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venerdì 23 maggio 2008

Indagata ex pornostar Eva Henger, coinvolta in un furto di assegni a Milano.

(Adnkronos) Furto aggravato e truffa. Sono queste le accuse per le quali la Procura di Milano ha indagato l'ex pornostar Eva Henger, il suo attuale compagno Massimiliano Caroletti e altre persone. A far scattare l'inchiesta era stata una denuncia depositata, il 29 febbraio scorso, dagli avvocati Michele Cianci e Giuseppe Fiorella, che assistono il produttore cinematografico Nicolino Matera e la moglie Luciana Conti. Dall'abitazione della coppia erano spariti due blocchetti di assegni: complessivamente sarebbero stati incassati 106 mila euro 'attraverso' 17 assegni. Secondo l'accusa la Henger avrebbe incassato assegni per 32 mila euro e il suo compagno per 5mila, mentre un amico di Caroletti avrebbe incassato assegni per 21 mila euro. Assegni che, con un decreto del pm Luca Poniz, sono stati sequestrati in un'agenzia della Bnl a Milano. Secondo quanto sostenuto nella denuncia, gli assegni sarebbero firmati da Caroletti che ha falsificato la firma di Matera. I legali del produttore cinematografico si sono spinti, pero', a ipotizzare altre accuse: circonvenzione di incapace e associazione per delinquere. Reati che vedrebbero coinvolte anche altre persone.

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Lunedì Alemanno incontra i gay romani dal profondo portafoglio...

(La Repubblica) Lunedi' l'Assessore alla Cultura del Comune di Roma Umberto Croppi ed il Sindaco Alemanno incontrano le associazioni Gay, Lesbiche e Trans del Tavolo di coordinamento della Capitale. Lo riferisce Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay Roma. "Ci auguriamo - osserva - che con questo incontro l'amministrazione Alemanno prosegua le attivita' rivolte a lesbiche e gay e possa incrementarle, e per questo motivo sottoporremo durante l'incontro la nostra piattaforma presentata gia' in campagna elettorale: politiche contro il bullismo nelle scuole, supporto alle coppie di fatto, supporto per gli immigrati provenienti da paesi in cui sono in vigore pene per i gay, servizi di supporto contro la discriminazione, attivita' di monitoraggio, inserimento professionale per le persone discriminate ed in particolare per le persone trans che in Italia non hanno quasi alcuna possibilita' di lavorare. E' importante che il Campidoglio la sottoscriva per migliorare la qualita' della vita di migliaia di cittadini romani, prendendo in tal modo impegni precisi con la citta'".

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Era un tunisino il trans ucciso a Napoli. L'uomo ucciso nel corso di una lite per futili motivi.

L'omicidio Trans tunisino ucciso a coltellate alla ferrovia. Aveva 42 anni ed era stato espulso più volte dall'Italia perché clandestino.
(Il Corriere del Mezzogiorno) La zona est di Napoli si riconferma crocevia della prostituzione, che il più delle volte coinvolge immigrati clandestini, diventando spesso triste scenario di barbari fatti di cronaca nera. La stazione di Napoli è stata infatti teatro di un efferato omicidio avvenuto alle 2 di questa mattina. Vittima del truce assassinio un transessuale, barbaramente accoltellato in Piazza Garibaldi, nell’area adiacente la stazione ferroviaria. Il cadavere dell’uomo, un tunisino di 42 anni, Taufia R. era comunque privo di documenti, ma è stato riconosciuto da altri trans della zona. Gli stessi hanno riferito che il tunisino è stato ucciso nel corso di una rissa tra extracomunitari per motivi definiti «futili». Secondo le prime indagini effettuate dalla Polizia di Napoli, l’uomo era anche coinvolto in un giro di prostituzione ed era stto espulso più volte dall'Italia per non essere in regola con il permesso di soggiorno. Trasportato al Loreto Mare è morto mezzora dopo il ricovero.

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Certi diritti domani a Mestre.

(Laici libertari anticlericali) Sabato 24 maggio ore 11,30 presso hotel Plaza, viale stazione 36 a Mestre , conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa nazionale di Affermazione Civile, lanciata dall’Associazione Radicale Certi Diritti, volta a supportare legalmente tutte le coppie omosessuali che desiderano richiedere al loro comune la “pubblicazione degli atti” per la celebrazione del matrimonio. L’iniziativa porterà molte coppie gay a presentare contemporaneamente in vari comuni richiesta di pubblicazioni di nozze, con l’obiettivo di innescare i conseguenti atti amministrativi per impugnarli in giudizio con la collaborazione degli avvocati della Rete Lenford.
La forma di lotta ripropone una strada già percorsa in altre nazioni: Canada, Massachusetts e California. Allo stesso tempo è una assoluta novità nel panorama italiano.

