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giovedì 26 giugno 2008

Tv. Forum è diventato omofobo?

(Spetteguless) "Oggi, nella prima causa della puntata di forum è sono andati in onda i 15 minuti più diseducativi e vergognosi della tv. Una coppia ha 2 figli, di cui uno omosessuale. Il padre se ne vergogna, e vieta all'altro figlio di frequentare il fratello omosessuale, chiedendone addirittura l'affidamento esclusivo nonostante i rapporti tra i due fratelli siano ottimi. La cosa incredibile è che molte persone tra il pubblico hanno dato ragione al padre..."

Ora, io NON HO visto la puntata di oggi di Forum (come sempre, visto che non l'ho MAI fatto...) ma se fosse vero quanto mi ha scritto questo lettore, tutto ciò sarebbe semplicemente ALLUCINANTE!
Le storie di Forum sono FICTION, inventate AD ARTE, pura finzione o comunqe romanzate... se DAVVERO è accaduto quello che denuncia il lettore, vorrei tanto sapere dagli AUTORI del programma cosa cazzo pensavano di tirar fuori da una storia simile, considerando anche l'ORARIO per FAMIGLIE in cui vanno in onda... tutto molto strano poi, visto la presenza della Rita Dalla Chiesa, solitamente MOOOOOOOLTO tranquilla sull'omosessualità... e se qualcuno ha visto la puntata incriminata, andata in onda oggi, e può SMENTIRE o CONFERMARE la storia, che lo faccia pure...

P.S. Il bello è che nel cercare il VIDEO INCRIMINATO mi sono imbattuto in una FINTA STORIA di 2 mesi fa, con... CINZIA BOCCOLOTTI PROTAGONISTA!
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P.P.S A quanto pare la RITONA DALLA CHIESA si sarebbe schierata APERTAMENTE con il figlio omosessuale, facendo alzare TUTTO il pubblico chiedendo CHI E' GAY?, con tanto di DURA sentenza da parte del giudice al padre siculo e omofobo... poi sarebbe partita Madonna e lo studio si sarebbe trasformato nell'Aplheus... oddio ma che cazzo de puntata de Forum me so perso?!? Ma da domattina le registro TUTTE!

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Israele. Senza incidenti e in migliaia al gaypride di Gerusalemme.

(Adnkronos) Con lo slogan "amore libero" migliaia di persone hanno partecipato oggi pomeriggio alla paragata del gay pride a Gerusalemme, che si e' svolta senza incidenti. I manifestanti sono partiti alle 16 dal parco Independence e hanno concluso la marcia al parco Liberty Bell. Un gruppo di attivisti di estrema destra, sostenuti dal sindaco di Gerusalemme Uri Lupoliansky, aveva chiesto di vietare il gay pride, ma l'Alta corte di Giustizia ha respinto l'istanza. Una manifestazione di protesta si e' tenuta in un'area ultraortodossa della citta' con centinaia di partecipanti. Ieri sera in diversi quartieri ultraortodossi sono stati bruciati cassonette della spazzatura per sottolineare il dissenso al gay pride. Questa e' la settima volta che a Gerusalemme si svolge una parata dell'orgoglio gay. Due anni fa l'estremista Yishai Schlissel feri' tre partecipanti a coltellate. Ora si trova in carcere dove sta scontando una condanna a 12 anni per tentato omicidio.

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Critica la Concia per i tagli della Carfagna. Silenzio dai gay di destra che si isolano.

CONCIA: "IL MINISTRO CARFAGNA NON DEVE CEDERE ALLE SPINTE OMOFOBE DELLA SUA MAGGIORANZA".

"Il governo getta la maschera, dice di voler combattere le discriminazioni contro gli omosessuali e, per coprire il buco lasciato dalla cancellazione dell'ICI, taglia 180.000 euro stanziati in favore dell'ISTAT per l'indagine contro le discriminazioni per orientamento sessuale.
La somma tagliata è una inezia per il bilancio dello stato ed è evidentemente un attacco contro gli omosessuali, perché è la prima volta che all'ISTAT viene commissionata una indagine del genere.
Il fenomeno delle discriminazioni per orientamento sessuale va studiato per poter essere compreso.
E' un evento storico che l'ISTAT faccia questo studio: il Ministro Carfagna non deve cedere alle spinte omofobe della sua maggioranza, abbia il coraggio di essere all'altezza delle destre europee, prenda esempio dai Ministri di altri governi di destra, come quelli francesi che esaltano le differenze e non le cancellano, come vorrebbe fare il governo italiano.

Quanto tempo ancora ci metterà la destra italiana a capire che le società aperte ed inclusive generano maggiore ricchezza, rispetto alle società retrograde?"

on. Anna Paola Concia - deputata PD.
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Ndr. Sorprende il completo silenzio dai "gay discriminati solo dalla sinistra" che con questa azione vengono discriminati anche dai loro sodali politici. Se ci siete battete un colpo, o meglio un comunicato, visto che in pratica fate solo quello.

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A Napoli. MaiGay08: la diversità come valore.

(Napoligaypress) Partirà il 30 giugno prossimo la terza edizione di MaiGay, la “rassegna sull’amore e le sue differenze” organizzata come di consueto dal Modernissimo.

La rassegna, che si protrarrà fino al 10 luglio, quest’anno allarga i suoi orizzonti: nella sala videodrome, in particolare, sarà possibile vedere una selezione di cortometraggi dei Teddy Award (in collaborazione con il Goethe Institute), mentre una giornata sarà dedicata a Massimo Andrei con il documentario “Cerasella” e il making of di “Mater Natura“.

Sarà anche l’occasione per rivedere film come “Improvvisamente l’inverno scorso” e “Artù” di Raffaele Piscitelli.

Gli ultimi quattro giorni saranno dedicati a “riflessioni” su altrettanti temi: l’abuso, la transizione (”Breakfast on Pluto“), l’ossessione (”Primo Amore” di Matteo Garrone) e la follia (”Elling” candidato nel 2002 agli Oscar come miglior film straniero).

Ad inaugurare la rassegna due giornate in collaborazione con InsuTv sul tema “Sesso oltre il sesso” che si terranno presso la galleria PrimoPiano a Foria

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La destra e i gay. L’Udc cancella il registro delle unioni civili a Formia e la Carfagna una ricerca Istat.

(River-blog) E’ resistito poco più di un anno il registro delle unioni civili a Formia, cittadina nel sud Lazio. Il neosindaco Michele Forte, ex senatore dell’Udc, reduce da una “bufera giudiziaria”, non ha invitato il Consiglio comunale a revocare il registro cittadino dove coppie di fatto gay e eterosessuali potevano iscriversi. Detto, fatto: lo scorso 18 giugno l’assise ha votato una delibera che ha incenerito lo strumento giuridico. Lo scorso anno il presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso aveva partecipato ad una conferenza stampa a Formia con i consiglieri comunali che avevano proposto la delibera per l’istituzione del Registro delle unioni civili, proprio per sottolineare l’importanza del provvedimento. Immediata, oggi, la reazione di Arci gay Roma: “Si tratta di una decisione molto grave. Il Registro delle unioni civili, quando unito a politiche inclusive, ha un altissimo valore simbolico e contribuisce a migliorare la qualità della vita e a dare dignità alle coppie lesbiche e gay, che in tutta l’area pontina vivono situazioni drammatiche: a Latina lo scorso anno fu incendiata l’auto di una coppia gay e sono molte le persone che ci segnalano episodi di disagio e violenza che si verificano in famiglia o nelle città del territorio. Come è possibile che un’Amministrazione che ha innumerevoli problemi da affrontare, come la dispersione scolastica, la riqualificazione del territorio, l’edilizia popolare, il problema della gestione dell’acqua pubblica, si impegni come primo atto del consiglio a cancellare i diritti delle persone omosessuali?”

