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lunedì 3 marzo 2008

Da stasera XFactor presenta i concorrenti. Il serale dal 10 marzo su RaiDue.


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Inizia oggi, ufficialmente, l’avventura di XFactor che inaugura alle 19.50 su RaiDue la striscia preserale che accompagnerà la trasmissione per tutta la sua durata. La prima puntata del serale è fissata per lunedì 10 marzo, in diretta concorrenza con il Grande Fratello 8. In alto uno degli speciali dedicati ai provini trasmessi durante la settimana del Festival.

Dei 10.000 candidati presentatisi ai provini in giro per l’Italia ne sono rimasti novanta, che vedremo nella striscia quotidiana che anticipa di una settimana la prima puntata del reality. La scrematura è stata faticosamente fatta dai tre selezionatori/giudici, ovvero Simona Ventura, Mara Maionchi e Morgan, che nel frattempo sono diventati anche i capisquadra delle tre categorie in gara. Simona Ventura guiderà il gruppo degli Over 25, la Maionchi quello degli Under 25, mentre Morgan curerà i Gruppi Vocali. La gara per incoronare il vincitore di XFactor li vedrà quindi direttamente coinvolti: la vittoria di un membro della propria squadra sarà dunque una loro vittoria.

Il pubblico a casa potrà già iniziare a conoscere gli aspiranti concorrenti e votare, tramite televoto, il proprio preferito per scegliere tra i 90 papabili i 15 definitivi elementi del cast della prima edizione italiana del reality. La speranza, per tutti, è quella di seguire le orme di Leona Lewis, rivelazione internazionale del pop britannico balzata in pochissimo tempo in vetta alle classifiche, conquistando anche il titolo di superospite all’ultimo Festival di Sanremo.

In un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, Francesco Facchinetti, conduttore del programma per volere della madrina Ventura, promette un crescendo, per qualità e pathos. Intanto, sul modello del GF, sono già previsti degli innesti ulteriori nel cast definito dalle selezioni. Tre gli ingressi annunciati, per altrettanti aspiranti al titolo finale scelti in casting aggiuntivi che procederanno parallelamente alla trasmissione. Insomma, se qualcuno non rispetta le attese verrà prontamente sostituito.

Accanto a ciascun concorrente si muoverà una squadra composita, formata da coreografi e stylist, per preparare tutti al meglio alle sfide del palcoscenico. Facchinetti si dichiara pronto a questa nuova avventura, che lo vedrà nel “doppio ruolo” di cantante e scopritore di talenti, “un po’ alla Pippo Baudo” dice lui: un’avventura che promette emozioni per il pubblico e tanto impegno e molta serietà da parte dei talenti in gara. E per prendere le distanze da Amici Francesco descrive così le linee guida del programma: “Tra questi ragazzi ci sarà tanta serietà. Sono come degli atleti delle Olimpiadi: per fare cento metri devono sacrificarsi giorno dopo giorno, in questo caso davanti alle telecamere. Riprenderemo i passaggi più significativi, il momento delle prove. Discuteremo con ordine, parleremo di musica e dei loro sogni”.

Staremo a vedere. Dopo una serie di slittamenti, intanto, è stata decisa la collocazione del serale, inizialmente previsto al mercoledì, poi anticipato al martedì dopo lo spostamento al mercoledì di Amici, infine fissato al lunedì, in diretta concorrenza con il Grande Fratello, forse nel tentativo di dargli il colpo di grazia.

Come gli altri reality in onda, anche XFactor potrà contare sull’appoggio di Sky Vivo, in leggero anticipo sulla messa in onda Rai. Riepilogando, a partire da oggi gli appuntamenti con X Factor sono dal lunedì al venerdì alle 18.00 su Sky Vivo e alle 19.50 su RaiDue. Dal 10 marzo si raddoppia, con ExtraFactor su Sky Vivo alle 18.30 e con il serale su RaiDue alle 21.10.
In basso il promo di Sky Vivo.
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All'Olimpico di Roma. Momix in "Passion", la danza si fa mistica.