Per illustrare l’iniziativa politica e legale interverranno:

  • Francesco Bilotta Docente diritto privato Università di Udine e componente Rete Lenford
  • Clara Comelli Presidente Associazione Certi Diritti
  • Franco Fois componente Comitato Nazionale Radicali Italiani

Per ulteriori informazioni contattare:
Franco Fois 3474192117

www.certidiritti.it

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Il brivido di «farlo» all’aperto. Scambisti del sesso nei parcheggi.

Portogruaro. Quello nuovo della stazione è la meta preferita delle coppie trasgressive che si danno appuntamento in città via internet. Segnali precisi con i fari, poi si cambia partner...
(La Nuova di Venezia e Mestre) Posti per fare sesso con la moglie di un altro in cambio della propria. E’ la moda erotica del momento, ed anche la borghese e signorile Portogruaro conta un paio di posti all’aperto dove va in scena la trasgressione più spinta all’interno delle proprie auto. Piazze, parcheggi nascosti, vie al buio, fabbriche dimesse sono i luoghi più intriganti per appassionati del sesso «a quattro». Tradire è lecito se a farlo è anche il proprio partner. Questa è la filosofia degli scambisti. «Lecito ma soprattutto eccitante», lo definiscono gli esperti di sesso in strada. A Portogruaro sono conosciuti due luoghi. Il più gettonato è un parcheggio di recente costruzione in prossimità della stazione ferroviaria.
Il posto è stato segnalato nei forum di discussione on-line, ed è indicato tra gli abituali frequentatori come uno dei posti che si presta meglio per fare lo scambio di coppia. Nonostante la vicinanza alla stazione, l’ampio parcheggio si trova in una posizione sopraelevata rispetto alla strada principale nella quale le macchine che vi transitano non riescono a vedere cosa succede nel parcheggio. Inoltre è molto appartato con poche luci, nascosto rispetto al contesto urbano. Nemmeno i pendolari e viaggiatori che salgono e scendono dal treno riescono a vedere le persone e le auto che sono parcheggiate lì. Luogo ideale per incontri di questo tipo perché protetto e nascosto da una siepe e da una folta vegetazione che permette agli scambisti un luogo riservato ed appartato.
Un altro è uno spiazzo in prossimità del magazzino di Bergamin. E’ meno frequentato perché in una posizione più scoperta, ma è stato segnalato più volte nei forum di discussione e negli appuntamenti on-line per coppie in cerca di incontri piccanti.
Questi i luoghi, ma per entrare nel girone dei tradimenti di coppia bisogna conoscere bene le regole del gioco. Riconoscersi non è facile, la regola base è questa: farsi gli abbaglianti da tre a cinque volte. Poi la dinamica è sempre la stessa: avvicinarsi lentamente, spegnere i motori poi scendono dalle auto le donne che rimangono ferme ad aspettare di essere reciprocamente «scelte» per il gioco. Dopo l’ammiccamento reciproco avviene lo scambio di partner. Qui le possibilità sono due: possono decidere di fare sesso all’interno di una sola macchina o in due separate. Questo è soggettivo e viene concordato tra le coppie, dipende dai gusti.
Quanto agli orari, anche in questo nulla è lasciato al caso. Ogni posto ha la sua serata «ad hoc». A Portogruaro, nel piazzale vicino alla ferrovia la serata più gettonata è il giovedì sera, dalle 22 in poi. Il posto è frequentatissimo da coppie scambiste e da singoli che voglio fare «il terzo incomodo» e dare una «svolta hard» alla coppia. Ma anche per i singoli ci sono delle regole precise. Strano a dirsi, ma il «sex on the road» è severo dal punto di vista delle regole, pretende un certo linguaggio in codice, se non è rispettato vieni tagliato fuori. Per i single, il segnale iniziale è diverso: fare i fari una volta sola. Poi deve attendere dalla coppia la risposta di accettazione o meno con un reciproco scambio di fari. Ma non è tutto.
La trasgressione tocca anche gli esibizionisti. C’è il boom di coppie che amano farsi guardare mentre fanno sesso nella propria auto. Sono molte le coppie, specie «le novizie» al mondo della promiscuità che nel «parcheggio della stazione» di Portogruaro abbracciano questo tipo di trasgressione e si fanno guardare soprattutto da singoli di sesso maschile. Solitamente, i luoghi del sesso all’aperto dove qualche volta avvengono incontri di gay, sono diffusi soprattutto nelle città più grandi perché la gente si sente meno riconosciuta. Ma nel Portogruarese si parla anche di un parcheggio vicino al casello autostradale di San Stino. Da alcune indiscrezioni sembra sia molto frequentato da coppie e singoli che poi scelgono una stanza d’albergo, ma lo scambismo vero e proprio è solo agli esordi.