I registri delle unioni civili sono ormai usciti dall’agenda politica del centrosinistra. Pardon, del Pd. Forse che il Pd di Veltroni è in altre faccende affaccendato? Sono cose da finocchi, dopo tutto.

Aggiornamento/Neanche la Carfagna, ministra delle non sempre Pari opportunità ha voluto mancare di regalare una carfagnata estiva. A due giorni dal Pride nazionale di Bologna ha infatti cancellato il finanziamento all’Istat per una ricerca nazionale sull’omofobia. La denuncia arriva sempre da ArciGay. “Tra l’altro colpisce il fatto che si ritiri il finanziamento ad un progetto avanzato non da un qualsiasi ente di ricerca, ma dall’Istat, ovvero l’istituzione più autorevole e presitiosa del paese - dice Arci Gay - Alla Carfagna, quindi, non interessa approfondire la materia e farsi finalmente guidare dai dati e dalla realtà sociale ma vuole invece proseguire nel dare di sé un’immagine ben precisa: la Crudelia Demon dei diritti civili italiani. Questa sua decisione è l’ulteriore offesa alla difficile condizione di vita di tante persone che vengono aggredite, insultate, discriminate in tutto il paese come dimostra il dossier sull’omofobia, redatto da Arcigay, acquisito persino dalla Commissione Europea”.

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Al grido di "In fondo omosessuali lo siamo tutti", "Come diventare gay in cinque settimane", un libro di consigli per passare la sponda.

In fondo omosessuali lo ''siamo tutti, chi più chi meno''. Nel libro di Claudia Mauri un percorso in cinque tappe per dire addio alla ''noia'' dell'eterosessualità. Dalle raccomandazioni per non far rimarere stecchite le vecchie zie, ai Paesi dove vivere il 'salto della quaglia'.

(AdnKronos) ''Diciamo la verità: essere omosessuale è fuori moda''. Questo l’incipit di un libro che in un percorso a tappe aiuta a mettere da parte ''il lato noioso'' della normalità assicurando che ''diventare gay si può. Non tutti sono così fortunati da nascerci, ma ci si può arrivare''. Almeno questa è la convizione di Claudia Mauri, autrice dell’ironico e a tratti gustoso ‘Come diventare gay in cinque settimane’ (manuale per lui e per lei, edizioni Melampo, pp. 160, euro 12).

E in effetti a sentire il racconto di matrimoni scontati, con tanto di viaggi di nozze faticosi e porcellane che saltano dai tavoli insieme a una patologica assenza di fantasia, qualche dubbio sulla bontà del solito menage etero può pure nascere. Non va meglio se sei divorziato, o meglio ''sfigato. E’ come se avessi comprato dei calzari tipici nel tuo viaggio in Mongolia e ti fossi accorto a casa che non ti vanno. Non potevi fare più attenzione quando li hai scelti?''.

Ecco che per trovare una scappatoia alla corda della normalità che conduce al ''sedimentato baratro delle relazioni sociali'', la migliore soluzione ''per riscattarsi'' è diventare gay. Una strada che secondo la Mauri non è poi così solitaria: in fondo omosessuali lo ''siamo tutti, chi più chi meno''.

Anche se proprio tutto, dalle divisioni tra maschietti e femminucce all’asilo delle monache ai condizionamenti familiari, film compresi – ad accezione di ‘Brokeback Mountain’ – contemplano sempre un lui e una lei di mezzo. Si può restare così e accettare gli svantaggi, troppi! dell’eterosessualità o armarsi di buona volontà per scoprire quell’altra sponda che, nella maggior parte dei casi, non è poi così lontana.

Togliendosi le bende della banalità, si potrebbe entrare nella comunità gay, ''il popolo della diaspora dell’età contemporanea''. Perché nel campo della vita quotidiana i ‘finocchi’ sono ovunque, l’omosessualità ''è l’E-Mule delle proprie vite, un programma di life sharing''. Rimorchio e coming out sono le parole d’ordine per la 'liberazione'. A patto che lui accantoni la lotta greco romana e lei, in vena di svolte più o meno saffiche, non passi proprio tutto il tempo a chiacchierare di french manicure.

Insomma, anche per diventare gay c’è una strada da fare. Non a caso il libro si propone come manuale pratico e operativo. Un viaggio di cinque settimane verso i prodromi dell’omosessualità, dove non mancano consigli e raccomandazioni anche per non far rimarere stecchite le vecchie zie bigotte al momento delle rivelazioni di genere.

Accompagnano il lettore due ex-etero, Bruce e Diana, che ''faranno per noi il salto della quaglia e cambieranno campo, squadra…''. I primi sette giorni sono dedicati a portamento, gesti e abbigliamento; la seconda settimana all’attività professionale, la terza all’arte della seduzione gay. La quarta e la quinta al coming out con amici e familiari. In modo che termini come culo o frocio possano progressivamente scemare anche in casa vostra, sostituiti da gay, ma pronunciati con il nome Guy.

Certo, in alcuni Paesi del mondo ''vi faranno la pelle senza troppe cerimonie'', ma esistono anche degli ecosistemi idonei come Spagna, Olanda e pochi altri: ''Basta migrare nella stagione opportuna, come i passeri dalla chioma bianca. Per il resto, la vostra vita sarà perfetta''. E allora? ''Chiudetevi in bagno, nello stanzino, in garage, sprofondate la testa in un cuscino, infilatela in un secchio o andate sul balcone e gridatelo: forse sono gay. Bravi''.

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Ravello, un festival lungo quattro mesi. E Sorrento risponde con la settimana gay.

Ravello Festival

(Panorama) Un punto d’onore il festival di Ravello già ce l’aveva: quello di essere - dopo il Maggio musicale fiorentino - il secondo festival più antico d’Italia. Da quest’anno ne ha anche un altro: è diventato il festival più lungo d’Europa. Rispetto alle edizioni precedenti, infatti, nel 2008 il calendario è raddoppiato: da giugno a ottobre la cittadina, gioiello della Costiera amalfitana, ospiterà centoquarantatré appuntamenti artistici e culturali, in cui oltre ottocento artisti saranno chiamati a declinare il tema della diversità.

Il sipario si apre venerdì 27 giugno con un concerto inaugurale al Belvedere di Villa Rufolo: il Maestro Eduard Zilberkant dirigerà l’orchestra filarmonica di Praga offrendo al pubblico musiche di Antonio Vivaldi, Johannes Brahms, Antonin Dvoràk, e di compositori meno noti come Askell Masson e Jacob Ter Veldhuis. Ospite d’onore della serata, la percussionista Evelyn Glennie.
Nello sterminato programma, ci sono alcune chicche da segnalare. Il 30 agosto, nella Sala dei Cavalieri di Villa Rufolo, l’incontro con Andrea De Carlo, recentemente tornato nelle librerie con il romanzo Durante (pubblicato da Bompiani), che per l’occasione imbraccerà la chitarra e insieme al percussionista Arup Kanti Das darà vita a una performance musicale. E poi il recital Lettera di Lord Chandos (4 settembre), all’interno della rassegna Passeggiate musicali – Musica e poesia nel giardino di Klingsor, che vedrà in scena Toni Servillo accompagnato dal pianista Antonio Ballista; il concerto di Uto Ughi (6 settembre), che si esibirà insieme alla Wiener Kammerorchester con il suo violino ma anche nelle vesti di direttore d’orchestra. Non mancherà nemmeno il Concerto all’alba, diventato ormai l’evento clou della notte di San Lorenzo (tra il 10 e l’11 agosto) - a suonare alle quattro e mezza del mattino, mentre il sole sorge su Ravello, quest’anno saranno i musicisti della Nuova Orchestra Scarlatti diretti da Aurelio Canonici.
Musica, letteratura, teatro ma anche cinema, enogastronomia e molto altro ancora: come dice il presidente della Fondazione Ravello Domenico De Masi: “Il cartellone, che prevede ogni giorno uno o più spettacoli, si presenta all’insegna della varietà, della polifonia, della qualità, della coesistenza del classico e delle forme d’arte sperimentali. Sono in programma eventi particolari e ricercati e altri che prestano attenzione al grande pubblico”. A ciascuno il suo: il calendario completo è scaricabile in formato pdf dal sito del Ravello Festival.
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Il Golfo di Sorrento, la nuova meta del turismo gay europeo.
(Napoligaypress) Al grido di “Se tutto ciò che hai visto fino ad ora pensavi fosse divertente allora non hai visto nulla”, la compagnia di viaggi virtuale TravelGay mira a far diventare Sorrento la nuova meta del turismo gay italiano così come Torre del Lago e al pari delle mete internazionali di Ibiza, San Francisco, Cuba e Las Vegas.