(Tuzone) Arriva anche in Italia la compagnia di danza più magica dei nostri tempi, i Momix di Moses Pendleton. Saranno in tournée con il loro spettacolo “Passion” a partire da febbraio 2008, da Rimini per poi continuare in varie città.
Da stasera sino al 16 marzo saranno al Teatro Olimpico di Roma

Questo spettacolo dei Momix unisce due fecondi creatori: il coreografo statunitense Moses Pendleton e la rock-star nonché compositore inglese, Peter Gabriel.
E’ ballato sulla colonna sonora del film di Martin Scorsese “L’Ultima Tentazione di Cristo”: ritmi medio-orientali e synthetizer con una coreografia mistica ed intimista. La musica di Gabriel sposa alla perfezione l’evocazione spirituale e surrealista di Pendleton.

Sul palco, uno schermo trasparente bianco riceve delle proiezioni; dietro di esso, i ballerini si muovono nello stile caratteristico di Momix, felpato ed atletico, in una perfetta sincronia di danza ed immagini. L’illuminazione aiuta a mettere in risalto o in dissolvenza le immagini.

I biglietti si possono già acquistare da www.vivaticket.it
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Una "mostruosa" Platinette senza veli per un mensile.

"Chiunque può essere desiderabile".
Sogna un futuro da giornalista dietro la scrivania del Tg Uno e nel frattempo posa nuda per una rivista gay. "Perché devono spogliarsi soltanto i modelli? Perché si devono vedere soltanto ventri a conchiglia e nessun doppio mento?"

(Quotidiano nazionale) Platinette posa senza veli per la copertina di marzo di 'Pride', il mensile gay italiano.

''Ho pensato - dice nell'intervista al mensile - che questa fosse una bella occasione per mettere in discussione i modelli dominanti, anche nella comunità gay. Perché devono spogliarsi soltanto i modelli di D&G? Perché si devono vedere soltanto ventri a conchiglia, gambe dure come il marmo, nessun doppio mento? Ho cercato di dimostrare che chiunque può essere 'desiderabile', anche se fuori modello di riferimento. Assicuro che non è stato ritoccato niente e che si può ironizzare sul proprio corpo anche quando ci si ha un rapporto difficile come ce l'ho io, l'importante è saperlo, e conviverci''.

Infine il suo sogno professionale: ''Fare la giornalista nei panni di Platinette e condurre il Tg Uno, come una specie di Angela Buttiglione dei tempi d'oro che dava l'impressione che, come se non inquadrata, con una mano girasse il sugo e con l'altra desse la linea all'inviato di turno. Ma questo - conclude - in Italia non è possibile, non c'è coraggio, non c'entra l'omofobia''.

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Inghilterra. E' sorpreso mentre fa sesso con l'aspirapolvere.

E' accaduto in un cantiere presso un ospedale del centro. L'operaio, di origine polacca, è stato licenziato.
Aveva deciso di trascorrere un'insolita e piccante pausa, ma l'improvviso raptus sessuale gli è costato il posto. E' quanto è accaduto a un operaio polacco sorpreso a far sesso con un aspirapolvere in un ospedale di Londra. Scovato da una guardia giurata nudo e in ginocchio nella caffetteria dello stabile ormai chiusa, l'uomo si è difeso dicendo che si stava pulendo le mutande, ma il suo datore di lavoro non gli ha creduto e l'ha licenziato.

L'operaio, secondo quanto riferisce il Sun, era rimasto solo nel cantiere del Great Ormond Street Children's Hospital perché era suo compito chiudere a chiave tutti gli accessi al sito, ma evidentemente non ha saputo resistere alla tentazione di concedersi una parentesi hard. Come sia iniziato il singolare "corteggiamento" a Harrry (foto in alto), questo il nome dell'aspirapolvere con una faccina sorridente disegnata sulla scocca e con il tubo al posto del naso, non è molto chiaro. L'unica cosa certa è che l'uomo è stato sorpreso senza vestiti, mentre era inequivocabilmente impegnato in un insolito atto autoerotico.