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Approvata dalla Camera una correzione della legge sulle discriminazioni sul lavoro motivate dall'orientamento sessuale.

Secondo quanto richiesto dall'Ue d'ora in poi l'onere della prova spetterà al datore di lavoro.
La Camera ha approvato nella seduta del 22 maggio una importante correzione del decreto legislativo 216/2003 in applicaizone della direttiva europea sulle discriminazioni motivate dall'orientamento sessuale 78/2000.
L'emedamento inizialmente proposto dal governo, con ogni probabilità al fine di evitare la procedura d'infrazione UE, comprendeva anche la cancellazione della deroga per le forze armate. Tuttavia la norma in caso di approvazione definitva al Senato correggerebbe la grave distorsione voluta asuo tempo dal governo berlusconi della 14^ legislatura.
Ecco il testo dell'emendamento approvato:
«4. Quando il ricorrente fornisce elementi di fatto, desunti anche da dati di carattere statistico, idonei a fondare, in termini precisi e concordanti, la presunzione dell'esistenza di atti, patti o comportamenti discriminatori, spetta al convenuto l'onere di provare l'insussistenza della discriminazione».
Ora la parola passa al Senato.

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Se anche la sinistra ha paura del gaypride.

Quelli che in campagna elettorale erano sintomi, nel post-campagna elettorale si stanno trasformando in patologia manifesta.
(Andrea Benedino* - L'Unità.) Il gran discutere che si è scatenato nella politica italiana attorno alle volgari e ignoranti dichiarazioni del neo-Ministro alle Pari Opportunità Mara Carfagna sul patrocinio del suo ministero al Pride nazionale di Bologna rischia di far passare in secondo piano un dibattito che invece andrebbe aperto sui limiti del centrosinistra italiano tutto e del Pd in particolare nel parlare apertamente di omosessualità e diritti civili di gay, lesbiche e trans.

Non basta, infatti, definire se stessi soltanto in negativo rispetto a questo governo, nascondendosi dietro il paravento di una destra integralista e omofoba per affermare la propria credibilità su questi temi, quando nella passata legislatura gli unici risultati conseguiti sono stati molte chiacchiere, un po’ di buona volontà da parte di alcuni, ma zero risultati concreti.

Il gran silenzio che c’è stato in campagna elettorale da parte del Pd sui temi etici e sui diritti civili è senz’altro servito a oscurare la diversità di vedute interna al partito su alcune importanti scelte, in primis la legge sui diritti dei conviventi, ma nascondeva anche chiari sintomi di quell’“omofobia interiorizzata” da cui la sinistra italiana non è ancora riuscita a liberarsi e che si estende ben oltre i confini del Pd, avendo contagiato ampi settori della sinistra radicale. Un’“omofobia interiorizzata” simile a quella che porta molti omosessuali a far propri quegli atteggiamenti discriminatori di cui sono essi stessi vittime e che sta alla base della difficoltà a occuparsi efficacemente di questi temi e dell’arretratezza legislativa dell’Italia su questi argomenti e che si poggia saldamente su un conflitto irrisolto tra la sinistra e le battaglie per i diritti civili e la modernizzazione del Paese.

Quelli che in campagna elettorale erano sintomi, nel post-campagna elettorale si stanno trasformando in patologia manifesta, in quel retro-pensiero che in tanti hanno e che qualcuno sta iniziando anche a pronunciare apertamente, secondo cui “occuparsi di froci fa solo perdere voti”.