Sorrento Gay 2008 (dal 6 al 13 settembre) ha tutte le carte in regola per essere considerato l’evento europeo più “in” dell’estate 2008. Nello scenario della costiera amalfitana, nel cuore del golfo di sorrento, una settimana ricca di appuntamenti: party sotto le stelle, barbecue sulla spiaggia e il classico bagno di mezzanotte con ragazzi e ragazze provenienti da tutte le parti del mondo!

8 giorni (che inzieranno con una serata di speed dating per rompere il ghiaccio e termineranno con un Drag Show favoloso) in un resort tutto per i “villeggianti” (Il villaggio “Nettuno” nella baia di Nerano) con spiaggia privata (“La Caletta”).

Previste inoltre escursioni a Napoli e a Capri. E poi ancora tanta animazione, musica e centinaia di ragazzi e ragazze da incontrare, conoscere e divertirsi insieme…

Prezzi a partire da 450 euro (trattamento di mezza pensione). E per gli iscritti alla comunity BeMen, la possibilità di acquistare il pacchetto di 8 giorni ad un prezzo speciale.

Per info viaggi@travelgay.it | travelgay.it

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Christian sex and porn. Il sesso spinto e la parola di Dio.

(Tex era gay) Vengo a conoscenza di questa associazione(?) 'Sex in Christ' che in pratica tenta una codifica del sesso spinto inquadrandolo nelle ingarbugliate regole della parola di dio. Una cosa molto veltroniana e perversamente interessante. Naturalmente il tutto non esula dalla pura coppia etero sposata ed in amore. Vediamo alcuni esempi: il sesso orale, da lei a lui, si può fare, ma attenzione alla 'necessity of swallowing'. Per non offendere il vecchietto nei cieli è vietato sputare il liquido seminale al termine del lavoretto. Bisogna sempre trangugiare. Riportano per l'occasione l'episodio biblico di Onan che sprecò il suo seme e fece incazzare non poco the Lord.
Il sesso anale: si può fare e non è affatto innaturale o sporco. Molto indicato prima del matrimonio per lasciare tutto intatto, ma anche dopo ci si può fare tranquillamente il pensierino, sempre con amore. Anche qui citazioni bibliche a manetta: dalle Lamentazioni: 'E le vergini di Gerusalemme piegarono la loro testa al suolo' (si misero a novanta gradi per prenderlo in quel posto, secondo i Nostri, però senza tanto amore secondo me).

Vogliamo parlare del menage a trois? Anche la cosetta a tre (il threesome) si può fare, ma è un po' più complicatuccio perché ci sono i pericoli dell'adulterio in agguato. Ma senza scoraggiarsi, se la seratina è quella giusta basta seguire queste poche regole: la cosa a tre significa esclusivamente un uomo e due donne, e basta. Chiaro? La coppia deve essere sempre quella sposata di prima. La seconda donna può essere sposata o non sposata. Può avere sesso con l'altra donna (la moglie di lui) a suo piacimento, perché le lesbiche, leggendo bene le scritture, non sono affatto un problema per dio. Se la seconda donna non è sposata può fare quello che vuole, l'uomo la può anche inchiappettare qua e là previo consenso della propria moglie presente. (Ma l'amore?) Se la seconda donna è invece sposata, può lesbicare solo con la moglie di lui, ma lui non solo non può toccarla ma non può neanche avere pensieri peccaminosi nei suoi confronti. Cioè mentre questa se ne sta nuda con le chiappe all'aria lavorandosi la mogliettina, lui deve ignorarne l'esistenza e concentrarsi unicamente sulla moglie e facendo attenzione a non toccare l'ospite neanche per sbaglio. Mi scusi signora può spostare un attimo la lingua? Vorrei procedere con una pecorina ma senza rischiare di coinvolgerla, grazie tante.

Ce n'è per tutti gli argomenti, viagra, sadomaso, depilazione, fisting, e anche per i sempiterni segaioli, che immagino ingrossino le fila dell'organizzazione. Ebbene la masturbazione non è peccato anzi è una benedizione. Riammollano la citazione di Onan, ma questa volta rigirano la frittata e contraddicendo quanto imposto prima alle povere ingoiatrici per forza, sostengono che dio quella volta non s'era incazzato perché Onan s'era spippolato ma perché questi aveva disobbedito all'ordine di ingravidare la moglie di suo fratello. Era il coitus interruptus il pomo della discordia, non la sega in sé. Scatta poi la polemica che ha associato storicamente il termine onanismo alla pratica masturbatoria, quando invece doveva essere associato per correttezza al cosiddetto salto della quaglia o del leone.
Insomma una lettura interessante anche se piena di divertenti contraddizioni, ve la consiglio, io vado a fare le mie preghierine della notte. Se non siete ancora paghi, beccatevi questi altri fenomeni con tutti i loro video e i dibattiti sul tema: xxxchurch.com.

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Miami a luci rosse. L'ultima fermata del bus-bordello.

Giro di vite della polizia: arrestata la proprietaria del bordello a 4 ruote.
(La Stampa) Il tour del sesso per le vie di Miami è finito ieri sera. La polizia, infatti ha messo bloccato il percorso del "bordello mobile", un elegante autobus dai vetri opachi carico di donne che offrivano ai passeggeri diversi servizi sessuali. I clienti pagavano 40 dollari per salire sull’autobus, in cambio di alcol gratuito e della compagnia di alcune donne pronte ad effettuare spogliarelli, lap-dancing e sesso orale in cambio delle corrispondenti tariffe. L’autobus è stato bloccato a South Beach, una delle aree di Miami più vivaci della notte, da alcuni detective in borghese che sono saliti sull’autobus fingendosi clienti. L’organizzatrice del "bordello mobile", Christine Morteh, 29 anni, è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione e attività commerciali di vario tipo (collegate al bus) senza la necessaria licenza. La retata ha portato anche all’arresto di 75 persone tra prostitute e clienti.

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A Lubjana violenze al gaypride. Slovenia un paese a democrazia limitata?

(Queerway) Il Gay Pride è una vera forma di democrazia, o almeno dovrebbe esserlo. Ancor di più, però, è un segnale di democrazia.

Una nazione, un governo, una democrazia che hanno paura di una manifestazione pacifica non possono dirsi pienamente democratici. C'è poco da fare, un paese che non può garantire la libertà di manifestare e la sicurezza di farlo ai propri cittadini, omosessuali o etero che siano, non può considerarsi un paese libero.
I politici, forse anche giustamente, se hanno paura del gay pride è perchè non sanno dare risposte a quella realtà che sfila festosa per le strade delle città e soprattutto i politici che, oltre ad essere intimoriti da questa manifestazione, non sanno garantirne il libero e sicuro svolgimento non possono garantire nemmeno il sereno vivere della società tutta.