Alla scena, imbarazzante, ha assistito una guardia di turno, che ha subito segnalato l'accaduto, provocando il licenziamento dello sfortunato protagonista. Interpellato dai suoi superiori, l'uomo ha cercato di difendersi sostenendo che passare l'aspirapolvere sulle mutande è una pratica molto comune in Polonia, ma nessuno gli ha creduto. "E' un comportamento inaccettabile, anche se ha fatto ridere molte persone", ha detto un responsabile della HG Construction, l'azienda per cui lavorava il malcapitato.

L'operaio polacco non è però l'unico ad essere stato sorpreso a far sesso con oggetti inanimati in Gran Bretagna: lo scorso anno Robert Stewart fu condannato a tre anni con la condizionale dopo essere stato sorpreso nudo mentre tentava di far sesso con una bicicletta in un ostello in Scozia. La corte ha sancito che era ubriaco. E non è tutto qui. Nel 1993 Karl Watkins, elettricista, fu condannato per aver fatto sesso con i marciapiedi della sua città, Redditch, nel Worcestershire.

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A La7 si parla ancora di Vaticano e omosessualità.

Paolo Calabresi è il prof. Joseph Nicolosi, uno psicologo americano che ha messo a punto una cura per l'omosessualità, detta 'teoria riparativa della sessualità'. Un viaggio nell'Italia degli imbroglioni e degli opportunisti nelle inchieste di Italian Job, con Paolo Calabresi e quella della terapia riparativa è, a tutti gli effetti, una vera e propria presa in giro.
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Da Messina un'esilarante inchiesta sulla sessualità.

E' un'inchiesta fatta a Messina per deunciare l'omofobia e l'ignoranza in cui la gente e' tenuta dalla politica condizionata dalla gerarchia cattolica.
A cura di Fabio Giuffrè, 2006.
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Gay iraniano: rinviata al 5 marzo la decisione sul suo rimpatrio in Iran.

Intervenga d'urgenza la Farnesina. Chiesto un incontro con l'Ambasciatore olandese a Roma.
Questa mattina il giudice olandese ha incontrato a Rotterdam, Seyed Mehdi Kazemi il ragazzo gay iraniano di 19 anni che ha chiesto lo status di rifugiato. Le autorità inglesi avevano chiesto a quelle olandesi il rimpatrio immediato a causa di una complessa situazione burocratica che avrebbe avuto come effetto la deportazione del giovane in Iran dove lo attende la morte certa a causa della sua omosessualità. Il Giudice si è riservato di decidere il 5 marzo. Per questo motivo il Partito Radicale Nonviolento, Nessuno Tocchi Caino e l'Associazione Radicale 'Certi Diritti' hanno chiesto, con una lettera, un incontro urgente con l'ambasciatore olandese a Roma per chiedere che venga applicata Direttiva europea 2004/83/CE che impone il riconoscimento dello status di rifugiato a persone che necessitano di protezione internazionale. E' stato anche chiesto alla Farnesina di intervenire urgentemente presso le autorità olandesi.

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Amici di Maria. Parola al tribunale? La lettera di diffida a Grazia Di Michele da parte del collega Luca Jurman.

(TGCom) "Prima perdevo di vista il mio obiettivo, la musica, ora grazie a Jurman ho maturato un diverso approccio al pubblico mentre canto". Marta nella diretta di sabato spiega di aver fatto progressi da quando è seguita dall'insegnante. E proprio Luca è al centro di un caso sollevato da Grazia Di Michele che mostra una lettera di diffida del collega per alcune frasi che lei avrebbe detto in una pausa pubblicitaria, lesive della sua persona.