Qualche giorno dopo le elezioni su Liberazione alcuni operai di Mirafiori, spiegando il loro mancato voto alla Sinistra Arcobaleno, si giustificavano dicendo apertamente che ormai “la sinistra pensa solo a froci e a zingari e non a noi”. Un episodio simile è accaduto pure a me, nella mia sezione del Pd ad Ivrea, all’indomani di una campagna elettorale che mi aveva visto candidato, quando mi sono trovato di fronte autorevoli dirigenti locali che, commentando i risultati, apertamente affermavano che «Se ci fossimo occupati meno di Dico e più di chi non riesce a mettere assieme il pranzo con la cena, forse queste elezioni non le avremmo perse». Qualche giorno fa a Verona, dove si stava svolgendo una manifestazione contro la violenza e il razzismo in ricordo di Nicola, alcuni militanti del movimento lgbt presenti in piazza raccontano che un gruppo di militanti del PdCI, incuriosito dalle bandiere arcobaleno dell’Arcigay, passando accanto a loro commentava in dialetto veneto «No, no, qui oggi i froci non ci sono». E non è un caso che tra le poche dichiarazioni a sostegno del ministro Carfagna brillasse quella dell’esponente del Pd Marco Follini, in buona compagnia della senatrice del Pd Dorina Bianchi che invocava da parte della Carfagna una “tolleranza” verso la manifestazione del Pride che suonava pietisticamente un po’ come “misericordia”, visto che era accompagnata dalla solita critica alla “colorita manifestazione”.

L’impressione è quella di esser riusciti in pieno nella realizzazione del paradosso di aver scontentato in pieno l’aspettativa di diritti degli omosessuali italiani, dando però l’impressione all’opinione pubblica di essercene occupati fin troppo.

Il tema, quindi, non è soltanto quello di come prendere le distanze dalle dichiarazioni discriminatorie del ministro delle Dis-Pari Opportunità, ma è anche quello di come l’opposizione, a partire dal Pd, saprà rendersi credibile nel ricostruire un rapporto solido con il movimento per i diritti di gay, lesbiche e trans nel nostro paese. Evitando di passare per il partito che si schiera a favore dei loro diritti, “ma anche” dalla parte di chi li contrasta, sciogliendo una volta per tutte quelle contraddizioni insanabili tra le sue varie componenti che l’hanno portato negli anni passati all’immobilismo.

La prima verifica di questo atteggiamento passerà inevitabilmente attraverso ciò che accadrà il prossimo 28 giugno con il Pride nazionale di Bologna. Il Partito Democratico, oltre a protestare giustamente con la Carfagna per il mancato patrocinio ministeriale, aderirà ufficialmente alla manifestazione? Farà arrivare agli organizzatori almeno il patrocinio del Governo Ombra? Sarà presente con un’autorevole delegazione, magari guidata dal suo segretario?

Me lo chiedo perché un anno fa già i Ds esitarono non poco nell’adesione e furono quasi del tutto assenti dalla manifestazione e vedo il rischio concreto che, al di là di alcune pregevoli dichiarazioni di sostegno, in primis quelle fatte ieri dall’ex ministra Pollastrini e dalle due ministre ombra Vittoria Franco e Pina Picierno, prevalga nella sostanza dentro al Pd nei confronti di questo movimento un atteggiamento di cauta distanza, quasi che ci si trovasse di fronte più ad una piazza radicale ed estremista che ad una comunità di donne e uomini che rivendicano diritti elementari quali quello all’affettività e alla sicurezza. Si tratta di un errore grave di valutazione che negli ultimi anni ci ha portato a risultati infausti: perseverare nell’errore temo sarebbe, oltre che diabolico, devastante.

*Componente Assemblea Costituente nazionale Pd.

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Suoni dal mondo stasera a Milano con l’Orchestra di via Padova.

L'Orchestra di via Padova

(Panorama) “La verità sta nelle cose che si fanno insieme”. Recita così la canzone che dà il titolo all’album (Tunjà) dell’Orchestra di via Padova, un ensemble di 15 musicisti di nove nazionalità diverse. I tredici brani del cd (distribuito da Universal), che vanno dalle percussioni afro alle ballate dell’est Europa, passando per i ritmi gitani e le contaminazioni funky-blues, verranno presentati dal vivo stasera per la prima volta sul palco dell’Alcatraz di Milano, in via Valtellina. “La musica è un linguaggio e tra linguaggi diversi non è sempre facile instaurare un dialogo”, racconta Massimo Latronico, chitarrista e direttore dell’Orchestra. “Il nostro lavoro è però la dimostrazione che si può trovare un punto di incontro tra persone con sensibilità culture e gusti diversi. Basta aver voglia di confrontarsi e sperimentare”. Il risultato di questa speimentazione è un mix unico e originale di suoni e atmosfere presi da ogni angolo del Pianeta. Come dinostra El Menfi, cavallo di battaglia dell’Orchestra, un pezzo in bilico tra canti dall’Algeria e ritmi disco funky Anni 80.

