lavori di ristrutturazione per 50mila euro, che per legge vanno scontati fino al 70 per cento sull'affitto. Se l'associazione reclamerà adesso l'applicazione della nuova legge regionale (e non vedo perché non dovrebbe), difficilmente l'Ater potrà dire di no. Sommando tutto, alla fine l'Arcigay pagherà dai 230 ai 240 euro al mese di canone. Per i prossimi 6 anni. Non male in un rione come Testaccio», conclude. Di Cosimo, oggi delegato di Alemanno per l'emergenza abitativa, è stato per un paio d'anni presidente della stessa Ater di Roma. Ricorda ancora le liste chilometriche di associazioni in attesa dell'assegnazione di locali. Tutte «dimenticate» o quasi dall'attuale cda. «Si è fatta eccezione solo per lo storico Roma Club Testaccio - dice - cui l'Ater, con la stessa delibera di dicembre dell'Arcigay, ha assegnato un locale in via Ghiberti». Peccato che il Roma Club debba pagare per 80 metri quadri circa 1500 euro (più Iva) al mese. Insomma, fatti i conti, in proporzione tre volte l'Arcigay. Un'ulteriore discriminazione di cui non si capisce la natura.

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Roma, cadavere in un appartamento. Si ipotizza un omicidio in ambienti gay.

L'uomo era riverso in una pozza di sangue. In corso le indagini della Mobile. La vittima è un architetto di 59 anni. Il corpo è stato rinvenuto dalla badante.

(Il Corriere della Sera) Il cadavere di un architetto di 59 anni è stato rinvenuto in un appartamento nei pressi di via Agostino Valerio, al quartiere Aurelio della Capitale, intorno alle ore 20. A scoprire il corpo è stata la badante, che ha trovato l'architetto riverso a terra nel soggiorno dell'appartamento in una pozza di sangue. Non si esclude la pista dell'omicidio. Sul posto sono intervenute la Squadra Mobile e la polizia scientifica, che stanno eseguendo i rilievi.

IPOTESI DI OMICIDIO - Stando ai primi accertamenti e alle prime indiscrezioni trapelate, l'uomo potrebbe essere stato ucciso con un colpo alla testa sferrato con un oggetto contundente. L'architetto presenta, infatti, una profonda ferita alla testa. Secondo gli investigatori l'ipotesi prevalente è quella dell'omicidio. Non si tratterebbe, dunque, di una caduta accidentale all'interno dell'abitazione. La vittima, secondo indiscrezioni, era un omosessuale. Il delitto quindi potrebbe esser maturato negli ambienti gay. L'uomo, che viveva da solo, ultimamente aveva intrapreso l'attività di editore.

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