"Domenica ho detto che sono in una condizione di disagio perché tutte le volte che mi si chiede un parere si scatena poi durante la settimana una serie di insulti impronunciabili e questa cosa mi dà fastidio terribilmente. Al di là di questo, mi è arrivata una lettera da parte di Jurman, che riguarda me e Fabrizio e che ho qui". A questo punto la prof. di canto la consegna a Maria. "Ti prego di leggerla e di capire cos'è", le chiede Grazia.

"In gergo legale si chiama diffida, non querela - spiega la conduttrice- Uno studio legale invita te, in particolare per quanto riguarda un'intervista rilasciata a un settimanale, a limitarti nei giudizi perché lesivi. In particolare una frase: non manderei mai mio figlio a lezione da uno che, etc etc. Questa è la cosa ritenuta offensiva". A Grazia, spiega ancora Maria, vengono poi attribuite frasi offensive dette in una pausa pubblicitaria, dunque fuori dal programma.

"In quel momento particolare, all'uscita di Marco, io non sono mai stata sola. C'era con me Fabrizio, Steve con il quale rmango in contatto anche durante il break pubblicitario, quindi vorrei che Steve testimoniasse quello che io ho detto, a prescindere dal fatto che uno fuori dal programma può dire quello che vuole". Interviene il maestro di ballo. "Ti posso garantire che durante quella pausa ho sentito ben altro", dice Steve. "E non dalla bocca di loro"

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E' il nuovo John Holmes ma è anche "superdotato" come lui? Lo strip sexy di Justin Timberlake. Il video.

Nella commedia "The Love Guru".

(TGCom) In America sono tutti in fibrillazione per l'arrivo nelle sale, il 20 giugno, della commedia "The Love Guru". Non perché nel cast c'è il divertente Mike Myers o la bella Jessica Alba, ma per Justin Timberlake che apparirà più erotico che mai! Dal Trailer che circola in Rete, ma anche dalle foto promozionali, Timberlake indossa un costume da bagno sexy in versione stripper. E c'è chi lo paragona al pornostar John Holmes, ma solo per i baffi...
Protagonista del film è il guru Pitka (Mike Myers) specializzato in rasserenare le coppie in crisi e creare armonia tra gli esseri umani. Pitka viene convocato in America per risolvere alcuni "affari" molto importanti. Il giocatore di hockey Darren Roanoke (Romany Malco) è caduto in profonda crisi in seguito al tradimento della 'bombastica' moglie Prudence (Meagan Good) che ha iniziato iniziato una relazione con il rivale di sempre Jacques Grande (Justin Timberlake). Jacques è noto per la sua faccia tosta e il grande ascendente che ha sulle ragazze. Conquista la bella Prudence con il suo fisico mozzafiato e con un costume da bagno molto ma molto sexy...

Il trailer ci mostra il cantante di "Cry me a river" in versione inedita: stripper consumato. Infatti in una delle sequenze del film l'artista si lancia in un ballo sensuale con movimento del bacino che farà sospirare migliaia di fan in sala. Qualche malizioso ha fatto notare come il look di Justin sul set (con il capello mosso e i baffi) somigli molto all'indimenticato pornostar John Holmes.

Justin sta vivendo un periodo di grande fama sia perché ha collaborato nel nuovo disco di Madonna "Hard Candy" (che uscirà il 28 aprile in Europa e negli Usa il giorno dopo), che per il suo nuovo impegno a Hollywood.

Infatti dopo la buona prova d'attore in "Alpha Dog" del 2006, Timberlake ha terminato "The Love Guru" e sta girando "The Open Road" di Michael Meredith con Jeff Bridges. Ma a giugno migliaia di fan accorreranno al cinema per "The Love Guru" e gli occhi saranno tutti puntati sul costume di Justin...
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Il 2007 è l'anno dell'"anal fisting"?. Qualcuno ci spiega cos'è?