Questo vale sempre e, ancor di più, quando si parla di realtà particolari e democrazie giovani come quella Slovena. Sabato scorso (21 giugno) era previsto per le strade di Lubiana l'ottavo Gay Pride Nazionale. Al motto di "Cutim Slovenijo" (I feel Slovenia) avrebbero sfilato pacificamente centinaia, forse migliaia, di persone. Lo slogan della manifestazione è stato scelto perchè spesso la comunità GLBT slovena non avverte la propria nazione tanto emozionante, compassionevole, gentile, amorevole e ottimista quanto lo stesso governo vorrebbe far credere. Gli omosessuali e i/le transessuali sloveni sentono spesso un pesante clima di discriminazione, omofobia, violenza e inequità circondati spesso da silenzio e paura. Sentirsi Sloveni a pieno titolo quindi, ancor prima di sentirsi omosessuali.
Sfortunatamente, però, attorno agli eventi del Gay Pride sono accadute cose che hanno tristemente confermato queste sensazioni. una preoccupante serie di attacchi ai partecipanti al Gay Pride che, seppur isolati nelle modalità, non possono essere considerati come fatti sporadici ma frutto di una cultura del disprezzo che in Slovenia è ancora predominante, purtroppo anche tra i giovani.

Il primo attacco, ai danni di una ragazzo, è accaduto proprio a ridosso della manifestazione. Due ragazzi hanno attaccato a malmenato un ragazzo ferendolo al volto e stappandogli la T-shirt del Pride gridando insulti contro i "froci". Il secondo attacco, a poca distanza dal primo: tre uomini al grido di "Hanno la maglietta, sono froci!" hanno aggredito un altro ragazzo che aveva appena partecipato alla manifestazione colpendolo ripetutamente e strappandogli di dosso, anche stavolta, la maglietta del Pride.
Nella serata, poi, ci sono stati ancora due assalti distinti vicino al locale K4 Club. Nel primo è stato aggredito un altro ragazzo mentre nella seconda aggressione è stata presa di mira una coppia che è stata brutalmente malmenata al grido di "dannati froci".

Gli episodi di violenza di sabato scorso, purtroppo, sono solo gli ultimi in ordine temporale di una brutta escalation che ha investito la Slovenia negli ultimi anni. Le aggressioni ai danni di omosessuali e transgender sono aumentate notevolmente anche se la maggior parte di queste non viene nemmeno denunciata da parte delle vittime che hanno paura che si faccia pubblicità al loro orientamento sessuale. Un circolo viozioso di eventi che non fa altro che accentuare la spirale di violenza e l'inattività politica nei confronti della minoranza GLBT.
Proprio a seguito delle ultime aggressioni gli organizzatori del Gay Pride di Lubiana hanno rivolto un appello pubblico perchè i politici per primi prendano in seria considerazione i fatti accaduti negli ultimi tempi ai danni di persone omosessuali e trovino soluzioni urgenti ed immediate.
L'appello è rivolto a tutte le singole istituzioni slovene perchè condannino ufficialmente le aggressioni subite dai partecipanti al Gay pride e perchè risondano ad una serie di domande:

  • Al Presidete della Slovenia, Danilo Türk:
    Che misure intende prendere per interrompere questa violenza?
    Come intende gestire l'aumento dell'omofobia nella società?
  • Al Primo Ministro sloveno, Janez Jansa:
    Come intende assicurare la sicurezza delle persone che vivono in Slovenia?
    Quali concreti e sistematici interventi intende proporre e mettere in atto per ridurre il livello di intolleranza della società slovena compresa l'omofobia?
    Che cosa intende fare perchè la polizia possa essere in grado di identificare la violenza omofoba e perchè sia perseguibile in modo efficiente come tale?
  • Al presidente dell'Assemblea Nazionale, France Cukjati:
    Il livello di odio verso gay e lesbiche in Parlamento è alto, come si può vedere in diversi dibattiti parlamentari. Siamo certi che questo influenza l'omofobia nella società, e anche gli attacchi omofobici.
    Che cosa intende fare per eliminare le espressioni di odio da parte del Parlamento?
  • Al Sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic:
    Cosa intende fare perchè le aggressioni non si verifichino di nuovo?
    Che cosa intende fare per rendere Lubiana piacevole, tollerante e sicura come ha dichiarato alla Pride Parade?
Inoltre gli organizzatori rivolgono un appello a tutti per adottare misure mirate ad evitare l'odio e la criminalità.

L'appello è esteso anche a livello internazionale a tutti i singoli cittadini che considerano gli attacchi contro le persone omosessuali come un crimine e che considerano l'omofobia una violenza da debellare dalla società. Per questo rivolgono un appello a firmare una petizione on-line contro la violenza omofobica alla quale hanno già aderito migliaia di persone da tutt'Europa. Inutile sottolineare l'importanza di tale sottoscrizione: homofobija08.

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Tendenze sessuali nell'estate 2008. Vacanze con scambio di coppia. Il video.

Due cronisti di Repubblica tv hanno pubblicato sul web un annuncio-esca per incontrare il popolo dei privé. Trasgressione, la nuova frontiera.
"È solo sesso", la risposta più frequente. Niente a che vedere con crisi nei rapporti.
(Valeria Teodonio e Fabio Tonacci) Coniugare il piacere di una vacanza col piacere della trasgressione. Ecco la nuova tendenza degli scambisti italiani: organizzare le ferie insieme, attraverso le decine di siti di annunci dedicati alle coppie che vogliono provare lo swinging, lo scambio dei partner. Uno dei portali più popolari, Annunci69. it, è diventato quasi una agenzia di viaggi: c'è Furbetta, 42 anni, romana, professoressa: insieme al marito propone agli interessati un incontro in Tunisia a fine luglio. Miki e Lucy, calabresi, cercano una coppia per dividere l'appartamento prenotato a Ferragosto a Formentera. Un modo per uscire dalle solite mete dei villaggi naturisti. Ma il fine è sempre lo stesso: sesso a quattro, per non lasciare la trasgressione a casa durante le ferie.
Ci siamo finti scambisti per una settimana. Il nostro annuncio-esca su internet ha avuto più di 7 mila contatti. Abbiamo conosciuto decine di coppie, su internet, nei locali per scambisti e nei parcheggi. Secondo la Federsex, l'associazione che riunisce i 200 club privé italiani, sono 500 mila le coppie che nel nostro paese praticano lo scambio, il 5% del totale. Un dato parziale, perché non include le persone che si incontrano in privato.

Come Sara e Andrea, sposati con figli piccoli. Li contattiamo perché cercano una coppia con cui passare il Ferragosto a Formentera. L'incontro avviene in un autogrill a Napoli: "Il sabato organizziamo serate con 4-5 coppie a casa nostra - racconta Sara, 36 anni, commerciante - mettiamo a letto i bambini e facciamo giochi erotici con le carte. Chi perde paga "pegno"".

Giancarlo e Susy, fidanzati di Bergamo, parlano della gelosia: "Non c'è, siamo sicuri l'uno dell'altro. È solo sesso. La nostra relazione non è stanca né monotona". Sfatato quindi il mito dello scambismo praticato per rinverdire la passione. Lo dimostra il fatto che tante coppie incontrate sono "irregolari", quindi, si suppone, con una vita sessuale appagante, anche se non ufficiale.

Lo scambista tipo è colto e benestante, l'età media è di 35 anni per lei, 43 per lui. La conoscenza ormai avviene in prevalenza attraverso la rete, anche se resistono luoghi di incontro come i parcheggi all'aperto (solo a Roma 70) e i club privé. In uno di questi, Silvio e Carlotta, sposati, di Roma, entrambi over 50, ci mettono però in guardia dalle cosiddette coppie "pilota", in cui lei è una prostituta pagata dal locale. L'inchiesta-video (vedi sotto) , con le interviste alle coppie e il viaggio all'interno di un club privé, trasmessa oggi alle 11.30 su RepubblicaTv.
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Gianni Cuperlo. Quei fratelli coltelli del Pd.