L ‘Orchestra di Via Padova in concerto

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Napoli. Trans ucciso a coltellate la scorsa notte alla stazione.

(Adnkronos) Un trans, non ancora identificato, e' stato ucciso a coltellate la scorsa notte nella zona della stazione centrale di Napoli. La vittima, di un'eta' tra i 35 e i 45 anni, e' stata soccorsa da un'ambulanza e portata all'ospedale Loreto Mare poco dopo le ore 2 ma e' morta intorno alle ore 2.30.

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Usa: Nuovo no all’omofobia nell’esercito.

(Chiara Rancati) Nel 2003 il presidente Bush aveva elogiato il suo coraggio, che aveva “contribuito in modo diretto alla buona riuscita di importanti missioni in condizioni di estremo pericolo”. Eppure solo un anno dopo il maggiore dell’Us Air Force Margaret Witt era stata sospesa dal servizio senza paga in attesa di giudizio e, infine, congedata con onore. Motivo: fonti anonime avevano rivelato ai suoi superiori che era da anni impegnata in una relazione lesbica con una civile. Un caso come molti, nell’esercito Usa, che però ha avuto mercoledì un finale inaspettato: la Corte d’Appello di Seattle ha annullato il provvedimento, sentenziando che l’orientamento sessuale non è più una condizione sufficiente per decidere l’allontanamento di un militare.

Politica del silenzio – Alla base del contendere c’è la don’t ask, don’t tell policy, ovvero “politica del non dire e non chiedere”, dell’esercito Usa, che proibisce alle persone omosessuali o bisessuali di rivelare apertamente il proprio orientamento, e ai loro comandanti di indagare in proposito. Introdotta nel 1993 dall’amministrazione Clinton, la procedura era una sorta di compromesso tra l’apertura all’arruolamento dei gay promessa in campagna elettorale e il rigido divieto in vigore dai primi anni ’40. “L’orientamento sessuale non sarà una barriera al servizio militare - recitano le linee guida del Pentagono per la sua applicazione – a meno che non si manifesti in condotte omosessuali, ovvero atti omosessuali, dichiarazioni esplicite di omosessualità o bisessualità, o matrimoni o fidanzamento con qualcuno dello stesso genere”. In parole povere, i gay potevano arruolarsi a patto che non mostrassero di esserlo in alcun modo, altrimenti si era subito congedati. Un primo passo avanti rispetto al bando totale, ma ancora ben lontano dal garantire agli omosessuali la possibilità di servire liberamente nell’esercito, come dimostra il fatto che i congedi per motivi di orientamento sessuale continuino al ritmo di 6-700 all’anno (dati Service members legal defence network).

Opinioni contrastanti - Negli ultimi anni, le critiche al don’t ask, don’t tell si sono intensificate, soprattutto a causa del forte bisogno di nuove leve per i conflitti in corso in Iraq e Afghanistan. A dicembre 2007, un gruppo di ventotto generali e ammiragli in pensione hanno ufficialmente richiesto al Congresso di abrogare la norma, citando un rapporto secondo cui i gay sarebbero almeno 65.000 tra i militari in servizio e oltre 1.000.000 tra i veterani. E appena pochi giorni fa, l’8 maggio, in un discorso ai diplomati dell’accademia militare di West Point, l’attuale Capo di Stato maggiore Mike Mullen ha rincarato la dose, sostenendo che “è solo per volontà del Congresso, e non dell’esercito, se è ancora in vigore il divieto di arruolamento per omosessuali e bisessuali”. L’omofobia resta però molto radicata negli ambienti dell’Us Army, come dimostra per esempio la dichiarazione del generale Peter Pace, datata marzo 2007, secondo cui “Gli atti omosessuali sono immorali e non andrebbero perdonati” e quindi “non sarebbe un buon servizio agli stati Uniti una politica che consenta di essere immorali in alcun modo”.