Internet mette a disposizione alcuni mezzi veramente curiosi ed utili, come Google Trends, una directory che permette di comparare due termini di ricerca e vederne l'evoluzione.

Io mi rivolgo agli esperti del mondo del sesso in generale e del porno in particolare, perché vorrei sapere cosa diavolo è successo ad inizio 2006. Cosa ha fatto incrementare la ricerca di "Anal Fisting"? Perché questa pratica ha preso il sopravvento nei confronti dell'"Ass to Mouth"?

Se quacuno più esperto di noi della redazione ci può erudire in merito lo ringraziamo in anticipo.

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Interviste/ Cesare Salvi: “Su diritti civili gay, hanno vinto i teodem”.

(River-blog) Cesare Salvi ha una stazza da rugbista. Alto, i capelli curati, è un uomo dai modi cortesi ma molto decisi. La sua storia politica inizia nel Partito comunista italiano, di cui è stato membro della segreteria – nel 1990 – prosegue nel Pds, nei Ds, e, più recentemente, nella Sinistra Democratica, l’ala “ribelle” che, con Fabio Mussi, si è staccata nel 2007 dal Pd. Ora è confluito nella Sinistra Arcobaleno, quella “Cosa” a sinistra del Pd che – sondaggi alla mano – è destinata a dare del filo da torcere alla triade Pd-Idv-Radicali. Fratello del magistrato Giovanni Salvi, che alla Procura di Roma ha trattato alcune delle indagini italiane più delicate (come il disastro aereo di Ustica), il senatore Salvi è il presidente uscente della commissione Giustizia al Senato. Da...

Continua su Il voto gay.

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Al Pac di Milano in mostra le foto shock firmate Saudek e Witkin. Sgarbi polemico: "Spostare mostre da Palazzo Reale scelta illogica.

(Martina Malnati ) Dopo molte polemiche arrivano al Pac le mostre dei due fotografi tanto discussi: il praghese Jan Saudek e l’americano Peter Witkin. Promosse dall’Assessorato alla Cultura e “24 Ore Motta Cultura”, le rassegne “Saudek. L’universo in una camera”, a cura di Enrica Viganò e “Joel Peter Witkin”, curata da Gianfranco Composti presentano un’antologica dell’artista ceco e 45 tra vintage e lavori recenti, in bianco e nero, che ripercorrono l’iter del fotografo di Brooklyn.

In bianco e nero e poi colorate a mano le foto di Saudek, non fanno parte di un genere o di un movimento. Egli mette spesso ironia nelle sue immagini che forse anche per questo nella sua Repubblica Ceca l’establishment ha impiegato tanto tempo a rendergli omaggio, mentre le sue immagini erano già famose in tutto il mondo.

Sin dagli anni ‘70 le sue fotografie sono celebrazioni delle caratteristiche di fondo della natura umana: l’essere uomo, donna, padre, madre, amante e l’essere bambino e adolescente. Il trascorrere del tempo, la nascita, la morte. Negli anni ‘80 una serie di elementi antitetici hanno fatto il loro ingresso nel suo immaginario: amore e odio, bellezza e bruttezza, giovinezza e vecchiaia. Tutte riferite al mondo femminile. Dieci anni più tardi, la carnalità delle immagini si è tinta di un’aggressività animalesca che talvolta ha sfiorato il masochismo: bambine acconciate come fanciulle equivoche, donne che mostrano qualche segno di vita vissuta vestite da bambine, cortigiane dagli occhi innocenti…

Le foto di Witkin (per capire meglio il suo messaggio artistico a fare da guida c’è anche una video-intervista) provocano disagio in chi le guarda: si tratta soprattutto di ritratti, come dice l’autore “non di persone, ma di condizioni esistenziali”, rappresentazioni di scene e figure mitiche, classiche o bibliche. Ecco Venere, Pan, Adamo ed Eva cacciati dall’Eden, la moglie di Caino; oppure invenzioni proprie dell’artista.