Ha attaccato la leadership del Pd e ora è il sorvegliato speciale dai big del partito. E fa mea culpa: "Se i dirigenti sono sempre gli stessi è colpa dei giovani che non sono emersi".
(Colloquio con Gianni Cuperlo - L'Espresso) Una nuova generazione al potere? Gianni Cuperlo, sorvegliato speciale dai big del Pd dopo il suo attacco alla leadership, cita il poeta Umberto Saba, triestino come lui, per descrivere il male oscuro del partito. "Nel '45 disse che il problema dell'Italia è che non siamo fondati sul parricidio, ma sul fratricidio. Invece di allearci per uccidere il padre ci facciamo fuori tra noi. Con l'aggravante che in politica, spesso, i fratelli tendono a mettersi d'accordo con il padre per far fuori gli altri fratelli, i loro coetanei".

Sembra il racconto della vita interna dei Ds ieri e del Pd oggi. Veltroni e D'Alema eternamente contro e a galla e voi 'giovani' eternamente emergenti...
"Sia chiaro: se la foto di gruppo dei dirigenti negli ultimi quindici anni non è cambiata la colpa non è di quelli che sono rimasti, ma di quelli che non sono emersi. È nostra".

Cosa dovreste fare ora per recuperare il tempo perduto?
"Non dobbiamo avere paura di misurarci con il confronto e anche con il conflitto di idee, di opinioni, di culture. Nel mio vecchio partito, dopo lo scontro del '94 tra D'Alema e Veltroni per la successione a Occhetto, si è coltivata la rimozione del conflitto. Credo che nel Pd dobbiamo superare questa ideologia dell'unità, la mitologia dell'unanimismo che ci ha impedito di confrontarci e di crescere. L'unità è un risultato cui approdi alla fine, non puoi avere paura, sopire, impedire, inibire la formazione del nuovo soggetto".

È quello che sta succedendo nel Pd?
"All'ultima assemblea ho ascoltato tanti interventi, del tutto condivisibili. Solo che se chiudevi gli occhi avresti potuto tranquillamente collocarli nel 2001, sette o otto anni fa. Dopo la sconfitta del 2001 non abbiamo fatto quello che ha fatto in Inghilterra il New Labour. Tra il 1979 e il 1997 sono passati diciotto anni, un'intera generazione: alla fine il Labour è tornato al governo con Blair, ma era un partito completamente diverso. Noi questo rinnovamento profondo non l'abbiamo compiuto. Perfino il Pd è stata vissuto dai gruppi dirigenti come una scelta inerziale. L'idea più coraggiosa e radicale che abbiamo concepito è stata gestita con gli strumenti dell'ordinaria amministrazione. Questo ci dice che il rinnovamento non è un problema solo generazionale. Ci sono persone che sono molto più libere di pensare anche se più anziane. Serve una nuova leadership collettiva".

Leadership collettiva sa di scorciatoia per non affrontare di petto la questione del cambio del leader, del segretario...
"Franceschini dice che Veltroni sarà il candidato premier anche nel 2013 e io non ho nulla in contrario. Anzi, lo ripeto per l'ennesima volta: alle elezioni del 13 aprile senza Veltroni saremmo stati travolti. Ora però Veltroni e gli altri dirigenti devono aiutare il Pd in questo processo. Devono far uscire allo scoperto idee, proposte, suggestioni, rigenerare le cellule di questo corpo che sta male perché ogni sconfitta è dolorosa, ma senza letture consolatorie".

Qual è il rischio, altrimenti?
"Il rischio è che il Pd non trovi una ragion d'essere che ne giustifichi l'esistenza. Non possiamo fare un partito che si adatta come una coperta sulla società italiana, sulle sue pieghe e sulle sue colline. Non dobbiamo solo dare una rappresentazione, dobbiamo dare una rappresentanza a un popolo. Altrimenti il progetto fallisce".

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Di Pietro: Io icona gay? Sono un tombeur de femme non de homme.

Omosessuali sono uguali a tutti gli altri.
(Il Corriere della Sera) «I miei errori di grammatica e sintassi a volte sono reali, altre no. Lo faccio apposta». Lo dice il leader di Idv, Antonio Di Pietro a Klauscondicio, la serie di interviste web condotte da Klaus Davi, poi a proposito della legge anti-intercettazioni afferma: «Passerà sicuramente, perchè coinvolge trasversalmente persone di entrambi gli schieramenti» eriferito ai medici della milanese 'clinica degli orrorì: «Tanti medici, se dimostrato, dovrebbero essere puniti facendogli fare i barellieri. Lo stesso vale per i parlamentari: se condannati non devono fare più i parlamentari, anzi li metterei a staccare tutti i loro manifesti che ci sono nelle città».

GAY - «Non ho mai ricevuto avance da un gay. Io sono un tombeur de femme non un tombeur de homme». Così Di Pietro commenta poi gli apprezzamenti che gli sono arrivati dal popolo degli internauti omosessuali. «Ci tengo a precisare - ha aggiunto l’ex pm - che per me gli omosessuali sono diversi solo sotto l'aspetto dei desideri sessuali, per il resto sono uguali a tutti gli altri. Comunque l`attestato di stima non può che farmi piacere».

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Denuncia dell'Arcigay romana: "Il Comune di Formia cancella il registro. Decisione gravissima".

La nuova giunta di centrodestra di Formia (Latina), a poche settimane dall'insediamento, ha cancellato la delibera che istituiva il Registro delle Unioni Civili. "Si tratta di una decisione molto grave - ha detto Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma e Lazio - il Registro delle unioni civili, quando unito a politiche inclusive, ha un altissimo valore simbolico e contribuisce a migliorare la qualità della vita e a dare dignità alle coppie lesbiche e gay, che in tutta l'area pontina vivono situazioni drammatiche". Marrazzo ha aggiunto che "a Latina lo scorso anno fu incendiata l'auto di una coppia gay e sono molte le persone che ci segnalano episodi di disagio e violenza che si verificano in famiglia o nelle città del territorio. Come è possibile che un'Amministrazione che ha innumerevoli problemi da affrontare, come la dispersione scolastica, la riqualificazione del territorio, l'edilizia popolare, il problema della gestione dell'acqua pubblica, si impegni come primo atto del consiglio a cancellare i diritti delle persone omosessuali?".

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Bologna. Gaypride, il Pd manda il ministro ombra. Assente quello "penombra".