L’ultima decisione - Secondo i critici, la sentenza della Corte d’Appello di Seattle di mercoledì dimostrerebbe che la discussa politica avrebbe i giorni contati. In realtà, i giudici non hanno attaccato direttamente il don’t ask, don’t tell, ma si sono limitati a sostenere che per giustificare il congedo di un omosessuale l’esercito deve dimostrare che la sua presenza sia effettivamente dannosa per la coesione delle truppe e la loro prontezza all’azione, e che il suo allontanamento sia l’unico modo possibile per risollevare il morale del gruppo. “ La Us Air Force – ha scritto nelle sue motivazioni il giudice William C. Canby Jr. – deve dimostrare che l’applicazione della politica è necessaria per soddisfare un interesse governativo imprescindibile, e non si spinge oltre il consentito”. Una pronuncia che, ha spiegato uno degli avvocati del maggiore Witt, obbligherà ogni branca delle Forze armate a giustificare ogni singola applicazione della norma: “In questo modo, molti altri vinceranno cause scontro l’esercito. Che alla fine, speriamo, concluderà che la policy è stupida, ed è tempo di cambiarla”.

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Human Right Watch (HRW) denuncia la mancanza di una legge a tutela degli omosessuali in Turchia.

(Ap) La Turchia deve approvare una legge per tutelare i diritti dei gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (Lgbt) e l'Unione europea deve fare pressioni su Ankara a proposito. E' quanto afferma l'ong per i diritti umani Human rights watch (Hrw), in un rapporto presentato oggi intitolato "Abbiamo bisogno di una legge per la liberazione: genere, sessualità e diritti umani nella Turchia che cambia".
Sulla base di 70 interviste condotte nel corso di tre anni, Hrw rivela come i gay in Turchia rischino di essere "picchiati, derubati, intimiditi dalla polizia e minacciati di morte".
Secondo l'Ong "nella maggior parte dei casi la reazione delle autorità è inadeguata se non inesistente". Il rapporto cita anche il caso dell'Ong Lambda Istanbul, che da oltre 10 anni difende i diritti dei Lgbt nella città sul Bosforo e che rischia di essere chiusa dalle autorità per "incitamento" e "facilitazione" della prostituzione e "violazione della legge sulla moralità". Il caso verrà esaminato dalla Corte civile di prima istanza di Beyoglu il 29 maggio 2008.
"La democrazia significa difendere il diritto fondamentale della gente a essere protetta dalla dittatura dei costumi e dalla tirannia dell'odio", ha commentato Scott Long, direttore del programma Lgbt di Human rights watch. L'Ong riconosce qualche miglioramento nel quadro legislativo turco, ma sottolinea che manca ancora una legge complessiva contro le discriminazioni che rispetti gli standard Ue.
"Questo rapporto indica un settore dove poco o nulla è cambiato nell'ambito del complesso cammino verso l'adesione all'Unione europea", afferma Long. "L'Ue deve includere appieno le tematiche sull'orientamento sessuale e l'identità di genere nel valutare la richiesta d'ingresso della Turchia", conclude.

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Nozze gay in California. Il rebus dei certificati da ristampare.

Via 'Sposo' e 'sposa', ma non cancellando. E l'ora x si avvicina.
(Ap) Il giorno indicato dalla Corte suprema della California nella sentenza che ha autorizzato i matrimoni omosessuali è il 16 giugno. L'ora X si avvicina e, polemiche a parte, c'è almeno un grosso problema irrisolto: i certificati nuziali. L'indicazione attuale, 'Sposo' e 'Sposa', dovrà per forza essere superata. Ma la decisione sulla dizione da adottare non è stata ancora presa. E non basterà una cancellazione all'ultimo momento, visto che i moduli disponibili contengono l'esplicita avvertenza che ogni alterazione li renderà inutili ai fini della legge.

L'unica possibilità è ristampare i certificati, cosa che richiede tempo nonostante la burocrazia più snella di quella italiana. Oltretutto ne occorreranno molte migliaia, considerata l'annunciata invasione di coppie-omo: le nozze gay in Califonia non sono riservate ai soli residenti, come aveva invece previsto il Massachusettes contemporaneamente al via libera nello Stato.

I precedenti (oltre al Massachussetes, il Vermont che certifica le unioni civili tra persone dello stesso sesso) suggeriscono che la scelta cada su 'Parte A' e 'Parte B' per sostituire 'Sposo' e 'Sposa'. Ma è possibile anche Partner invece di Parte, o un riferimento numerico, Uno e Due. Oppure qualsiasi altra forma neutra. La decisione spetta al Dipartimento Sanità pubblica e non è stata ancora presa. Mentre il Family Research Council, custode dei valori della famiglia tradizionale, già tuona: servirà anche un nuovo modulo, ma il certificato per sposi etero deve restare.

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