La guerra in Vietnam, cui prese parte come reporter (1961-64), lo spinge a considerare la morte come normalità: maneggia cadaveri, corpi di persone sconosciute e mai reclamate per farne soggetti di opere d’arte. Numerose immagini sono poi omaggi ad opere famose di Botticelli, Canova, von Gloeden e Picasso. Affascinato dall’eccesso e dall’estremismo, l’artista è attratto e attrae i suoi soggetti dalla perdizione al disprezzo.

Due poetiche così diverse sembrano quasi cozzare nel medesimo spazio espositivo e lo stesso Sgarbi ne ha voluto dare una giustificazione. «Spostare - ha affermato - queste due mostre da Palazzo Reale, è stata la scelta più illogica, che ha fatto perdere il senso della mia impresa di fare un ciclo di quattro mostre che facesse attirare l’attenzione di due giovani fotografi come Massimo Listri e Giustino Chemello tramite la locomotiva di due grandi come Witkin e Saudek».

Ma è stato proprio il contenuto “scabroso” delle opere dei due fotografi ad aver spinto il Comune a non esporli a Palazzo Reale, eletto a luogo delle mostre omnibus. A muovere lo scandalo erano state soprattutto le foto di Witkin che ritraggono nudità di transessuali e le posizioni erotiche dei modelli di Saudek, tutti ritratti dentro una stanza, metafora dell’universo poetico di un artista a lungo perseguitato dal regime sovietico.

Le due mostre al Pac - via Palestro 14 - sono visitabili da oggi fino al 27 aprile. Ingressi: 6-4 euro. Cataloghi editi da Federico Motta. Info: 02/76009085.

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Leonardo Di Caprio, Mark Wahlberg e Peter Berg sono "Cocaine Cowboys".

(Cineblog) Cocaine Cowboys è probabilmente il miglior documentario del 2006, parla del traffico di cocaina a Miami negli anni ottanta e potete trovarne un piccolo resoconto su Murdamoviez.

Secondo quanto riporta cinematical Leonardo Di Caprio, Mark Wahlberg e Peter Berg avrebbero firmato per far parte del film di finzione adattato da quel documentario.

E’ inutile dire che c’è materiale su cui fare un ottimo gangster movie e visto che la regia è stata affidata a Peter Berg (the kingdom, il tesoro dell’amazzonia ) e il cast sembra essere di altissmo livello siamo abbastanza fiduciosi della buona riuscita del progetto, almeno nei termini dell’azione e delle sparatorie.

Mark Wahlberg interpreterà il trafficante in sede a Miami, mentre invece Leonardo Di Caprio sarà il pilota d’aereo che fa la spola tra gli Stati Uniti e il campo base di Pablo Escobar.

Fonte: Cinematical

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Don Gelmini attacca il Vaticano: "Non è un centro religioso, ma politico". Candidato al Senato per il Pdl?

L'ex sacerdote accusato di pedofilia. L'ira di Don Gelmini contro il Vaticano.
(Rory Cappelli - La Repubblica) "Sono appena tornato da un viaggio durato due mesi, lo sapete. Ho visto l'inferno. Bambini di 5 anni morire di Aids. Ragazzini di 10 anni domandarmi "che ne sarà di me?" L'inferno non esiste nell'aldilà: esiste qui, su questa terra, dovrebbero capirlo quelli che stanno nei palazzoni, laggiù, in Vaticano, dove c'è il migliore paradiso possibile, quello dei ricchi e dei potenti. Rigetto il concetto del Vaticano come centro religioso: è un centro politico, qualche volta ambiguo e fuorviante. Altra cosa è la chiesa di Cristo. Altra cosa è la fede", dice Pierino Gelmini.