Gli organizzatori ora premono su D´Alema: "Aderisca almeno Red".
(Micol Lavinia Lundari - La Repubblica, edizione di Bologna) Quello che chiedono tutti, indistintamente, è che finalmente si torni a parlare dei temi portanti del Pride nazionale che sfilerà sabato a Bologna, i diritti civili di omosessuali e trans: lo fa Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, lo fanno esponenti del centrosinistra. Ma è proprio Mancuso, allo stesso tempo, ad alimentare il fuoco della polemica e a riportare la discussione su un piano politico: il Pd bolognese ha dato da tempo il suo appoggio alla manifestazione, mentre da Roma tutto tace.
A due giorni dall´evento inizia la conta dei sostenitori ufficiali. Seguendo la linea della Provincia, anche la Regione in parte si smarca, scegliendo di dare il patrocinio a singoli appuntamenti (come dibattiti e iniziative) ma non alla manifestazione nel suo complesso: come mancherà sabato il gonfalone di Palazzo Malvezzi, così non ci sarà il simbolo di viale Aldo Moro. Ma è un´altra assenza a pesare di più: lamenta Mancuso che una posizione ufficiale del Partito democratico nazionale non sia ancora arrivata. Condizione strana, «visto che dal 1994 a oggi i Democratici di sinistra ci hanno sempre sostenuti, e ora il Pd si trova ad essere l´unico partito di opposizione, e per giunta opposizione parlamentare, a essere rimasto in silenzio». Un silenzio che per il presidente di Arcigay sta diventando assordante e colpevole. «Sia chiaro, noi non abbiamo chiesto adesioni formali ai partiti quest´anno perché vogliamo parlare dei diritti civili, delle nostre battaglie, senza indossare bandiere politiche. Il movimento gay non può essere strumentalizzato, né da sinistra né da destra». Eppure richiama in maniera ufficiale il partito di Walter Veltroni ad appoggiare la manifestazione e trascina nel dibattito anche la neocorrente dalemiana Red, prendendo a prestito un motto morettiano: «Massimo D´Alema adesso si dice ancora più di sinistra. E allora dica davvero qualcosa di sinistra», dica sì, in sostanza, al Pride 2008.
Tace il vertice del Pd nazionale, ma di qualche voce (distinta, singola) arriva eco fino a Bologna. Sono la deputata Paola Concia e il ministro-ombra per le Pari opportunità Vittoria Franco a voler smorzare i toni della polemica e a tentare di riportare la discussione sui binari giusti. «Ma quale silenzio assordante», commenta a caldo Concia. «Il Pd nazionale sarà presente a Bologna, io e Vittoria Franco ne siamo le rappresentanti istituzionali.
L´adesione del Partito democratico c´è, eccome se c´è. Di queste polemiche non si sente davvero il bisogno, soprattutto in una città come Bologna che accoglie questo evento come dovrebbe avvenire in tutta Italia. Stiamo portando avanti una battaglia che con il Governo di oggi si preannuncia lunga e difficile: non dobbiamo dividerci, dobbiamo aiutarci». Della stessa opinione anche il ministro-ombra Vittoria Franco: «Bizzarra davvero la posizione di Aurelio Mancuso. Il Pd nazionale sarà a Bologna perché nel nostro manifesto di valori è compresa l´importanza della lotta per i diritti di tutti».
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La destra gay. "Er penombra" offeso a Bologna non ci va. Ma i gay moderati saranno comunque presenti.
(Redazione) Niente di più azzeccato da parte della Mussolini mettere L'Oliari, a fare il Ministro delle pari opportunità del Governo penombra da lei inventato in un momento di difficile digestione sia del governo vero e proprio (che la vede fuori) che del governo ombra messo in piedi da Veltroni. Niente di più azzeccato dicevamo perchè ogg,i l'Oliari, nella rete è chiamato dal popolo gay "Er penombra" così come Rutelli è sopprannominato "Er cicoria" dalla sinistra.
Così l'Oliari furioso non va a Bologna perchè a sentir loro, quelli di GayLib, si sentono discriminati dalla sinistra. Sarà anche così, non c'è motivo per dubitarne anche se, francamente questa è una storia che va avanti da anni e lascia particolarmente perplessi il silenzio dei sedicenti gay liberali e di centrodestra dopo la durissima nota contro di loro rilasciata dall'Arcigay. Comunque, sotto sotto, l'Oliari una speranza ce l'ha ancora, quello di essere invitato sul palco tra gli oratori della manifestazione anche se, dopo le parole di Aurelio Mancuso contro i gay di destra, rischia di prendersi una piogggia di fischi e pernacchie dai manifestanti.

Intanto giunge notizia in redazione che un gruppo di gay milanesi moderati, e che si richiamano al centro dello schieramento politico ed al Pdl, parteciperà al gaypride di Bologna in forma assolutamente privata non essendo attualmente un gruppo legalmente rappresentativo di nessuna associazione o gruppo politico. Annunciandoci altresì di aver convenuto con dei collaboratori del Sindaco Moratti e con la zona 6, sempre di Milano, di intitolare un parco a Pier Paolo Pasolini. Un piccolo passo avanti in un dialogo tra i gay milanesi e l'amministrazione comunale. Come si dice: c'è chi chiacchera e chi fa...

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Riammessa all'insegnamento Madameweb, la pornoprof di Pordenone.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Buongiorno, sono Anna Ciriani la "Sexyprof" di Pordenone, sospesa dall'insegnamento per il filmato finito in rete dopo la mia visita alla fiera di Berlino in ottobre 2007.
Il 25 giugno sono stata riammessa nel mio ruolo di docente, dal preside che il 23 novembre mi aveva sospesa dalla scuola in cui insegnavo, cioè il CTP, Centro Territoriale Permanente della Scuola Media di S. Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone. Il Consiglio di Disciplina del personale docente della scuola media di 1° grado, del Provveditorato di Pordenone (una commissione scolastica interna che ha giudicato il mio caso), mi ha irrogato la sanzione disciplinare di 6 mesi di sospensione dal servizio, che ho già scontato in quanto è da 7 mesi che sono sospesa dal lavoro e la sanzione è retroattiva.Premetto che nonostante il mio reintegro a scuola, sono rimasta profondamente delusa per una sanzione che trovo eccessiva, soprattutto se la paragono ad altri provvedimenti presi in occasione di episodi di cronaca, ben più gravi, con docenti che hanno commesso dei reati penali a scuola, accusati di pedofilia o atti osceni con i propri alunni, risolti nel silenzio, con sospensioni dal servizio anche molto brevi. Ritengo ingiusto che io abbia pagato così a lungo, per un fatto avvenuto nella mia vita privata e al di fuori del mio lavoro. Io, a scuola, sono sempre stata professionale e morigerata nel comportarmi e nel vestire.Agli studenti ho sempre trasmesso tutta la mia preparazione e la mia educazione. Ritengo che sia più nociva l’azione di un docente poco preparato o che toglie autostima e sicurezza ai ragazzi con il sarcasmo, la mancanza di sensibilità o di obiettività di giudizio.Ai miei alunni non è mai interessato ciò che faccio al di fuori delle mie ore di lavoro.Tuttora, quando mi incontrano, mi salutano con grande rispetto e gratitudine. Ho sempre cercato di insegnare la necessità di un profondo rispetto per la libertà altrui e la tolleranza nei confronti di tutti. Quanto accaduto a Berlino esula da tutto questo, perché riguarda esclusivamente la mia vita privata. Gli orientamenti e le scelte sessuali sono una questione che riguarda la vita privata dell'individuo.Ricordo gli articoli di legge 675 del 1996 e soprattutto il D.L. 196 del 2003 art. 22 comma 1che sancisce che un dipendente pubblico non può essere sospeso per gli atteggiamenti che riguardano la sua sfera sessuale.Ribadisco che non sono una pornostar, come riportato erroneamente da molti giornali che non conoscevano nulla della vicenda, e non sono stata io a immettere nel circuito internet i filmati o le foto che mi ritraevano.Penso di essere io l'unica vittima di tutta questa vicenda, che ha leso la mia dignità di donna, di libera cittadina e la mia immagine professionale, in quanto i miei comportamenti privati non possono essere messi in discussione da nessuno, dal momento che non ho mai commesso alcun reato né a scuola né fuori, e dal momento che non sono stata io a rendere pubblici e a divulgare tali comportamenti.Non è mai stata mia intenzione porre un grave pregiudizio all'immagine e al prestigio della scuola, ma ritengo che i comportamenti gravi siano altri e non quelli da me tenuti!Io ho pagato per tutti!Se così non è, allora spero che l'attuale Ministro della Pubblica Istruzione valuti la possibilità di redigere un codice di comportamento nazionale, per gli insegnanti, da osservare al di fuori delle ore lavorative, nella loro vita privata. A volte il buon senso non è sufficiente, poiché per me può essere lecito che un docente vada in vacanza in un campo nudista o frequenti un club privè (come molti docenti fanno regolarmente), mentre per altri potrebbe essere in contrasto con l'azione educativa.Ringrazio tutte le persone, stanche come me dell'ipocrisia e della falsa morale, che mi sono state vicine e mi hanno sostenuta, inviandomi migliaia di email, da ogni parte del mondo, di solidarietà e stima.
Grazie.

Cordiali saluti.
Anna Ciriani

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In giro per la rete l'erezione di Gianfranco Fini su Novella 2000. Grande successo.

Foto curiose quelle in arrivo da Novella 2000, con il Presidente della Camera Gianfranco Fini particolarmente ‘felice’ tra le braccia del suo nuovo amore, Elisabetta Tulliani. Hanno fatto il giro della rete ed in pochissimo tempo hanno svettato in cima alle classifiche degli articoli più letti del giorno.

Vedi anche:
Erezioni d'estate. Dopo Fini, i paparazzi sorprendono Ronaldo e Borriello "armati".

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Oggi il Gay Pride a Gerusalemme.

Sarà un Gay Pride sotto stretta sorveglianza quello che si svolgerà oggi nel pomeriggio a Gerusalemme, dove sono stati inviati oltre 2.000 poliziotti per garantire la sicurezza.
L'annuale marcia, organizzata dal Jerusalem's gay and lesbian center, è stata autorizzata questa settimana dall'Alta corte di giustizia, dopo che l'amministrazione comunale si era opposta al suo svolgimento.
La Corte si è ripetutamente espressa in favore del corteo, nonostante l'opposizione dei rabbini e dei leader religiosi cristiani e musulmani, che vedono la parata come un abominio e un insulto ai valori biblici.
I sostenitori del corteo affermano che Gerusalemme, come simbolo di città universale e pluralista, è il luogo adatto a un Gay Pride che chiede tolleranza e rispetto.
Il corteo di oggi sarà leggermente più lungo di quello dello scorso anno: partirà da Independence Park per arrivare a Liberty Bell Park, dove ci sarà uno spettacolo serale che concluderà la manifestazione.
Come negli anni passati, la sicurezza sarà molto stretta, con 2000 agenti di polizia per le strade, sotto il comando del capo della polizia di Gerusalemme, Aharon Franco.
L' Eda Haredit ha deciso di astenersi da dimostrazioni contro la sfilata, minacciate fino alla vigilia, e questo dovrebbe ridurre la tensione. Negli anni passati, l'opposizione al corteo ha unito anche i grandi capi religiosi di Gerusalemme, in un raro esempio di accordo interconfessionale tra ebrei, cristiani e musulmani.

Gli abitanti di Gerusalemme sono divisi sul giudizio nei confronti della manifestazione, e le loro posizioni rispecchiano quella già viste in occasione del Gay pride di Roma, entrambe considerate come «città sante» in cui la presenza visibile di gay e lesbiche è «offesa alla vocazione religiosa».
Eppure giudizi positivi vengono dagli studenti dell'Università ebraica: «Il fatto che Gerusalemme sia una città religiosa, non significa che non debba permettere a tutti di esprimersi», dicono alcuni di loro. «Non capiamo perchè la gente si debba sentire offesa. Si tratta di una libera scelta».

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Dal New York Times uno sguardo critico sull’Italia e la diversità culturale.

newyorktimes

(Simona Cantoni - Panorama) Se vale l’espressione di Oscar Wilde “Bene o male purché se ne parli”, allora nel Bel Paese dovremmo essere contenti: l’Italia è infatti argomento d’interesse per il New York Times, il prestigioso quotidiano americano (in apertura della versione on line nel primo pomeriggio del 25 giugno). Ancora una volta siamo sotto la sua lente critica e attenta. Sono oggetto di un’analisi precisa quanto pungente i nostri sforzi con la “diversità culturale”. Ovvero, la difficile convivenza italiana con l’immigrazione.

Una mostra sull’arte indiana, che si tiene a Roma al Museo preistorico etnografico Pigorini, è il la per parlare di integrazione. E non solo. “L’ultimo governo italiano è salito al potere due mesi fa con la promessa di bloccare gli stranieri illegali, che chi è avverso all’immigrazione vede associati alla criminalità. Lo scorso mese la polizia italiana ha arrestato centinaia di immigrati che vivevano in baraccopoli, e vicino Napoli sono stati assaliti campi rom in seguito a un tentativo di rapimento di una bambina da parte di una zingara” scrive Michael Kimmelman.
E ancora: “L’estrema destra del governo Berlusconi ha appena proposto una delle leggi sull’immigrazione più rigorose in Europa, provocando l’accesa reazione delle organizzazioni per i diritti umani, del Vaticano, delle Nazioni Unite”.
Kimmelman però sottolinea come l’Italia, con il brusco crollo del tasso delle natalità e con l’invecchiamento della popolazione, difficilmente può sopravvivere senza lavoratori stranieri, dalle albanesi e romene che curano gli anziani, agli indiani che si occupano delle mucche da latte per il parmigiano reggiano”.
E scrive di come i timori di crimini da parte di immigrati siano stati infiammati da mezzi di informazione e da politici populisti, soprattutto dalla Lega Nord che per la campagna elettorale ha paventato per gli italiani un destino simile a quello degli indiani d’America.
Le stoccate non si risparmiano, e la successiva riguarda l’elezione a primo cittadino di Roma, città dai tanti stimoli culturali, del neo sindaco Gianni Alemanno, che nella sua campagna elettorale ha puntato tutto sulla lotta al crimine e all’immigrazione clandestina: “Si fatica a ricordare l’ultima volta in cui un candidato sindaco di Roma sia stato eletto senza alcun importante progetto culturale”.
Arrivano puntuali, ovviamente, riferimenti al paradosso che vuole che in Italia si stia vivendo lo stesso shock culturale che ci fu un secolo fa negli States, quando milioni di italiani, tra gli altri, emigrarono in America. Ma anche all’eco che media e politici danno ad episodi di criminalità dove sono coinvolti stranieri: come nel caso dell’omicidio della 47enne italiana Giovanna Reggiani, per opera di un rumeno, “che ha portato a un’ondata di razzismo contro i rumeni. Ma, in effetti, la criminalità complessiva non è aumentata dal 1991″.
Non mancano comunque segnalazioni di esempi di integrazione e di significative iniziative multietniche a Roma, “ancient magnet for foreigners”. Come la mostra al Museo preistorico etnografico Pigorini, appunto. O il programma di librerie multiculturali di Gabriella Sanna.
Ma l’interrogativo che il giornalista del New York Times si pone è: simili piccoli grandi sforzi continueranno? E l’interrogativo che invece andrebbe posto al cronista newyorkese è: ma non fu proprio l’amatissimo sindaco della Grande Mela Rudy Giuliani a inaugurare il modello della tolleranza zero, poi copiato e mutuato anche da molti primi cittadini italiani?

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Scopa et labora, il successo dei "sudamerican gigolò" in Svizzera.

(p. berizzi - La Repubblica) Su questa strada silenziosa che dal lago si arrampica verso Vico Morcote, un´oasi di giardini e palmeti super sorvegliati, le ville e i castelletti si chiamano "Casa Annamaria", "Casa Cesira", "Casa Dania". Oppure "La Gioia", "Lo Scorpione". Lungo la panoramica che porta a Figino, laggiù, in mezzo al verde, ecco le cinque stelle dell´Hotel Diamond coi Suv, le Porsche, le Ferrari parcheggiate a picco sulla piscina au bord du lac dove ti servono l´aperitivo in livrea, servizio molto apprezzato dai clienti russi.

Lugano è a cinque minuti d´auto; si vede appena ti lasci alle spalle la prima curva dopo la fondazione Caccia Rusca, una casa di cura per anziani. Gli angoli di Brasile e di Cuba, invece, sono, come dire, un po´ più defilati. Bisogna cercare, ma si trovano. Qui nel Cantone dove i ricchi sono molto ricchi e le banche una specie di arredo urbano, nella Svizzera italiana della finanza e del «non è omertà, è solo riservatezza», l´immigrazione ha una faccia nuova, nascosta.

Come ti coccolano «loro», dicono le signore benissimo-sposate di Lugano (e di Locarno e di Chiasso), non c´è nessuno. Quanto sono premurosi. E che galantuomini, nella loro allegra semplicità. «Loro» sono i jardineiros, come li chiamano scherzosamente - e con una punta di compiaciuta goliardia - le dame annoiate (forse non più, forse meno di prima). Giardinieri, off course. Volendo anche maggiordomi, guardiani.