Poi aggiunge: "Gli intrallazzi non sono fede. Bisogna tornare a Cristo non al cesaro-papismo. Siamo arrivati al punto in cui parliamo più del papa che del Cristo". E' un fiume in piena Gelmini, - ormai ex prete dopo la decisione del Vaticano di accogliere la sua domanda di riduzione allo stato laicale - quando ieri, nel pomeriggio, nella Comunità Incontro di Amelia, seduto su un alto scranno in una sala affrescata con la storia della Comunità in stile murales di Città del Messico, microfono in mano, incontra i suoi ragazzi.

La giornata era iniziata con la messa tenuta da don Enzo nella cappella. Dopo quattro chiacchiere in cortile, qualche sigaretta, le corse dei bambini, era proseguita con il pranzo comunitario nel refettorio: un minuto di silenzio prima di mangiare e un'animazione da gran giorno. Amici, parenti, ragazzi, non parlano d'altro: lui, papà Pierino, "un santo", "un giusto", uno che "non si merita quello che gli hanno buttato addosso", "uno che ha dato la sua vita per gli altri".

"Io amo don Pierino" racconta Christian, venti anni compiuti l'altro ieri, romeno, salvato dalle fogne di Bucarest da Mino D'Amato e dalla sua associazione, portato in Italia che, malato di Aids dall'età di otto anni, pesava venti chili, e che ora sta qui, impara a fare l'elettricista e vuole farsi "tutto il programma della comunità - tre anni - anche se non sono tossicodipendente. Don Pierino? Per me è come un padre. E' un uomo buono. Mi ha salvato. Io credo solo a questo". Lo ripete anche Massimo D'Annibale, ex ospite della comunità, "salvato da don Pierino", e ora medico e padre di due ragazzi con un gran ciuffo di capelli davanti agli occhi, Patrizio e Matteo. E così è per le madri, i padri, le sorelle e i fratelli, gli ex ospiti della comunità, qualche nonna con il bastone, un padre che mostra orgoglioso il figlio che si dà fare per distribuire i piatti per il pranzo. Nessun dubbio, nessun piccolo dubbio? "Nessuno" assicurano. "Don Pierino, papà, è vittima di un imbroglio incomprensibile".

Dopo un giro allo zoo della Comunità Incontro - due poveri leoni, tre struzzi, due pecore thailandesi, un gruppo di lemuri, dei lama, scimmie, cigni e tanti altri animali per una pet terapy un tantino crudele - un'altra sigaretta, un caffè, ecco papà Pierino. Entra nella sala e parte un applauso. Racconta del suo viaggio in Bolivia e Costa Rica, dei suoi acciacchi - da un occhio non vede, ha un pace-maker e disturbi all'intestino - della fatica del viaggio. E del Vaticano. Alla fine dell'incontro, dopo aver baciato tutti i ragazzi che hanno voluto salutarlo, racconta ancora: "La decisione di ridurmi allo stato laico è stata solo mia. Io non appartengo alla diocesi di Terni: il vescovo di Terni, monsignor Paglia, che non ha alcuna giurisdizione su di me, per me è zero. Io appartengo alla chiesa cattolica melchita. Il mio superiore è il patriarca Gregorio III. Per me Paglia è solo il portalettere del Vaticano. Qui Paglia - continua don Pierino - non deve neanche provare a mettere piede.
Non lo voglio più vedere.

Perché? Perché ho avuto la sensazione - ma anche l'informazione - che sia stato uno di quelli più solleciti a creare situazioni per me difficili e che ha avuto una parte negativa forse anche nella vicenda degli abusi". E' vero che si candiderà per il Senato? "Non so cosa farò". Da quale parte politica? "Non so ancora" sorride, sornione. "So che se servisse per la mia comunità, per i miei ragazzi, lo farei". E i ragazzi che l'accusano se non è vero niente perché lo fanno? "Perché sono tutti fuori di testa, ragazzi che non sono riusciti a fare niente, con dieci o venti anni di carcere alle spalle". Tutti? "Tutti. Peggio per loro. Non posso dire altro. Perché qualcosa, alla fine, dirà loro la vita stessa".

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