Le donne agée, soprattutto svizzere, italiane, tedesche, se li stanno importando in nome della globalizzazione, di un welfare "democratico" e, certo, della parità dei sessi. Altro che badanti ucraine. Da dimenticare la vecchia figura del maestro di casa saggio ma anzianotto. I jardineiros sono giovani, atletici. E per niente noiosi. Maglietta, jeans e scarpe da ginnastica. I brasiliani vengono da Bahia o da Belo Horizonte.

I cubani sono esuli non proprio sprovveduti partiti dall´Havana e approdati qui: ufficialmente per studiare. In realtà, per prendersi cura delle "signore". Tengono in ordine il parco, curano le magnolie, lucidano le auto, fanno la spesa. Se necessario, "accompagnano". Comunque sia: tengono compagnia. Chi li assume - quasi sempre in nero, per il Cantone sono turisti o "studenti" - preferisce non mostrarli troppo, e si capisce.

«Stanno in casa con noi, li facciamo studiare così hanno la possibilità di crescere - racconta un´elegante e bionda signora sulla sessantina, moglie di finanziere, una somiglianza fisica e di modi con Marina Doria - . Sono seri e affidabili, e pure simpatici. Rafael - bahiano, figlio di pescatori, guardiano tuttofare della villa incastonata nella collina di Castagnola, sull´altra sponda del lago - mi ha anche insegnato a ballare». Se li tengono stretti, le svizzere, i loro esotici collaboratori domestici.

Perché da queste parti con l´immigrazione e il lavoro nero non si scherza. Anche se hai un forziere al posto del conto corrente. «Nel 2007 abbiamo rilasciato 6029 permessi a persone residenti in maniera permanente (dimora e domicilio) - dice Attilio Cometta, responsabile della sezione immigrazione del Canton Ticino - Se la durata del contratto di lavoro è superiore a un anno viene rilasciato un permesso per 1 anno rinnovabile. Se è per motivi di studio, è rinnovabile ogni anno fino al termine degli studi».

Gli studenti fuori sede a Lugano se la possono prendere comoda. Basta pagare l´onerosa retta e i registri della USI (Università Svizzera Italiana) ti accoglieranno. Anche se ti chiami Emelson e vieni da Natal e anziché spaccarti la testa sui libri guadagni 2400 franchi svizzeri, circa 1500 euro più vitto e alloggio. Ammette una luganese con marito inglese impegnata in iniziative di charity: «Emelson è già il secondo brasiliano che collabora con noi. Ha un cugino che lavorava a Lucerna, una mia amica quando l´ha visto l´ha subito chiamato a lavorare qui da lei».

Come le colf dell´Est europeo, i jardineiros fanno vita ritirata. Sono qui per guadagnare e il guadagno significa essere a totale disposizione della famiglia: sia essa un nucleo tradizionale, marito-moglie-figli, sia essa una donna sola, con disponibilità economiche e un tenore di vita alto. «Esco poco, preferisco accumulare i giorni di riposo e prendermi un periodo per tornare a casa» - dice Juliano, 26 anni, fisico muscoloso ma non palestrato, «ho fatto karate per dieci anni».

Juliano viene dal Tocantins, uno Stato del Brasile al confine tra la foresta amazzonica e la savana costiera. Fa il guardiano in una villone di Morcote. In Brasile lavorava in una rivendita di ricambi per mezzi industriali: nella sua nuova vita - mi racconta davanti a una birra in un bar nel centro della città - «devo moltissimo alla signora, lei sempre brava e gentile». Il sorriso malizioso lo tradisce, ma si toglie subito dall´imbarazzo facendo sfoggio di un tono professionale da consumato gigolò.

«E´ normale, loro ti vogliono, le donne, e tu devi essere disponibile, sempre». E´ prostituzione soffusa, ma guai a chiamarla così («Si fanno mantenere, vengono pagati ma non per la mera prestazione sessuale», dice Michel Venturelli coordinatore di CASI, l´associazione che riunisce i night e i locali a luci rosse del Ticino). I jardineiros si offendono. Chi li assume non vuole nemmeno sentirne parlare. «E´ l´invidia degli svizzeri - ragiona una signora che si fa chiamare "Ceci" e sembra essere parecchio conosciuta nel quartiere di Lugano dove abita anche Megane Gale - . Questi ragazzi sono solari, e hanno voglia di lavorare. Forse perché hanno conosciuto la povertà, quella vera».

L´esegesi sociologica lascia subito spazio alla sincerità: «E poi, scusi, se devo scegliere un collaboratore domestico, meglio che sia bello e sveglio e che abbia i modi giusti. O no?». Già. All´ora dello struscio in piazza dell´Orologio - tra i tavolini dove dicono trovasse ispirazione Hermann Hesse e dove Totò faceva buon viso di fronte a una tazzulella di caffè svizzero - è tutto uno sfoggio di griffe e chiome platinate.

Ci sono le bellezze russe e le veneri sudamericane. Non è difficile distinguere tra quelle che lavorano nei tanti postriboli del Cantone e quelle che hanno già trovato un buon partito dove accasarsi. Poi, sommessamente, spunta qualche jardineiros. Sono un po´ disorientati perché vivono tutti nelle ville della periferia e in centro vengono poco. Con Guillerme ci eravamo dati appuntamento per l´aperitivo. E´ arrivato con mezz´ora di ritardo e solo per dirmi che gli dispiaceva: «Devo lavorare, la signora mi ha chiesto di accompagnarla fuori a cena».

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A Cuba proteste dei gay contro il governo comunista. Basta con le discriminazioni.

Una ventina di omosessuali cubani hanno inscenato oggi una 'marcia dell'orgoglio gay'.
(Ansa) Una ventina di omosessuali cubani hanno inscenato oggi una 'marcia dell'orgoglio gay' per denunciare la 'violazione dei loro diritti' nell'isola, e uno degli organizzatori dell'iniziatuva e' stato trattenuto per qualche ora dalla polizia locale prima della manifestazione.

Come ha potuto constatare l'ANSA sul posto, la ventina di manifestanti, uomini e donne, si e' riunita a l'Avana con lo slogan 'per il rispetto della diversita' sessuale' durante mezz'ora circa, dopo di che si sono smobilitati a causa della scarsa partecipazione, come hanno indicato i manifestanti stessi.

Sul luogo della protesta non si sono visti agenti della polizia. Uno degli organizzatori, Ignacio Estrada, presidente della Lega cubana contro l'Aids, e' stato fermato nella capitale dai servizi di sicurezza e interrogato per un paio di ore prima della manifestazione, como ha spiegato lui stesso all'Ansa.

Mario Jose Delgado, vicepresidente della Fondazione di lesbiche, gay, bisessuali e trans (Lgbt), anche lui presente alla manifestazione, ha detto da parte sua che circa 400 persone hanno aderito finora alla sua organizzaione, che ha definito non governativa.

I diritti degli omosessuali, ha aggiunto Delgado, continuano ad essere violati a Cuba dove, come ha spiegato, la polizia e' solita disperdere i gay che si riuniscono in luoghi pubblici.

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Repubblica Ceka, sabato a Brno il primo gaypride della sua storia.

(Ansa) Per la prima volta nella Repubblica ceca, sabato a Brno, nell'est del Paese, si terra' una parata del gay pride denominata 'Queer Parade'.

Gli organizzatori prevedono una partecipazione di alcune centinaia di gay e lesbiche. Contro la sfilata volevano scendere in piazza gli estremisti di destra del Partito nazionale e dell'Action '99, ma le autorita' di Brno non hanno autorizzato i loro raduni.

La Repubblica ceca e' uno dei paesi piu' tolleranti verso gli omossessuali. La legge sulla 'convivenza registrata' di persone dello stesso sesso, entrata in vigore a luglio 2006, e' appoggiata dal 75% dei cechi. 'La marcia avra' il carattere di una festa della diversita', del nostro stile di vita, e sara' anche un ringraziamento a tutti coloro che ci accettano', ha detto nella tv pubblica Jiri Hromada, leader dell'Iniziativa gay della Repubblica ceca.

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